Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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nemecsek.
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Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

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Il nostro Vincenzino nazionale si avvia per ragioni anagrafiche a fine carriera.
A parte l oggetto sardo pedalante non identificato, come la vedete?


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vèlo
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

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Nell'immediato siamo messi un po' male, con i vari Ulissi, Felline, Oss, Brambilla, Trentin, ecc che possono ambire a classiche o tappe di gt con fughe o colpi da finisseur ma che difficilmemte possono andare oltre questi traguardi. Rosa potrebbe ambire a qualche risultato in più, sicuramente al Lombardia come ha già dimostrato e forse anche nei gt, ma temo non lo sapremo finchè non accetta di scendere un gradino e provare ad essere un capitano.
Dopo arriva la generazione della rinascita: Formolo, Conti, Petilli (Ravasi?) per ardenne/gt; Moscon e Bettiol (Ganna?) sulle pietre... le speranze e le potenzialità ci sono


xwait
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

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vèlo ha scritto:Nell'immediato siamo messi un po' male, con i vari Ulissi, Felline, Oss, Brambilla, Trentin, ecc che possono ambire a classiche o tappe di gt con fughe o colpi da finisseur
Di questi al Giro quanti ne hanno portati le squadre straniere (non essendoci WT italiane)?

Credo che quest'anno il numero di partenti Italia sia il piu' basso di... non so, ma e' bassissimo.

E quante vittorie al Giro hanno collezionato finora gli italiani?

Sono tutte cose un po' collegate; ormai gli italiani sono specializzati nel gregariato di lusso :yes:


Confidando che RaiPlay non mostri più il vincitore di corsa nell'immagine di anteprima... :yoga:
Marco Gaviglio
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Marco Gaviglio »

io credo che se vogliamo parlare di futuro, più che dei singoli corridori più o meno promettenti che possiamo avere tra i neoprofessionisti o nelle categorie giovanili, si debba fare un discorso di sistema: perché di "grandi promesse" ce ne sono - tante o poche - ad ogni generazione, poi però perché almeno qualcuna di quelle promesse diventi un campione, ci vuole l'habitat. E l'habitat ha bisogno, giocoforza, di 1-2 squadre italiane nel World Tour e di un calendario nazionale all'altezza di quello dei paesi concorrenti, tale da dare continuità a livelli alti anche a chi gareggia tra le Professional (inciso: Professional come quelle attuali servono poco o nulla alla crescita del movimento, anzi possono pure essere dannose: se Pozzovivo non avesse lasciato i Reverberi a 30 anni compiuti ma 5-6 stagioni prima, magari si sarebbe riconvertito per tempo in clasicomane che tiene nei GT, à la Purito, e chissà che la sua carriera non avrebbe potuto avere una parabola diversa; idem Colbrelli che i risultati fatti quest'anno nelle classiche poteva benissimo farli 3-4 anni fa, ed essere già oggi ad un livello di competitività che magari, invece, non farà più in tempo a raggiungere).

Senza almeno una grossa squadra nella categoria maggiore, infatti, anche i nostri migliori giovani rischiano di andare a fare i gregari altrove, e l'OSSidazione di Moscon è un pericolo concreto, se resta in Sky (e intendiamoci: dato il panorama attuale, fanno benissimo lui, Rosa e Viviani a stare da Brailsford, così come Oss alla Bmc o Trentin alla Quick Step). Poi certo, per ora abbiamo ancora forti ossature italiane all'interno di team stranieri (e penso soprattutto all'Astana, che negli ultimi anni ha fatto per il ciclismo italiano ben più di quello che tutte le Professional messe insieme sono riuscite a combinare) ma perché sono gli staff ad essere infarciti di italiani che, a cascata, sono sensibili ad ingaggiare nostri corridori. Però attenzione: quando i Martinelli e i Piva andranno in pensione, e quando i più giovani Guercilena e Bramati saranno messi in minoranza, quali altri ricambi avremo, anche a livello di direttori sportivi e team manager? Se i corridori di punta sono (numericamente) sempre meno, giocoforza anche i grandi tecnici italiani apprezzati all'estero saranno sempre meno. E quindi anche questo ultimo baluardo tenderà a scomparire.

Voglio dunque sperare che sponsor come Segafredo, Enel o Mediolanum - per citare marchi che nel ciclismo stanno investendo, già oggi, bei soldini, per non parlare della Mapei perché è chiaro che ormai Squinzi pensa ad altro e che non ci pensa a tornare nel ciclismo - possano un giorno (meglio sarebbe se quel giorno fosse entro la fine di quest'anno) pensare di metter su un progetto in stile Orica o Sky. Perché dobbiamo scendere dal pero, smettere di rimpiangere gli anni '90 nei quali anche al Tour c'erano più italiani che francesi, e pensare che la globalizzazione (nel ciclismo, eh!) è un BENE, perché il livello medio non è mai stato così alto come oggi e perché probabilmente, a livello planetario, il ciclismo non è mai stato così popolare (di sicuro non lo era ai tempi di Coppi e Bartali, né di Merckx e Gimondi o di Saronni e Moser, quando di fatto a gareggiare erano sì e no 7-8 nazioni dell'Europa occidentale, con i primi colombiani a dare quel tocco di esotico in più), e renderci conto che in questo ciclismo molto più competitivo basta paradossalmente poco per essere non dico superiori agli altri (non torneranno più quei tempi) ma, quantomeno, alla pari. "Basta", appunto, una squadra di club che si sobbarchi l'onore (e l'onere) di rappresentare, promuovere ed incentivare il movimento nazionale, proprio come, appunto, stanno facendo benissimo gli anglosassoni (o come riesce a fare la Movistar con un movimento, quello spagnolo, che altrimenti starebbe con le pezze al deretano anche più del nostro).

Inutile dire, però, che se in Fci qualcuno si svegliasse ed iniziasse a mettere insieme quegli sponsor che oggi disperdono le loro risorse in mille rivoli improduttivi (leggasi, ad esempio, la pochezza ed il provincialismo delle nostre Professional) magari sarebbe meglio, invece di aspettare che arrivi il filantropo voglioso di investire nel ciclismo italiano. Onde evitare di dover dipendere anche noi dai cinesi, che poi si è visto quanto siano affidabili (vedi l'inverno che ha dovuto passare Saronni prima di salvare la squadra).


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nemecsek.
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da nemecsek. »

Marco Gaviglio ha scritto: l'OSSidazione di Moscon è un pericolo concreto
mubuahahahah :D

Rilancio rappresentatività nazionale, ricambio generazionale negli staff tecnici, sponsor... tanta carne al fuoco...


