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Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 14 giugno 2017, 7:41
da jerrydrake
Winter ha scritto:Chissà cosa diranno cassani e di Rocco?
Per loro non c era nessuna crisi
Cassani non so, Renatone starà pensando "ma che caxxata ho fatto a dar retta a Davide, mai più organizzeremo un Giro U23, poche gare e inutili, questa è la via per continuare a nascondere la polvere sotto al tappeto"

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 14 giugno 2017, 8:35
da nino58
Admin ha scritto:
nino58 ha scritto:
ciclistapazzo ha scritto:Altra tappa senza italiani nella top 3... aspettiamo la crono di oggi pomeriggio
Un italiano vincente o piazzato a crono è come se Orfini venisse ingaggiato come nuovo componente dai Led Zeppelin (cit. A.Scanzi)
1.Lucas Hamilton 17"45
2 Scott Davies a 6"
3 Senne Leysen a 8"
4 Pavel Sivakov a 10"
5 Neilson Powless a 11"
6 Paolo Baccio a 11"

Cioè mi stai dicendo che per tre miseri secondi ci siamo salvati da quest'orrore?????
ledzepporfin2.jpg
:crazy: :crazy: :crazy:
Sì, l'abbiamo scampata proprio per poco. :mrgreen:

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 14 giugno 2017, 8:40
da ciclistapazzo
In realtà questo giro è una manna per i nostri under 23, e non solo perché hanno la possibilità di affrontare una corsa di una settimana, ma soprattutto perché lo fanno confrontandosi con il top mondiale, le squadre straniere presenti sono dei colossi che dal punto di vista della preparazione tecnica sono mille anni luce avanti. In tal senso bisogna continuare a lavorare per rafforzare il Piccolo Lombardia (dove già ci partecipano colossi come bmc e lotto soudal), ma soprattutto la piccola sanremo che è snobbata completamente dai grandi team internazionali. Infine il vero colpo sarebbe organizzare una corsa a tappe breve (4 giorni), per esempio una piccola Tirreno o un piccolo Trentino con la medesima prospettiva internazionale.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 14 giugno 2017, 8:45
da nino58
ciclistapazzo ha scritto:In realtà questo giro è una manna per i nostri under 23, e non solo perché hanno la possibilità di affrontare una corsa di una settimana, ma soprattutto perché lo fanno confrontandosi con il top mondiale, le squadre straniere presenti sono dei colossi che dal punto di vista della preparazione tecnica sono mille anni luce avanti. In tal senso bisogna continuare a lavorare per rafforzare il Piccolo Lombardia (dove già ci partecipano colossi come bmc e lotto soudal), ma soprattutto la piccola sanremo che è snobbata completamente dai grandi team internazionali. Infine il vero colpo sarebbe organizzare una corsa a tappe breve (4 giorni), per esempio una piccola Tirreno o un piccolo Trentino con la medesima prospettiva internazionale.
Sei troppo avanti.
Però la strada è quella, oltre al ripristino delle corse professionistiche fatte morire (Lazio, Veneto, Romagna, Placci, Campania, Reggio Calabria, Sardegna, Etna, Pantalica, Friuli, Umbria, ecc. ecc.).
Per queste ultime, è chiaro che RCS e GS Emilia non bastano, nonostante l'impegno.
E' la Federazione che latita.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 14 giugno 2017, 9:43
da jerrydrake
ciclistapazzo ha scritto:In realtà questo giro è una manna per i nostri under 23, e non solo perché hanno la possibilità di affrontare una corsa di una settimana, ma soprattutto perché lo fanno confrontandosi con il top mondiale, le squadre straniere presenti sono dei colossi che dal punto di vista della preparazione tecnica sono mille anni luce avanti. In tal senso bisogna continuare a lavorare per rafforzare il Piccolo Lombardia (dove già ci partecipano colossi come bmc e lotto soudal), ma soprattutto la piccola sanremo che è snobbata completamente dai grandi team internazionali. Infine il vero colpo sarebbe organizzare una corsa a tappe breve (4 giorni), per esempio una piccola Tirreno o un piccolo Trentino con la medesima prospettiva internazionale.
Ora si spiega il tuo nick :diavoletto:
Solo un pazzo potrebbe pensare che una buona organizzazione sia alla base del valore di un movimento :bll:

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 14 giugno 2017, 17:41
da Spartacus
oggi trionfo italiano al Giro U23, vittoria di Francesco Romano e ben 7 italiani nei primi 8

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: venerdì 16 giugno 2017, 13:35
da ciclistapazzo
Oggi mi sono guardato le corse fatte dai primi del giro under.... Tanto Sivakov, quanto i due australiani corrono in squadre u23 di livello continental, che partecipano quindi anche a corse del calendario UCI con i grandi anche se dei livelli più bassi (2.2). Hanno quindi avuto modo di confrontarsi con gli adulti e di adattarsi al loro ritmo. Ho guardato gli italiani e i più fortunati hanno corso giusto una gara dei grandi (come il Giro dell'Appennino) grazie alle convocazioni nella nazionale (altra bella idea di Cassani)...

Mi chiedo abbiamo squadre u23 di buon livello e anche un bel po' di continental. Perché non riusciamo anche noi ad avere una squadra under 23 che possa correre le corse continental?

comunque Beppe Conti ieri parlava di una nuova squadra professional italiana e Giuseppe Martinelli invocava la speranza di un ritorno della Lampre magari anche a livello professional.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: venerdì 16 giugno 2017, 15:32
da Winter
Be una volta andavano raramente all'estero (e quando ci andavano.. bastonavamo tutti)
C'era molta competitivita' interna (forse fin troppa)
quindi non c'era bisogno
Adesso 2 o 3 squadroni dominano
le corse son poco combattute
i percorsi troppo facili
e son si son drasticamente ridotte le corse di un giorno e quasi sparite quelle a tappe
Se un corridore gareggia 10-12 giorni ai meta' di Maggio.. magari in corse in circuito
contro il doppio di 20 anni fa
la differenza si nota

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: venerdì 16 giugno 2017, 15:40
da Vittorio
Leggevo del ritorno di Pirelli nel mondo del ciclismo.

C'è una possibilità che un domani questa casa tiri su un team italiano?

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: venerdì 16 giugno 2017, 17:45
da dietzen
Vittorio ha scritto:Leggevo del ritorno di Pirelli nel mondo del ciclismo.

C'è una possibilità che un domani questa casa tiri su un team italiano?
sono tornati a fare pneumatici per ciclismo quindi l'ingresso, almeno come sponsor tecnico, dovrebbe essere probabile.

sul team italiano sono più dubbioso, fra l'altro la proprietà è cinese.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: venerdì 16 giugno 2017, 17:59
da Bomby
Comunque fa piacere notare che gli sponsor del Giro U23 erano in genere migliori rispetto a quelli del Giro... Ok che probabilmente si spendeva di meno per la sponsorizzazione del Giro under, ma anche il ritorno di immagine era minore. In questo senso mi pare un'ottima cosa: se nei prossimi anni, esauriti i contratti in essere, anche gli sponsor maggiori torneranno nel Giro dei grandi, potremmo vedere qualche nuova squadra. Non che gli sponsor del Giro quest'anno fossero di serie B, ma diciamo che alcuni erano di Serie A a metà classifica...

