Basta con la Trinità di Aigle

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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Spartacus
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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alfiso ha scritto:Risposta al vetriolo della Usada a McQuaid. Lo perculano con i fiocchi:
http://www.cyclismas.com/2012/09/usada- ... s-release/
occhio che cyclismas è un sito ironico..


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cauz.
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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alfiso ora e' a forte rischio :bll:


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alfiso

Re: Basta con la Trinità di Aigle

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cauz. ha scritto:
alfiso ora e' a forte rischio :bll:
Inner Ring: "Swiss court forbids Floyd Landis from saying McQuaid & Verbuggen are "clowns", "full of shit" or like "Colonel Gaddafi"

Ok, ma la proibizione vale anche per l'Usada? Beh, loro non lo hanno detto in effetti, però diciamo che gli hanno tolto il pannolone.
Avranno dormito questa notte ad Aigle? Tutte queste ore per fare uscire un comunicato per dire che analizzeranno le carte. :o
L'Usada, come ha ben individuato Maìno ha dato il benservito a McQuaid.
Il Cio (su suggerimento? Wada) non può esimersi ormai dal richiederne le dimissioni.
E' l'unica cosa buona che porterà questa "notte dei lunghi fanghi ... termali".

Consistentwith the testimony of both Mr. Hamilton and Mr. Landis, Pat McQuaid, the current president of UCI, has acknowledged that during 2002, Lance Armstrong and Johan Bruyneel visited the UCI headquarters in Aigle in May 2002 and offered at least $100,000 to help the development of cycling. UCI vehemently denies that this meeting or payment was, as Mr. Armstrong told Mr.Hamilton and Mr. Landis, tied to a cover-up of the 2001 Tour de Suisse sample. In any case,what is important for the case is that substantial parts of Mr. Hamilton’s and Mr. Landis’srecollections of Mr. Armstrong’s statements have been corroborated.As discussed in more detail in Section V(C) below, Dr. Martial Saugy, the Director of theWADA-accredited anti-doping laboratory in Lausanne, Switzerland has confirmed to bothUSADA and the media that his laboratory detected a number of samples in the 2001 Tour deSuisse that were suspicious for the presence of EPO. Dr. Saugy also told USADA that he wasadvised by UCI that at least one of these samples belonged to Mr. Armstrong. Therefore, evenwithout any consideration of the laboratory test results for these samples, as set forth above,Tyler Hamilton’s and Floyd Landis’s testimony regarding Mr. Armstrong’s admission that heused EPO at the 2001 Tour of Switzerland finds substantial corroboration in the statements of both Dr. Martial Saugy and UCI President Pat McQuaid

Ps. Dimenticavo, ci sarebbe anche il vicepresidente, che "poraccio tiene 'na scfiga" tanta, da sembrare Re Mida all'inverso.
Giusto ieri aveva detto ... vabbeh meglio non sparare sulla Croce Rossa. Sic est ut percutiter hominem qui defecates. (ndr. non ho fatto latino ed ho chiesto lumi a mio fratello dubbioso :dubbio: ). http://www.cicloweb.it/articolo/2012/10 ... -televisiv


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Subsonico
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Spartacus ha scritto:
alfiso ha scritto:Risposta al vetriolo della Usada a McQuaid. Lo perculano con i fiocchi:
http://www.cyclismas.com/2012/09/usada- ... s-release/
occhio che cyclismas è un sito ironico..
quindi è ritornato l'ei-fu cyclismag?? Che bello!


VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...

"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
alfiso

Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Subsonico ha scritto:
Spartacus ha scritto:
alfiso ha scritto:Risposta al vetriolo della Usada a McQuaid. Lo perculano con i fiocchi:
http://www.cyclismas.com/2012/09/usada- ... s-release/
occhio che cyclismas è un sito ironico..
quindi è ritornato l'ei-fu cyclismag?? Che bello!
Oggi quel pezzo è superato dall'attualità, ma quando l'avevo letto mi aveva fatto crepare dalle risate (era vero terrorismo psicologico nei confronti di Pat).
E' un tipo di giornalismo che in Italia non sarebbe tollerato (all'estero funziona terribilmente sul potere, almeno internamente).
Oggi Pat ha davvero da comprare un po' di pannoloni :diavoletto:

Ps. Anche il pezzo sul contratto al vecchietto ultracentenario del record dell'ora non era male.


BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

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E' GIUNTO IL MOMENTO DI RENDERE PUBBLICO UN VECCHIO PM (e chi comprende il PM stia zitto per cortesia) ;)

LUGLIO 2012
Hi Guys,
non credo serva spiegare le cose, ma in Svizzera già qualcosina si sapeva:
http://epaper2.caffe.ch/ee/ilca/_main_/ ... 25-007.pdf

Questa era la società di Ferrari indagata da Roberti, messa in liquidazione:
http://www.moneyhouse.ch/it/u/health_pe ... .725-9.htm

L'amministratore, Laurent Magne, non è uno qualsiasi, ma nessun giornalista ha approfondito più di tanto:
http://www.moneyhouse.ch/it/p/Laurent-Magne

Chi è Laurent Magne?
http://www.moneyhouse.ch/it/p/Laurent-Magne
ex amministratore di IMG Football AG e VH Sportmedia

Ma IMG non è per caso quella società che ...
http://en.wikipedia.org/wiki/IMG_(company)
http://www.rcssport.it/news/?p=347&cat=3

Non è che per caso c'è un sistema che vuole investire su atleti sicuri?

Pps. A parte le vicende sopra non trovate un po' strano che i camp di quest'anno di un team anglosassone siano stati sul Teide, Maiorca (località che parlano da sole) e a Chatel (in Francia, ma sul confine svizzero). Mi sembra sempre il solito copione.
http://archiviostorico.corriere.it/2009 ... 2059.shtml

Siamo tutti amanti di questo sport e non vogliamo badilate di merda, però la realtà è dura.

********

Dietro Magne, amministratore della società di Michele Ferrari, ci starebbe l'ex amministratore delegato di IMG in Svizzera (la filiale della società che dopo la sede è la più importante del mondo). Il nome di costui? E' una vecchia conoscenza del ciclismo, ma pure di altri sport: Marc Biver, fratello del potentissimo ex Ceo di Hublot (gruppo Louis Vitton) Jean Claude Biver.
Sono cittadini lussemburghesi ma residenti in Svizzera. Marc Biver è stato team manager Astana, organizzatore del Tour de Suisse, vero deus ex machina del Team Leopard (di cui Becca è un prestanome).
Biver è colui che crea tutte le squadre multinazionali con sede in Svizzera. La Astana era sua, dietro ci stava la Zeus sarl, sua società.
Se fosse, come si spiegherebbe il fatto che Biver possa essere stato (dal 1996!), e che molto probabilmente possa ancora essere, socio occulto di Michele Ferrari in Health & Performance SA e nel 2007 team manager della Astana?
http://www.moneyhouse.ch/it/u/zeus_sarl ... .164-4.htm
Ci furono quell'anno parecchi problemi ... Il governo kazako andò su tutte le furie e blocco tutto, poi intervenne l'Uci, guarda caso, e si trovò un accordo. L'anno successivo arrivò Bruyneel.

Nel 2010 fu lui, lussemburghese, a creare effettivamente Leopard, tramite il prestanome o tycoon Becca. Chiamò un suo uomo Brian Nygaard (ex Csc, ex Sky, ora GreenEdge) a fare da capo ufficio stampa. Sappiamo tutti come è andata. Contador, Schleck, ecc. ...
L'anno successivo è arrivato Bruyneel.
Alla luce dei quanto successo a Contador e dopo le brutte vicende di quest'anno, è legittimo credere che Andy Schleck si sia rotto davvero?
O semmai che se lo sia parato?

Quando Biver era all'Astana le bici erano della Bmc di Andy Rihs grande amico del fratello di Biver. Ora Bmc, una fabbrica di bici, sponsorizza un team con 20 milioni di euro di budget. Ed il marchio Bmc è come una Louis Vuitton a pedali.
I Biver sono veri maghi del lusso.

Perchè nascono squadre mega-milionarie senza reali sponsor? Chi ci mette davvero la fresca?
Tutti i medici competitor di Ferrari hanno fatto una brutta fine, come pure i loro assistiti.
Oggi ci troviamo, stando ai "si dice", .....OMISSIS ..... del Tour seguiti dal Doctor Drake (povero Enzo Ferrari).
Se in questi anni le certezze di pronostico ed i rumours dell'antidoping fossero state monetizzate in scommesse quali capitali avrebbero generato? A cosa serve davvero il doping? Ad andare più forte? Ma se tutti aumentano la velocità di 2 chilometri orari cosa cambia? Nulla, ma sono tutti ricattabili, spungiuti.

I Biver sono impegnati su vari fronti sportivi. Attualmente Marc Biver è il guru del campione di sci da fondo Dario Cologna.
La verità è che i Biver non riescono a perdere, come la "Ferrari".
Domanda: Biver, Ferrari, Uci.
Il Federal Bureau, Roberti e altri su cosa stanno lavorando da due anni?

La Usada perchè ha trovato tutto questo coraggio? Cosa hanno capito gli americani?

Qualcuno ha dubitato sul fatto che Marco Pantani sia stato spazzato via dal sistema (ROBACCIA DA COMPLOTTISTI ovviamente).

Mi sono ricordato di un bel passaggio del libro di Roussel, non tanto il libro in sé, quanto il passo del libro citato che di seguito viene riportato.
Perchè tutte le storie hanno origini antiche. E grazie al sito SportPro dell'amico Eugenio Capodacqua facciamone tesoro:

Hein Vergruggen: ... ho i mezzi per trovare un corridore positivo quando voglio...
Jean Claude Killy: ...merda, Bruno, ma perchè non ci hai avvisato prima? ...


Da leggere assolutamente per capire la realtà di oggi, perchè ogni albero ha radici antiche:
http://www.sportpro.it/old_site/doping/ ... ssel02.htm

LA SOCIETA' DEL TOUR DE FRANCE

«Pagina 185, la sua visione profetica dello sport non va certo... in suo favore: «Se si continua a professionalizzare lo sport, finirà di essere sport. Diventerà uno spettacolo sempre più ricco, ovvero un prodotto commerciale interpretato da attori ogni giorno di più dipendenti dai "media "e pronti a tutto per vincere e guadagnare denaro».
Stenta, però, poco dopo, pagina 241 a far sua la tesi premonitrice di Pierre Chany, il grande editorialista della rubrica ciclismo dell’Equipe, oggi scomparso, le cui ultime parole, prima di cadere in coma, furono: «Il doping ucciderà il ciclismo». «Se mi può ascoltare da lassù, sappia che si sbaglia. E’ vero, Pierre sapeva tutto del ciclismo e molte cose sugli uomini. Ma gli mancava la fede che ho nella mia coscienza, nell’incomunicabile, per credere, come me, nell’avvenire». Questa fede che salva tutto, soprattutto quando affonda nell’animo di un uomo che si dichiara «talvolta di malafede, talvolta un po’ suscettibile» (pagina 217).
...
E’ il vizio, ancora, che suscitò l’intervento discreto dell’ASO (Amaury Sport Organisation) per scardinare un progetto di ridistribuzione legittima rivendicato dalle squadre?
Fine novembre 1995, i direttori sportivi delle dieci prime squadre mondiali si erano riuniti in un salone dell’hotel Movenpick a Ginevra, in previsione della riunione dell’AIGCP, l’associazione internazionale dei gruppi sportivi. Eravamo tutti spiazzati e con la ferma intenzione di sbloccare la situazione; Manolo Saoz (Once), Walter Godefroot (Telekom), Giancarlo Ferreti (MG), Alvaro Crespi (manager Mapei), Francis Lafargue (Banesto), Emanuele Bombini (Gewiss), Jean-Luc Vandenbroucke (Lotto), Gian Luigi Stanga (Polti),, Roger Legay (Gan) e io stesso. Appoggiati dai nostri sponsor eravamo molto decisi e non volevamo più lasciarci manovrare. Per noi (le prime dieci squadre del mondo n.d.r.), la qualificazione automatica per il Tour evitava incertezze, ma non così accadeva per le altre squadre, poste sotto la spada di Damocle dell’invito, questa famosa wild card distribuita arbitrariamente dalla STF (Società del Tour de France n.d.r.).
Eravamo solidali e determinati a mettere fine a una situazione arcaica e non equitativa, che stava bene agli organizzatori dei tre grandi Giri (Società del Tour de France, Unipublic, per la Vuelta e RCS per il Giro). Volevamo uscire da taluni obblighi contrattuali che ci venivano imposti... i loro contratti firmati altrimenti. Dopo molti anni chiedevamo di utilizzare i nostri supporti pubblicitari (borracce, macchine, ecc.) in quelle gare; dopo molti anni ci rispondevano che una volta terminati i contratti in corso se ne sarebbe discusso. All’inizio del 2001 questa rivendicazione fu di nuovo proposta, prova che in sei anni non avevamo fatto il minimo progresso sulla questione.

