Aneddoti, inediti, curiosità...

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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Alcyon
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Aneddoti, inediti, curiosità...

Messaggio da leggere da Alcyon »

Mi permetto di aprire sul forum "new-version" questo meraviglioso topic che nel precedente è stato aperto e condotto dal Grande Morris.
Spero faccia da apripista ad una sterminata serie di argomenti interessanti da trattare, discutere, far conoscere e confrontare con tutti voi.


Tra le innumerevoli biciclette che passano tra le mani di mio padre, l'altro giorno una lo ha fatto sobbalzare: gli ha presentato qualcosa che mai gli era capitato di osservare.
Sto parlando di una Olmo degli anni '70, della quale però non sto a dare dettagli perchè voglio concentrare l'attenzione sul cambio posteriore.

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Come potete ben notare, i rapporti sono 6. Guardiamo attentamente: cos'è quel disco che sta tra il pignone più piccolo ed il forcellino del telaio?
E' ben presto spiegato.

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Azionando la piccola leva che sta al di sotto della leva principale, si fa' in modo che la leva stessa possa avere un'extra-corsa che permette di far saltare la catena sul disco, rendendo così la ruota "libera" in entrambi i sensi di rotazione.
Per cosa? Per velocizzare il cambio ruota in caso rottura del cerchio o di foratura. Inoltre si fa il cambio della ruota senza nemmeno sporcarsi le mani.

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Dalla foto si capisce chiaramente che lo smontaggio e il rimontaggio della ruota, avendo un meccanismo del genere, sono un gioco da ragazzi.

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Questo brevetto Campagnolo, prodotto in quantità minime, cade prestissimo in disuso.
Posso immaginare cosa abbiano pensato i tecnici Campagnolo dopo aver prodotto questo cambio: perchè non mettiamo un ulteriore rapporto, al posto del disco per la tensione della catena? Molto più utile, no?!

Per pura cronaca, la bici ha presentato altri aspetti molto interessanti: la componentistica molto curata, lo sviluppo metrico (rapporti molto piccoli dietro) e un legno tondo letteralmente piantato nel tubo forcella (per irrobustirla, irrigidirla e scongiurarne rotture improvvise) riconducono, se non ad un professionista, ad un ottimo corridore.

Alla prossima,
Alcyon


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Frejus
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Re: Aneddoti, inediti, curiosità...

Messaggio da leggere da Frejus »

Bravo zio, contribuisci un po' a diffondere il verbo della ciclotecnica d'epoca, che fa sempre bene.
Ovviamente, tutto ciò è visibile al nostro Museo della Bicicletta di Cosseria. Per ora non abbiamo ancora un sito ma ci stiamo lavorando. Per chi volesse curiosare, c'è il gruppo su FB.
Ciao.

http://www.facebook.com/group.php?gid=2 ... 002&ref=mf


Morris

Re: Aneddoti, inediti, curiosità...

Messaggio da leggere da Morris »

Bravo Alcyon! ;) :)
La rarità che hai postato, geniale ma non di successo. Un peccato. Tanta nostalgia per i vecchietti come me: i famosi 6 rapporti, le leve del cambio sul telaio e quella trovata che tu hai perfettamente riassunto che mi fece conoscere, prima del record dell'ora di Eddy Merckx, l'esasperazione che stava arrivando sul mondo del pedale circa il peso complessivo dello strumento. Ricordo le leve forate ecc. Allora giocavo a calcio, avevo purtroppo abbandonato l'idea di correre in bici, ma quei fori (a 5 km da casa mia c'era un meccanico che s'era specialilizzato a trapanare le leve e tutto quello che era possibile, per togliere sì e no 50 grammi.... :D ), chissà perchè, mi avevano ulteriormente allontanato dall'idea di cimentarmi sul ciclismo. E fu proprio qualche amatore del tempo (già allora pignoli oltremisura nel ricercare pro e contro le novità) a dirmi che il marchingegno inventato della Campagnolo aggiungeva peso. Un sciocchezza, eppure...
Sul thread, posterò nel pomeriggio una cosa che, forse, potrà pure servire alla popolarità del vostro grande museo.... ;)
Un abbraccio a te Alcyon, al fratellone e al vostro grandissimo papà!


