La sicurezza dei ciclisti in corsa
- Maìno della Spinetta
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La sicurezza dei ciclisti in corsa
Steve Kruijswijk cade e si fa male in un tratto di strada del Delfinato da molti definito come impraticabile.
Greg Van Avermaet vola al Giro di Vallonia, e i corridori lamentano la sicurezza del circuito: https://www.cyclingnews.com/news/riders ... -wallonie/ (ho controllato Basso devo postare la concorrenza anglofona).
Ci siamo ingarellati discutendo sul ponte dove si è impastato Remco Evenepoel al Lombardia, con un Davide Bramati misurato sulla questione (chi ha il link lo metta che non lo trovo, mi fido di Brogno...)
Jakobsen è stato buttato sulle transenne da Gronewegen e queste non erano legate insieme, e dietro c'era una ferrovia.
Ripartenza durissima dopo lo stop, con tante falle.
Dove mettere in sicurezza e come? Responsabilità oggettiva dell'organizzatore mi sembra impossibile, nessuno organizzerebbe più niente e nessuna assicurazione seria si farebbe carico di una polizza. I finali andrebbero protetti bene, ma tutto il resto della corsa? Segnalazioni e basta? Protezioni? Ci sono corse più delicate di altre? Chi fa Roubaix, Strade Bianche o Fiandre sa che il fondo è brutto e lo mette in conto. Chi va sulle ALpi sa che ci sono discese terribili. Chi fa Amstel o Fiandre sa che si va in strade secondarie con svolte a 90 e più gradi improvvise, restringimenti repentini e arredo urbano assassino - ma sono sempre una scusa? Il Poggio ha una discesa decisiva, dove se si salta un tornate si fracassa una serra 5 metri più sotto - quale alternativa ci sarebbe? Sean Kelly direbbe che va bene così...
Infine, chi dovrebbe vigilare PRIMA delle corse, ed eccepire sulle scelte in materia di sicurezza dell'organizzazione?
Migliorare si può e si deve, senza castrare i percorsi, o snaturare questo splendido sport (il povero Lambrecht è morto in un punto e in un modo assurdo... Il rischio ci sarà sempre e comunque). Ma immaginare una procedura, una sorta di due diligence PRECEDENTE alla corsa, con diversi attori coinvolti, non sarebbe sbagliato.
Greg Van Avermaet vola al Giro di Vallonia, e i corridori lamentano la sicurezza del circuito: https://www.cyclingnews.com/news/riders ... -wallonie/ (ho controllato Basso devo postare la concorrenza anglofona).
Ci siamo ingarellati discutendo sul ponte dove si è impastato Remco Evenepoel al Lombardia, con un Davide Bramati misurato sulla questione (chi ha il link lo metta che non lo trovo, mi fido di Brogno...)
Jakobsen è stato buttato sulle transenne da Gronewegen e queste non erano legate insieme, e dietro c'era una ferrovia.
Ripartenza durissima dopo lo stop, con tante falle.
Dove mettere in sicurezza e come? Responsabilità oggettiva dell'organizzatore mi sembra impossibile, nessuno organizzerebbe più niente e nessuna assicurazione seria si farebbe carico di una polizza. I finali andrebbero protetti bene, ma tutto il resto della corsa? Segnalazioni e basta? Protezioni? Ci sono corse più delicate di altre? Chi fa Roubaix, Strade Bianche o Fiandre sa che il fondo è brutto e lo mette in conto. Chi va sulle ALpi sa che ci sono discese terribili. Chi fa Amstel o Fiandre sa che si va in strade secondarie con svolte a 90 e più gradi improvvise, restringimenti repentini e arredo urbano assassino - ma sono sempre una scusa? Il Poggio ha una discesa decisiva, dove se si salta un tornate si fracassa una serra 5 metri più sotto - quale alternativa ci sarebbe? Sean Kelly direbbe che va bene così...
Infine, chi dovrebbe vigilare PRIMA delle corse, ed eccepire sulle scelte in materia di sicurezza dell'organizzazione?
Migliorare si può e si deve, senza castrare i percorsi, o snaturare questo splendido sport (il povero Lambrecht è morto in un punto e in un modo assurdo... Il rischio ci sarà sempre e comunque). Ma immaginare una procedura, una sorta di due diligence PRECEDENTE alla corsa, con diversi attori coinvolti, non sarebbe sbagliato.