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: domenica 23 luglio 2017, 9:13
da pereiro2982
dopo il peggior giro della storia , una sola vittoria di tappa, e 3 posto con 3 italiani nei primi 10

un tour con una sola vittoria di tappa, un 5 posto ed un 11 cesimo

con gente come pozzovivo e caruso agli ultimi fuochi

aspettando la vuelta...

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: domenica 23 luglio 2017, 10:35
da Basso
Guarda che il Caruso che intendi tu è squalificato. Il Caruso del Tour è Damiano, classe 1987, e sta vivendo la miglior stagione della carriera.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: domenica 23 luglio 2017, 11:08
da tetzuo
Oddio, il buono (ottimo) Damiano Caruso agli ultimi fuochi , mi pare azzardato, anzi visto come si allungano le carriere nel ciclismo di oggi, non escluderei vederlo lottare per un podio o per una top 5 al Giro i prossimi anni (sempre rimanga in BMC, dovesse andare in Bahrain a fare da spalla a Vincenzo cambierebbero un po' le cose). Ok non è di primissimo pelo, ma è un '87, due anni in meno di Porte ad esempio.

per il resto vista la stagione, non è stato così da buttare il tour de les italiens

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: lunedì 24 luglio 2017, 1:10
da bartoli
pereiro2982 ha scritto:dopo il peggior giro della storia , una sola vittoria di tappa, e 3 posto con 3 italiani nei primi 10

un tour con una sola vittoria di tappa, un 5 posto ed un 11 cesimo

con gente come pozzovivo e caruso agli ultimi fuochi

aspettando la vuelta...
Ulissi e Bennati hanno cambiato nazionalità?

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: lunedì 24 luglio 2017, 3:48
da pereiro2982
bartoli ha scritto:
pereiro2982 ha scritto:dopo il peggior giro della storia , una sola vittoria di tappa, e 3 posto con 3 italiani nei primi 10

un tour con una sola vittoria di tappa, un 5 posto ed un 11 cesimo

con gente come pozzovivo e caruso agli ultimi fuochi

aspettando la vuelta...
Ulissi e Bennati hanno cambiato nazionalità?

bennati e ulissi hanno vinto tappe?

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: lunedì 24 luglio 2017, 9:06
da nino58
tetzuo ha scritto:Oddio, il buono (ottimo) Damiano Caruso agli ultimi fuochi , mi pare azzardato, anzi visto come si allungano le carriere nel ciclismo di oggi, non escluderei vederlo lottare per un podio o per una top 5 al Giro i prossimi anni (sempre rimanga in BMC, dovesse andare in Bahrain a fare da spalla a Vincenzo cambierebbero un po' le cose). Ok non è di primissimo pelo, ma è un '87, due anni in meno di Porte ad esempio.

per il resto vista la stagione, non è stato così da buttare il tour de les italiens
Gli unici ciclisti italiani di livello internazionale sono, attualmente, Nibali ed Aru.
Velocisti nei dieci al mondo : zero
Corridori da classiche nei dieci al mondo: zero (unico prospetto Moscon, ma troppo presto per giudicare)
Cronomen nei dieci al mondo : zero (abbiamo perduto Malori e per Ganna stesso discorso di Moscon)
Questo è.
Le vittorie di Colbrelli e Cimolai nelle tappe delle gare WT sono pressochè dei miracoli.
Diego Rosa disperso in Sky.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: lunedì 24 luglio 2017, 15:19
da bartoli
pereiro2982 ha scritto:
bartoli ha scritto:
pereiro2982 ha scritto:dopo il peggior giro della storia , una sola vittoria di tappa, e 3 posto con 3 italiani nei primi 10

un tour con una sola vittoria di tappa, un 5 posto ed un 11 cesimo

con gente come pozzovivo e caruso agli ultimi fuochi

aspettando la vuelta...
Ulissi e Bennati hanno cambiato nazionalità?

bennati e ulissi hanno vinto tappe?
Hanno fatto un 2° e un 4° posto. Se conti i piazzamenti non puoi ometterli ;)

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: lunedì 24 luglio 2017, 18:17
da tetzuo
nino58 ha scritto:
tetzuo ha scritto:Oddio, il buono (ottimo) Damiano Caruso agli ultimi fuochi , mi pare azzardato, anzi visto come si allungano le carriere nel ciclismo di oggi, non escluderei vederlo lottare per un podio o per una top 5 al Giro i prossimi anni (sempre rimanga in BMC, dovesse andare in Bahrain a fare da spalla a Vincenzo cambierebbero un po' le cose). Ok non è di primissimo pelo, ma è un '87, due anni in meno di Porte ad esempio.

per il resto vista la stagione, non è stato così da buttare il tour de les italiens
Gli unici ciclisti italiani di livello internazionale sono, attualmente, Nibali ed Aru.
Velocisti nei dieci al mondo : zero
Corridori da classiche nei dieci al mondo: zero (unico prospetto Moscon, ma troppo presto per giudicare)
Cronomen nei dieci al mondo : zero (abbiamo perduto Malori e per Ganna stesso discorso di Moscon)
Questo è.
Le vittorie di Colbrelli e Cimolai nelle tappe delle gare WT sono pressochè dei miracoli.
Diego Rosa disperso in Sky.
se mi hai letto in questi mesi e in questi thread sai benissimo che la penso più o meno come te su questo argomento, con qualche se e ma, in fiducia, anche se la fiducia e il penso positivo non mi appartiene:

Oltre a Moscon, c'è in crescita Bettiol, corridore sorprendente da metà 2016, sembra aver trovato la quadratura,. lo aspettiamo al salto di qualità, un tour corso così comunque potrebbe aver dato una bella svolta al suo motore e alla sua testa, anche nelle interviste sembra un ragazzo davvero sempre più convinto e motivato, un po' il contrario ad esempio di uno che aveva le sue caratteristiche e che io ormai sto dando per perso e per cui stravedevo, ovvero battaglin

sempre nel discorso classiche, inserirei Colbrelli al primo anno nel WT ha dimostrato stoffa e palle, Trentin e Oss da valutare magari non come gregari, è gente che nelle corse di un giorno potrebbe togliersi grandi soddisfazioni.

Poi vero che a livello top sembra esserci solo Moscon, che potrebbe appartenere a quelli con un motore superiore.

Felline ha deluso tantissimo al Tour, ma c'è la scusante dei problemi fisici. In generale tanti troppi alti e bassi per lui, non si capisce cosa possa diventare. Ma il livello è quello di un Gallopin. Passa da vincere un prologo al romandia a comparsate.

Ulissi mi è piaciuto e gli do fiducia se non altro per la grinta che ha dimostrato e in quella tappa sfiorata, andava fortissimo al cospetto di ottimi corridori come lui. Lui si dovrebbe solo convincere oppure capire cosa fare quando corre capitano in nazionale o capitano nelle classiche. Ad agosto e settembre avrà terreno per sfruttare la sua condizione.

Extra Tour, ci sono i ragazzi ex Colpack di Saronni, beh tutti e 4 li attendo con fiducia, sicuramente Ganna e Consonni con qualche cosa in più di Ravasi e Troia.

Albanese deve lasciare la Bardiani se vuole primeggiare, ma attenzione, è stato male durante tutta la prima parte di stagione. Discorso simile per Ciccone.

