Letteratura e Corriere, Giro 2013

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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Maìno della Spinetta
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Letteratura e Corriere, Giro 2013

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BenoixRoberti ha scritto:
Deadnature ha scritto:Parlando di gruppo RCS, quest'anno per il Corriere della Sera seguono il Giro Paolo Tomaselli e lo scrittore Fabio Genovesi (il cui primo romanzo, Esche vive, è ambientato nel mondo del ciclismo giovanile). Gli scrittori al seguito del Giro hanno spesso prodotto pagine notevoli (penso a Buzzati, ma anche a Gian Luca Favetto, il cui racconto del Giro del 2005 in "Italia. Provincia di Giro" è un gran bel pezzo di letteratura sportiva), perciò lo seguirò con fiducia. Se qualcuno fa altrettanto e vuole commentare...
Il primo pezzo è il seguente: http://archiviostorico.corriere.it/2013 ... 1716.shtml.
Il trasferimento prodigioso della nostra identità in quella di un campione, la potenza del gesto atletico che riesce a stanarci dalle nostre vite ferocemente egoiste, e ci fa soffrire o saltare di gioia per imprese che con noi in realtà non c'entrano nulla. È una magia che riesce quasi solo allo sport, e nel ciclismo poi raggiunge livelli mistici. Forse perché il ciclismo somiglia così tanto alla vita (o è la vita che somiglia al ciclismo, non l'ho mai capito), corre sulle stesse strade che usiamo ogni giorno per andare a lavoro, passa davanti al nostro bar preferito e sotto le nostre finestre. E se il ciclismo somiglia alla vita, il ciclismo italiano è proprio identico all'Italia.
...
Perché l'Italia è come il suo ciclismo, e ha voglia di vedere uno di noi che stringe i denti, annaspa e sputa polvere e saliva, e quando intravede un'occasione ci si tuffa. Fortuna che di occasioni questo Giro è pieno.


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
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