Alex Zulle e Abraham Olano

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Il Complottista
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Alex Zulle e Abraham Olano

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Associati a Indurain per le crono , con Olano addirittura chiamato in Banesto al suo posto dopo il ritiro
Entrambi vincitori della Vuelta ( 2 e 1 )
Uno sul podio due volte al Tour ( secondo ) e l'altro del Giro ( secondo e terzo con un giorno in rosa)
E lo spagnolo campione del mondo nel 1995 togliendo a Miguelon quel mondiale che ha sempre mancato
Olano , tolto il Giro 1996 , non ha mai lottato realmente per la vittoria
Zulle fece molto bene al Tour 1995 e nel 1999 accumulo 6'00 da Armstrong in una delle prime tappe , riuscendo a fare comunque secondo
Anche se la delusione più grande è il Giro del 1998 , quandò in salita evaporò letteralmente e uscì di classifica in una corsa che lo vide protagonista assieme a Pantani e Tonkov saltando a Montecampione
Erano davvero dei predestinati o le valutazioni degli addetti ai lavori erano totalmente sbagliate ?
Che cosa è mancato per affermarsi ?
Personalmente ho ritenuto Olano overrated di brutto mentre su Zulle meno ma l'etichetta di nuovi Indurain ha finito con il stritolarli entrambi


dietzen
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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zulle più forte di olano, penso anche abbastanza nettamente.
nessuno dei due credo fosse un predestinato in senso stretto, hanno lavorato molto per affermarsi (soprattutto olano) in un decennio dove gli specialisti del cronometro andavano per la maggiore.
a posteriori direi pure che per nessuno dei due si può parlare di vera delusione.
zulle ha vinto tanto, è stato per parecchi anni al top, gli è mancato essenzialmente il tour.
fa parte di quella ristretta cerchia di corridori che avrebbero potuto vincerlo come non vincerlo, nel senso che dipende un po' dall'anno, dallo sviluppo della corsa, dagli avversari. succede.
ha perso anche una vuelta per la miopia.
olano lo reputo inferiore perché mentre lo svizzero ha avuto anche grandi giornate in montagna, lo spagnolo lo ricordo più a difendere il vantaggio raccolto a crono.
inoltre al tour, sulla carta perfetto per le sue caratteristiche, ha raccolto qualche piazzamento ma non è mai stato davvero in lizza per la vittoria.
ma anche per lui non parlerei di delusione (sempre oggi, a posteriori, potendo rivedere le carriere ormai in prospettiva). ha raccolto il massimo di quel che poteva.
lui probabilmente ha subito la pressione di dover essere il nuovo indurain, per la somiglianza fisica e tecnica, ma erano oggettivamente troppo distanti.
come per altri corridori spagnoli, penso che anche lui fosse stato ad esempio belga, sarebbe diventato un gran corridore da classiche, potente sul passo e pure con un buono sprint.


Salvatore77
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Zuelle più forte di Olano? Decisamente si.

Olano come erede di Indurain lo è stato psoprattutto per la nazionalità, ma in sostanza Olano in salita andava decisamente piano, rispetto a molti. In un'edizione del Tour, si aveva la sensazione che Olano non fosse il più forte in salita nemmeno della sua sqaudra, ma i gradi di capitano lo hanno portato ad essere avanti in classifica senza mai impensierire i vertici.

Se invece dovessi pensare ad un corridire che più somigliava a Indurain, direi senza dubbio Rominger, che dopo il secondo posto al Tour del 1993 ha avuto purtroppo una buona dose di sfortuna. Il suo palmares è anche migliore a quello di Zuelle e non di poco, vista anche la vittoria al Giro e i due Giri di Lombardia.


1° Tour de France 2018
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lucks83
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Salvatore77 ha scritto:Zuelle più forte di Olano? Decisamente si.

Olano come erede di Indurain lo è stato psoprattutto per la nazionalità, ma in sostanza Olano in salita andava decisamente piano, rispetto a molti. In un'edizione del Tour, si aveva la sensazione che Olano non fosse il più forte in salita nemmeno della sua sqaudra, ma i gradi di capitano lo hanno portato ad essere avanti in classifica senza mai impensierire i vertici.

Se invece dovessi pensare ad un corridire che più somigliava a Indurain, direi senza dubbio Rominger, che dopo il secondo posto al Tour del 1993 ha avuto purtroppo una buona dose di sfortuna. Il suo palmares è anche migliore a quello di Zuelle e non di poco, vista anche la vittoria al Giro e i due Giri di Lombardia.
Negli anni 90 i nuovi Indurain nascevano come i funghi secondo gli addetti ai lavori. La realtà è che la differenza tra loro e Miguel era che il Navarro era fortissimo anche in salita. Più di una volta al Tour riuscì a staccare anche Pantani,incenerendolo con un passo forsennato. Chi si ricorda di Hautacam 1994 o la Plagbe 1995? Autentici show del navarro. Detto questo zulle per me è stato più forte di Olano, che in salita si difendeva solamente mentre lo svizzero, soprattutto a tour e vuelta, in salita ottenne dei bei successi. A crono si equivalevano più o meno. Il più simile a Indurain, come detto qui sopra, fu Rominger. Che tra l'altro ha un palmares persino più ampio. Gli è mancato il Tour e ha avuto anche una bella dose di sfortuna, un virus nel 1994 e mi pare forature varie nelle crono del 1993. Credo comunque che non avrebbe battuto Indurain. Menzione finale per un corridore dalla classe sopraffina, ma dalla scarsa attitudine a soffrire,soprattutto in allenamento. Uno con l'eleganza di Berzin in bicicletta a crono non l'ho più visto.
Spiace che a soli 26 anni imbocco' la parabola discendente di una carriera che poteva essere luminosa.


