Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Apro questo thread in quanto ritengo doveroso discutere su questo doloroso aspetto.
Chi, come il sottoscritto, ha una certa età ,ricorda Bruno Raschi, Mario Fossati, Adriano De Zan e tanti altri, compreso occasionalmente anche il sommo Gianni Brera. Oggi c'è solo Beppe Conti che non sarà perfetto, ma resta l'unico tenue filo di collegamento con il ciclismo eroico.
Dopo di lui il nulla.
Sbaglio?
Buona discussione
Chi, come il sottoscritto, ha una certa età ,ricorda Bruno Raschi, Mario Fossati, Adriano De Zan e tanti altri, compreso occasionalmente anche il sommo Gianni Brera. Oggi c'è solo Beppe Conti che non sarà perfetto, ma resta l'unico tenue filo di collegamento con il ciclismo eroico.
Dopo di lui il nulla.
Sbaglio?
Buona discussione
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Credo che rizz, se non lo dirottano sul biliardo quando Auro va in pensione, possa tranquillamente e proficuamente dedicarsi a ciò.
Ultima modifica di nino58 il lunedì 6 novembre 2017, 16:21, modificato 1 volta in totale.
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Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Mi pare un problema comune a tutti gli sport.
troppa esposizione televisiva, troppo preponderante l'aspetto economico, mancano i presupposti per narrare l'epica sportiva.
troppa esposizione televisiva, troppo preponderante l'aspetto economico, mancano i presupposti per narrare l'epica sportiva.
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Credo sia dovuto al fatto che il ciclismo per molti motivi è lo sport che ha più legami col passatogalliano ha scritto:Mi pare un problema comune a tutti gli sport.
troppa esposizione televisiva, troppo preponderante l'aspetto economico, mancano i presupposti per narrare l'epica sportiva.
ES.è impossibile trovare un ciclista nato negli anni 90 che non sappia chi siano Coppi,Bartali,Anquetil,Ocana e Bobet
Di contro ad esempio,quando Gullit andò al Milan vide una foto di Rivera con la coppa dei Campioni e chiese chi fosse quello,un giocatore dell'Inter attuale probabilmente non sa chi siano Meazza e Picchi,uno della Juventus attuale non conosce probabilmente Boniperti e Sivori,un cestista dell'Nba attuale forse non sa chi fossero Petrovic e Kukoc
Certo,poi nel calcio quando si prova a parlare del passato si finisce nell'esagerazione (vedi operazione nostalgia e i vari "l'Atalanta di Zampagna vincerebbe la Champions,Ciccio Cozza sarebbe da pallone d'oro oggi" ecc.)
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Mi pare una visione (ahimé) troppo italiana, quando si segue il ciclismo sui media internazionali, su quelli anglosassoni, quando si seguono le trasmissioni del tour, di retorica storica ce n'è ben poca
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Retorica a non finire, quasi mai sul pezzo, imbarazzanti alcune sue uscite sul ciclomercato e la "corsa" non la vede proprio.
Quel -non si capisce cosa tira a fare la Polonia- al Mondiale di Ponferrada, resterà per sempre negli annali del ciclismo. Quasi come le imprese di Coppi e Bartali
ps: ma il fatto che le pubbliche amministrazioni, ai sensi delle Legge Madia, non possano assumere lavoratori in pensione, vale anche per la Rai?
Quel -non si capisce cosa tira a fare la Polonia- al Mondiale di Ponferrada, resterà per sempre negli annali del ciclismo. Quasi come le imprese di Coppi e Bartali
ps: ma il fatto che le pubbliche amministrazioni, ai sensi delle Legge Madia, non possano assumere lavoratori in pensione, vale anche per la Rai?
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
I cantori alla Raschi , Brera, lo stesso Montanelli mi pare suguí alcuni Giri nel dopoguerra , erano tali in quanto scrivevano articoli memorabili sui giornali.
Per le telecronache io non esalterei molto neanche De Zan , che per me è un mito , ma aveva i suoi limiti , e purtroppo li ricordo benissimo.
Ora, i grandi esaltavano il ciclismo eroico dei Binda , Coppi , Bartali ecc.
A parte che ora c'è poco da esaltare ma i bravi giornalisti esistono tutt'ora . Mi vengono in mente Sergio Neri, Tony lo Schiavo , Claudio Gregori con i libri su Merckx e Bottecchia.
Beppe Conti a me è simpaticissimo, ha scritto ottimi libri ; stupendo quello sulla rivalità Moser Saronni , ma forse definirlo cantore è un po' troppo.
Anche i giovani ben preparati possono esserlo
E alla fine , ma direi tra i primissimi , Maurizio Ricci . Non perché scrivesse pure qui ma non ha proprio nulla da invidiare ai più blasonati citati sopra.
Per le telecronache io non esalterei molto neanche De Zan , che per me è un mito , ma aveva i suoi limiti , e purtroppo li ricordo benissimo.
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A parte che ora c'è poco da esaltare ma i bravi giornalisti esistono tutt'ora . Mi vengono in mente Sergio Neri, Tony lo Schiavo , Claudio Gregori con i libri su Merckx e Bottecchia.
Beppe Conti a me è simpaticissimo, ha scritto ottimi libri ; stupendo quello sulla rivalità Moser Saronni , ma forse definirlo cantore è un po' troppo.
Anche i giovani ben preparati possono esserlo
E alla fine , ma direi tra i primissimi , Maurizio Ricci . Non perché scrivesse pure qui ma non ha proprio nulla da invidiare ai più blasonati citati sopra.
