La crisi del ciclismo italiano
- jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Quest'anno Formolo non entra nei 10. Tolto Nonno Enzo è comunque il migliore in classifica: 14° a 23 minuti ( e domani potrebbe diventare 15°).
- Camoscio madonita
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Amara realtà, e spesso gli unici con Nibali erano due over 30 ed erano suoi compagni, nel caso di Pozzovivo over 35 (mia stessa età, mannaggia al tempo che passa). Sul san carlo c'erano solo due siciliani in testa la plotone (orgoglio siculo ).jerrydrake ha scritto: ↑sabato 1 giugno 2019, 17:40 Quest'anno Formolo non entra nei 10. Tolto Nonno Enzo è comunque il migliore in classifica: 14° a 23 minuti ( e domani potrebbe diventare 15°).
Tempi bui ci aspettano sulle tre settimane.
Formolo non da garanzie di tenuta, le poche flebili speranze sono rivolte:
- Aru: la fenice che rinasce dalle proprie ceneri, anche se visivamente, in pieno sforzo, più che all'uccello mitologico assomiglia di più ad un dromedario in salita.
- Ciccone: che Giro per l'abruzzese, anche oggi con i migliori, dopo aver speso tanto, a giocarsi la tappa.
- Masnada? mmm, forte pure il bergamasco ma da verificare nella tenuta. Quello che mi convince meno.
- Sui giovani non mi esprimo perchè non ne ho lo competenze, totalmente all'oscuro di ciò che avviene nel mondo dilettanti. Si parla tanto di Conci.
Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto, ma il primo vero amore non si scorda mai: Merano-Aprica, 5 giugno 1994.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Faccio notare che tra i primi 10 in classifica l'unica nazione con 2 corridori è la Russia, e non penso che siamo qui a dirci che stia tornando ai tempi di Ugrumov, Tonkov, Berzin e compagnia (anche se quel Sivakov lo risentiremo, credo).jerrydrake ha scritto: ↑sabato 1 giugno 2019, 17:40 Quest'anno Formolo non entra nei 10. Tolto Nonno Enzo è comunque il migliore in classifica: 14° a 23 minuti ( e domani potrebbe diventare 15°).
A questo Giro abbiamo vinto 5 tappe, pur venendo a mancare il velocista: Masnada, Benedetti, Cataldo, Ciccone e Cima.
Tra queste almeno due corridori che danno davvero l'idea di grandi potenzialità, come Masnada (che potrebbe diventare un buon corridore da corse di un giorno e ottimo cacciatore di tappe) e Ciccone (che, vista la tenuta dimostrata in salita, DEVE testarsi come capitano da classifica).
Secondo me, al netto del settore GT attualmente scoperto (salvo completa ripresa di Aru), abbiamo un po' di potenziali vincitori di tappe e corse in linea. Non siamo messi poi così male, per dire se guardi il ranking di PCS sui risultati dell'ultimo anno siamo la terza nazione dietro Francia e Olanda, e perlopiù non sono risultati giunti da Nibali.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Formolo che partiva con ambizioni di classifica ( Parlavano di Top Five ) e sta nei quindici grazie a una fuga .
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ciccone è l'uomo giusto su cui puntare per il futuro del ciclismo italiano nei Grandi Giri.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
5 tappe da fuga. Siamo stati bravi.
Però quando la corsa si gioca fra i migliori che sia volata, cronometro o salita, non abbiamo mai vinto.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Commenti sui corridori italiani nati nei primi anni '90 in questo giro:
Ciccone il corridore italiano che esce meglio dal giro, ha mostrato forza in salita e recupero per essere un corridore da GT anche per la classifica generale.
Masnada spero che se come sembra lascerà l'Androni, vada in una squadra con pochi leader per le corse a tappe. E' uno dei corridori più combattivi, sarebbe bello potesse continuare a correre così, invece di finire nel treno in salita di qualche capitano.
Formolo bocciato. I GT non fanno per lui, si concentri sulle classiche ardenne-lombardia, dove ha tutto per essere un protagonista.
Carboni generoso ma ancora acerbo. Lo aspettiamo nel 2020, il potenziale per un'altro Masnada sembra esserci, non credo molto di più.
Cima coraggioso e fortunato nel pescare il jolly all'ultima occasione buona. Temo che il rischio sia un nuovo Boem sia comunque alto.
Vendrame sfortunatissimo sfiora una tappa, il corridore comunque sembra esserci, ottimo spunto veloce e tiene bene su salite medie, può essere un signor cacciatore di tappe/corridore da classiche miste.
Ciccone il corridore italiano che esce meglio dal giro, ha mostrato forza in salita e recupero per essere un corridore da GT anche per la classifica generale.
Masnada spero che se come sembra lascerà l'Androni, vada in una squadra con pochi leader per le corse a tappe. E' uno dei corridori più combattivi, sarebbe bello potesse continuare a correre così, invece di finire nel treno in salita di qualche capitano.
Formolo bocciato. I GT non fanno per lui, si concentri sulle classiche ardenne-lombardia, dove ha tutto per essere un protagonista.
Carboni generoso ma ancora acerbo. Lo aspettiamo nel 2020, il potenziale per un'altro Masnada sembra esserci, non credo molto di più.
Cima coraggioso e fortunato nel pescare il jolly all'ultima occasione buona. Temo che il rischio sia un nuovo Boem sia comunque alto.
Vendrame sfortunatissimo sfiora una tappa, il corridore comunque sembra esserci, ottimo spunto veloce e tiene bene su salite medie, può essere un signor cacciatore di tappe/corridore da classiche miste.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Formolo nei GT non migliora. Uno dei suoi più fiacchi GT nello stesso anno della sua migliore classica.
Che sia arrivato il momento di fare scelte diverse?
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Discorso a parte per Ciccone.Salvatore77 ha scritto: ↑sabato 1 giugno 2019, 20:50 5 tappe da fuga. Siamo stati bravi.
Però quando la corsa si gioca fra i migliori che sia volata, cronometro o salita, non abbiamo mai vinto.
A Croce d'Aune resta indietro sul Manghen.
Rientra.
Va a riprendere una fuga di eccellenti pedalatori.
Viene raggiunto dal gruppo di quelli che si giocano il Giro.
Rimane con loro e si gioca la tappa piazzandosi terzo.
Quel terzo posto di sabato vale moltissimo .
Non dico più importante della tappa del Mortirolo ma, forse, ancor più indicativa nella chiave di giudizio che poni, quella dell'essere o meno ai vertici.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ciccone in salita quest'anno vale Nieve Hirt e similari.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Fosse così sarebbe un po' poco per essere il corridore italiano del futuro nei GGSalvatore77 ha scritto: ↑martedì 4 giugno 2019, 11:00 Ciccone in salita quest'anno vale Nieve Hirt e similari.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
l'anno prossimo al tour trenino trek:
inizia mollema ad alzare l'andatura.
gran menata di nibali.
porte riduce il gruppo a poche unità.
frullata di ciccone.
inizia mollema ad alzare l'andatura.
gran menata di nibali.
porte riduce il gruppo a poche unità.
frullata di ciccone.