Marco Gaviglio
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Ricordo che una decina d'anni fa Auro Bulbarelli aveva pronosticato Luis Leon Sanchez come nuovo Indurain :D
a sua discolpa, in quegli anni il ragazzo prometteva molto bene per le gare a tappe, poi la sua carriera ha preso un'altra piega, e da questo punto di vista è stato intelligente lui a riciclarsi in cacciatore di tappe, piuttosto che rassegnarsi a diventare corridore da top 15 come un Monfort qualunque.


dietzen
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Marco Gaviglio ha scritto:Ricordo che una decina d'anni fa Auro Bulbarelli aveva pronosticato Luis Leon Sanchez come nuovo Indurain :D
a sua discolpa, in quegli anni il ragazzo prometteva molto bene per le gare a tappe, poi la sua carriera ha preso un'altra piega, e da questo punto di vista è stato intelligente lui a riciclarsi in cacciatore di tappe, piuttosto che rassegnarsi a diventare corridore da top 15 come un Monfort qualunque.
LLS in effetti era quotatissimo da dilettante e nei primi anni da prof.
ad esempio lejarreta (ai tempi ds della liberty seguros) parlava dei due futuri grandi campioni del ciclismo spagnolo che avevano in squadra: LLS e contador.
poi uno è stato davvero un fenomeno e l'altro ha fatto la sua buona carriera, ma senza mantenere le promesse.
LLS paga secondo me non essere specialista in nulla. in salita non è mai stato fortissimo, nemmeno nei suoi anni migliori, e a crono forte sì ma mai abbastanza da recuperare in vista delle montagne.

so che già l'ho scritto per olano poco sopra e paio un disco rotto... :hammer: ma LLS secondo me poteva essere un grandissimo corridore da classiche.
scaltro, veloce, forte sul passo e sugli strappi.
penso avrebbe potuto dire la sua anche sulle pietre. nei primi due anni da prof lo portarono a correre la tre giorni di la panne e lui finì entrambe le volte nei primi cinque. segno che aveva una certa predisposizione anche per quelle corse.
però da buon spagnolo ha preferito tentare le gare a tappe, ma sulle salite dure non è mai stato competitivo ad alti livelli.


Marco Gaviglio
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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beh ma in realtà LLS nelle corse di una settimana di fine anni duemila era uno dei migliori, poi non ha mai fatto quello scatto in più per essere competitivo anche sulle grandi montagne e quindi nei GT, ma non so nemmeno quanto potrebbe aver potuto combinare nelle classiche*, se intendiamo quelle ardennesi dove serve quella cacchio di esplosività che nemmeno lui ha, o che quantomeno non ha ai livelli di quelli che sarebbero stati i suoi rivali (Valverde, Purito, Gilbert, Dan Martin).

Poi oh, a me Sanchez stra-piace, probabilmente però anche lui avrebbe vinto molto di più nel ciclismo di qualche anno fa: negli anni '90 credo che avrebbe potuto fare delle solide top ten nei grandi giri infarciti di cronometro (perché a crono da giovane andava anche forte, poi credo che una volta riconvertitosi in cacciatore di tappe abbia semplicemente smesso di curare la specialità, ma ogni tanto qualche bella prova la tira fuori ancora), e pure nelle classiche gli avrebbe detto meglio correre in anni in cui la selezione avveniva prima degli ultimi 300 metri dell'ultimo muro. E se tutte le corse fossero a 5-6 corridori come lo sono solo le Olimpiadi, penso sarebbe uno dei corridori più forti in circolazione, perché ha fondo e non ha paura di attaccare anche da lontano, ed è davvero completo su tutti i terreni.

* sulla sua possibile metamorfosi in classicomane hanno pesato anche i casini avuti col doping negli anni in Rabobank/Belkin, nelle stagioni centrali della sua carriera, che lo hanno pure portato a dover scendere un anno tra le Professional non trovando altri che gli dessero fiducia, altrimenti credo che, più ancora di una Liegi, avrebbe potuto dire la sua in un Lombardia e rivincere San Sebastian.


giorgio ricci
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Si assomigliavano, ma non troppo Zulle e Olano. Zulle era più forte. Aveva più recupero e andava forte in salita. Nella tappa di La plagne al Tour 95 fece un gran numero. Olano su quei livelli non l'ho mai visto. Era pesante e in salita soffriva da morire.


krea
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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dietzen ha scritto:
Marco Gaviglio ha scritto:Ricordo che una decina d'anni fa Auro Bulbarelli aveva pronosticato Luis Leon Sanchez come nuovo Indurain :D
a sua discolpa, in quegli anni il ragazzo prometteva molto bene per le gare a tappe, poi la sua carriera ha preso un'altra piega, e da questo punto di vista è stato intelligente lui a riciclarsi in cacciatore di tappe, piuttosto che rassegnarsi a diventare corridore da top 15 come un Monfort qualunque.
LLS in effetti era quotatissimo da dilettante e nei primi anni da prof.
ad esempio lejarreta (ai tempi ds della liberty seguros) parlava dei due futuri grandi campioni del ciclismo spagnolo che avevano in squadra: LLS e contador.
poi uno è stato davvero un fenomeno e l'altro ha fatto la sua buona carriera, ma senza mantenere le promesse.
LLS paga secondo me non essere specialista in nulla. in salita non è mai stato fortissimo, nemmeno nei suoi anni migliori, e a crono forte sì ma mai abbastanza da recuperare in vista delle montagne.

