La crisi del ciclismo italiano

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
Mad
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Abruzzese ha scritto: domenica 11 agosto 2019, 16:41 cerchi di tirar fuori dei velocisti di livello ma occorre far capire già dalle categorie giovanili che per correre nel professionismo e per essere grandi specialisti della velocità, non è sufficiente vincere a ripetizione e dominare i piattoni della Bassa Padana.
Ne ho visti tanti di fenomeni tra gli allievi e gli esordienti con questo identikit: una decina di vittorie nel piattone dove gli altri ti portano in volata, vittorie a raffica in tipo pista, gare su pista compresi i campionati italiani. Mai messo una volta fuori il naso dal gruppo, rifiutata qualunque convocazione per gare che abbiano più di due cavalcavia. Quando passano Juniores spariscono quasi nel nulla dopo esser finiti in squadre dove gli promettono di fare i solchi nel velodromo sotto casa dal tanto che ci gireranno, mentre nella realtà risponderanno a malapena alle convocazioni della nazionale, su strada centreranno qualche vittoria nelle gare più piatte ma in quelle miste finiranno per doversi accontentare di finire nel secondo gruppo.

Abruzzese ha scritto: domenica 11 agosto 2019, 16:41 Piuttosto si vada a fare la pista invece che certe noiose kermesse, sicuramente di tradizione ma che in quanto a reale peso nella formazione di un ragazzo lasciano ormai il tempo che trovano.
Nel settore pista quando si passa tra gli juniores non ci sono nemmeno le briciole per quelli che sono fuori dal giro azzurro, penso che ormai siano molte le regioni nelle quale nemmeno si organizza il campionato regionale di categoria. Nel settore femminile forse è anche peggio. Figuriamoci poi da U23. Se poi uno vuole girare in pista per fare determinati allenamenti, questo è un altro discorso.


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Alcuni velocisti da piattoni hanno raccolto anche dozzine di vittorie all'anno tenendo alto lo score di alcune squadre minori. Questo significa due cose:
1. alle squadre servono
2. In giro per il mondo ci sono centinaia di corse di questo tipo.

Ovviamente i velocisti di spessore invece hanno altri obiettivi.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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nemecsek.
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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lo metto qqua, sul thread crisi del ciclismo italiano, forse impropriamente

brutte storie...

https://www.tuttobiciweb.it/article/201 ... o-dossier-

http://www.ilgiornale.it/news/sport/met ... c46T02mXvA


PIU' MANGANELLI

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nemecsek.
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Omertà

e non solo sui casi di molestie, a leggere..


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CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Non vinciamo il mondiale dal 2008, da 11 anni!!! è il secondo digiuno più lungo dopo quello 1932-1953!!!


cassius
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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nemecsek. ha scritto: martedì 27 agosto 2019, 20:30 lo metto qqua, sul thread crisi del ciclismo italiano, forse impropriamente

brutte storie...

https://www.tuttobiciweb.it/article/201 ... o-dossier-

http://www.ilgiornale.it/news/sport/met ... c46T02mXvA
"l'abbiamo risolto" con spostamenti, cazziatoni...annamo bbene


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Seb
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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cassius ha scritto: mercoledì 28 agosto 2019, 17:09 "l'abbiamo risolto" con spostamenti, cazziatoni...annamo bbene
Che poi, chi segue un po' il movimento, non ha problemi ad identificare i protagonisti dell'intervista di Di Rocco :D


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sceriffo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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nemecsek. ha scritto: martedì 27 agosto 2019, 20:30
http://www.ilgiornale.it/news/sport/met ... c46T02mXvA
"presidente della Federciclismo dal 2005"
Io mi stuferei a ricoprire una carica per quasi 20 anni!


