La crisi del ciclismo italiano

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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aitutaki1
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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hal78 ha scritto: venerdì 11 settembre 2020, 22:16 La prima vittima della crisi nera del movimento è proprio nibali. Che si vede appiopparsi tutte le speranze di uno stuolo di appassionati ( che, pur non essendo in proporzione al pari di altre nazioni, è cospicuo) e si trova addosso pressioni che non avrebbe se ci fossero corridori giovani della sua caratura.
Vero e ringraziamo che ci sia, se anche avesse avuto un piccolo infortunio come in questa stagione sembra capitare più di frequente, di cosa parlerebbe lo studio RAI e come sarebbe l' audience ?


Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
.·. Sic Semper Tyrannis .·.

Dove ... Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
Dove questo verbo attecchisce alla fine c'è il lager. (P. Levi)

μολὼν λαβέ Spartans Are Here
hal78
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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nicoros ha scritto: venerdì 11 settembre 2020, 22:26
hal78 ha scritto: venerdì 11 settembre 2020, 22:16 La prima vittima della crisi nera del movimento è proprio nibali. Che si vede appiopparsi tutte le speranze di uno stuolo di appassionati ( che, pur non essendo in proporzione al pari di altre nazioni, è cospicuo) e si trova addosso pressioni che non avrebbe se ci fossero corridori giovani della sua caratura.
Eh sì Nibali è sempre la vittima managgia oh
Ma si, ho usato il termine ‘vittima’ a sproposito. Ma quello è. In questa stagione rimane l’unico atleta italiano che puó ambire a vincere qualcosa di importante. Tra classiche del nord, mondiale, giro e vuelta è l’unico italiano in cui si possa riporre una speranza di vittoria. Altri non ne vedo. Che poi sia una possibilità remota ne possiamo prendere atto. Ma quest’anno tra monumento, gt, mondiali il rischio di non salire mai sul podio è alto.


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Celun
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Celun »

metto qui un post sulla Androni:

come si preventivava un anno difficile, di transizione,
in più si è messa la stagione covid.

il ricambio è lento, diciamo che proprio non si vede,
per ora.

impossibile perdere in due anni(2018-2019)
sosa, torres, ballerini, masnada, cattaneo, vendrame, benfatto, pelucchi
e rimettersi subito in carreggiata.

alla tirreno già da ieri sono rimasti solo in 4,
rumac il migliore a saturnia e sassotetto
gabburo a cascia.

ai nazionali solo Chirico nei 30, 21esimo.
al matteotti gabburo 11esimo
al pantani florez 14esimo e gabburo 17

coppi e bartali
benino ravanelli 15 esimo nella tappa vinta da bagioli e 14esimo in generale
mattia bais 15esimo in generale
restrepo 13 esimo nell'ultima tappa.

ungheria: rumac 18esimo nella generale

miglior risultato dai nazionali in poi,
paciani ottavo nella seconda volata della tirreno.(e terzo nella seconda del giro di ungheria)

Gavazzi e Belletti sembrano in fase calante.
Comparto velocisti decisamente indebolito rispetto gli anni scorsi,
si faceva già notare che il solo pacioni(una vittoria)
avrebbe avuto difficoltà a ricalcare i fasti di pelucchi benfatto nel 2019 con 14 vittorie.

una piccola idea:
qui Savio si deve inventare qualcosa,
ok pescare i migliori del giro under 23
ok la caccia al sudamericano di talento(ben sapendo che un Bernal, ma anche un Sosa, non gli ricapita facilmente)

per il 2021 urge tipo un operazione di recupero di qualche atleta italiano che si è un pò perso,
tipo il lavoro fatto su Cattaneo è ripetibile
magari con la strana stagione covid qualche contratto di un qualche italiano di valore potrebbe venire meno.
qui deve essere pronto ad inserirsi col suo solito tempismo e verve.

gli auguro il meglio già dal giro 2020.


Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Siamo in crisi,è vero.
E' anche vero che https://www.uci.org/road/rankings
Non è il vangelo, ma qualcosa vorrà pur dire.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Vuol dire ben poco..
A oggi in classifica generale al tour (che è la gara piu' importante all'anno)
ci son 2 sloveni e 4 colombiani nei primi 6
Nessuno dei nostri è nei 15..


mattia_95
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da mattia_95 »

L'unico problema dell'Italia per me è l'assenza di un corridore che possa lottare per vincere un GT al di fuori di Nibali, il quale però è negli ultimissimi anni della sua carriera e quindi nel 2022, quando si ritirerà o comunque se dovesse continuare a correre avrà altri obiettivi, non avremo più nessuno.

Avevamo tre speranze per il presente dei GT: Aru ma è inutile commentarlo dopo queste tre stagioni, Formolo ma in 9 GT non è mai andato oltre un nono posto e Ciccone che non ha mai aver provato a far classifica e a dicembre compirà 26 anni.

Per le corse di un giorno invece non siamo messi male. Negli ultimi anni sul podio delle classiche WT sono saliti ben 7 diversi italiani: Viviani, Formolo, Nibali, Bettiol, Ulissi, Nizzolo e Colbrelli. E a questi non si può non aggiungere Trentin e Moscon che con la nazionale hanno sempre fatto benissimo.