Ultima modifica di giorgio ricci il lunedì 6 novembre 2017, 19:21, modificato 1 volta in totale.
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
tony lo schiavo fino a ieri non lo conoscevo... l'ho letto per la prima volta su bicisport ierigiorgio ricci ha scritto:I cantori alla Raschi , Brera, lo stesso Montanelli mi pare suguí alcuni Giri nel dopoguerra , erano tali in quanto scrivevano articoli memorabili sui giornali.
Per le telecronache io non esalterei molto neanche De Zan , che per me è un mito , ma aveva i suoi limiti , e purtroppo li ricordo benissimo.
Ora, i grandi esaltavano il ciclismo eroico dei Binda , Coppi , Bartali ecc.
A parte che ora c'è poco da esaltare ma i bravi giornalisti esistono tutt'ora . Mi vengono in mente Sergio Neri, Tony lo Schiavo , Claudio Gregori con i libri su Merckx e Bottecchia.
Beppe Conti a me è simpaticissimo, ha scritto ottimi libri ; stupendo quello sulla rivalità Moser Saronni , ma forse definirlo cantore è un po' troppo.
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2015:TreValliVaresine
2016:Giro (primi5), Tour t11-14, ParigiTours
2017:Kuurne, TroBroLeon
2018:Tour of Guangxi
2019:Dwars,Tour t18, Vuelta t8, 'Emilia
2020:CoppiBartali, BinckBanktour, Giro t1, Vuelta t 1-2
2021:Larciano, Dwars, Turchia, Tour t16, Primus Classic
2022:La marseillaise, Vuelta t3-10, Japan Cup
2023 :FrecciaVallone, Giro t20, Vuelta(primi5)
2024: MuscatClassic
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Non mi fa impazzire, però ho molto apprezzato il servizio sul trofeo Baracchi. Talmente anacronistico che oggi rischierebbe di funzionare benissimo. A chi non piacerebbe vedere una crono coppie di 100 km mista tra i big di oggi?
Nibali-Uran contro Frome-Aru o Valverde-Martin
Insomma coppie improbabili che si sfidano a fine stagione. A me piacerebbe da matti.
Bravo Beppe
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Insomma coppie improbabili che si sfidano a fine stagione. A me piacerebbe da matti.
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Dimenticavo. Gente giovane che sa raccontare il ciclismo per fortuna c'è ancora. Ecco un bel servizio settimanale a radiocorsa, fatto da questi signori non mi dispiacerebbe affatto.
http://www.bidonmagazine.org
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- Road Runner
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Non mi pare sia stato citato Gianni Mura, ultimamente un po' imbolsito, a furia di mangiare salama da sugo ferrarese, con relativo colesterolo a 400 e rotti, che di Giri e Tour ne ha seguiti, e scrive piuttosto bene. A me Beppe Conti in fondo non dispiace, l'unico appunto è che spesso tende a strafare, ma va detto che un conto è scrivere su un foglio, con un po' di tempo per riflettere, un altro è parlare in diretta.
Personali:
https://more.arrs.run/runner/12345
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Gianni Mura ha un fisico bestiale, per dirla con Luca Carboni.Road Runner ha scritto:Non mi pare sia stato citato Gianni Mura, ultimamente un po' imbolsito, a furia di mangiare salama da sugo ferrarese, con relativo colesterolo a 400 e rotti, che di Giri e Tour ne ha seguiti, e scrive piuttosto bene. A me Beppe Conti in fondo non dispiace, l'unico appunto è che spesso tende a strafare, ma va detto che un conto è scrivere su un foglio, con un po' di tempo per riflettere, un altro è parlare in diretta.
Beppe Conti è un vero gentiluomo.
Maurizio Ricci "nemo profeta in Patria est"
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Anche a me piace Beppe Conti, ok a volte sbaglia o esagera ma è realmente un pozzo di memoria ciclistica impressionante e i suoi racconti ma sopratutto il suo modo di raccontare mi incantano. A mio parere è troppo spesso bistrattato!
Per quanto riguarda il presente e futuro confermo quanto ricordato da bove, i ragazzi di bidon sono veramente bravi anzi di più, sanno raccontare il ciclismo come nessun altro.
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
a me Beppe Conti Piace.
Mi piacciono i suoi servizi "storici" sulla rai. i suoi articoli su Bici Sport e
mi è piaciuto molto il libro su Moser E Saronni...
Credo abbia scritto recentemente un nuovo libro e vorrei leggerlo. Non so il nome.
Mi piacciono i suoi servizi "storici" sulla rai. i suoi articoli su Bici Sport e
mi è piaciuto molto il libro su Moser E Saronni...
Credo abbia scritto recentemente un nuovo libro e vorrei leggerlo. Non so il nome.