Re: La crisi del ciclismo italiano
I risultati di quest'anno, finora, parlano diversamente.Salvatore77 ha scritto: ↑martedì 4 giugno 2019, 11:00 Ciccone in salita quest'anno vale Nieve Hirt e similari.
Dopodichè anch'io non sono così convinto che lui sia il futuro italiano nei GG.
Lui è (e spero rimanga) un gran bel corridore.
Quello che dovesse arrivare in più sarà tutto di guadagnato.
Von Rock ? Nein, danke.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Tifiamo Melissa Satta.White Mamba ha scritto: ↑martedì 4 giugno 2019, 12:20 l'anno prossimo al tour trenino trek:
inizia mollema ad alzare l'andatura.
gran menata di nibali.
porte riduce il gruppo a poche unità.
frullata di ciccone.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
I nomi che ho fatto non sono casuali.nino58 ha scritto: ↑martedì 4 giugno 2019, 12:21I risultati di quest'anno, finora, parlano diversamente.Salvatore77 ha scritto: ↑martedì 4 giugno 2019, 11:00 Ciccone in salita quest'anno vale Nieve Hirt e similari.
Dopodichè anch'io non sono così convinto che lui sia il futuro italiano nei GG.
Lui è (e spero rimanga) un gran bel corridore.
Quello che dovesse arrivare in più sarà tutto di guadagnato.
Al Giro quando ha vinto ha scollinato con Hirt e ha vinto con una volata a due, quando ha fatto terzo era nel gruppo con Nieve.
Entrambi vanno di lusso se fanno top ten nella generale, infatti di mestiere fanno i gregari.
Attualmente è questo il suo valore, forse in prospettiva può fare meglio.
Se penso al rendimento di Chiappucci alla sua età, non si può far altro che essere fiduciosi.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ciccone può e deve crescere perchè il suo livello attuale non è da podio. Altrimenti se così fosse, nelle fughe farebbe sfaceli, invece se con lui ci sono altri buoni ci va giusto. Forse anche perchè spreca un po' troppe energie.jerrydrake ha scritto: ↑martedì 4 giugno 2019, 12:16Fosse così sarebbe un po' poco per essere il corridore italiano del futuro nei GGSalvatore77 ha scritto: ↑martedì 4 giugno 2019, 11:00 Ciccone in salita quest'anno vale Nieve Hirt e similari.
Però c'è sostanza.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Questo è un ed che mi sta particolarmente a cuore..e mai come nel dopo Giro si possono trovare degli spunti.
Forse il Giro ci confondera' le idee, nel senso che molti spunti sono positivi, ma a volte è anche dovuto al fatto che per i nostri trattasi dell'appuntamento principale.
Ciò premesso, gli spunti in questa occasione mi paiono buoni per davvero.
In Moschetti credo che abbiamo trovato un velocista che possa ambire al top.
Ciccone ha dimostrato più che con la prestazione singola di alcune tappe, con le tante energie messe sul campo, sin dal principio, di avere tenuta per tre settimane. Poi la tenuta per fare classifica ed esserci sempre sempre è ancora un altro step, è tempo di provar a farlo.
Masnada pure potrebbe anche provarci con le classifiche, ancor più con le classiche, anche se, sinceramente, le classiche "montuose", hanno molto meno spazio di quelle per passisti veloci o delle pietre. Comunque il ragazzo è valido.
Cattaneo probabilmente quel qualcosa per far classifica o esser vincitore di belle classiche non ce l'ha. Mi auguro possa essere un gregario alla LLS per fare un esempio, a cui in certi tipi di corse viene data carta bianca...soprattutto andasse all'astana che è brava a portare a casa il risultato con tanti corridori..ecco rimanendo in ambito Astana spero nel caso non vada a fare il Villella.
Ninja deluso un po' Conci, che è si entarto in qualche fuga, ma non se l'è mai giocata..parla su tutto il momento in cui si stacca da conti in falsopiano.
Forse il Giro ci confondera' le idee, nel senso che molti spunti sono positivi, ma a volte è anche dovuto al fatto che per i nostri trattasi dell'appuntamento principale.
Ciò premesso, gli spunti in questa occasione mi paiono buoni per davvero.
In Moschetti credo che abbiamo trovato un velocista che possa ambire al top.
Ciccone ha dimostrato più che con la prestazione singola di alcune tappe, con le tante energie messe sul campo, sin dal principio, di avere tenuta per tre settimane. Poi la tenuta per fare classifica ed esserci sempre sempre è ancora un altro step, è tempo di provar a farlo.
Masnada pure potrebbe anche provarci con le classifiche, ancor più con le classiche, anche se, sinceramente, le classiche "montuose", hanno molto meno spazio di quelle per passisti veloci o delle pietre. Comunque il ragazzo è valido.
Cattaneo probabilmente quel qualcosa per far classifica o esser vincitore di belle classiche non ce l'ha. Mi auguro possa essere un gregario alla LLS per fare un esempio, a cui in certi tipi di corse viene data carta bianca...soprattutto andasse all'astana che è brava a portare a casa il risultato con tanti corridori..ecco rimanendo in ambito Astana spero nel caso non vada a fare il Villella.
Ninja deluso un po' Conci, che è si entarto in qualche fuga, ma non se l'è mai giocata..parla su tutto il momento in cui si stacca da conti in falsopiano.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Un Caruso capitano Bahrein al Giro con Landa capitano al Tour non potrebbe far bene ?
Risultato da alta classifica intendo.
Risultato da alta classifica intendo.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Che Formolo non stia migliorando come sperato è visibile. Ma quali sarebbero le scelte diverse, e quali sarebbero le rinunce sofferte per ottenere questi risultati?Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 3 giugno 2019, 21:51 Formolo nei GT non migliora. Uno dei suoi più fiacchi GT nello stesso anno della sua migliore classica.
Che sia arrivato il momento di fare scelte diverse?
Formolo ha fatto vedere gran bei numeri nelle classiche delle Ardenne. Nì, li ha fatti vedere alla Liegi, alla Freccia un po' meno. Credo comunque che il giovane Davide abbia puntato lui stesso su queste corse non meno di quanto fatto per il Giro, ergo, non credo che, correre il Giro in un altro modo o rinunciarci possa in qualche modo dare dei benifici ai suoi risultati in queste due corse. Formolo corre già il Lombardia a fine stagione da sempre (anche lì, con modesti risultati fin'ora) facendo un calendario non molto differente da chi quella corsa la vince o ci va vicino. Quali altre classiche potrebbero mai dunque essere adatte a Davide tanto che farle potrebbe precudergli i risultati che tenta di raggiungere al Giro? Le classiche del Nord? La partecipazione all'Amstel? Formolo è purtroppo molto lento, potrebbe tentarci ma non lo vedo adatto a fare il gran colpo all'Amstel. Che altro? La Milano-Sanremo? La fa anche Nibali ed è ugualmente competitivo per il Giro.