FC 2018: Gp de Montreal, Giro di Turchia.
FC 2019: GP di Francoforte, Tour a Tempo, Coppa Bernocchi.
FC 2020: Tour Down Under, Tour a Tempo a Squadre.
FC 2021: Gand - Wevelgem, Obiettivo Zero Punti Tour de France, 1° Obiettivo Zero Punti, Trofeo Matteotti.
FC 2022: Saudi Tour, Etoile de Bessèges, Tour de Pologne.
Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

si ma nemmeno nelle gare di un giorno.. andiamo cosi bene

milano sanremo (ultimi 14 anni una sola vittoria , il solito Nibali)

Nei 10 un solo dei nostri.. Nizzolo 5°

Giro di Lombardia (con tutti quelli del tour assenti..)

tre nei dieci

anche in questo caso.. due vittorie negli ultimi 12 anni (tutte di Nibali..)

se escludiamo Nibali

Sanremo Pozzato 2006
Lombardia : Cunego 2008
Fiandre : unica nota positiva Bettiol l'anno scorso
Roubaix : Tafi 1999
Liegi : Di Luca 2007
Tour : Pantani 1998
Giro : Basso 2010
Vuelta : Aru 2015
Mondiale : Ballan 2008


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jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da jerrydrake »

Winter ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 8:06 Vuol dire ben poco..
A oggi in classifica generale al tour (che è la gara piu' importante all'anno)
ci son 2 sloveni e 4 colombiani nei primi 6
Nessuno dei nostri è nei 15..
Ben più grave la situazione alla Tirreno-Adriatico dove abbiamo il solo Masnada protagonista nonostante la concomitanza col Tour. Il "futuribile" Fabbro è 31°


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Oro&Argento
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Cthulhu ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 7:23 Siamo in crisi,è vero.
E' anche vero che https://www.uci.org/road/rankings
Non è il vangelo, ma qualcosa vorrà pur dire.
Ma il ranking per nazionali come viene stabilito? Voglio dire che punteggi influiscono? Vittorie e piazzamenti individuali? Non credo sia un ranking annuale


mattia_95
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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jerrydrake ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 9:12
Winter ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 8:06 Vuol dire ben poco..
A oggi in classifica generale al tour (che è la gara piu' importante all'anno)
ci son 2 sloveni e 4 colombiani nei primi 6
Nessuno dei nostri è nei 15..
Ben più grave la situazione alla Tirreno-Adriatico dove abbiamo il solo Masnada protagonista nonostante la concomitanza col Tour. Il "futuribile" Fabbro è 31°
Abbiamo anche Brambilla in top ten. A parte questo, che conta quel che conta, ma era per dire che non c'è solo Masnada che sta facendo bene, l'unico da cui ci si poteva attendere qualcosa di buono in classifica era Nibali. Oltre a lui, per me era scontato che non avremo fatto bene. Anzi, mi hanno sorpreso in positivo Masnada ma anche Brambilla.


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cassius
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Oro&Argento ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 9:27
Cthulhu ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 7:23 Siamo in crisi,è vero.
E' anche vero che https://www.uci.org/road/rankings
Non è il vangelo, ma qualcosa vorrà pur dire.
Ma il ranking per nazionali come viene stabilito? Voglio dire che punteggi influiscono? Vittorie e piazzamenti individuali? Non credo sia un ranking annuale
Pesano tantissimo i piazzamenti rispetto alle vittorie e delle corse WT che non hanno un valore sostanziale.
Ulissi è 4° nel ranking mondiale, e già questo basterebbe per prendere questo ranking e usarlo per accendere il caminetto. Se vai a vedere, becca 400 punti con un 2° nella GC del Tour Down Under e altri 400 per il 2° al GP Montreal. 800 punti su 2227.275 punti con un 4° posto al GP Quebec e con questi 3 roboanti risultati prende più punti di una vittoria al Tour (1000).
Il leader Roglic prende 850 punti vincendo una Vuelta, 575 facendo 3° al Giro e 500 vincendo la Tirreno.


mattia_95
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 9:09 si ma nemmeno nelle gare di un giorno.. andiamo cosi bene

milano sanremo (ultimi 14 anni una sola vittoria , il solito Nibali)

Nei 10 un solo dei nostri.. Nizzolo 5°

Giro di Lombardia (con tutti quelli del tour assenti..)

tre nei dieci

anche in questo caso.. due vittorie negli ultimi 12 anni (tutte di Nibali..)

se escludiamo Nibali

Sanremo Pozzato 2006
Lombardia : Cunego 2008
Fiandre : unica nota positiva Bettiol l'anno scorso
Roubaix : Tafi 1999
Liegi : Di Luca 2007
Tour : Pantani 1998
Giro : Basso 2010
Vuelta : Aru 2015
Mondiale : Ballan 2008
Il ciclismo negli ultimi 10 anni si globalizzato tantissimo. Fino ad una decina di anni fa, la Sanremo, il Lombardia e il Giro erano corse in cui la facevano da padroni gli italiani perché erano moltissimi al via, così come gli spagnoli alla Vuelta. Ora è tutto cambiato. Ora sarà impossibile ritornare ai quei livelli perché non ci sono più solo l'Italia, la Spagna, il Belgio e la Germania, come accadeva anni fa, a dominare la scena mondiale ma ci sono moltissime altre nazioni con corridori forti.

Concentrandosi sull'ultima decade, noto negli ultimi anni una grande crisi nei GT, a parte Nibali, ed un rilancio nelle classiche.

Nei GT fino a qualche anno fa avevamo in lotta per il successo Basso, Cunego, Scarponi, Nibali e Aru. Mentre negli ultimi tre anni solo Nibali e per il futuro non abbiamo nessuno.

Nelle corse di un giorno invece fino a qualche anno fa non avevamo quasi nessuno mentre ora dei buoni corridori. Non vincevamo la Sanremo dal 2006 e siamo tornati a vincerla due anni fa con Nibali. Non vincevamo un Fiandre dal 2007 e siamo tornati a vincerlo un anno fa con Bettiol. Non salivamo sul podio mondiale dal 2008 e siamo tornati un anno fa con Trentin.


