le teorie di Beppe Servegnini

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
Avatar utente
sceriffo
Messaggi: 4218
Iscritto il: lunedì 11 aprile 2011, 23:48

le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da sceriffo »

I piccoli si dopano? Qualcuno potrebbe dire: be', imitano i grandi. Ma c'è una misura extra di tristezza, nel sapere che la Maratona dles Dolomites - scenario spettacolare, spirito amatoriale, festa collettiva - ha assunto il vizio assurdo del ciclismo professionistico.

Nel 2010 è stato squalificato il vincitore. Quest'anno venticinquesima edizione, si è corso lo scorso 10 luglio: per ora siamo a tre «non negatività» su dodici controlli (traduzione: positività al primo esame antidoping, in attesa delle controanalisi). Altri dieci partecipanti - leggiamo - sono stati convocati dalla Procura della Federazione Ciclistica Italiana, sospettati di aver evitato i controlli, di aver corso con dorsali contraffatti o sotto nome falso. «Esaltati alla Maratona dles Dolomites non ne vogliamo, ma non sappiamo più cosa fare per escluderli». Così si è sfogato Michil Costa, albergatore ambientalista di Corvara, organizzatore della manifestazione, uscendo dalla sua abituale «giornata del silenzio» (ogni lunedì).

Esaltati. Aggettivo impeccabile: solo l'esaltazione, infatti, può portare ad assumere sostanze proibite in una gara per dilettanti che non assegna premi in denaro (i vincitori tornano a casa con mele e speck). Ma forse è bene approfittare dell'occasione, e spostare lo sguardo dalla patologia alla fisiologia. Anche qui, infatti, qualche preoccupazione è d'obbligo. Sono reduce da dieci giorni di spostamenti continui tra le montagne del Trentino e dell'Alto Adige: ogni due tornanti, due ciclisti non più giovani, stravolti dalla fatica. Passo Gardena, passo Pordoi, passo Sella: in alto le Dolomiti sfavillano, esuberanti di bellezza; ma loro hanno occhi solo per l'asfalto. L'ammirazione, in questi casi, si mescola con la preoccupazione. Lo sforzo appare eccessivo e rischioso. Diciamolo: immotivato.

Eppure sono tanti, sempre di più. Alzi la mano chi non ha un amico cinquantenne preso da improvvisa, matta e disperata passione per la bicicletta, pronto a sfidare sciatica, buon senso e moglie per un'impresa da raccontare. La nuova mezza età non conosce vie di mezzo. È come se volessimo prendere per la coda la giovinezza che fugge; e per raggiungerla corressimo come non abbiamo mai fatto - neppure da giovani. Il ciclismo non è l'unico sfogo: i cinquantenni italiani, altrettanto spesso, diventano gourmet, giardinieri e golfisti. Attività insidiose per la bilancia, le ortensie e il portafoglio. Il ciclismo in dosi massicce mette a rischio le coronarie. I lutti, in questi mesi, si succedono, e noi veniamo a conoscenza solo dei casi e dei nomi più noti.

Lo sport - tutto - è meraviglioso, e l'attività fisica ci regala serenità: le endorfine conoscono il loro mestiere. Lo sforzo eccessivo e ossessivo ha invece qualcosa di nevrotico. Mi è capitato di osservare alcuni di questi atleti maturi e di trovarli robotici, mentre narrano o preparano le proprie imprese: come se fossero schiavi, e non signori, della propria passione. Certo: la maggioranza - crediamo, speriamo - non è disposta ad assumere sostanze proibite per quello che resta - comunque - un passatempo. Ma si sa: nelle cose umane, l'ossessione è inversamente proporzionale alla cautela.

Michil Costa si dice deluso, irritato e preoccupato: «Riceviamo ventottomila domande per la Maratona dles Dolomites , ne accogliamo novemila. Il mio timore è che chi viene ammesso voglia farcela a tutti i costi, anche se non è fisicamente all'altezza. E davanti alla prospettiva di uno sforzo gigantesco, si senta giustificato se ricorre alla farmacia proibita». Se fosse vero, sarebbe grave. Peggio: sarebbe tutto inutile. Inutile aver chiuso i passi al traffico a motore, in occasione della manifestazione; inutile aver dimostrato che il turismo timido attira e paga; inutile chiedere a quelle montagne speciali di fornire la scenografia per un copione tanto banale. Ricordino, i coetanei ciclossessivi: ci sono anche le mountain-bike elettriche e le lunghe passeggiate con un libro in tasca. Due cose - credetemi - che danno grandi soddisfazioni.

Beppe Severgnini

corriere.it


pitoro
Messaggi: 2437
Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 18:30

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da pitoro »

Non contesto la sostanza, ci mancherebbe. Ma il simpatico demagogo populista Severgnini ha volutamente tralasciato molte cose e altre se le è inventate giusto per fare un po' il figo.
NON è vero che ha parlato con l'organizzatore di lunedì (Michil rispetta rigorosamente la sua giornata del silenzio, e guarda caso il pezzo esce il venerdì). Non è vero che, come lascia intendere, se ci fossero stati 1000 controlli la percentuale di non negativi sarebbe stata identica. Non è vero che tutti quei cinquantenni che si affannano sui tornanti del Pordoi sono dei narcisi candidati alla tomba prematura. Non è vero che i non positivi sono banali appassionati, che come premi ricevono solo speck e mele. E via discorrendo.

E' vero piuttosto che devono far riflettere le tante morti "eccellenti" degli ultimi mesi: Ferrero, D'Avanzo, Pinarello (a proposito, cuor di leone Severgnini si è ben guardato da fare i nomi). Sono morti che potrebbero tornare utili a tanti dementi tentati dalle scorciatoie o che rifuggono le più banali visite mediche. Ma meglio non parlarne: l'equazione bici=doping passata in questi anni porterebbe alla conclusione che questi amati Vip sono dei dopati. Smentire il teorema significherebbe rinnegare quanto scritto fin qui dagli espertoni di turno. Quindi, nel dubbio (giusto), meglio tacere. E fare un po' i ruffiani per conquistare una nuova conferenza ben pagata, un nuovo libro sugli Italians, un invito a cena dal Vip giusto.

Tutto lecito, per carità. Ma tra giornalista e intrattenitore c'è differenza. O almeno dovrebbe


Silvio Martinello
Messaggi: 264
Iscritto il: mercoledì 27 luglio 2011, 17:59

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da Silvio Martinello »

Di una superficialità disarmante, soprattutto se consideriamo colui che firma il pezzo, una delle tante eccellenze del giornalismo nostrano, che dopo questo pezzo è comunque un po meno eccellente, a mio modesto parere.
Sulla questione assunzione di sostanze nelle gare amatoriali, nulla da eccepire, siamo all'autentica follia, ma del ragionamento sui 50 enni esaltati e senza la capacità di godersi i privilegi dell'andare in bicicletta, vogliamo parlarne? Non conosco personalmente l'autore dell'articolo, ma dimostra l'assoluta mancanza di conoscenza dell'argomento. Il muoversi in bicicletta presuppone proprio il contrario di quello che Severgnini scrive. Lo sport tutto è meraviglioso, ma probabilmente solo il ciclismo riesce a trasmettere emozioni difficilmente riscontrabili in altre discipline, scalare il Pordoi o il Gardena, con le tue gambe è una sensazione che non puoi conoscere se non la provi, scalarla con la MTB elettrica che soddisfazione potrebbe dare? Diventare "schiavi" della propria passione, io lo intendo come cercare di migliorarsi, consapevoli dei propri limiti e delle proprie qualità, non ci vedo nulla di male, finchè lo facciamo in modo corretto e sano. Le coronarie rimangono sane andando in bici, strilliamolo forte a Severgnini, certo che se a monte ci sono dei problemi, non solo andare in bici, ma fare qualsiasi tipo di sforzo può portare alla morte. Quando ad un soggetto vengono riscontrate delle patologie cardiache, la terapia obbligatoria consiste nel fare attività fisica, controllata certamente, ma andare in bicicletta è il modo più efficace per curare tali patologie, ed in molti casi se la bicicletta si fosse scoperta prima, avrebbe contribuito a non far emergere le patologie stesse.
Ultimo punto, lo spirito delle GranFondo, l'amico Michil Costa si dice preoccupato, ed ha ragione. Una proposta, eliminate le classifiche di merito dalle GF, a quel punto senza classifiche da leggere e da confrontare anche gli "esaltati" avranno meno motivi per esserci.
Di esaltati io ne vedo in tantissimi altri ambiti, non solo sportivi, e se facessimo qualche controllo, il più semplice dei narcotest od alcoltest, ci si aprirebbe un mondo pieno di sorprese, potete starne certi.