L’altro punto - più importante - riguardava i diritti televisivi. Il ciclismo è, probabilmente, il solo sport che dipende totalmente dagli sponsor: nessuna entrata ai botteghini, nessuna sovvenzione locale o regionale, nessun diritto televisivo, poco merchandising.
Questi diritti televisivi, invece, riempiono da lustri le tasche degli organizzatori. E solo quelle. non un centesimo è stato versato alle squadre, ciò che è davvero inimmaginabile in altre discipline professionistiche. Così France Television versa circa 85 milioni di franchi all'anno per la STF (Societe du Tour de France). Non c'è da meravigliarsi se si faccia sorda alle rivendicazioni degli protagonisti dello spettacolo.Ora, se la STF monta il palcoscenico, i gruppi sportivi portano gli artisti. Ma sia i gruppi che i corridori, queste due ultime corporazioni sono ancora e sempre confinate nella semplice divisione dei dividendi.
Per questo ci siamo rivolti a Marc Biver, direttore di IMG Svizzera e mandatario di IMG Europa, filiale di McCormack, una multinazionale del marketing e del management nello sport. Volevamo essere seguiti da un professionista nelle nostre negoziazioni.
Ci siamo lasciati, dunque, con un accordo di base: l'IMG avrebbe preso il 30% dei soldi ottenuti. Nel pomeriggio Marc Biver prese contatto con Jan Todd, il direttore dell'IMG Europa a Londra per metterlo a conoscenza della trattativa. Jan Todd diede il suo parere favorevole. Marc Biver non avrebbe avuto altro da fare che fissare una nuova riunione di lavoro per stabilire la somma delle nostre rivendicazioni, sulla traccia di quello che era stato già stabilito nel calcio.
L'indomani mattina Mar Biver mi telefonò. All'altro lato del filo il suo tono di voce non poteva mascherare il profondo dispiacere.


"Ascolta, sono molto, molto dispiaciuto. Il progetto non partirà. Ho ricevuto un fax da Todd che blocca tutto".
Interdetto, gli domandai di leggermelo. Todd spiegò: "Per conflitti di interessi siamo obbligati a rinunciare di difendere le vostre posizioni", tutto lì, nessuna altra spiegazione. Perchè nello spazio di una giornata IMG Europa aveva dovuto fare marcia indietro? Chi aveva premuto per far abortire il progetto? Ho saputo un pò più tardi i motivi. La Società del Tour de France era stata informata delle nostre rivendicazioni qualche minuto dopo la conclusione della riunione di Ginevra. Qualcuno del gruppo aveva ventilato il progetto. Una talpa. Viste le affinità degli uni e degli altri con Jean Marie Leblanc non era troppo difficile individuarla. Una volta messa al soccrente la STF aveva avvertito Jean Claude Killy. Quest'ultimo, che aveva gareggiato per buona parte della sua carriera professionistica con McCormack, usò a pieno la sua infulenza per far abortire il progetto. Mettendo la trattativa nelle mani di Todd gli fece capire che se si fosse inoltrato su questo terreno la loro collaborazione sarebbe stata rimessa in causa. In una telefonata le nostre rivendicazionie era belle e imbavagliate. Questo colpo di mazza narcotizzò la nostra combattività. Non fu contattato nessun altro rappresentante di un gruppo marcheting sportivo come l'ISL.

Cinque anni dopo il problema fu rimesso sul tappeto in occasione della partenza del Giro d'Italia del 2000. Direttori sportivi e corridori avevano dato luogo ad un braccio di ferro con gli organizzatori italiani. Ma a causa della mancanza di una determinazione collettiva, le rivendiucazioni furono rigettate sul nascere. I grandi organizzatori del ciclismo hanno ancora dei bei giorni davanti a loro.
E' ancora e sempre un vizio insidioso che spinse la STF a trasformarsi in apprendista pompiere quando l'incendio cominciava a diffondersi per tutta la casa?
Il 10 luglio 1998, alla presentazione ufficiale delle squadre, Jean Francois Pescheux mi venne incontro. Il direttore sportivo della STF aveva il viso dei giorni cattivi.
"Jean Marie ti vuole vedere con Jean Claude Killy domani mattina al loro hotel, alle sette: ok?".
Entrando nell'Hotel Burlington, a Upper Leeson Street, quel sabato mattina sciagurato, ho visto qualche faccia famigliare nella sala della colazione. Commissari di corsa e qualche ausiliario della STF si muovevano attorno al buffet. Jean Francois Pescheux mi aspettava nella hall. Una stretta di mano e via nell'ascensore, meta: la suite all'attico dela palazzo. Fu lo stesso Jean Marie Leblanc che aprì la porta. L'accoglienza era sobria, il viso contratto. Mi condusso in un piccolo ufficio dove ci raggiunse Jean Claude Killy.
"Buon giorno, Bruno". Ci siamo subito ritrovati attorno ad un tavolo e ad un caffè caldo. Il tempo di rigirrare il cucchianino nella tazza e Jean Claude Killy prese la parola: "Allora, Bruno che cosa sta succedendo? Abbiamo sentito parlare di una vettura Festina che si sarebbe fatta arrestare...
- Non ne so nulla più di voi. Se non che una vettura è stata arrestata alla frontiera franco-belga e che Willy era l'autista. Ma non ho alcuna informazione. I giornalisti ne sanno più di me certamente.
Allora Jean Claude Killy mise i piedi nel piatto:

"Merda, Bruno ma perchè non ci hai avvisato prima?"

- Ma...io non ho alcuna idea della quantità dei prodotti sequestrati. E poi pensavo che alla fine Willy ci avrebbe rtaggiunto. Con uno, due o tre giorni di ritardo". Jean Marie Leblanc giocherella con la sua tazza, Gli sguardi si incrociano. Dentro di me sono choccato dall'intervento di Killy. Cosa voleva dire con "avvisato prima"? Che cosa sarebbe potuto cambiare?

"Bene - riprese Killy - per quanto riguarda la comunicazione cosa facciamo adesso?"

Di comune accordo decidemmo di calmare le acque e di tenersi al minimo. Ognuno avrebbe avanzato ipotesi: una vettura del seguito manca, Willy Voet è assente, la natura dei prodotti sequestrati è sconosciuta, non è prodente parlare ancora di doping, forse i corridori non erano i destinatari...

L'incontro duò una buona mezz'ora. Bisognava smorzare la grancassa, minimizzare i fatti, disinnescare la bomba per salvare il Tour. Cosa che fu fatta non senza disagio per mia parte. Avrei mentito e non più tardi del primo pomeriggio durante una trasmisione tv condotta da Jean René Godart che aveva invitato Marie-George Buffet, Jean Claude Killy, Jean Marie Leblanc e me. Il trio fece la sua parte.

Killy perfino con un pizzico in più di "aplomb" l'indomani mattina durante un'intervista su Antenne 2. Interrogato da Gerard Holtz su una spider, il patron dell'ASO parlò di una "peripezia", un incidente, richiamandosi alla tenuta degli stati degenerali del ciclismo.

Fu il vizio, versione Jean Jacques Rousseau, che nel dicembre del 1998 spinse Jean Marie Leblanc a telefonare a numerosi sponsor fra cui Festina? All'epoca, ricordate?, Richard Virenque disoccupato a settecentomila franchi al mese e grande anico di Jean Claude Killy, che lo aiutò a trovare casa in Svizzera, faceva piangere l'intera Francia. La sua squadra gli aveva manifestato l'intenzione di abbandonare le corse. Due mesi più tardi Franco Polti lo salvò dall'annegamento nelle proprie lacrime. Ma nel frattempo il direttore del Tour si era bagnato anche lui. "Sarebbe opportuno che voi predniate Virenque. Non è bello che resti in finestra". Frase a cui l'interolcutore rispose: "Ma noi abbiamo la nostra linea di condotta. Se non confessa non possiamo reintegrarlo. Inoltre, nell'ottobre 2000, alla presentazione del Tour 1999, avete annunciato voi stesso che era persona non gradita per il prossimo Tour.

- Ascoltate, non è un problema. Troveremo una soluzione. Sarà alla partenza del Tour".

E lo fu. Al prezzo di una rocambolesca battaglia fra la STF che prese la decisione di escludere Virenque e Manolo Saiz il 16 giugno 1999 e l'Unione Cilistica Internazionale che riabilitò tutta questa gente tredici giorni dopo. La mascherata probabilmente è stata vissuta non di buon grado dalla grande organizzazione. In ogni caso, qualche giorno più tardi, Jean Marie Leblanc e Hein Verbruggen furono visti di prima mattina a fare footing insieme...

Questa ipocrisia, stile La Rochefoucault, questo lassismo secondo Rousseau, sono stati messi in evidenza da un uomo di legge. Si chiama Daniel Delegrove. Vice-presidente del tribunale di Lill, è lui che ha presieduto il dibattito della 7a camera correzionale dover si è svolto quello che si chiama processo Festina dal 23 ottobre al 7 novembre 2000.

Quando apre l'udienza, Daniel Delegrove ha dietro di lui ventisette mesi di indagini e 5800 pagine di verbali fatti suotto il controllo del giudice Patrick Keil. Davanti a luk nove imputati - il caso del decimo, Eric Rijckaert è stato stralciato per malattia grave, ventitre avvocati, centoquattro giornalisti nove organismi che si sono costiutiti parte civile. Fra questi anche la Società del Tour de France , difesa da Fabienne Fajgenbaum. All'ottavo giorno di un processo faticoso Jean Marie Leblanc comparve alla sbarra.


5 giugno 1999: riscriviamolo

PER MARCO PANTANI
Benoix

Ps. Il sistema va oltre il ciclismo e non capisco perché la Gazza (Rcs) non abbia parlato di chi amministrasse Health & Performance.


BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

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L'UNIONE CICLISTICA INTERNAZIONALE

"Quello della Festina è un caso eccezionale". A Mont St. Anne, teatro canadese dei campionati mondiali di mtb, Hein Verbruggen ha atteggiamenti categorici. Due mesi dopo lo scandalo del Tour 1998, sul quale lui era stato assente (e non spiegherà mai le ragioni), il presidente dell'Uci circoscrive il male: Festina, sempre Festina, niente altro che Festina. La regola, purtroppo, confermerà l'eccezione.
Al contrario di Jean Marie Leblanc, l'Olandese non si è esposto in un libro. Troppo furbo.Non ha mai avuto i giornalisti nel suo cuore, sopratutto coloro che non si accontentavano di rilanciare i discorsi ufficiali e che lui ha qualificato come "una certa stampa". Ma tuttavia è stato autore di numerose dichiarazioni che, con visione retroattiva, fanno piuttosto sorridere. Così, nel 1989, quando non era che il presidente della Federazione internazionale del ciclismo professionistico, aveva dato prova di un franco scetticismo nei confronti del Comitato Olimpico internazionale, di cui non era ancora diventato membro influente. "Il CIO mi fa ridere con i suoi appelli a non imbrogliare, quando si conosce bene la pressione che c'è sugli atleti. Se ci sono tre milioni di dollari al traguardo di una pista, io prendo un cachet per vincere. E il 90% degli e4sseri umani fa come me". Coincidenza premonitrice delle cifre: interrogato dieci anni dopo sul numero dei corridori coinvolti nella rete del doping, Verbruggen aveva rivelato: "Se il 90% dei corridori fosse dopato io mi dimetterei". E' dunque la proporzione che lui aveva valutato, lui compreso.
Il ciclismo, l'Olandese lo conosce molto bene. Nel 1970 era già direttore marketing della squadra Flandria-Mars, quella dei fratelli de Vlaeminck, di Zoetemelk, e di Monséré. Divenuto presidente della federazione internazionale del ciclismo professionistico nel 1989, provvederà alla fusione della FICP e della FIAC (la federazione degli amatori) nel 1990; tutto finirà sotto l'egida dell'UCI un anno più tardi. La tela del maestro era stata posata. Non restava che attendere.

