il ciclismo in Italia è finito

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
Winter
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Winter »

Considerando l'ingaggio di Di Luca alla Vini Fantini , il totale dei professionisti Italiani (WT e Continental Pro) è di 128 ( il 35% corre in squadre estere)
La Francia ne ha 130 (11% corre in squadre straniere)

Era da piu' di Vent'anni che l'Italia era la nazione con piu' corridori professionisti , è proprio la fine di un era


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danilodiluca87
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da danilodiluca87 »

Winter ha scritto:Considerando l'ingaggio di Di Luca alla Vini Fantini , il totale dei professionisti Italiani (WT e Continental Pro) è di 128 ( il 35% corre in squadre estere)
La Francia ne ha 130 (11% corre in squadre straniere)

Era da piu' di Vent'anni che l'Italia era la nazione con piu' corridori professionisti , è proprio la fine di un era
ehhhh se mancano le squadre, perchè mancano soldi ed organizzazionee......che vuòò faa??????


Il KILLER di Spoltore
Winter
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Winter »

Niente.. i numeri non mentono (a parte per il presidente Di Rocco)
Per me bisogna diminuire le cifre che girano nel ciclismo , lo fa il calcio (a parte la tua squadra :D )
Un Contador o un Nibali non posson guadagnare quelle cifre
La Media delle WT è sui 10 ml di euro
Le Continental Professional dai 3 ai 6
Con cifre dimezzate , un cosponsor puo' far la squadra


Frenk
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Frenk »

Io credo che tenendo comunque ben conto del periodo economico negativo per cui le sponsorizzazioni latitano sia per team che per manifestazioni, manchi un vero campione capace ( a suon di altissime prestazioni ) di costruire attorno a se un movimento d interesse sponsoristico ben strutturato. Un vero campione capace anche di vendersi, con una buona immagine. Il primo che mi viene in mente è cipollini. Maestro del marcheting applicato al ciclismo. Ottima immagine, bella e brillante presenza mediatica e terribilmente vincente per moltissimi anni.


Strong
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Strong »

pi che le prestazione serve un personaggio
le prestazioni le sta fornendo nibali ma il siciliano non emoziona, è piatto...

un pantani, cipollinim, chiappucci
serve il personaggio


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
Frenk
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Frenk »

Strong ha scritto:pi che le prestazione serve un personaggio
le prestazioni le sta fornendo nibali ma il siciliano non emoziona, è piatto...

un pantani, cipollinim, chiappucci
serve il personaggio
In effetti nibali sta facendo ottime prestazioni, ma non sono eccellenti. Io mi aspetto un salto di qualità in Astana. Forse è piu un augurio.


Dino
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Dino »

Strong ha scritto:pi che le prestazione serve un personaggio
le prestazioni le sta fornendo nibali ma il siciliano non emoziona, è piatto...

un pantani, cipollinim, chiappucci
serve il personaggio
Nibali è un'ottimo corridore di fatica... non credo un campione!
A parte una Vuelta e una Tirreno alla soglia dei 29 anni non ha ancora vinto nulla...quindi non vedo queste grandi prestazioni, per il momento! Considerando che si tratta della punta di diamante del movimento ciclistico italiano :boh:


Frenk
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Frenk »

Dino ha scritto:
Strong ha scritto:pi che le prestazione serve un personaggio
le prestazioni le sta fornendo nibali ma il siciliano non emoziona, è piatto...

un pantani, cipollinim, chiappucci
serve il personaggio
Nibali è un'ottimo corridore di fatica... non credo un campione!
A parte una Vuelta e una Tirreno alla soglia dei 29 anni non ha ancora vinto nulla...quindi non vedo queste grandi prestazioni, per il momento! Considerando che si tratta della punta di diamante del movimento ciclistico italiano :boh:
si, in effetti ci aggrappiamo a un corridore che qualche anno fa in mezzo ai vari Bartoli, Cipollini, Bettini, Pantani sarebbe passato quasi per corridore di seconda fascia. Però è il meglio della cicloitalia attuale e dobbiamo accontentarci.


Strong
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Strong »

chiappucci non ottenne dei grandissimi risultati ma era comunque uno dei trascinatorei del nostro movimento


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
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henkmovi
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da henkmovi »

a mio avviso moreno moser può essere se continua a crescere così bene la salvezza del ciclismo italiano :)


Frenk
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Frenk »

Strong ha scritto:chiappucci non ottenne dei grandissimi risultati ma era comunque uno dei trascinatorei del nostro movimento
Diciamo che ha trovato un paio di corridori che l hanno sempre messo dietro. Un certo Bugnò in Italia e un certo Indurain al giro e al tour. Però é stato un grande. L impresa del sestiere é nella storia del ciclismo italiano come la Cuneo Pinerolo di Coppi e le deux Aple di Pantani.


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Coppel
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Coppel »

Bazzia ha scritto:
Coppel ha scritto:Concordo. E' un articolo fatto tanto per attirare visite in un periodo in cui tutti temono che le corse italiane saltino. Si fa sensazione senza nulla in mano :blabla:
La corsa si fa so di corridori di WT straniere che l'hanno già in calendario, idem le squadre che per la logistica. :pss:
Qualche tempo fa infatti uscì la conferma della RCS, che ha annunciato le squadre al via (Strade Bianche e Giro del Lazio)


BenoixRoberti

Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da BenoixRoberti »

Sono conscio di poter sollevare una discussione molto conflittuale (e da vari punti di vista) con quanto scritto di seguito, ma l'osservazione di quanto sta rapidissimamente succedendo al ciclismo italiano, spinge a dover ripensare in tempi brevi l'intero assetto del settore.
E' da tempo che pensavo di metter giù questo post e la discussione nel bellissimo 3D sulle wildcards mi ha dato lo spunto definitivo.
Se la situazione delle nostre squadre e delle nostre organizzazioni permarrà tale, nell'arco di un paio d'anni andremo incontro ad un declino irreversibile, non tanto per il calo di squadre, bensì per il calo di vocazioni sportive ed organizzative. Le squadre si possono tornare a riallestire, ma è difficilissimo ricreare l'humus per le gare perse e per i vivai (leggasi scuole ciclismo) chiusi.
E' evidente che il ciclismo globalizzato non ci consentirà più di avere oltre un massimo di 3 squadre WT, anche in caso di improbabili condizioni economiche eccellenti ed altrettante continental professional, perché il panorama delle wilcard è ancor più contingentato. Il numero assoluto delle continental pro potrà essere incrementato solo a fronte di un rinvigorito calendario europeo e mediterraneo in particolare, cosa che appare assolutamente ardua in questa fase.