Silvio Martinello


Salvatore77
Messaggi: 6572
Iscritto il: domenica 9 gennaio 2011, 19:14

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

In effetti ha colto un po' nel segno sulla questione del doping nelle categorie cosiddette amatoriali, e giovanili. L'entità di tali pratiche forse è ignota visti i pochi controlli o comunque i controlli non sono pressanti come i prof.
Io sarei favorevole a intensificare tali controllo, non tanto per evitare frodi visto non ci sono premi in denaro, più per la salvaguardia della salute. Anche se una buona dose di buon senso sarebbe d'uopo.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
held
Messaggi: 1720
Iscritto il: lunedì 13 dicembre 2010, 18:07
Località: Sardegna

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da held »

Silvio Martinello ha scritto:Di una superficialità disarmante, soprattutto se consideriamo colui che firma il pezzo, una delle tante eccellenze del giornalismo nostrano, che dopo questo pezzo è comunque un po meno eccellente, a mio modesto parere.
Sulla questione assunzione di sostanze nelle gare amatoriali, nulla da eccepire, siamo all'autentica follia, ma del ragionamento sui 50 enni esaltati e senza la capacità di godersi i privilegi dell'andare in bicicletta, vogliamo parlarne? Non conosco personalmente l'autore dell'articolo, ma dimostra l'assoluta mancanza di conoscenza dell'argomento. Il muoversi in bicicletta presuppone proprio il contrario di quello che Severgnini scrive. Lo sport tutto è meraviglioso, ma probabilmente solo il ciclismo riesce a trasmettere emozioni difficilmente riscontrabili in altre discipline, scalare il Pordoi o il Gardena, con le tue gambe è una sensazione che non puoi conoscere se non la provi, scalarla con la MTB elettrica che soddisfazione potrebbe dare? Diventare "schiavi" della propria passione, io lo intendo come cercare di migliorarsi, consapevoli dei propri limiti e delle proprie qualità, non ci vedo nulla di male, finchè lo facciamo in modo corretto e sano. Le coronarie rimangono sane andando in bici, strilliamolo forte a Severgnini, certo che se a monte ci sono dei problemi, non solo andare in bici, ma fare qualsiasi tipo di sforzo può portare alla morte. Quando ad un soggetto vengono riscontrate delle patologie cardiache, la terapia obbligatoria consiste nel fare attività fisica, controllata certamente, ma andare in bicicletta è il modo più efficace per curare tali patologie, ed in molti casi se la bicicletta si fosse scoperta prima, avrebbe contribuito a non far emergere le patologie stesse.
Ultimo punto, lo spirito delle GranFondo, l'amico Michil Costa si dice preoccupato, ed ha ragione. Una proposta, eliminate le classifiche di merito dalle GF, a quel punto senza classifiche da leggere e da confrontare anche gli "esaltati" avranno meno motivi per esserci.
Di esaltati io ne vedo in tantissimi altri ambiti, non solo sportivi, e se facessimo qualche controllo, il più semplice dei narcotest od alcoltest, ci si aprirebbe un mondo pieno di sorprese, potete starne certi.

Silvio Martinello
Ineccepibile! E non lo dico per "ingraziarmi" l'amico Silvio Martinello. Dirsi preoccupati della piaga doping nelle corse amatoriali è una cosa lodevole ma come spesso si fà chi affronta il problema non è esperto sull'argomento. Non ho il privilegio di confrontarmi con le grandi montagne, vivo in Sardegna e quì il ciclismo può essere visto come un vero passatempo, non ci son vette storiche, dolomiti da ammirare ed altro ma nonostante ciò quando vado in bicicletta (mtb nei boschi a dir la verità) provo delle emozioni indescrivibili!
Spesso fatico in modo disumano, ma solo chi non è mai salito in bicicletta potrebbe chiederti "perchè lo fai e non ti godi il paesaggio con una bici elettrica?" La fatica è associata al piacere, alle emozioni che solo lo sforzo fisico sulla bici possono dare, l'orgoglio di aver raggiunto una vetta con le tue gambe, ammirare posti nuovi a contatto con la natura, l'aria fresca sulla pelle, il senso di libertà...
E' inutile, in Italia manca una vera cultura dello sport.


Avatar utente
eliacodogno
Messaggi: 6999
Iscritto il: venerdì 24 dicembre 2010, 1:27
Località: Segusium

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da eliacodogno »

Ciascuno si esprime come sa: dato che il buon Severgnini si intende di altre cose e non di bicicletta parte una situazione reale analizzandola superficialmente, a volte dicendo inesattezze o usando espressioni colorite che rendono divertente e grottesco il suo pezzo ma che sono anche cariche di luoghi comuni... Insomma nulla di nuovo, leggo volentieri questo autore se voglio passare qualche momento divertente sotto l'ombrellone o mentre mi rilasso, ma sui quotidiani di solito lo evito (quando mi capita di leggere la Gazzetta), anche perchè non sono interista...


Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
Pat McQuaid

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da Pat McQuaid »

Ma cosa aspettano a togliere classifiche e cronometri??? E di smettere di dare premi ai primi classificati??

Ci sono troppi interessi sotto,ecco perchè vogliono che le Gran Fondo siano delle vere e proprie gare. Senza classifiche e premi questi esaltati che si dopano per vincere starebbero a casa.


Avatar utente
Plata
Messaggi: 532
Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 18:34

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da Plata »

Soltanto una piccola storia, una risposta che volentieri darei al signor Severgnini.




Splendida mattinata. Il sole è poco oltre le colline, e dalla finestra vedo il mare. Lei dorme ancora, lì nel letto. Lo farà per almeno un’altra ora.
Mi dirigo verso il bagno. I vestiti sono già lì ad aspettarmi, e dopo i classici bisogni indossare la maglietta ed i pantaloncini aderenti è un attimo. Gli occhiali e poi il casco, mai farne a meno.
Pronto per scendere, non indosso le scarpette ma scelgo di tenerle in mano e scendo le due rampe di scale con ai piedi solo i calzini, la bici con l’altra mano. Scivolare per le scale con gli scarpini è un attimo. Avrei potuto tenere la bici nella cantina dell’hotel, se fosse stata chiusa. Ci fosse almeno l’ascensore, ma niente, bisogna rischiare la vita sul granito levigato degli scalini. Ancor prima di salire in sella.

Il vento quasi assente, cosa strana per una cittadina di mare anche se è solamente mattina, mi spinge a percorrere un po’ di lungo mare. Più tardi, forse, la salita.
Una, due piccole rotonde ed è già il tempo di una frenata poderosa. Dei ragazzi entrano nel circolo rotabile a tutta velocità, la radio altissima e i postumi di una serata da sballo ancora da smaltire. Ridono. Io sono salvo.

Ho bisogno di un caffè però. La colazione la farò al ritorno, ma un buon caffè mi serve: le ferie sono anche queste piccole concessioni. Io che di mestiere faccio il barista, un caffè servito è una piccola soddisfazione.
Vedo un benzinaio con bar annesso, e decido di fermarmi. Appoggio la bici al muro, mentre un signore un po’ anziano stà ucendo. Mi rivolge la parola, ma non per un buongiorno.
“Ti sei fermato a fare il pieno? Riempi la borraccia con la bbbomba?”
Il mio sorriso silenzioso serve solo per tacita compassione, e per non prolungare una conversazione mai iniziata e già troppo lunga. Luoghi comuni.