FLASHBACK AL 1994
La faccia nascosta di Verbruggen si rivelò ai miei occhi nel 1994, in occasione di un contenzioso nato l'anno prima fra la società Festina e dei corridori licenziati per colpa professionale nei riguardi del loro datore di lavoro. Miguel Rodriguez aveva in effetti licenziato cinque corridori, per la maggioranza olandesi, e il loro direttore sportivo, Jan Giesberg, per averli visti - via televisione - dare man forte a Miguel Indurain, in cambio di denaro, al Giro del 1993.
Per Rodriguez era davvero troppo. Non avrebbe pagato generosamente i suoi impiegati, per farsi beffare da un'altra squadra spagnola.
Da Barcellona, dove aveva assistito a questa farsa, Rodriguez aveva preso immediatamente il suo jet personale per raggiungere il Giro. La sera stessa, sapendo che avrebbe potuto ottenere facilmente dele confessioni, si "cucinò" personalmente un corridore russo.
"E' semplicissimo: se tu mi dici la verità io ti garantisco il contratto fino alla fine dell'anno, ma in ogni caso tu sarai ceduto; se taci, sarai cacciato via immediatamente senza essere pagato".
Lo slavo si era subito piegato: centomila franchi per tutta la squadra, questo era stato l'accordo concluso con la Banesto. Rodriguez convocò subito i corridori coinvolti in una camera:
"Tu, tu, tu, tu, tu e tu siete licenziati".
Quando era in ballo l'onore della sua impresa Rodriguez era durissimo.

Solo che, non contenti di essersi venduti agli avversari, i corridori licenziati andarono a denunciare il fatto all'UCI. Che ascoltò le loro lamentele con una rara attenzione. Si instaurò subito un braccio di ferro fra Uci, che domandava riparazione per i corridori, e la Festina, che non recedeva dalla sua posizione. Il dossier era ancora aperto quando la società fu posta sotto la responsabilità della Prosport, sede in Andorra, di cui io ero amministratore, durante l'inverno 1993-1994. Visti i fatti, Rodriguez non voleva più essere il datore di lavoro diretto di corridori salariati furbeschi.
Con questa nuova struttura giuridica di cui io ero anche direttore sportivo, avevo rinnovato le iscrizioni. Mi raggiunse una telefonata di Verbruggen: "Bisogna sistemare quella storia", diceva. "Ma io - risposi - non posso sistemare nulla. Rodriguez considera che ci sia stato una mancanza professionale grave e collettiva ed è assolutamente intransigente".
Come era facilmente prevedibile, ci fu un tentativo di conciliazione nel febbraio del 1994, nella sede amministrativa dell'Uci che allora era situata nel Lussemburgo. E non fu che a pochi giorni dalla partenza della Milano-Sanremo, apertura della stagione delle corse, che ricevetti dall'Uci un ultimatum senza l'ombra di ambiguità. Nella sostanza l'Uci rifiutava l'idea della separazione fra Festina e Prosport, mi considerava come il suo solo interlocutore e minacciava di impedire la partenza ai miei corridori alla "Primavera" se il conflitto non si fosse risolto.
Era in effetti assai difficile per l'Uci prendere di petto un imprenditore che non si lasciava far i conti in tasca e i cui impiegati erano soggetti al codice di lavoro di Andorra. Io ero una preda ben più facile. Per difendermi da questo imbroglio avevo contattato Madame Rumo, un avvocato svizzero (come L'Uci), che aveva assistito Bernard Tapie qualche mese prima nelle vicende che lo avevano opposto ad un altro potere, la Fifa. Mi recai da lei a Chaux-de-Fonds e raccontai la mia storia. Mi promise subito di tirarmi fuori da quel brutto affare.
"Non hanno nessun diritto di fare quello (impedire la partenza dei corridori n.d.r.). Conosco bene i meccanismi delle federazioni internazionali, vi sistemerò la cosa".
La squadraq Festina era a Nizza, due giorni prima della partenza della "Primavera" quando piombò la notizia: l'Uci ci impediva di partire nella MIlano-Sanremo. Virenque, Leblanc e Lino erano letteralmente a terra. "Perchè dobbiamo pagare noi i bicchieri rotti da altri?", si chiedevano.
Chiamai d'urgenza Mme Rumo, che si rivolse immediatamente al procuratore del cantone di Losanna da dove era partita la sanzione dell'Uci. Il divieto fu tolto provvisoriamente e sospeso e con un documento che provava nella forma dovuta tutto ciò, io mi recai a Milano alla vigilia partenza, per assistere alla riunione dei direttori sportivi. Incrociai Verbruggen e gli presentai immediatamente l'autorizzazione del tribunale svizzero. "Non mi interessa. Io vi proibisco di correre finché non avrete risolto il problema. Domani non partirete".

Al mattino seguente, nella più grande incertezza, decidemmo comunque di recarci alla partenza. Nella mezz'ora che precedeva il via abbordai nuovamente Verbruggen. "No, no. Nessuno strappo. Non partirete". Vi rendete conto di quello che fate - dissi - siete incoscienti? C'è una decisione del tribunale di giustizia, i corridori sono pronti, c'è la stampa. Noi non abbiamo nulla a che vedere con quella vecchia questione. Voi ci state prendendo in ostaggio.
Verbruggen si incupì in volto.
"Tornate da me fra un quarto d' ora".
L'autorizzazione a partire fu finalmente data dieci minuti prima del via. Verbruggen aveva ceduto. E questo a lui non piace proprio...
Per quanto mi riguardava la cosa era conclusa. Non se ne sarebbe parlato più...fino al Giro delle Fiandre, 15 giorni dopo.

Quella domenica mattina sulla grande piazza si Sint Ncklaas, dove la "Ronde" era pronta alla partenza, stavo discutendo con i miei corridori quando mi si avvicinò il presidente dell'Uci.
"Vi devo parlare".
Mi condusse poco lontano, inn uno dei corridoi del municipio.
"Questa storia ha durato troppo. Vosi siete la persona che la può sistemare. Roussel, voi lo sapete, se non sbroglierete la situazione e non troverete una soluzione, io ho i mezzi per fare risultare positivo un corridore quando voglio...".
Indietreggiai di un passo. Ero folgorato, ben lungi dall'immaginare che il presidente dell'Uci avrebbe fatto ricorso ad un metodo di vendetta per trovare un arrangiamento per i suoi...compatrioti olandesi. Io balbettavo.

"Ma non è possibile...la squadra di oggi non ha nulla a che vedere con quei fatti...Nessuno può far tornare indietro Rodriguez da una decisione quando si sente nel pieno diritto di prenderla... e poi, voi non potete...".
Ma Verbruggen già si allontanava. Willy Voet, che passava non lontano mi gettò uno sguardo atterrito. Il Giro delle Fiandre poteva cominciare, comunque.
Non è che sei anni dopo che questo episodio è tornato alla luce.. Per mia iniziativa, questa volta. Hein Verbruggen era interrogato durante il processo Festina; si era presentato come parte civile al settimo giorno di udienza. Davanti al giudice Daniel Delegove, occhi negli occhi, io gli chiesi la sua versione di questo triste episodio. "Non è vero nulla. Sono un pò offeso nel sentire queste cose", mormorò manifestamente contrariato. Ma, in quella, un dito si levò contro di lui. Willy Voet chiese la parola, che gli fu accordata.
"Ero là in quella occasione, c'ero anch'io in quel corridoio e confermo che tutto ciò che ha detto Roussel è vero. Io sono nulla di fronte a quella gente lì, ma è la realtà".
Io avevo detto il vero. E Verbruggen sotto giuramento...
E' lo stesso Verbruggen che aveva proposto un arrangiamento scabroso a Luc Leblanc all'inizio del 1999. Licenziato come un dopato dal suo patron della Polti, per lasciare il posto al nuovo venuto, Richard Virenque, il vecchio campione del mondo aveva protestato legittimamente. Reclamava più di quattro milioni di franchi di indennità per rottura abusiva di contratto. L'affare è finito sui tavoli dei giudici ordinari, ma Verbruggen in persona tentò di blandire il corridore. Non importa come.
"Ascolta, tu lasci cadere ogni cosa e in cambio io ti propongo quattrocentomila franchi e un posto in una squadra professionistica". Ma Luc Leblanc era ormai deciso. E diffidente. Al punto che registrò la conversazione telefonica, di cui conserva ancora la cassetta. Nulla di meglio per farsi sentire.

VERITA' PER MARCO PANTANI


Monsieur
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Se uno sponsor importante e longevo come Rabobank lascia in maniera così repentina il ciclismo professionistico dopo 17 anni di investimenti, vuol dire che a livello d'immagine questo sport è arrivato veramente ad un punto bassissimo.
Ed è naturale, perché è stato "spogliato" un re come Lance Armstrong, uomo sul quale il "nuovo" ciclismo pretendeva di fondare la sua vendibilità. Ed è ancora più naturale, per uno sponsor, non fidarsi più di questo sport se i vertici del massimo organismo internazionale sono tirati dentro fino al collo in questa storia. E non si dimettono.

Qual è la credibilità di uno sport governato da questi dirigenti? Le Federazioni nazionali dovrebbero alzare la voce e chiedere le dimissioni immediate di Pat McQuaid e di tutto il direttivo dell'attuale UCI, proibendo a tutti coloro che hanno rivestito cariche dirigenziali dal 1998 (almeno) al 2012 di ricandidarsi per qualsiasi poltrona.


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cauz.
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Monsieur ha scritto:Qual è la credibilità di uno sport governato da questi dirigenti? Le Federazioni nazionali dovrebbero alzare la voce e chiedere le dimissioni immediate di Pat McQuaid e di tutto il direttivo dell'attuale UCI, proibendo a tutti coloro che hanno rivestito cariche dirigenziali dal 1998 (almeno) al 2012 di ricandidarsi per qualsiasi poltrona.
oltre alle federazioni pero' dovrebbero farlo anche i corridori, che invece anche in questo caso mi sembrano scritturati per il loro ruolo ormai abituale, quello delle tre scimmiette del giappone.

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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Bè, ma come ha scritto più su BenoixRoberti, i corridori sono ancora più che ricattabili (basterebbe far girare la voce che il loro passaporto biologico è sospetto e... addio carriera!...), mentre le Federazioni agirebbero a livello politico.
Certo, la Cina, il Canada e tutte quelle nazioni ciclisticamente "non storiche" che hanno avuto grandi appoggi da questa UCI magari remerebbero un po' contro, ma con un'azione - ripeto - politica tutti dovrebbero essere d'accordo che l'immagine di Verbruggen-McQuaid etc. etc. non è più buona per questo sport.
Anzi, più che un'azione politica sarebbe un'azione di buonsenso.


Monsieur
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Leggo sul profilo twitter di @Itscycling che la Rabobank avrebbe motivato (anche) così l'uscita di scena: "We didn't decide stop because we didn't trust the team anymore. We don't trust the sport and its governing bodies."

Non so davvero cosa aspettino ad Aigle...


BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

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L'inchiesta di Padova bussa alla porta di McQuaid e di Verbruggen.
Ecco una prima sintesi delle società coinvolte stando alla stampa elvetica (anche di qualche tempo fa).
Il ruolo di Laurent Magne, Toni Rominger e soprattutto Marc Biver, potente magnate dello sport elvetico, ex TM Astana e attuale presidente della vincentissima Federazione Svizzera di Triathlon, più vincente degli Usa.
L'inchiesta riapre i dubbi sulle modalità di assegnazione delle licenze e sulla querelle che oppose Saiz a Biver, che gli soffiò i kazaki ( :dollar: ).
L'inchiesta infine apre squarci giganteschi nell'immagine "pulita" dell'Uci disvelando il ruolo molteplice ed equivoco dell'avvocato Rocco Taminelli.
L'avvocato Taminelli risulta essere stato per anni in società col consigliere Uci e membro di Cycling Promotion Rocco Cattaneo, nonchè organizzatore dei Mondiali di Mendrisio 2009. Taminelli e Cattaneo erano nella società (dove c'era anche Alberto Gianetti, fratello di Mauro) che doveva realizzare l'avveniristico AcquaParco Ticino di Rivera, progetto che adesso vede il solo Cattaneo con un altro socio tedesco.

Taminelli fa l'avvocato difensore di una trentina di ciclisti davanti all'Uci, ma è nel contempo:
MEMBRO DELLA COMMISSIONE DISCIPLINARE UCI
http://www.uci.ch/templates/UCI/UCI1/la ... E&LangId=1
Immagine

ed anche:

MEMBRO DEL COLLEGIO ARBITRALE UCI
http://www.uci.ch/templates/UCI/UCI1/la ... c&LangId=1
Immagine

Ha inoltre patrocinato le cause di Pellizotti, Caucchioli e ... Contador di fronte al Tas/Cas. :o
A tempo perso fa il Presidente della Federazione Ticinese di Atletica Leggera.

http://www.pdf-archive.com/2012/10/20/l ... i-miti.pdf

In tanti ormai si chiedono quanto potrà rimanere ancora in sella il vertice attuale dell'Uci.


Belluschi M.
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da Belluschi M. »

Taminelli fu un ottimo corridore su distanze di mezzofondo e fondo. Vecchio avversario di mio padre.


BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da BenoixRoberti »

Dopo quanto pubblicato, una ennesima soffiata che invitava ad indagare sull'avvocato-notaio Luc Meylan.
Con altri amici bene informati ho provveduto alle opportune ricerche e la cosa scoperta è davvero sorprendente.
E' l'ennesima conferma che l'Uci andrebbe estirpata dal corrotto tessuto elvetico e romando delle società di marketing (?) svizzere.

Veniamo al dunque. La società dove venivano fatti giungere i pagamenti per Ferrari, la Health & Performance SA, è ospitata presso una fiduciaria, ovvero la Athemis Gestions SA di Neuchatel che ha tra i suoi associati l'avvocato-notaio Luc Meylan che ha un passato come Biver e Magne come manager IMG (e anche VH Sportmedia).
http://www.athemis.ch/index.php?/associ ... taire.html

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BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da BenoixRoberti »

Il ciclismo è ormai una barzelletta scfizera:
Sport Club, a cura di Marco Filippini, condotto da Enrico Carpani (giornalista Rtsi e, per passione pappagallo di McQuaid ndr) per la regia di Gigi Neri. Gli ospiti in studio Brenno Canevascini, Henry Peter, Claudio Sulser e ... Rocco Taminelli.
http://www.rsi.ch/it/home/networks/la2/ ... tabEdition

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BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da BenoixRoberti »

Centre Mondial du Cyclisme UCI
Altre attività di organizzazioni associative n.c.a. 2008
Sede legale
• chemin de la Mêlée 12
• 1860 Aigle / VD
Indirizzo di contatto
• ch. de la Melée
• 1860 Aigle / VD

Informazioni di base
Status attivo
Forma giuridica Fondazione
Capitale CHF 0
Pagamento completo na
Registrazione nel RC 04.01.2000
Prima comunicazione FUSC 14.01.2000
Ultima comunicazione FUSC 15.10.2012
Numero RC CH-550.0.174.045-5
Categoria (2008) Altre attività di organizzazioni associative n.c.a.
Scopo Construire, entretenir et gérer un centre de développement, d'enseignement et d'entrainement des disciplines du cyclisme ou d'un autre sport; gérer des locaux administratifs et diverses installations sportives, un changement d'affectation étant réservé; intégrer un centre de documentation varié présentant un intérêt pour l'étude du cyclisme et étant à la disposition des jeunes dans un but éducatif; éventuellement de créer un musée consacré au cyclisme sous tous ses aspects; conduire toute autre activité en relation directe ou indirecte avec les buts énoncés ci-dessus, y compris l'organisation de compétitions nationales ou internationales sur les installations sportives ainsi que la mise sur pied de réunions, conférences ou expositions dans les locaux de la fondation.
Ufficio di revisione na
Collaboratori 1
Indirizzo comune
Impresa Località Via
Union Cycliste Internationale
Aigle chemin de la Mêlée 12

Fondation TDR
Aigle chemin de la Mêlée 12

Mummu Cycling Sàrl
Aigle chemin de la Mêlée 12

Cycling Anti-Doping Foundation
Aigle c/o Union cycliste internationale
chemin de la Mêlée 12

Global Cycling Promotion SA
Aigle c/o Union Cycliste Internationale
chemin de la Mêlée 12

Mandati
Origine: OFWI

• Mandati attivi
Nome Località CdA Gestione Mandato Firma Data d'adesione
__________________________________________________________________________________________
Patrick McQuaid Chardonne Sì No presidente firma colletiva 15.10.2012
Agostino Omini Novate Milanese (IT) Sì No vicepresidente firma colletiva 14.01.2000
Ian T. Todd Amsterdam Sì No membro na 23.10.2006
Artur Lopes Lisbonne (PT) Sì No membro na 23.10.2006
Jean Wauthier Wepion (BE) Sì No membro na 23.10.2006
__________________________________________________________________________________________

FUSC
Data pub. Contenuto
15.10.2012
Centre Mondial du Cyclisme, à Aigle, CH-550-0174045-5, fondation (FOSC du 19.04.2012, p. 0/6644462). Strebel Jean-Pierre n'est plus membre du conseil de fondation; sa signature est radiée. McQuaid Pat est élu président et continue à signer collectivement à deux.
Nouveau membre du conseil de fondation sans signature: Chassot Richard, de Villars-sur-Glâne, à Estavayer-le-Lac.
19.04.2012
Centre Mondial du Cyclisme, à Aigle, CH-550-0174045-5, construire, entretenir et gérer un centre de développement, d'enseignement et d'entrainement des disciplines du cyclisme ou d'un autre sport (FOSC du 03.11.2011, p. 0/6403078).
Nouveau membre du conseil de fondation sans signature:
Delapierre Jacky, de Jouxtens-Mézery, à Romanel-sur-Lausanne. BDO SA (CH-550-0049632-9) n'est plus organe de révision.
Nouvel organe de révision: KPMG SA (CH-550-0095114-1), à Lausanne.
03.11.2011
Centre Mondial du Cyclisme, à Aigle, CH-550-0174045-5, fondation (FOSC du 16.02.2011, p. 16/6036498).
T. Todd Ian, inscrit sans signature, n'est plus membre du conseil de fondation.
Nouveau membre du conseil de fondation avec signature collective à deux:
Hubschmid Christophe, de Rüderswil, à Montreux.

http://infocube.ch/it/c/4016483/centre- ... clisme.pdf
=================================
Domanda. Chi è Ian T. TODD?
Da quando si interessa al ciclismo?
=================================

Ci torna sempre utile il bel passaggio del libro di Roussel “Tour de Vice”, non tanto il libro in sé, quanto il passo del libro citato che di seguito viene riportato. Perché, ripetiamolo, tutte le storie hanno origini antiche. E grazie al sito SportPro dell'amico Eugenio Capodacqua facciamone tesoro:
Da leggere assolutamente per capire la realtà di oggi, perchè ogni albero ha radici antiche:
http://www.sportpro.it/old_site/doping/ ... ssel02.htm

LA SOCIETA' DEL TOUR DE FRANCE
E’ il vizio, ancora, che suscitò l’intervento discreto dell’ASO (Amaury Sport Organisation) per scardinare un progetto di ridistribuzione legittima rivendicato dalle squadre?
Fine novembre 1995, i direttori sportivi delle dieci prime squadre mondiali si erano riuniti in un salone dell’hotel Movenpick a Ginevra, in previsione della riunione dell’AIGCP, l’associazione internazionale dei gruppi sportivi. Eravamo tutti spiazzati e con la ferma intenzione di sbloccare la situazione; Manolo Saoz (Once), Walter Godefroot (Telekom), Giancarlo Ferreti (MG), Alvaro Crespi (manager Mapei), Francis Lafargue (Banesto), Emanuele Bombini (Gewiss), Jean-Luc Vandenbroucke (Lotto), Gian Luigi Stanga (Polti),, Roger Legay (Gan) e io stesso. Appoggiati dai nostri sponsor eravamo molto decisi e non volevamo più lasciarci manovrare. Per noi (le prime dieci squadre del mondo n.d.r.), la qualificazione automatica per il Tour evitava incertezze, ma non così accadeva per le altre squadre, poste sotto la spada di Damocle dell’invito, questa famosa wild card distribuita arbitrariamente dalla STF (Società del Tour de France n.d.r.).
Eravamo solidali e determinati a mettere fine a una situazione arcaica e non equitativa, che stava bene agli organizzatori dei tre grandi Giri (Società del Tour de France, Unipublic, per la Vuelta e RCS per il Giro). Volevamo uscire da taluni obblighi contrattuali che ci venivano imposti... i loro contratti firmati altrimenti. Dopo molti anni chiedevamo di utilizzare i nostri supporti pubblicitari (borracce, macchine, ecc.) in quelle gare; dopo molti anni ci rispondevano che una volta terminati i contratti in corso se ne sarebbe discusso. All’inizio del 2001 questa rivendicazione fu di nuovo proposta, prova che in sei anni non avevamo fatto il minimo progresso sulla questione.
L’altro punto - più importante - riguardava i diritti televisivi. Il ciclismo è, probabilmente, il solo sport che dipende totalmente dagli sponsor: nessuna entrata ai botteghini, nessuna sovvenzione locale o regionale, nessun diritto televisivo, poco merchandising.
Questi diritti televisivi, invece, riempiono da lustri le tasche degli organizzatori. E solo quelle. non un centesimo è stato versato alle squadre, ciò che è davvero inimmaginabile in altre discipline professionistiche. Così France Television versa circa 85 milioni di franchi all'anno per la STF (Societe du Tour de France). Non c'è da meravigliarsi se si faccia sorda alle rivendicazioni degli protagonisti dello spettacolo.Ora, se la STF monta il palcoscenico, i gruppi sportivi portano gli artisti. Ma sia i gruppi che i corridori, queste due ultime corporazioni sono ancora e sempre confinate nella semplice divisione dei dividendi.
Per questo ci siamo rivolti a Marc Biver, direttore di IMG Svizzera e mandatario di IMG Europa, filiale di McCormack, una multinazionale del marketing e del management nello sport. Volevamo essere seguiti da un professionista nelle nostre negoziazioni.
Ci siamo lasciati, dunque, con un accordo di base: l'IMG avrebbe preso il 30% dei soldi ottenuti. Nel pomeriggio Marc Biver prese contatto con Jan Todd, il direttore dell'IMG Europa a Londra per metterlo a conoscenza della trattativa. Jan Todd diede il suo parere favorevole. Marc Biver non avrebbe avuto altro da fare che fissare una nuova riunione di lavoro per stabilire la somma delle nostre rivendicazioni, sulla traccia di quello che era stato già stabilito nel calcio.
L'indomani mattina Marc Biver mi telefonò. All'altro lato del filo il suo tono di voce non poteva mascherare il profondo dispiacere.
"Ascolta, sono molto, molto dispiaciuto. Il progetto non partirà. Ho ricevuto un fax da Todd che blocca tutto". Interdetto, gli domandai di leggermelo. Todd spiegò: "Per conflitti di interessi siamo obbligati a rinunciare di difendere le vostre posizioni", tutto lì, nessuna altra spiegazione. Perchè nello spazio di una giornata IMG Europa aveva dovuto fare marcia indietro? Chi aveva premuto per far abortire il progetto? Ho saputo un pò più tardi i motivi. La Società del Tour de France era stata informata delle nostre rivendicazioni qualche minuto dopo la conclusione della riunione di Ginevra. Qualcuno del gruppo aveva ventilato il progetto. Una talpa. Viste le affinità degli uni e degli altri con Jean Marie Leblanc non era troppo difficile individuarla. Una volta messa al soccrente la STF aveva avvertito Jean Claude Killy. Quest'ultimo, che aveva gareggiato per buona parte della sua carriera professionistica con McCormack, usò a pieno la sua infulenza per far abortire il progetto. Mettendo la trattativa nelle mani di Todd gli fece capire che se si fosse inoltrato su questo terreno la loro collaborazione sarebbe stata rimessa in causa. In una telefonata le nostre rivendicazionie era belle e imbavagliate. Questo colpo di mazza narcotizzò la nostra combattività. Non fu contattato nessun altro rappresentante di un gruppo marcheting sportivo come l'ISL.