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CicloSprint
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

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Manca il velocista, il vero erede di Cipollini e Petacchi.... :(


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GregLemond
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da GregLemond »

Io non sono cosi catastrofista.

Allora, non siamo di certo la Colombia (leggi: Lopez, Gaviria... Mamma mia..) o l' invasore Anglosassone...

Ma credo ci si possa considerare al livello degli altri competitors.

Dico una cosa blasfema magari, e parto dai non piu giovanissimi: Colbrelli può valere un Demare ed un Matthews... ha però un gap di esperienza notevole. Sulla carta per me se la gioca con Bling. Rosa può giocarsela con i Chaves per le classiche.
Oss non l' ho mai considerato, Trentin è in quella linea "Ossidante", ulissi ci crediamo solo noi (noi!?)


Formolo, Moscon (Tra i 5 a roubaix...), Ganna, Consonni non ce li hanno proprio tutti tutti...
Certo, bisogna vedere come verranno gestiti.
Mohoric, Benoot, vakoc e cosi via... non è che abbiano fatto vedere troppo di piu.

Fuori da ogni considerazione è il buon Alaphilippe.

Molto fuori, Sagan e Kwiato.


Pantani the best
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Pantani the best »

L'ho visto parecchie volte tra gli u23 per cui un nome sul quale scommetterei ad occhi chiusi è Vincenzo Albanese.
È un piccolo Sagan,tiene bene sugli strappi,ha il passo del finisseur capace di tenere alta l'andatura per parecchi km e in volata negli sprint ristretti vince 9 volte su 10.
È tatticamente scaltro e sembra consapevole di avere grandi doti per questo sport.
Purtroppo dopo il problema al ginocchio non è ancora entrato con la forma giusta ma mi aspetto comunque che prima di fine giro lanci un segnale stile Di Luca a Monte Sirino nel suo giro d'esordio per intenderci.

Lo scorso anno è stato il migliore nella categoria in Italia nonostante fosse solo al secondo anno.
E tra lui e Consonni per me stravince il campano cresciuto ciclisticamente in Toscana.
È un toro da grandi classiche e in pochi anni lo dimostrerà,ne sono certo.


Marco Gaviglio
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Marco Gaviglio »

Pantani the best ha scritto:L'ho visto parecchie volte tra gli u23 per cui un nome sul quale scommetterei ad occhi chiusi è Vincenzo Albanese.
È un piccolo Sagan,tiene bene sugli strappi,ha il passo del finisseur capace di tenere alta l'andatura per parecchi km e in volata negli sprint ristretti vince 9 volte su 10.
È tatticamente scaltro e sembra consapevole di avere grandi doti per questo sport.
Purtroppo dopo il problema al ginocchio non è ancora entrato con la forma giusta ma mi aspetto comunque che prima di fine giro lanci un segnale stile Di Luca a Monte Sirino nel suo giro d'esordio per intenderci.

Lo scorso anno è stato il migliore nella categoria in Italia nonostante fosse solo al secondo anno.
E tra lui e Consonni per me stravince il campano cresciuto ciclisticamente in Toscana.
È un toro da grandi classiche e in pochi anni lo dimostrerà,ne sono certo.
se quello che dici su Albaenese è vero (e non ho motivo di dubitarne) allora organizziamo al più presto un programma di protezione testimoni, cambiamogli nome e identità e portiamolo via dalla Bardiani, dove non imparerà altro che ad andare in fuga a 200 km dall'arrivo di tappe destinate a concludersi in volata: estremizzo il concetto, ma continuo a credere che la crescita dei nostri talenti migliori non può passare per squadre che non hanno alcun obiettivo agonistico nelle poche corse WT a cui partecipano con solo per far vedere la maglia, e che invece si aspettano il risultato solo in corse minori che non possono certo essere considerate allenanti per i nostri, né in termini di chilometraggio né di concorrenza.

Perché è vero che a correre negli squadroni c'è il pericolo contrario che è appunto l'OSSidazione (e infatti: ci vuole un'italiana nel WT) ma di sicuro si impara di più a fare da gregari ai Boonen e ai Van Avermaet che a correre in una squadra in cui il saggio e navigato capitain de route era Pirazzi!


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GregLemond
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da GregLemond »

Esempio di tattica bardiani, e non me lo tolgo dalla testa: l' attacco da finisseur di colbrelli a sanremo.
Per uno veloce come lui follia.


Marco Gaviglio
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Marco Gaviglio »

GregLemond ha scritto:Esempio di tattica bardiani, e non me lo tolgo dalla testa: l' attacco da finisseur di colbrelli a sanremo.
Per uno veloce come lui follia.
che poi lì non so nemmeno quanto glielo avessero detto dall'ammiraglia o quanto se lo fosse inventato lui quell'attacco, per altro con scarsissima convinzione dato che è stato per tutto il tempo con la testa girata all'indietro. Al di là di come è andata, è un episodio eclatante della scarsa dimestichezza di certe squadre (e dei rispettivi corridori) con la possibilità di giocarsi vittorie importanti: e quello che consegue non può che essere, le poche volte che ci si trova in quella condizione, il panico totale :D


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il_panta
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da il_panta »

GregLemond ha scritto:Esempio di tattica bardiani, e non me lo tolgo dalla testa: l' attacco da finisseur di colbrelli a sanremo.
Per uno veloce come lui follia.
Ho ricordi molto vaghi, ma mi pare che anche in Bardiani lo volessero crocifiggere dopo quell'attacco; mi sa che non fu molto radioguidato in quell'occasione. :D


2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
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GregLemond
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da GregLemond »

Ricordo anche io qualcosa di simile...avete ragione.
Altrove pero non sarebbe successo.


Pantani the best
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

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Marco Gaviglio ha scritto:
Pantani the best ha scritto:L'ho visto parecchie volte tra gli u23 per cui un nome sul quale scommetterei ad occhi chiusi è Vincenzo Albanese.
È un piccolo Sagan,tiene bene sugli strappi,ha il passo del finisseur capace di tenere alta l'andatura per parecchi km e in volata negli sprint ristretti vince 9 volte su 10.
È tatticamente scaltro e sembra consapevole di avere grandi doti per questo sport.
Purtroppo dopo il problema al ginocchio non è ancora entrato con la forma giusta ma mi aspetto comunque che prima di fine giro lanci un segnale stile Di Luca a Monte Sirino nel suo giro d'esordio per intenderci.