Forte del mio caffè, riparto. Al ritorno dovrò dare un’occhiata alle geometrie della bici, perché la schiena ogni tanto fa male. O forse sono solo i miei 50 anni.
Per fortuna l’aria fresca del mattino, lo stress lasciato in città e questa tranquilla pedalata mi rimettono al mondo.
Non fosse per i continui colpi di clacson alle mie spalle, sarebbe ancora meglio. Sono da solo, sulla destra, su una strada ampia. Evidentemente tutti pensano di avere un autotreno. Oppure, semplicemente, non sanno guidare la macchina. Ovviamente però il problema sono io, che lì non ci dovrei stare. Dovrei usare le piste ciclabili. Ci fossero...
Luoghi comuni.

Su per questa salita nuova ed improvvisata, il nome di un paesino mi ricorda il cognome di un amico. Rido ancora, stavolta solo per i ricordi che ritornano, pensando a quante volte mi abbia detto di essere troppo vecchio per iniziare ad andare in bici. In effetti 45 anni non sono pochi. Così come non lo sono un pacchetto e mezzo di Marlboro al giorno lasciate al mio passato. O l’abbandono del forte soprappeso. O la ritrovata serenità con me stesso, con mia moglie, con il mio corpo.
Ma per lui sono vecchio, e il fatto che stia tremendamente meglio non conta. Ha lui la verità in tasca, la spende come vuole.

Intanto le rampe si fanno dure, e il mio cuore cresce nel petto. L’asfalto mi guarda dritto negli occhi, ma ho ancora la forza per gettare il mio sguardo oltre il tornante, oltre i cespugli, verso il panorama. La fatica non annebbia niente, è solo un modo per corteggiare le piccole soddisfazioni. Come quella, nuova e antica, ma mai uguale, di raggiungere il colle. E pure oggi l’ho raggiunto. La vista si perde nei riflessi del mare e nelle braccia accoglienti dei colli a picco su esso, illuminati da un sole ancora fresco.

Foto con il cellulare, poi la metterò su face. Già vedo i commenti di chi mi vorrebbe seduto su una sdraio a godermi il mare al posto suo, mentre invece sto soltanto perdendo tempo per due stupide ruote.
Luoghi comuni.

Discesa bella, tecnica. Tento di osare in un paio di curve. La prima ok, la seconda meno. Meglio scendere con più calma allora.
C’è chi mi darebbe dell’incosciente, ma penso sia solo vita che ancor scorre nelle arterie non più intasate di colesterolo come un tempo.

Di nuovo sulla statale lungomare, faccio rientro verso l’albergo, in un traffico più generoso di clacson di variegate tonalità.
Salendo le scale verso la camera, di nuovo scalzo e con entrambe le mani occupate, il sapiente di turno incrociato per caso mi chiede:
“Ora una bella flebo come fanno al Tour??”.
E ride. E io pure, tanta è la compassione che mi fa.

Entro in camera silenziosamente. Lei si è appena svegliata.
“Una doccia e scendiamo per la colazione ok?”.
Prima la mia flebo però: un multivitaminico. C’è chi mi darebbe del dopato per questo. Ma mi ritengo soltanto affezionato alla salute. E rimpiango gli anni in cui non me ne curavo.

Una bella colazione, meritata, ma equilibrata. La piccola concessione di un pezzo di dolce in più. Sono le ferie anche per me.
E poi le tranquille chiacchere con i vicini di tavolo.

E poi il mare, ed il giornale da leggere sulla sdraio. Che pace, che vita.
L’attenzione cade su un articolo ben firmato, di un argomento a me caro. Va sempre a finire così. Un signore che si concede di parlare di cose che mai ha vissuto in prima persona. Un signore che giudica con la bilancia dei luoghi comuni.
Ma è così, si sa. Luoghi comuni.
Dispiace solo per gli ignari lettori, sprovvisti di conoscenza in materia al suo pari, che prenderanno quelle parole per verità.

Ed io non sono quel cinquantenne che descrive, ne sono certo. E la maggioranza come me.
Puramente fedele all’unico confronto possibile, quello con me stesso, mi sento solo migliore. Non è mai troppo tardi per una passione, per lo sport. Nella maniera giusta.

E le ortensie le lascio a lui. E pure la passeggiata con un libro, magari proprio di ciclismo. La volta buona che, forse, qualcosa in materia imparerà.

Infine, stanco di leggere, getto via il giornale. Un barista, di chiacchere da bar, ne sente già a sufficienza senza comprare un’autorevole giornale.
È arrivata l’ora del bagno.
Sono le ferie anche per me.


Avatar utente
eliacodogno
Messaggi: 6999
Iscritto il: venerdì 24 dicembre 2010, 1:27
Località: Segusium

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da eliacodogno »

Plata ha scritto:Soltanto una piccola storia, una risposta che volentieri darei al signor Severgnini.




Splendida mattinata. Il sole è poco oltre le colline, e dalla finestra vedo il mare. Lei dorme ancora, lì nel letto. Lo farà per almeno un’altra ora.
Mi dirigo verso il bagno. I vestiti sono già lì ad aspettarmi, e dopo i classici bisogni indossare la maglietta ed i pantaloncini aderenti è un attimo. Gli occhiali e poi il casco, mai farne a meno.
Pronto per scendere, non indosso le scarpette ma scelgo di tenerle in mano e scendo le due rampe di scale con ai piedi solo i calzini, la bici con l’altra mano. Scivolare per le scale con gli scarpini è un attimo. Avrei potuto tenere la bici nella cantina dell’hotel, se fosse stata chiusa. Ci fosse almeno l’ascensore, ma niente, bisogna rischiare la vita sul granito levigato degli scalini. Ancor prima di salire in sella.

Il vento quasi assente, cosa strana per una cittadina di mare anche se è solamente mattina, mi spinge a percorrere un po’ di lungo mare. Più tardi, forse, la salita.
Una, due piccole rotonde ed è già il tempo di una frenata poderosa. Dei ragazzi entrano nel circolo rotabile a tutta velocità, la radio altissima e i postumi di una serata da sballo ancora da smaltire. Ridono. Io sono salvo.

Ho bisogno di un caffè però. La colazione la farò al ritorno, ma un buon caffè mi serve: le ferie sono anche queste piccole concessioni. Io che di mestiere faccio il barista, un caffè servito è una piccola soddisfazione.
Vedo un benzinaio con bar annesso, e decido di fermarmi. Appoggio la bici al muro, mentre un signore un po’ anziano stà ucendo. Mi rivolge la parola, ma non per un buongiorno.
“Ti sei fermato a fare il pieno? Riempi la borraccia con la bbbomba?”
Il mio sorriso silenzioso serve solo per tacita compassione, e per non prolungare una conversazione mai iniziata e già troppo lunga. Luoghi comuni.

Forte del mio caffè, riparto. Al ritorno dovrò dare un’occhiata alle geometrie della bici, perché la schiena ogni tanto fa male. O forse sono solo i miei 50 anni.
Per fortuna l’aria fresca del mattino, lo stress lasciato in città e questa tranquilla pedalata mi rimettono al mondo.
Non fosse per i continui colpi di clacson alle mie spalle, sarebbe ancora meglio. Sono da solo, sulla destra, su una strada ampia. Evidentemente tutti pensano di avere un autotreno. Oppure, semplicemente, non sanno guidare la macchina. Ovviamente però il problema sono io, che lì non ci dovrei stare. Dovrei usare le piste ciclabili. Ci fossero...
Luoghi comuni.