Filosi è cresciuto molto bene quest'anno, ma anche a lui e alla sua crescita forse sta troppo stretta la condizione della Nippo e le corse in asia

Nizzolo secondo me è di caratura internazionale, ma si deve ritrovare dopo i problemi fisici, praticamente un 2017 da buttare dopo la crescita esponenziale del 2016.

Rosa hai detto già tutto tu, è un mistero, magari ha sofferto questo primo anno in Sky. Attendiamo (anche se poi non è più giovanissimo).

Tolto Viviani non abbiamo velocisti ed è vero. Ma proprio in maniera più assoluta.

Tolto Moscon non abbiamo cronomen.

Non abbiamo scalatori puri.

Per i GT dietro Aru e Nibali, da vedere Caruso come potrà ''crescere'' ulteriormente, ma comunque il suo livello è questo, top 10/15 al tour, magari top 5 al Giro con meno concorrenza.

Formolo cresce poco alla volta, da valutare anche lui.

Villella è un'altra delusione sulla falsariga di Battaglin e lui non ha nemmno la scusa di non aver corso nel WT, vistio che c'è dentro da quando è passato pro

Dimentico sicuramente qualcuno.

C'è tanto da fare anche perché quest'anno tranne qualche picco, abbiamo preso qualche sberla pure negli under 23 (mentre tra i juniores ci sono state belle vittorie anche in campo internazionale), anche se effettivamente il meglio tra i '94/'95 e '96 era praticamente già tutto passato tra 2016 e 2017

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: lunedì 24 luglio 2017, 18:43
da Salvatore77
Nizzolo al netto dei problemi fisici, non vedo comunque quali possono essere i suoi spazi in calendario.
Se diciamo che nella top ten dei velocisti non abbiamo italiani (ed è vero) Nizzolo dovrebbe ritagliarsi spazi in gare più selettive, dove Sagan, Matthews gliele suonano alla grande.
Alla fine credo che un futuro da ultimo uomo a Degenkolb (o equipollenti) potrebbe essergli più congeniale.
A 28 anni e mezzo sono decisioni che si possono già prendere.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: lunedì 24 luglio 2017, 18:48
da tetzuo
Salvatore77 ha scritto:Nizzolo al netto dei problemi fisici, non vedo comunque quali possono essere i suoi spazi in calendario.
Se diciamo che nella top ten dei velocisti non abbiamo italiani (ed è vero) Nizzolo dovrebbe ritagliarsi spazi in gare più selettive, dove Sagan, Matthews gliele suonano alla grande.
Alla fine credo che un futuro da ultimo uomo a Degenkolb (o equipollenti) potrebbe essergli più congeniale.
A 28 anni e mezzo sono decisioni che si possono già prendere.
ma secondo me per quello mostrato nel 2016, quest'anno avrebbe potuto fare grandi cose contro quel tipo di avversari, però purtroppo non avremo mai la contro prova.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 25 luglio 2017, 8:47
da nino58
Salvatore77 ha scritto: Alla fine credo che un futuro da ultimo uomo a Degenkolb (o equipollenti) potrebbe essergli più congeniale.
Degenkolb (così com'è messo) o equipollenti significa pochissime probabilità di vittoria.
In altri termini, Nizzolo, per come purtroppo è messo Degenkolb, è equipollente a Degenkolb, forse anche meglio.
Per Nizzolo, invece, ritengo utile una specializzazione sulle pietre, ma per se'.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 25 luglio 2017, 9:21
da Salvatore77
Degenkolp a mezzo servizio ha fatto 7° a Sanremo e Fiandre, 10° alla Roubaix, 5° alla Gand, al tour un paio di podi li ha fatti, senza parlare del curriculum precedente ai guai fisici.
Oggettivamente parlando, nessuna squadra tratterebbe alla pari Nizzolo e il tedesco. Se Nizzolo vuole fare un certo percorso deve cambiare squadra, ma del WT quasi tutte hanno alternative migliori.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 25 luglio 2017, 12:43
da l'Orso
pereiro2982 ha scritto:dopo il peggior giro della storia , una sola vittoria di tappa, e 3 posto con 3 italiani nei primi 10

un tour con una sola vittoria di tappa, un 5 posto ed un 11 cesimo

con gente come pozzovivo e caruso agli ultimi fuochi

aspettando la vuelta...
bartoli ha scritto:
pereiro2982 ha scritto:
bartoli ha scritto: Ulissi e Bennati hanno cambiato nazionalità?

bennati e ulissi hanno vinto tappe?
Hanno fatto un 2° e un 4° posto. Se conti i piazzamenti non puoi ometterli ;)
e difatti i piazzamenti di tappa non li ha contati, ha messo i piazzamenti solo della generale :)

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: lunedì 7 agosto 2017, 10:41
da ciclistapazzo
Mi fa piacere segnalare la bellissima prestazione della Bardiani al tour of Utah, con una vittoria di tappa e un sesto posto nella generale... vittoria di tappa anche per la Nippo Fantini con Canola ogni tanto qualche bella notizia per le nostre squadre.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: lunedì 7 agosto 2017, 10:43
da GiacomoXT
ciclistapazzo ha scritto:Mi fa piacere segnalare la bellissima prestazione della Bardiani al tour of Utah, con due vittorie di tappa e un sesto posto nella generale... ogni tanto qualche bella notizia per le nostre squadre
Una sola vittoria di tappa, con Ciccone. L'altra vittoria italiana è di Canola della Nippo.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 21:10
da rizz23
Dopo questi giorni forse qualche giudizio va rivisto...
In più mi e vi chiedo - e magari qualcuno già lo fece - quale/i nazione/i secondo voi ha un parco corridori più ricco di talento e risultati o più completo.
Io direi solo il Belgio, ma il Belgio nelle grandi corse a tappe dove sta?

Conclusione mia, che forse è la scoperta dell'acqua calda: si è semplicemente ampliato molto il ventaglio geografico del pedale, non ci sono più quelle 3/4 nazioni dominanti e questo ci fa sembrare i nostri più indietro di quanto siano davvero...

Trala non vorrei che passasse sotto traccia tutto il lavoro sulla pista. Dove c'è una grande crescita anche dei quartetti, dove c'è una leva di giovani niente male, e dove abbiamo Viviani campione olimpico in carica nell'omnium, non robetta.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 21:14
da antani
rizz23 ha scritto:Dopo questi giorni forse qualche giudizio va rivisto...
In più mi e vi chiedo - e magari qualcuno già lo fece - quale/i nazione/i secondo voi ha un parco corridori più ricco di talento e risultati o più completo.
Io direi solo il Belgio, ma il Belgio nelle grandi corse a tappe dove sta?

Conclusione mia, che forse è la scoperta dell'acqua calda: si è semplicemente ampliato molto il ventaglio geografico del pedale, non ci sono più quelle 3/4 nazioni dominanti e questo ci fa sembrare i nostri più indietro di quanto sembri...

Trala non vorrei che passasse sotto traccia tutto il lavoro sulla pista. Dove c'è una grande crescita anche dei quartetti, dove c'è una leva di giovani niente male, e dove abbiamo Viviani campione olimpico in carica nell'omnium, non robetta.
Sono d'accordo, tra l'altro mi pare che nel Tour de L'avenir Fabbro ha fatto 2???? comunque per me non siamo messi male , anzi , per me siamo solo dietro il Belgio in generale, ma il Belgio è il Belgio per loro la bici è tutto, grandissima crescita per l'Olanda negli ultimi tempi devo dire.....
P.S Comunque dovrebbero fare più gare al sud, quà non ci sono gare in pratica... a parte per gli amatori ovviamente

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 21:24
da Marco Gaviglio
rizz23 ha scritto:Dopo questi giorni forse qualche giudizio va rivisto...
In più mi e vi chiedo - e magari qualcuno già lo fece - quale/i nazione/i secondo voi ha un parco corridori più ricco di talento e risultati o più completo.
Io direi solo il Belgio, ma il Belgio nelle grandi corse a tappe dove sta?