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The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
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Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
So che esistono dei body sperimentali con una sorta di air-bag incorporati. Anche dei caschi con un funzionamento analogo. Non so quanto possano essere risolutivi in caso di caduta, ma potrebbero costituire pur sempre una base di partenza in tema di sicurezza passiva.
Ecco la mia presentazione.
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Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Sarebbe un bel business anche per il mercato degli amatori e cicloturisti. Credo che si arriverà a queste soluzioni .
La cosa non eliminerebbe i rischi , ma almeno la protezione di costole e clavicola dovrebbe essere maggiore .
Con queste biciclette leggere sono aumentate le velocità , e, il mondo e bike ha dato la possibilita a tutti di avere performance maggiori . Andare ai 50 all'ora, e molto di piu in discesa , con solo pantaloncini e maglietta è molto rischioso.
Pensiamo poi al problema delle strade , che sono una giungla di traffico , e ahimé, spesso dissestate. Ripeto , nello studio delle protezioni io ci vedo un business molto proficuo.
La cosa non eliminerebbe i rischi , ma almeno la protezione di costole e clavicola dovrebbe essere maggiore .
Con queste biciclette leggere sono aumentate le velocità , e, il mondo e bike ha dato la possibilita a tutti di avere performance maggiori . Andare ai 50 all'ora, e molto di piu in discesa , con solo pantaloncini e maglietta è molto rischioso.
Pensiamo poi al problema delle strade , che sono una giungla di traffico , e ahimé, spesso dissestate. Ripeto , nello studio delle protezioni io ci vedo un business molto proficuo.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Una protezione tipo airbag pesa e, soprattutto, fa sudare.
Immaginatevi queste corse agostane, con le temperature che abbiamo visto, in cui i poveri ciclisti dovevano portarsi appresso anche una tutta tipo motociclista o sciatore.
Immaginatevi queste corse agostane, con le temperature che abbiamo visto, in cui i poveri ciclisti dovevano portarsi appresso anche una tutta tipo motociclista o sciatore.
Un giorno potremo raccontare ai nipotini che noi siamo stati fortunati a veder correre Sagan
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Permettimi un appunto, robot1.
Tu parli di "poveri ciclisti" perché si dovrebbero sopportare il peso e il caldo.
Io invece penso che la priorità sia la loro sicurezza, non i disagi che le eventuali misure di sicurezza comportano.
Ricordiamo che Lambrecht è morto a causa di una "banale" e sfortunatissima caduta in un fosso, in pianura, dopo 40 km dalla partenza, mentre il gruppo procedeva tranquillamente. Ha battuto il fianco contro un terrapieno di cemento. Avesse avuto una protezione di quel tipo, magari si poteva salvare.
Alcune dinamiche sono purtroppo letali, penso all'incidente del povero Scarponi, lì non ci sono protezioni che tengano, purtroppo. Ma molti incidenti meno gravi, molte cadute, potrebbero avere conseguente meno gravi con una protezione addosso ai ciclisti. Schachmann, per esempio, si sarebbe salvato la clavicola, secondo me.
Tu parli di "poveri ciclisti" perché si dovrebbero sopportare il peso e il caldo.
Io invece penso che la priorità sia la loro sicurezza, non i disagi che le eventuali misure di sicurezza comportano.
Ricordiamo che Lambrecht è morto a causa di una "banale" e sfortunatissima caduta in un fosso, in pianura, dopo 40 km dalla partenza, mentre il gruppo procedeva tranquillamente. Ha battuto il fianco contro un terrapieno di cemento. Avesse avuto una protezione di quel tipo, magari si poteva salvare.
Alcune dinamiche sono purtroppo letali, penso all'incidente del povero Scarponi, lì non ci sono protezioni che tengano, purtroppo. Ma molti incidenti meno gravi, molte cadute, potrebbero avere conseguente meno gravi con una protezione addosso ai ciclisti. Schachmann, per esempio, si sarebbe salvato la clavicola, secondo me.
Ecco la mia presentazione.