Su per questa salita nuova ed improvvisata, il nome di un paesino mi ricorda il cognome di un amico. Rido ancora, stavolta solo per i ricordi che ritornano, pensando a quante volte mi abbia detto di essere troppo vecchio per iniziare ad andare in bici. In effetti 45 anni non sono pochi. Così come non lo sono un pacchetto e mezzo di Marlboro al giorno lasciate al mio passato. O l’abbandono del forte soprappeso. O la ritrovata serenità con me stesso, con mia moglie, con il mio corpo.
Ma per lui sono vecchio, e il fatto che stia tremendamente meglio non conta. Ha lui la verità in tasca, la spende come vuole.

Intanto le rampe si fanno dure, e il mio cuore cresce nel petto. L’asfalto mi guarda dritto negli occhi, ma ho ancora la forza per gettare il mio sguardo oltre il tornante, oltre i cespugli, verso il panorama. La fatica non annebbia niente, è solo un modo per corteggiare le piccole soddisfazioni. Come quella, nuova e antica, ma mai uguale, di raggiungere il colle. E pure oggi l’ho raggiunto. La vista si perde nei riflessi del mare e nelle braccia accoglienti dei colli a picco su esso, illuminati da un sole ancora fresco.

Foto con il cellulare, poi la metterò su face. Già vedo i commenti di chi mi vorrebbe seduto su una sdraio a godermi il mare al posto suo, mentre invece sto soltanto perdendo tempo per due stupide ruote.
Luoghi comuni.

Discesa bella, tecnica. Tento di osare in un paio di curve. La prima ok, la seconda meno. Meglio scendere con più calma allora.
C’è chi mi darebbe dell’incosciente, ma penso sia solo vita che ancor scorre nelle arterie non più intasate di colesterolo come un tempo.

Di nuovo sulla statale lungomare, faccio rientro verso l’albergo, in un traffico più generoso di clacson di variegate tonalità.
Salendo le scale verso la camera, di nuovo scalzo e con entrambe le mani occupate, il sapiente di turno incrociato per caso mi chiede:
“Ora una bella flebo come fanno al Tour??”.
E ride. E io pure, tanta è la compassione che mi fa.

Entro in camera silenziosamente. Lei si è appena svegliata.
“Una doccia e scendiamo per la colazione ok?”.
Prima la mia flebo però: un multivitaminico. C’è chi mi darebbe del dopato per questo. Ma mi ritengo soltanto affezionato alla salute. E rimpiango gli anni in cui non me ne curavo.

Una bella colazione, meritata, ma equilibrata. La piccola concessione di un pezzo di dolce in più. Sono le ferie anche per me.
E poi le tranquille chiacchere con i vicini di tavolo.

E poi il mare, ed il giornale da leggere sulla sdraio. Che pace, che vita.
L’attenzione cade su un articolo ben firmato, di un argomento a me caro. Va sempre a finire così. Un signore che si concede di parlare di cose che mai ha vissuto in prima persona. Un signore che giudica con la bilancia dei luoghi comuni.
Ma è così, si sa. Luoghi comuni.
Dispiace solo per gli ignari lettori, sprovvisti di conoscenza in materia al suo pari, che prenderanno quelle parole per verità.

Ed io non sono quel cinquantenne che descrive, ne sono certo. E la maggioranza come me.
Puramente fedele all’unico confronto possibile, quello con me stesso, mi sento solo migliore. Non è mai troppo tardi per una passione, per lo sport. Nella maniera giusta.

E le ortensie le lascio a lui. E pure la passeggiata con un libro, magari proprio di ciclismo. La volta buona che, forse, qualcosa in materia imparerà.

Infine, stanco di leggere, getto via il giornale. Un barista, di chiacchere da bar, ne sente già a sufficienza senza comprare un’autorevole giornale.
È arrivata l’ora del bagno.
Sono le ferie anche per me.
Una piccola storia, ma davvero bella e significativa.
Credo che dovresti inviarla al signor Severgnini o alla testata su cui scrive.


Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
Silvio Martinello
Messaggi: 264
Iscritto il: mercoledì 27 luglio 2011, 17:59

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da Silvio Martinello »

eliacodogno ha scritto:
Plata ha scritto:Soltanto una piccola storia, una risposta che volentieri darei al signor Severgnini.




Splendida mattinata. Il sole è poco oltre le colline, e dalla finestra vedo il mare. Lei dorme ancora, lì nel letto. Lo farà per almeno un’altra ora.
Mi dirigo verso il bagno. I vestiti sono già lì ad aspettarmi, e dopo i classici bisogni indossare la maglietta ed i pantaloncini aderenti è un attimo. Gli occhiali e poi il casco, mai farne a meno.
Pronto per scendere, non indosso le scarpette ma scelgo di tenerle in mano e scendo le due rampe di scale con ai piedi solo i calzini, la bici con l’altra mano. Scivolare per le scale con gli scarpini è un attimo. Avrei potuto tenere la bici nella cantina dell’hotel, se fosse stata chiusa. Ci fosse almeno l’ascensore, ma niente, bisogna rischiare la vita sul granito levigato degli scalini. Ancor prima di salire in sella.

Il vento quasi assente, cosa strana per una cittadina di mare anche se è solamente mattina, mi spinge a percorrere un po’ di lungo mare. Più tardi, forse, la salita.
Una, due piccole rotonde ed è già il tempo di una frenata poderosa. Dei ragazzi entrano nel circolo rotabile a tutta velocità, la radio altissima e i postumi di una serata da sballo ancora da smaltire. Ridono. Io sono salvo.

Ho bisogno di un caffè però. La colazione la farò al ritorno, ma un buon caffè mi serve: le ferie sono anche queste piccole concessioni. Io che di mestiere faccio il barista, un caffè servito è una piccola soddisfazione.
Vedo un benzinaio con bar annesso, e decido di fermarmi. Appoggio la bici al muro, mentre un signore un po’ anziano stà ucendo. Mi rivolge la parola, ma non per un buongiorno.
“Ti sei fermato a fare il pieno? Riempi la borraccia con la bbbomba?”
Il mio sorriso silenzioso serve solo per tacita compassione, e per non prolungare una conversazione mai iniziata e già troppo lunga. Luoghi comuni.

Forte del mio caffè, riparto. Al ritorno dovrò dare un’occhiata alle geometrie della bici, perché la schiena ogni tanto fa male. O forse sono solo i miei 50 anni.
Per fortuna l’aria fresca del mattino, lo stress lasciato in città e questa tranquilla pedalata mi rimettono al mondo.
Non fosse per i continui colpi di clacson alle mie spalle, sarebbe ancora meglio. Sono da solo, sulla destra, su una strada ampia. Evidentemente tutti pensano di avere un autotreno. Oppure, semplicemente, non sanno guidare la macchina. Ovviamente però il problema sono io, che lì non ci dovrei stare. Dovrei usare le piste ciclabili. Ci fossero...
Luoghi comuni.

Su per questa salita nuova ed improvvisata, il nome di un paesino mi ricorda il cognome di un amico. Rido ancora, stavolta solo per i ricordi che ritornano, pensando a quante volte mi abbia detto di essere troppo vecchio per iniziare ad andare in bici. In effetti 45 anni non sono pochi. Così come non lo sono un pacchetto e mezzo di Marlboro al giorno lasciate al mio passato. O l’abbandono del forte soprappeso. O la ritrovata serenità con me stesso, con mia moglie, con il mio corpo.
Ma per lui sono vecchio, e il fatto che stia tremendamente meglio non conta. Ha lui la verità in tasca, la spende come vuole.

Intanto le rampe si fanno dure, e il mio cuore cresce nel petto. L’asfalto mi guarda dritto negli occhi, ma ho ancora la forza per gettare il mio sguardo oltre il tornante, oltre i cespugli, verso il panorama. La fatica non annebbia niente, è solo un modo per corteggiare le piccole soddisfazioni. Come quella, nuova e antica, ma mai uguale, di raggiungere il colle. E pure oggi l’ho raggiunto. La vista si perde nei riflessi del mare e nelle braccia accoglienti dei colli a picco su esso, illuminati da un sole ancora fresco.