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FC 2022: Saudi Tour, Etoile de Bessèges, Tour de Pologne.
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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cassius ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 11:30
Oro&Argento ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 9:27
Cthulhu ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 7:23 Siamo in crisi,è vero.
E' anche vero che https://www.uci.org/road/rankings
Non è il vangelo, ma qualcosa vorrà pur dire.
Ma il ranking per nazionali come viene stabilito? Voglio dire che punteggi influiscono? Vittorie e piazzamenti individuali? Non credo sia un ranking annuale
Pesano tantissimo i piazzamenti rispetto alle vittorie e delle corse WT che non hanno un valore sostanziale.
Ulissi è 4° nel ranking mondiale, e già questo basterebbe per prendere questo ranking e usarlo per accendere il caminetto. Se vai a vedere, becca 400 punti con un 2° nella GC del Tour Down Under e altri 400 per il 2° al GP Montreal. 800 punti su 2227.275 punti con un 4° posto al GP Quebec e con questi 3 roboanti risultati prende più punti di una vittoria al Tour (1000).
Il leader Roglic prende 850 punti vincendo una Vuelta, 575 facendo 3° al Giro e 500 vincendo la Tirreno.
Ulissi non sarà un fenomeno e finora in carriera non ha vinto moltissimo. Ha molte lacune. Però in termini di costanza nei piazzamenti durante l'anno è uno dei migliori. Quest'anno non ha mai vinto ma ha corso tre brevi corse a tappe WT e in tutte ha centrato la top ten. E nelle classiche non monumento è in grado di ben figurare.


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Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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mattia_95 ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 11:48
Winter ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 9:09 si ma nemmeno nelle gare di un giorno.. andiamo cosi bene

milano sanremo (ultimi 14 anni una sola vittoria , il solito Nibali)

Nei 10 un solo dei nostri.. Nizzolo 5°

Giro di Lombardia (con tutti quelli del tour assenti..)

tre nei dieci

anche in questo caso.. due vittorie negli ultimi 12 anni (tutte di Nibali..)

se escludiamo Nibali

Sanremo Pozzato 2006
Lombardia : Cunego 2008
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Roubaix : Tafi 1999
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Giro : Basso 2010
Vuelta : Aru 2015
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Il ciclismo negli ultimi 10 anni si globalizzato tantissimo. Fino ad una decina di anni fa, la Sanremo, il Lombardia e il Giro erano corse in cui la facevano da padroni gli italiani perché erano moltissimi al via, così come gli spagnoli alla Vuelta. Ora è tutto cambiato. Ora sarà impossibile ritornare ai quei livelli perché non ci sono più solo l'Italia, la Spagna, il Belgio e la Germania, come accadeva anni fa, a dominare la scena mondiale ma ci sono moltissime altre nazioni con corridori forti.

Concentrandosi sull'ultima decade, noto negli ultimi anni una grande crisi nei GT, a parte Nibali, ed un rilancio nelle classiche.

Nei GT fino a qualche anno fa avevamo in lotta per il successo Basso, Cunego, Scarponi, Nibali e Aru. Mentre negli ultimi tre anni solo Nibali e per il futuro non abbiamo nessuno.

Nelle corse di un giorno invece fino a qualche anno fa non avevamo quasi nessuno mentre ora dei buoni corridori. Non vincevamo la Sanremo dal 2006 e siamo tornati a vincerla due anni fa con Nibali. Non vincevamo un Fiandre dal 2007 e siamo tornati a vincerlo un anno fa con Bettiol. Non salivamo sul podio mondiale dal 2008 e siamo tornati un anno fa con Trentin.
Ma i primi 6 della generale son di due nazioni..
Non sei


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jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da jerrydrake »

Winter ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 12:02
mattia_95 ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 11:48

Il ciclismo negli ultimi 10 anni si globalizzato tantissimo. Fino ad una decina di anni fa, la Sanremo, il Lombardia e il Giro erano corse in cui la facevano da padroni gli italiani perché erano moltissimi al via, così come gli spagnoli alla Vuelta. Ora è tutto cambiato. Ora sarà impossibile ritornare ai quei livelli perché non ci sono più solo l'Italia, la Spagna, il Belgio e la Germania, come accadeva anni fa, a dominare la scena mondiale ma ci sono moltissime altre nazioni con corridori forti.

Concentrandosi sull'ultima decade, noto negli ultimi anni una grande crisi nei GT, a parte Nibali, ed un rilancio nelle classiche.

Nei GT fino a qualche anno fa avevamo in lotta per il successo Basso, Cunego, Scarponi, Nibali e Aru. Mentre negli ultimi tre anni solo Nibali e per il futuro non abbiamo nessuno.

Nelle corse di un giorno invece fino a qualche anno fa non avevamo quasi nessuno mentre ora dei buoni corridori. Non vincevamo la Sanremo dal 2006 e siamo tornati a vincerla due anni fa con Nibali. Non vincevamo un Fiandre dal 2007 e siamo tornati a vincerlo un anno fa con Bettiol. Non salivamo sul podio mondiale dal 2008 e siamo tornati un anno fa con Trentin.
Ma i primi 6 della generale son di due nazioni..
Non sei
Ma infatti. Moltissime nazioni le vedi nell'atletica, non certo nel ciclismo. Si sono aggiunte nazioni non storicamente fenomenali, senza dubbio. Ma non esiste un movimento sloveno o ecuadoregno, non esistono tutti sti americani, e non esistono nazioni top dello sport come Cina, Giappone, Corea. Non c'è traccia di africani (che il ciclismo sia un modello da suggerire a Salvini?).
La crisi italiana non la vedi nella mancanza del fuoriclasse, ma nella pochezza del movimento. Va bene non avere chi vince GG o classiche, ma qua non abbiamo nessuno (a parte Nibali) che ci faccia sperare in un podio in uno dei 3 grandi giri, abbiamo una squadra ridicola da portare al Mondiale. La Federazione ha colpe immense nella mancanza di una base di ragazzini da crescere.