- eliacodogno
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Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Se i presidi per la sicurezza ti causano eccessivo disagio possono però diventare fonte di un pericolo (perché ti limitano nella mobilità ad esempio e ti inducono ad adottare comportamenti più a rischio)
Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)
'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
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Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
oltre all'aumento della velocità bisogna considerare che le biciclette sono molto meno guidabili rispetto a un tempo.giorgio ricci ha scritto: ↑lunedì 17 agosto 2020, 22:38 Con queste biciclette leggere sono aumentate le velocità , e, il mondo e bike ha dato la possibilita a tutti di avere performance maggiori . Andare ai 50 all'ora, e molto di piu in discesa , con solo pantaloncini e maglietta è molto rischioso.
già il passaggio al carboio ha portato a telai molto più rigidi e reattivi, che non assorbono nulla di buche e disconnessioni, poi ci si sono messi i cerchi ad alto profilo rigidissimi. oggi portare una bicicletta "correttamente" è quasi impossibile, in compenso diventa più facile rimediare in extremis. diciamo che se prima era un discorso di capacità di guida oggi è tutto più spostato sul colpo d'occhio e la reattività.
però se c'è un esempio di "incidente" evitabile è proprio quello di Scarponi, e si tratta degli "incidenti" più letali. metto "incidente" tra virgolette perché mi risulta impossibile considerare un'auto che brucia uno stop contromano in discesa come un incidente.Divanista ha scritto: ↑martedì 18 agosto 2020, 8:17 Alcune dinamiche sono purtroppo letali, penso all'incidente del povero Scarponi, lì non ci sono protezioni che tengano, purtroppo. Ma molti incidenti meno gravi, molte cadute, potrebbero avere conseguente meno gravi con una protezione addosso ai ciclisti. Schachmann, per esempio, si sarebbe salvato la clavicola, secondo me.
penso che le protezioni siano importanti (se efficaci davvero, e sin qui il tema è molto discutibile) ma molto più importante sia prevenirne la necessità.
le transenne del polonia si possono evitare a priori, e a quel punto diventa una "normale" caduta in volata. il ponticello giù dalla colma in cui si schiantano tre corridori in pochi anni si può mettere in sicurezza o quantomeno segnalare con anticipo, poi magari qualche volta una caduta ci sarà lo stesso, ma intanto hai abbassato di molto il margine di probabilità.
come si possa agire non ne sono certo, perché sono abbastanza ignorante riguardo alle procedure regolamentari preventive. immagino un maggior dettaglio/attenzione già solo quando il percorso viene approvato. dopodiché penserei all'obbligo di fare gli interventi sui punti più pericolosi con almeno 24 ore di anticipo, così che un commissario di gara vada a fare un sopralluogo già alla vigilia e dia le indicazioni per eventuali modifiche.
aggiungerei infine l'obbligo di un'approvzione da parte di un rappresentante dei corridori, ma in generale penso che se si lasciasse un po' di più di voce ai corridori (anche a costo di perdere giorni di gara o fare modifiche incisive su percorsi rodati) ci sarebbe solo da guadagnare sul fronte sicurezza.
"Il male trionfa sempre, perche' il bene e' stupido" [Lord Casco]
@cauz_ | bidonmagazine.org | confindustrial.noblogs.org
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Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Se non sbaglio, in altri sport c'è un forte coivolgimento degli atleti in tutte le tematiche relative alla sicurezza
Poi ammetto la mia ignoranza, non so se esiste un'associazione ciclisti paragonabile per esempio all'ATP del tennis
Poi ammetto la mia ignoranza, non so se esiste un'associazione ciclisti paragonabile per esempio all'ATP del tennis
- Maìno della Spinetta
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Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
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Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Sto seguendo il Tour de Wallonie e obiettivamente è una corsa ad ostacoli.
Pali, paletti, segnaletiche che invadono la carreggiata.
Sono stupido dalle poche cadute.
Anch'io vedo complicato introdurre degli airbag per via del caldo, ma consideriamo che anche il casco inizialmente mi pareva difficile da sopportare e poi ci si è fatta l'abitudine, anche se in salita io continuo a toglierlo.
Pali, paletti, segnaletiche che invadono la carreggiata.
Sono stupido dalle poche cadute.
Anch'io vedo complicato introdurre degli airbag per via del caldo, ma consideriamo che anche il casco inizialmente mi pareva difficile da sopportare e poi ci si è fatta l'abitudine, anche se in salita io continuo a toglierlo.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Non capisco questa cosa dell'airbag.