Foto con il cellulare, poi la metterò su face. Già vedo i commenti di chi mi vorrebbe seduto su una sdraio a godermi il mare al posto suo, mentre invece sto soltanto perdendo tempo per due stupide ruote.
Luoghi comuni.

Discesa bella, tecnica. Tento di osare in un paio di curve. La prima ok, la seconda meno. Meglio scendere con più calma allora.
C’è chi mi darebbe dell’incosciente, ma penso sia solo vita che ancor scorre nelle arterie non più intasate di colesterolo come un tempo.

Di nuovo sulla statale lungomare, faccio rientro verso l’albergo, in un traffico più generoso di clacson di variegate tonalità.
Salendo le scale verso la camera, di nuovo scalzo e con entrambe le mani occupate, il sapiente di turno incrociato per caso mi chiede:
“Ora una bella flebo come fanno al Tour??”.
E ride. E io pure, tanta è la compassione che mi fa.

Entro in camera silenziosamente. Lei si è appena svegliata.
“Una doccia e scendiamo per la colazione ok?”.
Prima la mia flebo però: un multivitaminico. C’è chi mi darebbe del dopato per questo. Ma mi ritengo soltanto affezionato alla salute. E rimpiango gli anni in cui non me ne curavo.

Una bella colazione, meritata, ma equilibrata. La piccola concessione di un pezzo di dolce in più. Sono le ferie anche per me.
E poi le tranquille chiacchere con i vicini di tavolo.

E poi il mare, ed il giornale da leggere sulla sdraio. Che pace, che vita.
L’attenzione cade su un articolo ben firmato, di un argomento a me caro. Va sempre a finire così. Un signore che si concede di parlare di cose che mai ha vissuto in prima persona. Un signore che giudica con la bilancia dei luoghi comuni.
Ma è così, si sa. Luoghi comuni.
Dispiace solo per gli ignari lettori, sprovvisti di conoscenza in materia al suo pari, che prenderanno quelle parole per verità.

Ed io non sono quel cinquantenne che descrive, ne sono certo. E la maggioranza come me.
Puramente fedele all’unico confronto possibile, quello con me stesso, mi sento solo migliore. Non è mai troppo tardi per una passione, per lo sport. Nella maniera giusta.

E le ortensie le lascio a lui. E pure la passeggiata con un libro, magari proprio di ciclismo. La volta buona che, forse, qualcosa in materia imparerà.

Infine, stanco di leggere, getto via il giornale. Un barista, di chiacchere da bar, ne sente già a sufficienza senza comprare un’autorevole giornale.
È arrivata l’ora del bagno.
Sono le ferie anche per me.
Una piccola storia, ma davvero bella e significativa.
Credo che dovresti inviarla al signor Severgnini o alla testata su cui scrive.
Complimenti, questo è lo spirito giusto, da inviare a Severgnini e chiedere di meditare.

Silvio Martinello


rizz23
Messaggi: 2451
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:23
Contatta:

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da rizz23 »

Intanto complimenti a Plata. Il bel racconto meriterebbe l'home page e chissà che qualcuno non ci pensi...

Poi devo dire che mi stupisce abbastanza lo scivolone di Severgnini.
Grande giornalista che ci azzecca spessissimo e ogni tanto esagera ad ammiccare al "suo" pubblico, a mio parere.

Il fatto è che in questo caso non è neppure quello l'errore, non mi sembra che voglia cercare il "consenso" o "fare il figo" per dirla brutalmente.

Mi pare che si sia tolto lo sfizio di esprimere un'idea che cova da chissà quanto. Il classico "questi qua son pazzi". Luogo comune, appunto.

Quello che non quadra è che, pur partendo da premesse giuste, BS arriva a conclusioni che proprio non ci stanno. Cioè, è proprio la logica del pezzo che non sta in piedi.

E un po' mi stupisce che gliel'abbiano pubblicato.


held
Messaggi: 1720
Iscritto il: lunedì 13 dicembre 2010, 18:07
Località: Sardegna

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da held »

Plata ha scritto:Soltanto una piccola storia, una risposta che volentieri darei al signor Severgnini.




Splendida mattinata. Il sole è poco oltre le colline, e dalla finestra vedo il mare. Lei dorme ancora, lì nel letto. Lo farà per almeno un’altra ora.
Mi dirigo verso il bagno. I vestiti sono già lì ad aspettarmi, e dopo i classici bisogni indossare la maglietta ed i pantaloncini aderenti è un attimo. Gli occhiali e poi il casco, mai farne a meno.
Pronto per scendere, non indosso le scarpette ma scelgo di tenerle in mano e scendo le due rampe di scale con ai piedi solo i calzini, la bici con l’altra mano. Scivolare per le scale con gli scarpini è un attimo. Avrei potuto tenere la bici nella cantina dell’hotel, se fosse stata chiusa. Ci fosse almeno l’ascensore, ma niente, bisogna rischiare la vita sul granito levigato degli scalini. Ancor prima di salire in sella.

Il vento quasi assente, cosa strana per una cittadina di mare anche se è solamente mattina, mi spinge a percorrere un po’ di lungo mare. Più tardi, forse, la salita.
Una, due piccole rotonde ed è già il tempo di una frenata poderosa. Dei ragazzi entrano nel circolo rotabile a tutta velocità, la radio altissima e i postumi di una serata da sballo ancora da smaltire. Ridono. Io sono salvo.

Ho bisogno di un caffè però. La colazione la farò al ritorno, ma un buon caffè mi serve: le ferie sono anche queste piccole concessioni. Io che di mestiere faccio il barista, un caffè servito è una piccola soddisfazione.
Vedo un benzinaio con bar annesso, e decido di fermarmi. Appoggio la bici al muro, mentre un signore un po’ anziano stà ucendo. Mi rivolge la parola, ma non per un buongiorno.
“Ti sei fermato a fare il pieno? Riempi la borraccia con la bbbomba?”
Il mio sorriso silenzioso serve solo per tacita compassione, e per non prolungare una conversazione mai iniziata e già troppo lunga. Luoghi comuni.

Forte del mio caffè, riparto. Al ritorno dovrò dare un’occhiata alle geometrie della bici, perché la schiena ogni tanto fa male. O forse sono solo i miei 50 anni.
Per fortuna l’aria fresca del mattino, lo stress lasciato in città e questa tranquilla pedalata mi rimettono al mondo.
Non fosse per i continui colpi di clacson alle mie spalle, sarebbe ancora meglio. Sono da solo, sulla destra, su una strada ampia. Evidentemente tutti pensano di avere un autotreno. Oppure, semplicemente, non sanno guidare la macchina. Ovviamente però il problema sono io, che lì non ci dovrei stare. Dovrei usare le piste ciclabili. Ci fossero...
Luoghi comuni.

Su per questa salita nuova ed improvvisata, il nome di un paesino mi ricorda il cognome di un amico. Rido ancora, stavolta solo per i ricordi che ritornano, pensando a quante volte mi abbia detto di essere troppo vecchio per iniziare ad andare in bici. In effetti 45 anni non sono pochi. Così come non lo sono un pacchetto e mezzo di Marlboro al giorno lasciate al mio passato. O l’abbandono del forte soprappeso. O la ritrovata serenità con me stesso, con mia moglie, con il mio corpo.
Ma per lui sono vecchio, e il fatto che stia tremendamente meglio non conta. Ha lui la verità in tasca, la spende come vuole.