Morris

Re: Aneddoti, inediti, curiosità...

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Queste erano le aziende italiane produttrici di biciclette nel 1946-47. Tante, tantissime, sono state chiuse. Diversi marchi, anche notissimi, sono stati assorbiti, altri si sono fusi. Quante bici da corsa prodotte da queste aziende, sono rintracciabili? E quali i marchi ancora validamente sulla breccia? Chi sa dire qualcosa è ben accetto. Per il Museo della Bicicletta di Cosseria e per ogni appassionato….
Ecco l’elenco in ordine alfabetico (in grassetto, le aziende più famose):
Afra – Alcea – Alciati – Amerio – Amisa – Ancora – Aquilano – Arbos – Arduino – Ausonia - Atala
Balossino – Banino – Barolo – Benotto – Berrettini – Sestetti – Bianchi – Bianchi G. – Bosco – Bottecchia
Candiani - Cattoni – Centauro – Cervini – ChiordaCimattiCinelli – Colombo - Covolo
Dalcerri – De Bernardi – Dei Doniselli – De Stefanis S. – Duomo
Ebe – Elida – Emac – Empolini
Faggi – Ferri – Foschi – Franchi – Frejus – Frera – Fuchs
Galetti – Galibier – Gallone – GalmozziGannaGarlatti – Gavazzi – Gerbi – Giacobino – Giordani – Gira – Gloria – Gobello – Gronda – Godoni – Guffanti
Itala
Jenis
Lampo – Lancia – La Serie – Lazzaretti – Legnano – Leonia – LygieLuxor
Maino – Mamelian – Marmaglia – Melani – Micca – Milene – Minelli – Monteleone – Monterosa – Musa
Norchi
O.k. – Olympia Olmo – Onnisport – Orlandi – Oris – Osvego
Parretti – Pasquero – Pesenti – Picchio – Pinotti – Prina – Provini
Reale – Regina – Ria – Ricci – Rola – Rostica – Rolle – Rossi
Sala -. Sancineto – Santamaria – Sapim – Saracco – Satas – Savarè – Sa O Axda – Silvestri – Singer – SivocciStucchi – Spica
Taurea – TMT – TaurusTorpado – Torino – Traldi – Touring – Triestina – Tronfo – Turinga
Velete - Velocetta – Velox – Viani – Verde – VittoriaViscontea
Wonder – Willier WolsitWelter
Zanonetti – Zanoni – Zenith


Fiammingo
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Re: Aneddoti, inediti, curiosità...

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Spettacolare!!
Io la comprerei una bici con quel meccanismo, la comodita si ha anche quando la trasporti in macchina senza route, cosi la catena non sporca tutto il forcellino e non esce dalla corona, e quando la lavi puoi usarlo er avere la catena in tensione e lavarla!!


Ti chiedo una cosa:
All'arrivo del tour a pratonevoso qualche anno fa c'era un'esposizione di bici d'epoca, e ce n'era una con trasmissione "ad albero" integrata nel forcellino destro...una pulizia estetica incredibile e peso na manutenzione pressoche nulla..sai perche e' tramontato anche quel progetto? Per una single speed citybike lo vedrei ancora attualissimo!

Ciao e grazie per la "chicca" che hai condiviso!


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Frejus
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Re: Aneddoti, inediti, curiosità...