E per quanto riguarda il Giro. Formolo ha provato a stare in classifica ma successivamente ha provato ad inserirsi in diverse fughe, ergo, se ne aveva avrebbe avuto la chance di giocarsi la vittoria. Poteva fare come Bilbao che è stato in grado di ottenere due vittorie di tappa? A parte che io non so se la carriera di Formolo, all'età che ha, e per quanto dimostrato, possa avere una chissà quale maggior luminosità nel momento in cui si recicli a fare il De Gendt di turno (o il Bilbao di questo Giro), ma anche le fughe di Bilbao sono successe in un certo contesto di corsa: di relativa libertà nella squadra e di tattiche Astana puntate ad agevolare il leader che non sempre sono andate a segno, vuoi per situazioni di corsa differenti. Se non volete che Formolo punti alla classifica fin da subito, dovrebbe ammetterlo di non esserne in grado: e in una squadra WT forte vuol dire: o fare il mulo da salita per il proprio capitano gufandolo così da avere più libertà, o partecipare in una squadra che presenta un roster di basso livello che non si fila molto il Giro o in una professional stile Androni dove avrebbe la libertà di fare quel che gli pare.
E a Formolo non voglio augurare nessuna delle ultime cose. Finché non vedo che correre il Giro in questo modo possa in qualche modo influenzare il rendimento nelle classiche, mi auguro continui così. Non si tratta di Cunego, che aveva uno sprint discretamente veloce, o di Jungels o Moscon che per essere competitivi in classiche o GT devono snaturalizzarsi e rinunciare ad essere forti nelle classiche del nord o ardenne
- PedalatorePigro
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Che tipo di corridore è Edoardo Affini? Da classiche? Velocista? Mezzo e mezzo?
Ho visto che ha vinto la sua prima corsa da pro al Giro di Norvegia (con una discreta startlist, tra l'altro), è un nome che all'estero viene ben considerato.
Ho visto che ha vinto la sua prima corsa da pro al Giro di Norvegia (con una discreta startlist, tra l'altro), è un nome che all'estero viene ben considerato.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ecco lui lo avevo dimenticato nel post dell'altro giorno.PedalatorePigro ha scritto: ↑mercoledì 5 giugno 2019, 15:18 Che tipo di corridore è Edoardo Affini? Da classiche? Velocista? Mezzo e mezzo?
Ho visto che ha vinto la sua prima corsa da pro al Giro di Norvegia (con una discreta startlist, tra l'altro), è un nome che all'estero viene ben considerato.
È sicuramente un gran passista, potrebbe essere adatto alle classiche, alcune le ha già corse quest'anno.
Ha un bel motore
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il livello di Caruso in un GT da capitano secondo me è da top ten, che non è male. Secondo me quella di mettersi a disposizione è una scelta dettata dal fatto che conosce il proprio livello. A 32 anni forse si diverte di più a correre come ha corso questo Giro, e può ottenere maggiori soddisfazioni, come una bella tappa e la consapevolezza di essere una pedina fondamentale per le sorti della corsa.
2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il successo del nostro ciclismo passa dalla possibilità di avere un uomo più o meno competitivo in grado di giocarsi il Giro o il Tour, poche chiacchere. I successi nelle classiche hanno una importanza marginale, salvo possa esserci un autentico dominatore carismatico italiano, un Tom Boonen, o un Mario Cipollini (ma con le sempre minori chances lasciate ai velocisti nei GT, pure avere un velocista top è relativamente importante). La spiegazione è tutta nei dati d'ascolto del Giro. Come fatto notare, l'aumento è stato dato esclusivamente dal fatto d'avere un italiano, Nibali, lì a giocarsi la corsa. Senza un italiano i dati d'ascolto crollano, e se crollano i dati d'ascolto calano gli introiti pubblicitari e quindi il valore economico dell'evento Giro d'Italia, che non solo è l'evento principale, ma fa da traino a tutto il movimento (non è un caso che molte squadre sono morte proprio per la mancata partecipazione alla corsa rosa in passato), cala lo spazio medio dedicato nei mezzi di informazione, cala l'interesse generale.
Si tratterebbe peraltro di un unicum, perché pure nei filotti di vittorie straniere tra anni 70 e 80 e metà anni 90 avevamo dei beniamini da tifare che potevano almeno restare nelle parti alte della classifica del Giro, mentre nel periodo post Pantani la starting list è semplicemente scesa di livello vedendo affrontare i campioni nostrani (facendoci credere che i nostri fossero peraltro all'altezza degli stranieri contro i quali, non si era competitivi al tour, solamente per diverse scelte di programma), e peraltro non vedo all'orizzonte neppure dei Garzelli, dei Casagrande, dei Frigo.
Alla luce di ciò forse ha persino fatto bene Bulbarelli a deviare, con lungimiranza, il commento tecnico del Giro da una lettura più tecnica ad una più favolistica-folkoristica: se si conquista il pubblico generalista iniziando ad esaltarlo per un attacco ad un GPM o una fuga di un corridore italiano, sarà più contenibile la moria d'ascolti un domani quando probabilmente sarà un'impresa da alzarci tutti in piedi sul divano rivedere un italiano finire nei 10 della classifica generale.
Si tratterebbe peraltro di un unicum, perché pure nei filotti di vittorie straniere tra anni 70 e 80 e metà anni 90 avevamo dei beniamini da tifare che potevano almeno restare nelle parti alte della classifica del Giro, mentre nel periodo post Pantani la starting list è semplicemente scesa di livello vedendo affrontare i campioni nostrani (facendoci credere che i nostri fossero peraltro all'altezza degli stranieri contro i quali, non si era competitivi al tour, solamente per diverse scelte di programma), e peraltro non vedo all'orizzonte neppure dei Garzelli, dei Casagrande, dei Frigo.
Alla luce di ciò forse ha persino fatto bene Bulbarelli a deviare, con lungimiranza, il commento tecnico del Giro da una lettura più tecnica ad una più favolistica-folkoristica: se si conquista il pubblico generalista iniziando ad esaltarlo per un attacco ad un GPM o una fuga di un corridore italiano, sarà più contenibile la moria d'ascolti un domani quando probabilmente sarà un'impresa da alzarci tutti in piedi sul divano rivedere un italiano finire nei 10 della classifica generale.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Che dire Stylus, uno dei messaggi migliori letti da quando sono sul forum. Un'analisi completa e analitica. Detto questo ti chiedo: tu ce lo vedi in Ineos? Io si, perchè a me sembra il degno erede di Poels. Forte nelle Ardenne, discreto nei GT e nelle corse di una settimana. Se io fossi Brailsford un pensierino ce lo farei, anche se non so la sua situazione contrattualeStylus ha scritto: ↑mercoledì 5 giugno 2019, 13:58Che Formolo non stia migliorando come sperato è visibile. Ma quali sarebbero le scelte diverse, e quali sarebbero le rinunce sofferte per ottenere questi risultati?Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 3 giugno 2019, 21:51 Formolo nei GT non migliora. Uno dei suoi più fiacchi GT nello stesso anno della sua migliore classica.