Come si può agire per fermare il declino?

Evito accuratamente di andare nel dettaglio delle misure che andrebbero prese dall'Uci e che di seguito sintetizzo:
- riduzione del 30% delle tasse per gli organizzatori (lasciando inalterati rispetto al 2011, ripeto 2011, i budget per passaporto biologico e controlli ... per la salute);
- aumento del 15% della fee per l'organizzazione dei mondiali strada;
- riduzione drastica del 50% del personale addetto nella sede di Aigle; l'ideale sarebbe il trasferimento della sede Uci in località comunitaria, Belgio in primis, anche per ottenere un cospicuo risparmio sul costo del personale;
- divieto assoluto della esterovestizione (in nazioni dalla fiscalità di comodo) per i team professionistici esattamente con le stesse regole applicate nel calcio (regola che potrebbe applicare anche la Fci, come già fa la FFC francese).

Limitatamente alla ricerca di una soluzione per gli aspetti italiani ritengo necessarie alcune fondamentali premesse.
Le modifiche apportate negli ultimi anni all'assetto U23-Continental-Prof in ambito internazionale rendono totalmente assurdo il sistema italiano, che resta ormai in piedi solo per proteggere un elettorato tradizionale che supporta l'attuale dirigenza.
Ci troviamo di fronte ad un dilettantismo italiano, becero e dannoso, che spreme molti ragazzi e nel contempo è da decenni ormai un camuffato professionismo.
Questo sistema basato su alcuni storici club ha fatto il suo tempo e non ha più ragione di esistere.
Per pochi soggetti e team stiamo pregiudicando il lavoro dei vivai ed il futuro dei ragazzi che passano da questi team.
E' giunta l'ora che il sostanziale professionismo di questi ragazzi sia sancito dalle regole e da regolari contratti. Ma soprattutto è fondamentale che il professionismo di questi club sia trasformato uniformando l'assetto italiano a quello europeo.
Per fare ciò è necessario agire con capacità politica ed organizzativa. Una federazione capace potrebbe presentare uno studio giuridico-fiscale alla amministrazione politico-fiscale evidenziando le storture e le falle dell'attuale normativa (legge 398/91) che dopo oltre 20 anni necessita di un adeguamento.
Dal punto di vista del gettito lo Stato ne avrebbe un seppur minimo recupero, in quanto riporteremmo in Italia alcuni team emigrati di comodo e nel contempo si ridurrebbe la forte evasione di gettito delle imprese che si avvalgono delle sponsorizzazioni pseudo-dilettantistiche.

Altri settori facenti capo al vecchio ministero sport-spettacolo hanno nel tempo goduto di incentivazioni fiscali (utili sia al fisco che ai settori) e non vedo perché non si possa arrivare ad un sano accordo per tutti, anche nel ciclismo, che in questo potrebbe unirsi ad altre discipline con problematiche simili.
Sarebbe bene che ai team prof (WT e pro) venissero concessi anche in ambito sportivo le stesse agevolazioni fiscali e contributive dei contratti di accesso alla professione, concedendo ai nostri tesserati under 26 le stesse garanzie degli altri lavoratori, a differenza di quanto avviene nei team che si affiliano in modo farlocco (magari senza la benché minima e basilare assicurazione professionale).
Così facendo i team potrebbero allestire più agevolmente team continental satelliti o direttamente incorporati nella struttura.
Per il fisco non sarebbe un problema, anzi, e da un punto di vista legale ridaremmo ampia e piena dignità ad una intera categoria professionale.
In questi anni abbiamo avuto agevolazioni fiscali per il cinema, per il circo, facilitazioni incredibili pure per il calcio professionistico (!!!), non vedo perché uno sport in crisi e dalla grande storia (verso cui la storia del nostro Paese ha un debito) non possa ottenere una più che legittima e fruttuosa (per tutti) rimodulazione fiscale.

In tal modo in Italia non avremmo più il gravoso salto di categoria, che nel resto d'Europa è totalmente attenuato. L'unico salto è quello da una continental ad una continental pro e/o ad un team protour.
Ma sembra che in Italia vi sia la voglia di mantenere gli albi di accesso al ruolo, delle fittizie barriere d'ingresso, quasi una sorta di sadismo o di nonnismo sociale che però alla comunità porta solo nocumento ed arretratezza culturale ed economica.
Della stessa arretratezza è vittima oggi il nostro ciclismo.
La dicotomia dilettantismo-professionismo non ha più senso, così come è stata sinora, nell'attuale nostra società.

Venendo al concreto, rendendo omogeneo l'assetto italiano a quello europeo (francese in primis che sta dando ottimi frutti) avremmo una categoria professionistica (ma meglio direi professionalizzata) sino a 400-500 attori, in caso di condizioni di eccellenza economica, oltre agli addetti dei team.
In sostanza ci sarebbe spazio per almeno una decina (magari di riferimento regionale o comunque territoriale) di team veramente professionalizzati oltre ai team WT e Pro.
Ovviamente andrebbero riviste le valorizzazioni dei cartellini dei corridori maggiorenni per premiare il lavoro dei vivai.
I migliori under23 troverebbero subito spazio nelle strutture continental, maggiormente protettive, dei grandi team WT e gli altri a maturazione lenta o più naive avrebbero comunque, grazie alle altre continental (veramente professionistiche e di garanzia professionale), una opportunità per mettersi in luce in un ravvivato calendario italiano.
Sì, perché per gli organizzatori ne deriverebbe una garanzia di partecipazione qualitativa, che le attuali disastrate continental italiane (non per loro colpa e lo dico col massimo rispetto) non possono garantire.
In tal modo si avrebbe un recupero della dimensione nazionale degli organizzatori, che potrebbero ancora contare su un parco corridori di rilievo numerico, non venendo costretti ad esborsi forzati per gli ingaggi.
Avremmo una riaffermazione di leadership professionistiche locali, regionali un po' come ai vecchi tempi, in una positiva dinamica che definirei GLOCAL, esattamente come avviene nel resto del mondo. In tal modo in alcune regioni potremmo contare su eventi di interesse sovraregionale (con varia presenza straniera e che ora sono solo regionali) degni di essere coperti maggiormente dai media. Dirò di più, andrà perseguito maggiormente il radicamento territoriale delle continental in modo da favorire il coinvolgimento territoriale tra aspetto sportivo e promozione territoriale (organizzazione gare) che solo il ciclismo sa garantire.
La riduzione delle tasse Uci servirebbe anche a dare la possibilità ad alcuni organizzatori di cimentarsi più comodamente nella fascia 1.2 e 2.2
Avere 400 professionalizzati in Italia sarebbe cosa diversa dall'avere come ora una novantina di prof e qualche altro centinaio di soggetti che non sono né carne né pesce.
E con questo assetto stiamo letteralmente precipitando.