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
ma la domanda è un'altra: abbiamo ancora bisogno di "cantori" del ciclismo eroico?
voglio dire, è chiaro che la storia e la tradizione del ciclismo siano importanti, spesso più che in tanti altri sport, discorsi che conosciamo bene...
ma non è forse giunto il momento di concentrarsi sul "cantare" il ciclismo di oggi, per quanto sia limitato da un cast di protagonisti non certo stellare?
come mi disse qualche anno fa un dirigente ciclistico (intelligente, e quindi epurato): "beppe conti è un amico, e quindi da amico starà a me il duro compito di informarlo che fausto coppi è morto".
beppe conti sarà l'ultimo, probabile (anzi no, altri nomi sono stati citati), ma è anche naturale che sia così, la storia fa il suo corso e un giorno pure il buon beppe andrà in pensione (televisivamente sarebbe anche ora), e magari sarà l'occasione per lasciare un po' più di spazio a chi il ciclismo di coppi e bartali l'ha letto soltanto sui libri, e che farebbe meglio a raccontare ciò che vede coi propri occhi anzichè replicare all'infinito il contenuto degli stessi libri (di cui alcuni sono splendidi, fondamentali, imperdibili ma... sono stati già scritti).
per raccontare il ciclismo di oggi mi pare che i buoni esempi non manchino. ringrazio per i complimenti, ma guardate che non serve nemmeno andare lontano, già solo su queste pagine (sia sul sito che sul forum) di ottime firme se ne contano eccome.
voglio dire, è chiaro che la storia e la tradizione del ciclismo siano importanti, spesso più che in tanti altri sport, discorsi che conosciamo bene...
ma non è forse giunto il momento di concentrarsi sul "cantare" il ciclismo di oggi, per quanto sia limitato da un cast di protagonisti non certo stellare?
come mi disse qualche anno fa un dirigente ciclistico (intelligente, e quindi epurato): "beppe conti è un amico, e quindi da amico starà a me il duro compito di informarlo che fausto coppi è morto".
beppe conti sarà l'ultimo, probabile (anzi no, altri nomi sono stati citati), ma è anche naturale che sia così, la storia fa il suo corso e un giorno pure il buon beppe andrà in pensione (televisivamente sarebbe anche ora), e magari sarà l'occasione per lasciare un po' più di spazio a chi il ciclismo di coppi e bartali l'ha letto soltanto sui libri, e che farebbe meglio a raccontare ciò che vede coi propri occhi anzichè replicare all'infinito il contenuto degli stessi libri (di cui alcuni sono splendidi, fondamentali, imperdibili ma... sono stati già scritti).
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@cauz_ | bidonmagazine.org | confindustrial.noblogs.org
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Lo associo a Videociclismo, le vhs di quando ero bambino.
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
La Rai, che di esperienza politica ne ha eccome, sa fare bene i conti.cauz. ha scritto: beppe conti sarà l'ultimo, probabile (anzi no, altri nomi sono stati citati), ma è anche naturale che sia così, la storia fa il suo corso e un giorno pure il buon beppe andrà in pensione (televisivamente sarebbe anche ora), e magari sarà l'occasione per lasciare un po' più di spazio a chi il ciclismo di coppi e bartali l'ha letto soltanto sui libri, e che farebbe meglio a raccontare ciò che vede coi propri occhi anzichè replicare all'infinito il contenuto degli stessi libri (di cui alcuni sono splendidi, fondamentali, imperdibili ma... sono stati già scritti)..
Sa che c'è una bella fetta di pensionati che segue il ciclismo e quindi li asseconda.
Insomma prima le pensioni e poi il lavoro per i giovani. Il ragionamento è lo stesso. Siamo un popolo che sta invecchiando
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Ecco, hai detto quello che io per pudicizia ho evitato di dire, se vuoi un po' anche per rispetto di chi ha bisogno di Coppi e Bartali, prima di loro e dopo di loro: ma nel 2017 (e a ritroso visto che sono anni che BC è a libro paga Rai), c'è bisogno ancora di scartavetrare gli zebedei con queste storie? O con la Grande corsa, così grande da prendere posto della diretta del passaggio allo Stelvio nell'ultimo Giro d'Italia?cauz. ha scritto:ma la domanda è un'altra: abbiamo ancora bisogno di "cantori" del ciclismo eroico?
voglio dire, è chiaro che la storia e la tradizione del ciclismo siano importanti, spesso più che in tanti altri sport, discorsi che conosciamo bene...
ma non è forse giunto il momento di concentrarsi sul "cantare" il ciclismo di oggi, per quanto sia limitato da un cast di protagonisti non certo stellare?
come mi disse qualche anno fa un dirigente ciclistico (intelligente, e quindi epurato): "beppe conti è un amico, e quindi da amico starà a me il duro compito di informarlo che fausto coppi è morto".
beppe conti sarà l'ultimo, probabile (anzi no, altri nomi sono stati citati), ma è anche naturale che sia così, la storia fa il suo corso e un giorno pure il buon beppe andrà in pensione (televisivamente sarebbe anche ora), e magari sarà l'occasione per lasciare un po' più di spazio a chi il ciclismo di coppi e bartali l'ha letto soltanto sui libri, e che farebbe meglio a raccontare ciò che vede coi propri occhi anzichè replicare all'infinito il contenuto degli stessi libri (di cui alcuni sono splendidi, fondamentali, imperdibili ma... sono stati già scritti).
per raccontare il ciclismo di oggi mi pare che i buoni esempi non manchino. ringrazio per i complimenti, ma guardate che non serve nemmeno andare lontano, già solo su queste pagine (sia sul sito che sul forum) di ottime firme se ne contano eccome.
Note: BC è già in pensione. Però lavora ancora. Quando sistematicamente aumentano l'età pensionabile, qualche domanda in più facciamocela
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Non sono d'accordo con Cauz.
