Quella di oggi è stata la volata più da ruote veloci di tutto il Giro. La prova, nella media finale, nel rettilineo lunghissimo e, come lode, nel fatto di essere stata proposta negli ultimi giorni della manifestazione, dopo una tappa durissima per un velocista. Ha vinto quello che per me, da tempo, e l'ho scritto, è il più forte: Andrea Guardini. A tal proposito, invito Pepp, che a suo tempo mi consentì di chattare a lungo con Andrea, di fargli avere queste poche righe.
Guardini parte da una esplosività che Cav non ha, il 10”5 da juniores sui 200 lanciati. Oggi non ha vinto perchè lo ha anticipato di un nanosecondo, ma solo ed esclusivamente perché ha messo sui pedali una potenza devastante: quella che Cav non ha, e lo dico sbattendomene, come sempre, dei curriculum. Andrea, ha poi vinto perché sta imparando a soffrire e deve completare l'opera, “mordendo il manubrio” e andando a Milano, Maglia Nera o meno, non ha importanza alcuna.
Lo seguo da sempre con grande interesse, anche quando rema nel fondo soffrendo. All'uopo voglio riportare qui, quanto scrissi sul thread relativo alla Brabantse Pijl.
Morris ha scritto:Primo, gli occhi puntati a cui facevo riferimento, erano i miei e tutti gli osservati per un motivo preciso, che non era per nulla quello di cercare il vincitore, anche se due di questi (Sagan e Freire), stavano nei possibilissimi.Strong ha scritto:ieri ho visto per la prima volta questa corsa....Morris ha scritto: Per quanto riguarda l'edizione di oggi, occhi puntati su Gilbert (n. 1), Freire (n.11), Sagan (21), De Gendt (91) e Guardini (146).
ma come si può pensare che guardini possa avere qualche speranza con un percorso del genere?
occhi puntati per vedere a quante centinaia di chilometri si stacca dal gruppo?
occhi puntati per vedere se mette il piede a terra durante l'ascesa di un muro?
occhi puntati su guardini per vedere cosa?
Secondo, lo sport ed anche il ciclismo vivaddio, non si esaurisce di certo solo ed esclusivamente nel novero dei papabili, soprattutto se il proprio retroterra è fatto di esperienze poli-disciplinari, ed è il mio caso.
Terzo, le corse il Belgio, sono la quintessenza del pedale per un corridore da gare di un giorno. Potremmo definirle l'Harvard di questo versante. Fare gli sparagnini, o i figli dei santoni che scelgono i traguardi con una programmazione accecante, ridicola e ammazza-ciclismo, significa esaurire logiche che non mi appartengono, anzi, mi fanno schifo. E se tutto il ciclismo fosse questo, così ben recitato al netto del differenziale e decisivo ….... che lo rende unico nella storia dello sport intero e che ti porti in firma, anziché rimanere appassionato, vomiterei ogni volta che mi si parla di questa disciplina.
Quarto, un giovane come Guardini, che ha il potenziale per circumnavigare Cavendish, ha bisogno di imparare a soffrire, tanto il pavé, quanto i muri e capire che non è una metafora blasfema quella di “mordere il manubrio”. Si tratta di segmenti di crescita peculiari, non rimandabili o sostituibili. Finire queste corse, anche a 15-20', rappresenta un passo in avanti. Credo in questo ragazzo e spero ardentemente che non segua la via classica del velocista, perché sarebbe il miglior modo per non diventare uno sprinter epocale.
Se quanto scritto non è sufficiente a soddisfare i tuoi interrogativi, fattene un a ragione, non ho intenzione di proseguire.
Saluti a tutti!Morris ha scritto:Cav è un indefinito per mille ragioni post Milano Sanremo 2009....lemond ha scritto: Visto che in questa discussione è probabile che intervenga di nuovo anche il grande Maurizio, volevo domandargli se pensa che Guardini davvero in un futuro possa diventare più di un "pistard", così come, secondo me resta il Cav. ? Senza voler togliere nulla a chi corre in pista, solo che "su strada" Maspes e Gaiardoni non hanno mai provato a cimentarsi e forse, allora, sbagliarono?
Non sono un estremista sui velocisti come te , ma è certo che, a parte gli obiettivi disegnati, concordati, protetti e quanto di più si possa scrivere, difficilmente andrà. Nonostante un fisico che gli consentirebbe qualcosa in più del grande curriculum (compreso il già pattuito titolo olimpico) che, comunque, per gli amanti delle conte, metterà assieme. Guardini ha doti velocistiche superiori a Cav (limitatamente all'Italia, le migliori dopo Roberto Chiappa, l'ultimo 99esimo percentile di cui sono a conoscenza, anche se oggi, fra i dilettanti, c'è uno che gli sta molto vicino e si chiama Rino Gasparrini). A differenza dell'uomo dell'Isola di Man però, non ha quel che costui ha avuto in termini di “intorno” ed ha bisogno, proprio perché italiano con la conseguente mentalità degli italiani, di un grande lavoro di sacrificio per abbattere la soglia del dolore e della fatica, al fine di vincere tappe su tappe nei GT e prove in linea di un certo prestigio e di un certo impegno. Tipo Sanremo, Wevelgem, l'Escaut (non certo per i denti che non ci sono), nonché talune italiane che mi auguro possano riprendersi, grazie ad una Federazione meno tarocca.
Ciao mitico Carlo!