Conclusione mia, che forse è la scoperta dell'acqua calda: si è semplicemente ampliato molto il ventaglio geografico del pedale, non ci sono più quelle 3/4 nazioni dominanti e questo ci fa sembrare i nostri più indietro di quanto siano davvero...

Trala non vorrei che passasse sotto traccia tutto il lavoro sulla pista. Dove c'è una grande crescita anche dei quartetti, dove c'è una leva di giovani niente male, e dove abbiamo Viviani campione olimpico in carica nell'omnium, non robetta.
beh, è ovvio che se facciamo i confronti con il ciclismo di 15-20 anni fa, lo scenario attuale è sconfortante, ma la cosa non avrebbe senso perché, come dici te, è cambiato il mondo e anziché 5-6 paesi ora c'è davvero tutto il globo a pedalare (e le squadre di casa nostra sono meno della metà della metà della metà).

Però questo è anche il discorso che Di Rocco ha sempre usato come foglia di fico: i risultati di per sé possono anche non arrivare, quel che preoccupa è il deserto che, da anni, si sta ampliando a livello giovanile e soprattutto under 23, rispetto al quale il vecchio ct non ha fatto nulla e a cui solo Cassani, invece e per fortuna, sta cercando di mettere una pezza.

Ma anche a livello di professionisti: ok, inutile rimpiangere le 5 squadre italiane presenti nel primo Pro Tour, ma non possiamo nemmeno far passare in cavalleria la loro totale scomparsa oggi, unita al fatto che anche gli ultimi rimasugli di Italia (vale a dire le strutture di UAE Emirates e Astana) con il passare degli anni, fatalmente, andranno anche loro internazionalizzandosi (anzi, già dall'anno prossimo, a giudicare dal mercato di entrambe).

E in generale, oggi molte squadre straniere hanno staff e dirigenti italiani, che sono appunto il retaggio dell'abbondanza dei decenni passati. Anche questo scomparirà, per cui sarà sempre più difficile, per un nostro giovane, avere la fiducia di un grande team straniero, a meno di non essere un fenomeno come è appunto Moscon. Perché è naturale che, a parità di valore, la Sky preferirà dare fiducia agli inglesi, la Quick Step ai belgi, la Bmc agli svizzeri e così via.

Per cui, al di là dell'ottimo inizio di Vuelta che stiamo vivendo, non esaltiamoci e pensiamo al fatto che, ogni anno che passa, si fa terra bruciata intorno alla base del nostro movimento ciclistico; e questo non è un bel segnale, purtroppo. Mentre Belgio, Olanda, Francia, Australia, Stati Uniti e perfino la Germania in cui negli ultimi 10 anni il ciclismo era quasi sparito, hanno oggi movimenti molto più floridi a livello di base (e parlo sia di squadre, che di corse), tali per cui, al di là della contingenza, in futuro sarà più probabile che il ricambio generazionale avvenga in quei paesi, piuttosto che da noi.

Ecco, peggio di noi, forse, sta solo la Spagna. Che però ha ancora la Movistar, se non altro.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 21:28
da giorgio ricci
Moscon è cresciuto molto.Mi aspettavo qualcosa da Ravasi e Albanese, ma per ora nulla da segnalare.
Vedremo Fabbro. Per il resto Trentin è questo, qualche tappa e qualche vittoria in semiclassiche.
Colbrelli non è un campione, si è visto tutte le volte che era ben piazzato e non ha avuto la forza di entrare nell'azione decisiva.
Belgio e Olanda hanno più qualità.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 21:31
da rizz23
Marco Gaviglio ha scritto:
...

Per cui, al di là dell'ottimo inizio di Vuelta che stiamo vivendo, non esaltiamoci e pensiamo al fatto che, ogni anno che passa, si fa terra bruciata intorno alla base del nostro movimento ciclistico; e questo non è un bel segnale, purtroppo.
Ok Marco, su questo ti seguo e sono parzialmente d'accordo.
Intanto ne approfitto per dirti che i tuoi interventi qui sono sempre eccellenti, complimenti.

Detto ciò, sul piano di cui dici dobbiamo secondo me parlare più che altro di crisi economica tout court... e pure in questo campo l'Italia è in eccellente compagnia. O, rigirandola, in Italia il discorso vale pure per altri sport.

Si sono ristretti gli sponsor e in genere i fondi e si è ristretto l'imbuto per tutti: giovani corridori, squadre, corse, siti specializzati :D
Va così

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 21:39
da Marco Gaviglio
rizz23 ha scritto:
Marco Gaviglio ha scritto:
...

Per cui, al di là dell'ottimo inizio di Vuelta che stiamo vivendo, non esaltiamoci e pensiamo al fatto che, ogni anno che passa, si fa terra bruciata intorno alla base del nostro movimento ciclistico; e questo non è un bel segnale, purtroppo.
Ok Marco, su questo ti seguo e sono parzialmente d'accordo.
Intanto ne approfitto per dirti che i tuoi interventi qui sono sempre eccellenti, complimenti.

Detto ciò, sul piano di cui dici dobbiamo secondo me parlare più che altro di crisi economica tout court... e pure in questo campo l'Italia è in eccellente compagnia. O, rigirandola, in Italia il discorso vale pure per altri sport.

Si sono ristretti gli sponsor e in genere i fondi e si è ristretto l'imbuto per tutti: giovani corridori, squadre, corse, siti specializzati :D
Va così
intanto grazie per i complimenti ;)

sìsì certo, la crisi economica è imprescindibile in qualsiasi campo, a maggior ragione nello sport e ad ulteriore maggior ragione in uno sport, il ciclismo, in cui sostanzialmente l'investimento dello sponsor è a perdere (al netto, ovviamente, della visibilità). E qui allora mi ricollego ad un altro mio cavallo di battaglia: di professional come le nostre - che dipendono esclusivamente dalla partecipazione al Giro, a cui poi vanno solo per far vedere la maglia cercando gloria in improbabili fUghe da lontano - il nostro ciclismo non ha nessun bisogno.

Servono squadre che diano ai nostri ragazzi la possibilità di confrontarsi in un calendario internazionale di livello (se non da febbraio a ottobre, quantomeno da marzo a settembre) e che li mettano già in condizione di correre per dei risultati concreti (imparare a tirare per un capitano in salita, a preparare un treno per un velocista in pianura, ad aprire un ventaglio quando serve, e in generale a correre anche per vincere, non solo per far vedere la maglia).

Quindi boh, paradossalmente arrivo a dire che preferirei avere anche meno squadre delle 4 spelacchiate professional attuali, a patto però di avere squadre meglio organizzate. E quindi, quei pochi che ancora oggi hanno la voglia di investire nel ciclismo, andrebbero convogliati da una cabina di regia federale (sè, vabbeh! :D ) a convergere su un unico progetto, anziché disperdere le loro poche risorse in mille progetti da pane e salame.