L'airbag deve aprirsi prima dell'urto.
In auto sbatti sul paraurti e parte l'airbag in abitacolo prima che la persona prenda colpi internamente, quindi previene.
Per un ciclista l'airbag dovrebbe aprirsi quando lui stesso prende un colpo per una caduta, quindi non previene i colpi ma solo i colpi in seconda o terza battuta.
Mi immagino poi gli airbag che si aprono inavvertitamente sulle pietre della Roubaix per gli scossoni dovuti alle asperità del terreno.
Tutto questo trascurando gli evidenti problemi di tipo ergonomico-funzionale collegati al farsi una salita in luglio, che si farebbe volentieri a meno pure della maglietta.
L'airbag deve aprirsi prima dell'urto.
In auto sbatti sul paraurti e parte l'airbag in abitacolo prima che la persona prenda colpi internamente, quindi previene.
Per un ciclista l'airbag dovrebbe aprirsi quando lui stesso prende un colpo per una caduta, quindi non previene i colpi ma solo i colpi in seconda o terza battuta.
Mi immagino poi gli airbag che si aprono inavvertitamente sulle pietre della Roubaix per gli scossoni dovuti alle asperità del terreno.
Tutto questo trascurando gli evidenti problemi di tipo ergonomico-funzionale collegati al farsi una salita in luglio, che si farebbe volentieri a meno pure della maglietta.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Ieri meno dei giorni scorsi, ma le prime due tappe erano veramente piene di ostacoli.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
nello sci gli airbag ci sono ed in linea di massima mi sembra che funzionino benejumbo ha scritto: ↑mercoledì 19 agosto 2020, 10:09 Non capisco questa cosa dell'airbag.
L'airbag deve aprirsi prima dell'urto.
In auto sbatti sul paraurti e parte l'airbag in abitacolo prima che la persona prenda colpi internamente, quindi previene.
Per un ciclista l'airbag dovrebbe aprirsi quando lui stesso prende un colpo per una caduta, quindi non previene i colpi ma solo i colpi in seconda o terza battuta.
Mi immagino poi gli airbag che si aprono inavvertitamente sulle pietre della Roubaix per gli scossoni dovuti alle asperità del terreno.
Tutto questo trascurando gli evidenti problemi di tipo ergonomico-funzionale collegati al farsi una salita in luglio, che si farebbe volentieri a meno pure della maglietta.
vibrazioni...tante....ce ne sono pure li.
direi che da questo punto di vista si possa fare qualcosa anche per i ciclisti
la questione peso in più non è un fattore
sarebbe peso in più per tutti quindi di fatto ininfluente
ingombro e calore invece potrebero creare qualche problema, ma direi che qualche studio l'avranno già fatto
i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Di airbag per motociclisti e ciclisti ne hanno già progettati (qui da Google https://www.google.com/search?q=casco+c ... X0pIbQAw27)
Si potrebbero fare anche per la schiena, da inserire nella tasca della maglia, per intenderci. Anche se secondo me l'utilità maggiore è ancora per la testa, visto che la protezione del casco da bici è comunque relativa. Io immagino un ipotetico airbag incorporato nel casco. Il problema è che se ti si apre l'airbag anche per una caduta banale alla fine hai la noia di dover cambiare casco!
Detto questo secondo me sono ancora discorsi molto ipotetici. Le gare di sci durano 2 minuti, i gran premi di moto meno di un'ora; non so quanti ciclisti sarebbero disposti a correre con una cosa addosso per sei ore, a meno che non sia progettata talmente bene da essere praticamente invisibile.
Si potrebbero fare anche per la schiena, da inserire nella tasca della maglia, per intenderci. Anche se secondo me l'utilità maggiore è ancora per la testa, visto che la protezione del casco da bici è comunque relativa. Io immagino un ipotetico airbag incorporato nel casco. Il problema è che se ti si apre l'airbag anche per una caduta banale alla fine hai la noia di dover cambiare casco!
Detto questo secondo me sono ancora discorsi molto ipotetici. Le gare di sci durano 2 minuti, i gran premi di moto meno di un'ora; non so quanti ciclisti sarebbero disposti a correre con una cosa addosso per sei ore, a meno che non sia progettata talmente bene da essere praticamente invisibile.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Prendi il caso di Remco, un eventuale airbag sulla schiena o sul collo si sarebbe probabilmente aperto al primo impatto sul muretto, cosi la successiva caduta avrebbe avuto minori conseguenze (almeno in teoria).jumbo ha scritto: ↑mercoledì 19 agosto 2020, 10:09 Non capisco questa cosa dell'airbag.