Lo scorso anno è stato il migliore nella categoria in Italia nonostante fosse solo al secondo anno.
E tra lui e Consonni per me stravince il campano cresciuto ciclisticamente in Toscana.
È un toro da grandi classiche e in pochi anni lo dimostrerà,ne sono certo.
se quello che dici su Albaenese è vero (e non ho motivo di dubitarne) allora organizziamo al più presto un programma di protezione testimoni, cambiamogli nome e identità e portiamolo via dalla Bardiani, dove non imparerà altro che ad andare in fuga a 200 km dall'arrivo di tappe destinate a concludersi in volata: estremizzo il concetto, ma continuo a credere che la crescita dei nostri talenti migliori non può passare per squadre che non hanno alcun obiettivo agonistico nelle poche corse WT a cui partecipano con solo per far vedere la maglia, e che invece si aspettano il risultato solo in corse minori che non possono certo essere considerate allenanti per i nostri, né in termini di chilometraggio né di concorrenza.

Perché è vero che a correre negli squadroni c'è il pericolo contrario che è appunto l'OSSidazione (e infatti: ci vuole un'italiana nel WT) ma di sicuro si impara di più a fare da gregari ai Boonen e ai Van Avermaet che a correre in una squadra in cui il saggio e navigato capitain de route era Pirazzi!
È assolutamente vero e il suo ultimo anno da dilettante è lì a dimostrarlo.
Ovvio che poi la dimensione pro è un altra cosa dove confermare certe impressioni non è mai facile.

Ti dico che di tutte le nuove leve mi sembra il più sottovalutato in rapporto a quanto hanno saputo dimostrare tra gli u23.
Questo ha vinto a Collecchio una gara internazionale con una volata prodigiosa.
Il GP di Liberazione è stato un capolavoro quasi quanto la sua gara alla Ruota d'Oro.
Per non parlare del trofeo Matteotti vinto contro dei pro con la saggezza del veterano di lungo corso.
Al Tour de l'Avenir vinse la prima tappa andando in fuga umiliando allo sprint i suoi compagni di fuga,mentre nella terza arrivò secondo alle spalle del miglior velocista della corsa poi laureatosi campione del mondo a Doha.
E ai campionati europei andò ad un passo dal vincere l'oro se solo avesse avuto un minimo di collaborazione in più dai suoi due compagni di fuga.
Arrivò settimo e fu ripreso proprio negli ultimi metri,una beffa.

Quindi stagione monumentale a neanche 20 anni compiuti,eppure non capisco come nelle varie considerazioni venga dietro ad altri suoi coetanei o quasi coetanei.

Sulla Bardiani probabilmente hai ragione in un discorso più esteso,ma resto sempre del parere che se uno ha le doti e soprattutto la testa per sfondare prima o poi è destinato a farlo in qualsiasi tipo di condizione venga messo alla prova.


Marco Gaviglio
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

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Pantani the best ha scritto: Sulla Bardiani probabilmente hai ragione in un discorso più esteso,ma resto sempre del parere che se uno ha le doti e soprattutto la testa per sfondare prima o poi è destinato a farlo in qualsiasi tipo di condizione venga messo alla prova.
[/quote]

sìsì ma infatti per un corridore che ha appena 20 anni passare con la Bardiani ci può pure stare, perché obiettivamente in una squadra WT difficilmente avrebbe potuto subito correre un Giro al primo anno, per dire: ma 1) credo e spero che a Milano non lo facciano arrivare; 2) passata una-max due stagioni coi Reverberi, se il ragazzo ha i numeri è meglio che scappi via!


vèlo
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

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xwait ha scritto:
vèlo ha scritto:Nell'immediato siamo messi un po' male, con i vari Ulissi, Felline, Oss, Brambilla, Trentin, ecc che possono ambire a classiche o tappe di gt con fughe o colpi da finisseur
Di questi al Giro quanti ne hanno portati le squadre straniere (non essendoci WT italiane)?
Credo che quest'anno il numero di partenti Italia sia il piu' basso di... non so, ma e' bassissimo.
E quante vittorie al Giro hanno collezionato finora gli italiani?
Sono tutte cose un po' collegate; ormai gli italiani sono specializzati nel gregariato di lusso :yes:
Esatto i discorsi sono un po' tutti collegati tra loro, essendo poco più che gregari di lusso molti non ci sono per essere utilizzati in chiave tour o classiche a seconda della squadra, poi abbiamo coloro che lottano per un obiettivo come Nibali, Pozzovivo e Formolo mentre i restanti sono comunque gregari di cui ben pochi potrebbero dire qualcosa di serio (Rosa, Conti, Visconti, Battaglin, Villella) e devono avere la fortuna che tutto funzioni perfettamente quando la squadra gli da il via libera. Il fattore squadra comunque incide e non poco sulle possibilità di avere spazio e di potersi mettere in mostra, Rosa lo vorrebbero mezze squadre del wt e in diverse avrebbe un ruolo centrale alla Liegi, alla Lombardia e molta libertà nei gt mentre in Sky ha davanti Froome, Landa, Henao, Poels, Thomas, Kwiatko... Non trovi spazio in nessuna corsa così.


Winter
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

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Marco Gaviglio ha scritto:io credo che se vogliamo parlare di futuro, più che dei singoli corridori più o meno promettenti che possiamo avere tra i neoprofessionisti o nelle categorie giovanili, si debba fare un discorso di sistema: perché di "grandi promesse" ce ne sono - tante o poche - ad ogni generazione, poi però perché almeno qualcuna di quelle promesse diventi un campione, ci vuole l'habitat. E l'habitat ha bisogno, giocoforza, di 1-2 squadre italiane nel World Tour e di un calendario nazionale all'altezza di quello dei paesi concorrenti, tale da dare continuità a livelli alti anche a chi gareggia tra le Professional (inciso: Professional come quelle attuali servono poco o nulla alla crescita del movimento, anzi possono pure essere dannose: se Pozzovivo non avesse lasciato i Reverberi a 30 anni compiuti ma 5-6 stagioni prima, magari si sarebbe riconvertito per tempo in clasicomane che tiene nei GT, à la Purito, e chissà che la sua carriera non avrebbe potuto avere una parabola diversa; idem Colbrelli che i risultati fatti quest'anno nelle classiche poteva benissimo farli 3-4 anni fa, ed essere già oggi ad un livello di competitività che magari, invece, non farà più in tempo a raggiungere).

