herbie ha scritto:Ci dimentichiamo sempre che tra il ciclismo di solo 15 anni fa e quello di oggi c'è una DIFFERENZA ABISSALE nell'efficienza delle bici. Oggi abbiamo quasi 2 chili in meno rispetto a solo 15 anni fa, e circa 4 in meno rispetto all'epoca di Coppi. E tutti i componenti meccanici sono molto sensibilmente più scorrevoli, per non parlare del peso e dell'aerodinamicità delle ruote. I 3000 metri di dislivello di oggi su asfalti perfetti non corrispondono che ad un migliaio scarso di qualche anno fa. Guardate gli amatori: gente anche ultracinquantenne che fa le ultramaratone con 6000 metri di dislivello. Solo 20 anni fa non ci provavano neanche, oggi i 250 km. e 5000 metri di dislivello sono distanze che fanno tutti, non rappresentano più l'eccezione. Le bici da 6 chili e mezzo hanno cambiato questo sport e bisogna capirlo, almeno quanto l'abbandono delle racchette di legno bel tennis. E' quasi, purtroppo, un altro sport. Le pendenze stesse non sono più selettive per un professionista se non quando toccano e superano il 10% oppure in fondo a tappe con dislivello molto elevato, oppure in alta quota, oppure con condizioni atmosferiche estreme.
Non sono per nulla d'accordo. Per quanto attiene alle bici, il grosso della rivoluzione è dovuto piu' ai profili (e, di conseguenza, alla distribuzione del peso) delle ruote nonchè all'architettura dei telai che ad altro, ma questa è solo una precisazione. Il peso (che non sia quello delle ruote) ha si' un suo impatto ma lievemente inferiore. Per dire che, comunque, su questo hai certamente ragione. Dove non sono d'accordo è quando dici che le salite non sono piu' selettive: non sono selettive perchè si corre in maniera diversa, perchè ci si prepara in maniera diversa, perchè si usano rapporti ridicoli. E' un fatto che una salita da 39x17 come lo Stelvio viene percorsa con un 39x21 o anche peggio. Se la memoria non mi tradisce, Coppi saliva con un 49 (non era possibile avere una corona piu' piccola) x 18/20.
E' ovvio che, con rapporti cosi' agili come quelli in uso oggi, essendo in tanti a poterli spingere, si formano gruppetti e stare a ruota diventa una goduria. Della migliore distribuzione del peso sulle ruote e della sua riduzione aveva goduto anche Pantani ma la differenza lui la faceva con il rapporto, come è ovvio.
Ho detto qualche tempo fa che il ciclismo è forse l'unico sport in cui le prestazioni generali sembrano scadere a differenza di tutte le altre discipline e non occorre grande scienza per vederlo: nel '49, Magni vinse il Giro delle Fiandre (270 km) ai 36,5 di media. A parte i 7 o 8 kg in piu' nella bici, ruote che pesavano 3 volte quelle di oggi, concentrazione delle masse sul mozzo (esattamente il contrario di quel che si deve), la bici di Magni aveva il cambio a bacchette poste sulla forcella posteriore; cambiare voleva dire smettere di pedalare, fare scendere (o salire) la catena, dare due colpi di pedale indietro e rimettersi a spingere con il terrore che la catena uscisse, come in effetti accadeva nel 30% dei casi. Capisci anche tu che, affrontare i muri in quelle condizioni era uno scenario assai differente rispetto ad oggi: ciononostante, la media di oggi è piu' elevata di appena 3/4 km ora.
Merckx fece il record dell'ora dopo avere vinto Sanremo, Giro, Tour e non so che altro nello stesso anno. Chi potrebbe permettersi oggi di fare le classiche, Giro e Tour (ho detto "fare" non vincere) e poi battere il record di Merckx ? Togliti lo sfizio, vai a guardarti le medie generali di Giro e Tour negli anni: pensi che i 2/3 km/hr in piu' odierni siano giustificati, a fronte di quello sconquasso di rivoluzione tecnologica che tu stesso hai descritto ? Io ti dico, per averlo sperimentato su di me e anche, se mi si permette, sulla base di un modestissimo calcolo, che la bicicletta di oggi offre un miglioramento valutabile attorno al 20-30% sulle bici degli anni '60 (onwards) e, probabilmente del 30/40% rispetto agli anni precedenti il 1960. Vedi analogo miglioramento nelle prestazioni cei corridori ciclisti ?
Non mi si venga a dire che la media generale "non è un parametro significativo". Balle! Balle della piu' bell'acqua perchè una media "basale" in una corsa ciclistica (quella media del gruppo in condizioni di trasferimento, al minimo dello sforzo) dovrebbe essere, come minimo, 7/8 km superiore a quella degli anni '60. Il problema, ragazzi, è che voi non avete idea delle velocità che i professionisti mulinavano in salita in quegli anni. La salita: era proprio quello il grande ostacolo che i giovani trovavano nel passaggio da dilettanti a pro. Ragazzi fortissimi tra i dilettanti, rimbalzavano letteralmente all'indietro alle prime gare tra i pro. A tutti i piu' forti, e non solo, era dato di passare professionista ed infatti, ogni anno, ne passavano sempre sulla trentina, tanto venivano immediatamente selezionati dalle difficoltà che incontravano sulle salite. Per dire, Cavendish e Phinney di certo non sarebbero nemmeno passati. Le salite che oggi fanno ai 20 all'ora, venivano affrontate ai 25/30 all'ora, con delle padelle che non si usano piu' nemmeno in pianura.
E' cambiato tutto, vero, ma di certo non in meglio.