Perché oggi - proprio per il fatto di vivere in un ciclismo globalizzato - siamo nell'epoca delle squadre-nazione (come appunto Sky per l'Uk, Orica per l'Australia, Movistar per la Spagna, ecc) e un movimento che voglia rimanere al vertice non può prescindere dall'avere uno sbocco nel WT, tale da rappresentare la stella polare delle squadre Continental e Professional in cui far crescere i giovani. Non è possibile che il Sudafrica abbia una squadra nel WT, e che non ce l'abbia l'Italia!

Poi, per quel che mi riguarda, abolirei le Professional che dal punto di vista del business non si reggono in piedi (non ha senso, per uno sponsor, investire su una squadra il cui calendario dipende da pochi inviti l'anno) e al di sotto del WT lascerei solo le Continental, in cui tirar dentro anche le squadre under 23 più forti.

edit: fUghe, fughe da lontano... :D

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 21:42
da Otto Kruger
antani ha scritto: Sono d'accordo, tra l'altro mi pare che nel Tour de L'avenir Fabbro ha fatto 2????
Fabbro 2°???? Quando? dove? perché?

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 21:47
da rizz23
Marco Gaviglio ha scritto: Quindi boh, paradossalmente arrivo a dire che preferirei avere anche meno squadre delle 4 spelacchiate professional attuali, a patto però di avere squadre meglio organizzate. E quindi, quei pochi che ancora oggi hanno la voglia di investire nel ciclismo, andrebbero convogliati da una cabina di regia federale (sè, vabbeh! :D ) a convergere su un unico progetto, anziché disperdere le loro poche risorse in mille progetti da pane e salame.
indubbiamente sì

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 22:07
da Garviel
Non ho un "bagaglio storico" personale in grado di permettermi di far confronti con i decenni passati (dove so che l'Italia era predominante ma è anche vero che la stragrande maggioranza dei corridori competitivi erano di 5/6 nazionalità), nè posso dare giudizi sullo stato del settore a livello giovanile. Sono solo uno che dal 2013 si è appassionato ad andare in bici e ha iniziato a seguire il professionismo in tv. Quindi le mie opinioni contano zero, forse meno. Però volevo ugualmente dare qualche dato.
Non dubito che l'Italia sia in declino, però da quando seguo io il ciclismo, che seguo dunque a "periodo di declino" già iniziato questa è la situazione:

Gt vinti: 4 Italia (2 Giri, 1 tour, 1 Vuelta), 4 G.bretagna ( 4 tour), 2 Spagna (Giro, Vuelta), 2 Colombia (Giro, Vuelta), 1 Paesi Bassi (giro) e Usa (vuelta).

Tappe vinte nei gt: 48 Italia (8 Tour, 29 Giro, 11 vuelta), 44 Germania, 27 G.Bretagna e Francia, 25 Spagna, 20 Australia, 18 colombia, 16 Paesi bassi, 15 Belgio, 6 Slovacchia e Usa, altre 16 nazioni con 5 vittorie o meno.

Monumento: 3 Svizzera, Germania, Spagna, 2 Norvegia, irlanda, australia, Belgio, Paesi bassi, 1 italia, francia, Slovacchia, Colombia, Polonia.

Mondiali/Olimpiadi: 2 Slovacchia ( mondiali), 1 Belgio (olimpiadi), 1 Polonia e Portogallo (mondiale). A cronometro: 2 Germania, 1 svizzera (olimpiade), 1 G. bretagna, Bielorussia.


Per un neofita come me questo declino lascia comunque l'Italia come assoluta superpotenza nei GT, nazionale competitiva nelle classiche (ho considerato solo le monumento, ma potrei aggiungerci anche le non monumento e la situazione migliora leggermente oer l'Italia) dove si nota che nessuna nazione domina ma che ci sia un netto equilibrio tra nazioni, dovute al fatto che tantissime nazionali hanno un esponente di spicco per vincere ma non c'è un movimento dominante ( da qui le tantissime nazioni vincitrici in soli 5 anni ma le poche vittorie per tutti). C'è il cruccio competizioni con le nazionali, dove comunque al di là dei numeri l'italia ha sfiorato il risultato sia al Mondiale 2013 che all'Olimpide 2016 e con lo sfortunatissimo Malori a cronometro nel 2015. Insomma siamo a 0 ma avremmo potuto anche essere a 3 allori se tutto andava per il verso giusto. In ogni caso nazionale competitiva, a cui manca forse il "top" per fare risultato sicuro.

Oltre a questo, l'italia ad oggi ha 61 atleti nel World Tour pur senza squadre. Credo la nazione che ne ha di più, o comunque tra le primissime.

Ripeto, questo è valutando i risultati, non dubito che il declino ci sia e che a livello giovanile le cose vadano sempre peggio, in parte comunque credo che la globalizzazione dello sport renda inevitabile tutto questo. In parte sicuramente è dovuto a cattiva gestione, non ne dubito. Ma ancora credo che l'Italia possa lavorarci, anzi, direi che questo ad oggi resta lo sport in cui l'Italia ha più "peso", dietro la scherma, nonostante tutto.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 22:23
da Winter
rizz23 ha scritto:Dopo questi giorni forse qualche giudizio va rivisto...
In più mi e vi chiedo - e magari qualcuno già lo fece - quale/i nazione/i secondo voi ha un parco corridori più ricco di talento e risultati o più completo.
Io direi solo il Belgio, ma il Belgio nelle grandi corse a tappe dove sta?

Conclusione mia, che forse è la scoperta dell'acqua calda: si è semplicemente ampliato molto il ventaglio geografico del pedale, non ci sono più quelle 3/4 nazioni dominanti e questo ci fa sembrare i nostri più indietro di quanto siano davvero...

Trala non vorrei che passasse sotto traccia tutto il lavoro sulla pista. Dove c'è una grande crescita anche dei quartetti, dove c'è una leva di giovani niente male, e dove abbiamo Viviani campione olimpico in carica nell'omnium, non robetta.
La penso all opposto..
Il male parte da lontano non son i risultati della vuelta a cambiare la situazione

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 22:28
da Walter_White
Otto Kruger ha scritto:
antani ha scritto: Sono d'accordo, tra l'altro mi pare che nel Tour de L'avenir Fabbro ha fatto 2????
Fabbro 2°???? Quando? dove? perché?
Mai, oggi fuga e vittoria di un bielorusso su un austriaco. Ieri Cima ha fatto 2°

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 22:35
da Otto Kruger
Garviel ha scritto:Non ho un "bagaglio storico" personale in grado di permettermi di far confronti con i decenni passati (dove so che l'Italia era predominante ma è anche vero che la stragrande maggioranza dei corridori competitivi erano di 5/6 nazionalità), nè posso dare giudizi sullo stato del settore a livello giovanile. Sono solo uno che dal 2013 si è appassionato ad andare in bici e ha iniziato a seguire il professionismo in tv. Quindi le mie opinioni contano zero, forse meno. Però volevo ugualmente dare qualche dato.
Non dubito che l'Italia sia in declino, però da quando seguo io il ciclismo, che seguo dunque a "periodo di declino" già iniziato questa è la situazione:

Gt vinti: 4 Italia (2 Giri, 1 tour, 1 Vuelta), 4 G.bretagna ( 4 tour), 2 Spagna (Giro, Vuelta), 2 Colombia (Giro, Vuelta), 1 Paesi Bassi (giro) e Usa (vuelta).