Passare oltre la leggenda del ciclismo significa fare tabula rasa della storia per creare miti posticci. La stessa operazione che ha fatto il calcio dagli anni 90 , per cui la storia del calcio inizia forse da Maradona ( ed è già storia antica ). Quando fanno le classiche sulle partite più belle non vanno più in giù del 95 . La storia del ciclismo offre tutt'ora spunti incredibili, si pensi alla figura di Bartali , fino alla metà del 2000 non approfondita e ora ricordata storpiata, usata ad uso e consumo di ogni più becera retorica , solamente per i fatti della guerra mondiale. ( Grande cosa, intendiamoci ), ma Bartali è quello che è competitivo fino a 39 anni , che avrebbe fatto la doppietta Giro e Tour 37 senza i noti problemi , che ha diviso l'Italia con Coppi, che ha battuto Van Steenbergen in volata a Sanremo già attempato.
C'è molto da scrivere sul ciclismo , pensate ai gregari di Coppi, a Olmo , testa di vetro Robic, Ockers , Koblet e tanti altri che potrebbero benissimo essere cantati da scrittori come Gregori o Morris o giovani interessati al mondo del ciclismo
Passare oltre la leggenda del ciclismo significa fare tabula rasa della storia per creare miti posticci. La stessa operazione che ha fatto il calcio dagli anni 90 , per cui la storia del calcio inizia forse da Maradona ( ed è già storia antica ). Quando fanno le classiche sulle partite più belle non vanno più in giù del 95 . La storia del ciclismo offre tutt'ora spunti incredibili, si pensi alla figura di Bartali , fino alla metà del 2000 non approfondita e ora ricordata storpiata, usata ad uso e consumo di ogni più becera retorica , solamente per i fatti della guerra mondiale. ( Grande cosa, intendiamoci ), ma Bartali è quello che è competitivo fino a 39 anni , che avrebbe fatto la doppietta Giro e Tour 37 senza i noti problemi , che ha diviso l'Italia con Coppi, che ha battuto Van Steenbergen in volata a Sanremo già attempato.
C'è molto da scrivere sul ciclismo , pensate ai gregari di Coppi, a Olmo , testa di vetro Robic, Ockers , Koblet e tanti altri che potrebbero benissimo essere cantati da scrittori come Gregori o Morris o giovani interessati al mondo del ciclismo
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Quando guardo le dirette mi interessa la diretta, che ne so, un passaggio sullo Stelvio non si può perdere per conto di altri contenitori. Su YouTube troviamo tutto quanto il resto. Segnatamente a BC sono anni che ripete la stessa solfagiorgio ricci ha scritto:Non sono d'accordo con Cauz.
Passare oltre la leggenda del ciclismo significa fare tabula rasa della storia per creare miti posticci. La stessa operazione che ha fatto il calcio dagli anni 90 , per cui la storia del calcio inizia forse da Maradona ( ed è già storia antica ). Quando fanno le classiche sulle partite più belle non vanno più in giù del 95 . La storia del ciclismo offre tutt'ora spunti incredibili, si pensi alla figura di Bartali , fino alla metà del 2000 non approfondita e ora ricordata storpiata, usata ad uso e consumo di ogni più becera retorica , solamente per i fatti della guerra mondiale. ( Grande cosa, intendiamoci ), ma Bartali è quello che è competitivo fino a 39 anni , che avrebbe fatto la doppietta Giro e Tour 37 senza i noti problemi , che ha diviso l'Italia con Coppi, che ha battuto Van Steenbergen in volata a Sanremo già attempato.
C'è molto da scrivere sul ciclismo , pensate ai gregari di Coppi, a Olmo , testa di vetro Robic, Ockers , Koblet e tanti altri che potrebbero benissimo essere cantati da scrittori come Gregori o Morris o giovani interessati al mondo del ciclismo
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
ma io non ritengo che sia necessario fare "tabula rasa".giorgio ricci ha scritto:Non sono d'accordo con Cauz.
Passare oltre la leggenda del ciclismo significa fare tabula rasa della storia per creare miti posticci. La stessa operazione che ha fatto il calcio dagli anni 90 , per cui la storia del calcio inizia forse da Maradona ( ed è già storia antica ). Quando fanno le classiche sulle partite più belle non vanno più in giù del 95 . La storia del ciclismo offre tutt'ora spunti incredibili, si pensi alla figura di Bartali , fino alla metà del 2000 non approfondita e ora ricordata storpiata, usata ad uso e consumo di ogni più becera retorica , solamente per i fatti della guerra mondiale. ( Grande cosa, intendiamoci ), ma Bartali è quello che è competitivo fino a 39 anni , che avrebbe fatto la doppietta Giro e Tour 37 senza i noti problemi , che ha diviso l'Italia con Coppi, che ha battuto Van Steenbergen in volata a Sanremo già attempato.
C'è molto da scrivere sul ciclismo , pensate ai gregari di Coppi, a Olmo , testa di vetro Robic, Ockers , Koblet e tanti altri che potrebbero benissimo essere cantati da scrittori come Gregori o Morris o giovani interessati al mondo del ciclismo
la storia del ciclismo è importante e serve continuare a raccontarla, ma non può diventare predominante.
perchè se è vero l'esempio che fai tu con il calcio (pienamente d'accordo), potrei controbilanciare con il gran numero di presentazioni, conferenze, speciali sul ciclismo a cui ho assistito in cui sembrava che tutto fosse finito con merckx (con poi l'angolo pantani, perchè quello va sempre messo).
quindi continuiamo a studiarcelo il ciclismo che fu, ma usiamolo per fare un passo avanti, perchè se i "cantori" del ciclismo continueranno a restare esclusivamente nel ciclismo eroico, quando sia i cantori che la "bella fetta di pensionati" citata da Bove passeranno a miglior vita ci troveremo con in mano solo grandi libri di storia.