so che già l'ho scritto per olano poco sopra e paio un disco rotto... :hammer: ma LLS secondo me poteva essere un grandissimo corridore da classiche.
scaltro, veloce, forte sul passo e sugli strappi.
penso avrebbe potuto dire la sua anche sulle pietre. nei primi due anni da prof lo portarono a correre la tre giorni di la panne e lui finì entrambe le volte nei primi cinque. segno che aveva una certa predisposizione anche per quelle corse.
però da buon spagnolo ha preferito tentare le gare a tappe, ma sulle salite dure non è mai stato competitivo ad alti livelli.
Mi viene da fare un parallelismo con Moscon, per quanto riguarda il giovane LLS. Ecco, spero che Gianni non ceda la tentazione di provare i GT


Pantani the best
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Su chi fosse migliore tra i 2 non ci si dovrebbe nemmeno porre il quesito, due corridori da Gt appartenenti però a galassie differenti.

Zulle nelle versioni buone costituiva una minaccia per tutti anche in salita, Olano invece in salita come disse una volta il giornalista Cristiano Gatti "Se con Pantani hai la matematica certezza che in montagna attaccherà, con Olano hai la matematica certezza che in montagna si staccherà". E per me anche come cronoman l'elvetico era superiore, seppur ovviamente nella specialità la differenza fosse minima.

Lo spagnolo in carriera come maggiori frecce al proprio arco ha un mondiale in linea vinto grazie al gioco di squadra imposto dalla marcatura che gli avversari attuarono sul compagno Indurain, ma non era minimamente il più forte quel giorno su quel percorso, e la Vuelta 1998 che avrebbe quasi certamente vinto Jimenez se non fosse stato un suo compagno di squadra, quindi come tale pur vincendo 4 tappe di montagna fu costretto a piegarsi alla condotta di gara della Banesto volta a proteggere il capitano Olano in salita.

Zulle invece ha solo avuto la sfortuna d'imbattersi contro la migliore versione di Indurain(Tour 1995) e quella causatagli dalla spada di Damocle nella tappa del Passage du Gois dove perse minuti importanti all'interno di un Tour(1999) dove successivamente rivaleggiò quasi alla pari con Armstrong, altrimenti forse un Tour l'avrebbe anche potuto vincere(ricordiamoci che perse per ritiro anche quelli 1997 e 1998 causa cadute e scandalo Festina).

PS
Di Olano andrebbe sottolineato, a giudicare dalle sue scalate sul Mortirolo nel 96 e sull'Angliru nel 99, che a dispetto della mole paradossalmente in salita era più competitivo in quelle dalla pendenza estrema rispetto a quelle più pedalabili che come tali in teoria avrebbero dovuto essere più congeniali alle sue caratteristiche.


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nino58
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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In discesa era meglio Olano :angelo:


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Abruzzese
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Pantani the best ha scritto: domenica 31 dicembre 2023, 10:15 Zulle invece ha solo avuto la sfortuna d'imbattersi contro la migliore versione di Indurain(Tour 1995) e quella causatagli dalla spada di Damocle nella tappa del Passage du Gois dove perse minuti importanti all'interno di un Tour(1999) dove successivamente rivaleggiò quasi alla pari con Armstrong, altrimenti forse un Tour l'avrebbe anche potuto vincere(ricordiamoci che perse per ritiro anche quelli 1997 e 1998 causa cadute e scandalo Festina).
Al di là di Pantani, Alex Zülle forse è l'unico corridore che posso dire di aver tifato da ragazzino. Sarà stata magari anche la debacle di Montecampione a farmelo restare simpatico ma lo apprezzavo anche per quell'alternanza tra prestazioni eccelse e cedimenti rovinosi.

Probabilmente, in quanto a costanza di rendimento, se si tiene conto dei 6 minuti persi ad inizio Tour nell'edizione del 1999 si vide il miglior Zülle di sempre. Se non ricordo male in salita ebbe solo una giornata un po' più difficile verso Piau Engaly nel giorno che vinse Escartin, in cui Armstrong mi pare che non volle affondare il colpo, avendo già un enorme vantaggio. Tra l'altro l'elvetico era arrivato al Tour dopo aver corso una decina di giorni di Giro d'Italia (i sette mesi di squalifica relativi alla vicenda Festina terminarono ad aprile) in cui si mise per lo più a disposizione di Jimenez e dove visse la giornata migliore proprio sul Gran Sasso, dove terminò al terzo posto proprio alle spalle di Pantani e del Chava.