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TIC
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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E andate avanti ad alimentare questo forum ?


pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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TIC ha scritto: lunedì 14 settembre 2020, 19:12 Classifica UCI
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E andate avanti ad alimentare questo forum ?
Direi proprio di si


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
schwoch83
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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TIC ha scritto: lunedì 14 settembre 2020, 19:12 Classifica UCI
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ok, quindi il ciclismo italiano è in piena salute ed è il migliore al mondo, giusto? poco importa se nella corsa più importante al mondo dobbiamo esaltarci per un quattordicesimo posto in classifica generale o per un terzo posto in una tappa


mdm52
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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TIC ha scritto: lunedì 14 settembre 2020, 19:12 Classifica UCI
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Individualmente mi pare diversa la cosa
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10 NIBALI Vincenzo
20 NIZZOLO Giacomo
21 VIVIANI Elia
26 TRENTIN Matteo
31 BETTIOL Alberto
37 FORMOLO Davide
CQ Ranking 2020
7 Ulissi
8 Nizzolo
22 Nibali
38 Ciccone
39 Vendrame
51 Ballerini
58 Formolo

PCS Ranking Individual
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38 NIBALI Vincenzo
39 COLBRELLI Sonny
49 GANNA Filippo
67 VENDRAME Andrea
70 CICCONE Giulio
74 VIVIANI Elia
94 FORMOLO Davide

tutto sommato sono classifiche poco attendibili
i risultati dicono che siamo scarsi
e Imola lo confermerà


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Leonardo Civitella
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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mdm52 ha scritto: lunedì 14 settembre 2020, 21:16
TIC ha scritto: lunedì 14 settembre 2020, 19:12 Classifica UCI
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tutto sommato sono classifiche poco attendibili
i risultati dicono che siamo scarsi
e Imola lo confermerà
Gli scarsi in una stagione e mezza hanno vinto 2 europei ed un Fiandre oltre ad esser giunti secondi al Giro al mondiale e alla Liegi.

Eh si il nostro livello è equiparabile a quello dell'Estonia di Kangert e Raim
Perchè si deve disprezzare quel bel pò che abbiamo?

Saluti,Leonardo


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Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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mdm52 ha scritto: lunedì 14 settembre 2020, 21:16
TIC ha scritto: lunedì 14 settembre 2020, 19:12 Classifica UCI
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tutto sommato sono classifiche poco attendibili
i risultati dicono che siamo scarsi
e Imola lo confermerà
Se tre classifiche costruite su criteri diversi danno sempre l'Italia al vertice qualcosa, ripeto, vorrà dire.
E' vero che generalmente sono classifiche che danno troppa importanza ai piazzamenti rispetto alle vittorie e alle corse da poco rispetto a quelle grandi, è vero che non abbiamo dei gran vincenti in questo momento, ma non si può definire in termini apocalittici un movimento che ha così tanti atleti competitivi.
Ci sono anche gli altri, non è più come una volta quando era una questione tra noi, francesi e fiamminghi più qualche svizzero, qualche spagnolo e qualche olandese. Ora è uno sport globale, la fetta di torta si è rimpicciolita.


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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È una storia vecchia e una discussione infinita. Diciamo che non si può parlare di vera crisi perché pur senza squadre italiane al massimo livello l'italia ogni anno lancia nuovi ciclisti nel professionismo. Se allarghiamo l'orizzonte alle gare professionali non di primissimo livello (hc .1) le vittorie italiane sono sempre tante. In più a europei e campionati del mondo siamo sempre una nazionale protagonista.

Certo manca il campione, l'atleta che nel suo campo pare superiore agli avversari (come Alaphilippe per i francesi). Però nelle corse di un giorno abbiamo alcuni atleti che si sono mostrati competitivi anche per la vittoria anche sulle gare più importanti (Bettiol, Formolo, Trentin) e un cronomen che ha tutto per diventare un campione nella specialità (Ganna).

La percezione così negativa nasce dal fatto di aver visto sorgere un buon numero di campioni giovanissimi e nessuno è italiano (ma lo stesso vale per la Spagna). Inoltre effettivamente vediamo un calo nel terreno che più esalta i tifosi italiani, cioè i GT e le salite. Per il dopo Nibali c'è il vuoto, con Ciccone e Masnada che difficilmente potranno diventare uomini da top classifica nelle corse a tappa. In più Cipollini e Petacchi avevano abituato a dominare le volate, oggi abbiamo validi velocisti che però non sono i migliori al mondo.

Insomma non si può parlare di crisi, certo speriamo arrivi l'atleta di primissimo livello che ci possa far sognare. Ma un movimento si giudica anche dalla media e non solo dall'eccellenza


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jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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ciclistapazzo ha scritto: sabato 19 settembre 2020, 9:44 È una storia vecchia e una discussione infinita. Diciamo che non si può parlare di vera crisi perché pur senza squadre italiane al massimo livello l'italia ogni anno lancia nuovi ciclisti nel professionismo. Se allarghiamo l'orizzonte alle gare professionali non di primissimo livello (hc .1) le vittorie italiane sono sempre tante. In più a europei e campionati del mondo siamo sempre una nazionale protagonista.

Certo manca il campione, l'atleta che nel suo campo pare superiore agli avversari (come Alaphilippe per i francesi). Però nelle corse di un giorno abbiamo alcuni atleti che si sono mostrati competitivi anche per la vittoria anche sulle gare più importanti (Bettiol, Formolo, Trentin) e un cronomen che ha tutto per diventare un campione nella specialità (Ganna).

