Domanda secca sull'uso delle radioline

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febbra
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Domanda secca sull'uso delle radioline

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Se ho capito bene - così mi regolo - le radioline sono consentite per il 2011 solo nelle gare uci pro tour, quindi ad esempio nelle prossime tre gare (vado a memoria) sara' consentito il loro uso al giro delle Fiandre e al Giro dei Paesi Baschi ma non al GP Indurain.

GIUSTO????

:oops:


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lanzillotta
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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sisi solo nelle gare World Tour..xkè il pro tour adesso si chiama così..almeno a detta di Cassani..


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Slegar
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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In questa intervista su Cyclingnews, Jean-René Bernaudeau si scaglia, giustamente, contro l'uso delle radioline in gara:
https://www.cyclingnews.com/news/total- ... s-in-2020/


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
cassius
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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Slegar ha scritto: venerdì 8 novembre 2019, 12:48 In questa intervista su Cyclingnews, Jean-René Bernaudeau si scaglia, giustamente, contro l'uso delle radioline in gara:
https://www.cyclingnews.com/news/total- ... s-in-2020/
Avevano provato a studiare se ne radioline davvero falsano l'esito tattico della gara. Ovvio che non è un parametro così oggettivamente determinabile ma sembrerebbe di no
https://www.ciclismo.it/le-radioline-un ... mostra-che

Io sono convinto che il contributo che danno le radioline alla sicurezza e anche alla logistica di una gara in bici (guasti, forature ecc) sia importante, troppo importante per rinunciarvi in nome di un'idea di sport sempre uguale a sè stesso.

E sono convinto che i veri "nemici" dello spettacolo siano cardio e potenziometro. Finché era solo per le radioline, il ciclismo ha continuato a essere spettacolare.
Ma la combo cardio+cicloergometro permette di dosare lo sforzo in modo troppo perfetto, regolare. Il contachilometri da solo non basta, bisognerebbe essere troppo bravi coi calcoli per fare sempre l'andatura giusta e poi al più sapresti la potenza, non se quella potenza in quel momento a quella tappa ti sta cuocendo.


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Patate
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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cassius ha scritto: venerdì 8 novembre 2019, 21:36
Io sono convinto che il contributo che danno le radioline alla sicurezza e anche alla logistica di una gara in bici (guasti, forature ecc) sia importante, troppo importante per rinunciarvi in nome di un'idea di sport sempre uguale a sè stesso.
Per tali emergenze si può lasciare un canale condiviso dedicato esclusivamente alla sicurezza.
Per me l'apporto delle radioline è immensamente superiore a quello dei misuratori di potenza: guarda che fatica si è fatta all'Europeo per gestire tutti gli attacchi da lontano


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Slegar
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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cassius ha scritto: venerdì 8 novembre 2019, 21:36 Io sono convinto che il contributo che danno le radioline alla sicurezza e anche alla logistica di una gara in bici (guasti, forature ecc) sia importante, troppo importante per rinunciarvi in nome di un'idea di sport sempre uguale a sè stesso.
Ci sono studi effettuati nelle universita degli Stati Uniti, paese all'avanguardia nella ricerca stradale, che dimostrano come l'uso di auricolari alla guida porti l'attenzione dell'autista ai livelli di chi ha assunto alcool. Se questa la vogliamo chiamare sicurezza.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

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marco_graz
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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Patate ha scritto: venerdì 8 novembre 2019, 23:15
cassius ha scritto: venerdì 8 novembre 2019, 21:36
Io sono convinto che il contributo che danno le radioline alla sicurezza e anche alla logistica di una gara in bici (guasti, forature ecc) sia importante, troppo importante per rinunciarvi in nome di un'idea di sport sempre uguale a sè stesso.
Per tali emergenze si può lasciare un canale condiviso dedicato esclusivamente alla sicurezza.
Per me l'apporto delle radioline è immensamente superiore a quello dei misuratori di potenza: guarda che fatica si è fatta all'Europeo per gestire tutti gli attacchi da lontano
Ma poi allora gli attacchi da lontano dei gregari a che servono? cioe' vai a cambiare completamente le tattiche di squadra.