Detto questo, l'attuale dirigenza della Fci e la LegaPro hanno la capacità, LA VOLONTA' e le competenze per avviare un confronto del genere?
Hanno la lungimiranza e la capacità progettuale che ha avuto in Francia un David Lappartient?
La sconfitta di Pagnozzi ha avuto certamente una positiva sicura conseguenza: la fine della dipendenza forzata delle federazioni dal soldo Coni, una dipendenza sulla quale il baffo Di Rocco ha costruito la sua forza e della quale si sono fidati i delegati di Levico, delegati che già lamentano i mancati ... diciamo "rimborsi".
Ora le cose sono molto cambiate. Da Levico sembra passata una era geologica nel mondo sportivo italiano (Coni) ed i nodi non tarderanno molto a venire al pettine.
I problemi li sappiamo tutti. Le soluzioni vanno trovate, ma sembra che la cosa non interessi ancora chi dirige la baracca.
Si attende l'emergenza, che è appena dietro l'angolo.
Per sei mesi abbiamo visto il gran capo ad ogni evento ciclistico e mondano-ciclistico (dalle Olimpiadi in poi). A Minsk si è tornati all'antico.
E poi ora sarà indaffarato riannodare i fili nei palazzi attorno al Flaminio. Chi se frega del ciclismo!


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Celun
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Celun »

02/03/2013

napolitano/moser/chicchi, tre centri in tre nazioni differenti: comunque una giornata da ricordare per il bistrattato pedale italico :D


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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da lemond »

Celun ha scritto:02/03/2013

napolitano/moser/chicchi, tre centri in tre nazioni differenti: comunque una giornata da ricordare per il bistrattato pedale italico :D
Che viene una settimana dopo la prima classica belga vinta da Paolini. :)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Coppel
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Coppel »

Non è che Chicchi e Napolitano abbiano vinto Fiandre e Liegi, nè :diavoletto:


BenoixRoberti

Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da BenoixRoberti »

Coppel ha scritto:Non è che Chicchi e Napolitano abbiano vinto Fiandre e Liegi, nè :diavoletto:
Sei un coitus interruttore :D :P


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robot1
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da robot1 »

C'era anche la vittoria di Noemi Cantele in El Salvador.
Dominio assoluto.


Un giorno potremo raccontare ai nipotini che noi siamo stati fortunati a veder correre Sagan
Monsieur
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Monsieur »

BenoixRoberti ha scritto:Come si può agire per fermare il declino?
Post magnifico, soprattutto per quanto riguarda la rivoluzione che auspichi a livello dilettantistico. :clap:


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Slegar
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Slegar »

Monsieur ha scritto:
BenoixRoberti ha scritto:Come si può agire per fermare il declino?
Post magnifico, soprattutto per quanto riguarda la rivoluzione che auspichi a livello dilettantistico. :clap:
Troppo intelligente per essere pienamente colta dalla dirigenza ciclistica italiana.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Winter
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Winter »

5 Marzo 2013 8 corse Under 23 - Dilettanti disputate
5 Marzo 2003 17 corse Under 23 - Dilettanti disputate
7 Marzo 1993 28 corse Dilettanti disputate

Come riferimento è il secondo week end di corse , se va avanti cosi' nel 2023 non esisterà piu' nulla


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Subsonico
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Subsonico »

Ah ma accadrà comunque, secondo Casaleggio ci sarà la terza guerra mondiale! :D

Comunque, come dicevo da un'altra parte, credo sia giunto il momento in Italia di pensare alla qualità e non più alla quantità. Ai numeri del passato non ci torneremo più. Capito Winter? Mai più.

Meno gare ovviamente significano anche meno corridori, dunque il discorso fila.

Dicevo, qualità. Ma come? Il fine settimana appena passato è un esempio calzante, ma secondo me ancora non basta.

La settimana scorsa sono stato ad Harelbeke per la seconda tappa della Driedaagse Van West Vlaanderen, quella vinta da Napolitano per intenderci.
Una corsa minore con tutti i crismi, per l'appunto, a parte la presenza di Cavendish.

Ebbene, anche una corsa "minore" li ha un villaggio-arrivo, con diversi stand di abiti sportivi, alimentari e soprattutto un mega-tendone nel quale si poteva accedere su invito o a pagamento a un buffet con musica dal vivo ( e anche di qualità ! suonavano rock anni '80 tipo REM e U2...). Un po' quello che da noi si vede al Giro d'Italia. Ma solo al Giro!

Inutile parlare della folta presenza di pubblico, niente di eccezionale per carità, ma ho faticato a trovare uno spot adeguato per mettermi ai -50. Ma soprattutto i tanti giovani, mentre molti dei più adulti/infoiati hanno la radiolina connessa sul circuito di radiocorsa (che malati! Ne voglio una anch'io)

Un'altra cosa che ho notato è anche la freschezza delle cerimonie. Da noi è tutto estremamente solenne, troppo solenne, anche un presentatore come l'amico Stefano Bertolotti, potenzialmente una personalità spumeggiante, deve attenersi a una certa maniera di comunicare. Li lo speaker si divertiva e faceva divertire, faceva commenti sulle miss, coglionava Jelle Wallays perchè la maglietta di leader dei GPM era decisamente troppo piccola per lui...

Insomma, riassumendo, il ciclismo in Belgio sopravvive perchè ha mantenuto la sua condizione umana. È in contatto con la civiltà, un evento ciclistico qualunque, e non solo il Giro d'Italia, dà allo spettatore occasionale tutto cio che chiede, e cioè distrarsi con eventi di contorno mentre è in arrivo una corsa ciclistica.


VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...