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Non sono pienamente d'accordo con le critiche sui racconti del passato. Ciò che apprezzo maggiormente di Beppe sono proprio i suoi amarcord che, nella maggior parte dei casi, ci raccontano episodi tutt'altro che "scontati".
Personalmente, durante una tappa del Tour, provo più piacere a rivedere le vittorie di tappa, ad esempio, di Tebaldi e Roscioli, piuttosto che quelle dei "soliti" campioni di qualsiasi epoca. Al tempo stesso i suoi amarcord diventano preziosi per i, seppur pochi, appassionati di giovane età che quelle epoche (relativamente recenti) non le hanno vissute, e che non potrebbero in altro modo visionarne i filmati.
Personalmente, durante una tappa del Tour, provo più piacere a rivedere le vittorie di tappa, ad esempio, di Tebaldi e Roscioli, piuttosto che quelle dei "soliti" campioni di qualsiasi epoca. Al tempo stesso i suoi amarcord diventano preziosi per i, seppur pochi, appassionati di giovane età che quelle epoche (relativamente recenti) non le hanno vissute, e che non potrebbero in altro modo visionarne i filmati.
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Non sempre e' cosi' preciso, pero'..trovo a volte inesattezze..
Nibali sta a Froome come Thoeni stava a Klammer.
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Un ottimo storico nel ciclismo, che si è ritagliato il suo spazio in tale contesto grazie soprattutto alla scarsa concorrenza. In quello è bravo, poi quando esce dai binari e comincia a parlare di ciclismo pedalato attuale, DISASTRO. Uno dei più irritanti e incompetenti giornalisti sportivi che abbiamo nel palinsesto televisivo ciclistico italiano. Avete già ricordato l'ormai storico "Per chi tira la Polonia?", ma secondo me ancora più bello è stato, qualche mese dopo, "Formolo è già pronto per vincere il Giro D'italia", con tutto lo studio del processo alla tappa che cercava di calmarlo e riportarlo sul pianeta terra, e lui imperterrito che si incaxxa pure
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Non mi pare che Cauz criticasse alcunchè. Ha ragione su tutta la linea, in sport forse meno epici del ciclismo come calcio, tennis, basket, c'è già uno "storytelling" sul presente (asciugato di ogni retorica) di alto livello. Nel giornalismo ciclistico manca qualcuno che assuma questa funzione
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Quando disse "Formolo andrà a podio al Giro" mi partì un vaffa istantaneo però Conti sa come funziona la televisione, bisogna alimentare gli animi. Secondo me a volte sa che sta dicendo una grande cavolata, ma la dice lo stesso per creare dibattitokrea ha scritto: Quando esce dai binari e comincia a parlare di ciclismo pedalato attuale, DISASTRO. Uno dei più irritanti e incompetenti giornalisti sportivi che abbiamo nel palinsesto televisivo ciclistico italiano. Avete già ricordato l'ormai storico "Per chi tira la Polonia?", ma secondo me ancora più bello è stato, qualche mese dopo, "Formolo è già pronto per vincere il Giro D'italia", con tutto lo studio del processo alla tappa che cercava di calmarlo e riportarlo sul pianeta terra, e lui imperterrito che si incaxxa pure
FC 2017: Dwars, La Panne, Itzulia, Vuelta - Comb., Japan Cup, "L'Altro Lombardia"
FC 2018: 3° GC, Tour of the Alps, , "L'Altro Mondiale"
FC 2019: 4° GC, Limburg, California
FC 2020: 3° GC, 1° FC a Squadre, Delfinato, Tour a Squadre, Vuelta Tempo, 1° Obb. Zero Punti
FC 2021: 2° GC, Slovenia, Camp. Ita, Sett. Ita, Norvegia, Plouay
FC 2022: Kuurne, Tappa 14 Tour
FC 2018: 3° GC, Tour of the Alps, , "L'Altro Mondiale"
FC 2019: 4° GC, Limburg, California
FC 2020: 3° GC, 1° FC a Squadre, Delfinato, Tour a Squadre, Vuelta Tempo, 1° Obb. Zero Punti
FC 2021: 2° GC, Slovenia, Camp. Ita, Sett. Ita, Norvegia, Plouay
FC 2022: Kuurne, Tappa 14 Tour
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Secondo me lo spazio amarcord, va benissimo a radio corsa, o negli speciali delle varie gare. Durante le dirette anche basta. Piuttosto quello che oggi mi sembra manchi è l'approfondimento sull'attualità. Intendo per esempio interviste serie ed approfondite agli attori principali. Non clip da 90 secondi.
A me interesserebbe sapere chi è e cosa vuole fare il nuovo presidente Uci. Oppure come lavorano vari ct di successo oltre ovviamente ai big e perché no anche agli sgobboni del gruppo.
PS
comunque io il trofeo Baracchi lo vorrei rivedere
A me interesserebbe sapere chi è e cosa vuole fare il nuovo presidente Uci. Oppure come lavorano vari ct di successo oltre ovviamente ai big e perché no anche agli sgobboni del gruppo.
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comunque io il trofeo Baracchi lo vorrei rivedere
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Forse non avevo compreso appieno il pensiero di Cauz. Con le precisazioni del secondo articolo mi trovd'accordo con lui, anche perché sul calcio la pensiamo uguale.