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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sceriffo ha scritto: mercoledì 28 agosto 2019, 18:03
nemecsek. ha scritto: martedì 27 agosto 2019, 20:30
http://www.ilgiornale.it/news/sport/met ... c46T02mXvA
"presidente della Federciclismo dal 2005"
Io mi stuferei a ricoprire una carica per quasi 20 anni!
E sembra che sia pronto a fare un altro giro per togliere il quasi. :mrgreen:


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sceriffo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Mad ha scritto: giovedì 29 agosto 2019, 7:16
sceriffo ha scritto: mercoledì 28 agosto 2019, 18:03
nemecsek. ha scritto: martedì 27 agosto 2019, 20:30
http://www.ilgiornale.it/news/sport/met ... c46T02mXvA
"presidente della Federciclismo dal 2005"
Io mi stuferei a ricoprire una carica per quasi 20 anni!
E sembra che sia pronto a fare un altro giro per togliere il quasi. :mrgreen:
Bisogna capire se Norma Gimondi si ripresenterà. Lo stesso per Silvio Martinello. Comunque io sono sempre per i 2 mandati, per tutte le cariche in cui sia richiesta un'elezione. (non ho mai votato, nè mai voterò 5S :D :D )


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Abruzzese
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Intanto, in relazione anche agli articoli riportati anche qui nei giorni scorsi, la Federciclismo ha aperto un'indagine "contro ignoti".

Due cose: la prima è che chi, come detto anche da Seb, conosce l'ambiente e certe voci che si sentono da anni, non può che sorridere nel leggere quel "contro ignoti". La seconda è che se si ha realmente intenzione d'indagare, bisogna andare fino in fondo, anche contro i propri interessi. Perché un'indagine seria e accurata su queste storie non potrebbe concludersi senza la caduta di qualche testa eccellente.
Vedremo se prevarrà la volontà di provare a risolvere concretamente il problema o se, come al solito, prevarrà la ragion di stato.


"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")

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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Abruzzese ha scritto: lunedì 2 settembre 2019, 19:23 Intanto, in relazione anche agli articoli riportati anche qui nei giorni scorsi, la Federciclismo ha aperto un'indagine "contro ignoti".

Due cose: la prima è che chi, come detto anche da Seb, conosce l'ambiente e certe voci che si sentono da anni, non può che sorridere nel leggere quel "contro ignoti". La seconda è che se si ha realmente intenzione d'indagare, bisogna andare fino in fondo, anche contro i propri interessi. Perché un'indagine seria e accurata su queste storie non potrebbe concludersi senza la caduta di qualche testa eccellente.
Vedremo se prevarrà la volontà di provare a risolvere concretamente il problema o se, come al solito, prevarrà la ragion di stato.
Prevedo molto fumo e pochissimo arrosto. :roll:


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Mad ha scritto: lunedì 2 settembre 2019, 21:46 Prevedo molto fumo e pochissimo arrosto. :roll:
Non mi stupirebbe, considerando il tanto fumo negli occhi gettato in questi anni, in cui le medaglie del ciclismo femminile sono state iperfunzionali per le campagne elettorali.


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Abruzzese ha scritto: martedì 3 settembre 2019, 1:19
Mad ha scritto: lunedì 2 settembre 2019, 21:46 Prevedo molto fumo e pochissimo arrosto. :roll:
Non mi stupirebbe, considerando il tanto fumo negli occhi gettato in questi anni, in cui le medaglie del ciclismo femminile sono state iperfunzionali per le campagne elettorali.
E anche per la ripartizione dei contributi del Coni, aggiungerei.


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nemecsek.
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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...diavolo di un angelo :angelo: ... :diavoletto: :diavoletto: :diavoletto:







http://www.ilgiornale.it/news/sport/met ... 52417.html


bello skifo comunque . :old:


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jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Manco Agostini e Bernocchi vinciamo...
Ma la soluzione c'è ed è a portata di mano: invadiamo e annettiamo la Slovenia :diavoletto:


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Ormai è la regola
tra l altro , gli stranieri non si chiamano mica van der poel , alaphilippe o sagan..


marco_graz
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Vabbeh se Elia partecipa e va in fuga anziche puntare alla volata (anche lecito chissa' che noia aspettare sempre la volata) ovvio che altri vincenti non li abbiamo senza Sonny e Trentin. Chissa' se Dainese non possa arrivare li nei prossimi anni (a proposito bel sesto).


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Slegar
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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jerrydrake ha scritto: domenica 15 settembre 2019, 16:20 Manco Agostini e Bernocchi vinciamo...
Ma la soluzione c'è ed è a portata di mano: invadiamo e riannettiamo la Slovenia :diavoletto:
Per essere precisi


fair play? No, Grazie!
marco_graz
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da marco_graz »

Cmq volevo far notare Konychev 4to a 21 anni correndo per una continental, bel risultato...non so se va al mondiale ma fra lui e Dainese c'e' speranza.