"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
Winter
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Winter »

Non son d'accordo
8 Gare in due week end son ridicole , in Francia ci son state nella sola Bretagna e solo xk è inizio stagione
Infatti nel tuo Belgio ce ne son state 16

Bisogna aumentare la base , non diventare uno sport d'elite
Piu' gare piu' appassionati

Sulla seconda parte , quello che ti è successo per il West Vlaanderen a me è capitato per il Tour du Limousin..
Incredibile la quantita' di gente che c'era , la carovana pubblicitaria (ho riempito due borse..) , la passione


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cauz.
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da cauz. »

l'altra sera ero a bere una birra con un amico che si occupa di eventi culturali legati al ciclismo. non si tratta di appuntamenti da decine di migliaia di persone, ma di eventi anche più piccoli ma diffusi in quasi tutto il mondo, e sommando i partecipanti qua' e la' viene fuori un numero impressionante (resto sul vago per la necessaria privacy).
be', a un certo punto mi mostra la sua mail. per la prossima stagione, che passerà anche per un momento di grossa visibilità al mondiale di firenze, sta cercando nuovi sponsor e tra le altre si è rivolto pure ad una enorme azienda alimentare, proponendogli di sponsorizzare con il loro prodotto più cool, già iper-presente in campo pubblicitario (anzi, direi che esiste quasi solo grazie al campo pubblicitario :diavoletto:). la loro risposta, molto immediata, è stata:
"purtroppo il ciclismo in questo momento è un veicolo di cattiva immagine, per cui la nostra azienda ha scelto di puntare su altri sport come tennis, golf, rugby e vela" (!).

passi il tennis, sport di massa dalla grande visibilità, ma l'idea che ormai siamo dietro pure al rugby e alla vela mi rende faticoso guardare con speranza al futuro...


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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da robot1 »

cauz. ha scritto: passi il tennis, sport di massa dalla grande visibilità, ma l'idea che ormai siamo dietro pure al rugby e alla vela mi rende faticoso guardare con speranza al futuro...
Anche se siamo leggermente OT, mi chiedo QUANTO il tennis (in Italia) sia sport di massa.
I praticanti non mi sembrano tantissimi (penso che erano molti di più negli anni 80, anche se era comunque un fenomeno abbastanza elitario).
La copertura televisiva in chiaro mi pare prossima allo zero (Roma e Parigi?)
Io ne sento parlare solo per le vittorie delle italiane e per le scommesse.
:hammer:


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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Frank VDB »

Mi associo agli applausi per il post circostanziato e condivisibile di Benoix Roberti.
Tuttavia, a monte, una resurrezione del ciclismo italiano passa alcuni aspetti che io ritengo prioritari. Li elenco per sommi capi:

1) cultura ciclistica: occorre sviluppare la cultura della bici come mezzo di mobilità "trendy" e alternativo. In Inghilterra, in ottica ecologica, ci hanno provato 25 anni fa. Oggi i manager della city vanno al lavoro in city bike mentre da noi sei uno sfigato se solo ci vai al liceo a 14 anni; figurarsi i manager! Abbiamo migliaia di amatori da migliaia di km l'anno che fuori dall'allenamento non usano la bici per la loro mobilità: un controsenso! Eppure la cultura della bici, in maniera carsica, si sta sviluppando anche da noi (si pensi al lavoro di @salvaiciclisti), ma molto deve essere ancora fatto. Su questi aspetti Federciclismo, Fiab e Consulta dovrebbero tentare assieme alla politica una vasta opera di sensibilizzazione, cosa che però o non avviene o è difficile anche con giunte che sulla carta sembrerebbero più sensibili. Badate: più si usa la bici nel tempo libero, più essa tornerà ad essere sport di massa. In Inghilterra sono partiti con Cameroon che andava alla Camera in bici, sono arrivati a a Wiggins e soci...

2) Sicurezza in strada: in parte ricalca quanto già detto. In più occorre dire che Federciclismo non fa alcuna attività di lobbing per strappare norme del codice della strada più favorevoli, o più piste ciclabili. Eppure se tanti genitori non mandano i ragazzi nelle squadre ciclistiche dei giovanissimi è soprattutto per questo: fino a 16-17 anni la paura non è per il doping, ma per la possibilità di essere travolti da una macchina in allenamento!

3) Managerialità della classe dirigente ciclistica. Ne ho già parlato in precedenza. Nel calcio gli ex calciatori solo in rari casi raggiungono ruoli manageriali-direttivi, e si limitano al campo tecnico-sportivo. L'immagine del ciclismo, il suo appeal presso i potenziali sponsor e presso i mass media passa per l'introduzione di figure professionali specializzate, non per ex ciclisti con la terza media che tentano di spendere il loro nome passato come team manager del piffero. Occorrono addetti stampa veri, uomini comunicazione, manager a tutto tondo, ci troviamo con procuratori improvvisati, traffichini di provincia e mezze figure che non solo se entrassero nella hall di una grande banca o di una grande impresa a chiedere denaro verrebbero accomodati fuori, ma che forse non hanno nemmeno l'idea che è lì che bisogna puntare, e non su (ammirevoli) titolari di capannoni della zona industriale vicino a casa.
Servono figure autorevoli e specializzate in grado di ripulire l'immagine di uno sport che non solo è compromesso per gli scandali doping, ma che appare vecchio e provinciale, per niente "cool". Al contrario, in questi anni l'assenza di una politica dell'immagine e della tutela del ciclismo ha portato i media ad identificare (senza mai incorrere in serie prese di posizione che passassero anche per le vie legali) il ciclismo come l'unico sport dei drogati, lo sport dei grupponi che la domenica mattina creano intoppi al traffico, lo sport degli indisciplinati che occupano tutta la carreggiata, lo sport di quelli che si drogano per vincere la gara patronale, ...

Qualcuno ha voglia di confrontarsi su questi punti?


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aria
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da aria »

Condivido il pensiero di Frank.
Proprio in questi giorni su un bisettimanale della mia piccola provincia leggo "Nasce Tuttinbici progetto per i bimbi, iniziativa della Vallelvobike per le scuole primarie". Plauso a queste iniziative, tra l'altro il Presidente è un personaggio rampante.
Bisognerebbe incominciare da qui. La bici è sempre piaciuta ai bambini, però i genitori del nostro tempo preferiscono passare il weekend tra le vetrine , ecc. dei grandi centri commerciali. E' la mentalità che manca agli italiani. Nei paesi del nord Europa i ragazzi vanno a scuola in bici, però sono attrezzati, evidentemente nelle scuole possono "asciugarsi" i capelli e cambiare gli abiti. In una grande città come Ginevra si vedono i manager transitare in città con le loro bici. Da noi non sarebbe possibile per il "decoro" della famiglia.