Concordo con il fatto che l'analisi del ciclismo fatto dagli storici si concluda con Merckx, più Pantani che fa vendere.
Su questo vorrei dire che Beppe Conti ha avuto il merito di analizzare con un bel libro divulgativo la rivalità Moser Saronni ma che quel periodo resta poco descritto.
Per esempio , il libro di Fignon non è stato tradotto, su Hinault non mi risultano opere significative, Lemond , che pure ha una storia molto interessante anche post agonismo non ha un bel libro che la racconti, e molti altri di quel periodo . È vero , si parla solo di alcuni personaggi, su questo auspico che i futuri 'cantori ' parlino soprattutto di questo ciclismo , Altri esempi, Ocana è abbastanza documentato ma io non ho mai visto un libro su un grande come Bitossi .,su Fuente in Italia non c'è nulla
Concordo con il fatto che l'analisi del ciclismo fatto dagli storici si concluda con Merckx, più Pantani che fa vendere.
Su questo vorrei dire che Beppe Conti ha avuto il merito di analizzare con un bel libro divulgativo la rivalità Moser Saronni ma che quel periodo resta poco descritto.
Per esempio , il libro di Fignon non è stato tradotto, su Hinault non mi risultano opere significative, Lemond , che pure ha una storia molto interessante anche post agonismo non ha un bel libro che la racconti, e molti altri di quel periodo . È vero , si parla solo di alcuni personaggi, su questo auspico che i futuri 'cantori ' parlino soprattutto di questo ciclismo , Altri esempi, Ocana è abbastanza documentato ma io non ho mai visto un libro su un grande come Bitossi .,su Fuente in Italia non c'è nulla
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Rovescio il problema. Se Beppe Conti non esistesse, invocheremmo personaggi come lui. Poi, se si vuole trovare il pelo nell'uovo, non c'è problema.
- chinaski89
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Grazie mille davvero, ti dedicherei un monumento equestre.cauz. ha scritto:ma la domanda è un'altra: abbiamo ancora bisogno di "cantori" del ciclismo eroico?
voglio dire, è chiaro che la storia e la tradizione del ciclismo siano importanti, spesso più che in tanti altri sport, discorsi che conosciamo bene...
ma non è forse giunto il momento di concentrarsi sul "cantare" il ciclismo di oggi, per quanto sia limitato da un cast di protagonisti non certo stellare?
come mi disse qualche anno fa un dirigente ciclistico (intelligente, e quindi epurato): "beppe conti è un amico, e quindi da amico starà a me il duro compito di informarlo che fausto coppi è morto".
beppe conti sarà l'ultimo, probabile (anzi no, altri nomi sono stati citati), ma è anche naturale che sia così, la storia fa il suo corso e un giorno pure il buon beppe andrà in pensione (televisivamente sarebbe anche ora), e magari sarà l'occasione per lasciare un po' più di spazio a chi il ciclismo di coppi e bartali l'ha letto soltanto sui libri, e che farebbe meglio a raccontare ciò che vede coi propri occhi anzichè replicare all'infinito il contenuto degli stessi libri (di cui alcuni sono splendidi, fondamentali, imperdibili ma... sono stati già scritti).
per raccontare il ciclismo di oggi mi pare che i buoni esempi non manchino. ringrazio per i complimenti, ma guardate che non serve nemmeno andare lontano, già solo su queste pagine (sia sul sito che sul forum) di ottime firme se ne contano eccome.
Sarò brutale ma personalmente tutta la retorica sul ciclismo eroico come la propone la Rai mi fa cascare le balle, ogni volta che BC parla o la DeSte parte con robe simili mi viene voglia di picchiare la testa contro il muro, le storie del ciclismo d'epoca saranno anche interessanti e tutto, ma se sono curioso mi leggo un libro (e l'ho anche fatto a volte) mentre sto guardando una corsa attuale mi interessa il ciclismo attuale (che in generale non considero neanche così scarso come leggo essere secondo molti) di Coppi, Bartali, Binda, cazzi e sticazzi non me ne pò fregà di meno in quel momento, essendo Conti inascoltabile quando da opinioni sulla contemporaneità fosse per me sarebbe già da anni a commentare cantieri
L'approfondimento sull'attualità mi interesserebbe eccome invece, ma non mi pare ci sia granchè
Aggiungo che gli editori pubblicano quello che i lettori vogliono leggere, se non traducono un certo libro è perchè non venderebbe
- chinaski89
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Da "giovane" (oddio giovane si fa per dire ormai) appassionato ti posso dire che a me rompono abbastanza le balle e i pochi coetanei che vedono ciclismo la pensano come mePafer1 ha scritto:
Al tempo stesso i suoi amarcord diventano preziosi per i, seppur pochi, appassionati di giovane età che quelle epoche (relativamente recenti) non le hanno vissute, e che non potrebbero in altro modo visionarne i filmati.
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
La mia è un'opinione personalissima. Rispetto la tuachinaski89 ha scritto:Da "giovane" (oddio giovane si fa per dire ormai) appassionato ti posso dire che a me rompono abbastanza le balle e i pochi coetanei che vedono ciclismo la pensano come mePafer1 ha scritto:
Al tempo stesso i suoi amarcord diventano preziosi per i, seppur pochi, appassionati di giovane età che quelle epoche (relativamente recenti) non le hanno vissute, e che non potrebbero in altro modo visionarne i filmati.
Ad ogni modo, si tratta di filmati che durano 1-2 minuti. Gli elementi di disturbo delle dirette, come abbiamo visto all'ultimo Giro, sono ben altri.