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nemecsek.
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Slegar ha scritto: domenica 15 settembre 2019, 19:02
jerrydrake ha scritto: domenica 15 settembre 2019, 16:20 Manco Agostini e Bernocchi vinciamo...
Ma la soluzione c'è ed è a portata di mano: invadiamo e riannettiamo la Slovenia :diavoletto:
Per essere precisi
:champion:

:italia:


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CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Moser: «Il ciclismo italiano in crisi per la globalizzazione»

«È per questo che da Roma in giù non ci sono gare»

Il ciclismo italiano? Bene, ma non benissimo. E soprattutto non bene come prima. A partire dal numero dei praticanti, delle squadre e dalla quantità e qualità di gare che si corrono nella nostra nazione. Parola di Francesco Moser, mostro sacro del ciclismo mondiale, a Melissa per ricordare Michele Scarponi e parlare di sicurezza sulle strade, pedalando per i 104 chilometri della “3 medio fondo Città di Melissa”. Sembra tutt'altro che nostalgico Moser, ma un pizzico di rimpianto, forse amarezza, sembra accompagnare il suo sorriso quando parla di un ciclismo ormai scomparso.

«Io qui in Calabria ho fatto qualche corsa, ho vinto il Giro di Reggio Calabria nel 1974 - racconta - ma purtroppo queste gare non esistono più, perché con la globalizzazione del ciclismo è cambiato molto il calendario, e oggi si può dire che da Roma in giù non c'è più una gara. L'anno scorso hanno rifatto il Giro di Sicilia, e spero che continueranno a farlo, anche se è diventato molto difficile organizzare gare perché le difficoltà sono tante, rischi di non avere i corridori importanti, e allora gli organizzatori si scoraggiano».

Moser ricorda che «quando correvo io l'Italia aveva il maggior numero di squadre e di corridori al mondo, e gran parte dei corridori stranieri venivano a gareggiare nelle nostre squadre. Quando correvo io, per dirne una, di corridori inglesi ce n'erano due; e io in Inghilterra ho fatto solo il Campionato del mondo vinto da Saronni, e due o tre volte in cui sono andato a correre in pista. Oggi, invece, in Inghilterra ci sono tantissimi corridori e tante corse». La globalizzazione del ciclismo, appunto, che evidentemente ha tolto all'Italia una parte del ruolo che aveva fino a qualche anno fa.

In Calabria, dunque, Moser ci è tornato per ricordare Michele Scarponi, ma soprattutto per affiancare suo fratello Marco nella battaglia per la sicurezza stradale: «Che ci vuole per tutti, mica solo per i ciclisti. E che parte dall'attenzione e dal rispetto delle regole, che devono avere innanzi tutto i “più grossi”, gli automobilisti. Perché noi siamo su due ruote che toccano per terra tre centimetri quadrati; purtroppo il ciclista è indifeso perché sei praticamente nudo e hai sempre la peggio». Com'è accaduto a Michele Scarponi. «Io l'ho conosciuto - ricorda - all'ultima corsa che ha fatto, il Giro delle Alpi, a Trento. Il giorno dopo è successa la tragedia. Scarponi era un grande scalatore, a differenza di me che ero un passista e in salita mi difendevo. L'ho visto correre tante volte e c'ero quando ha fatto l'ultima vittoria, alla prima tappa del Giro delle Alpi. Nevicava, a Innsbruck venivano giù fiocchi grossi così». Proprio ieri, infine, ricorreva il centesimo anniversario della nascita di Fausto Coppi: «Sono stato al suo paese due settimane fa. Conosco la figlia e il figlio Faustino. Lui però non va in bici. Lui va in moto».

Dalla Gazzetta del Sud del 16 settembre 2019.