Dopo il Tour, in settembre andò a disputare anche la Vuelta ma le sue ambizioni di classifica terminarono già alla quinta tappa con arrivo a Ciudad Rodrigo: se ben ricordo cadde vittima di una trappola orchestrata dagli Once di Olano (che in quella tappa giunse secondo in volata alle spalle di Ullrich) che lo mandò in grossa difficoltà sulle non impossibili ascese del Portillo e del Monsagro, perdendo 5 minuti e mezzo. Accantonate quindi le ambizioni di classifica, Zülle si rifece con gli interessi nella tappa che terminava ad Andorra Arcalis, imponendo un ritmo sostenuto sulla Rabassa per favorire Jimenez e Piepoli e che mandò al tappeto Olano (che al momento indossava la maglia oro). Quel giorno vinse Igor Gonzales De Galdeano, che di quella Vuelta vinse a sorpresa il prologo e che non riuscì mai più a ripetersi (nonostante le top ten al Tour) ai livelli di quella edizione, e Ullrich indossò la maglia oro, mantenendola fino a Madrid dopo averla suggellata con la vittoria nella cronometro del penultimo giorno. A livello personale invece, lo svizzero si consolò con la vittoria parziale ottenuta nell'arrivo in salita a Castellar del Riu dopo essere andato in fuga da lontano ed essere riuscito a staccare Nicola Miceli nell'ultimo chilometro d'ascesa.

A parte il prologo della Vuelta vinto l'anno successivo, Zülle però non riuscì più a lottare concretamente neppure per un podio di un grande giro, tanto che gli ultimi sprazzi di classe li ebbe al Giro di Svizzera del 2002, quando indossava la maglia del Team Coast (in quella stagione vinse anche la Vuelta Valenciana con un successo di tappa, una tappa in Algarve e due tappe al Romandia).


"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")

"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
Pantani the best
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Abruzzese ha scritto: martedì 2 gennaio 2024, 18:48
Pantani the best ha scritto: domenica 31 dicembre 2023, 10:15 Zulle invece ha solo avuto la sfortuna d'imbattersi contro la migliore versione di Indurain(Tour 1995) e quella causatagli dalla spada di Damocle nella tappa del Passage du Gois dove perse minuti importanti all'interno di un Tour(1999) dove successivamente rivaleggiò quasi alla pari con Armstrong, altrimenti forse un Tour l'avrebbe anche potuto vincere(ricordiamoci che perse per ritiro anche quelli 1997 e 1998 causa cadute e scandalo Festina).
Al di là di Pantani, Alex Zülle forse è l'unico corridore che posso dire di aver tifato da ragazzino. Sarà stata magari anche la debacle di Montecampione a farmelo restare simpatico ma lo apprezzavo anche per quell'alternanza tra prestazioni eccelse e cedimenti rovinosi.

Probabilmente, in quanto a costanza di rendimento, se si tiene conto dei 6 minuti persi ad inizio Tour nell'edizione del 1999 si vide il miglior Zülle di sempre. Se non ricordo male in salita ebbe solo una giornata un po' più difficile verso Piau Engaly nel giorno che vinse Escartin, in cui Armstrong mi pare che non volle affondare il colpo, avendo già un enorme vantaggio. Tra l'altro l'elvetico era arrivato al Tour dopo aver corso una decina di giorni di Giro d'Italia (i sette mesi di squalifica relativi alla vicenda Festina terminarono ad aprile) in cui si mise per lo più a disposizione di Jimenez e dove visse la giornata migliore proprio sul Gran Sasso, dove terminò al terzo posto proprio alle spalle di Pantani e del Chava.

Dopo il Tour, in settembre andò a disputare anche la Vuelta ma le sue ambizioni di classifica terminarono già alla quinta tappa con arrivo a Ciudad Rodrigo: se ben ricordo cadde vittima di una trappola orchestrata dagli Once di Olano (che in quella tappa giunse secondo in volata alle spalle di Ullrich) che lo mandò in grossa difficoltà sulle non impossibili ascese del Portillo e del Monsagro, perdendo 5 minuti e mezzo. Accantonate quindi le ambizioni di classifica, Zülle si rifece con gli interessi nella tappa che terminava ad Andorra Arcalis, imponendo un ritmo sostenuto sulla Rabassa per favorire Jimenez e Piepoli e che mandò al tappeto Olano (che al momento indossava la maglia oro). Quel giorno vinse Igor Gonzales De Galdeano, che di quella Vuelta vinse a sorpresa il prologo e che non riuscì mai più a ripetersi (nonostante le top ten al Tour) ai livelli di quella edizione, e Ullrich indossò la maglia oro, mantenendola fino a Madrid dopo averla suggellata con la vittoria nella cronometro del penultimo giorno. A livello personale invece, lo svizzero si consolò con la vittoria parziale ottenuta nell'arrivo in salita a Castellar del Riu dopo essere andato in fuga da lontano ed essere riuscito a staccare Nicola Miceli nell'ultimo chilometro d'ascesa.

A parte il prologo della Vuelta vinto l'anno successivo, Zülle però non riuscì più a lottare concretamente neppure per un podio di un grande giro, tanto che gli ultimi sprazzi di classe li ebbe al Giro di Svizzera del 2002, quando indossava la maglia del Team Coast (in quella stagione vinse anche la Vuelta Valenciana con un successo di tappa, una tappa in Algarve e due tappe al Romandia).
Si la carriera ad alti livelli dello svizzero di fatto come dici terminò con quel secondo posto al Tour nel 99, corsa che probabilmente senza quell'episodio per lui nefasto sul Passage di Gois avrebbe potuto prendere una piega diversa. Del resto inziare le tappe più importanti con l'handicap dei 6 minuti accusati in quel passaggio diciamo che moralmente fu una botta non indifferente. Bravo a ricordare anche il suo Giro del 1999 dove a mio modo di vedere fu incredibile quel che fece il giorno del Gran Sasso nel piazzarsi terzo senza praticamente corse nelle gambe a supporto.