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Secondo me tali filmati dovrebbero essere fatti in momenti dove si possono apprezzare con più calma.
Ridurre a 1-2 minuti storie di quel tipo le banalizza, certamente non aiuta ad apprezzarle.
Unito al fatto che a volte fa perdere pezzi di diretta secondo me sono più controproducenti che altro.
Ci vorrebbe un pezzo di trasmissione "Radiocorsa" con una quindicina di minuti ogni tanto dedicata alla storia del ciclismo. Una rievocazione di "perle di sport" ma scavando in un passato più lontano.
Ridurre a 1-2 minuti storie di quel tipo le banalizza, certamente non aiuta ad apprezzarle.
Unito al fatto che a volte fa perdere pezzi di diretta secondo me sono più controproducenti che altro.
Ci vorrebbe un pezzo di trasmissione "Radiocorsa" con una quindicina di minuti ogni tanto dedicata alla storia del ciclismo. Una rievocazione di "perle di sport" ma scavando in un passato più lontano.
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
La TV ha perso parecchio nel confronto con internet. Basti solo pensare al numero di informazioni che si riesce a ricavare da un forum come questo. Vent'anni fa c'erano solo la RAI e qualche rivista. Oggi tra blog, forum, i social (belli o brutti che siano) forniscono un'infinità di notizie (anche sbagliate) che la TV non potrà mai riportare. Per non parlare del numero di gare integrali che si riesce a trovare su Youtube che rendono risibili quei filmati di due minuti durante le dirette. Già la nascita dei canali dedicati h24 sono una ulteriore evoluzione che ha cambiato ulteriormente il modo di narrare lo sport, e non solo.galliano ha scritto:Mi pare un problema comune a tutti gli sport.
troppa esposizione televisiva, troppo preponderante l'aspetto economico, mancano i presupposti per narrare l'epica sportiva.
Beppe Conti non è superato come non è superato chi vuole parlare di storia dello sport (vedi le varie "operazione nostalgia" che ci sono praticamente per ogni sport), ma è superato il suo modo di raccontare. Dovrebbe ritagliarsi uno spazio suo, fuori dalle dirette.
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Vado controcorrente rispetto a qualcuno, a me Beppe Conti piace molto, e i suoi spazi li trovo sempre gradevoli, anche durante le dirette (e chi mi segue sa quanto detesti la frammentarietà delle dirette Rai... ma sono altri gli spazi che bisognerebbe asciugare parecchio).
Sul discorso della narrazione, cauz. apre uno scenario molto interessante. Mi piacerebbe approfondirlo, mi piacerebbe anche avere delle risposte ma al momento non le ho. Posso pensare che sul fatto che nel ciclismo l'aspetto storico sia tanto importante influisca in qualche misura l'epoca in cui si è consolidata l'epica dello sport stesso. Per chiarire, mi riferisco solo agli sport con un seguito di massa.
A mio avviso l'epica del ciclismo si è consolidata in epoca pre-televisiva, quella del calcio (tanto per fare il primo esempio) invece in epoca televisiva, e questo fattore non può non influire. Intendo dire che è come se la storia del calcio (dal momento del consolidamento dell'epica in avanti) fosse sempre stata sotto l'occhio dello spettatore, che è stato testimone diretto di ogni fase, ogni passaggio, e questo lo ha abituato a una contemporaneità della fruizione, a un'unità di luogo, spazio e tempo, che l'ha reso un corpo unico con l'evento sportivo. Non c'è forse mai stata nel calcio l'idea di un'epoca mitica e migliore antecedente a quella che si stava vivendo: semplicemente, in precedenza il calcio non era stato così importante... lo era stato molto meno di quanto sarebbe stato poi, e certo lo era stato meno del ciclismo.
In pratica la rappresentazione del ciclismo epico (ovvero: del ciclismo nel momento in cui si è consolidata la sua epica, quindi mi riferisco - in Italia - agli anni '10, a Girardengo, forse addirittura a Gerbi un po' prima) è legata al racconto, e quindi al romanzo, comunque a qualcosa di non visto e non fruito da nessuno (a parte pochissimi protagonisti). E questa caratteristica ha informato l'intero corso della storia del ciclismo (in Italia), è sempre rimasta come un imprinting la convinzione che il meglio fosse alle spalle (ricordo un'intervista in cui Bartali - Bartali! - si autoproclamava quasi un signor nessuno al cospetto dei "grandi del passato", e si riferiva appunto a Girardengo e Binda e compagnia bella). Fino ai giorni nostri.
Aggiungo che rispetto al calcio c'è una differenza anche nella fruizione dal vivo dell'evento: nel calcio si dispone di una visione d'insieme dell'evento dall'inizio alla fine, si riesce a vedere tutto quello che accade in una partita. Nel ciclismo si vede solo un momento della corsa, si perde l'intero. E se penso ad esempio all'epoca pre-televisiva, mi viene da dire che il concetto che ho espresso sopra (la contemporaneità della fruizione, l'unità di luogo, spazio e tempo, l'essere un corpo unico con l'evento) valeva già prima delle prime telecronache in diretta. Le quali - inoltre - per il calcio sin dall'inizio mostravano tutto, mentre per il ciclismo no (per ragioni tecniche).