Come han detto sopra cardio e potenziometro sono quelli da eliminare per me


cassius
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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Slegar ha scritto: sabato 9 novembre 2019, 11:44
cassius ha scritto: venerdì 8 novembre 2019, 21:36 Io sono convinto che il contributo che danno le radioline alla sicurezza e anche alla logistica di una gara in bici (guasti, forature ecc) sia importante, troppo importante per rinunciarvi in nome di un'idea di sport sempre uguale a sè stesso.
Ci sono studi effettuati nelle universita degli Stati Uniti, paese all'avanguardia nella ricerca stradale, che dimostrano come l'uso di auricolari alla guida porti l'attenzione dell'autista ai livelli di chi ha assunto alcool. Se questa la vogliamo chiamare sicurezza.
C'è un'enorme differenza tra ascoltare continuamente musica o la morosa che ti parla mentre guidi in una strada aperta al traffico, e sentire pochi secondi di comunicazione ogni tanto in una strada chiusa al traffico. Mi sembra quasi offensivo della tua intelligenza ricordartelo.


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cauz.
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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Slegar ha scritto: sabato 9 novembre 2019, 11:44
cassius ha scritto: venerdì 8 novembre 2019, 21:36 Io sono convinto che il contributo che danno le radioline alla sicurezza e anche alla logistica di una gara in bici (guasti, forature ecc) sia importante, troppo importante per rinunciarvi in nome di un'idea di sport sempre uguale a sè stesso.
Ci sono studi effettuati nelle universita degli Stati Uniti, paese all'avanguardia nella ricerca stradale, che dimostrano come l'uso di auricolari alla guida porti l'attenzione dell'autista ai livelli di chi ha assunto alcool. Se questa la vogliamo chiamare sicurezza.
infatti bernaudeau centra un punto interessante. si parla tanto della relazione radio-sicurezza mettendo l'accento sui vantaggi che il collegamento radio può portare, ma si dimentica sempre quanto siano pericolose allo stesso tempo. l'esempio di Bonnet è perfetto, e ancora più drammaticamente si potrebbe ricordare quello del povero Kivilev, la cui caduta fatale avvenne perchè si stava sistemando l'auricolare.
su questi aspetti ci si basa sempre sulle percezioni, e invece le percezioni non servono a nulla. se l'UCI fosse un soggetto serio commissionerebbe studi concreti sul tema, andrebbe a guardare gli impatti delle radioline sulla sicurezza sia in senso positivo che negativo, e poi avrebbe in mano elementi utili per decidere come regolamentarle.

posto che ogni corsa fa storia a se', perchè diversi sono i percorsi, le condizioni meteorologiche, lo stile di gare... sarebbe utile già solo andare a vedere se le gare in cui le radioline non sono ammesse facciano registrare davvero più incidenti.


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Mario Rossi
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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cassius ha scritto: venerdì 8 novembre 2019, 21:36

E sono convinto che i veri "nemici" dello spettacolo siano cardio e potenziometro. Finché era solo per le radioline, il ciclismo ha continuato a essere spettacolare.
Ma la combo cardio+cicloergometro permette di dosare lo sforzo in modo troppo perfetto, regolare. Il contachilometri da solo non basta, bisognerebbe essere troppo bravi coi calcoli per fare sempre l'andatura giusta e poi al più sapresti la potenza, non se quella potenza in quel momento a quella tappa ti sta cuocendo.
Cassius mi auguro di aver frainteso il tuo messaggio. Ma davvero sei contrario al cardiofrequenzimetro? Cioè sulle radioline Bernadeau ha ragione da vendere (non sai quanto avrei voluto vedere Sky in certe situazioni senza e penso ad esempio sullo Jaffreu dove Chris sarà stato sicuramente avvisato che TD e Pinot stavano aspettando lo svizzero), ma su queste cose no.