=================================

Consultando il sito di Bloomberg si verifica il ruolo di Ian T Todd in IMG e si nota che ne è il Presidente.

http://investing.businessweek.com/resea ... pId=167997
http://investing.businessweek.com/resea ... pId=167997

IMG Worldwide, Inc.
INSIDERS ON Board Members
Name (Connections) Relationships Title Age
Michael Dolan Ph.D. No Relationships Chairman and Chief Executive Officer 65
David Checketts No Relationships Head of TWIs International Operations and Director 56
George Pyne No Relationships Director and President of Sports & Entertainment Business --
Ian Todd[ No Relationships President of IMG International and Director --
Other Board Members On Board Members
Name (Connections) Relationships Type of Board Members Primary Company Age
Alastair Johnston No Relationships -- -- 64
A. Perenchio No Relationships -- -- --
Herbert Siegel No Relationships -- -- 83
Chris Davis No Relationships -- -- 61
Evelyn De Rothschild No Relationships -- -- 80
Robert Johnson No Relationships -- -- 65
Andrew Lack No Relationships -- -- 64
John Mack No Relationships -- -- 67
Johan Eliasch No Relationships -- -- 50
David Li No Relationships -- -- 73
John Thornton No Relationships -- -- 58

Ma Mr. Ian Todd non è solo Presidente di IMG, è anche altro:

Executive Profile
Ian T. Todd
President of IMG International and Director, IMG Worldwide, Inc.
-- --
Background
Mr. Ian T. Todd serves as President of IMG International at IMG Worldwide, Inc. Mr. Todd is responsible for leading and growing Imp’s global business development activities in Sports & Entertainment, and IMG Media's international production, rights and distribution business. He served as Vice President Global Sports Marketing of Nike Inc. Mr. Todd was employed by Nike Inc. in an advisory capacity to Nike's Global Sports Marketing operations. Prior to joining Nike, he ...
Other Affiliations
Nike Inc.
viagogo Limited

Nel 1999 costui guadagnava circa 3,6 milioni di $ all'anno:
http://www.accessmylibrary.com/article- ... g-wiz.html
Ian Todd, Nike's vice president of sports marketing, received a $1 million salary and a $2.6 million bonus, $2 million of which was a signing bonus for the fiscal year ended May 31. Todd started at Nike in June 1998 after a 26-year career at IMG.

Corriere della Sera
La Nike taglia i contratti con Lance Armstrong
Lo sponsor: «Ci ha ingannati per anni».
«Davanti alle prove apparentemente insormontabili che Armostrong è coinvolto in casi di doping e per anni ha indotto all'errore la Nike, è con grande dispiacere che abbiamo interrotto il contratto con lui»


C'è qualcosa che non torna. IAN T TODD cosa ci sta a fare ad Aigle?


prof
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da prof »

@BenoixRoberti

Apprezzo moltissimo questo lavoro di informazione. Vorrei purtuttavia far notare alcune cose:

- Il Sig. Biver appare un tantino in disarmo. Si occupa di D. Cologna, fondista dalle prestazioni altalenanti al limite dell'imbarazzo ma in linea con i metodi di cura "prevalenti" propagandati dai (dal) sostenitori(e) dei picchi di forma. Siamo un po' lontani dai fasti IMG e dalle sue buone relazioni con HV e UCI.

- Todd è passato da executive Nike al vertice di IMG: non stupisce che abbia usato le sue buone relazioni per far entrare Nike anche nel ciclismo: era il suo mestiere.

- Il network di società e uomini delineato piu' sopra non mi stupisce piu' di tanto. Appare abbastanza normale e uno scenario piu' o meno analogo lo si potrebbe trovare in ogni paese del mondo e relativo a tanti business. Il problema sorgerebbe ove la magistratura svizzera ravvisasse comportamenti penalmente e civilmente illeciti (come successo in USA). Le società sono sottoposte a revisione, vi sono responsabili e ritenere che tutti costoro operino nell'illegalità, all'interno di uno stato canaglia che darebbe asilo ad ogni tipo di malversazione, non mi sembra producente nel metodo, ai fini di una sana battaglia per un ciclismo piu' trasparente e pulito.

La mia opinione è molto semplice: la corruzione sempre s'annida laddove il pubblico tiene i cordoni della borsa ed elargisce finanziamenti. Andrebbero riscritte la storia di IMG e di chi vi ha lavorato e dei rapporti che questi hanno intrattenuto con le Federazioni. Come dicevo da altra parte, all'inizio hanno riempito un enorme vuoto che era quello che esisteva tra team ed organizzatori e poi tutto si è improvvisamente fermato. Perchè ? Qual'è stato il ruolo dei poteri pubblici ? Perchè non esiste una doverosa sinergia tra chi corre e chi organizza, i quali soli dovrebbero essere padroni del loro business ?

Detto questo, ribadisco ancora la grande utilità dello studio di cui sopra: l'importante è porsi le domande giuste e non creare cortine di nebbia e fumo.


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Maìno della Spinetta
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

prof ha scritto:La mia opinione è molto semplice: la corruzione sempre s'annida laddove il pubblico tiene i cordoni della borsa ed elargisce finanziamenti. Andrebbero riscritte la storia di IMG e di chi vi ha lavorato e dei rapporti che questi hanno intrattenuto con le Federazioni. Come dicevo da altra parte, all'inizio hanno riempito un enorme vuoto che era quello che esisteva tra team ed organizzatori e poi tutto si è improvvisamente fermato. Perchè ? Qual'è stato il ruolo dei poteri pubblici ? Perchè non esiste una doverosa sinergia tra chi corre e chi organizza, i quali soli dovrebbero essere padroni del loro business ?
Quando cominceremo ad affamare la bestia?
prof ha scritto:Detto questo, ribadisco ancora la grande utilità dello studio di cui sopra: l'importante è porsi le domande giuste e non creare cortine di nebbia e fumo.
è uno studio degno del Beppe Grillo dei tempi di Parmalat... :)


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
prof
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da prof »

Maìno della Spinetta ha scritto:
prof ha scritto:La mia opinione è molto semplice: la corruzione sempre s'annida laddove il pubblico tiene i cordoni della borsa ed elargisce finanziamenti. Andrebbero riscritte la storia di IMG e di chi vi ha lavorato e dei rapporti che questi hanno intrattenuto con le Federazioni. Come dicevo da altra parte, all'inizio hanno riempito un enorme vuoto che era quello che esisteva tra team ed organizzatori e poi tutto si è improvvisamente fermato. Perchè ? Qual'è stato il ruolo dei poteri pubblici ? Perchè non esiste una doverosa sinergia tra chi corre e chi organizza, i quali soli dovrebbero essere padroni del loro business ?


Quando cominceremo ad affamare la bestia?


Eh, ... magari, Maino, magari ... ma qui tra tutta questa roba di hegeliani di destra e sinistra, monti, tremonti, troie e ciabattini, mi sa che sia ancora alto il rischio che questi diano pure noi in pasto alla bestiaccia :boh: :angry: :sedia:

Comunque, senti, se stiamo fermi, in pasto ci finiremo di sicuro. Meglio agitarsi un po' e cominciare ad organizzarsi :cincin:


BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da BenoixRoberti »

Gent.mo Prof,
solo un attimo per spiegare quanto postato. Ad Aigle hanno deciso di togliere i 7 Tour e non appellare il Tas, salvando capra e cavoli e questo è pazzesco.
Questi sono fatti e fanno storia.
Il lavoro postato non sarà chiaro ad una prima lettura ma nei prossimi giorni vedremo gli sviluppi.


Monsieur
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da Monsieur »

Spero (per loro) che Hein e Pat abbiano dato un cospicuo TFR a Lance prima della conferenza stampa di oggi.
Altrimenti il texano è troppo "cazzuto" (leggi: orgoglioso) per farsi scaricare così. E sarebbe una buona cosa, perché un orgoglioso incazzato è un uomo che parla. E, parlando, Lance Armstrong potrebbe veramente dare un futuro al ciclismo (dopo, ahinoi, avergli tolto parte del contemporaneo).


BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da BenoixRoberti »

Pat McQuaid sta dicendo cose incredibili: "Ogni sport ha le sue star, che utilizza per promuovere il suo sport; il fatto è che in questo caso la star era un truffatore!"

CHE UOMO DI M...

E comunque non ha nessuna intenzione di dimettersi. :vomitino: :vomitino: :vomitino: :vomitino: :vomitino: :vomitino: :vomitino:


prof
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da prof »

BenoixRoberti ha scritto:
Gent.mo Prof, solo un attimo per spiegare quanto postato. Ad Aigle hanno deciso di togliere i 7 Tour e salvare capra e cavoli e questo è pazzesco. Questi sono fatti e fanno storia. Il lavoro postato non sarà chiaro ad una prima lettura ma nei prossimi giorni vedremo gli sviluppi.


Infatti, l'ho detto altrove: questi sono fatti e fanno storia e bene hai fatto a ribadirlo. Ti dirò anche che sono già abbastanza chiari tranne, forse, a chi li legge nelle nebbie dell'ideologia. Per quanto attiene agli uomini di Aigle, era difficile pensare che potessero agire diversamente; potevano solo accodarsi e cercare di farsi trasportare dai venti prevalenti. Sei d'accordo ? Cercheranno di mimetizzarsi un po' sperando che l'inchiesta si fermi sul pianerottolo di casa loro e non proceda oltre. In fondo, potrebbero anche sfangarla. Magari collaboreranno pure. Molto dipenderà dalla sola US ADA, non credo che in Europa vi sia chi abbia il coraggio di inchiodarli.

Da qualche parte mi ponevo un interrogativo circa l'attività dello schfizero: l'uomo era valente e non stupido, come ha fatto ad associarsi al dutur ? Non pensi sia stato quello l'inizio della fine ? Non hai la sensazione che da un certo punto in avanti sia stato messo da parte e sia divenuto sacrificabile ?
Sarà sufficiente Al Mc Quaeda servire qualche cadavere sul piatto ? Secondo me si', la storia sembra già scritta.
Ah, a proposito, grazie per le info. ;)


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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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"ogni sport ha i suoi dirigenti, che usano lo sport per promuovere se' stessi, il problema è che in questo caso sono dei truffatori" (pat mcquaid, suppergiù)


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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Monsieur ha scritto:Spero (per loro) che Hein e Pat abbiano dato un cospicuo TFR a Lance prima della conferenza stampa di oggi.
Altrimenti il texano è troppo "cazzuto" (leggi: orgoglioso) per farsi scaricare così. E sarebbe una buona cosa, perché un orgoglioso incazzato è un uomo che parla. E, parlando, Lance Armstrong potrebbe veramente dare un futuro al ciclismo (dopo, ahinoi, avergli tolto parte del contemporaneo).
la speranza e' l'ultima a morire, ed effettivamente scegliere lance come nemico vuol dire mettersi nei guai, perche' il texano e' davvero un osso duro. pero' la sproporzione di forze e' ancora eccessiva per avere delle speranza. io continuo a credere che la spinta per salvare il banco debba per forza venire da chi da' vita al ciclismo, ovvero i ciclisti. con lance in testa? ben venga, ma dietro di lui ci vogliono i cavendish, i boonen, gli gilbert, evans, cancellara, wiggins, nibali, sagan...

mi stupisce che PmQ abbia lodato la reazione di gilbert, visto che il vallone si era in fondo augurato le dimissioni di verbruggen, ma il fatto che la quaglia prenda posizione cosi' direttamente mi fa capire che il fronte e' compatto. ahinoi.