Intanto le rampe si fanno dure, e il mio cuore cresce nel petto. L’asfalto mi guarda dritto negli occhi, ma ho ancora la forza per gettare il mio sguardo oltre il tornante, oltre i cespugli, verso il panorama. La fatica non annebbia niente, è solo un modo per corteggiare le piccole soddisfazioni. Come quella, nuova e antica, ma mai uguale, di raggiungere il colle. E pure oggi l’ho raggiunto. La vista si perde nei riflessi del mare e nelle braccia accoglienti dei colli a picco su esso, illuminati da un sole ancora fresco.

Foto con il cellulare, poi la metterò su face. Già vedo i commenti di chi mi vorrebbe seduto su una sdraio a godermi il mare al posto suo, mentre invece sto soltanto perdendo tempo per due stupide ruote.
Luoghi comuni.

Discesa bella, tecnica. Tento di osare in un paio di curve. La prima ok, la seconda meno. Meglio scendere con più calma allora.
C’è chi mi darebbe dell’incosciente, ma penso sia solo vita che ancor scorre nelle arterie non più intasate di colesterolo come un tempo.

Di nuovo sulla statale lungomare, faccio rientro verso l’albergo, in un traffico più generoso di clacson di variegate tonalità.
Salendo le scale verso la camera, di nuovo scalzo e con entrambe le mani occupate, il sapiente di turno incrociato per caso mi chiede:
“Ora una bella flebo come fanno al Tour??”.
E ride. E io pure, tanta è la compassione che mi fa.

Entro in camera silenziosamente. Lei si è appena svegliata.
“Una doccia e scendiamo per la colazione ok?”.
Prima la mia flebo però: un multivitaminico. C’è chi mi darebbe del dopato per questo. Ma mi ritengo soltanto affezionato alla salute. E rimpiango gli anni in cui non me ne curavo.

Una bella colazione, meritata, ma equilibrata. La piccola concessione di un pezzo di dolce in più. Sono le ferie anche per me.
E poi le tranquille chiacchere con i vicini di tavolo.

E poi il mare, ed il giornale da leggere sulla sdraio. Che pace, che vita.
L’attenzione cade su un articolo ben firmato, di un argomento a me caro. Va sempre a finire così. Un signore che si concede di parlare di cose che mai ha vissuto in prima persona. Un signore che giudica con la bilancia dei luoghi comuni.
Ma è così, si sa. Luoghi comuni.
Dispiace solo per gli ignari lettori, sprovvisti di conoscenza in materia al suo pari, che prenderanno quelle parole per verità.

Ed io non sono quel cinquantenne che descrive, ne sono certo. E la maggioranza come me.
Puramente fedele all’unico confronto possibile, quello con me stesso, mi sento solo migliore. Non è mai troppo tardi per una passione, per lo sport. Nella maniera giusta.

E le ortensie le lascio a lui. E pure la passeggiata con un libro, magari proprio di ciclismo. La volta buona che, forse, qualcosa in materia imparerà.

Infine, stanco di leggere, getto via il giornale. Un barista, di chiacchere da bar, ne sente già a sufficienza senza comprare un’autorevole giornale.
È arrivata l’ora del bagno.
Sono le ferie anche per me.
Bellissimo!
I miei complimenti, letto dalla prima all'ultima parola, penso anche io che dovresti inviarlo a Severgnini, credo che anche gli "autorevoli" giornalisti come lui ne avrebbero da imparare.


Avatar utente
GiboSimoni
Messaggi: 1163
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 17:29
Località: Bari

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da GiboSimoni »

Davvero bello il racconto di plata, detto con semplicità e sincerità.

Riguardo all'articolo troppa retorica e sopratutto luoghi comuni e da uno come Severgnini non me l'aspettavo, di solito è uno dei meno peggio in Italia, specialmente nel ramo di sua competenza, ma qui ha preso una mezza cantonata. Ormai l'uguaglianza CICLISMO = DOPING è scalfita inesorabilmente nella mente e nel cuore di tante persone e sarà difficile cambiare sta mentalità...


Gibo il migliore!!!!!

Signori non ce ne sono più - Gilberto Simoni ad Aprica 2006

30 Maggio 2010 La fine di un Sogno Magnifico!

Le vere emozioni sono nell'accarezzare una mamma non più autosufficiente e su una sedia rotelle e vedere il sorriso di essa.
Avatar utente
sceriffo
Messaggi: 4218
Iscritto il: lunedì 11 aprile 2011, 23:48

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da sceriffo »

provo a buttarla li: molti miei amici/che ci considerano insopportabili perchè, a loro dire, intasiamo le strade, saltiamo i semafori, procediamo quasi mai in fila indiana e via di altri luoghi comuni più o meno noti.
la prima replica che faccio è che il ciclismo o li si fa sulle strade o si sta a casa ( e qualcuno subito -state a casa!- ). Poi che non sono solo i ciclicsti ad ingombrare le strade: se trovassero un carro agricolo i miei amici/che non avrebbero nulla da dire, un colpo di freno e nessuna imprecazione. e ancora, dato che noi italiani abbiamo sempre il vizio di "da che pulpito viene la predica", gli stessi che strombazzano, che ti fanno il dito etc sono magari al cellulare, senza cinture allacciate, con i fari spenti su strade extraurbane e mumblemuble.
puà darsi che, per ritornare in tema, bs, difronte all'ennesima coppia di ciclisti, dietro l'ennesima curva del suo scorazzare (con bici o moto elettrica, oppure con macchina a gasolio che mi pare poco o tanto inquini, equicelamettoiolademagogia!)per le dolomiti, si sia inalberato perchè probabilmente saranno stati un pò in mezzo alla careggiata e si sia inalberato un pò come i miei amici/che. e poi, quando ti girano ti attacchi dove puoi, finendo per pestare delle enormi m.


peek
Messaggi: 5848
Iscritto il: sabato 8 gennaio 2011, 10:08

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da peek »

Sono d'accordo con Rizz23 perciò non ho intenzione di difendere Severgnini, indifendibile perché quello che è un suo stile, estremizzare alcuni aspetti della realtà per portarti a guardarla con occhi nuovi, in questo caso si è spinto maldestramente troppo in là, facendo una caricatura eccessiva di alcuni aspetti deteriori di un fenomeno, la passione ciclistica, che perlopiù si muove su tutt'altri binari.
Al contempo devo anche aggiungere che sono rimasto impressionato dalle morti illustri di gente in bicicletta e altrettanto da quelle meno illustri di persone con le quali avevo un qualche rapporto di conoscenza. E' sempre successo? Sta succedendo più di frequente? Non lo so, forse il problema è che prima o poi capita un po' a tutti di dover morire e purtroppo per alcuni capita prima. Mi chiedo però se cicloweb, che ha colto la provocazione di Severgnini portando la bella risposta di Plata in homepage, e quindi rispondendo sullo stesso piano, quello del racconto, non possa fare un passo ulteriore interpellando un medico sportivo a proposito di questi casi di morte improvvisa in bicicletta. Credo farebbe un utile servizio a tutti.


Avatar utente
Bitossi
Messaggi: 4653
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 12:41
Località: Milano

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da Bitossi »

Raga, con tutto l'affetto... ma c'è qualcuno che veramente prende sul serio i libri o gli articoli di Severgnini? :dubbio:

Citatemi per favore una sola analisi ficcante, innovativa, non conformista del suddetto, che me la vado a leggere...

Anche l'articolo di ieri: mischia pere con manici di ombrello, tenta una risibile analisi sociologica, si muove per sentito dire, ecc. ecc. Mica tanto uno scivolone: mi pare del tutto in linea con il resto della sua produzione. Quando va bene, ottiene l'effetto "boiler" (la scoperta dell'acqua calda), ma più frequentemente e solitamente, fra l'altro con una prosa da sbadiglio, lo vedo adagiato su un conformismo e/o una disinformazione totali e sconfortanti.