Senza almeno una grossa squadra nella categoria maggiore, infatti, anche i nostri migliori giovani rischiano di andare a fare i gregari altrove, e l'OSSidazione di Moscon è un pericolo concreto, se resta in Sky (e intendiamoci: dato il panorama attuale, fanno benissimo lui, Rosa e Viviani a stare da Brailsford, così come Oss alla Bmc o Trentin alla Quick Step). Poi certo, per ora abbiamo ancora forti ossature italiane all'interno di team stranieri (e penso soprattutto all'Astana, che negli ultimi anni ha fatto per il ciclismo italiano ben più di quello che tutte le Professional messe insieme sono riuscite a combinare) ma perché sono gli staff ad essere infarciti di italiani che, a cascata, sono sensibili ad ingaggiare nostri corridori. Però attenzione: quando i Martinelli e i Piva andranno in pensione, e quando i più giovani Guercilena e Bramati saranno messi in minoranza, quali altri ricambi avremo, anche a livello di direttori sportivi e team manager? Se i corridori di punta sono (numericamente) sempre meno, giocoforza anche i grandi tecnici italiani apprezzati all'estero saranno sempre meno. E quindi anche questo ultimo baluardo tenderà a scomparire.

Voglio dunque sperare che sponsor come Segafredo, Enel o Mediolanum - per citare marchi che nel ciclismo stanno investendo, già oggi, bei soldini, per non parlare della Mapei perché è chiaro che ormai Squinzi pensa ad altro e che non ci pensa a tornare nel ciclismo - possano un giorno (meglio sarebbe se quel giorno fosse entro la fine di quest'anno) pensare di metter su un progetto in stile Orica o Sky. Perché dobbiamo scendere dal pero, smettere di rimpiangere gli anni '90 nei quali anche al Tour c'erano più italiani che francesi, e pensare che la globalizzazione (nel ciclismo, eh!) è un BENE, perché il livello medio non è mai stato così alto come oggi e perché probabilmente, a livello planetario, il ciclismo non è mai stato così popolare (di sicuro non lo era ai tempi di Coppi e Bartali, né di Merckx e Gimondi o di Saronni e Moser, quando di fatto a gareggiare erano sì e no 7-8 nazioni dell'Europa occidentale, con i primi colombiani a dare quel tocco di esotico in più), e renderci conto che in questo ciclismo molto più competitivo basta paradossalmente poco per essere non dico superiori agli altri (non torneranno più quei tempi) ma, quantomeno, alla pari. "Basta", appunto, una squadra di club che si sobbarchi l'onore (e l'onere) di rappresentare, promuovere ed incentivare il movimento nazionale, proprio come, appunto, stanno facendo benissimo gli anglosassoni (o come riesce a fare la Movistar con un movimento, quello spagnolo, che altrimenti starebbe con le pezze al deretano anche più del nostro).

Inutile dire, però, che se in Fci qualcuno si svegliasse ed iniziasse a mettere insieme quegli sponsor che oggi disperdono le loro risorse in mille rivoli improduttivi (leggasi, ad esempio, la pochezza ed il provincialismo delle nostre Professional) magari sarebbe meglio, invece di aspettare che arrivi il filantropo voglioso di investire nel ciclismo italiano. Onde evitare di dover dipendere anche noi dai cinesi, che poi si è visto quanto siano affidabili (vedi l'inverno che ha dovuto passare Saronni prima di salvare la squadra).
a parte far sistema non son d accordo su nulla

1) rischiano di fare i gregari..
T chiedo.. bmc azienda svizzera prende Oss e van avermaet. . Van avermaet diventa capitano perché è più forte di Oss
quick step azienda belga.. Trentin è già li.. arriva gaviria..Trentin è più esperto..eppure gaviria diventa subito o quasi capitano
il nostro ha semplicemente meno talento
2) orica e sky..
ma il capitano dell orica non è un colombiano (in seconda battuta..un inglese..)
di sky..un keniano naturalizzato inglese
3)livello medio più alto
su cosa t basi?
non è vedendo un ordine d arrivo con top 10 con tante nazioni che si giudica
le nazioni faro han perso tantissimi tesserati , il Gap con gli altri é diminuito per quello
4) ciclismo mai stato così popolare
anche qui..su cosa t basi?
In Francia fino al 98 il ciclismo era il primo sport..adesso è dietro calcio e rugby..e forse pure dietro basket e pallamano
in spagna è stato scavalcato da basket motociclismo
in italia è in crisi nera
son arrivate le nuove nazioni..a parte che c erano già
ma in Australia o usa il ciclismo non è nei dieci sport maggiori
5) una squadra di club che si sobbarchi il movimento
i tre migliori australiani gerrans , evans e Porte. . Tutti usciti da soli o quasi
be froome.. alla federazione inglese non deve nulla
i fratelli yates idem

Io son a favore delle professional
trovo inutili le continental (escluse le francesi , che son delle professional solo con meno atleti)

Da ripensare è tutto il sistema dagli junior agli under

Passano pro senza aver fatto crono
con una corsa a tappe in un anno

Velocisti che non passano una salita , abituati a vincere i circuiti
basta treni sia da under che da junior
impari da solo

Poi che senso ha avere il preparatore da allievo o junior
da pro il margine sarà pochissimo


Winter
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Winter »

nemecsek. ha scritto:Il nostro Vincenzino nazionale si avvia per ragioni anagrafiche a fine carriera.
A parte l oggetto sardo pedalante non identificato, come la vedete?
La vedo malissimo
se diversi club lombardi e toscani non han fatto più le squadre..perché non avevano più allievi o junior da mettere in bici
C è poco da fare :(
in Piemonte c son 30..40 under 23..
la terra di coppi


Marco Gaviglio
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Marco Gaviglio »

Winter ha scritto: a parte far sistema non son d accordo su nulla

1) rischiano di fare i gregari..
T chiedo.. bmc azienda svizzera prende Oss e van avermaet. . Van avermaet diventa capitano perché è più forte di Oss
quick step azienda belga.. Trentin è già li.. arriva gaviria..Trentin è più esperto..eppure gaviria diventa subito o quasi capitano
il nostro ha semplicemente meno talento
2) orica e sky..
ma il capitano dell orica non è un colombiano (in seconda battuta..un inglese..)
di sky..un keniano naturalizzato inglese
3)livello medio più alto
su cosa t basi?
non è vedendo un ordine d arrivo con top 10 con tante nazioni che si giudica
le nazioni faro han perso tantissimi tesserati , il Gap con gli altri é diminuito per quello
4) ciclismo mai stato così popolare
anche qui..su cosa t basi?
In Francia fino al 98 il ciclismo era il primo sport..adesso è dietro calcio e rugby..e forse pure dietro basket e pallamano
in spagna è stato scavalcato da basket motociclismo
in italia è in crisi nera
son arrivate le nuove nazioni..a parte che c erano già
ma in Australia o usa il ciclismo non è nei dieci sport maggiori
5) una squadra di club che si sobbarchi il movimento
i tre migliori australiani gerrans , evans e Porte. . Tutti usciti da soli o quasi
be froome.. alla federazione inglese non deve nulla
i fratelli yates idem

Io son a favore delle professional
trovo inutili le continental (escluse le francesi , che son delle professional solo con meno atleti)