"Il male trionfa sempre, perche' il bene e' stupido" [Lord Casco]
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BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Agghiacciante. Ma adesso alimentiamo il fuoco della speranza di poter rivedere questo sport in mano a gente più onesta e soprattutto più appassionata.
Bisogna sciogliere il ghiaccio.


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Maìno della Spinetta
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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cauz. ha scritto:"ogni sport ha i suoi dirigenti, che usano lo sport per promuovere se' stessi, il problema è che in questo caso sono dei truffatori" (pat mcquaid, suppergiù)
:yes:


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
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Maìno della Spinetta
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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dall'ANSA


Doping (che noto essere ormai una heading come altre): Uci revoca i 7 Tour ad Armstrong (ANSA) - ROMA, 22 OTT - L'Uci, l'Unione ciclistica mondiale, ha revocato i sette Tour vinti da Lance Armstrong, come chiesto dalla Agenzia antidoping statunitense (Usada). ''Lance Armstrong non ha piu' alcun posto nel ciclismo'', ha detto in conferenza stampa il presidente dell'Uci, Pat McQuaid. Il vertice mondiale del ciclismo ha annunciato a Ginevra l'accoglimento della richiesta dell'Usada, delle accuse di doping. ''Armstrong non avra' piu' posto nel ciclismo'', ha aggiunto McQuaid, spiegando che non si dimettera'.

Ma v'a ciapà i rat


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

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prof ha scritto:Detto questo, ribadisco ancora la grande utilità dello studio di cui sopra: l'importante è porsi le domande giuste e non creare cortine di nebbia e fumo.
Il compito non sta nelle domande, bensì nelle risposte. Poi è auspicabile che ciascuno, dirigente od appassionato, anche si ponga e ponga a terzi di competenza delle domande.
Il materiale postato sopra è stato in larga parte accumulato in due anni di lavoro. Di recente c'è solo il reseaux Taminelli, che è ancora in fase di studio e che potrebbe consegnare ulteriori sviluppi alla vicenda.
L'invito a concentrarsi su fatti e dati (unici fatti certi di rimanere nella storia) va preso in seria considerazione. I commenti sopra postati, certamente opinabili, sono pochi, solo necessari a collegare i fatti fra loro ed hanno mero valore di ipotesi.
In quel lavoro c'è il tempo e la fatica ricercatrice di sei persone malate per questo sport. Sei persone sparse per l'Europa: un francese, due inglesi, un olandese e due italiani (oltre altri due amici ciclofili che hanno messo assieme il puzzle), nessuno svizzero, anche se le soffiate vengono dal "calabrese" ambiente romando e ticinese. E' un lavoro che senza la rete non sarebbe mai stato possibile.
E' stato un weekend importante questo, dove c'è stato un grande scambio di informazioni, sebbene ci si aspettasse che qualche vittima del sistema (leggasi manager) avesse il coraggio di interloquire. Solo uno ha aderito via twitter.
prof ha scritto:@BenoixRoberti
- Il Sig. Biver appare un tantino in disarmo. Si occupa di D. Cologna, fondista dalle prestazioni altalenanti al limite dell'imbarazzo ma in linea con i metodi di cura "prevalenti" propagandati dai (dal) sostenitori(e) dei picchi di forma. Siamo un po' lontani dai fasti IMG e dalle sue buone relazioni con HV e UCI.
In disarmo non si direbbe proprio, sebbene tenga in questi difficili giorni la testa sotto le calde coperte svizzere. E' presidente della efficientissima e top winner Federazione Svizzera di Triathlon (che ha la sua base sportiva a St. Moritz), segue vari progetti con e per il grande fratellissimo Jean-Claude e, come ben detto, si profuma di grande Cologna.
prof ha scritto:- Todd è passato da executive Nike al vertice di IMG: non stupisce che abbia usato le sue buone relazioni per far entrare Nike anche nel ciclismo: era il suo mestiere.
Todd è da 40 anni in IMG, non l'ha mai lasciata, nemmeno quando ebbe l'incarico in Nike. E' legittimo ritenere che il progetto IMG nel ciclismo sia stato pianificato nei minimi dettagli e che abbia prosperato anche grazie alla debolezza strutturale del suo ambiente dirigenziale.
prof ha scritto:- Il network di società e uomini delineato piu' sopra non mi stupisce piu' di tanto. Appare abbastanza normale e uno scenario piu' o meno analogo lo si potrebbe trovare in ogni paese del mondo e relativo a tanti business. Il problema sorgerebbe ove la magistratura svizzera ravvisasse comportamenti penalmente e civilmente illeciti (come successo in USA). Le società sono sottoposte a revisione, vi sono responsabili e ritenere che tutti costoro operino nell'illegalità, all'interno di uno stato canaglia che darebbe asilo ad ogni tipo di malversazione, non mi sembra producente nel metodo, ai fini di una sana battaglia per un ciclismo piu' trasparente e pulito.
Esistono due Svizzere (che qualcuno fa dipendere storicamente dalla sua antica doppiezza calvinista e cattolica necessaria a sopravvivere fra impero e papato):
- una che è rigorosissima nel far rispettare le sue regole e la sua estrema civiltà interna;
- un'altra che è un porto franco - una exclave virtuale di tanti altri paesi del mondo e di varie organizzazioni multinazionali (politiche ed economiche) - costituito da tutta una serie di privilegi concessi ai prestigiosi stranieri, che la Svizzera si coccola con furbizia e scaltrezza certosina.
Il mondo politico sportivo internazionale e sovranazionale (come pure Croce Rossa, Mezzaluna Rossa, Onu, Ong varie) vive in questa bambagia dorata e spesso autoreferenziale, quasi sempre al di sopra di leggi e regole, perché per loro esiste un codice non scritto ma "anticamente accettato" (in Isvizzera).
Certo, è vero però che tutto deve restare sotto a certi limiti. La domanda odierna è: sono stati varcati o meno certi limiti?
A volte la Svizzera attende che sia l'Europa od il mondo a dirle di fare la brava (es, fatti di mafia anni 90). Ed allora ecco la potente opinione pubblica calvinista svizzera che chiede a gran voce di riformare le cose, scaricando truffatori e malandrini per non danneggiare l'immagine della confederazione dei Langfotti "e chiagni".
prof ha scritto:La mia opinione è molto semplice: la corruzione sempre s'annida laddove il pubblico tiene i cordoni della borsa ed elargisce finanziamenti. Andrebbero riscritte la storia di IMG e di chi vi ha lavorato e dei rapporti che questi hanno intrattenuto con le Federazioni. Come dicevo da altra parte, all'inizio hanno riempito un enorme vuoto che era quello che esisteva tra team ed organizzatori e poi tutto si è improvvisamente fermato. Perchè ? Qual'è stato il ruolo dei poteri pubblici? Perchè non esiste una doverosa sinergia tra chi corre e chi organizza, i quali soli dovrebbero essere padroni del loro business?
Poteri pubblici? Qua non c'è l'ombra di un potere pubblico, fatto salvo lo stato svizzero. Uci, Cio e tutte le federazioni internazionali che qui hanno sede sono enti di diritto privato. Anche la nostra Fci (nostra, si fa per dire) non è un ente pubblico, ma solo sottoposta a tale controllo.
Certo è che questi organismi di casta hanno invece una funzione "pubblica" e grazie alle generose maglie del diritto scfizzero hanno tessuto le loro trame, costretto centinaia di atleti ai loro giochi, ai loro manager, ai loro medici, ai loro avvocati ai loro sponsor e nel contempo hanno imposto il "pizzo" alle squadre per le loro licenze ed agli organizzatori per le loro attività ed ai politici hanno ... per i vari campionati mondiali pagati, questi sì, con risorse pubbliche.
Le entità sportive che hanno negli atleti e negli organizzatori direttamente i loro "padroni del vapore" non hanno bisogno di avere una sede scfizera.
L'ATP (che è una cosa seria e che è acronimo di Associazione dei Tennisti Professionisti) ha sede nella comunitaria Londra, non in Iscfizzera.
Chi vuole garantire la trasparenza ai propri associati se ne sta a distanza siderale dalla grigia bambagia svizzera, per non compromettere e non mettere a rischio l'associazione.

Appena possibile sarà in effetti necessario fare una sintesi del materiale postato, ovvero fissare i punti della storia, che non necessitano di interpretazione: i fatti.
Grazie della collaborazione.


BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Per chi l'avesse persa, ecco la conferenza stampa:
http://www.ciclopassione.com/t22-l-incr ... -a-vita#22


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Slegar
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da Slegar »

BenoixRoberti ha scritto:L'ATP (che è una cosa seria e che è acronimo di Associazione dei Tennisti Professionisti) ha sede nella comunitaria Londra, non in Iscfizzera.
Anche la Formula 1, che di miliardi di euro ne gestisce più dell'ATP e a cui l'UCI voleva ispirarsi con il ProTour, ha le sue sedi istituzionali nell'Europa Comunitaria:

FEDERATION INTERNATIONALE DE L'AUTOMOBILE (presidente Jean Todt)
8, Place de la Concorde
75008 Paris
France
Telephone: +33 1 43 12 44 55
Facsimile: +33 1 43 12 44 66

Formula One Management Limited (presidentissimo Bernie Ecclestone)
Formula1.com
Formula One Management Ltd,
6 Princes Gate, Knightsbridge, London. SW7 1QJ. England.


fair play? No, Grazie!
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matteo.conz
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da matteo.conz »

In effetti quel vecchio PM era lungimirante e purtroppo non c'è stato il proseguo promesso. Ma a proposito di PM, Benoix sei un PM(non poliziotto municipale)? Davvero impressionante questa ricerca,roba professionale...


Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53 :champion:
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
prof
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da prof »

BenoixRoberti ha scritto:
prof ha scritto: Detto questo, ribadisco ancora la grande utilità dello studio di cui sopra: l'importante è porsi le domande giuste e non creare cortine di nebbia e fumo.
Il compito non sta nelle domande, bensì nelle risposte. ...
Non ci siamo capiti: attenzione che quando si fa quel tipo di lavoro li', il rischio maggiore è quello di sollevare polveroni inutili. Pregiudizi e teoremi non servono a nessuno e chiedersi dove si vuole andare a parare è invece l'unica cosa sensata. Tutto qui. Conosci l'apprezzamento che ho per il tuo lavoro e anche che non mi interessa per nulla avere ragione. Fanne l'uso che credi.
prof ha scritto:@BenoixRoberti - Il Sig. Biver appare un tantino in disarmo. Si occupa di D. Cologna, fondista dalle prestazioni altalenanti al limite dell'imbarazzo ma in linea con i metodi di cura "prevalenti" propagandati dai (dal) sostenitori(e) dei picchi di forma. Siamo un po' lontani dai fasti IMG e dalle sue buone relazioni con HV e UCI.
BenoixRoberti ha scritto: In disarmo non si direbbe proprio, sebbene tenga in questi difficili giorni la testa sotto le calde coperte svizzere. E' presidente della efficientissima e top winner Federazione Svizzera di Triathlon (che ha la sua base sportiva a St. Moritz), segue vari progetti con e per il grande fratellissimo Jean-Claude e, come ben detto, si profuma di grande Cologna.
Beh, sta chiudendo tutte le sue precedenti attività, mi sembra che i rapporti con il ciclismo si siano di molto diradati ed è finito a fare comunella con il Mito, non è proprio quel che si definirebbe una immagine in ascesa. Federazione Svizzera di Triathlon : sai tu ? I fasti di un tempo sono decisamente alle spalle. Se fossi in lui sarei molto, molto preoccupato. Attento a non prendere lucciole per lanterne.
prof ha scritto:- Todd è passato da executive Nike al vertice di IMG: non stupisce che abbia usato le sue buone relazioni per far entrare Nike anche nel ciclismo: era il suo mestiere.
BenoixRoberti ha scritto: Todd è da 40 anni in IMG, non l'ha mai lasciata, nemmeno quando ebbe l'incarico in Nike. E' legittimo ritenere che il progetto IMG nel ciclismo sia stato pianificato nei minimi dettagli e che abbia prosperato anche grazie alla debolezza strutturale del suo ambiente dirigenziale.
Vabbè, e allora ? Quel che vedo è uno che ha fatto il suo mestiere. Se poi l'ambiente del ciclismo è popolato di nani e scartine non è mica colpa sua.
prof ha scritto:- Il network di società e uomini delineato piu' sopra non mi stupisce piu' di tanto. Appare abbastanza normale e uno scenario piu' o meno analogo lo si potrebbe trovare in ogni paese del mondo e relativo a tanti business. Il problema sorgerebbe ove la magistratura svizzera ravvisasse comportamenti penalmente e civilmente illeciti (come successo in USA). Le società sono sottoposte a revisione, vi sono responsabili e ritenere che tutti costoro operino nell'illegalità, all'interno di uno stato canaglia che darebbe asilo ad ogni tipo di malversazione, non mi sembra producente nel metodo, ai fini di una sana battaglia per un ciclismo piu' trasparente e pulito.
BenoixRoberti ha scritto: Esistono due Svizzere (che qualcuno fa dipendere storicamente dalla sua antica doppiezza calvinista e cattolica necessaria a sopravvivere fra impero e papato): - una che è rigorosissima nel far rispettare le sue regole e la sua estrema civiltà interna; - un'altra che è un porto franco - una exclave virtuale di tanti altri paesi del mondo e di varie organizzazioni multinazionali (politiche ed economiche) - costituito da tutta una serie di privilegi concessi ai prestigiosi stranieri, che la Svizzera si coccola con furbizia e scaltrezza certosina. Il mondo politico sportivo internazionale e sovranazionale (come pure Croce Rossa, Mezzaluna Rossa, Onu, Ong varie) vive in questa bambagia dorata e spesso autoreferenziale, quasi sempre al di sopra di leggi e regole, perché per loro esiste un codice non scritto ma "anticamente accettato" (in Isvizzera). Certo, è vero però che tutto deve restare sotto a certi limiti. La domanda odierna è: sono stati varcati o meno certi limiti? A volte la Svizzera attende che sia l'Europa od il mondo a dirle di fare la brava (es, fatti di mafia anni 90). Ed allora ecco la potente opinione pubblica calvinista svizzera che chiede a gran voce di riformare le cose, scaricando truffatori e malandrini per non danneggiare l'immagine della confederazione dei Langfotti "e chiagni".
La Svizzera ha una storia di 700 anni di libertà che si riflettono in condizioni di vita per i suoi cittadini che sono le migliori in senso assoluto in Europa e, probabilmente, nel mondo. Sparare a pallino su di un sistema che non si conosce non aiuta a capire le cose. Il sistema bancario svizzero ha regole sue, che definire lassiste è sbagliato e fuorviante e serve solo a nascondere il riflesso pavloviano di noi europei che la libertà non l'abbiamo mai conosciuta. Il sistema bancario svizzero è quello che ha rigettato sul nascere l'approccio operato dall'oligarchia e dalla malavita russe nel loro tentativo di riciclare il frutto di proventi oscuri. Forse UK e Germania, di queste cose, ne sanno molto piu' degli svizzeri. Cercare di rappresentare la Svizzera come le Cayman o come uno stato canaglia è un'emerita idiozia che diciamo spesso e volentieri perchè abbiamo perso il significato della parola libertà.
prof ha scritto: La mia opinione è molto semplice: la corruzione sempre s'annida laddove il pubblico tiene i cordoni della borsa ed elargisce finanziamenti. Andrebbero riscritte la storia di IMG e di chi vi ha lavorato e dei rapporti che questi hanno intrattenuto con le Federazioni. Come dicevo da altra parte, all'inizio hanno riempito un enorme vuoto che era quello che esisteva tra team ed organizzatori e poi tutto si è improvvisamente fermato. Perchè ? Qual'è stato il ruolo dei poteri pubblici? Perchè non esiste una doverosa sinergia tra chi corre e chi organizza, i quali soli dovrebbero essere padroni del loro business?
BenoixRoberti ha scritto: Poteri pubblici? Qua non c'è l'ombra di un potere pubblico, fatto salvo lo stato svizzero. Uci, Cio e tutte le federazioni internazionali che qui hanno sede sono enti di diritto privato. Anche la nostra Fci (nostra, si fa per dire) non è un ente pubblico, ma solo sottoposta a tale controllo. L'ATP (che è una cosa seria e che è acronimo di Associazione dei Tennisti Professionisti) ha sede nella comunitaria Londra, non in Iscfizzera. Chi vuole garantire la trasparenza ai propri associati se ne sta a distanza siderale dalla grigia bambagia svizzera, per non compromettere e non mettere a rischio l'associazione. ...
Nella città in cui ha sede la mia provincia (sembra quasi una citazione gogoliana ...) è stata creata una nuova società che si chiama Modena Parcheggi SpA con lo scopo di comminare le multe per divieto di parcheggio e raccoglierne i proventi. E' una società di diritto privato. Peccato che l'unico socio partecipante sia l'ente locale, che i dirigenti siano dei politici trombati, che gli impiegati siano gli amici degli amici e che, fatti due conti, la suddetta società privata sarà sempre in passivo. Se chiedi il business plan, buio assoluto. Tutte le utilities a tutte le società di trasporto pubblico locale, in Italia, sono società di diritto privato. Peccato che vivano, tutte, dei soldi della comunità e che, tutte, operino con i criteri di cui sopra. Sono tutte società sottoposte al controllo pubblico, come dici giustamente tu, che percio' vivono allo stesso modo prima citato. FCI e CONI non hanno nemmeno questa finzione. L'ATP (che, incidentalmente, è proprio il modello che ho in mente da anni e anni) non è quello che è diventata perchè ha sede a Londra. L'ATP ha una lunga, lunghissima storia alle spalle, che nasce negli anni '50, allorquando il tennis viveva, in parte, le stesse contraddizioni del ciclismo: forte presa pubblica e forte contrasto giocatori/organizzatori. Fu la qualità degli uomini a determinarne il successo. Esattamente come sembra essere la qualità degli uomini ad aver determinato il disastro del ciclismo.
BenoixRoberti ha scritto: Appena possibile sarà in effetti necessario fare una sintesi del materiale postato, ovvero fissare i punti della storia, che non necessitano di interpretazione: i fatti. Grazie della collaborazione.
Ancora grazie a te.


l'Orso
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Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 11:18

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da l'Orso »

direi che .... basta così.
Più volte son stato tentato di scrivere in questo TD o in uno di quelli della stanza doping, ma alla fine ho sempre cancellato i post, volevo aspettare ancora qualche giorno per capire che piega prendeva la vicenda dello scoperchiamento di un pentolone (quasi due) dei tanti in giro.
La piega è da schifo per cui questo post ve lo tenete :)

So che sarà inutile ma...
..o L'UCI fa un passo indietro e la dirigenza attuale scompare dallo sport tutto oppure io non seguirò più il ciclismo professionistico, per il resto (organizzazione di gare ciclismo giovanile & MTB) vedrò come andrà l'elezione FCI di gennaio.

...e vadano a quel paese i vari Gilbert/Wiggo/Millar (lui 2 volte): che le dichiarazioni sian state loro "richieste" o che sia frutto del loro testolino, poco importa, e il "bello" è che nessuno che tiri fuori le .....
mi son rotto i cocomeri di tenere il moccolo a 'sta banda di.. di... imbranati.

PS: grazie a tutti per le info che riportate, comprese le vicende già note e discusse sul forum in passato, un ripasso fa sempre bene e servon per tirare il filo.

PPS: son già :grr: :grr: e nn ho ancora letto l'articolo di Marco.

Ci si legge e auguro buone pedalate da fare in prima persona a tutti.


Fanta cicloweb 2015:
Tour 2015 - 19a tappa - SJ M.nne - Toussuire (24 Luglio)

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Scostante_Girardengo
BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da BenoixRoberti »

prof ha scritto:Beh, sta chiudendo tutte le sue precedenti attività, mi sembra che i rapporti con il ciclismo si siano di molto diradati ed è finito a fare comunella con il Mito, non è proprio quel che si definirebbe una immagine in ascesa. Federazione Svizzera di Triathlon : sai tu ? I fasti di un tempo sono decisamente alle spalle. Se fossi in lui sarei molto, molto preoccupato. Attento a non prendere lucciole per lanterne.
...
Vabbè, e allora ? Quel che vedo è uno che ha fatto il suo mestiere. Se poi l'ambiente del ciclismo è popolato di nani e scartine non è mica colpa sua.
In parte posso concordare, ma il discorso andrebbe esteso al complesso dell'intervento IMG nel ciclismo che è stato a dir poco nefasto.
Il rapporto con il Mito c'è stato sin dall'inizio e, nella mia ipotesi, era connaturato al progetto. Quel progetto è certamente ormai archiviato, ma il concept potrebbe non esserlo affatto.
Per il resto rimando all'approfondimento, perché ci sono dei dubbi, e grossi, sulle vicende del 2006 che intrecciano inchieste doping, maneggi sulle licenze World e sponsorizzazioni venute a mancare per questioni di immagine (salvo ritrovare le stesse aziende come title sponsor di gare a tappe).
Quindi è vero che ciascuna società di marketing ha diritto di operare, ma nei limiti in cui non inficia la competizione e non influenza scorrettamente il quadro sportivo.
prof ha scritto:La Svizzera ha una storia di 700 anni di libertà che si riflettono in condizioni di vita per i suoi cittadini che sono le migliori in senso assoluto in Europa e, probabilmente, nel mondo. Sparare a pallino su di un sistema che non si conosce non aiuta a capire le cose. Il sistema bancario svizzero ha regole sue, che definire lassiste è sbagliato e fuorviante e serve solo a nascondere il riflesso pavloviano di noi europei che la libertà non l'abbiamo mai conosciuta. Il sistema bancario svizzero è quello che ha rigettato sul nascere l'approccio operato dall'oligarchia e dalla malavita russe nel loro tentativo di riciclare il frutto di proventi oscuri. Forse UK e Germania, di queste cose, ne sanno molto piu' degli svizzeri. Cercare di rappresentare la Svizzera come le Cayman o come uno stato canaglia è un'emerita idiozia che diciamo spesso e volentieri perchè abbiamo perso il significato della parola libertà.
Quanto scritto non ha un particolare risvolto che nel sistema bancario, ma proprio nelle pieghe discrezionali concesse agli organismi internazionali.
Per ragioni geografiche, di origine familiare ed anche lavorative conosco abbastanza la realtà svizzera (pure bancaria nei miei limiti) e posso dirti che quanto scritto è anche il pensiero di parecchi svizzeri. Riguardo al sottobosco ginevrino e vodese degli organismi internazionali c'è tanta letteratura. Essendo questo popolino molto influente ed economicamente importante per le casse ed il potere informativo svizzero, l'autorità svizzera chiude gli occhi su tanti maneggi e furbate.
La stessa cosa in un paese comunitario non sarebbe proprio così facile, Italia esclusa :(.
Una Uci con sede in Belgio, al centro della passione fiamminga, sarebbe un'altra cosa. MOLTO MIGLIORE


Basso
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Iscritto il: sabato 21 maggio 2011, 18:03

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da Basso »

Questo post è legato in parte al titolo dell'argomento.

