Discussione davvero interessante
La statistica non e' un'opinione, quindi sono totalmente d'accordo con Winter e la chiosa di Admin.
Volevo pero' focalizzarmi su un altro aspetto, ossia che il campione di 40 anni fa, con le moderne metodologie attuali andrebbe piu' forte, e viceversa che un semplice gregario cataputato 40 anni addietro farebbe sfracelli.
Non mi baso sulle velocita' medie per ovvie ragioni. Tuttavia, e chiudo subito la parentesi, vedere gente come Rik van Looy che oltre 50 anni fa vinceva la Roubaix a quasi 42 di media o Moser 35 anni fa a oltre 43 fa varamente impallidire, tenendo conto:
- dei cancelli utilizzati (forse sparero' a caso, ma La bici di un Rik van Looy sara' stata quasi il doppio di quelle attuali, e quella di Moser un buon 50% in piu'?)
- della scorrevolezza infinitamente inferiore dei materiali;
- della benzina de-ottanizzata rispetto quella attuale:
Io non sarei cosi' certo che il gruppo attuale, a parita' di condizioni (ma con la preparazione attuale) saprebbe fare meglio...Ma siamo nel regno delle ipotesi piu' fantasiose, quindi lasciamo stare.
Tuttavia, il discorso sulle media mi permette di collegarmi all'aspetto a mio avviso centrale, ossia che le preparazioni attuali facciano andare piu' forte. E qui bisogna capirsi su cosa intendiamo.
A tal proposito, richiamo un piccolo aneddoto di qualche anno (2012-2013) fa quando mi sono messo in testa di risalire in bici dopo 10 anni, perdere 20 chili e fare in un gran fondo. Quando sono risalito in bici, ho iniziato ad allenarmi alla vecchia maniera (probabilmente simile a quella di 40 anni): tantissimo fondo, cardio, lavori soglia-resistenza. Qualche lavoro specifico sulla velocizzazione (dipendeva dalle Vespe e camion incontrati per strada
) e nulla piu'. Percentuale grasso attorno al 5,5 - 6% che secondo me e' quella che una mente non alterata da sostanza stupefacenti può' sostenere.
La cosa strana e' che durante i miei giri incontravo spesso orde di amatori, molti dei quali ex prof, fermi ai piedi di salite, intenti a fare ripetute sulla medesima salita. Un'altra cosa che mi e' rimasta impressa (una volta uscito con dei prof) e' che si e' fatta una salita a tutta (ma veramente a tutta) per poi arrivare in cima, fermarsi, scendere con calma e poi fermarsi al primo bar a prendere il caffe'. Una cosa veramente impensabile per il mio ex allenatore soviet
In parole povere: e' vero che le nuove metodologie di allenamento migliorano la prestazione pura, magari il picco di potenza sulla singola salita (dato il tipo di allenamento). Tuttavia, ciò, sempre secondo me, avviene a scapito della resistenza e del recupero.
Ora, questa cosa che mi passava gia' per la testa e' stata confermata nella singola Gf fatta. Alla prima salita parevano tutti dei missili, tant'e' che mi sono staccato per poi rientrare di mestiere. Alla II salita tutti mi sembravano piu' umani. Alla terza, erano dei cadaveri, mentre una volta superati i 130-140 km finalmente iniziavo a sentire la gamba.
Per riassumere: le diverse metodologie di allenamento producono diversi modi di "andare forte": secondo me questo spiega perche' le medie di 30-50 anni fa non sono poi cosi distanti da quelle attuali. Oggi fanno 3/4 della tappa a spasso, e l'ultimo 1/4 a 60 allora (i prof sono piu svegli della amatori
). Dai vecchi prof incontrati, pare che non fosse cosi' fino a meta' anni '80.
Ciao
ps. ovviamente non tutti i prof contemporanei si allenano in modo uguale. A naso un Quintana si allena in modo non troppo distante dalla vecchia maniera