Da ripensare è tutto il sistema dagli junior agli under

Passano pro senza aver fatto crono
con una corsa a tappe in un anno

Velocisti che non passano una salita , abituati a vincere i circuiti
basta treni sia da under che da junior
impari da solo

Poi che senso ha avere il preparatore da allievo o junior
da pro il margine sarà pochissimo
1) proprio perché solo fenomeni conclamati come Gaviria, Van Avermaet e altri hanno spazio da capitano a prescindere dalla nazionalità, i nostri partono svantaggiati: viceversa, non mi dirai che i leader delle WT francesi e molti altri corridori protetti delle stesse Sky, Orica, Bmc sono migliori dei nostri: è ovvio che chi è un fenomeno emerge indipendentemente dal passaporto, ma i fenomeni non c'è nemmeno bisogno di costruirli a livello di sistema. Nascono. Sono i corridori della classe medio-alta che trarrebbero giovamento dall'avere una squadra italiana a loro disposizione. Poi appunto, mi parli di Van Avermaet: ma sempre in Bmc che mi dici di Van Garderen ancora leader nei GT? Credi che se non fosse americano gli darebbero tutta questa fiducia ancora? O Phinmey, passato da Bmc a Cannondale, ma sempre nel WT quando ormai sarebbe da Wilier come Pozzato!
2) che Froome sia kenyano anziché inglese è una forzatura, e proprio la Sky è esemplare per come privilegia (giustamente) i corridori di casa propria rispetto agli altri: mi pare che Geraint Thomas abbia avuto ben più credito di Henao o dello stesso Landa, quanto a fiducia del team nelle gare a tappe lunghe e brevi. E non so chi fra loro se la meritasse di più. La stessa Orica ok, si affida ai colombiani per i GT perché tranne Porte che ha sempre avuto contratti blindati, australiani forti nelle gare a tappe ora non ce ne sono. Ma non mi dirai che il team non aiuta gli australiani a passare dalla pista alla strada!
3) che il livello medio sia più alto lo dimostra, oltre il fatto che oggi è impossibile per chiunque vincere tante gare e tanto varie come vincevano i grandi del passato, anche quanto tu stesso hai scritto nel punto 1: e cioè che la concorrenza, oggi, arriva da ogni angolo del mondo.
4) non sarà lo sport più popolare da nessuna parte, ma nei paesi tradizionali continua ad essere seguito (magari non come prima, ok) e in più si sono aperti moltissimi altri mercati: al di là di quelli meramente economici come gli Emirati, mi pare indubbio che Australia, Usa e la stessa Colombia siano paesi in cui il ciclismo tira, anche a livello di pubblico. Per non parlare delle potenzialità che ha in Africa.
5) Gerrans ed Evans sono di un'altra generazione, ovvio che si sono fatti da soli (anzi, Evans si è fatto in Italia). Froome, invece, prima di entrare in Sky era uno dei tanti, e guarda cos'è diventato... quanti agli Yates, mi pare che siano proprio il frutto della federciclo britannica, e pazienza se poi sono passati con la Orica anziché con la Sky. e cma si sta parlando di investimenti sul lungo termine, Sky ed Orica sono nel ciclismo da troppo poco per avere già un enorme riscontro. Intanto, però, le corse in Inghilterra sono seguitissime, e dubito lo sarebbero altrettanto se i corridori di casa fossero pippe come in passato. Idem in Australia. Poi vedrai che, sul lungo termine, se crescono i praticanti crescono anche i campioni. Da noi i praticanti, a livello di agonisti, si stanno estinguendo, anche perché non c'è più uno sbocco a livello professionistico se non per chi è un campione o ci va vicino: chi glielo fa fare, ad un ragazzo forte ma non fortissimo, di insistere se per lui la prospettiva è bene che vada fare due anni in una Continental o al massimo una Professional sgangherata che corre in Malesia ed Egitto?


Winter
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Winter »

Be Froome è Keniano
Non è un prodotto del sistema inglese
Io la prima volta che l'ho sentito nominare (e visto) è stato al giro delle regioni di credo una dozzina d'anni fa
Poi è passato pro in sudafrica
Ricordo che per il mondiale Under 23 s'è finanziato e iscritto da solo

Henao ha fatto da gregario pero' il suo spazio l'ha avuto
ed è passato pro grazie al team Sky

2) La concorrenza c'era gia prima
ma son diminuite (e tantissimo) le nazioni faro
Per quello son aumentate le altre
3) Ma in colombia e Usa era popolarissimo anche negli 80
Le radio colombiane facevano dirette non stop per seguire le imprese di Lucho Herrera e Fabio Parra
Era popolarissimo e organizzato gia' all'ora
Al Clasico RCN partecipavano gente come Fignon , Lemond , Chiappucci ecc
Adesso te le sogni
Idem in america alla Coors Classic (altro che il giro di california)
4) Australia
Resta uno sport di nicchia , alle gare junior dei vari stati partecipano dieci quindici corridori
Tornando al discorso iniziale
Tu vedi la soluzione in uno o due team wt (che sicuramente aiutano)
per me quello è la sommita' della piramide
viene di conseguenza
se manca la base (ed è quello il grosso problema) crolla tutto

Il problema è il crollo di tesserati , corse , volontari a livello inferiore
Una corsa a tappe tra gli under 23 (una gara in tutto un week end)


vèlo
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da vèlo »

Il problema è che per il pensiero del giorno d'oggi è considerato (a ragione) uno sport troppo rischioso e pericoloso da far praticare ai bambini/ragazzi, per questo per far rialzare il movimento italiano si deve investire nella pista, piste serie e professionali sul modello Montichiari.


Mad
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Mad »

Diversi nomi li avete fatti, ne avrei uno anche io da fare ma per scaramanzia eviterò di farlo. So che quest'anno i suoi obbiettivi sono i seguenti: giro Under 23, Valle d'Aosta e Tour de l'Avenir. L'ho avuto in squadra e credo che potrà farci vedere delle belle cose.

Per quanto riguarda il discorso sulla mancanza delle WT italiane, i soldi sono pochi a tutti i livelli, le verifiche sui contratti sono frequenti, portano quasi sempre a delle contestazioni e questo penalizza un pò tutti. Che si pratichi meno il ciclismo tra i giovani è una conseguenza di tanti fattori, non ultima la grande varietà di sport che è possibile praticare oggi rispetto a un tempo. Per quello che vedo nel settore giovanile, in questo momento stanno mancando più le squadre che gli atleti: i fondi sono scarsi e stanno scomparendo i volontari ed i pensionati che sono il motore del settore giovanile. Volenti o nolenti il ciclismo dovrà affidarsi a figure retribuite ( e quindi professionali) anche nelle società minori. Non disponendo di impianti come tantissimi altri sport, grazie ai quali è possibile ottenere fondi pubblici, la gestione dell'attività sarà sempre più difficoltosa. Non mi aspetto che la FCI possa risolvere da sola questa situazione, a meno che non si unisca a qualche altra federazione, sfruttando la forza del numero e riuscendo così a spingere il CONI ad intervenire.