Voi state con Moser ?


cassius
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Moser ha stra-ragione sulla globalizzazione del ciclismo, ma forse le sue parole dovrebbero anche aiutarci a piangerci meno addosso sulla perdita di ruolo del nostro movimento: è una cosa comune anche agli altri grandi movimenti (Francia, Belgio, Olanda, Spagna), seppure in misura minore perchè per loro adesso è relativamente un buon momento.
Ma progressivamente tutti tenderemo a ridimensionarci, almeno per quel che riguarda i corridori.
Sulle corse, invece, c'è margine: penso alla Strade Bianche nata nel 2007 come 1.1 e diventata ormai una mezza monumento con un albo d'oro sontuoso, penso al Lombardia che 15 anni fa interessava solo agli italiani e penso alle corse di fine stagione tra Piemonte e Lombardia che hanno beneficiato tantissimo di questo traino.
Il futuro, per le corse italiane, è quello di creare calendari armonizzati. E magari anche di ripescare "brand" storici per reinventarli.
Il trofeo Laigueglia, accordandosi bene con le corse del sud della Francia, può creare un calendarietto appetibile alle migliori squadre di entrambi i Paesi. La Adriatica-Ionica race può crescere come corsa di preparazione alla Vuelta, o comunque alternativa per chi non fa il Tour.
Sulla collocazione del Giro di Sicilia ho già qualche dubbio in più.

Cosa ci manca davvero? Gli sponsor!! Non è possibile che si debba contare su PMI che fanno valvole, vini, giocattoli, sottoli...in Francia scendono in campo assicurazioni, aziende petrolifere, banche...altra potenza di fuoco. Bisogna far capire loro che le corse italiane hanno un seguito pazzesco, la triade Giro-Sanremo-Lombardia è salita di livello in modo incredibile, e poi la storia di Mapei qualcosa potrebbe insegnarlo anche alle altre aziende...


CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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cassius ha scritto: lunedì 16 settembre 2019, 10:53 Moser ha stra-ragione sulla globalizzazione del ciclismo, ma forse le sue parole dovrebbero anche aiutarci a piangerci meno addosso sulla perdita di ruolo del nostro movimento: è una cosa comune anche agli altri grandi movimenti (Francia, Belgio, Olanda, Spagna), seppure in misura minore perchè per loro adesso è relativamente un buon momento.
Ma progressivamente tutti tenderemo a ridimensionarci, almeno per quel che riguarda i corridori.
Sulle corse, invece, c'è margine: penso alla Strade Bianche nata nel 2007 come 1.1 e diventata ormai una mezza monumento con un albo d'oro sontuoso, penso al Lombardia che 15 anni fa interessava solo agli italiani e penso alle corse di fine stagione tra Piemonte e Lombardia che hanno beneficiato tantissimo di questo traino.
Il futuro, per le corse italiane, è quello di creare calendari armonizzati. E magari anche di ripescare "brand" storici per reinventarli.
Il trofeo Laigueglia, accordandosi bene con le corse del sud della Francia, può creare un calendarietto appetibile alle migliori squadre di entrambi i Paesi. La Adriatica-Ionica race può crescere come corsa di preparazione alla Vuelta, o comunque alternativa per chi non fa il Tour.
Sulla collocazione del Giro di Sicilia ho già qualche dubbio in più.

Cosa ci manca davvero? Gli sponsor!! Non è possibile che si debba contare su PMI che fanno valvole, vini, giocattoli, sottoli...in Francia scendono in campo assicurazioni, aziende petrolifere, banche...altra potenza di fuoco. Bisogna far capire loro che le corse italiane hanno un seguito pazzesco, la triade Giro-Sanremo-Lombardia è salita di livello in modo incredibile, e poi la storia di Mapei qualcosa potrebbe insegnarlo anche alle altre aziende...
Il Giro è stato vinto da un ecudadoregno (per la prima volta), il Tour da un Colombiano (per la prima volta), la Vuelta da uno sloveno (per la prima volta), e quindi Moser ha veramentre ragione, vero ?


Mario Rossi
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Mario Rossi »

Non voglio essere preso da facili entusiasmi ma secondo me potrebbe essere finita nelle classiche. Nel decennio 10-20 non eravamo ben dotati in questa categoria, in quello successivo spero nella definitiva esplosione di Moscon, Battistella, Dainese, Ballerinii, Bettiol(seppur più grande) e tanti altri. Sono tanti.
Se mantenessero la metà di quanto promesso potrebbero essere begli ossi duri per i tanto declamati del Benelux


Sparo una sentenza su Remco per me lui è un Benoot che ci crede di più. Cioè non sarà lui il futuro dei belgi nei GT ma mi da sempre più la sensazione di essere quelli che per me sono i "classici mezzi corridori belga". Sono forti, però la salita non è roba per loro.