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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da cauz. »

pure all'estero comunque la situazione non e' rose e fiori.
dopo rabobank e liquigas l'anno passato, probabilmente europcar il prossimo, pure radioshack annuncia l'uscita dal ciclismo
http://www.cicloweb.it/news/2013/03/19/ ... del-doping


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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Slegar »

cauz. ha scritto:pure all'estero comunque la situazione non e' rose e fiori.
dopo rabobank e liquigas l'anno passato, probabilmente europcar il prossimo, pure radioshack annuncia l'uscita dal ciclismo
http://www.cicloweb.it/news/2013/03/19/ ... del-doping
L'accordo della Radioshack con l'allora TM Bruyneel era per quattro stagioni, quindi con scadenza 2013, dunque niente di strano se l'azienda statunitense non voglia più rinnovare l'accordo di sponsorizzazione; ciò non toglie che di motivazioni per andarsene la Radioshack ne ha "quintalate" e non solo legate al doping.

Quello che doveva essere un progetto ambizioso di lungo termine per il ciclismo statunitense si è rivelato un clamoroso fallimento per colpa dei due principali attori ben prima che venissero travolti dallo scandalo doping: Armstrong e Bruyneel (in rigoroso ordine alfabetico). Avevano tutti gli ingredienti per far bene: un traino iniziale come Armstrong, un progetto a medio-lungo termine, uno sponsor che appoggiava questo progetto, una squadra continental con i talenti del futuro del ciclismo a stelle e strisce. Con queste premesse sono riusciti a gettare alle ortiche tutto quanto; dopo due stagioni si sono infognati con Becca ed il suo sgangherato progetto, hanno portato nel professionismo degli onesti ciclisti come Sergent, King e Bewley ma si sono lasciati scappare Phinney e Dombrowski (e anche Dowsett in prospettiva) per finire con gli scandali che li hanno travolti.

Non è che il progetto Leopard sia messo meglio come "lungimiranza"; grazie alla fusione delle due squadre si sono lasciati scappare un buon velocista con eccellenti prospettive per il futuro come Selig e quest'anno Julian Kern ha preso la via della Francia. L'unico che si sono tenuto è Jungels, però il futuro non è certamente roseo; a fine stagione almeno una delle squadre del WT sarà estromessa per ritornare a 18 formazioni e la squadra di patron Becca perderà oltre allo sponsor anche Cancellara e qualche ciclista proveniente dalla "colonia americana" (Klöden?) per cui dovrà "sudarsi" il rinnovo della licenza per la prossima stagione.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
BenoixRoberti

Re: il ciclismo in Italia è finito

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Quella è una squadra molto, molto particolare e non penso che sarà facile per il "treno" andare via, qualora, il team trovasse un altro sponsor.
I tre Genii (Flavio Becca, Gerard Lopez ed Eric Lux) che stanno dietro la squadra sono tipini molto particolari.
Forse sarebbe necessario che di loro parlasse il buon Adrian Sutil, pilota di Formula 1, che nel collo di Eric Lux infilò il cristallo di un bicchiere di champagne durante un party a Shangai.
Eric Lux è il proprietario della Lotus, domenica vincente nel primo GP.


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Maìno della Spinetta
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

aria ha scritto: In una grande città come Ginevra si vedono i manager transitare in città con le loro bici. Da noi non sarebbe possibile per il "decoro" della famiglia.
Peccato che Ginevra sia più piccola di Brescia :)


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
aria
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Re: il ciclismo in Italia è finito

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Però Geneve è la city! Vanno anche al lavoro col monopattino. Almeno così la vedo io.


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tetzuo
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da tetzuo »

da un articolo in hp di marco grassi
Per quanto riguarda le Ardenne, mancano - con tutto il rispetto per la corsa della birra - le due prove più importanti. La sensazione è che, anche se dovessimo uscire da questa settimana senza un successo in una prova maggiore (quello che fu lo squillo di Gasparotto nell'Amstel 2012), questo benedetto bilancio potrebbe non essere più negativo di quello dello scorso anno.
a meno di una super prova di nibali, vedo difficile il modo in cui il bilancio delle ardenne possa essere non solo più positivo, ma anche alla pari. lo scorso anno una vittoria alla AGR e due posti sul podio della LBL.


Admin
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Re: il ciclismo in Italia è finito

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Parlavo in prospettiva, Tetzuo, per me la statura di Gatto nelle prove fiamminghe è cresciuta molto quest'anno, idem quella di Oss, e abbiamo quindi ora due corridori in più per quelle corse. Poi non vinceranno mai un Fiandre, ma la nostra presenza su muri e pavé acquisisce peso, e per me questo è un fattore positivo quasi più del podio di Pozzato e Ballan alla Ronde 2012.

Riguardo alle Ardenne, mercoledì mi aspetto qualcosa da Ulissi e domenica non solo da Nibali, ma anche dai vari Marcato e Caruso. Se ci saranno questi segnali (per chiarire: se Diego migliora il nono posto dello scorso anno, se Vincenzo è protagonista domenica, se gli altri si faranno vedere col coraggio che gli è usuale), il bilancio generale delle classiche del nord potrebbe non essere più negativo di quello del 2012.

Naturalmente se Nibali farà schifo e Ulissi sarà un ectoplasma e gli altri non daranno segnali di rilievo, il bilancio sarà più negativo ;)


Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
Monsieur
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Re: il ciclismo in Italia è finito

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Admin ha scritto:Parlavo in prospettiva, Tetzuo, per me la statura di Gatto nelle prove fiamminghe è cresciuta molto quest'anno, idem quella di Oss, e abbiamo quindi ora due corridori in più per quelle corse. Poi non vinceranno mai un Fiandre, ma la nostra presenza su muri e pavé acquisisce peso, e per me questo è un fattore positivo quasi più del podio di Pozzato e Ballan alla Ronde 2012.
Oscar e Daniel, se ci leggete, sappiate che da oggi avete una speranza in più per vincere il Fiandre!!!... :diavoletto:


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tetzuo
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Re: il ciclismo in Italia è finito

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Admin ha scritto:Parlavo in prospettiva, Tetzuo, per me la statura di Gatto nelle prove fiamminghe è cresciuta molto quest'anno, idem quella di Oss, e abbiamo quindi ora due corridori in più per quelle corse. Poi non vinceranno mai un Fiandre, ma la nostra presenza su muri e pavé acquisisce peso, e per me questo è un fattore positivo quasi più del podio di Pozzato e Ballan alla Ronde 2012.