Basso
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Basso »

Mad ha scritto:Diversi nomi li avete fatti, ne avrei uno anche io da fare ma per scaramanzia eviterò di farlo. So che quest'anno i suoi obbiettivi sono i seguenti: giro Under 23, Valle d'Aosta e Tour de l'Avenir. L'ho avuto in squadra e credo che potrà farci vedere delle belle cose.
A tal proposito, immaginando (e ovviamente condividendo) il nome, mi pare che quest'anno a livello dilettantistico ci siano diversi nomi da tenere d'occhio fuori dai due squadroni. Giusto per non nascondersi, fra Friuli, Gavardo, Palazzago e Viris ne conto una decina di potenziali professionisti già nel 2018; se me l'avessero detto un anno fa, non ci avrei creduto.


11 Vuelta 7-Prato
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
Mad
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Mad »

Basso ha scritto:
Mad ha scritto:Diversi nomi li avete fatti, ne avrei uno anche io da fare ma per scaramanzia eviterò di farlo. So che quest'anno i suoi obbiettivi sono i seguenti: giro Under 23, Valle d'Aosta e Tour de l'Avenir. L'ho avuto in squadra e credo che potrà farci vedere delle belle cose.
A tal proposito, immaginando (e ovviamente condividendo) il nome, mi pare che quest'anno a livello dilettantistico ci siano diversi nomi da tenere d'occhio fuori dai due squadroni. Giusto per non nascondersi, fra Friuli, Gavardo, Palazzago e Viris ne conto una decina di potenziali professionisti già nel 2018; se me l'avessero detto un anno fa, non ci avrei creduto.
Esattamente, anche perchè in queste squadre puoi fare la tua corsa, magari nei due squadroni hai un maggiore incentivo economico e sul proseguimento della carriera, ma se poi passano gli anni e tu resti solo a tirare o a entrare nelle fughe da lontano...


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MagliaRossa
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da MagliaRossa »

io credo che velò abbia centrato il problema: oggi (e non solo in Italia) il ciclismo non è uno sport che un genitore fa praticare volentieri a un ragazzino. E' pericoloso, viene associato (a torto o a ragione) alle "droghe", in più l'ambiente (almeno da noi) è parecchio gretto e provinciale.

D'altra parte, la mia impressione è che il numero di praticanti adulti (che non necessariamente sono appassionati del ciclismo professionistico su strada, anzi) stia crescendo. Per un ultratrentenne andare in bici è un ottimo modo per fare sport outdoor anche in solitaria, paragonabile alla corsa.

Per questo non mi stupirei troppo se in futuro venissero fuori sempre più figure alla Peraud, complice anche la migliore tenuta fisica in età adulta dovuta a stili di vita più sani.


"Nel mondo esistono 10 tipi di persone; quelli che conoscono il codice binario, e quelli che non lo conoscono." (proverbio zen)
Salvatore77
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

MagliaRossa ha scritto:io credo che velò abbia centrato il problema: oggi (e non solo in Italia) il ciclismo non è uno sport che un genitore fa praticare volentieri a un ragazzino. E' pericoloso, viene associato (a torto o a ragione) alle "droghe", in più l'ambiente (almeno da noi) è parecchio gretto e provinciale.
Inoltre si guadagna poco e soprattutto quelli che riescono a vivere di ciclismo sono pochissimi, rispetto ad esempio al calcio.
Non si pratica nelle scuole.
In molte zone d'Italia non ci sono squadre giovanili e corse.


1° Tour de France 2018
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Winter
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Winter »

Basso ha scritto:
Mad ha scritto:Diversi nomi li avete fatti, ne avrei uno anche io da fare ma per scaramanzia eviterò di farlo. So che quest'anno i suoi obbiettivi sono i seguenti: giro Under 23, Valle d'Aosta e Tour de l'Avenir. L'ho avuto in squadra e credo che potrà farci vedere delle belle cose.
A tal proposito, immaginando (e ovviamente condividendo) il nome, mi pare che quest'anno a livello dilettantistico ci siano diversi nomi da tenere d'occhio fuori dai due squadroni. Giusto per non nascondersi, fra Friuli, Gavardo, Palazzago e Viris ne conto una decina di potenziali professionisti già nel 2018; se me l'avessero detto un anno fa, non ci avrei creduto.
Io non son così ottimista
ad ogni internazionale vincono gli stranieri..
o le due corazzate

Domenica gp del marmo.. 4 stranieri

Vediamo le prossime corse

Mi sembra che gli junior se l possono giocare
gli under sono dietro


Winter
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Winter »

Salvatore77 ha scritto:
MagliaRossa ha scritto:io credo che velò abbia centrato il problema: oggi (e non solo in Italia) il ciclismo non è uno sport che un genitore fa praticare volentieri a un ragazzino. E' pericoloso, viene associato (a torto o a ragione) alle "droghe", in più l'ambiente (almeno da noi) è parecchio gretto e provinciale.
Inoltre si guadagna poco e soprattutto quelli che riescono a vivere di ciclismo sono pochissimi, rispetto ad esempio al calcio.
Non si pratica nelle scuole.
In molte zone d'Italia non ci sono squadre giovanili e corse.
ma in media è più facile diventare pro nel ciclismo che nel calcio


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Slegar
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Slegar »

Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo? Deprimente.

A mio avviso uno dei limiti dei ciclisti italiani Under23 è che gareggiano quasi sempre in gare di bassa qualità. Prendiamo ad esempio gli under sloveni, che numericamente sono molto meno di quelli italiani e non hanno a disposizione un calendario nazionale così ricco, per cui sono "costretti" a misurarsi spesso contro degli atleti, magari qualche vecchia gloria, parecchio scafati. Prendiamo ad esempio Jan Polanc; per tre anni ha militato nella Radenska e all'età di 19 ha avuto la possibilità di confrontarsi contro atleti professionisti al Giro di Slovenia, al GP. Kranj, alla Coppa Placci ed al Padania, vecchi marpioni come Miki Rasmussen e Andonov Petrov oppure talenti mancati come ramus Guldhammer. Quanti under italiani al primo anno possono vantare una simile esperienza?


