Condivido molto di quel che scrivi. Secondo me la discussione se è portata avanti solo in termini di 'è meglio una salita durissima o una più pedalabile?' non è efficace e non rende completamente l'idea della difficoltà che questa o quella salita può produrre nel corso di una tappa. Per fare un'analisi completa c'è da discutere anche del posizionamento di una salita lungo la tappa e del contesto in cui essa si è svolta.Winter ha scritto:Mischi un po' tutto..el_condor ha scritto: Quali sono le salite che prof e i suoi fan vorrebbero eliminare ?
Immagino Zoncolan, Mortirolo, Angliru, Monte Lupone, Muro di Sormano, muro di Grammont....(sono troppo dure non fanno selezione dicono loro...).
E quali sono le salite che fanno selezione ? Per cortesia indicatene qualcuna (e che sia l'ultima della tappa )e poi paragoniamo i risultati on i vari Angliru...
Cosa centra il muro di Grammont con lo Zoncolan..
Gia' Mortirolo con Zoncolan centra ben poco
Quante volte una tappa ha avuto arrivo di tappa il Mortirolo ? Mai
Quante volte invece han fatto lo Zoncolan (o l'Angliru) in discesa ? mai
c'e' una differenza enorme
Le tappe con una salita dura non arrivo di tappa fanno molta piu' selezione (e spettacolo) rispetto agli arrivi su salite dalle pendenze durissime (Fedaia , Mortirolo , Finestre ecc han dato luogo a molto piu' battaglie e distacchi rispetto a Angliru /Zoncolan)
Perché la corsa si apre prima , a 40 all'arrivo (o ancora di piu') rispetto ai 5.. quand va bene
Le salite dure che mi piacciono ? Fauniera , Finestre , Agnello , Stelvio , Gavia , Mortirolo , Sampeyre ecc
Quelle che mi dicon poco ? Angliru , Zoncolan
Una frazione di 200 km con qualche salita a precedere l'arrivo sullo Zoncolan molto probabilmente, anche in virtù dell'attendismo generale odierno, porta ad una corsa chiusa che si decide solo nel finale, lungo i km più duri della salita finale. E' poi chiaro che in tali condizioni talvolta possono registrarsi distacchi non enormi e spettacolo limitato. Specialmente se una frazione del genere si diputa a Giro (quasi) finito, come lo scorso anno, i distacchi tra i big possono essere molto risicati. Altre volte invece la corsa è ancora del tutto aperta, vedi il 2010 quando Basso aveva la necessità di staccare gli altri e ne vennero fuori distacchi molto grandi: tutti sopra il minuto di distacco, il 10° a 3:50.
Ciò dimostra anche che per essere del tutto obiettivi sia bene prendere in cosiderazione una casistica più ampia e non solo i singoli casi, che alla lunga non dicono molto.
Io preferisco di gran lunga una tappa dal disegno più tradizionale, con 3-4 colli in sequenza, il più duro dei quali posto come penultimo. Il classico caso del Mortirolo con successiva discesa e arrivo all'aprica, che non è un salitone ma dopo aver fatto gavia e mortirolo fa malissimo e produce una selezione bestiale, è secondo me l'esempio più bello. Quasi sempre la discesa e il successivo tratto di fondovalle/falsopiano in salita hanno contribuito a dilatare notevolmente i distacchi tra i vari e selezionati gruppetti (o singoli) che si erano andati a formare lungo la salita, perchè la selezione arriva prima (rispetto al traguardo) e la fatica accumulata lungo una salita così tosta poi inevitabilmente da i suoi frutti nei km successivi, andando a scavare solchi molto profondi.
Se si ragiona solo in termine di salita devo dire che quanto dice herbie non è sbagliato. Una salita come il Pordoi, che ha fatto la storia del Giro, oggi molto più difficilmente può fare la differenza, principalmente perchè materiali, tecnologia e rapporti sono cambiati rendendo la vita molto più facile ai ciclisti. Perciò servono salite un pò più dure rispetto, senza però scadere nel cicloalpinismo fatto di rampe di garage. Una salita come il Passo Giau (da Selva di Cadore), 10 km al 9,1% con pendenze molto costanti che variano tra l'8,5 e il 10,5 % secondo me va è una gran bella salita, idem il colle lunghissimo colle delle Finestre che solo raramente supera il 10%. Secondo me queste e le altre salite che hai citato sono tutt'ora attualissime. Per quanto riguarda Angliru e Zoncolan credo che il giudizio non del tutto positivo che si raccoglie tra gli appassionati sia proprio 'macchiato' dal fatto che siano sempre state affrontate come arrivo di tappa e mai in un altra veste che probabilmente avrebbe potuto valorizzarle di più.
In definitiva, credo che la discussione su questo argomento sia molto interessante e difficile da esaurire banalizzando il tutto in una diatriba dicotomica stile 'Angliru o Montevergine'. Credo che rispetto a 40 anni fa siano necessarie salite più toste, ma senza dover arrivare per forza all'arrivo posto in cima ad una rampa di garage al 20%. Per fortuna, specialmente in Italia, la possibilità di trovare salite che siano ancora oggi "attuali" ed in grado di fare seriamente la differenza è veramente ampia. L'importante, a mio modo di vedere, è raggiungere un disegno di tappa efficace, in grado di incentivare attacchi abbondantemente prima dei -2 dal traguardo.