Sono il primo ad essere contrario dell'estremizzazione e dell'ignoranza di alcuni che lanciano spot tipo Rollingstones questa estate, ma davvero a livello di incidenti questo sport sta messo malissimo. Se non gli diamo modo di monitorare lo sforzo, il che significa regolare il corretto funzionamento del cuore, possiamo pure dire che non è più uno sport ma un martirio. Sulla sicurezza non si scherza, e per quanto tu abbia ragione sullo spettacolo, ormai sono un bagaglio che andrebbe ampliato al fine di ridurre i pericoli.


Sparo una sentenza su Remco per me lui è un Benoot che ci crede di più. Cioè non sarà lui il futuro dei belgi nei GT ma mi da sempre più la sensazione di essere quelli che per me sono i "classici mezzi corridori belga". Sono forti, però la salita non è roba per loro.

Io, 4 febbraio 2022
cassius
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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Mario Rossi ha scritto: sabato 9 novembre 2019, 17:35
cassius ha scritto: venerdì 8 novembre 2019, 21:36

E sono convinto che i veri "nemici" dello spettacolo siano cardio e potenziometro. Finché era solo per le radioline, il ciclismo ha continuato a essere spettacolare.
Ma la combo cardio+cicloergometro permette di dosare lo sforzo in modo troppo perfetto, regolare. Il contachilometri da solo non basta, bisognerebbe essere troppo bravi coi calcoli per fare sempre l'andatura giusta e poi al più sapresti la potenza, non se quella potenza in quel momento a quella tappa ti sta cuocendo.
Cassius mi auguro di aver frainteso il tuo messaggio. Ma davvero sei contrario al cardiofrequenzimetro? Cioè sulle radioline Bernadeau ha ragione da vendere (non sai quanto avrei voluto vedere Sky in certe situazioni senza e penso ad esempio sullo Jaffreu dove Chris sarà stato sicuramente avvisato che TD e Pinot stavano aspettando lo svizzero), ma su queste cose no.

Sono il primo ad essere contrario dell'estremizzazione e dell'ignoranza di alcuni che lanciano spot tipo Rollingstones questa estate, ma davvero a livello di incidenti questo sport sta messo malissimo. Se non gli diamo modo di monitorare lo sforzo, il che significa regolare il corretto funzionamento del cuore, possiamo pure dire che non è più uno sport ma un martirio. Sulla sicurezza non si scherza, e per quanto tu abbia ragione sullo spettacolo, ormai sono un bagaglio che andrebbe ampliato al fine di ridurre i pericoli.
Non hai frainteso nulla, io non voglio vedere potenziometro e cardio in gara. Perché voglio vedere lo spettacolo di chi sbaglia a leggere le proprie sensazioni e fa dei fuorigiri. E no, non sono un sadico che vuol vedere la gente morire perché sono convinto che il cardio non dia un aiuto a prevenire l'infarto.
La mia convinzione è corroborata dal fatto che non mi sembra che sia diminuito il numero di morti per infarto fra i pro negli ultimi 20 anni (anzi...) eppure mi sa che il cardio è diffusissimo (non so se i poveri Goolaerts e de Greef lo indossassero...). E sicuramente gli "aiuti" che prendono oggi sono più sicuri di quelli di 20 o 30 anni fa.
Sarei curioso di capire, da statistiche, se c'è una correlazione tra uso/non uso del cardio e infarto in gara/allenamento. Ma credo sia praticamente impossibile stabilirlo.


herbie
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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cassius ha scritto: sabato 9 novembre 2019, 18:37
Mario Rossi ha scritto: sabato 9 novembre 2019, 17:35
cassius ha scritto: venerdì 8 novembre 2019, 21:36