Io a differenza tua non l'ho mai tifato ma ne apprezzavo molto il valore, uno dei corridori da GT che ha raccolto meno dell'effettivo valore, che era altissimo grazie ad una completezza con pochi eguali. Vero che ha pur sempre vinto due Vuelte, però se avesse corso in altre epoche meno competitive avrebbe potuto raccogliere molto di più.

Comunque per me il suo apice lo toccò sia al Tour del 95 dove come già detto solo un Indurain al suo meglio gli negò la vittoria, ma anche nelle due prime settimane del Giro 98 vedemmo una versione extralusso dell'elvetico, versione passata un po' nel dimenticatoio a causa della sua debacle nella terza settimana, ma in quelle prime due settimane sembrava davvero la reincarnazione di Miguelon. Tra prologo di Nizza, Lago Laceno, Piancavallo e crono di Trieste diede delle dimostrazioni di forza estrema. Poi nelle terza settimana si dice che pagò lo scotto del non aver mai affrontato prima di allora salite così dure, ricostruzione forse un po' forzata ma che può nascondere un filo di verità. Certamente per caratteristiche era molto più adatto al percorso di un Tour.

Comunque la cosa che avvalora ulteriormente quel Giro 98 vinto da Pantani fu appunto il livello degli avversari sconfitti. Zulle e Tonkov praticamente al loro meglio, tanta roba. A mio parere in quel 1998 specifico opposero più resistenza di quanto fece Ullrich al suo successivo Tour, questo perché si dimostrarono più competitivi di quella versione del tedesco. L'Ullrich versione 98 fosse andato al Giro con l'intento di vincerlo su quel percorso(che tra l'altro non era neanche tra i più duri) sarebbe stato molto meno ostico rispetto agli altri due.


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Abruzzese
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Pantani the best ha scritto: martedì 2 gennaio 2024, 20:42
Abruzzese ha scritto: martedì 2 gennaio 2024, 18:48
Pantani the best ha scritto: domenica 31 dicembre 2023, 10:15 Zulle invece ha solo avuto la sfortuna d'imbattersi contro la migliore versione di Indurain(Tour 1995) e quella causatagli dalla spada di Damocle nella tappa del Passage du Gois dove perse minuti importanti all'interno di un Tour(1999) dove successivamente rivaleggiò quasi alla pari con Armstrong, altrimenti forse un Tour l'avrebbe anche potuto vincere(ricordiamoci che perse per ritiro anche quelli 1997 e 1998 causa cadute e scandalo Festina).
Al di là di Pantani, Alex Zülle forse è l'unico corridore che posso dire di aver tifato da ragazzino. Sarà stata magari anche la debacle di Montecampione a farmelo restare simpatico ma lo apprezzavo anche per quell'alternanza tra prestazioni eccelse e cedimenti rovinosi.

Probabilmente, in quanto a costanza di rendimento, se si tiene conto dei 6 minuti persi ad inizio Tour nell'edizione del 1999 si vide il miglior Zülle di sempre. Se non ricordo male in salita ebbe solo una giornata un po' più difficile verso Piau Engaly nel giorno che vinse Escartin, in cui Armstrong mi pare che non volle affondare il colpo, avendo già un enorme vantaggio. Tra l'altro l'elvetico era arrivato al Tour dopo aver corso una decina di giorni di Giro d'Italia (i sette mesi di squalifica relativi alla vicenda Festina terminarono ad aprile) in cui si mise per lo più a disposizione di Jimenez e dove visse la giornata migliore proprio sul Gran Sasso, dove terminò al terzo posto proprio alle spalle di Pantani e del Chava.

Dopo il Tour, in settembre andò a disputare anche la Vuelta ma le sue ambizioni di classifica terminarono già alla quinta tappa con arrivo a Ciudad Rodrigo: se ben ricordo cadde vittima di una trappola orchestrata dagli Once di Olano (che in quella tappa giunse secondo in volata alle spalle di Ullrich) che lo mandò in grossa difficoltà sulle non impossibili ascese del Portillo e del Monsagro, perdendo 5 minuti e mezzo. Accantonate quindi le ambizioni di classifica, Zülle si rifece con gli interessi nella tappa che terminava ad Andorra Arcalis, imponendo un ritmo sostenuto sulla Rabassa per favorire Jimenez e Piepoli e che mandò al tappeto Olano (che al momento indossava la maglia oro). Quel giorno vinse Igor Gonzales De Galdeano, che di quella Vuelta vinse a sorpresa il prologo e che non riuscì mai più a ripetersi (nonostante le top ten al Tour) ai livelli di quella edizione, e Ullrich indossò la maglia oro, mantenendola fino a Madrid dopo averla suggellata con la vittoria nella cronometro del penultimo giorno. A livello personale invece, lo svizzero si consolò con la vittoria parziale ottenuta nell'arrivo in salita a Castellar del Riu dopo essere andato in fuga da lontano ed essere riuscito a staccare Nicola Miceli nell'ultimo chilometro d'ascesa.

A parte il prologo della Vuelta vinto l'anno successivo, Zülle però non riuscì più a lottare concretamente neppure per un podio di un grande giro, tanto che gli ultimi sprazzi di classe li ebbe al Giro di Svizzera del 2002, quando indossava la maglia del Team Coast (in quella stagione vinse anche la Vuelta Valenciana con un successo di tappa, una tappa in Algarve e due tappe al Romandia).
Si la carriera ad alti livelli dello svizzero di fatto come dici terminò con quel secondo posto al Tour nel 99, corsa che probabilmente senza quell'episodio per lui nefasto sul Passage di Gois avrebbe potuto prendere una piega diversa. Del resto inziare le tappe più importanti con l'handicap dei 6 minuti accusati in quel passaggio diciamo che moralmente fu una botta non indifferente. Bravo a ricordare anche il suo Giro del 1999 dove a mio modo di vedere fu incredibile quel che fece il giorno del Gran Sasso nel piazzarsi terzo senza praticamente corse nelle gambe a supporto.