La percezione così negativa nasce dal fatto di aver visto sorgere un buon numero di campioni giovanissimi e nessuno è italiano (ma lo stesso vale per la Spagna). Inoltre effettivamente vediamo un calo nel terreno che più esalta i tifosi italiani, cioè i GT e le salite. Per il dopo Nibali c'è il vuoto, con Ciccone e Masnada che difficilmente potranno diventare uomini da top classifica nelle corse a tappa. In più Cipollini e Petacchi avevano abituato a dominare le volate, oggi abbiamo validi velocisti che però non sono i migliori al mondo.

Insomma non si può parlare di crisi, certo speriamo arrivi l'atleta di primissimo livello che ci possa far sognare. Ma un movimento si giudica anche dalla media e non solo dall'eccellenza
Non si può parlare di crisi, è vero. Sarebbe più corretto affermare che la tumulazione del movimento ciclistico italiano sia già avvenuta.


Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Mi immagino quello che scrivono sui forum equivalenti all'estero
In Francia: è 35 anni che non vinciamo un Tour, se togliamo Alaphilippe abbiamo solo mezze figure, i giovani migliori sono Cavagna e Gaudu, dove andiamo ? Abbiamo fatto quasi sparire le cronometro dal Tour per favorire quelle due pippe di Bardet e Pinot, l'anno scorso ci speravamo ma quando siamo andati in quota ci ha fregati un colombiano. E allora quest'anno abbiamo praticamente abolito gli over 2000. Nulla, nemmeno un posto nella top ten.
In Spagna: sono finiti i tempi belli di Contador e Purito, Valverde è ormai alla fine e l'ultima vittoria seria di uno spagnolo è il suo mondiale.
Siamo ridotti a Landa,Mas,Izaguirre e Soler. Al massimo attori non protagonisti. E dietro non c'è nulla.
In Gran Bretagna: dominavamo con i Froome, i Wiggins, i Thomas e i Cavendish, ma è finito tutto. Ci rimangono giusto i gemelli Yates che saranno bravissimi, ma sono sempre un passo al di qua della grandezza. Speriamo in quel tappetto ex ciclocrossista per il futuro...
in USA: il movimento è morto, chiudono le corse e per qualche soddisfazione dobbiamo aggrapparci al povero Kuss.
E non è che in Svizzera,in Germania,in Australia o nei paesi dell'est navighino nell'oro. Hanno qualche elemento interessante, ma tutto lì.
Gli unici che non si possono lamentare nel momento attuale sono belgi e colombiani. Forse gli olandesi. Oltre agli sloveni, è ovvio.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Cthulhu ha scritto: sabato 19 settembre 2020, 13:13 Mi immagino quello che scrivono sui forum equivalenti all'estero
In Francia: è 35 anni che non vinciamo un Tour, se togliamo Alaphilippe abbiamo solo mezze figure, i giovani migliori sono Cavagna e Gaudu, dove andiamo ? Abbiamo fatto quasi sparire le cronometro dal Tour per favorire quelle due pippe di Bardet e Pinot, l'anno scorso ci speravamo ma quando siamo andati in quota ci ha fregati un colombiano. E allora quest'anno abbiamo praticamente abolito gli over 2000. Nulla, nemmeno un posto nella top ten.
Le crono non son state tolte per far vincere i francesi
Piuttosto per far perdere froome


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Cthulhu ha scritto: sabato 19 settembre 2020, 13:13 Mi immagino quello che scrivono sui forum equivalenti all'estero
In Francia: è 35 anni che non vinciamo un Tour, se togliamo Alaphilippe abbiamo solo mezze figure, i giovani migliori sono Cavagna e Gaudu, dove andiamo ? Abbiamo fatto quasi sparire le cronometro dal Tour per favorire quelle due pippe di Bardet e Pinot, l'anno scorso ci speravamo ma quando siamo andati in quota ci ha fregati un colombiano. E allora quest'anno abbiamo praticamente abolito gli over 2000. Nulla, nemmeno un posto nella top ten.
In Spagna: sono finiti i tempi belli di Contador e Purito, Valverde è ormai alla fine e l'ultima vittoria seria di uno spagnolo è il suo mondiale.
Siamo ridotti a Landa,Mas,Izaguirre e Soler. Al massimo attori non protagonisti. E dietro non c'è nulla.
In Gran Bretagna: dominavamo con i Froome, i Wiggins, i Thomas e i Cavendish, ma è finito tutto. Ci rimangono giusto i gemelli Yates che saranno bravissimi, ma sono sempre un passo al di qua della grandezza. Speriamo in quel tappetto ex ciclocrossista per il futuro...
in USA: il movimento è morto, chiudono le corse e per qualche soddisfazione dobbiamo aggrapparci al povero Kuss.
E non è che in Svizzera,in Germania,in Australia o nei paesi dell'est navighino nell'oro. Hanno qualche elemento interessante, ma tutto lì.
Gli unici che non si possono lamentare nel momento attuale sono belgi e colombiani. Forse gli olandesi. Oltre agli sloveni, è ovvio.
Diciamo che l'Italia sta particolarmente male per i GC anche nel futuro... peggio anche della Spagna, ma la Francia non so se con Gaudu e Mauduas ha tanto futuro... sugli altri terreni forse stiamo persino meglio di alcuni di quei paesi.


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nino58
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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mdm52 ha scritto: lunedì 14 settembre 2020, 21:16 tutto sommato sono classifiche poco attendibili
i risultati dicono che siamo scarsi
e Imola lo confermerà
Siamo scarsi perchè il vivaio si è ridotto.
E le corse delle categorie giovanili pure.
E' più probabile scoprire un campione dove c'è quantità.
Se il potenziale campione non fa quello sport non sarà mai campione di quello sport.