Ed ora, prendendo alla lettera il suo consiglio, me ne vado con la Bitossa a scalare (a piedi) il Plan de Corones. :D


Immagine
Ringrazio la mia mamma per avermi fatto studiare da ciclista
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21534
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da lemond »

Bitossi ha scritto: Ed ora, prendendo alla lettera il suo consiglio, me ne vado con la Bitossa a scalare (a piedi) il Plan de Corones. :D
E il San Baronto in questo mese no? ;)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Fabioilpazzo
Messaggi: 2365
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 15:44

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da Fabioilpazzo »

Bitossi ha scritto:Raga, con tutto l'affetto... ma c'è qualcuno che veramente prende sul serio i libri o gli articoli di Severgnini? :dubbio:

Citatemi per favore una sola analisi ficcante, innovativa, non conformista del suddetto, che me la vado a leggere...

Anche l'articolo di ieri: mischia pere con manici di ombrello, tenta una risibile analisi sociologica, si muove per sentito dire, ecc. ecc. Mica tanto uno scivolone: mi pare del tutto in linea con il resto della sua produzione. Quando va bene, ottiene l'effetto "boiler" (la scoperta dell'acqua calda), ma più frequentemente e solitamente, fra l'altro con una prosa da sbadiglio, lo vedo adagiato su un conformismo e/o una disinformazione totali e sconfortanti.

Ed ora, prendendo alla lettera il suo consiglio, me ne vado con la Bitossa a scalare (a piedi) il Plan de Corones. :D
Bitossi, non saprai mica leggere il pensiero? :D
E' esattamente quello che penso pure io. Però ovvio che se una genialata del genere esce sul primo giornale d'Italia, una reazione ci deve essere. ;)


Avatar utente
sceriffo
Messaggi: 4218
Iscritto il: lunedì 11 aprile 2011, 23:48

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da sceriffo »

Bitossi ha scritto:Raga, con tutto l'affetto... ma c'è qualcuno che veramente prende sul serio i libri o gli articoli di Severgnini? :dubbio:

Citatemi per favore una sola analisi ficcante, innovativa, non conformista del suddetto, che me la vado a leggere...

Anche l'articolo di ieri: mischia pere con manici di ombrello, tenta una risibile analisi sociologica, si muove per sentito dire, ecc. ecc. Mica tanto uno scivolone: mi pare del tutto in linea con il resto della sua produzione. Quando va bene, ottiene l'effetto "boiler" (la scoperta dell'acqua calda), ma più frequentemente e solitamente, fra l'altro con una prosa da sbadiglio, lo vedo adagiato su un conformismo e/o una disinformazione totali e sconfortanti.
Io farei di più. chiederei agli admin di postare questo thread sul blog di b.s.


Salvatore77
Messaggi: 6572
Iscritto il: domenica 9 gennaio 2011, 19:14

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

peek ha scritto:Mi chiedo però se cicloweb, che ha colto la provocazione di Severgnini portando la bella risposta di Plata in homepage, e quindi rispondendo sullo stesso piano, quello del racconto, non possa fare un passo ulteriore interpellando un medico sportivo a proposito di questi casi di morte improvvisa in bicicletta. Credo farebbe un utile servizio a tutti.
Tema interessante quello della salute e sport, aspetto da non trascurare.
Non so se c'è un thread apposito nel nuovo forum. Le opinioni di medici sono ben accette.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Avatar utente
Plata
Messaggi: 532
Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 18:34

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da Plata »

Ringrazio i ragazzi della redazione... ieri sera il messaggio che mi sono ritrovato sul telefono mi ha spiazzato davvero :) E ovviamente anche a tutti gli altri per i complimenti...

E pensare che è nata così su due piedi, subito dopo la lettura di quell'articolo, o meglio, di quello sfogo. La penso esattamente come rizz infatti. Lui covava già qualcosa, e le sue scorribande dolomitiche non c'entrano proprio nulla. Magari non è così, ma l'impressione è proprio quella.


Avatar utente
tetzuo
Messaggi: 7945
Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 10:08

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da tetzuo »

ennesima dimostrazione di quello che è diventato il ''''''''giornlismo''''''''''' in Italia, ed ennesimo scivolone dopo quello su Farsopoli, del fantoccio Severgnini.

Standing Ovation per il post di Plata


alfiso

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da alfiso »

tetzuo ha scritto:ennesima dimostrazione di quello che è diventato il ''''''''giornlismo''''''''''' in Italia, ed ennesimo scivolone dopo quello su Farsopoli, del fantoccio Severgnini.

Standing Ovation per il post di Plata
Adesso non facciamo però noi i conformisti accanendoci tutti su Severgnini. :D
Come detto da Bitossi, ho anch'io l'impressione che molte volte Severgnini codifichi in parole l'"acqua calda". Son tempi difficili per essere ficcante e anglosassone (meglio essere Italians).
Il conformismo però si suicida sempre da solo, quando viene accerchiato dalle buone argomentazioni. E non penso che Severgnini si sottragga al confronto.
In passato lo ha già fatto su altri argomenti e discussioni sul Corriere.
Credo che lo scopo di Plata fosse quello della riscossa, dello "scatto" di orgoglio e ci è riuscito con la poesia.

Per la mia natura "resistente" non accetto che si secolarizzi l'equazione "ciclismo=doping", ma senza usare gli stessi termini usati dai detrattori, spesso solo megafoni chippati di una comunicazione che trova incredibilmente i migliori testimonial nei vertici stessi del nostro sport.
Per il mio lavoro mi sono trovato a parlare di sponsorizzazioni ed ho provato più volte la sgradevole sensazione negli occhi dell'interlocutore al parlare di ciclismo.
Normale, non mi sono mai arrabbiato. A quel punto chiedo sommessamente se lui davvero non ritiene che in altri sport, calcio in primis, non esista il doping, ragionevolmente, con un bel sorriso, quasi sempre ricambiato. Gli racconto a quel punto un fatto riferito da un giocatore del ... negli spogliatoi circa un paio di giocatori del ... spagnoli della fine anni 80, che entravano nel secondo tempo ed erano dei fenomeni. Il giocatore del ... li vide incredibilmente correre per 15-20 minuti nel tunnel dopo una partita che i fenomeni vinsero per 5-1 ribaltando una andata disastrosa coi miei "peggiori nemici" :D :D :D Roba dell'antichità.
Detto questo, quale sport ti fa vedere il territorio e te lo fa vivere con intensità, con gusto del particolare, ti rende sacra una salita, una strada, una litoranea, un passaggio stradale nel mare, un rettilineo?
Sì un rettilineo, perchè i belgi ancora oggi vanno a Renaix (Ronsse) a vedere quel rettilineo dove Bauer e Criquielion si consumarono un mondiale.
Quale sport con dieci milioni di investimento te ne restituisce sempre almeno 30 (a parte le società cartiera o lavatrice di calcio e basket)?
Guardate, non è solo una questione di business, anzi lo è in una minima parte.
Quale sport ti rende un marchio eterno con la stessa intensità (ok brand awareness per i markettari)?
Quale sport ti ripulisce la circolazione dalle scorie della vitaccia quotidiana (e l'ha detto Plata) come il ciclismo?

A Beppe consiglio di vedere questo video e capire perchè questa gente è felice dopo una giornata di inferno.
In Francia, anche lì, li sfottono come i "Cons du cyclisme".
http://auvergne.france3.fr/info/la-mond ... 0110911_F3
La MondoVélo dans la tourmente. La MondoVélo s'est déroulé ce dimanche sur les routes du Cantal des conditions parfois dantesques.

Aspettando una replica sul Currierun di Beppe Severgnini (sicuramente qualcuno di voi gli avrà scritto una email), a cui va però riconosciuto un consueto stile gentile aldilà di questa uscita. Lo vedo spesso a Milano in zona San Marco e non è uno che se la tira. Speriamo...
Ultima modifica di alfiso il sabato 13 agosto 2011, 15:57, modificato 3 volte in totale.


pitoro
Messaggi: 2437
Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 18:30

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da pitoro »

Bitossi ha scritto:Raga, con tutto l'affetto... ma c'è qualcuno che veramente prende sul serio i libri o gli articoli di Severgnini? :dubbio:

Citatemi per favore una sola analisi ficcante, innovativa, non conformista del suddetto, che me la vado a leggere...