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Salvatore77
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

Winter ha scritto:
Salvatore77 ha scritto:
MagliaRossa ha scritto:io credo che velò abbia centrato il problema: oggi (e non solo in Italia) il ciclismo non è uno sport che un genitore fa praticare volentieri a un ragazzino. E' pericoloso, viene associato (a torto o a ragione) alle "droghe", in più l'ambiente (almeno da noi) è parecchio gretto e provinciale.
Inoltre si guadagna poco e soprattutto quelli che riescono a vivere di ciclismo sono pochissimi, rispetto ad esempio al calcio.
Non si pratica nelle scuole.
In molte zone d'Italia non ci sono squadre giovanili e corse.
ma in media è più facile diventare pro nel ciclismo che nel calcio
In media intendi la percentuale di professionisti rispetto al numero di praticanti?
E' ovvio, perchè quello che praticano il ciclismo sono molto meno rispetto a quelli che praticano il calcio.
Il problema è proprio quello, allargare la base.


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Winter
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Winter »

Esatto
guarda austria o slovenia
grosso modo due pro x ogni annata di nascita
venti juniores..x annata
vuol dire che hanno una possibilità su dieci di passare pro
l Italia è simile
uno su quindici..uno su 18

Nel calcio ne hai una su 5 mila. .forse


Mad
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Mad »

Winter ha scritto: Io non son così ottimista
ad ogni internazionale vincono gli stranieri..
o le due corazzate

Domenica gp del marmo.. 4 stranieri

Vediamo le prossime corse

Mi sembra che gli junior se l possono giocare
gli under sono dietro
Vediamo tra qualche anno se tutti questi che dominano continueranno a farlo, Mohoric ha vinto tre mondiali di fila ma appena è passato si sono accorti dai test che era molto sfruttato, infatti non mi sembra che sino ad oggi abbia combinato granché.

O anche, restando tra i nostri confini, mi viene in mente la tripletta al mondiale Juniores del 2007, se penso dove sono finiti adesso...

E' sbagliato basare le proprie aspettative solo sugli ordini d'arrivo, anche se sicuramente la maggioranza dei tecnici tra i prò terrà conto maggiormente del palmares.


Winter
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Winter »

Il problema è che pure i nostri son molto sfruttati
corrono magari meno degli altri però son preparati come dei pro

È diventato molto complicato riuscire a capire se , uno dei nostri , fa risultati perché a talento o perché è già un pro..


Mad
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Mad »

Winter ha scritto:Il problema è che pure i nostri son molto sfruttati
corrono magari meno degli altri però son preparati come dei pro

È diventato molto complicato riuscire a capire se , uno dei nostri , fa risultati perché a talento o perché è già un pro..
Trovo che sia necessario portare ad un livello alto un atleta U23, anche perché non si può pensare che passi solo sulla parola e/o senza esperienza di quando la corsa entra nel vivo. Non è semplice capire se uno è sfruttato, anche se comunque le squadre dove è transitato ci possono dire qualcosa, storicamente le teste che dirigono le squadre sono sempre le stesse così come i loro metodi e convinzioni.

Sul fatto che i nostri corrano meno degli altri non sono molto daccordo, probabilmente fanno meno giorni di gare a tappe ma i giorni complessivi di corsa potrebbero anche essere superiori.


Winter
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Winter »

Mi sembra impossibile
ci son troppo poche corse

Vent'anni fa t do ragione. Facevano 70..80 gare

Valentin madouas è il più forte under 23 francesi
a oggi è a 21 giorni

Mathieu burgaudeau il più forte 1 anno
è a 23

I nostri molti meno

Al 25 aprile avevo contato 45 gare disputate in tutta Italia. .
in Piemonte una gara
in Lombardia sei..

Non c è l possibilità di correre tanto


Salvatore77
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

Lo sfruttamento esiste ma è frutto più della preparazione che delle gare.
Va detto che è più probabile che un corridore che vince da under 23 vinca anche tra i professionisti che il contrario.
Capisco le perplessità sullo sfruttamento ma come si fa?


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Fabian von Paterberg
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Fabian von Paterberg »

Mi associo a veló, la soluzione per allargare la base è la creazione di una rete di infrastrutture che permettano di garantire maggior tranquillità e sicurezza ai genitori e al bambino e dar loro un maggior numero di competizioni in cui gareggiare. Dopo di che raggiunta una certa età i ragazzi si possono inserire su strada con maggior facilità.
Chi lo fa fare ad una mamma di mettere il figlio su una bicicletta per strada quando ancora il bambino non ha ben chiaro quale sport gli piaccia davvero? Molto meglio mandarlo a calcio, tennis, basket.. poi il bambino si diverte e al ciclismo non ci pensa nemmeno più.


Questa è stata la battaglia più grande della mia carriera. C.Froome, May 26th, 2018
2016 argento ITT Doha
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xwait
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da xwait »

MagliaRossa ha scritto:il ciclismo non è uno sport che un genitore fa praticare volentieri a un ragazzino. E' pericoloso
Piste di BMX, mountain bike, pista (tre sport olimpici!), ciclocross...i settori dove bisogna investire.
Sport che non si svolgono su strade aperte e che devono essere approcciati, perche' no, anche come un divertimento.

Altrimenti avremo U23 agonisti che corrono piu' dei professionisti, in gare del campanile tutte piu' o meno con la stessa altimetria e che quando passano prof sono gia' stufi di pedalare :(

BTW, almeno ci fossero in Italia le squadre vivaio delle nostre WT, come gia' fanno molte squadre WT straniere.
Ah gia', dimenticavo. L'Italia non ha piu' squadre WT... :aureola:

Intanto, al Giro100, vedo che ad oggi non hanno ancora vinto ne squadre italiane (due presenti) e nemmeno corridori italiani (meno di 50 al via).
Senza contare che i detentori delle quattro maglie sono, sempre oggi, tutti stranieri :uhm:


Confidando che RaiPlay non mostri più il vincitore di corsa nell'immagine di anteprima... :yoga:
Marco Gaviglio
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Marco Gaviglio »

ad ogni modo, valutare lo stato di salute del ciclismo italiano dal numero di vittorie di tappa al Giro o dai piazzamenti nelle classiche è fuorviante: i numeri di per sé sarebbero impietosi, ma vanno contestualizzati e ad esempio, per quanto riguarda le classiche, data l'età media molto bassa degli italiani protagonisti direi che sia stata una delle primavere migliori da molti anni a questa parte. E per quanto riguarda il Giro, viste le assenze di Ulissi, Felline e Colbrelli e lo stato di salute di Nizzolo mi chiedo cosa ci si potesse aspettare di diverso. Per me non è nemmeno detto che si riesca a vincere una tappa da qui a Milano, ma ciò non influirebbe più di tanto sulla valutazione che posso avere del nostro movimento. Anzi: non è che una vittoria estemporanea di un carneade Bardiani (o Wilier) che va in fuga, sposterebbe più di tanto l'ago della bilancia. Né la presenza di Androni e Nippo, da questo punto di vista, avrebbe aggiunto granché (tra tutte e due le squadre, l'unico ragazzo che sarebbe stato interessante testare era Cattaneo).