Che sia arrivato il momento di fare scelte diverse?
Formolo ha fatto vedere gran bei numeri nelle classiche delle Ardenne. Nì, li ha fatti vedere alla Liegi, alla Freccia un po' meno. Credo comunque che il giovane Davide abbia puntato lui stesso su queste corse non meno di quanto fatto per il Giro, ergo, non credo che, correre il Giro in un altro modo o rinunciarci possa in qualche modo dare dei benifici ai suoi risultati in queste due corse. Formolo corre già il Lombardia a fine stagione da sempre (anche lì, con modesti risultati fin'ora) facendo un calendario non molto differente da chi quella corsa la vince o ci va vicino. Quali altre classiche potrebbero mai dunque essere adatte a Davide tanto che farle potrebbe precudergli i risultati che tenta di raggiungere al Giro? Le classiche del Nord? La partecipazione all'Amstel? Formolo è purtroppo molto lento, potrebbe tentarci ma non lo vedo adatto a fare il gran colpo all'Amstel. Che altro? La Milano-Sanremo? La fa anche Nibali ed è ugualmente competitivo per il Giro.
E per quanto riguarda il Giro. Formolo ha provato a stare in classifica ma successivamente ha provato ad inserirsi in diverse fughe, ergo, se ne aveva avrebbe avuto la chance di giocarsi la vittoria. Poteva fare come Bilbao che è stato in grado di ottenere due vittorie di tappa? A parte che io non so se la carriera di Formolo, all'età che ha, e per quanto dimostrato, possa avere una chissà quale maggior luminosità nel momento in cui si recicli a fare il De Gendt di turno (o il Bilbao di questo Giro), ma anche le fughe di Bilbao sono successe in un certo contesto di corsa: di relativa libertà nella squadra e di tattiche Astana puntate ad agevolare il leader che non sempre sono andate a segno, vuoi per situazioni di corsa differenti. Se non volete che Formolo punti alla classifica fin da subito, dovrebbe ammetterlo di non esserne in grado: e in una squadra WT forte vuol dire: o fare il mulo da salita per il proprio capitano gufandolo così da avere più libertà, o partecipare in una squadra che presenta un roster di basso livello che non si fila molto il Giro o in una professional stile Androni dove avrebbe la libertà di fare quel che gli pare.
E a Formolo non voglio augurare nessuna delle ultime cose. Finché non vedo che correre il Giro in questo modo possa in qualche modo influenzare il rendimento nelle classiche, mi auguro continui così. Non si tratta di Cunego, che aveva uno sprint discretamente veloce, o di Jungels o Moscon che per essere competitivi in classiche o GT devono snaturalizzarsi e rinunciare ad essere forti nelle classiche del nord o ardenne
Sparo una sentenza su Remco per me lui è un Benoot che ci crede di più. Cioè non sarà lui il futuro dei belgi nei GT ma mi da sempre più la sensazione di essere quelli che per me sono i "classici mezzi corridori belga". Sono forti, però la salita non è roba per loro.
Io, 4 febbraio 2022
Io, 4 febbraio 2022
Re: La crisi del ciclismo italiano
La fai un po' tragica.Stylus ha scritto: ↑mercoledì 5 giugno 2019, 13:58Che Formolo non stia migliorando come sperato è visibile. Ma quali sarebbero le scelte diverse, e quali sarebbero le rinunce sofferte per ottenere questi risultati?Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 3 giugno 2019, 21:51 Formolo nei GT non migliora. Uno dei suoi più fiacchi GT nello stesso anno della sua migliore classica.
Che sia arrivato il momento di fare scelte diverse?
Formolo ha fatto vedere gran bei numeri nelle classiche delle Ardenne. Nì, li ha fatti vedere alla Liegi, alla Freccia un po' meno. Credo comunque che il giovane Davide abbia puntato lui stesso su queste corse non meno di quanto fatto per il Giro, ergo, non credo che, correre il Giro in un altro modo o rinunciarci possa in qualche modo dare dei benifici ai suoi risultati in queste due corse. Formolo corre già il Lombardia a fine stagione da sempre (anche lì, con modesti risultati fin'ora) facendo un calendario non molto differente da chi quella corsa la vince o ci va vicino. Quali altre classiche potrebbero mai dunque essere adatte a Davide tanto che farle potrebbe precudergli i risultati che tenta di raggiungere al Giro? Le classiche del Nord? La partecipazione all'Amstel? Formolo è purtroppo molto lento, potrebbe tentarci ma non lo vedo adatto a fare il gran colpo all'Amstel. Che altro? La Milano-Sanremo? La fa anche Nibali ed è ugualmente competitivo per il Giro.
E per quanto riguarda il Giro. Formolo ha provato a stare in classifica ma successivamente ha provato ad inserirsi in diverse fughe, ergo, se ne aveva avrebbe avuto la chance di giocarsi la vittoria. Poteva fare come Bilbao che è stato in grado di ottenere due vittorie di tappa? A parte che io non so se la carriera di Formolo, all'età che ha, e per quanto dimostrato, possa avere una chissà quale maggior luminosità nel momento in cui si recicli a fare il De Gendt di turno (o il Bilbao di questo Giro), ma anche le fughe di Bilbao sono successe in un certo contesto di corsa: di relativa libertà nella squadra e di tattiche Astana puntate ad agevolare il leader che non sempre sono andate a segno, vuoi per situazioni di corsa differenti. Se non volete che Formolo punti alla classifica fin da subito, dovrebbe ammetterlo di non esserne in grado: e in una squadra WT forte vuol dire: o fare il mulo da salita per il proprio capitano gufandolo così da avere più libertà, o partecipare in una squadra che presenta un roster di basso livello che non si fila molto il Giro o in una professional stile Androni dove avrebbe la libertà di fare quel che gli pare.
E a Formolo non voglio augurare nessuna delle ultime cose. Finché non vedo che correre il Giro in questo modo possa in qualche modo influenzare il rendimento nelle classiche, mi auguro continui così. Non si tratta di Cunego, che aveva uno sprint discretamente veloce, o di Jungels o Moscon che per essere competitivi in classiche o GT devono snaturalizzarsi e rinunciare ad essere forti nelle classiche del nord o ardenne
Formolo non è il nuovo Nibali, non è Alaphilippe, ma può tranquillamente fare una carriera da onesto cacciatore di tappe e corridore da classiche che magari 1-2 monumento dure le porta a casa.
È un peccato perchè a 23 anni prometteva diversamente, ma uno come lui (salvo sfighe particolari) non uscirà dal WT prima dei 32 anni. È nella Bora, una bella squadra dove può fare il capitano nelle corse sue.