Tappe vinte nei gt: 48 Italia (8 Tour, 29 Giro, 11 vuelta), 44 Germania, 27 G.Bretagna e Francia, 25 Spagna, 20 Australia, 18 colombia, 16 Paesi bassi, 15 Belgio, 6 Slovacchia e Usa, altre 16 nazioni con 5 vittorie o meno.

Monumento: 3 Svizzera, Germania, Spagna, 2 Norvegia, irlanda, australia, Belgio, Paesi bassi, 1 italia, francia, Slovacchia, Colombia, Polonia.

Mondiali/Olimpiadi: 2 Slovacchia ( mondiali), 1 Belgio (olimpiadi), 1 Polonia e Portogallo (mondiale). A cronometro: 2 Germania, 1 svizzera (olimpiade), 1 G. bretagna, Bielorussia.


Per un neofita come me questo declino lascia comunque l'Italia come assoluta superpotenza nei GT, nazionale competitiva nelle classiche (ho considerato solo le monumento, ma potrei aggiungerci anche le non monumento e la situazione migliora leggermente oer l'Italia) dove si nota che nessuna nazione domina ma che ci sia un netto equilibrio tra nazioni, dovute al fatto che tantissime nazionali hanno un esponente di spicco per vincere ma non c'è un movimento dominante ( da qui le tantissime nazioni vincitrici in soli 5 anni ma le poche vittorie per tutti). C'è il cruccio competizioni con le nazionali, dove comunque al di là dei numeri l'italia ha sfiorato il risultato sia al Mondiale 2013 che all'Olimpide 2016 e con lo sfortunatissimo Malori a cronometro nel 2015. Insomma siamo a 0 ma avremmo potuto anche essere a 3 allori se tutto andava per il verso giusto. In ogni caso nazionale competitiva, a cui manca forse il "top" per fare risultato sicuro.

Oltre a questo, l'italia ad oggi ha 61 atleti nel World Tour pur senza squadre. Credo la nazione che ne ha di più, o comunque tra le primissime.

Ripeto, questo è valutando i risultati, non dubito che il declino ci sia e che a livello giovanile le cose vadano sempre peggio, in parte comunque credo che la globalizzazione dello sport renda inevitabile tutto questo. In parte sicuramente è dovuto a cattiva gestione, non ne dubito. Ma ancora credo che l'Italia possa lavorarci, anzi, direi che questo ad oggi resta lo sport in cui l'Italia ha più "peso", dietro la scherma, nonostante tutto.
Per analizzare il movimento e non solo le punte guarda questo thread:
viewtopic.php?f=2&t=5577

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 22:40
da Winter
Garviel ha scritto:Non ho un "bagaglio storico" personale in grado di permettermi di far confronti con i decenni passati (dove so che l'Italia era predominante ma è anche vero che la stragrande maggioranza dei corridori competitivi erano di 5/6 nazionalità), nè posso dare giudizi sullo stato del settore a livello giovanile. Sono solo uno che dal 2013 si è appassionato ad andare in bici e ha iniziato a seguire il professionismo in tv. Quindi le mie opinioni contano zero, forse meno. Però volevo ugualmente dare qualche dato.
Non dubito che l'Italia sia in declino, però da quando seguo io il ciclismo, che seguo dunque a "periodo di declino" già iniziato questa è la situazione:

Gt vinti: 4 Italia (2 Giri, 1 tour, 1 Vuelta), 4 G.bretagna ( 4 tour), 2 Spagna (Giro, Vuelta), 2 Colombia (Giro, Vuelta), 1 Paesi Bassi (giro) e Usa (vuelta).

Tappe vinte nei gt: 48 Italia (8 Tour, 29 Giro, 11 vuelta), 44 Germania, 27 G.Bretagna e Francia, 25 Spagna, 20 Australia, 18 colombia, 16 Paesi bassi, 15 Belgio, 6 Slovacchia e Usa, altre 16 nazioni con 5 vittorie o meno.

Monumento: 3 Svizzera, Germania, Spagna, 2 Norvegia, irlanda, australia, Belgio, Paesi bassi, 1 italia, francia, Slovacchia, Colombia, Polonia.

Mondiali/Olimpiadi: 2 Slovacchia ( mondiali), 1 Belgio (olimpiadi), 1 Polonia e Portogallo (mondiale). A cronometro: 2 Germania, 1 svizzera (olimpiade), 1 G. bretagna, Bielorussia.


Per un neofita come me questo declino lascia comunque l'Italia come assoluta superpotenza nei GT, nazionale competitiva nelle classiche (ho considerato solo le monumento, ma potrei aggiungerci anche le non monumento e la situazione migliora leggermente oer l'Italia) dove si nota che nessuna nazione domina ma che ci sia un netto equilibrio tra nazioni, dovute al fatto che tantissime nazionali hanno un esponente di spicco per vincere ma non c'è un movimento dominante ( da qui le tantissime nazioni vincitrici in soli 5 anni ma le poche vittorie per tutti). C'è il cruccio competizioni con le nazionali, dove comunque al di là dei numeri l'italia ha sfiorato il risultato sia al Mondiale 2013 che all'Olimpide 2016 e con lo sfortunatissimo Malori a cronometro nel 2015. Insomma siamo a 0 ma avremmo potuto anche essere a 3 allori se tutto andava per il verso giusto. In ogni caso nazionale competitiva, a cui manca forse il "top" per fare risultato sicuro.

Oltre a questo, l'italia ad oggi ha 61 atleti nel World Tour pur senza squadre. Credo la nazione che ne ha di più, o comunque tra le primissime.

Ripeto, questo è valutando i risultati, non dubito che il declino ci sia e che a livello giovanile le cose vadano sempre peggio, in parte comunque credo che la globalizzazione dello sport renda inevitabile tutto questo. In parte sicuramente è dovuto a cattiva gestione, non ne dubito. Ma ancora credo che l'Italia possa lavorarci, anzi, direi che questo ad oggi resta lo sport in cui l'Italia ha più "peso", dietro la scherma, nonostante tutto.
se parti da un valore molto alto..non vai a zero in un attimo
Per quasi un decennio la Spagna è stata la prima nazione al mondo
Poi i vari freire.. purito.. valverde..Contador. . Son invecchiati ..si son ritirati.. o lo faranno
e dietro loro?
Questa crisi si vedeva già cinque anni fa.. ma i campioni nascondevano la realtà
noi abbiamo una base più ampia
però nibali nasconde tante cose..