L'airbag deve aprirsi prima dell'urto.
In auto sbatti sul paraurti e parte l'airbag in abitacolo prima che la persona prenda colpi internamente, quindi previene.
Per un ciclista l'airbag dovrebbe aprirsi quando lui stesso prende un colpo per una caduta, quindi non previene i colpi ma solo i colpi in seconda o terza battuta.
Mi immagino poi gli airbag che si aprono inavvertitamente sulle pietre della Roubaix per gli scossoni dovuti alle asperità del terreno.
L'ipotesi di un airbag tipo pinna aerodinamica sulla schiena e uno incorporato nel casco (preferibilmente sostituibile) non mi pare così fantascientifica e nemmeno così insopportabile come limitazione al movimento.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
http://www.cicloweb.it/2020/08/21/sicur ... -proposte/
Che ne dite di queste proposte?
Copio dal link riportato sopra:
Ispezione delle corse
Una commissione di ex corridori dovrebbe approvare i percorsi in ogni gara, senza dover rendere conto all’UCI in caso di rifiuto di determinati tracciati.
Regola dei 3 chilometri
La neutralizzazione dei tempi in caso di cadute nei tre chilometri finali delle tappe di pianura dovrebbe applicarsi in ogni caso, indipendentemente da incidenti. Prendendo il tempo ufficiale ai 3 km dall’arrivo, solo i corridori interessati allo sprint e i loro gregari resterebbero lanciati fino al traguardo, gli altri potrebbero tranquillamente rialzarsi.
Pubblicazione del roadbook
Tutti gli organizzatori dovrebbero essere obbligati a pubblicare il loro roadbook contenente il percorso definitivo con un certo anticipo (settimane o anche mesi prima della gara). Oggi spesso il percorso diviene noto una settimana prima della corsa.
Arrivi in discesa
Da non menzionare nemmeno arrivi velocissimi in discesa come quello del Tour de Pologne sul quale si è fatto male Fabio Jakobsen.
Airbag
Nelle ultime centinaia di metri dovrebbero esserci cuscinetti d’aria a bordo strada, come nel pattinaggio su ghiaccio. Dovrebbe diventare uno standard per le competizioni World Tour, e quando non fossero usati in gare WT potrebbero essere “prestati” agli organizzatori minori, in modo che il World Tour stesso contribuisca alla sicurezza nelle gare di livello più basso.
Banner
Gli striscioni dovrebbero essere posizionati sempre con i sostegni esterni alla carreggiata. Se non hanno la larghezza giusta, anche solo di pochi centimetri, dovrebbero essere posti a lato della strada. Allo stato attuale delle cose, spesso dobbiamo dribblare pali e funi.
Radioline
Eliminiamo i contatti radio tra direttori sportivi e corridori. Ciò rende la corsa molto insicura perché molti ds urlano ai loro ciclisti di portarsi avanti anche quando non è strettamente necessario. I corridori dovrebbero essere in contatto solo con i giudici di gara per comunicazioni legate esclusivamente a problemi o guasti meccanici.
Cartellini gialli e rossi
Come nel calcio, sarebbe auspicabile un sistema di cartellini gialli e rossi, da comminare quando i corridori violano le regole. Varrebbe il concetto di stessa punizione per la stessa violazione, al contrario dell’attuale prevalente arbitrarietà.
Motociclisti
Fatta salva l’importanza dei motociclisti anche per la sicurezza in corsa, bisogna considerare che a volte costoro effettuano dei sorpassi irresponsabili nei confronti dei corridori. Mi piacerebbe che ognuno di essi indossasse un grande numero in modo da essere facilmente identificato e segnalato dagli stessi ciclisti in caso di problemi.
Piste ciclabili e marciapiedi
Ogni corridore che pedalasse sulle piste ciclabili o sui marciapiedi accanto al percorso di gara andrebbe immediatamente squalificato.
Che ne dite di queste proposte?