Riguardo alle Ardenne, mercoledì mi aspetto qualcosa da Ulissi e domenica non solo da Nibali, ma anche dai vari Marcato e Caruso. Se ci saranno questi segnali (per chiarire: se Diego migliora il nono posto dello scorso anno, se Vincenzo è protagonista domenica, se gli altri si faranno vedere col coraggio che gli è usuale), il bilancio generale delle classiche del nord potrebbe non essere più negativo di quello del 2012.

Naturalmente se Nibali farà schifo e Ulissi sarà un ectoplasma e gli altri non daranno segnali di rilievo, il bilancio sarà più negativo ;)

allora più che bilancio positivo rispetto allo scorso anno, si dovrebbe parrlare di bilancio positivo rispetto alla piega che ha preso 'sto 2013 (soprattutto per quanto riguarda le corse Wt) anche se comunque qualcosina di buono come hai ricordato tu nell'articolo, c'è stato: le vittorie di Moser, Paolini e Gatto lo testimoniano, ma anche Oss ad Harelbeke (che però poi non mantiene né al fiandre né alla Roubaix), Ulissi bene alla PaNi, ma altalenante ai paesi baschi, la crescita di Lasca, i piazzamenti e la crescita di Viviani.

comunque io non son o qui a gufare eh, anzi sarei il primo ad essere contento di vedere Nibali, MM, GPCaruso, DCaruso, Marco Marcato, Gasparotto, Ulissi (alla freccia), Scarponi, Malacarne e Cunego primeggiare alla Liegi, soprattutto per il primo ho buone sensazioni. I nomi buoni ci sono speriamo che arrivi anc he qualche bel risultato.

Invece guardavo i risultati finora di un giovane che lo scorso anno mi aveva clamorosamente impressionato alla tre valli varesine, Luca Wackermann: in questo 2013 per il momento sta facendo fatica a portare al termine le corse :gluglu:


CicloSprint
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Re: il ciclismo in Italia è finito

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gino_sto
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Re: il ciclismo in Italia è finito

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Un altro che mi sta deludendo è Cattaneo

E poi che fine ha fatto BATTAGLIN ?

E per Guardini , ci sarebbe una piccola speranza che diventi un velocista per corse di un certo livello ?


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Abruzzese
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Re: il ciclismo in Italia è finito

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gino_sto ha scritto:Un altro che mi sta deludendo è Cattaneo
Deludente un neoprofessionista che è stato mandato a fare le corse del Nord che teoricamente non sembrano neppure le più adatte alle sue caratteristiche e che al Fiandre per tre-quarti di gara ha fatto parte del gruppo buono? Senza contare poi che dovrà ancora essere valutato in quel tipo di gare che dovrebbero essergli più congeniali.

Opinione rispettabilissima ma che è quantomeno azzardata.


"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")

"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
herbie
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Re: il ciclismo in Italia è finito

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Admin ha scritto:Parlavo in prospettiva, Tetzuo, per me la statura di Gatto nelle prove fiamminghe è cresciuta molto quest'anno, idem quella di Oss, e abbiamo quindi ora due corridori in più per quelle corse. Poi non vinceranno mai un Fiandre, ma la nostra presenza su muri e pavé acquisisce peso, e per me questo è un fattore positivo quasi più del podio di Pozzato e Ballan alla Ronde 2012.

Riguardo alle Ardenne, mercoledì mi aspetto qualcosa da Ulissi e domenica non solo da Nibali, ma anche dai vari Marcato e Caruso. Se ci saranno questi segnali (per chiarire: se Diego migliora il nono posto dello scorso anno, se Vincenzo è protagonista domenica, se gli altri si faranno vedere col coraggio che gli è usuale), il bilancio generale delle classiche del nord potrebbe non essere più negativo di quello del 2012.

Naturalmente se Nibali farà schifo e Ulissi sarà un ectoplasma e gli altri non daranno segnali di rilievo, il bilancio sarà più negativo ;)
sì, però quello che conta è valutare la parte da cui può venire una certa "sostanza". Per ora questa "sostanza", che sono, ovviamente, le vittorie iportanti, quelle che riaprono le porte degli sponsor e del pubblico, si è avuta la sensazione che possano portarla solo alcuni dei corridori che citi.

Ulissi, solo da quest'anno, ed è stata solo una sensazione, per ora, nel modo in cui se ne è andato nell'arrivo in salita della Coppi e Bartali, senza grandissimi avversari, ma neanche scarsi, e soprattutto per IL MODO, la facilità e il modo con cui ha incrementato quasi fin sull'arrivo. Alla parigi-Nizza anche benino, con avversari di maggior rango, ma nemmano lì degli autentici fenomeni, però la sensazione di potersene andare, un giorno, a quel livello ancora non l'ha data. E per lui ancora è da capire la tenuta sulla distanza da grandi classiche o sulle tre settimane dei grandi giri.

Il corridore però per cui questa primavera ha destato preoccupazioni, e in questo senso secondo me per il panorama italiano è realmente negativa, è Moser.
Lui sì che ha dato la sensazione di dare quella "sostanza" di risultati ad alto livello. Però la flessione tra Tirreno, Coppi & Bartali e questo inizio di Ardenne a me personalmente preoccupa. Non si avevano avuto segnali sulle grandi salite da lui, nè li si aspettavano, ma nelle tappe mosse di brevi corse a tappe di ogni livello sì, e come. Ora le brutte prove della Coppi & Bartali e comunque la generale flessione mi fa temere qualcosa a livello fisico. Spero sia solo un calo casuale. Se però si smussasse questa punta, per ora sarebbe ancora buia la situazione.

Gatto sì, ha fatto il salto di qualità necessario ad essere un protagonista sul pavè, ma anche, io credo, in corse mosse anche importanti, un barlume, è arrivata una vittoria importante.
Tuttavia quello che ha nelle gambe la possibilità di vincere e anche bene lassù, a tutt'oggi, è ancora unicamente Pozzato (ad eccezione di Ballan, il quale, altra tegola pesante di questa primavera, non sappiamo quando e se tornerà sui suoi livelli). Questa stagione dove veniva evidentemente da un ottimo inverno e aveva una grande gamba - Laigueglia, 4 salite di media lunghezza non proprio pedalabili, vinta quasi con facilità - poi praticamente buttata non si sa perchè, fa pensare. Avrebbe ancora un paio di stagioni secondo me, ma non può permettersi di buttarne altre così. Cancellara non gli era superiore nei giovani Mapei, in qualche occasione secondo me in passato avrebbe avuto la gamba per tenere il Cancellara di questa stagione. Quindi, guardando le cose nella prospettiva della "sostanza", ancora una tegola.


