Il Tour lo ha respinto
Ora Basso s'interroga
Era partito per il Tour de France con un obiettivo minimo molto ambizioso, cioè il podio, e al primo arrivo in salita, sui Pirenei, a Luz Ardiden, ci aveva fatto sognare. Non solo le sue ambizioni sembravano legittime, addirittura ci si poteva spingere a "vedere" la maglia gialla. Invece da quel giorno, 12ª tappa, le sue prestazioni non sono più state allo stesso livello. Anzi, invece che crescere sono andate in calo e a Parigi s'è dovuto accontentare dell'8° posto, a 7'23" dal vincitore Cadel Evans, preceduto di una posizione anche da un altro italiano, mento gettonato di lui alla partenza: Damiano Cunego.
Stiamo parlando di Ivan Basso. L'atleta della Liquigas-Cannondale, sapendo benissimo che l'accoppiata nella stessa stagione è quasi impossibile, aveva persino rinunciato - seppur a malincuore - a difendere la maglia rosa conquistata l'anno scorso, suo secondo Giro vinto, per puntare tutta la stagione 2011 sulla Grande Boucle. Una scelta che anche la Gazzetta dello Sport, per quanto dispiaciuta di non poter vedere Ivan dar vita a un entusiasmante testa a testa con Alberto Contador sulle strade della sua corsa più importante, aveva compreso. Il risultato in Francia, al di là del fatto di essere negativo, cambia per forza le prospettive di Basso e, paradossalmente, lo mette al centro di un intrigante movimento di mercato.
Ma che cosa è successo? Perché la spedizione in Francia è stata negativa? Ci sono delle responsabilità? E se sì, di chi sono? Lui che ne pensa? Cerchiamo con un'analisi, non un processo, di capire quello che è accaduto.
RENDIMENTO — L’opaca prestazione in Francia è stata condizionata dalla caduta di maggio al primo giorno di preparazione sull’Etna. Ma ridurre tutto a questo episodio sarebbe un errore. Ivan al Tour ha evidenziato i limiti che ben si conoscono: scarsa attitudine per le crono, timore nell’affrontare i finali tortuosi e alcuni tipi di discesa specie se sul bagnato, difficoltà a rispondere ai repentini cambi di ritmo in salita. Ma il problema maggiore si è evidenziato in montagna (soprattutto sulle Alpi) dove non solo non è mai stato in grado di fare la differenza, ma ha sofferto. E quando avrebbe dovuto giocarsi la partita magari con un’azione decisa (Galibier e Alpe d’Huez), è rimasto senza gambe. Il punto fermo è che non si può mettere in dubbio l’assoluta professionalità con la quale Ivan, seguito da Paolo Slongo e Andrea Morelli, ha preparato l’appuntamento.
SQUADRA — La cronosquadre di Les Essarts ha condizionato pesantemente il rendimento e la classifica di Basso. La Liquigas puntava a finire tra le prime 5 a 20-30" dai vincitori. Invece ha chiuso 15ª, a 57" dalla Garmin. Come hanno fatto notare i tecnici biancoverdi, sulla rampa di partenza squadre come la Leopard avevano messo 9 corridori i cui stipendi totali sono uguali a tutto il budget della Liquigas. Ma in quella tappa la formazione di Amadio ha fatto peggio persino della Europcar, team Professional. Eppure 7 uomini erano passisti, scelti per la cronosquadre e per tenere il capitano al riparo dai pericoli prima delle montagne. In salita ha potuto contare solo su Szmyd, grande verso Luz Ardiden e poi sottotono: così Ivan, che ha bisogno di gente che gli scandisca un ritmo elevato per rendere le salite asfissianti ed evitare gli scatti dei rivali, s’è trovato a dover lottare solo.
FUTURO — L’ultimo Tour ha forse messo la parola fine sulle ambizioni di maglia gialla di Basso e non solo perché a novembre compie 34 anni. Dovesse restare in Liquigas, Ivan si troverebbe ad avere a che fare con le giuste ambizioni dello scalpitante Vincenzo Nibali. Il siciliano quest’anno ha ceduto il passo, ma nel 2012 dovrebbe puntare dritto come un treno sulla corsa francese, forte della vittoria nella Vuelta 2010, del 3° posto all’ultimo Giro, ma anche del 7° al Tour 2009. Basso, nel caso, gli potrebbe fare da spalla o da alternativa. Inoltre, la concorrenza nella corsa francese è più forte che mai. A parte Contador (in attesa del verdetto Tas), ci sarebbe da fare i conti con i fratelli Schleck, il giovane Van den Broeck (che quest’anno s’è ritirato per infortunio), l’eterno Evans, il solido Sanchez, gli emergenti Martin e Van Garderen, lo sfortunato Gesink. E il ritorno di Valverde.
MERCATO — Basso ha ancora un anno di contratto con la Liquigas. E al team diretto da Amadio lo lega anche un grande rapporto af- fettivo e di stima professionale col «presidente», Paolo Zani. Ivan non vuole tradire la fiducia che i vertici della società gli hanno concesso nel 2008 al ritorno in gruppo. Però c’è una squadra top che cerca un corridore fortissimo, italiano, per puntare a vincere il Giro 2012: l’identikit perfetto che porta a Basso. La trattativa vera e propria per ora non è ancora cominciata, ma nei prossimi giorni potrebbe decollare. Anche un altro team, la Saxo Bank, potrebbe essere interessato per gli stessi motivi a ingaggiare Ivan. A maggior ragione se il Tas a novembre dovesse fermare Contador. A Riis, che con Basso ha un doppio legame di stima, a quel punto servirebbero ancor di più un leader carismatico e punti per la classifica World Tour.
di Claudio Ghisalberti (http://www.gazzetta.it/premium/plus/Cic ... l?login=ok)