E sono convinto che i veri "nemici" dello spettacolo siano cardio e potenziometro. Finché era solo per le radioline, il ciclismo ha continuato a essere spettacolare.
Ma la combo cardio+cicloergometro permette di dosare lo sforzo in modo troppo perfetto, regolare. Il contachilometri da solo non basta, bisognerebbe essere troppo bravi coi calcoli per fare sempre l'andatura giusta e poi al più sapresti la potenza, non se quella potenza in quel momento a quella tappa ti sta cuocendo.
Cassius mi auguro di aver frainteso il tuo messaggio. Ma davvero sei contrario al cardiofrequenzimetro? Cioè sulle radioline Bernadeau ha ragione da vendere (non sai quanto avrei voluto vedere Sky in certe situazioni senza e penso ad esempio sullo Jaffreu dove Chris sarà stato sicuramente avvisato che TD e Pinot stavano aspettando lo svizzero), ma su queste cose no.

Sono il primo ad essere contrario dell'estremizzazione e dell'ignoranza di alcuni che lanciano spot tipo Rollingstones questa estate, ma davvero a livello di incidenti questo sport sta messo malissimo. Se non gli diamo modo di monitorare lo sforzo, il che significa regolare il corretto funzionamento del cuore, possiamo pure dire che non è più uno sport ma un martirio. Sulla sicurezza non si scherza, e per quanto tu abbia ragione sullo spettacolo, ormai sono un bagaglio che andrebbe ampliato al fine di ridurre i pericoli.
Non hai frainteso nulla, io non voglio vedere potenziometro e cardio in gara. Perché voglio vedere lo spettacolo di chi sbaglia a leggere le proprie sensazioni e fa dei fuorigiri. E no, non sono un sadico che vuol vedere la gente morire perché sono convinto che il cardio non dia un aiuto a prevenire l'infarto.
La mia convinzione è corroborata dal fatto che non mi sembra che sia diminuito il numero di morti per infarto fra i pro negli ultimi 20 anni (anzi...) eppure mi sa che il cardio è diffusissimo (non so se i poveri Goolaerts e de Greef lo indossassero...). E sicuramente gli "aiuti" che prendono oggi sono più sicuri di quelli di 20 o 30 anni fa.
Sarei curioso di capire, da statistiche, se c'è una correlazione tra uso/non uso del cardio e infarto in gara/allenamento. Ma credo sia praticamente impossibile stabilirlo.
un momento: la prevenzione degli episodi cardiaci acuti si fa attraverso esami strumentali frequenti, in atleti professionisti, come test incrementali da sforzo (che rifanno mi pare ogni mese/due mesi) e soprattutto ecocardiogrammi frequenti.
Tenere d'occhio il cardiofrequenzimetro, impostando una soglia abbondantemente al di sotto della soglia è una cosa che viene consigliata come prevenzione ad anziani (over 65) ed individui a cui è stato riscontrato qualche lievissimo problema cardiologico, se proprio non possono fare a meno di andare in bici.
Ma di certo non è il cardiofrequenzimetro uno strumento di prevenzione valido per individui con problemi seri (non dovrebbero assolutamente mai fare sport agonistico!) o uno strumento utilizzabile come prevenzionee in una gara di sport professionistico!
Non confondiamo il fatto che ad uno sportivo del tutto amatoriale e anziano venga consigliato in linea del tutto precauzionale di stare sotto una certa soglia (per altro sempre molto approssimativa) con il fatto che il cardiofrequenzimetro sia uno strumento utile per prevenire eventi cardiaci acuti.
Vuol dire che un corridore dovrebbe sempre stare al 60% in gara...tanto vale che non corra. Se poi ci sono problemi cardiologici o malformazioni mai rilevate, per altro nemmeno a quella soglia si evita che queste cose compaiano all'improvviso.

Detto questo, sono assolutamente d'accordo con cassius: il problema della attuale anestetizzazione di molte corse non sono le radioline, ma il dosaggio ottimale dei watt che consente un controllo pressoché totale della corsa e una ottimizzazione dello sforzo in salita.