Anche l'articolo di ieri: mischia pere con manici di ombrello, tenta una risibile analisi sociologica, si muove per sentito dire, ecc. ecc. Mica tanto uno scivolone: mi pare del tutto in linea con il resto della sua produzione. Quando va bene, ottiene l'effetto "boiler" (la scoperta dell'acqua calda), ma più frequentemente e solitamente, fra l'altro con una prosa da sbadiglio, lo vedo adagiato su un conformismo e/o una disinformazione totali e sconfortanti.

Ed ora, prendendo alla lettera il suo consiglio, me ne vado con la Bitossa a scalare (a piedi) il Plan de Corones. :D

Ciao Bitossi e Bitossa. Non fate i furbi, al Plan si arriva con la telecabina (che non da fastidio alle auto). Vi vedo bene lassù sparapanzati al sole con un bel libro. A proposito: come si fa a leggere e guardare il panorama allo stesso tempo come consiglia il nostro? A me viene più facile guardarmi intorno mentre vado in salita a 10 kmh. Sarò strano io.... Ma anche leggere mentre salgo un sentiero non mi riesce, di solito guardo dove metto i piedi. Boh...

Naturalmente concordo con la tua opinione sul tipo. Il tipo è un bravo demagogo sempre attento a scrivere , in modo più simpatico di quello che farebbe la maggior parte degli altri Italians, quello che la gente si aspetta di leggere. Mica tutti devono essere dei D'Avanzo o dei G.A. Stella, mica tutti devono essere dei giornalisti.
Evidentemente ha ragione lui, visto che vende tantissimo e per le ospitate prende fior di quattrini.

A me ricorda il vecchio Luca Goldoni, incluso tutto quello che si diceva di lui

PS Ora mi cambio ed esco. Meta: Rif. Pasquilio, sopra Massa. In bici, naturalmente :bll:


Avatar utente
Bitossi
Messaggi: 4653
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 12:41
Località: Milano

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da Bitossi »

lemond ha scritto:
Bitossi ha scritto: Ed ora, prendendo alla lettera il suo consiglio, me ne vado con la Bitossa a scalare (a piedi) il Plan de Corones.
E il San Baronto in questo mese no?
Certo che sì, ci stiamo organizzando. Accendi il telefono nei prossimi giorni... ;)
pitoro ha scritto: Ciao Bitossi e Bitossa. Non fate i furbi, al Plan si arriva con la telecabina
Eh, quella è roba per pensionati, e noi alla pensione non ci arriveremo tanto presto. Sarà una buona scusa per fare i "sempre giovani".
Però oggi (mentre leggevo e contemporaneamente guardavo il panorama) ho visto dei downhillisti che vengono su col ferro in cabina e poi si buttano giù per i sentieri più tosti, che io ho sempre evitato con la mia front. Intanto cominciano a comparire un po' di segnali di divieto alle bici, messi da incazzati villici teutonici... :D
pitoro ha scritto: A me ricorda il vecchio Luca Goldoni, incluso tutto quello che si diceva di lui
Eccolo qui! Giusto, bravo Ettore, cercavo un paragone e non mi veniva...


PS ancora per Carlo: fulgido esempio di "multiquote"... :diavoletto:


Immagine
Ringrazio la mia mamma per avermi fatto studiare da ciclista
pitoro
Messaggi: 2437
Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 18:30

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da pitoro »

OT di servizio, scusate

Ehi Bitoxes, ricordatevi che la strada per il San Baronto passa dal Pitoro. Io sono qui ancora una decina di giorni (anche meno) oppure l'ultimo we del mese.


Avatar utente
sceriffo
Messaggi: 4218
Iscritto il: lunedì 11 aprile 2011, 23:48

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da sceriffo »

Ovviamente e come sempre nessun appunto dagli organi federali a difesa e tutela del movimento


Avatar utente
Maìno della Spinetta
Messaggi: 10468
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 15:53

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Zanazzi, l'ho conosciuto a Milano, non so se siete mai entrati nel suo negozio o a una corsa mai conosciuto... Mi son trovato davanti un vecchio arzillo che dimostrava 20 anni meno di quelli che aveva. Almeno un'uscita a settimana.

L'articolo di Severgnini non ci dice come un po' di tempo fa che più moto fa bene?
Noi bestie italiani non siamo fichi come a Londra, dove la gente va in giro a bruciare i negozi per mal di nulla?

Ma vada via i ciapp...


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
alfiso

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da alfiso »

Maìno della Spinetta ha scritto:Zanazzi, l'ho conosciuto a Milano, non so se siete mai entrati nel suo negozio o a una corsa mai conosciuto... Mi son trovato davanti un vecchio arzillo che dimostrava 20 anni meno di quelli che aveva. Almeno un'uscita a settimana.

L'articolo di Severgnini non ci dice come un po' di tempo fa che più moto fa bene?
Noi bestie italiani non siamo fichi come a Londra, dove la gente va in giro a bruciare i negozi per mal di nulla?

Ma vada via i ciapp...
Quotone e ne aggiungo un altro che è un caro amico di famiglia: Seghezzi.
Io personalmente devo ringraziare mio padre per avermi fatto conoscere molti di questi personaggi.
Non è per sbrodolare in modo autoreferenziale fra con-passionevoli, ma questo sport ha selezionato davvero per tanti anni degli immensi personaggi, incidendo sulla storia (quella di tutti) in maniera infinitamente maggiore al suo peso specifico sportivo.
Si pensi solo al linguaggio scritto e di tutti i giorni, e a quante frasi fatte ciclistiche si usino.


Avatar utente
sceriffo
Messaggi: 4218
Iscritto il: lunedì 11 aprile 2011, 23:48

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da sceriffo »

Ieri sull'inserto patinato del corriere, il ns BS, rispondendo all'ennesima lettera di rimostranza scritta stavolta da un medico specializzato in trapianti d'organo(se nn ricordo male) ha cercato di correggere il tiro. Tra l'altro, sosteneva il medico, la bici fa un gran bene a tutti e benissimo a chi ha subito un trapianto d'organi. Fare 2 domande a qualche esperto, prima di scrivere, no ehhh ?


l'Orso
Messaggi: 4719
Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 11:18

Re: le teorie di Beppe Servegnini

Messaggio da leggere da l'Orso »

A prescindere da come la si pensi a riguardo delle Gran Fondo e della loro evoluzione(*) , l'articolo parte da un presupposto sbagliato.
Il ciclismo, per la maggior parte dei partenti di quelle gare (perchè di gare si tratta, altrimenti sarebbero "cicloturistiche"), è inannzitutto una Passione, e per alcuni la Passione della vita e non un passatempo...
Come Severgnini ha la Passione di "sparar banalità" (a volte servono anche quelle ma se son vere, altrimenti son "ba...lle" vestite da festa), io e molti altri abbiam la Passione della bicicletta.. io e pochi (?) altri poi abbiam quella di gareggiare in bicicletta e ci piacerebbe farlo in sicurezza (nell'ambito di una manifestazione)...
Il doping è un'altra cosa e non è prerogativa del ciclismo o dello sport, anzi...

(*) hanno semplicemente riempito un vuoto creato dalla inettitudine della FCI che ha deciso di far smettere il ciclismo "dilettantistico" a 18 anni (forse prima :( )...oltre ci son solo i (semi)professionisti... e se sparissero le classifiche dalle GF, finchè ci saranno apPassionati di ciclismo, inteso come "gare in bicicletta", nascerebbero altre gare simili con altro nome...


Fanta cicloweb 2015:
Tour 2015 - 19a tappa - SJ M.nne - Toussuire (24 Luglio)

utenti ignorati:
Scostante_Girardengo
Rispondi