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 22:41
da Norman7
Oltre ad Astana e UAE, di squadre mezze italiane c'era la Cannondale che però ha ormai completato la dis italianizzazione del dopo Liquigas.
Ma soprattutto c'è la Trek sponsorizzata da Zanetti con la sua Segafredo, e con parte dello staff tecnico italiano.
Io credo che non sarebbe impossibile creare un team WT italiano, affiancando a Segafredo qualche altro sponsor.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 22:55
da Garviel
Winter ha scritto: se parti da un valore molto alto..non vai a zero in un attimo
Per quasi un decennio la Spagna è stata la prima nazione al mondo
Poi i vari freire.. purito.. valverde..Contador. . Son invecchiati ..si son ritirati.. o lo faranno
e dietro loro?
Questa crisi si vedeva già cinque anni fa.. ma i campioni nascondevano la realtà
noi abbiamo una base più ampia
però nibali nasconde tante cose..
Indubbiamente. Però anche la Gran Bretagna fa risultati con un paio di fenomeni (froome e cavendish) e poco altro. La Germania la sfilza di vittorie con cui insidia l'Italia l'ha fatta quasi tutta con 2-3 velocisti. La Slovacchia ha sagan e il nulla (letteralmente). Un tempo il giovane slovacco promettente non avrebbe trovato spazio nè magari si sarebbe interessato, nella globalizzazione attuale sì. E toglie spazi. e un pò tutti hanno il campione, al massimo un paio, che ottiene il grosso dei risultati che fanno statistica e palmares.
So anche che quando smetterà Nibali l'Italia vincerà molto meno, però proprio perchè se scendi da un valore alto ci vuole tempo ad arrivare allo zero è anche vero che quindi hai tempo a riprendere quota prima dello zero (da cui difficilmente si esce). Non credo che l'Italia arriverà MAI più ai livelli degli anni '90 ad esempio, ma credo sia ancora possibile che riesca ad ottenere in futuro risultati di rilievo e rimanere tra le nazioni di riferimento. Con qualche alto e basso nel tempo logicamente.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 1:55
da Marco Gaviglio
I dati di Gavriel sono oggettivi e interessanti, ma ha ragione anche chi dice che il movimento non si può misurare dalle sue punte, e in effetti se all'Italia degli ultimi 4 anni togliamo Nibali, rimane pochino.

Poi intendiamoci: siamo in declino ma rimaniamo una delle potenze mondiali (per quanto, già oggi, più per quantità che qualità, se parliamo di professionisti; invece più per qualità che per quantità, se parliamo di corse) ma è appunto il trend ad esserci nettamente sfavorevole.

Sinceramente non pensavo che fossimo ancora quelli con più corridori nel Wt, però quanti dei nostri sono capitani o anche solo corridori protetti nelle loro squadre?

Un giorno che ho tempo vado a tirarmi giù, per ogni nazione, i primi dieci del Cq Ranking e temo che il paragone tra il 5-6° italiano ed il 5-6° francese (o belga, o francese, o olandese, ecc) sarà impietoso per noi.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 9:22
da Spartacus
Marco Gaviglio ha scritto:I dati di Gavriel sono oggettivi e interessanti, ma ha ragione anche chi dice che il movimento non si può misurare dalle sue punte, e in effetti se all'Italia degli ultimi 4 anni togliamo Nibali, rimane pochino.

Poi intendiamoci: siamo in declino ma rimaniamo una delle potenze mondiali (per quanto, già oggi, più per quantità che qualità, se parliamo di professionisti; invece più per qualità che per quantità, se parliamo di corse) ma è appunto il trend ad esserci nettamente sfavorevole.

Sinceramente non pensavo che fossimo ancora quelli con più corridori nel Wt, però quanti dei nostri sono capitani o anche solo corridori protetti nelle loro squadre?

Un giorno che ho tempo vado a tirarmi giù, per ogni nazione, i primi dieci del Cq Ranking e temo che il paragone tra il 5-6° italiano ed il 5-6° francese (o belga, o francese, o olandese, ecc) sarà impietoso per noi.
In realtà il miglior quinto tra tutti è proprio quello italiano.. considerando poi che tra i primi cinque azzurri del cqranking non c'è Nibali (addirittura settimo)

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 11:59
da Marco Gaviglio
Spartacus ha scritto: In realtà il miglior quinto tra tutti è proprio quello italiano.. considerando poi che tra i primi cinque azzurri del cqranking non c'è Nibali (addirittura settimo)
ma non parlavo di un confronto impietoso a livello di piazzamento nel ranking, quanto di valore attuale dei corridori interessati e, soprattutto, del loro potenziale futuro... proviamo a fare un gioco: questi sono i primi 10 del ranking per ciascuna delle nazioni più importanti, in grassetto metto quelli che secondo me saranno con una certa ragionevolezza dei crack per le stagioni a venire, in corsivo metto quelli che potrebbero ragionevolmente diventarlo o esserlo ancora per qualche anno. E come vedrete: non prendo in considerazione Nibali, ma neanche altri attuali crack già in là con gli anni, che non ha senso considerare se facciamo un discorso di prospettive per i rispettivi movimenti, come Froome, Van Avermaet, Valverde, Gilbert, ecc

(intendendo con crack: possibili vincitori di classiche monumento, possibili corridori a podio nei GT e velocisti di riferimento)

ITALIA
Aru
Colbrelli

Ulissi
Felline
Pozzovivo
Viviani
Nibali
Caruso
Modolo
Gavazzi

FRANCIA
Demare
Bardet

Bouhanni
Pinot
Calmejane
Barguil
Gallopin
Chavanel
Alaphilippe
Latour

SPAGNA
Valverde
Contador
Landa
Izagirre J.
De la Cruz
Castroviejo
Barbero
Alarcon :D
Roson
Izagirre G.

BELGIO
Van Avermaet
Gilbert
Naesen
Teuns
Stuyven

Benoot
Keukeleire

Wellens
Boonen
Dupont

OLANDA
Dumoulin
Mollema
Groenewegen
Gesink
Kelderman
Terpstra
Van Emden
Van Baarle
Poels
Kruijswijk

GRAN BRETAGNA
Froome
Yates S.
Thomas G.
Yates A.
Cavendish
Swift
Cummings
Geoghegan Hart
Rowe
Blythe

COLOMBIA
Quintana
Uran
Gaviria
Chaves

Henao S. L.
Bernal
Torres
Atapuma
Ortega
Avila

GERMANIA
Degenkolb
Kittel
Greipel
Martin T.
Buchmann
Arndt
Bauhaus
Selig
Politt
Walscheid

AUSTRALIA
Matthews
Porte
Dennis
Haas
Ewan
Durbridge
Gerrans
McCarthy
Howson
Bayly

STATI UNITI
Bookwalter
Van Garderen
Talansky
Carpenter
Howes
McCabe
Huffman
Warbasse
Powless
Boswell

inutile dire che Francia, Belgio e Colombia siano quelle messe meglio, seguite a ruota dall'Olanda, poi Australia e Italia, quindi Germania, Spagna e Stati Uniti. I nostri dieci sono tra quelli dall'età media più alta e, per quanto mi auguri di vedere Colbrelli vincere un giorno una Sanremo, realisticamente forse solo Aru meriterebbe il grassetto. Poi per carità, è ovvio che una lista di soli 10 corridori in base ad un ranking è arbitraria (e ad esempio, dei nostri, tiene fuori Moscon, ma allora alla Francia mancano Gaudu e Sivakov, alla Spagna Soler, al Belgio Van Aert, all'Olanda Van der Poel, e così via) ma è già abbastanza indicativa dello stato di salute di un movimento, quantomeno più dell'analisi delle sole punte di ogni nazione.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 12:18
da Walter_White
Perchè non è grassettato Alarcon? :boh: :dubbio: :bll:

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 12:24
da Marco Gaviglio
Walter_White ha scritto:Perchè non è grassettato Alarcon? :boh: :dubbio: :bll:
perché avendo già vinto la corsa che tutti sognano di vincere, lo considero alla stregua degli altri campioni già arrivati, come Froome, Nibali, Gilbert, ecc :cincin:

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 12:27
da Garviel
Mi sembra una lista però molto parziale o meglio soggettiva. Vedere in neretto Bouhanni e non Viviani ad esempio non mi trova d'accordo. Viviani non vale meno di Bouhanni e l'anno prossimo avrà anche un treno nettamente migliore, oltre a concentrarsi di più sulla strada (perchè nel frattempo è campione olimpico su pista, non proprio noccioline). Poi vedo tante possibili promesse in neretto che ancora non hanno fatto nulla, e non c'è certezza emergano. Allora potrei inserire anche Moscon o Ganna per l'Italia. Vero che non sono nei primi 10 del ranking magari, ma dipende tutto dai punteggi delle altre nazionali. Ad esempio Moscon magari nei primi 10 americani ci starebbe, o anche se non ci sta bisogna considerare che corre nella sky, raramente ha spazio per se (e ha già sfiorato la roubaix nonostante questo).