Io, 4 febbraio 2022
cassius
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da cassius »

Quest'anno non si può certo definire di "crisi per il ciclismo italiano".
Siamo secondi nel ranking UCI, gomito a gomito con la Francia e dietro al Belgio.
Abbiamo due italiani in top 10 (Viviani e Ulissi), come solo la Francia (Alaphilippe e Pinot).
In generale si nota che gli italiani stanno tornando nei piani nobili delle classifiche e vincono corse magari non di primissimo piano, ma subito dopo (che so, Viviani che vince a Londra e Amburgo, oltre alla sua prima tappa al Tour).
L'unico "buco nero" è stata la Vuelta, ma anche a causa di un impegno nel Tour dei nostri big più forte rispetto agli anni scorsi.


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Maìno della Spinetta
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Tra l'altro nell'anno in cui è tornata davanti in un GG e a vincere classiche, la Francia ha zero medaglie.


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
krea
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da krea »

La globalizzazione c'è per tutti. Tirarla in ballo come scusa, è solo cultura degli alibi.


Mad
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Mad »

Non credo di sbagliarmi se dico che quest'anno non saranno le ragazze a salvare il nostro medagliere al mondiale, così come era diventata ormai un abitudine.
Chissà se dovremo considerarla un'anomalia statistica o l'inizio di un'inversione di tendenza.


cassius
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da cassius »

krea ha scritto: sabato 28 settembre 2019, 12:12 La globalizzazione c'è per tutti. Tirarla in ballo come scusa, è solo cultura degli alibi.
Ma infatti la globalizzazione spiega perché l'Italia, come altri Paesi storici, non dòmini più e, pur vincendo ancora/piazzandosi bene in un discreto numero di corse (se no non saremmo secondi nel ranking UCI), i numeri siano scesi.
Se di crisi si deve parlare, si guardi al resto delle nazioni storiche: Belgio, Francia, Olanda e Spagna. Chi più chi meno, hanno tutte perso quote in favore di nuovi Paesi.
La Francia non vince il Tour dall'85, il Belgio dal 1976 (come l'ultimo scudetto del Toro!).
Quest'anno i 3 GT sono andati a 3 Paesi nuovi, se non é globalizzazione questa non so cosa dire.


Stylus
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Stylus »

Dipende da cosa intendete voi per "crisi del ciclismo italiano". Se crisi è mancanza di risultati, allora è colpa della globalizzazione!!!11!1

Se crisi è invece, come lo è per me, la graduale e inesorabile sparizione di corse, il disinteresse di sponsor, l'alta età media di chi si occupa di ciclismo locale e l'incapacità di innovarsi rispetto ad altre nazioni, il crollo di squadre e tesserati fin dalle categorie allievi, allora la globalizzazione non c'entra una ceppa. E non n'è uscita una soluzione che sia una a livello federale.


marco_graz
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da marco_graz »

beh quest'anno finora i ragazzi han dato grandi soddisfazioni.

Magari Battistella non e' il miglior U23 in circolazione visti quelli che gia' corrono con gli Elite, ma certo e' un bel punto di partenza. Come lo sono Tiberi Piccolo e Martinelli fra gli Juniores


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il_panta
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da il_panta »

cassius ha scritto: sabato 28 settembre 2019, 13:23
krea ha scritto: sabato 28 settembre 2019, 12:12 La globalizzazione c'è per tutti. Tirarla in ballo come scusa, è solo cultura degli alibi.
Ma infatti la globalizzazione spiega perché l'Italia, come altri Paesi storici, non dòmini più e, pur vincendo ancora/piazzandosi bene in un discreto numero di corse (se no non saremmo secondi nel ranking UCI), i numeri siano scesi.
Se di crisi si deve parlare, si guardi al resto delle nazioni storiche: Belgio, Francia, Olanda e Spagna. Chi più chi meno, hanno tutte perso quote in favore di nuovi Paesi.
La Francia non vince il Tour dall'85, il Belgio dal 1976 (come l'ultimo scudetto del Toro!).
Quest'anno i 3 GT sono andati a 3 Paesi nuovi, se non é globalizzazione questa non so cosa dire.
Sono pienamente d'accordo con te. l'Italia è seconda nel ranking e fa risultati con tantissimi corridori diversi. Io questa crisi non la vedo. Il mondo è cambiato e nessuna nazione domina più, ma l'Italia, come sempre, è al vertice.