Io a differenza tua non l'ho mai tifato ma ne apprezzavo molto il valore, uno dei corridori da GT che ha raccolto meno dell'effettivo valore, che era altissimo grazie ad una completezza con pochi eguali. Vero che ha pur sempre vinto due Vuelte, però se avesse corso in altre epoche meno competitive avrebbe potuto raccogliere molto di più.

Comunque per me il suo apice lo toccò sia al Tour del 95 dove come già detto solo un Indurain al suo meglio gli negò la vittoria, ma anche nelle due prime settimane del Giro 98 vedemmo una versione extralusso dell'elvetico, versione passata un po' nel dimenticatoio a causa della sua debacle nella terza settimana, ma in quelle prime due settimane sembrava davvero la reincarnazione di Miguelon. Tra prologo di Nizza, Lago Laceno, Piancavallo e crono di Trieste diede delle dimostrazioni di forza estrema. Poi nelle terza settimana si dice che pagò lo scotto del non aver mai affrontato prima di allora salite così dure, ricostruzione forse un po' forzata ma che può nascondere un filo di verità. Certamente per caratteristiche era molto più adatto al percorso di un Tour.

Comunque la cosa che avvalora ulteriormente quel Giro 98 vinto da Pantani fu appunto il livello degli avversari sconfitti. Zulle e Tonkov praticamente al loro meglio, tanta roba. A mio parere in quel 1998 specifico opposero più resistenza di quanto fece Ullrich al suo successivo Tour, questo perché si dimostrarono più competitivi di quella versione del tedesco. L'Ullrich versione 98 fosse andato al Giro con l'intento di vincerlo su quel percorso(che tra l'altro non era neanche tra i più duri) sarebbe stato molto meno ostico rispetto agli altri due.
Peraltro di Vuelta in palmares avrebbe potuto averne tre, giacché nel 1993 perse per appena 29" da Rominger a causa del distacco preso in una tappa di montagna in cui il tempo fu parecchio inclemente, se ricordo bene.

Come dicevo, ho citato il Tour 1999 più per un fatto di continuità espressa nelle tre settimane ma come giustamente fatto notare anche il Tour del 1995 fu un'ottima dimostrazione di qualità. A La Plagne, in una giornata dove Indurain mandò al tappeto diversa gente con una prova di forza notevole in salita, fece un numeraccio con 100 chilometri di fuga solitaria e pure nel 1998, per larghi tratti (specie dopo la bastonata rifilata a Pantani nella cronometro di Trieste) si pensò che fosse letteralmente inattaccabile. Magari è possibile che in alcuni casi anche la pressione gli giocasse un brutto scherzo, visto che, ad esempio, a cronometro riuscì a vincere un solo mondiale e anche nelle gare a tappe proprio lì dove avrebbe dovuto esprimersi al meglio andò incontro a giornate fortemente negative.

Forse un gran rimpianto si potrebbe annoverare il Tour del 1996, dove pure vinse il prologo e indossò la prima maglia gialla ma poi pagò innanzitutto la giornata di Les Arcs, dove le condizioni atmosferiche erano difficili e perse terreno anche per via delle cadute. Considerando che fu il Tour in cui Indurain abdicò, che Pantani era ancora convalescente dal tremendo incidente della Milano-Torino, che Berzin nonostante la vittoria nella cronometro della Val d'Isere cominciava a mostrare le sue crepe e che Riis tirò fuori la prestazione della vita (oltre al fatto che in settembre Alex vinse la Vuelta), poteva essere davvero l'anno giusto per trionfare in Francia.


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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Abruzzese ha scritto: martedì 2 gennaio 2024, 20:57
Pantani the best ha scritto: martedì 2 gennaio 2024, 20:42
Abruzzese ha scritto: martedì 2 gennaio 2024, 18:48

Al di là di Pantani, Alex Zülle forse è l'unico corridore che posso dire di aver tifato da ragazzino. Sarà stata magari anche la debacle di Montecampione a farmelo restare simpatico ma lo apprezzavo anche per quell'alternanza tra prestazioni eccelse e cedimenti rovinosi.

Probabilmente, in quanto a costanza di rendimento, se si tiene conto dei 6 minuti persi ad inizio Tour nell'edizione del 1999 si vide il miglior Zülle di sempre. Se non ricordo male in salita ebbe solo una giornata un po' più difficile verso Piau Engaly nel giorno che vinse Escartin, in cui Armstrong mi pare che non volle affondare il colpo, avendo già un enorme vantaggio. Tra l'altro l'elvetico era arrivato al Tour dopo aver corso una decina di giorni di Giro d'Italia (i sette mesi di squalifica relativi alla vicenda Festina terminarono ad aprile) in cui si mise per lo più a disposizione di Jimenez e dove visse la giornata migliore proprio sul Gran Sasso, dove terminò al terzo posto proprio alle spalle di Pantani e del Chava.