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 12:37
da Marco Gaviglio
Garviel ha scritto:Mi sembra una lista però molto parziale o meglio soggettiva. Vedere in neretto Bouhanni e non Viviani ad esempio non mi trova d'accordo. Viviani non vale meno di Bouhanni e l'anno prossimo avrà anche un treno nettamente migliore, oltre a concentrarsi di più sulla strada (perchè nel frattempo è campione olimpico su pista, non proprio noccioline). Poi vedo tante possibili promesse in neretto che ancora non hanno fatto nulla, e non c'è certezza emergano. Allora potrei inserire anche Moscon o Ganna per l'Italia. Vero che non sono nei primi 10 del ranking magari, ma dipende tutto dai punteggi delle altre nazionali. Ad esempio Moscon magari nei primi 10 americani ci starebbe, o anche se non ci sta bisogna considerare che corre nella sky, raramente ha spazio per se (e ha già sfiorato la roubaix nonostante questo).
sono tutte obiezioni che mi ero fatto da solo (vedi quote qui sotto), infatti avevo premesso che il mio era un gioco; i corridori giovani che ho grassettato non intendo che saranno sicuramente dei crack, ma che sicuramente sono corridori su cui i rispettivi movimenti fanno pieno affidamento per gli anni a venire ;)
Marco Gaviglio ha scritto: Poi per carità, è ovvio che una lista di soli 10 corridori in base ad un ranking è arbitraria (e ad esempio, dei nostri, tiene fuori Moscon, ma allora alla Francia mancano Gaudu e Sivakov, alla Spagna Soler, al Belgio Van Aert, all'Olanda Van der Poel, e così via) ma è già abbastanza indicativa dello stato di salute di un movimento, quantomeno più dell'analisi delle sole punte di ogni nazione.
però ti do ragione sul fatto che Viviani e Bouhanni dovrebbero essere o entrambi grassettati o, più probabilmente, entrambi lasciati in corsivo semplice; diciamo che Elia non l'avevo grassettato perché già ero restio a farlo con Colbrelli e non volevo esagerare nella considerazione dei nostri, e che quindi, per coerenza, possiamo escludere dal novero dei crack anche Bouhanni. Ma la cosa non toglie nulla alla solidità del movimento francese, rispetto al nostro. ;)

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 12:39
da Garviel
Marco Gaviglio ha scritto:
Garviel ha scritto:Mi sembra una lista però molto parziale o meglio soggettiva. Vedere in neretto Bouhanni e non Viviani ad esempio non mi trova d'accordo. Viviani non vale meno di Bouhanni e l'anno prossimo avrà anche un treno nettamente migliore, oltre a concentrarsi di più sulla strada (perchè nel frattempo è campione olimpico su pista, non proprio noccioline). Poi vedo tante possibili promesse in neretto che ancora non hanno fatto nulla, e non c'è certezza emergano. Allora potrei inserire anche Moscon o Ganna per l'Italia. Vero che non sono nei primi 10 del ranking magari, ma dipende tutto dai punteggi delle altre nazionali. Ad esempio Moscon magari nei primi 10 americani ci starebbe, o anche se non ci sta bisogna considerare che corre nella sky, raramente ha spazio per se (e ha già sfiorato la roubaix nonostante questo).
sono tutte obiezioni che mi ero fatto da solo (vedi quote qui sotto), infatti avevo premesso che il mio era un gioco ;)
Marco Gaviglio ha scritto: Poi per carità, è ovvio che una lista di soli 10 corridori in base ad un ranking è arbitraria (e ad esempio, dei nostri, tiene fuori Moscon, ma allora alla Francia mancano Gaudu e Sivakov, alla Spagna Soler, al Belgio Van Aert, all'Olanda Van der Poel, e così via) ma è già abbastanza indicativa dello stato di salute di un movimento, quantomeno più dell'analisi delle sole punte di ogni nazione.
però ti do ragione sul fatto che Viviani e Bouhanni dovrebbero essere o entrambi grassettati o, più probabilmente, entrambi lasciati in corsivo semplice; diciamo che Elia non l'avevo grassettato perché già ero restio a farlo con Colbrelli e non volevo esagerare nella considerazione dei nostri, e che quindi, per coerenza, possiamo escludere dal novero dei crack anche Bouhanni. Ma la cosa non toglie nulla alla solidità del movimento francese, rispetto al nostro. ;)
Hai ragione, infatti poi ho visto, avevo iniziato a scrivere prima di finire tutto il commento, sono impulsivo e non mi ero accorto della parte finale :D Poi però ho deciso di lasciare ugualmente il commento per la questione Bouhanni-Viviani :) Comunque è vero che il movimento francese sta meglio. Come sta mediamente meglio in quasi tutti lo sport. Del resto lo sport è un riflesso della società molto spesso, se una società è sofferente a livello economico-sociale di solito in tanti ambiti si riflettono i problemi, sport, ricerca, eccetera.

Re: La crisi del ciclismo italiano

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 14:57
da peek
rizz23 ha scritto:Dopo questi giorni forse qualche giudizio va rivisto...
In più mi e vi chiedo - e magari qualcuno già lo fece - quale/i nazione/i secondo voi ha un parco corridori più ricco di talento e risultati o più completo.
Io direi solo il Belgio, ma il Belgio nelle grandi corse a tappe dove sta?

Conclusione mia, che forse è la scoperta dell'acqua calda: si è semplicemente ampliato molto il ventaglio geografico del pedale, non ci sono più quelle 3/4 nazioni dominanti e questo ci fa sembrare i nostri più indietro di quanto siano davvero...

Trala non vorrei che passasse sotto traccia tutto il lavoro sulla pista. Dove c'è una grande crescita anche dei quartetti, dove c'è una leva di giovani niente male, e dove abbiamo Viviani campione olimpico in carica nell'omnium, non robetta.
Anche Francia e Colombia sono davanti all'Italia. La Spagna invece è in caduta libera ed è messa peggio di noi.

Per il resto sono d'accordo sul mutamento del contesto generale. Oggi, a livello mondiale, è più difficile emergere rispetto a un po' di anni fa perché si è allargata la concorrenza, non ci sono solo 3/4 paesi a spartirsi tutto.

Comunque ha ragione Winter non è che adesso perché in due giorni abbiamo vinto due corse si può gridare alla rinascita del ciclismo italiano, aspettiamo a vedere, ma non mi sembra che ci siano proprio tutti questi talenti in arrivo.