Chiaro, deve lasciar perdere questa idea dei GT per far classifica. Il giorno che lo farà, potrà fare molta più qualità in allenamento e magari migliorare quello sprint che gli manca. Magari puntare qualche corsa di 1 settimana, ma di quelle con poca crono.
Re: La crisi del ciclismo italiano
La similitudine potrebbe starci, ma io vedo Formolo più da corse di 1g e Poels da corse a tappe.Mario Rossi ha scritto: ↑mercoledì 5 giugno 2019, 19:03 Che dire Stylus, uno dei messaggi migliori letti da quando sono sul forum. Un'analisi completa e analitica. Detto questo ti chiedo: tu ce lo vedi in Ineos? Io si, perchè a me sembra il degno erede di Poels. Forte nelle Ardenne, discreto nei GT e nelle corse di una settimana. Se io fossi Brailsford un pensierino ce lo farei, anche se non so la sua situazione contrattuale
Formolo con un po' di fortuna potrebbe aspirare a Liegi, Lombardia e Mondiale. Più complicate Sanremo e Amstel.
È un po' strano che l'olandese non abbia mai battuto chiodo nei GT, anche se ovviamente ha pesato molto il fattore squadra con quei capitani da aiutare.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Formolo non è vero che non sta migliorando. Sta facendo passi in dietro come uomo di classifica ma notevoli passi avanti nelle gare di un giorno.
Per esempio potrebbe fare un solo GT all'anno puntando solo alle tappe e dedicarsi a gare di un giorno con più freschezza.
Già questo è un buon punto di partenza.
Formolo non ha mai staccato nessuno in salita e va piano a cronometro. L'idea di fare classifica nei gt era una forzatura. Forse i corridori italiani sono un po' troppo legati all'idea della classifica nei GT. Questo vale per lui e anche per altri.
Per esempio potrebbe fare un solo GT all'anno puntando solo alle tappe e dedicarsi a gare di un giorno con più freschezza.
Già questo è un buon punto di partenza.
Formolo non ha mai staccato nessuno in salita e va piano a cronometro. L'idea di fare classifica nei gt era una forzatura. Forse i corridori italiani sono un po' troppo legati all'idea della classifica nei GT. Questo vale per lui e anche per altri.
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Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
In questo Tour rischiamo la peggior posizione in classifica della storia?
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Nel 2013 il migliore dei nostri fu Malacarne 49esimo. Penso proprio che alcuni italiani riusciranno a fare meglio in questa edizione. Corridori come Ciccone, Aru e Niibali, anche grazie alle fughe che potranno centrare nelle prossime tappe, penso che concluderanno il Tour de France nelle prime trenta posizioni della classifica generale.Salvatore77 ha scritto: ↑giovedì 18 luglio 2019, 17:29 In questo Tour rischiamo la peggior posizione in classifica della storia?
FC 2018: Gp de Montreal, Giro di Turchia.
FC 2019: GP di Francoforte, Tour a Tempo, Coppa Bernocchi.
FC 2020: Tour Down Under, Tour a Tempo a Squadre.
FC 2021: Gand - Wevelgem, Obiettivo Zero Punti Tour de France, 1° Obiettivo Zero Punti, Trofeo Matteotti.
FC 2022: Saudi Tour, Etoile de Bessèges, Tour de Pologne.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Non scherziamo. Il tanto bistrattato Fabietto porterà sulle sue spalle il fardello di una Nazione allo sbando.Salvatore77 ha scritto: ↑giovedì 18 luglio 2019, 17:29 In questo Tour rischiamo la peggior posizione in classifica della storia?
Re: La crisi del ciclismo italiano
Anche nel 2010 ci fu una bella lotta Cunego-Basso a cavallo della 30.a posizione.
Pur con tutto lo skyfo del livello dell’attuale partecipazione italiana, penso che quest’anno si farà comunque meglio.
Già domani, con la vittoria a cronometro di Aru, si guadagneranno molte posizioni...
NB: a rigor di logica i peggiori piazzamenti italiani al Tour sono quelli in cui nessuno è arrivato al traguardo...
Esempi relativamente recenti nell’epoca Hinault (e grazie, almeno in un paio di occasioni non c’era neppure un italiano al via! ); altri casi naturalmente nelle prime edizioni.
Devo controllare se ce ne furono con italiani al via, che poi si ritirarono...
EDIT: già trovato il 1906 con il solo Gerbi, ritirato alla 2.a tappa. Quasi sicuramente ce ne saranno altri.
Pur con tutto lo skyfo del livello dell’attuale partecipazione italiana, penso che quest’anno si farà comunque meglio.
Già domani, con la vittoria a cronometro di Aru, si guadagneranno molte posizioni...
NB: a rigor di logica i peggiori piazzamenti italiani al Tour sono quelli in cui nessuno è arrivato al traguardo...
Esempi relativamente recenti nell’epoca Hinault (e grazie, almeno in un paio di occasioni non c’era neppure un italiano al via! ); altri casi naturalmente nelle prime edizioni.
Devo controllare se ce ne furono con italiani al via, che poi si ritirarono...
EDIT: già trovato il 1906 con il solo Gerbi, ritirato alla 2.a tappa. Quasi sicuramente ce ne saranno altri.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Tutto ciò mi rincuora.
L'attuale 24esimo posto di Aru per ora tiene alto il nome dell'Italia.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Senza la caduta dell'altroieri Ciccone era comodamente nei dieci, con discrete prospettive di miglioramento.Salvatore77 ha scritto: ↑giovedì 18 luglio 2019, 19:41 Tutto ciò mi rincuora.
L'attuale 24esimo posto di Aru per ora tiene alto il nome dell'Italia.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ciclomercato: Bagioli passa pro con la Deceuninck, insieme a Cattaneo e Ballerini.
Per me è un'ottima notizia, in Quickstep i corridori rendono quasi sempre di più che quando migrano ad altri team, ed è una squadra che dà opportunità a tutti (o perlomeno tanti) nel corso della stagione.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Intanto Fabio Aru sta svolgendo a pieno il suo.
Ora è ventesimo.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Io, alla luce di questo Tour, più di crisi del ciclismo italiano parlerei di crisi del ciclismo mondiale. A parte quei 4/5 noti ( MVDP, Sagn,VA, Chris, Ala) ad oggi vedo veramente pochi ciclisti capaci di emozionare. Non voglio togliere nulla a Julian, che se dovesse arrivare in giallo a Parigi sarebbe per me notizia lieta, ma sono ormai 4 GT di fila, per intenderci da Bardonecchia, che vedo un modo di affrontare le corse repellente ai telespettatori.
Ieri, nonostante evidentemente siano andati a tutta, altrimenti non si spiegherebbero le tante persone saltate, il primo attacco è arrivato ai -600m. Capisco che alla fine la metafora di Genovesi dell'ape regina è giusta e per moltissimi questo Tour rappresenta l'occasione della vita( Pinot, Kru e Fulgsang in primis) ma che come sperano di staccare Ala? Con la forza del pensiero?