Dopo il Tour, in settembre andò a disputare anche la Vuelta ma le sue ambizioni di classifica terminarono già alla quinta tappa con arrivo a Ciudad Rodrigo: se ben ricordo cadde vittima di una trappola orchestrata dagli Once di Olano (che in quella tappa giunse secondo in volata alle spalle di Ullrich) che lo mandò in grossa difficoltà sulle non impossibili ascese del Portillo e del Monsagro, perdendo 5 minuti e mezzo. Accantonate quindi le ambizioni di classifica, Zülle si rifece con gli interessi nella tappa che terminava ad Andorra Arcalis, imponendo un ritmo sostenuto sulla Rabassa per favorire Jimenez e Piepoli e che mandò al tappeto Olano (che al momento indossava la maglia oro). Quel giorno vinse Igor Gonzales De Galdeano, che di quella Vuelta vinse a sorpresa il prologo e che non riuscì mai più a ripetersi (nonostante le top ten al Tour) ai livelli di quella edizione, e Ullrich indossò la maglia oro, mantenendola fino a Madrid dopo averla suggellata con la vittoria nella cronometro del penultimo giorno. A livello personale invece, lo svizzero si consolò con la vittoria parziale ottenuta nell'arrivo in salita a Castellar del Riu dopo essere andato in fuga da lontano ed essere riuscito a staccare Nicola Miceli nell'ultimo chilometro d'ascesa.

A parte il prologo della Vuelta vinto l'anno successivo, Zülle però non riuscì più a lottare concretamente neppure per un podio di un grande giro, tanto che gli ultimi sprazzi di classe li ebbe al Giro di Svizzera del 2002, quando indossava la maglia del Team Coast (in quella stagione vinse anche la Vuelta Valenciana con un successo di tappa, una tappa in Algarve e due tappe al Romandia).
Si la carriera ad alti livelli dello svizzero di fatto come dici terminò con quel secondo posto al Tour nel 99, corsa che probabilmente senza quell'episodio per lui nefasto sul Passage di Gois avrebbe potuto prendere una piega diversa. Del resto inziare le tappe più importanti con l'handicap dei 6 minuti accusati in quel passaggio diciamo che moralmente fu una botta non indifferente. Bravo a ricordare anche il suo Giro del 1999 dove a mio modo di vedere fu incredibile quel che fece il giorno del Gran Sasso nel piazzarsi terzo senza praticamente corse nelle gambe a supporto.

Io a differenza tua non l'ho mai tifato ma ne apprezzavo molto il valore, uno dei corridori da GT che ha raccolto meno dell'effettivo valore, che era altissimo grazie ad una completezza con pochi eguali. Vero che ha pur sempre vinto due Vuelte, però se avesse corso in altre epoche meno competitive avrebbe potuto raccogliere molto di più.

Comunque per me il suo apice lo toccò sia al Tour del 95 dove come già detto solo un Indurain al suo meglio gli negò la vittoria, ma anche nelle due prime settimane del Giro 98 vedemmo una versione extralusso dell'elvetico, versione passata un po' nel dimenticatoio a causa della sua debacle nella terza settimana, ma in quelle prime due settimane sembrava davvero la reincarnazione di Miguelon. Tra prologo di Nizza, Lago Laceno, Piancavallo e crono di Trieste diede delle dimostrazioni di forza estrema. Poi nelle terza settimana si dice che pagò lo scotto del non aver mai affrontato prima di allora salite così dure, ricostruzione forse un po' forzata ma che può nascondere un filo di verità. Certamente per caratteristiche era molto più adatto al percorso di un Tour.

Comunque la cosa che avvalora ulteriormente quel Giro 98 vinto da Pantani fu appunto il livello degli avversari sconfitti. Zulle e Tonkov praticamente al loro meglio, tanta roba. A mio parere in quel 1998 specifico opposero più resistenza di quanto fece Ullrich al suo successivo Tour, questo perché si dimostrarono più competitivi di quella versione del tedesco. L'Ullrich versione 98 fosse andato al Giro con l'intento di vincerlo su quel percorso(che tra l'altro non era neanche tra i più duri) sarebbe stato molto meno ostico rispetto agli altri due.
Peraltro di Vuelta in palmares avrebbe potuto averne tre, giacché nel 1993 perse per appena 29" da Rominger a causa del distacco preso in una tappa di montagna in cui il tempo fu parecchio inclemente, se ricordo bene.

Come dicevo, ho citato il Tour 1999 più per un fatto di continuità espressa nelle tre settimane ma come giustamente fatto notare anche il Tour del 1995 fu un'ottima dimostrazione di qualità. A La Plagne, in una giornata dove Indurain mandò al tappeto diversa gente con una prova di forza notevole in salita, fece un numeraccio con 100 chilometri di fuga solitaria e pure nel 1998, per larghi tratti (specie dopo la bastonata rifilata a Pantani nella cronometro di Trieste) si pensò che fosse letteralmente inattaccabile. Magari è possibile che in alcuni casi anche la pressione gli giocasse un brutto scherzo, visto che, ad esempio, a cronometro riuscì a vincere un solo mondiale e anche nelle gare a tappe proprio lì dove avrebbe dovuto esprimersi al meglio andò incontro a giornate fortemente negative.