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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nino58 ha scritto: sabato 19 settembre 2020, 18:34
Siamo scarsi perchè il vivaio si è ridotto.
E le corse delle categorie giovanili pure.
E' più probabile scoprire un campione dove c'è quantità.
Se il potenziale campione non fa quello sport non sarà mai campione di quello sport.
Era anche la mia teoria
Ma il tour ci dice il contrario
Il vivaio non serve a nulla
Bastano pochi numeri

Le tre nazioni con più tesserati agonisti
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pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 9:40
nino58 ha scritto: sabato 19 settembre 2020, 18:34
Siamo scarsi perchè il vivaio si è ridotto.
E le corse delle categorie giovanili pure.
E' più probabile scoprire un campione dove c'è quantità.
Se il potenziale campione non fa quello sport non sarà mai campione di quello sport.
Era anche la mia teoria
Ma il tour ci dice il contrario
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Si però il Belgio ha sempre ottenuto grandi risultati nelle classiche.
Fino a Remco, non avevano neanche mai provato a vincere una grande giro negli ultimi anni, a differenza della Francia ad esempio


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
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nino58
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da nino58 »

Winter ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 9:40
nino58 ha scritto: sabato 19 settembre 2020, 18:34
Siamo scarsi perchè il vivaio si è ridotto.
E le corse delle categorie giovanili pure.
E' più probabile scoprire un campione dove c'è quantità.
Se il potenziale campione non fa quello sport non sarà mai campione di quello sport.
Era anche la mia teoria
Ma il tour ci dice il contrario
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Sommando, ad esempio, i tre GT e le classiche, i numeri si invertono.
E a Italia, Francia e Belgio non puoi non aggiungere, per vivaio, l'Olanda e la Spagna.


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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pietro ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 9:45
Winter ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 9:40
nino58 ha scritto: sabato 19 settembre 2020, 18:34
Siamo scarsi perchè il vivaio si è ridotto.
E le corse delle categorie giovanili pure.
E' più probabile scoprire un campione dove c'è quantità.
Se il potenziale campione non fa quello sport non sarà mai campione di quello sport.
Era anche la mia teoria
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Si però il Belgio ha sempre ottenuto grandi risultati nelle classiche.
Fino a Remco, non avevano neanche mai provato a vincere una grande giro negli ultimi anni, a differenza della Francia ad esempio
Effettivamente la questione Belgio è emblematica. Loro in casa hanno molte gare in linea di un certo tipo e loro sono appagati dalle vittorie in quelle corse.
Forse la loro crisi non è tanto percepita come grave visto che in linea comunque hanno sempre raccolto.
Adesso con Remco potrebbero trovare un idolo per i GT visto che sembra portato.
Non conosco bene le corse giovanili da quelle parti, però sembra che i loro vivai sono sempre pieni di passiti veloci e non scalatori. Magari di scalatori forti ne hanno. Però magari si perdono nei ventagli....


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Salvatore77 ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 14:18
pietro ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 9:45
Winter ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 9:40
Era anche la mia teoria
Ma il tour ci dice il contrario
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Si però il Belgio ha sempre ottenuto grandi risultati nelle classiche.
Fino a Remco, non avevano neanche mai provato a vincere una grande giro negli ultimi anni, a differenza della Francia ad esempio
Effettivamente la questione Belgio è emblematica. Loro in casa hanno molte gare in linea di un certo tipo e loro sono appagati dalle vittorie in quelle corse.
Forse la loro crisi non è tanto percepita come grave visto che in linea comunque hanno sempre raccolto.
Adesso con Remco potrebbero trovare un idolo per i GT visto che sembra portato.
Non conosco bene le corse giovanili da quelle parti, però sembra che i loro vivai sono sempre pieni di passiti veloci e non scalatori. Magari di scalatori forti ne hanno. Però magari si perdono nei ventagli....
Moniquet, altro prospetto interessante, abbiamo visto Vandenabeele al Giro U23, non sembrano mancare le grandi promesse


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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mattia_95 ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 11:56
cassius ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 11:30
Oro&Argento ha scritto: sabato 12 settembre 2020, 9:27

Ma il ranking per nazionali come viene stabilito? Voglio dire che punteggi influiscono? Vittorie e piazzamenti individuali? Non credo sia un ranking annuale
Pesano tantissimo i piazzamenti rispetto alle vittorie e delle corse WT che non hanno un valore sostanziale.
Ulissi è 4° nel ranking mondiale, e già questo basterebbe per prendere questo ranking e usarlo per accendere il caminetto. Se vai a vedere, becca 400 punti con un 2° nella GC del Tour Down Under e altri 400 per il 2° al GP Montreal. 800 punti su 2227.275 punti con un 4° posto al GP Quebec e con questi 3 roboanti risultati prende più punti di una vittoria al Tour (1000).
Il leader Roglic prende 850 punti vincendo una Vuelta, 575 facendo 3° al Giro e 500 vincendo la Tirreno.
Ulissi non sarà un fenomeno e finora in carriera non ha vinto moltissimo. Ha molte lacune. Però in termini di costanza nei piazzamenti durante l'anno è uno dei migliori. Quest'anno non ha mai vinto ma ha corso tre brevi corse a tappe WT e in tutte ha centrato la top ten. E nelle classiche non monumento è in grado di ben figurare.
Ulissi: l’uomo che non c‘era


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Slegar
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Slegar »

Se Primoz Roglic invece di nascere in Slovenia fosse nato a Fusine Valromana, con la stessa storia sportiva giovanile oggi non sarebbe sul podio del Tour, ma forse ad allenare qualche nazionale minore di salto o combinata nordica.


fair play? No, Grazie!
pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Slegar ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 16:42 Se Primoz Roglic invece di nascere in Slovenia fosse nato a Fusine Valromana, con la stessa storia sportiva giovanile oggi non sarebbe sul podio del Tour, ma forse ad allenare qualche nazionale minore di salto o combinata nordica.
:clap:


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

nino58 ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 10:49
Winter ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 9:40
nino58 ha scritto: sabato 19 settembre 2020, 18:34
Siamo scarsi perchè il vivaio si è ridotto.
E le corse delle categorie giovanili pure.
E' più probabile scoprire un campione dove c'è quantità.
Se il potenziale campione non fa quello sport non sarà mai campione di quello sport.
Era anche la mia teoria
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Il Tour è un parametro ma non l'unico parametro.
Sommando, ad esempio, i tre GT e le classiche, i numeri si invertono.
E a Italia, Francia e Belgio non puoi non aggiungere, per vivaio, l'Olanda e la Spagna.
Ma i belgi andavano bene nelle classiche anche prima di merckx
Eppure i tour li vincevano
Olanda è meno della metà del Belgio
Son vent anni che sento di belgi forti nelle corse di tre settimane
Mai nessuno che vince o si avvicina
Non certo perché vincono le classiche


pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da pietro »

Winter ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 17:26
nino58 ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 10:49
Winter ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 9:40
Era anche la mia teoria
Ma il tour ci dice il contrario
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Sommando, ad esempio, i tre GT e le classiche, i numeri si invertono.
E a Italia, Francia e Belgio non puoi non aggiungere, per vivaio, l'Olanda e la Spagna.
Ma i belgi andavano bene nelle classiche anche prima di merckx
Eppure i tour li vincevano
Olanda è meno della metà del Belgio
Son vent anni che sento di belgi forti nelle corse di tre settimane
Mai nessuno che vince o si avvicina
Non certo perché vincono le classiche
Quali sarebbero i belgi forti su tre settimane di cui parli?


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 17:26
nino58 ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 10:49
Winter ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 9:40
Era anche la mia teoria
Ma il tour ci dice il contrario
Il vivaio non serve a nulla
Bastano pochi numeri

Le tre nazioni con più tesserati agonisti
Francia italia e belgio..
Han un solo corridore nei 10
Caruso decimo
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Italia due
Il Tour è un parametro ma non l'unico parametro.
Sommando, ad esempio, i tre GT e le classiche, i numeri si invertono.
E a Italia, Francia e Belgio non puoi non aggiungere, per vivaio, l'Olanda e la Spagna.
Ma i belgi andavano bene nelle classiche anche prima di merckx
Eppure i tour li vincevano
Olanda è meno della metà del Belgio
Son vent anni che sento di belgi forti nelle corse di tre settimane
Mai nessuno che vince o si avvicina
Non certo perché vincono le classiche
A parte Merckx nel dopoguerra solo uno con Van Impe.
Poi hanno vinto due giri con De Muynck e Pollentier e due vueltas negli anni 60 con De Mulder e Bracke.
Tutto qui.
Sono un paese con " cattedrali come uniche montagne", cosa si pretende ?


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Cthulhu ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 23:08 Sono un paese con " cattedrali come uniche montagne", cosa si pretende ?
Ma hinault anquetil e bobet..i tre più grandi ciclisti francesi..dove le avevano le montagne?
Armstrong?
Zoetemelk? Dumoulin?
Ullrich da rostock?


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

pietro ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 19:40
Quali sarebbero i belgi forti su tre settimane di cui parli?
Da bruyneel in poi
Roosen , vandenbroucke ecc de plus


Stylus
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Stylus »

Metterci in paragone con il Belgio solo perchè non producono seri contendenti da GT dai tempi di Merckx mi sembra davvero ingeneroso: guardate la loro nazionale al mondiale, ognuno di loro potrebbe essere il nostro capitano della nostra nazionale.

Parliamo di una nazione dove è logico che un corridore preferisca specializzarsi nelle classiche, hanno due classiche monumento e altre due mezze classiche, un ciclista normalmente sogna di vincere le corse che rappresentano il ciclismo per la loro nazione, che nel loro caso sono le loro classiche. Un ciclista tedesco, un inglese, un americano, che di tradizione non ne ha, sogna di vincere il Tour de France, chiedete a qualsiasi americano, inglese o tedesco (e direi in generale qualsiasi extra italiano-spagnolo-belga) qual'è la corsa con cui si identifica il ciclismo, è il Tour de France, il resto è solo contorno. Come le olimpiadi per l'atletica.

Quindi il terreno su cui giudicare il ciclismo belga sono le classiche, e dal 2009 (visto che per il 2020 ne mancano ancora 3 su 5) ad oggi hanno portato a casa 12 classiche monumento con 7 corridori diversi, noi solo 4 e con due (3 di Nibali ed una di Bettiol), nei 10 anni precedenti invece (1999-2008) noi ne abbiamo vinte ben 18 con 10 corridori diversi mentre il Belgio 12 e con soli 5 corridori diversi.

Peralto definire Merckx corridore da corse a tappe è pure ingeneroso nei suoi confronti, Merckx era forte in tutto, non era un corridore da corse a tappe. Pure Pollentier e Van Looy erano ciclisti a tutto tundo. Salvo Van Impe e De Muynck e Van den Broeck il Belgio non ha mai prodotto ciclisti da corse a tappe.


pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da pietro »

Winter ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 12:00
pietro ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 19:40
Quali sarebbero i belgi forti su tre settimane di cui parli?
Da bruyneel in poi
Roosen , vandenbroucke ecc de plus
Confrontare questi qua con Remco...


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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pietro ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 14:29
Winter ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 12:00
pietro ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 19:40
Quali sarebbero i belgi forti su tre settimane di cui parli?
Da bruyneel in poi
Roosen , vandenbroucke ecc de plus
Confrontare questi qua con Remco...
Ma il tour l han vinto anche wiggins pereiro sastre ecc
Vandenbroucke come classe dava lezioni a tutti


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Stylus ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 12:36 Metterci in paragone con il Belgio solo perchè non producono seri contendenti da GT dai tempi di Merckx mi sembra davvero ingeneroso: guardate la loro nazionale al mondiale, ognuno di loro potrebbe essere il nostro capitano della nostra nazionale.