Copio dal link riportato sopra:
Ispezione delle corse
Una commissione di ex corridori dovrebbe approvare i percorsi in ogni gara, senza dover rendere conto all’UCI in caso di rifiuto di determinati tracciati.
Regola dei 3 chilometri
La neutralizzazione dei tempi in caso di cadute nei tre chilometri finali delle tappe di pianura dovrebbe applicarsi in ogni caso, indipendentemente da incidenti. Prendendo il tempo ufficiale ai 3 km dall’arrivo, solo i corridori interessati allo sprint e i loro gregari resterebbero lanciati fino al traguardo, gli altri potrebbero tranquillamente rialzarsi.
Pubblicazione del roadbook
Tutti gli organizzatori dovrebbero essere obbligati a pubblicare il loro roadbook contenente il percorso definitivo con un certo anticipo (settimane o anche mesi prima della gara). Oggi spesso il percorso diviene noto una settimana prima della corsa.
Arrivi in discesa
Da non menzionare nemmeno arrivi velocissimi in discesa come quello del Tour de Pologne sul quale si è fatto male Fabio Jakobsen.
Airbag
Nelle ultime centinaia di metri dovrebbero esserci cuscinetti d’aria a bordo strada, come nel pattinaggio su ghiaccio. Dovrebbe diventare uno standard per le competizioni World Tour, e quando non fossero usati in gare WT potrebbero essere “prestati” agli organizzatori minori, in modo che il World Tour stesso contribuisca alla sicurezza nelle gare di livello più basso.
Banner
Gli striscioni dovrebbero essere posizionati sempre con i sostegni esterni alla carreggiata. Se non hanno la larghezza giusta, anche solo di pochi centimetri, dovrebbero essere posti a lato della strada. Allo stato attuale delle cose, spesso dobbiamo dribblare pali e funi.
Radioline
Eliminiamo i contatti radio tra direttori sportivi e corridori. Ciò rende la corsa molto insicura perché molti ds urlano ai loro ciclisti di portarsi avanti anche quando non è strettamente necessario. I corridori dovrebbero essere in contatto solo con i giudici di gara per comunicazioni legate esclusivamente a problemi o guasti meccanici.
Cartellini gialli e rossi
Come nel calcio, sarebbe auspicabile un sistema di cartellini gialli e rossi, da comminare quando i corridori violano le regole. Varrebbe il concetto di stessa punizione per la stessa violazione, al contrario dell’attuale prevalente arbitrarietà.
Motociclisti
Fatta salva l’importanza dei motociclisti anche per la sicurezza in corsa, bisogna considerare che a volte costoro effettuano dei sorpassi irresponsabili nei confronti dei corridori. Mi piacerebbe che ognuno di essi indossasse un grande numero in modo da essere facilmente identificato e segnalato dagli stessi ciclisti in caso di problemi.
Piste ciclabili e marciapiedi
Ogni corridore che pedalasse sulle piste ciclabili o sui marciapiedi accanto al percorso di gara andrebbe immediatamente squalificato.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
La parte sulle radioline è molto interessante, sono da sempre della stessa idea, così come sono d'accordo sulla commissione di ex atleti che ispezioni il tracciato. Anzi, le due cose si potrebbero riunificare: la commissione di ex atleti in corsa si occupa di gestire una radiocorsa per gli atleti, che fornisca indicazioni "neutre" sull'andamento della gara (chi è in fuga, distacchi, chi ha avuto problemi meccanici) che sui rischi per la sicurezza. L'eliminazione delle radio (unita all'eliminazione del ciclocomputer in gara) secondo me porterebbe anche a maggior spettacolo...
Ma anche tutte le altre considerazioni sono degne di nota, e in molti casi coincidono con le osservazioni che facciamo noi.
Ma anche tutte le altre considerazioni sono degne di nota, e in molti casi coincidono con le osservazioni che facciamo noi.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Secondo me la cosa interessante riguarda proprio il punto sulle radioline. Aldilà della sicurezza.Bomby ha scritto: ↑sabato 22 agosto 2020, 7:42 La parte sulle radioline è molto interessante, sono da sempre della stessa idea, così come sono d'accordo sulla commissione di ex atleti che ispezioni il tracciato. Anzi, le due cose si potrebbero riunificare: la commissione di ex atleti in corsa si occupa di gestire una radiocorsa per gli atleti, che fornisca indicazioni "neutre" sull'andamento della gara (chi è in fuga, distacchi, chi ha avuto problemi meccanici) che sui rischi per la sicurezza. L'eliminazione delle radio (unita all'eliminazione del ciclocomputer in gara) secondo me porterebbe anche a maggior spettacolo...