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tetzuo
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Re: il ciclismo in Italia è finito

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Abruzzese ha scritto:
gino_sto ha scritto:Un altro che mi sta deludendo è Cattaneo


Opinione rispettabilissima ma che è quantomeno azzardata.
per essere gentili :D


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galliano
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Re: il ciclismo in Italia è finito

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Riprendo qui:
simociclo ha scritto:
maglianera ha scritto:intanto in Italia, se non sbaglio, in tutto il mese di giugno l'unica gara per professionisti è il campionato nazionale. E a luglio le gare non saranno molte di più, per fortuna è stato recuperato almeno il Giro dell'Appennino. Anni difficili. :gluglu:
stavo pensando la stessa cosa.... negli ultimi dieci giorni si è gareggiato praticamente ovunque trannche che in Italia (e forse in Spagna, altro paese che sta perdendo parecchie corse)
E siamo tre a fare lo stesso pensiero.
Il nostro calendario si va depauperando, lo stesso si può dire del livello dei nostri migliori giovani.
Ho il timore che se Italia e Spagna non avessero il traino storico di Giro e Vuelta sarebbero destinate ad un rapidissimo declino, soppiantate da paesi che hanno una crescita decisamente superiore e una promozione più adeguata.
Il caso italiano poi è clamoroso, abbiamo, avevamo il patrimonio di corse e percorsi forse migliore al mondo e stiamo mandando in malora le cose tra la cecità di istituzioni e media. Se escludiamo raisport 2 il resto dei media non dedica la minima attenzione alle due ruote.


quasar
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da quasar »

galliano ha scritto:Riprendo qui:
simociclo ha scritto: stavo pensando la stessa cosa.... negli ultimi dieci giorni si è gareggiato praticamente ovunque trannche che in Italia (e forse in Spagna, altro paese che sta perdendo parecchie corse)
E siamo tre a fare lo stesso pensiero.
Il nostro calendario si va depauperando, lo stesso si può dire del livello dei nostri migliori giovani.
Ho il timore che se Italia e Spagna non avessero il traino storico di Giro e Vuelta sarebbero destinate ad un rapidissimo declino, soppiantate da paesi che hanno una crescita decisamente superiore e una promozione più adeguata.
Il caso italiano poi è clamoroso, abbiamo, avevamo il patrimonio di corse e percorsi forse migliore al mondo e stiamo mandando in malora le cose tra la cecità di istituzioni e media. Se escludiamo raisport 2 il resto dei media non dedica la minima attenzione alle due ruote.
in effetti la spagna è messa peggio di noi... tantissime corse sparite. possiamo consolarci col fatto che, da noi, le due brevi corse a tappe principali, tirreno e trentino, godono di piena salute. per il momento reggono pure le cosiddette vecchie premondiali, anche se il mondiale a fine stagione ne ha da tempo fatto scemare l'importanza.


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Camoscio madonita
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Re: il ciclismo in Italia è finito

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da quel che ricordo, a parte l'ultima settimana del Giro quando questi inizia intorno al 15 maggio, non ricordo delle corse italiane importanti nel mese di giugno...forse in passato c'era il giro dell'Appennino ma per il resto non ricordo niente.

Ciò non toglie che il calendario italiano è veramente molto scarno: assume di nuovo una certa rilevanza a partire da inizio agosto con le semi classiche lombarde e affini :gluglu:

eppure non più tardi di 15 anni fa c'erano tante, ma tante corse...tra le "minori" scomparse ricordo:
- il doppio appuntamento siciliano del Trofeo Pantalica (mi piaceva tantissimo il circuito intorno ai Monti Climiti) ed il Giro dell'Etna;
- il Giro di Puglia;
- il Trofeo dello Scalatore (con 3 arrivi in salita consecutivi);
- il Giro dell'Abruzzo (sempre in abruzzo ricordo si correva una criterium a Cepagatti, se non sbaglio);


Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto, ma il primo vero amore non si scorda mai: Merano-Aprica, 5 giugno 1994.
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Abruzzese
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Abruzzese »

Camoscio madonita ha scritto:
- il Giro dell'Abruzzo (sempre in abruzzo ricordo si correva una criterium a Cepagatti, se non sbaglio);
Il Giro d'Abruzzo si è disputato per l'ultima volta nel 2007 con la formula Open (oltre a squadre professionistiche erano presenti anche alcune squadre dilettantistiche, infatti ricordo che c'erano ad esempio la Marchiol con Guarnieri e la Bergamasca con Luca Barla che fece quarto nella generale) ma anche negli anni precedenti, quando la corsa era aperta ai soli professionisti, era ugualmente molto gradevole e con dei bei percorsi (per un paio d'anni fecero un arrivo a pochi chilometri da Chieti, a Casalincontrada, dopo aver scalato un muro di due chilometri al 13%).

Sul Criterium non ti sbagli e, a dispetto del nome per coloro che non lo conoscessero, era una corsa vera e propria. O meglio: se non sbaglio la gara in origine nacque come cronometro a coppie o comunque come kermesse e poi diventò una vera e propria gara che quasi sempre si concludeva a Cepagatti. Ricordo però un paio di edizione in cui la corsa finì proprio qui a Chieti: nel 1999 fecero un percorso bellissimo e molto selettivo, in cui bisognava ripetere per 3 volte la salita di via Colonnetta, 5 km costantemente all'8-9% che dallo Scalo portano qui nella città alta (salita che fu poi proposta nella tappa del Giro 2002 vinta da Denis Lunghi e nella tappa della Tirreno del 2010, la prima delle due vinte da Scarponi). La vinse Pascal Richard che indossava ancora la sua bella maglietta coi cerchi olimpici. L'anno dopo invece fecero l'arrivo sempre a Chieti Scalo ma sulla Tiburtina nei pressi dello stadio Angelini, era gara Open e difatti Massimo Apollonio della Vini Caldirola battè in volata un giovanissimo Alberto Loddo che era ancora dilettante.
Negli ultimi anni invece la corsa costituiva una bella accoppiata con il Trofeo Matteotti e costituiva così una bella due giorni di ciclismo abruzzese. L'ultima edizione è datata 2004 e in quel caso la corsa partì da Pianella per concludersi ad Alba Adriatica (vinse Enrico Degano).