Messaggio da leggere da Frejus »

Fiammingo ha scritto:Spettacolare!!
All'arrivo del tour a pratonevoso qualche anno fa c'era un'esposizione di bici d'epoca, e ce n'era una con trasmissione "ad albero" integrata nel forcellino destro...una pulizia estetica incredibile e peso na manutenzione pressoche nulla..sai perche e' tramontato anche quel progetto? Per una single speed citybike lo vedrei ancora attualissimo!
Ciao e grazie per la "chicca" che hai condiviso!
A Prato il giorno dell'arrivo del Tour era mio/nostro padre ad esporre le bici d'epoca.
Credo che quello che tu hai descritto, sia la trasmissione a cardano. All'epoca la si usava per ovviare ai problemi che causava il fondo stradale sterraro alla catena (polvere e fango). Purtroppo c'era l'incoveniente che i meccanismi metallici dovevano essere sostituiti ogni 1000/1500 km causa usura.
Ciao.


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Alcyon
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Re: Aneddoti, inediti, curiosità...

Messaggio da leggere da Alcyon »

A completamento dell'intervento di Frejus, aggiungo che le biciclette a cardano, chiamate comunemente (dal francese) acatène, ovvero "senza catena", trovano il loro massimo periodo di gloria a cavallo dei primi anni del '900. Purtroppo i materiali ed i trattamenti termici e superficiali con cui venivano costruiti gli ingranaggi in quell'epoca non garantivano una grossa affidabilità: da qui "l'inizio della fine".
Ultimamente alcuni costruttori asiatici si sono ri-buttati sul cardano proprio per le city bike: un "bravo" a Fiammingo per la felice l'intuizione... :idea:

@Morris: gran bel lavoro! Grazie! Veramente un inventario di costruttori utile e prezioso. Trascurando quelli in grassetto, noti agli appassionati, ho provato a "mitragliare in stile Mentana" tutti gli altri al Grande Vecchio. Ne è uscito fuori che ne conosce solo in parte, perlopiù piemontesi.
Un esempio su tutti: arrivato ad "Amerio" mi ha interrotto dicendomi che dovrebbe essere di Alessandria, ed è stato il primo a fare i freni "a bacchetta" nascosti nel telaio, lasciando la linea della bici pulitissima.
Moltissimi non li ha mai sentiti e ci chiediamo chissà quante belle bici ci sono in giro per il mondo...tiratele fuori, fatele rivivere, fatele conoscere!!!

Alla prossima,
Alcyon


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KELLY1
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Re: Aneddoti, inediti, curiosità...

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qualche giorno faccio la foto alla mia GLORIA mod. LA GARIBALDINA 1948 CAMBIO posteriore a 1 leva campagnolo 3 velocità poi la posto, bici funzionante da fare se gli impegni lo permetteranno l'eroica .


Morris

Re: Aneddoti, inediti, curiosità...

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Alcyon ha scritto:... ci chiediamo chissà quante belle bici ci sono in giro per il mondo...tiratele fuori, fatele rivivere, fatele conoscere!!!
Già! Perfetto Alcyon!
KELLY1 ha scritto:qualche giorno faccio la foto alla mia GLORIA mod. LA GARIBALDINA 1948 CAMBIO posteriore a 1 leva campagnolo 3 velocità poi la posto, bici funzionante da fare se gli impegni lo permetteranno l'eroica .
A proposito di "Gloria", il marchio è oggi di proprietà della F.lli Masciaghi di Basiano (mio sponsor tecnico ai tempi della Sanson di Fabiana Luperini, A. Cappellotto, P. Sundstedt ecc.), che detiene pure altri cicli storici, quali Coppi, Frejus, Girardengo, ed è l'azienda produttrice delle biciclette Gianni Bugno.


Morris

Re: Aneddoti, inediti, curiosità...

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Lo stoicismo mostrato da Johnny Hoogerland nella tappa di ieri, mi ha fatto pensare immediatamente a chi segue.

Dal mio libro “Gli Angeli del Galibier”…..