2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
tommaso
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da tommaso »

É normale vincere meno che in passato, ma Belgio e Francia hanno ancora 2 squadre WT, noi neanche una


FRANCESCO1980
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da FRANCESCO1980 »

tommaso ha scritto: sabato 28 settembre 2019, 19:09 É normale vincere meno che in passato, ma Belgio e Francia hanno ancora 2 squadre WT, noi neanche una


sarebbe troppo bello se il governo finanziasse la Bianchi Campagnolo
un super squadrone con badget miliardario con i migliori corridori italiani
immaginate nella stessa squadra Nibali Aru Viviani ecc ecc ecc


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GregLemond
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da GregLemond »

Gran Bretagna, Slovenia, Colombia...

Quando dominavamo noi, non erano fattori.

Noi siamo sempre "LI".

Ma non siamo soli.


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jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da jerrydrake »

Stylus ha scritto: sabato 28 settembre 2019, 13:36 Dipende da cosa intendete voi per "crisi del ciclismo italiano". Se crisi è mancanza di risultati, allora è colpa della globalizzazione!!!11!1

Se crisi è invece, come lo è per me, la graduale e inesorabile sparizione di corse, il disinteresse di sponsor, l'alta età media di chi si occupa di ciclismo locale e l'incapacità di innovarsi rispetto ad altre nazioni, il crollo di squadre e tesserati fin dalle categorie allievi, allora la globalizzazione non c'entra una ceppa. E non n'è uscita una soluzione che sia una a livello federale.
:clap: :clap: :clap:


Theakston
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Theakston »

Pedersen è il primo danese a vincere il mondiale, ma per favore non parlatemi di globalizzazione!
Come per i britannici che vincono i GT...mentre l'Italia dietro Nibali ha il vuoto.

Che poi non è che la voglia negare, ma se si parla di crisi del ciclismo italiano ci sono tanti altri motivi, vedi quelli sopra elencati


CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Oggi un ciclista azzurro torna sul podio dei prova mondiale dei professionisti dopo 11 anni, forse mai un digiuno è stato così lungo. Ma si allunga a 12 anni il digiuno di un italiano in maglia iridata ed è il secondo digiuno più lungo dopo quello 1932-1953 che durò 21 anni.

Due settimane fa Moser diceva «Il ciclismo italiano in crisi per la globalizzazione», due settimane è stato quasi smentito.....


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jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Il peggior Lombardia di sempre per i colori azzurri?


Basso
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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jerrydrake ha scritto: sabato 12 ottobre 2019, 16:33 Il peggior Lombardia di sempre per i colori azzurri?
Yes, solo nel 1990 mai in top 10 - Visconti il migliore oggi, 17°


11 Vuelta 7-Prato
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Direi bene i francesi nonostante le assenze di alcuni pezzi grossi.
Diciamo che a noi manca questo cioè tolti i 2 - 3 top ci mancano sostituiti.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Bomby
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Passiamo un periodo in cui andiamo meglio dove negli anni scorsi andavamo peggio, ovvero le corse più vallonate o da volata. Nelle corse per scalatori arranchiamo, se Nibali non è in forma.


marco_graz
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Bomby ha scritto: sabato 12 ottobre 2019, 18:44 Passiamo un periodo in cui andiamo meglio dove negli anni scorsi andavamo peggio, ovvero le corse più vallonate o da volata. Nelle corse per scalatori arranchiamo, se Nibali non è in forma.
Non solo Nibali, ma anche Formolo e Moscon sono in forma precaria..Ciccone ci e' arrivato consumato..

Poi qui si dovrebbe aprire una parenesi sulla stagione di Nibali che per una vittoria al tour praticamene uccide il final di stagione..


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barrylyndon
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Nibali ha fatto gia' troppo tra aprile e maggio...
Senza il Tour sarebbe stato forse solo un po' piu' un palla che non adesso...il che sarebbe quantificabile con al massimo una top ten al Lombardia..
Direi che e' andata bene cosi..
Secondo me,eh..