Io non so che dire, cioè sono un anno che i GT mi lasciano un sapore dolceamaro, cioè di uno spettacolo potenzialmente iperattraente ma di cui ne godiamo, a essere ottimisti, 1/10.
La colpa per me è da attribuire im parte ai DS, che fin da bambini sostituiscono la vittoria al divertimento come obiettivo primario, in parte ai tempi, dove la ricchezza facile si è sostituita a valori come fatica e lavoro, ma poi ci sono altre componenti che non saprei identificare.
Voi che ne pensate? Il mio pensiero si avvicina alla realtà o è esagerato? Se fosse la prima ipotesi provate a donare soluzioni o motivazioni!!!
Ieri, nonostante evidentemente siano andati a tutta, altrimenti non si spiegherebbero le tante persone saltate, il primo attacco è arrivato ai -600m. Capisco che alla fine la metafora di Genovesi dell'ape regina è giusta e per moltissimi questo Tour rappresenta l'occasione della vita( Pinot, Kru e Fulgsang in primis) ma che come sperano di staccare Ala? Con la forza del pensiero?
Io non so che dire, cioè sono un anno che i GT mi lasciano un sapore dolceamaro, cioè di uno spettacolo potenzialmente iperattraente ma di cui ne godiamo, a essere ottimisti, 1/10.
La colpa per me è da attribuire im parte ai DS, che fin da bambini sostituiscono la vittoria al divertimento come obiettivo primario, in parte ai tempi, dove la ricchezza facile si è sostituita a valori come fatica e lavoro, ma poi ci sono altre componenti che non saprei identificare.
Voi che ne pensate? Il mio pensiero si avvicina alla realtà o è esagerato? Se fosse la prima ipotesi provate a donare soluzioni o motivazioni!!!
Sparo una sentenza su Remco per me lui è un Benoot che ci crede di più. Cioè non sarà lui il futuro dei belgi nei GT ma mi da sempre più la sensazione di essere quelli che per me sono i "classici mezzi corridori belga". Sono forti, però la salita non è roba per loro.
Io, 4 febbraio 2022
Io, 4 febbraio 2022
- jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Miglior italiano al Tour:
2018 Pozzovivo 18°
2017 Aru 5°
2016 Aru 13°
2015 Nibali 4°
2014 Nbali 13°
2013 Malacarne 49°
2012 Nibali 3°
2011 Cunego 7°
2010 Cunego 29°
2009 Nibali 7°
2008 Nibali 20°
2007 Bruseghin 41°
2006 Cunego 12° (io credo 11° grazie allo slittamento per il caso Landis)
2005 Basso 2° (qua niente slittamento)
2004 Basso 3° (qua niente slittamento)
2003 Basso 7° (qua niente slittamento)
2002 Basso 11° (qua niente slittamento)
2001 Garzelli 14° (qua niente slittamento)
2000 Nardello 10° (qua niente slittamento)
1999 Nardello 7° (qua niente slittamento)
1998 Pantani 1°
1997 Pantani 3°
1996 Elli 15°
1995 Gotti 5°
1994 Pantani 3°
1993 Chiappucci 6°
1992 Chiappucci 2°
1991 Bugno 2°
1990 Chiappucci 2°
1989 Bugno 11°
1988 Visentini 22°
1987 Loro 15°
1986 Contini 41°
1985 Visentini 49°
1984 Loro 22°
1983 Vandi 39° (unico italiano all'arrivo)
1982 Beccia 33°
1981 Nessun italiano presente
1980 Nessun italiano presente
1979 Battaglin 6°
Riassumendo 40 di dati sul miglior italiano:
2 vittorie
8 altri podi
10 volte tra il 4° e il 10° posto
9 volte tra il 11° e il 20° posto
3 volte tra il 21° e il 30° posto
2 volte tra il 31° e il 40° posto
4 volte oltre il 40°posto
2 volte nessun italiano presente
2018 Pozzovivo 18°
2017 Aru 5°
2016 Aru 13°
2015 Nibali 4°
2014 Nbali 13°
2013 Malacarne 49°
2012 Nibali 3°
2011 Cunego 7°
2010 Cunego 29°
2009 Nibali 7°
2008 Nibali 20°
2007 Bruseghin 41°
2006 Cunego 12° (io credo 11° grazie allo slittamento per il caso Landis)
2005 Basso 2° (qua niente slittamento)
2004 Basso 3° (qua niente slittamento)
2003 Basso 7° (qua niente slittamento)
2002 Basso 11° (qua niente slittamento)
2001 Garzelli 14° (qua niente slittamento)
2000 Nardello 10° (qua niente slittamento)
1999 Nardello 7° (qua niente slittamento)
1998 Pantani 1°
1997 Pantani 3°
1996 Elli 15°
1995 Gotti 5°
1994 Pantani 3°
1993 Chiappucci 6°
1992 Chiappucci 2°
1991 Bugno 2°
1990 Chiappucci 2°
1989 Bugno 11°
1988 Visentini 22°
1987 Loro 15°
1986 Contini 41°
1985 Visentini 49°
1984 Loro 22°
1983 Vandi 39° (unico italiano all'arrivo)
1982 Beccia 33°
1981 Nessun italiano presente
1980 Nessun italiano presente
1979 Battaglin 6°
Riassumendo 40 di dati sul miglior italiano:
2 vittorie
8 altri podi
10 volte tra il 4° e il 10° posto
9 volte tra il 11° e il 20° posto
3 volte tra il 21° e il 30° posto
2 volte tra il 31° e il 40° posto
4 volte oltre il 40°posto
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Io in realtà noto qualche miglioramento rispetto a quando correvano in 9 nei GT.Mario Rossi ha scritto: ↑domenica 21 luglio 2019, 12:21 Io, alla luce di questo Tour, più di crisi del ciclismo italiano parlerei di crisi del ciclismo mondiale. A parte quei 4/5 noti ( MVDP, Sagn,VA, Chris, Ala) ad oggi vedo veramente pochi ciclisti capaci di emozionare. Non voglio togliere nulla a Julian, che se dovesse arrivare in giallo a Parigi sarebbe per me notizia lieta, ma sono ormai 4 GT di fila, per intenderci da Bardonecchia, che vedo un modo di affrontare le corse repellente ai telespettatori.
[...]
La colpa per me è da attribuire im parte ai DS, che fin da bambini sostituiscono la vittoria al divertimento come obiettivo primario, in parte ai tempi, dove la ricchezza facile si è sostituita a valori come fatica e lavoro, ma poi ci sono altre componenti che non saprei identificare.
Voi che ne pensate? Il mio pensiero si avvicina alla realtà o è esagerato? Se fosse la prima ipotesi provate a donare soluzioni o motivazioni!!!
Quest'anno abbiamo avuto un bel Giro, di battaglia ce n'è stata pur con un percorso mediocre che ha sprecato km verticali con arrivi insulsi.
La tappa di ieri a me è piaciuta, è servita a mettere le cose in chiaro togliendo tanti wannabe in un Tour che non ha padroni.