Honoré Barthélémy (Fra) 1° sul Galibier, il 19 luglio 1919 - tappa del Tour: Grenoble-Genève e 1° il 18 luglio 1921 - tappa del Tour: Grenoble-Genève

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Nato a Parigi il 25 settembre 1891, deceduto a Champigny il 2 maggio 1964. Professionista dal 1911 al 1927 con 13 vittorie all’attivo.
Grande scalatore, ha segnato la storia del Tour de France sia per le sue significative vittorie di tappa, che per l’incredibile stoicismo dimostrato. Nel 1919, vinse da fuoriclasse ben 4 frazioni, le più difficili. Nel tappone pirenaico, che da Bayonne si concludeva a Luchon, rintuzzò l’attacco dell’italiano Lucotti e si involò in un assolo leggendario, superando Tourmalet, Aspin e Peyresourde, fino a giungere al traguardo con 18 minuti sul belga Lambot (che poi vincerà il Tour) e oltre mezzora sugli altri grandi. Rivinse in solitudine tutte le tappe alpine, a Nizza, a Grenoble e nel “festival” finale di Genève, dopo aver superato, in solitudine ed in successione, Lautaret, Galibier e Aravis. A Parigi chiuse 5°.
Nel 1920, invece, non vinse tappe, ma passò definitivamente alla storia come un’icona del ciclismo eroico o di chi ancora intende questo sport come un sadico affresco di forzati della strada. Dopo diverse sfortune, nella frazione che si concludeva ad Aix en Provence, subì, non per colpa sua, una caduta devastante. Si rialzò dopo qualche minuto, stordito, sanguinante e con dolori lancinanti. Pensò ad una commozione cerebrale, perché all’occhio sinistro non vedeva più nulla, ciononostante ripartì e non solo finì la tappa, ma l’intero Tour, che chiuse 8°. Solo a fine gara, si seppe che in quella caduta si era rotto una clavicola, slogato un polso, ed una scheggia di pietra gli aveva tranciato irrimediabilmente una cornea. Cieco ad un occhio, con una protesi vetrosa che ogni tanto perdeva e sostituiva alla meglio, nel Tour del ’21 rivinse una tappa, ripassò primo sul già leggendario Galibier e chiuse incredibilmente 3° a Parigi. Continuò a correre ed ogni tanto a vincere, come nella famosissima Bol d’Or, sua nel 1925 e nel 1927.


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Alcyon
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Re: Aneddoti, inediti, curiosità...

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Bellissima questa segnalazione, Morris!
Altrettanto emozionante ritrovare oggi gli stessi valori del ciclismo eroico, nonostante sia passato un secolo.

E' interessantissimo, tornando indietro nel tempo, sapere come venivano "scoperti" i talenti ciclistici. Veniva proposto di correre in bici a chi più di tutti svolgeva quotidianamente lavori di estrema fatica: facchini, portuali, muratori, carpentieri; gente che lavorava duramente tutto il giorno, in condizioni non certo di agio e sovente malnutriti. Già , perchè così un soggetto era "già abituato a soffrire di suo": soffrire su una bicicletta non avrebbe cambiato di molto la situazione.
Secondo punto: chi svolgeva i durissimi lavori sovracitati, non poteva che avere valori genetici superiori di forza, resistenza ed insensibilità alle intemperie, ideali per fare il ciclista. Guardate i fisici dei ciclisti dei primi del '900: come sono? Robusti è dire poco! Però erano (anzi, azzardo: SONO) il ritratto della salute e della forza fisica.

La vicenda di Barthélémy portata al giorno d'oggi avrebbe un'eco mondiale; al contrario, sono pressochè certo che in quel tempo non abbia suscitato grosso scalpore. E se dovessi scommettere, scommetterei che nemmeno lui, se intervistato, avrebbe detto più di tanto: lo avrebbe trovato normale, scontato. Era il suo lavoro e lo faceva bene, con passione e attaccamento: forse avrebbe risposto così.

Ciclisti, mentalità e pensieri eroicamente normali: dal passato, un esempio per tutti noi.


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