Nibali sta a Froome come Thoeni stava a Klammer.
Bomby
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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marco_graz ha scritto: sabato 12 ottobre 2019, 20:13 Non solo Nibali, ma anche Formolo e Moscon sono in forma precaria..Ciccone ci e' arrivato consumato.
In ottica top-ten o podio sono d'accordo, tra chi viene da un infortunio, chi da una stagione storta, chi da una impegnativa, è logico che le speranze degli italiani fossero poche.
Era solo per dire che -paradossalmente- oggi abbiamo più chances di fare bene là dove prima non ne avevamo nemmeno mezza, dico, abbiamo vinto il Fiandre! Mentre invece dove in passato potevamo essere sicuri di fare bella figura, possiamo sperare di raccogliere meno di quanto preventivabile pochi anni fa.
Al mondiale nelle categorie giovanili siamo andati bene, all'europeo anche, speriamo bene.
Tra l'altro Aleotti è un mio quasi concittadino (se non ho capito male abita a Finale Emilia, io sto in una frazione del comune; ormai il luogo di nascita non vuol più dire nulla e si capisce poco...) e c'è un altro ragazzo di un comune qui vicino che tra gli juniores non si sta comportando male...


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Bomby ha scritto: sabato 12 ottobre 2019, 18:44 Passiamo un periodo in cui andiamo meglio dove negli anni scorsi andavamo peggio, ovvero le corse più vallonate o da volata. Nelle corse per scalatori arranchiamo, se Nibali non è in forma.
Nibali ha salvato la baracca per anni..


marco_graz
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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barrylyndon ha scritto: sabato 12 ottobre 2019, 20:26 Nibali ha fatto gia' troppo tra aprile e maggio...
Senza il Tour sarebbe stato forse solo un po' piu' un palla che non adesso...il che sarebbe quantificabile con al massimo una top ten al Lombardia..
Direi che e' andata bene cosi..
Secondo me,eh..
Secondo me faceva molto meglio a fare lo stacco post giro ed a presentarsi a Vuelta e fine stagione in forma, ma sono pareri ovviamente. Io preferivo un terzo Lombardia che una tappetta al tour.


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barrylyndon
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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marco_graz ha scritto: sabato 12 ottobre 2019, 21:14
barrylyndon ha scritto: sabato 12 ottobre 2019, 20:26 Nibali ha fatto gia' troppo tra aprile e maggio...
Senza il Tour sarebbe stato forse solo un po' piu' un palla che non adesso...il che sarebbe quantificabile con al massimo una top ten al Lombardia..
Direi che e' andata bene cosi..
Secondo me,eh..
Secondo me faceva molto meglio a fare lo stacco post giro ed a presentarsi a Vuelta e fine stagione in forma, ma sono pareri ovviamente. Io preferivo un terzo Lombardia che una tappetta al tour.
Manca la controprova...ma penso che solo il Nibali con il picco del Giro poteva giocarsi il Lombardia...ma non so se attualmente sia cosi semplice per lui trovare due picchi di forma in una stagione.


Nibali sta a Froome come Thoeni stava a Klammer.
marco_graz
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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barrylyndon ha scritto: sabato 12 ottobre 2019, 21:20
marco_graz ha scritto: sabato 12 ottobre 2019, 21:14
barrylyndon ha scritto: sabato 12 ottobre 2019, 20:26 Nibali ha fatto gia' troppo tra aprile e maggio...
Senza il Tour sarebbe stato forse solo un po' piu' un palla che non adesso...il che sarebbe quantificabile con al massimo una top ten al Lombardia..
Direi che e' andata bene cosi..
Secondo me,eh..
Secondo me faceva molto meglio a fare lo stacco post giro ed a presentarsi a Vuelta e fine stagione in forma, ma sono pareri ovviamente. Io preferivo un terzo Lombardia che una tappetta al tour.
Manca la controprova...ma penso che solo il Nibali con il picco del Giro poteva giocarsi il Lombardia...ma non so se attualmente sia cosi semplice per lui trovare due picchi di forma in una stagione.
L'ha fatto solo due anni fa, e pure l'anno scorso in pratica, non vedo perche' non poteva riuscirsi quest'anno.

Spero in Trek gli lascino la liberta' di scegliere a cosa puntare e non spingano per un Tour impossibile.


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