Ma dico di più: nemmeno l'eventuale maglia rosa finale di Nibali, o una solida top 10 di Pozzovivo! Sono corridori nel pieno (se non oltre) la loro maturità, che si sa quello che valgono, piuttosto allora mi interessa di più vedere quel che combina Formolo nell'ultima settimana, o se Mareczko riesce a battere Gaviria oggi a Tortona. Ma in generale, appunto, non sono i singoli risultati quelli su cui basare una valutazione: prova ne è il 2014, che a livello di classiche era stato uno dei peggiori anni di sempre, ma poi tutto è passato in cavalleria con l'esplosione di Aru al Giro e la vittoria di Nibali al Tour. Dalle parti della Fci sono partiti i caroselli, e non ci si è reso conto (o si è voluto furbescamente mettere sotto il tappeto) il fatto che a basare le valutazioni sui risultati di uno o due corridori, allora uno dei "movimenti ciclistici più importanti al mondo" sarebbe quello slovacco.

È verissimo quanto scritto da molti utenti rispetto all'impoverimento del panorama giovanile italiano, o quanto ricordato ieri al Processo da Cassani (la scomparsa di gare a tappe tra gli under 23) e su questo bisogna intervenire; ma tutto questo non impedisce di dire che il problema non è solo alla base ma anche al vertice, e cioè l'assenza di squadre WT, perché questo alla lunga priverà il movimento di uno sbocco fisiologico al professionismo, e quindi senza quello sbocco sarà anche difficile raddrizzarlo dalla base, il movimento.

(e davvero, con tutto quello che Segafredo o Mediolanum o Enel e altri marchi spendono per fare pubblicità al Giro, credo che si potrebbe mettere su un budget per una WT decente)


Winter
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Winter »

Oggi prima vittoria straniera ad oropa

Primo under 33 italiano..20 Formolo
Scalatori spariti
sprinter idem
cronomen inesistenti
zero tappe vinte


Salvatore77
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

Magari vinciamo domani, una bella fuga come si deve.


1° Tour de France 2018
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Winter
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Winter »

Speriamo

Ci son ancora tanti appassionati


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Camoscio madonita
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Camoscio madonita »

Ci sarebbe ancora il tanto bistrattato Aru, anche se sono io il primo a non ritenerlo alla'altezza di un Nibali.
Formolo magari cresce ancora, è giovane: sta di fatto che oltre la fiammata di LA Spezia all'esordio e il bel numero della Liegi quest'anno, è sempre stato in lotta per posizioni di rincalzo...insomma ci vorrebbe un altro segnale confortante.
Per il futuro c'è Moscon, speriamo in Ganna anche su strada e sul giovane Albanese di cui si parla un gran bene.

Ad oggi però il bilancio del Giro dice ancora zero, ed è di una tristezza incredibile


Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto, ma il primo vero amore non si scorda mai: Merano-Aprica, 5 giugno 1994.
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antani
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da antani »

Camoscio madonita ha scritto:Ci sarebbe ancora il tanto bistrattato Aru, anche se sono io il primo a non ritenerlo alla'altezza di un Nibali.
Formolo magari cresce ancora, è giovane: sta di fatto che oltre la fiammata di LA Spezia all'esordio e il bel numero della Liegi quest'anno, è sempre stato in lotta per posizioni di rincalzo...insomma ci vorrebbe un altro segnale confortante.
Per il futuro c'è Moscon, speriamo in Ganna anche su strada e sul giovane Albanese di cui si parla un gran bene.

Ad oggi però il bilancio del Giro dice ancora zero, ed è di una tristezza incredibile
Per me Aru al Tour le prenderà a ripetizione e potrebbe un po affondarlo morlmete ( spero di sbagliarmi) sugli altri nei Gt non vedo nulla ma proprio nulla


"Sicuramente serve il 25"
~ Davide Cassani su qualsiasi salita
Mad
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Mad »

Winter ha scritto:Mi sembra impossibile
ci son troppo poche corse

Vent'anni fa t do ragione. Facevano 70..80 gare

Valentin madouas è il più forte under 23 francesi
a oggi è a 21 giorni

Mathieu burgaudeau il più forte 1 anno
è a 23

I nostri molti meno

Al 25 aprile avevo contato 45 gare disputate in tutta Italia. .
in Piemonte una gara
in Lombardia sei..

Non c è l possibilità di correre tanto

Penso che i velocisti non siano lontani dalle 20 gare disputate ad oggi e senza aver ancora fatto gare a tappe. Si corre meno di una volta ma questo vale anche per i pro. Un under che ha fatto 40 (?) giorni di corse senza gare tappe, ha corso più o meno, in proporzione, di un prof del WT?


Winter
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Winter »

Sì ma non servono a niente quei 40 giorni con circuiti piatti e il treno
a nulla

Per un velocista sarebbe meglio vincere volate su percorsi più selettivi e quasi senza squadra
non le volate di gruppo da 80 corridori

20 gg di circuiti non è uguale a 20 con due corse a tappe di cinque giorni
c è una bella differenza in peggio
uno corre una volta alla settimana
e il resto si allena

La resistenza ? Quella te la danno le corse a tappe

Nei prossimi il 90 per cento delle corse sono a tappe
tanti dei nostri passano pro con 3 o 4 corse a tappe corse in tutta l carriera under
normale che fatichino più degli altri


Mad
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Re: Il ciclismo italiano su strada prossimo venturo

Messaggio da leggere da Mad »

Winter ha scritto:Sì ma non servono a niente quei 40 giorni con circuiti piatti e il treno
a nulla

Per un velocista sarebbe meglio vincere volate su percorsi più selettivi e quasi senza squadra
non le volate di gruppo da 80 corridori

20 gg di circuiti non è uguale a 20 con due corse a tappe di cinque giorni
c è una bella differenza in peggio
uno corre una volta alla settimana
e il resto si allena
Concordo con te che le giornate di corsa fatte con le gare a tappe abbiano un altra valenza, ma nemmeno possiamo considerare i circuiti piatti zero assoluto, anche solo per la frequenza con cui vengono proposti e per i km di viaggio che alcuni si devono sobbarcare. Per aumentare le gare tappe gli organizzatori potrebbero unire le loro gare singole, anche se è evidente che non si possono mettere daccordo tutti.


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