Parliamo di una nazione dove è logico che un corridore preferisca specializzarsi nelle classiche, hanno due classiche monumento e altre due mezze classiche, un ciclista normalmente sogna di vincere le corse che rappresentano il ciclismo per la loro nazione, che nel loro caso sono le loro classiche. Un ciclista tedesco, un inglese, un americano, che di tradizione non ne ha, sogna di vincere il Tour de France, chiedete a qualsiasi americano, inglese o tedesco (e direi in generale qualsiasi extra italiano-spagnolo-belga) qual'è la corsa con cui si identifica il ciclismo, è il Tour de France, il resto è solo contorno. Come le olimpiadi per l'atletica.

Quindi il terreno su cui giudicare il ciclismo belga sono le classiche, e dal 2009 (visto che per il 2020 ne mancano ancora 3 su 5) ad oggi hanno portato a casa 12 classiche monumento con 7 corridori diversi, noi solo 4 e con due (3 di Nibali ed una di Bettiol), nei 10 anni precedenti invece (1999-2008) noi ne abbiamo vinte ben 18 con 10 corridori diversi mentre il Belgio 12 e con soli 5 corridori diversi.

Peralto definire Merckx corridore da corse a tappe è pure ingeneroso nei suoi confronti, Merckx era forte in tutto, non era un corridore da corse a tappe. Pure Pollentier e Van Looy erano ciclisti a tutto tundo. Salvo Van Impe e De Muynck e Van den Broeck il Belgio non ha mai prodotto ciclisti da corse a tappe.
Non son d accordo
Sarei curioso di vedere un sondaggio tra i giovani belgi.. tra vincere il tour o il fiandre cosa scelgono?
Potrà non piacere ma la corsa più importante è il tour
E li che si giudica il valore
Ultimi 10 tour..top 10
Un solo belga vandenbroeck nel 2012
Uno su cento


Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 11:59
Cthulhu ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 23:08 Sono un paese con " cattedrali come uniche montagne", cosa si pretende ?
Ma hinault anquetil e bobet..i tre più grandi ciclisti francesi..dove le avevano le montagne?
Armstrong?
Zoetemelk? Dumoulin?
Ullrich da rostock?
In Francia, dove correvano. Mica uno fa solo il giro del paese natale.
Per il resto gli olandesi di Tour ne hanno vinti due, un Giro e due Vuelta, in più di 100 anni
I tedeschi hanno vinto un Tour, tre Vuelta e nessun Giro.
Le eccezioni ci sono, ma sono appunto eccezioni.
Di solito i GT li vince gente che viene da paesi dove le montagne ci sono.


Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 19:00
pietro ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 14:29
Winter ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 12:00
Da bruyneel in poi
Roosen , vandenbroucke ecc de plus
Confrontare questi qua con Remco...
Ma il tour l han vinto anche wiggins pereiro sastre ecc
Vandenbroucke come classe dava lezioni a tutti
Wiggins era un fuoriclasse straordinario che da dominatore assoluto delle corse su pista ha poi vinto un Tour. Un' impresa - e una carriera - leggendaria che solo noi in Italia sminuiamo. Fra l'altro credo sia l'unico corridore nella storia ad aver vinto sia il Tour che medaglie d'oro olimpiche ( quattro )
Paragonare un'icona come lui agli altri due è offensivo.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Cthulhu ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 19:22
Winter ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 11:59
Cthulhu ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 23:08 Sono un paese con " cattedrali come uniche montagne", cosa si pretende ?
Ma hinault anquetil e bobet..i tre più grandi ciclisti francesi..dove le avevano le montagne?
Armstrong?
Zoetemelk? Dumoulin?
Ullrich da rostock?
In Francia, dove correvano. Mica uno fa solo il giro del paese natale.
Per il resto gli olandesi di Tour ne hanno vinti due, un Giro e due Vuelta, in più di 100 anni
I tedeschi hanno vinto un Tour, tre Vuelta e nessun Giro.
Le eccezioni ci sono, ma sono appunto eccezioni.
Di solito i GT li vince gente che viene da paesi dove le montagne ci sono.
Ma armstrong ne ha vinte sette
Hinault anquetil merckx cinque
Tolto indurain.. tutti senza montagne


pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 19:00
pietro ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 14:29
Winter ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 12:00
Da bruyneel in poi
Roosen , vandenbroucke ecc de plus
Confrontare questi qua con Remco...
Ma il tour l han vinto anche wiggins pereiro sastre ecc
Vandenbroucke come classe dava lezioni a tutti
Certo, però se non lo avessero vinto non si sarebbe potuto parlare di delusione...
Vandenbroucke, concordo con te, è assolutamente accostabile a Remco, io parlavo di Roosen e De Plus


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
pietro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Cthulhu ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 19:30
Winter ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 19:00
pietro ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 14:29

Confrontare questi qua con Remco...
Ma il tour l han vinto anche wiggins pereiro sastre ecc
Vandenbroucke come classe dava lezioni a tutti
Wiggins era un fuoriclasse straordinario che da dominatore assoluto delle corse su pista ha poi vinto un Tour. Un' impresa - e una carriera - leggendaria che solo noi in Italia sminuiamo. Fra l'altro credo sia l'unico corridore nella storia ad aver vinto sia il Tour che medaglie d'oro olimpiche ( quattro )
Paragonare un'icona come lui agli altri due è offensivo.
Esatto, Wiggins era un signor corridore.
Ullrich ha vinto anche alle Olimpiadi


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Il problema non è geografico. Possiamo fare decine di esempi in vari sport.
La questione Belgio è più di "background culturale".
A loro sta bene così.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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