Forse un gran rimpianto si potrebbe annoverare il Tour del 1996, dove pure vinse il prologo e indossò la prima maglia gialla ma poi pagò innanzitutto la giornata di Les Arcs, dove le condizioni atmosferiche erano difficili e perse terreno anche per via delle cadute. Considerando che fu il Tour in cui Indurain abdicò, che Pantani era ancora convalescente dal tremendo incidente della Milano-Torino, che Berzin nonostante la vittoria nella cronometro della Val d'Isere cominciava a mostrare le sue crepe e che Riis tirò fuori la prestazione della vita (oltre al fatto che in settembre Alex vinse la Vuelta), poteva essere davvero l'anno giusto per trionfare in Francia.
Si anche se va detto che in quel Tour edizione 96 Riis sembrava inscalfibile. La sua scalata ad Hautacam in qualche tratto fatta col 53 è veramente una di quelle "scary".

A tal proposito vado un po' fuori tema facendo una considerazione sul fatto che nel ciclismo moderno abbiamo si visto nei GT tante versioni assolutamente mostruose da parte dei vari interpreti, però è quasi sempre mancata una sfida che le facesse intracciare. Per esempio l'Indurain del Tour 1995 che come giustamente hai ricordato verso La Plagne fece un qualcosa di disumano(la migliore scalata che abbia visto da parte di un passista-scalatore) sarebbe stato spettacolare vederlo duellare con il Riis della stagione successiva. Così come il Pantani del Giro 99 o l'Ullrich del Tour 97 contro l'Armstrong del 2001(ma anche quello del 2000), oppure il Basso del Giro 2006 contro il Contador della Vuelta 2008. Stesso Contador del Tour 2009 o del Giro 2011 contro il Froome del Tour 2013, o il Nibali del Tour 2014 contro il Froome dell'edizione successiva. Ecco perché quello che abbiamo ammirato all'ultimo Tour secondo me è un caso più unico che raro, un Vingeegard al top opposto ad un Pogacar che se non era al top comunque non ci andò neanche tanto lontano. Sfida assolutamente tra titani, quella che è appunto mancata nei decenni precedenti.


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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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dietzen ha scritto: lunedì 21 agosto 2017, 17:13 zulle più forte di olano, penso anche abbastanza nettamente.
nessuno dei due credo fosse un predestinato in senso stretto, hanno lavorato molto per affermarsi (soprattutto olano) in un decennio dove gli specialisti del cronometro andavano per la maggiore.
a posteriori direi pure che per nessuno dei due si può parlare di vera delusione.
zulle ha vinto tanto, è stato per parecchi anni al top, gli è mancato essenzialmente il tour.
fa parte di quella ristretta cerchia di corridori che avrebbero potuto vincerlo come non vincerlo, nel senso che dipende un po' dall'anno, dallo sviluppo della corsa, dagli avversari. succede.
ha perso anche una vuelta per la miopia.
olano lo reputo inferiore perché mentre lo svizzero ha avuto anche grandi giornate in montagna, lo spagnolo lo ricordo più a difendere il vantaggio raccolto a crono.
inoltre al tour, sulla carta perfetto per le sue caratteristiche, ha raccolto qualche piazzamento ma non è mai stato davvero in lizza per la vittoria.
ma anche per lui non parlerei di delusione (sempre oggi, a posteriori, potendo rivedere le carriere ormai in prospettiva). ha raccolto il massimo di quel che poteva.
lui probabilmente ha subito la pressione di dover essere il nuovo indurain, per la somiglianza fisica e tecnica, ma erano oggettivamente troppo distanti.
come per altri corridori spagnoli, penso che anche lui fosse stato ad esempio belga, sarebbe diventato un gran corridore da classiche, potente sul passo e pure con un buono sprint.
:clap: :clap:


Sarà un assolo di Evenelimitissssss?
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Alla fine meglio Zuelle.


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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Covadonga ha scritto: venerdì 5 gennaio 2024, 16:30
dietzen ha scritto: lunedì 21 agosto 2017, 17:13 zulle più forte di olano, penso anche abbastanza nettamente.
nessuno dei due credo fosse un predestinato in senso stretto, hanno lavorato molto per affermarsi (soprattutto olano) in un decennio dove gli specialisti del cronometro andavano per la maggiore.
a posteriori direi pure che per nessuno dei due si può parlare di vera delusione.
zulle ha vinto tanto, è stato per parecchi anni al top, gli è mancato essenzialmente il tour.
fa parte di quella ristretta cerchia di corridori che avrebbero potuto vincerlo come non vincerlo, nel senso che dipende un po' dall'anno, dallo sviluppo della corsa, dagli avversari. succede.
ha perso anche una vuelta per la miopia.
olano lo reputo inferiore perché mentre lo svizzero ha avuto anche grandi giornate in montagna, lo spagnolo lo ricordo più a difendere il vantaggio raccolto a crono.
inoltre al tour, sulla carta perfetto per le sue caratteristiche, ha raccolto qualche piazzamento ma non è mai stato davvero in lizza per la vittoria.
ma anche per lui non parlerei di delusione (sempre oggi, a posteriori, potendo rivedere le carriere ormai in prospettiva). ha raccolto il massimo di quel che poteva.
lui probabilmente ha subito la pressione di dover essere il nuovo indurain, per la somiglianza fisica e tecnica, ma erano oggettivamente troppo distanti.
come per altri corridori spagnoli, penso che anche lui fosse stato ad esempio belga, sarebbe diventato un gran corridore da classiche, potente sul passo e pure con un buono sprint.
:clap: :clap:
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Re: Alex Zulle e Abraham Olano

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Io ricordo il momento in cui il mondo conobbe questo svizzerotto di nome Alex, quando nella Vuelta 1993 fece soffrire fino all'ultimo un Tony Rominger ancora malconcio dalla caduta alla precedente Sanremo.


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