E nelle altre corse?
Abbiamo avuto delle monumento bellissime, pure la Liegi che era stata un po' deficitaria di spettacolo negli ultimi anni. Anche una bella Amstel e una bella Strade Bianche.
Il discorso sui sacrifici e la ricchezza facile, oltre che da 80enne, è sbagliato: mai come in questa epoca abbiamo corridori che fanno una vita da fachiri! Magrezze impressionanti, addio al bel mese di vacanze invernali, grande pressione dovuta anche al fatto che girano milioni di euro. E con questa preparazione si livellano molto i valori e sí, forse un po' più di divario servirebbe.
My modest proposals:
- togliere ancora un corridore per squadra e aumentare il numero di squadre, per dare più spazio alle professional
- introdurre un draft stile NBA che dia priorità alle migliori Professional, poi alle peggiori WT, evitando che le migliori WT possano prendersi subito i migliori giovani
- aumentare gli abbuoni per la vittoria, magari dandoli anche a 4o e 5o
- magari mettere qualche abbuono importante sulla penultima salita (o ultima se si arriva in discesa), se importante (1a o HC), in modo da favorire corsa dura e chi lo sa che qualcuno non tiri dritto se dopo c'è una discesa tecnica...
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Grazie.
Per peggiorare il risultato occorrono tutta una serie di circostanze, cioè quella che proprio nessuno dei nostri punti alla classifica ma bensi alle tappe, con alcuni che invece fanno il giro e la vuelta e non il tour eccetera.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Quoto le proposalscassius ha scritto: ↑domenica 21 luglio 2019, 13:35Io in realtà noto qualche miglioramento rispetto a quando correvano in 9 nei GT.Mario Rossi ha scritto: ↑domenica 21 luglio 2019, 12:21 Io, alla luce di questo Tour, più di crisi del ciclismo italiano parlerei di crisi del ciclismo mondiale. A parte quei 4/5 noti ( MVDP, Sagn,VA, Chris, Ala) ad oggi vedo veramente pochi ciclisti capaci di emozionare. Non voglio togliere nulla a Julian, che se dovesse arrivare in giallo a Parigi sarebbe per me notizia lieta, ma sono ormai 4 GT di fila, per intenderci da Bardonecchia, che vedo un modo di affrontare le corse repellente ai telespettatori.
[...]
La colpa per me è da attribuire im parte ai DS, che fin da bambini sostituiscono la vittoria al divertimento come obiettivo primario, in parte ai tempi, dove la ricchezza facile si è sostituita a valori come fatica e lavoro, ma poi ci sono altre componenti che non saprei identificare.
Voi che ne pensate? Il mio pensiero si avvicina alla realtà o è esagerato? Se fosse la prima ipotesi provate a donare soluzioni o motivazioni!!!
Quest'anno abbiamo avuto un bel Giro, di battaglia ce n'è stata pur con un percorso mediocre che ha sprecato km verticali con arrivi insulsi.
La tappa di ieri a me è piaciuta, è servita a mettere le cose in chiaro togliendo tanti wannabe in un Tour che non ha padroni.
E nelle altre corse?
Abbiamo avuto delle monumento bellissime, pure la Liegi che era stata un po' deficitaria di spettacolo negli ultimi anni. Anche una bella Amstel e una bella Strade Bianche.
Il discorso sui sacrifici e la ricchezza facile, oltre che da 80enne, è sbagliato: mai come in questa epoca abbiamo corridori che fanno una vita da fachiri! Magrezze impressionanti, addio al bel mese di vacanze invernali, grande pressione dovuta anche al fatto che girano milioni di euro. E con questa preparazione si livellano molto i valori e sí, forse un po' più di divario servirebbe.
My modest proposals:
- togliere ancora un corridore per squadra e aumentare il numero di squadre, per dare più spazio alle professional
- introdurre un draft stile NBA che dia priorità alle migliori Professional, poi alle peggiori WT, evitando che le migliori WT possano prendersi subito i migliori giovani
- aumentare gli abbuoni per la vittoria, magari dandoli anche a 4o e 5o
- magari mettere qualche abbuono importante sulla penultima salita (o ultima se si arriva in discesa), se importante (1a o HC), in modo da favorire corsa dura e chi lo sa che qualcuno non tiri dritto se dopo c'è una discesa tecnica...
..e anche il resto in realtà
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Per quest'anno basta che Aru arrivi a Parigi e non può perdere dal 50° i 42' del suo vantaggio.Salvatore77 ha scritto: ↑domenica 21 luglio 2019, 13:44Grazie.
Per peggiorare il risultato occorrono tutta una serie di circostanze, cioè quella che proprio nessuno dei nostri punti alla classifica ma bensi alle tappe, con alcuni che invece fanno il giro e la vuelta e non il tour eccetera.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il tour esprime per lo meno che al mondiale il capitano sarà matteo Trentin
Re: La crisi del ciclismo italiano
Con Colbrelli apripista in volata, al massimo.
Ma Bettiol? Un po' invisibile a questo Tour...
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Trentin rientra nella ristretta cerchia di corridori che uscendo dalla quick step ha raggiunto risultati migliori.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Nello scontro frontale non abbiamo speranze. Cassani deve inventarsi qualcosa stile Europeo
FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
Re: La crisi del ciclismo italiano
Mah volata? Se come sembra il mondiale lo fa MVDP, la volata è l ultima delle ipotesi, perché MVDP non avrà problema ad attaccare lontano dall arrivo, rendendo la corsa dura ne sono certo, per questo Cassani deve avere la lucidità di capire che il mondiale non si deciderà nell' ultimo giro
Trentin ha dimostrato di essere affidabile e in grado di vincere anche in modi diversi
Colbrelli non è un vincente
Porterei bettiol perché lo devi portare per forza
Masnada e ballerini perché se lo meritano
E non puoi prescindere da moscon, magari nel finale di stagione da dei segni di vita
Trentin ha dimostrato di essere affidabile e in grado di vincere anche in modi diversi
Colbrelli non è un vincente
Porterei bettiol perché lo devi portare per forza
Masnada e ballerini perché se lo meritano
E non puoi prescindere da moscon, magari nel finale di stagione da dei segni di vita
Re: La crisi del ciclismo italiano
Moscon, eccezion fatta per la seconda tappa del Tour of California conclusa al terzo posto, è tutto l'anno che non va ed anche in questi ultimi due mesi non ha raccolto nulla di che in termini di risultati. Inoltre anche le sue recenti prestazioni non sono state di un buon livello. Quindi se non dovesse fare qualche cosa di buono alla Vuelta, nel caso la faccia, la vedo dura che possa prendere parte al mondiale. Masnada non penso che verrà convocato perchè sono altri i corridori che possono servire. Per me ottime probabilità di esserci le ha Formolo che quest'anno è migliorato molto nelle corse di un giorno e potrebbe provare ad attaccare da lontano al mondiale. Speriamo che recuperino bene De Marchi e Bennati perchè possono essere due uomini squadra importanti. Una nazionale con Trentin, Colbrelli, Ballerini, Bettiol, Formolo, De Marchi, Bennati ed uno tra Moscon e Ulissi non sarebbe male.Fiandre ha scritto: ↑sabato 27 luglio 2019, 9:37 Mah volata? Se come sembra il mondiale lo fa MVDP, la volata è l ultima delle ipotesi, perché MVDP non avrà problema ad attaccare lontano dall arrivo, rendendo la corsa dura ne sono certo, per questo Cassani deve avere la lucidità di capire che il mondiale non si deciderà nell' ultimo giro
Trentin ha dimostrato di essere affidabile e in grado di vincere anche in modi diversi
Colbrelli non è un vincente
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E non puoi prescindere da moscon, magari nel finale di stagione da dei segni di vita
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FC 2020: Tour Down Under, Tour a Tempo a Squadre.