Eddy Merckx, 24 agosto 2012:
Eddy Merckx ha scritto:Lance Armstrong è stato sottoposto ad un processo ingiusto - ha detto il Cannibale - e ora ha abbassato le armi, impotente. Ma nella sua carriera è sempre stato corretto e gli oltre 500 controlli ai quali è stato sottoposto dal 2000 in poi sono stati tutti negativi. Il processo si basa solo su testimonianze, mi sembra ingiusto
http://www.ciclonews.it/news_scheda.php?id=37603
http://www.cyclingnews.com/news/merckx- ... -armstrong

Eddy Merckx, 23 ottobre 2012:
Eddy Merckx ha scritto:Ho incontrato Lance molte volte - dice Merckx - e non mi ha mai parlato di doping, di medicine o di altre cose simili. Non aveva certo motivo di farlo, erano problemi suoi, ma indubbiamente sono caduto nella trappola. Sono stupito di lui, specie dopo tutto quello che ha passato
http://www.gazzetta.it/Ciclismo/23-10-2 ... 1412.shtml
http://www1.skysports.com/cycling/news/ ... -Armstrong

Tu quoque, Eddy.

W il Ciclismo in Rai :ponpon:


11 Vuelta 7-Prato
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
jumbo
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Iscritto il: sabato 1 ottobre 2011, 10:42

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da jumbo »

La WADA sta mettendo a fuoco l'obiettivo nel mirino.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbvFJpvG


Strong
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da Strong »

jumbo ha scritto:La WADA sta mettendo a fuoco l'obiettivo nel mirino.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbvFJpvG
toh! non l'avrei mai detto!
eppure quando queste cose ho provato a dirle io.....vebbè lasciamo perdere.... :yawn:


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
jumbo
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Iscritto il: sabato 1 ottobre 2011, 10:42

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da jumbo »

cosa intendi? il fatto che si dopassero tutti?
be', basta guardare i nomi dei podii dei 7 tour...


Strong
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Iscritto il: mercoledì 12 gennaio 2011, 11:48

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da Strong »

jumbo ha scritto:cosa intendi? il fatto che si dopassero tutti?
be', basta guardare i nomi dei podii dei 7 tour...
esatto. eppure per tanti il "diavolo" era solo armstrong


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
Admin
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da Admin »

Strong ha scritto:
jumbo ha scritto:La WADA sta mettendo a fuoco l'obiettivo nel mirino.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbvFJpvG
toh! non l'avrei mai detto!
eppure quando queste cose ho provato a dirle io.....vebbè lasciamo perdere.... :yawn:

Strong, ma perché fai il martire di una crociata che nessuno ha fatto?
Quando hai provato a dire queste cose, queste cose erano già scritte da anni su questo forum e in tanti articoli del sito che lo ospita.

Poi se qualcuno fa dei distinguo tra dopato e dopato, sarà anche possibile argomentare sul merito, no? A meno di non pensare equiparabile la figura (con annesse coperture) di Armstrong con quella di un ... (nome x, va bene chiunque).


Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
Strong
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da Strong »

Admin ha scritto: Poi se qualcuno fa dei distinguo tra dopato e dopato, sarà anche possibile argomentare sul merito, no? A meno di non pensare equiparabile la figura (con annesse coperture) di Armstrong con quella di un ... (nome x, va bene chiunque).
basta non scadere nel campo dell'utopia.
ci sarà sempre qualcuno che potrà godere di più privilegi....lo trovo ababstanza normale

ora la wada dice: "tutti si dopavano"
quindi "tutti" sono stati protetti (tranne quando sono stati squalificati)


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
jumbo
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da jumbo »

no, la wada dice: "tutti si dopavano"
quindi l'UCI non era (é) capace di fare vera lotta al doping (e poi magari, ancor peggio, si scopre che non la voleva fare veramente).


BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

Messaggio da leggere da BenoixRoberti »

In tutta questa faccenda il doping è solo un ingrediente, un corollario, che però incipria tutto questo sport; spero in modo non definitivo.
- Prudhomme vuole i soldi indietro per questioni etiche
- Landis ed Hamilton sono feccia perché si dopavano e per anni hanno negato
- Armstrong il capo dei truffatori
- Wiggins, Gilbert, etc. hanno un'altra cultura

Se non ci fosse il doping, se non ci fosse stato un modo per tenere in silenzio decine di persone, a tutte le boiate affermate ieri ci sarebbe stata la rivolta.
Invece tutti ingoiano per paura che possa emergere qualcosa a loro carico (dagli scheletrini agli scheletroni).
E, tra le righe, nelle carte dell'Usada si leggono tanti altri nomi coperti, facilmente interpretabili, di personale ancora attivo nelle squadre.
Perché la caccia alle streghe degli sfigati ciclisti si è al momento placata?
Solo perché chi sta sulla cadrega Uci in questo momento è in disgrazia e non ha bisogno di ulteriori problemi.
Per questo la cadrega va segata prima possibile, anche usando le tarme.

Ps. Sentite la difesa di questo pover uomo costretto a difendere la reputazione sua e della sua famiglia dalle accuse di corruzione del famigerato Kimmage (verso la fine).
http://www.rte.ie/radio/radioplayer/rte ... %3A0%3A%3A


Winter
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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BenoixRoberti ha scritto:In tutta questa faccenda il doping è solo un ingrediente, un corollario, che però incipria tutto questo sport; spero in modo non definitivo.
- Prudhomme vuole i soldi indietro per questioni etiche
Aso dei soldi se ne frega , negli ultimi 13 anni quante volte è stato cambiato il vincitore ? adesso sette edizioni son addirittura vuote
Non vuole che si ripetano dei fatti del genere
Perche' quando un sport (e una corsa) perdono credibilità è finita


BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Cette France, roses et fleurs de le Tour, n'existe pas. ;)
A la prochaine fois pour l'explication. :stretta:


CicloSprint
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Dopo l' era di Lance Doparmstrong, che cosa succederà ?


BenoixRoberti

Re: Basta con la Trinità di Aigle

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CicloSprint ha scritto:Dopo l' era di Lance Doparmstrong, che cosa succederà ?
La prima conseguenza in ambito prettamente sportivo è a dir poco positiva. L'AIGCP, l'associazione dei gruppi sportivi ha chiesto l’insediamento di una commissione indipendente sulle misure di lotta al doping. Il presidente Jonathan Vaughters (Garmin) ha chiarito che le squadre sono pronte ad farsi carico di parte dei costi di questa misura e ha precisato che il progetto si deve basare sulle indicazoni della Wada e dell’Uci.
In poche ore è caduto il vero mostro che ha soggiogato e terrorizzato questo sport (il sistema dell'antidoping Uci), anche se nessuno lo ha detto ed ammesso, e le squadre hanno trovato il coraggio di chiedere che ad occuparsi dell'antidoping sia una entità esterna. Non è un aspetto da poco, perché l'antidoping rappresenta una parte cospicua del bilancio Uci (credo il 40% ed è un pure un capitolo di spesa in forte utile) e togliere risorse alla bestia è un gran passo avanti, sperando che una rappresentanza nell'organismo venga pure riservato ai corridori.
Il passo successivo dovrebbe essere la creazione di una lega estranea alla Uci, costituita da organizzatori e team, dove far confluire i corrispettivi per le licenze, lasciando all'Uci il solo compito di gestione politica e regolamentare a livello internazionale del movimento, come avviene in tutti gli altri sport.
Dopo quasi 25 anni dalla caduta del muro avremo finalmente il superamento di tutte le arrugginite e farraginose strutture ibride fra dilettantismo e professionismo, arrivando finalmente ad un professionismo compiuto. Se l'Uci non accetterà il passo indietro verrà comunque ridimensionata da qualche grosso soggetto privato che mettendo soldi sul tavolo si accaparrerà del giocattolo comprandosi l'alleanza di organizzatori veri prima e di alcune squadre poi.
Mi auguro che ciò non avvenga perché si potrebbe cadere dalla padella alla brace, ma in questo caso si può sperare sulla capacità dei team di saper far fronte al difficile momento, rimboccandosi le maniche e associandosi ovunque sia necessario e possibile.


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nino58
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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Winter ha scritto:
BenoixRoberti ha scritto:In tutta questa faccenda il doping è solo un ingrediente, un corollario, che però incipria tutto questo sport; spero in modo non definitivo.
- Prudhomme vuole i soldi indietro per questioni etiche
Aso dei soldi se ne frega , negli ultimi 13 anni quante volte è stato cambiato il vincitore ? adesso sette edizioni son addirittura vuote
Non vuole che si ripetano dei fatti del genere
Perche' quando un sport (e una corsa) perdono credibilità è finita
Se ASO riesce a recuperare i premi pagati ad Armstrong non so che interesse abbia a redistribuirli ai "secondi" (a prescindere dall'opportunità "etica" di attribuire le vittorie ai secondi).
La velocità con la quale Preudhomme si è detto contrario alla riessegnazione delle vittorie è impressionante.


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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nemecsek
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Re: Basta con la Trinità di Aigle

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BenoixRoberti ha scritto:l'antidoping rappresenta una parte cospicua del bilancio Uci (credo il 40% ed è un pure un capitolo di spesa in forte utile)
Sarebbe interessante avere ulteriori dati su questo argomento.
BenoixRoberti ha scritto:
CicloSprint ha scritto:Dopo l' era di Lance Doparmstrong, che cosa succederà ?
La prima conseguenza in ambito prettamente sportivo è a dir poco positiva. L'AIGCP, l'associazione dei gruppi sportivi ha chiesto l’insediamento di una commissione indipendente sulle misure di lotta al doping. Il presidente Jonathan Vaughters (Garmin) ha chiarito che le squadre sono pronte ad farsi carico di parte dei costi di questa misura e ha precisato che il progetto si deve basare sulle indicazoni della Wada e dell’Uci.
In poche ore è caduto il vero mostro che ha soggiogato e terrorizzato questo sport (il sistema dell'antidoping Uci), anche se nessuno lo ha detto ed ammesso, e le squadre hanno trovato il coraggio di chiedere che ad occuparsi dell'antidoping sia una entità esterna. Non è un aspetto da poco, perché l'antidoping rappresenta una parte cospicua del bilancio Uci (credo il 40% ed è un pure un capitolo di spesa in forte utile) e togliere risorse alla bestia è un gran passo avanti, sperando che una rappresentanza nell'organismo venga pure riservato ai corridori.
Il passo successivo dovrebbe essere la creazione di una lega estranea alla Uci, costituita da organizzatori e team, dove far confluire i corrispettivi per le licenze, lasciando all'Uci il solo compito di gestione politica e regolamentare a livello internazionale del movimento, come avviene in tutti gli altri sport.
Dopo quasi 25 anni dalla caduta del muro avremo finalmente il superamento di tutte le arrugginite e farraginose strutture ibride fra dilettantismo e professionismo, arrivando finalmente ad un professionismo compiuto. Se l'Uci non accetterà il passo indietro verrà comunque ridimensionata da qualche grosso soggetto privato che mettendo soldi sul tavolo si accaparrerà del giocattolo comprandosi l'alleanza di organizzatori veri prima e di alcune squadre poi.
Mi auguro che ciò non avvenga perché si potrebbe cadere dalla padella alla brace, ma in questo caso si può sperare sulla capacità dei team di saper far fronte al difficile momento, rimboccandosi le maniche e associandosi ovunque sia necessario e possibile.
E' una chiave di lettura interessante e per molti versi condivisibile, anche se, ora come ora,
BenoixRoberti ha scritto: Se l'Uci non accetterà il passo indietro verrà comunque ridimensionata da qualche grosso soggetto privato che mettendo soldi sul tavolo si accaparrerà del giocattolo comprandosi l'alleanza di organizzatori veri prima e di alcune squadre poi.
mi pare che i grossi soggetti privati stiano piuttosto prendendo le distanze da un ciclismo sempre meno credibile e quindi meno appetibile dal punto di vista di immagine.


A volte il dito indica proprio il dito, non la luna.
Dopo Campiglio qualcuno ha abbandonato il ciclismo, qualcun altro ha ripreso a seguirlo.
I veri campioni erano quelli che dicevano no [Winter]
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