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Camoscio madonita
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Camoscio madonita »

Abruzzese ha scritto:
Camoscio madonita ha scritto:
- il Giro dell'Abruzzo (sempre in abruzzo ricordo si correva una criterium a Cepagatti, se non sbaglio);
Il Giro d'Abruzzo si è disputato per l'ultima volta nel 2007 con la formula Open (oltre a squadre professionistiche erano presenti anche alcune squadre dilettantistiche, infatti ricordo che c'erano ad esempio la Marchiol con Guarnieri e la Bergamasca con Luca Barla che fece quarto nella generale) ma anche negli anni precedenti, quando la corsa era aperta ai soli professionisti, era ugualmente molto gradevole e con dei bei percorsi (per un paio d'anni fecero un arrivo a pochi chilometri da Chieti, a Casalincontrada, dopo aver scalato un muro di due chilometri al 13%).

Sul Criterium non ti sbagli e, a dispetto del nome per coloro che non lo conoscessero, era una corsa vera e propria. O meglio: se non sbaglio la gara in origine nacque come cronometro a coppie o comunque come kermesse e poi diventò una vera e propria gara che quasi sempre si concludeva a Cepagatti. Ricordo però un paio di edizione in cui la corsa finì proprio qui a Chieti: nel 1999 fecero un percorso bellissimo e molto selettivo, in cui bisognava ripetere per 3 volte la salita di via Colonnetta, 5 km costantemente all'8-9% che dallo Scalo portano qui nella città alta (salita che fu poi proposta nella tappa del Giro 2002 vinta da Denis Lunghi e nella tappa della Tirreno del 2010, la prima delle due vinte da Scarponi). La vinse Pascal Richard che indossava ancora la sua bella maglietta coi cerchi olimpici. L'anno dopo invece fecero l'arrivo sempre a Chieti Scalo ma sulla Tiburtina nei pressi dello stadio Angelini, era gara Open e difatti Massimo Apollonio della Vini Caldirola battè in volata un giovanissimo Alberto Loddo che era ancora dilettante.
Negli ultimi anni invece la corsa costituiva una bella accoppiata con il Trofeo Matteotti e costituiva così una bella due giorni di ciclismo abruzzese. L'ultima edizione è datata 2004 e in quel caso la corsa partì da Pianella per concludersi ad Alba Adriatica (vinse Enrico Degano).
beh, chi meglio di te poteva fornire delucidazioni così dettagliate :)


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Abruzzese
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Abruzzese »

A proposito, visto che hai citato il Trofeo dello Scalatore: anche quello si fece per l'ultima volta qui in Abruzzo, nel 2001 e se lo aggiudicò Freddy Gonzales (fecero anche la salita a San Giacomo che poi fu proposta l'anno dopo al Giro d'Italia). Invece l'anno precedente, nel 2000 che venne fatto tra Liguria e Piemonte, ci fu un arrivo in salita al Santuario di Sant'Anna di Vinadio e se non sbaglio quella fu la prima vittoria che ottenne in Europa Perez Cuapio. Anche in quel caso fu una prova generale in vista del Giro d'Italia ma poi purtroppo la salita non venne fatta (e da allora non venne più proposta) per via dello sciopero dei corridori conseguente al blitz dei Nas.


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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da patrixhouse »

la vedo dura in italia..
ogni anno la situazione peggiora, le squadre son senza soldi, gli sponsor spariscono e di nuovi nemmeno l'ombra.. e le gare italiane ridotte a corsette di provincia..

ogni anno alcuni sponsor si fanno pubblicità gratuita manifestando la volontà di fare una squadra nuova, poi al momento di concludere si dileguano.. e ormai è cosi' da anni...

e ho l'impressione che sarà cosi' anche quest'anno...


Basso
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da Basso »

Intanto in Belgio è stato annunciato che il Memorial Van Steenbergen non terrà nel 2013. Situazione abbastanza comune, pur con diverse gradazioni, in tutto il continente.


11 Vuelta 7-Prato
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
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Re: il ciclismo in Italia è finito

Messaggio da leggere da nino58 »

Abruzzese ha scritto:
Camoscio madonita ha scritto:
- il Giro dell'Abruzzo (sempre in abruzzo ricordo si correva una criterium a Cepagatti, se non sbaglio);
Il Giro d'Abruzzo si è disputato per l'ultima volta nel 2007 con la formula Open (oltre a squadre professionistiche erano presenti anche alcune squadre dilettantistiche, infatti ricordo che c'erano ad esempio la Marchiol con Guarnieri e la Bergamasca con Luca Barla che fece quarto nella generale) ma anche negli anni precedenti, quando la corsa era aperta ai soli professionisti, era ugualmente molto gradevole e con dei bei percorsi (per un paio d'anni fecero un arrivo a pochi chilometri da Chieti, a Casalincontrada, dopo aver scalato un muro di due chilometri al 13%).

Sul Criterium non ti sbagli e, a dispetto del nome per coloro che non lo conoscessero, era una corsa vera e propria. O meglio: se non sbaglio la gara in origine nacque come cronometro a coppie o comunque come kermesse e poi diventò una vera e propria gara che quasi sempre si concludeva a Cepagatti. Ricordo però un paio di edizione in cui la corsa finì proprio qui a Chieti: nel 1999 fecero un percorso bellissimo e molto selettivo, in cui bisognava ripetere per 3 volte la salita di via Colonnetta, 5 km costantemente all'8-9% che dallo Scalo portano qui nella città alta (salita che fu poi proposta nella tappa del Giro 2002 vinta da Denis Lunghi e nella tappa della Tirreno del 2010, la prima delle due vinte da Scarponi). La vinse Pascal Richard che indossava ancora la sua bella maglietta coi cerchi olimpici. L'anno dopo invece fecero l'arrivo sempre a Chieti Scalo ma sulla Tiburtina nei pressi dello stadio Angelini, era gara Open e difatti Massimo Apollonio della Vini Caldirola battè in volata un giovanissimo Alberto Loddo che era ancora dilettante.
Negli ultimi anni invece la corsa costituiva una bella accoppiata con il Trofeo Matteotti e costituiva così una bella due giorni di ciclismo abruzzese. L'ultima edizione è datata 2004 e in quel caso la corsa partì da Pianella per concludersi ad Alba Adriatica (vinse Enrico Degano).
L'origine del Giro d'Abruzzo - Criterium aveva le sue origini nella più famosa Cronostaffetta d'Abruzzo di fine anni '60 - inizio anni '70 (cronosquadre, mi pare a coppie, nella quale vinceva sempre la Molteni di Motta contro la Salvarani di Gimondi).


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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