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FC 2022: Saudi Tour, Etoile de Bessèges, Tour de Pologne.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
In questo mondiale 2 nomi sono certi: Trentin e Moscon.
Tutto il resto è da verificare.
Tutto il resto è da verificare.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Penso che questo thread possa essere adatto per fare un'osservazione: i campionati europei disputati in questa settimana penso che abbiano dato uno spunto importante, di cui la federazione e i tecnici (ma credo che Cassani questo l'abbia già capito e ci stia, in qualche modo, lavorando) debbano tenere conto: è importante che un paese come il nostro, oltre agli scalatori, cerchi di tirar fuori dei velocisti di livello ma occorre far capire già dalle categorie giovanili che per correre nel professionismo e per essere grandi specialisti della velocità, non è sufficiente vincere a ripetizione e dominare i piattoni della Bassa Padana. Piuttosto si vada a fare la pista invece che certe noiose kermesse, sicuramente di tradizione ma che in quanto a reale peso nella formazione di un ragazzo lasciano ormai il tempo che trovano.
Di Viviani ho già detto anche nel thread apposito e anche la sua intera carriera da pistard parla per lui ma credo che un ragazzo come Alberto Dainese possa incarnare la definitiva e necessaria inversione di tendenza che debba essere presa da chi vuol diventare una ruota veloce di livello mondiale un giorno: avere il coraggio di andare a correre al Nord, a prendere il vento in faccia, ad assaggiare il pavè, a sprintare anche sugli strappi quando capita. In questo modo si comincia a diventare pronti a tutto. Spero che qualcosa effettivamente cambi e spero, magari, che uno degli uomini nuovi possa essere anche quel mio conterraneo che ultimamente sta prendendo quella confidenza con la vittoria proprio nel momento in cui sta smettendo sempre più di comportarsi da velocista puro: parlo di Francesco Di Felice, che attualmente milita nella General Store. Lui, come pure Nicolas Dalla Valle (che magari dovrebbe cominciare a finalizzare un po' di più) sono quel tipo di atleti che possono costituire un buon riferimento per l'inversione di tendenza. Chiaramente i velocisti "alla Mareczko" o "alla Guardini" li avremo sempre ma se ci fosse la volontà d'investire uomini e risorse su quel settore in cui i ragazzi con queste caratteristiche andrebbero effettivamente indirizzati (la Velocità pura su pista), forse cominceremmo a tornare competitivi anche lì.
Di Viviani ho già detto anche nel thread apposito e anche la sua intera carriera da pistard parla per lui ma credo che un ragazzo come Alberto Dainese possa incarnare la definitiva e necessaria inversione di tendenza che debba essere presa da chi vuol diventare una ruota veloce di livello mondiale un giorno: avere il coraggio di andare a correre al Nord, a prendere il vento in faccia, ad assaggiare il pavè, a sprintare anche sugli strappi quando capita. In questo modo si comincia a diventare pronti a tutto. Spero che qualcosa effettivamente cambi e spero, magari, che uno degli uomini nuovi possa essere anche quel mio conterraneo che ultimamente sta prendendo quella confidenza con la vittoria proprio nel momento in cui sta smettendo sempre più di comportarsi da velocista puro: parlo di Francesco Di Felice, che attualmente milita nella General Store. Lui, come pure Nicolas Dalla Valle (che magari dovrebbe cominciare a finalizzare un po' di più) sono quel tipo di atleti che possono costituire un buon riferimento per l'inversione di tendenza. Chiaramente i velocisti "alla Mareczko" o "alla Guardini" li avremo sempre ma se ci fosse la volontà d'investire uomini e risorse su quel settore in cui i ragazzi con queste caratteristiche andrebbero effettivamente indirizzati (la Velocità pura su pista), forse cominceremmo a tornare competitivi anche lì.
"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")
"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
Re: La crisi del ciclismo italiano
Condivido tutto.Abruzzese ha scritto: ↑domenica 11 agosto 2019, 16:41 Penso che questo thread possa essere adatto per fare un'osservazione: i campionati europei disputati in questa settimana penso che abbiano dato uno spunto importante, di cui la federazione e i tecnici (ma credo che Cassani questo l'abbia già capito e ci stia, in qualche modo, lavorando) debbano tenere conto: è importante che un paese come il nostro, oltre agli scalatori, cerchi di tirar fuori dei velocisti di livello ma occorre far capire già dalle categorie giovanili che per correre nel professionismo e per essere grandi specialisti della velocità, non è sufficiente vincere a ripetizione e dominare i piattoni della Bassa Padana. Piuttosto si vada a fare la pista invece che certe noiose kermesse, sicuramente di tradizione ma che in quanto a reale peso nella formazione di un ragazzo lasciano ormai il tempo che trovano.
Di Viviani ho già detto anche nel thread apposito e anche la sua intera carriera da pistard parla per lui ma credo che un ragazzo come Alberto Dainese possa incarnare la definitiva e necessaria inversione di tendenza che debba essere presa da chi vuol diventare una ruota veloce di livello mondiale un giorno: avere il coraggio di andare a correre al Nord, a prendere il vento in faccia, ad assaggiare il pavè, a sprintare anche sugli strappi quando capita. In questo modo si comincia a diventare pronti a tutto. Spero che qualcosa effettivamente cambi e spero, magari, che uno degli uomini nuovi possa essere anche quel mio conterraneo che ultimamente sta prendendo quella confidenza con la vittoria proprio nel momento in cui sta smettendo sempre più di comportarsi da velocista puro: parlo di Francesco Di Felice, che attualmente milita nella General Store. Lui, come pure Nicolas Dalla Valle (che magari dovrebbe cominciare a finalizzare un po' di più) sono quel tipo di atleti che possono costituire un buon riferimento per l'inversione di tendenza. Chiaramente i velocisti "alla Mareczko" o "alla Guardini" li avremo sempre ma se ci fosse la volontà d'investire uomini e risorse su quel settore in cui i ragazzi con queste caratteristiche andrebbero effettivamente indirizzati (la Velocità pura su pista), forse cominceremmo a tornare competitivi anche lì.