L'altro problema è il progresso del mezzo , ovvero quanto siano leggere le bici, e quanto corti siano i rapporti utilizzabili in salita. Questo ha ampliato di almeno il 3 o 4 % di pendenza in più il range delle salite che non fanno più selezione, e dove a ruota si risparmia molto.


cassius
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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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herbie ha scritto: domenica 10 novembre 2019, 12:03 L'altro problema è il progresso del mezzo , ovvero quanto siano leggere le bici, e quanto corti siano i rapporti utilizzabili in salita. Questo ha ampliato di almeno il 3 o 4 % di pendenza in più il range delle salite che non fanno più selezione, e dove a ruota si risparmia molto.
Sei sicuro che sia per questo?
È vero che, con l'ampliamento della scelta dei rapporti (a quanti pignoni siamo già? Io son fermo a 11 ma magari sono arrivati a 12), si possono mulinare rapporti decisamente più sensati (finché puoi fare almeno 75-80 rpm non c'è mai un buon motivo per fare "SFR involontarie" come avveniva una volta su Mortirolo, Angliru, Sormano...). Questo può aver contribuito a rendere meno selettive le salite ma lo considero una novità positiva.

Invece il dosaggio così scientifico dello sforzo rende così difficile creare distacchi anche su pendenze che un tempo facevano danni. Alla fine 6 W/kg e qualcosa alla soglia li fanno in un po' di corridori, non é lo 0.1 W/kg che può fare chissà quale differenza, e quindi il potenziometro ha sostituito la capacità di capire da soli le proprie sensazioni.
Le VAM non sono cresciute, anzi, su certe salite storiche i record di 25 anni fa sono irraggiungibili. Ciò significa che all'8-9% si continua ad andare ai 20-22 km/h, e al 10% non oltre i 18 salvo durante uno scatto: non mi sembrano velocità alle quali la scia possa avere un ruolo molto importante.


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Re: Domanda secca sull'uso delle radioline

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cassius ha scritto: domenica 10 novembre 2019, 13:29
herbie ha scritto: domenica 10 novembre 2019, 12:03 L'altro problema è il progresso del mezzo , ovvero quanto siano leggere le bici, e quanto corti siano i rapporti utilizzabili in salita. Questo ha ampliato di almeno il 3 o 4 % di pendenza in più il range delle salite che non fanno più selezione, e dove a ruota si risparmia molto.
Sei sicuro che sia per questo?
È vero che, con l'ampliamento della scelta dei rapporti (a quanti pignoni siamo già? Io son fermo a 11 ma magari sono arrivati a 12), si possono mulinare rapporti decisamente più sensati (finché puoi fare almeno 75-80 rpm non c'è mai un buon motivo per fare "SFR involontarie" come avveniva una volta su Mortirolo, Angliru, Sormano...). Questo può aver contribuito a rendere meno selettive le salite ma lo considero una novità positiva.

Invece il dosaggio così scientifico dello sforzo rende così difficile creare distacchi anche su pendenze che un tempo facevano danni. Alla fine 6 W/kg e qualcosa alla soglia li fanno in un po' di corridori, non é lo 0.1 W/kg che può fare chissà quale differenza, e quindi il potenziometro ha sostituito la capacità di capire da soli le proprie sensazioni.
Le VAM non sono cresciute, anzi, su certe salite storiche i record di 25 anni fa sono irraggiungibili. Ciò significa che all'8-9% si continua ad andare ai 20-22 km/h, e al 10% non oltre i 18 salvo durante uno scatto: non mi sembrano velocità alle quali la scia possa avere un ruolo molto importante.
al 20-22 all'ora il vantaggio della scia c'è tutto anche se su 500 m o 1 km. cambia poco. Ma se ci stai per 10 km. ad andatura regolare in salita fa tutta la differenza del mondo.
Al 15 quasi no.
meno del 15 no.
Nel 1950 al 15 all'ora si andava anche sull'Izoard, oggi quasi mai.


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