Ma anche tutte le altre considerazioni sono degne di nota, e in molti casi coincidono con le osservazioni che facciamo noi.
Anche i corridori, o almeno certi, non vogliono le radioline. Per me è un passo avanti.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Anche io ho trovato molto interessante la parte sulle radioline. Alla fine, effettivamente, i Ds non fanno altro che spingere i corridori a stare davanti, a stare attenti a questo o quel passaggio e fondamentalmente ad incitare. Senza comunicazione tra corridori e Ds, le tattiche si possono decidere grossomodo alla partenza e poi sta ai corridori interpretare la situazione in base anche a come si comportano gli altri. I corridori dovrebbero essere solo in comunicazione con la giuria e con un canale interno solo tra di loro. Poi chiaramente se uno vuole fare 4 chiacchiere col Ds si farebbe alla vecchia maniera z andando direttamente in zona ammiraglie.pietro ha scritto: ↑sabato 22 agosto 2020, 10:21Secondo me la cosa interessante riguarda proprio il punto sulle radioline. Aldilà della sicurezza.Bomby ha scritto: ↑sabato 22 agosto 2020, 7:42 La parte sulle radioline è molto interessante, sono da sempre della stessa idea, così come sono d'accordo sulla commissione di ex atleti che ispezioni il tracciato. Anzi, le due cose si potrebbero riunificare: la commissione di ex atleti in corsa si occupa di gestire una radiocorsa per gli atleti, che fornisca indicazioni "neutre" sull'andamento della gara (chi è in fuga, distacchi, chi ha avuto problemi meccanici) che sui rischi per la sicurezza. L'eliminazione delle radio (unita all'eliminazione del ciclocomputer in gara) secondo me porterebbe anche a maggior spettacolo...
Ma anche tutte le altre considerazioni sono degne di nota, e in molti casi coincidono con le osservazioni che facciamo noi.
Anche i corridori, o almeno certi, non vogliono le radioline. Per me è un passo avanti.
Questo effettivamente aiuterebbe a placare un po' il nervosismo e la guerra esasperata alle posizioni.
Trovo interessante anche il discorso di prendere i tempi ai -3km dall'arrivo di una tappa piatta e lasciare solo i velocisti e le loro squadre lottare, a patto che il gruppo sia compatto ai -3.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Quel passaggio secondo me è abbastanza inapplicabile.
Ci sarà sempre una qualche situazione per la quale si dovrà poi prendere il tempo all'arrivo.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Si dovrebbe decidere a tavolino, esclusivamente nelle tappe piatte. Si tratterebbe di aggiungere un rilevamento aggiuntivo ai -3 e lasciarne chiaramente uno anche all'arrivo, che avrebbe la priorità nel caso in cui ai -3 ci fosse ancora una fuga in corso.
Dove si prevede un arrivo mosso (tipo su un tratto in salita finale) chiaramente non avrebbe senso.
Penso che una delegazione di corridori possa essere chiamata e sentita per valutare dove poter applicare quello sbarramento.
Magari entrerà in funzione sono nelle prime 2-3 tappe e 1 o 2 nel nel resto di un grande giro, ma eviterebbe proprio che in quelle situazioni inutili ai fini di una classifica generale si generassero caudute che coinvolgerebbero magari anche uomini di classifica.
Re: La sicurezza dei ciclisti in corsa
Per me per gli ultimi 3 chilometri, la via era quella indicata dall'UCI con quella nuova regola per gli arrivi in volata che negli ultimi 3 km eventuali "buchi" non causati da cadute o incidenti, venivano conteggiati solo se c'erano 3" di distacco tra un corridore e quello che lo precede. Per me è la situazione migliore per non avere una prima volata ai meno 3 km e per non forzare gli uomini di classifica a stare davanti: magari si può ragionare sul gap di 3" e portarlo addirittura a 5" (ma mi pare un po' esagerato), ma sulla carta applicare sempre quella regola (e aiutare corridori e squadre a capirla bene) mi pare un enorme passo in avanti per la sicurezza.