Per suffragare questa tesi mi viene in mente ad esempio il baseball in America, nei confronti del basket: l'epica del baseball si è consolidata già all'inizio del secolo scorso, quella del basket negli anni '60-'70 (se non addirittura '70-'80), e sarà un caso se il baseball negli USA (come il ciclismo da noi) è lo sport più rivolto al proprio passato, mentre il basket (ma anche il football mi pare) è interamente focalizzato sul presente?*
Lo stesso discorso lo potremmo forse fare per la boxe, che oltre a essere diventata epica in epoca pre-televisiva, ha pure avuto la ventura di essere lo sport cinematografico per eccellenza, fatto che ha senz'altro contribuito a rafforzarne il passatismo: sport - il baseball e il pugilato in America, il ciclismo in Europa - per i quali, nel momento del loro boom, la dimensione del racconto è stata preponderante rispetto alla dimensione della fruizione.
O meglio: su un susseguirsi di presenti paritari, ognuno con la propria dignità, nessuno miticamente superiore agli altri (se non forse proprio quello presente, per sua natura - di essere più presente degli altri - superiore ai precedenti). Nel ciclismo c'è un susseguirsi (dagli anni '60 a oggi) di presenti immediatamente subordinati ai presenti precedenti, subordinati poi tutti al monolitico passato mitico (dagli albori agli anni '50).
Sul discorso della narrazione, cauz. apre uno scenario molto interessante. Mi piacerebbe approfondirlo, mi piacerebbe anche avere delle risposte ma al momento non le ho. Posso pensare che sul fatto che nel ciclismo l'aspetto storico sia tanto importante influisca in qualche misura l'epoca in cui si è consolidata l'epica dello sport stesso. Per chiarire, mi riferisco solo agli sport con un seguito di massa.
A mio avviso l'epica del ciclismo si è consolidata in epoca pre-televisiva, quella del calcio (tanto per fare il primo esempio) invece in epoca televisiva, e questo fattore non può non influire. Intendo dire che è come se la storia del calcio (dal momento del consolidamento dell'epica in avanti) fosse sempre stata sotto l'occhio dello spettatore, che è stato testimone diretto di ogni fase, ogni passaggio, e questo lo ha abituato a una contemporaneità della fruizione, a un'unità di luogo, spazio e tempo, che l'ha reso un corpo unico con l'evento sportivo. Non c'è forse mai stata nel calcio l'idea di un'epoca mitica e migliore antecedente a quella che si stava vivendo: semplicemente, in precedenza il calcio non era stato così importante... lo era stato molto meno di quanto sarebbe stato poi, e certo lo era stato meno del ciclismo.
In pratica la rappresentazione del ciclismo epico (ovvero: del ciclismo nel momento in cui si è consolidata la sua epica, quindi mi riferisco - in Italia - agli anni '10, a Girardengo, forse addirittura a Gerbi un po' prima) è legata al racconto, e quindi al romanzo, comunque a qualcosa di non visto e non fruito da nessuno (a parte pochissimi protagonisti). E questa caratteristica ha informato l'intero corso della storia del ciclismo (in Italia), è sempre rimasta come un imprinting la convinzione che il meglio fosse alle spalle (ricordo un'intervista in cui Bartali - Bartali! - si autoproclamava quasi un signor nessuno al cospetto dei "grandi del passato", e si riferiva appunto a Girardengo e Binda e compagnia bella). Fino ai giorni nostri.
Aggiungo che rispetto al calcio c'è una differenza anche nella fruizione dal vivo dell'evento: nel calcio si dispone di una visione d'insieme dell'evento dall'inizio alla fine, si riesce a vedere tutto quello che accade in una partita. Nel ciclismo si vede solo un momento della corsa, si perde l'intero. E se penso ad esempio all'epoca pre-televisiva, mi viene da dire che il concetto che ho espresso sopra (la contemporaneità della fruizione, l'unità di luogo, spazio e tempo, l'essere un corpo unico con l'evento) valeva già prima delle prime telecronache in diretta. Le quali - inoltre - per il calcio sin dall'inizio mostravano tutto, mentre per il ciclismo no (per ragioni tecniche).
Per suffragare questa tesi mi viene in mente ad esempio il baseball in America, nei confronti del basket: l'epica del baseball si è consolidata già all'inizio del secolo scorso, quella del basket negli anni '60-'70 (se non addirittura '70-'80), e sarà un caso se il baseball negli USA (come il ciclismo da noi) è lo sport più rivolto al proprio passato, mentre il basket (ma anche il football mi pare) è interamente focalizzato sul presente?*
Lo stesso discorso lo potremmo forse fare per la boxe, che oltre a essere diventata epica in epoca pre-televisiva, ha pure avuto la ventura di essere lo sport cinematografico per eccellenza, fatto che ha senz'altro contribuito a rafforzarne il passatismo: sport - il baseball e il pugilato in America, il ciclismo in Europa - per i quali, nel momento del loro boom, la dimensione del racconto è stata preponderante rispetto alla dimensione della fruizione.
O meglio: su un susseguirsi di presenti paritari, ognuno con la propria dignità, nessuno miticamente superiore agli altri (se non forse proprio quello presente, per sua natura - di essere più presente degli altri - superiore ai precedenti). Nel ciclismo c'è un susseguirsi (dagli anni '60 a oggi) di presenti immediatamente subordinati ai presenti precedenti, subordinati poi tutti al monolitico passato mitico (dagli albori agli anni '50).
Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
- Maìno della Spinetta
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Il ciclismo si presta al racconto perché esso stesso epico. Parla di uomini che si sfidano in gare spesso ai limiti, e il passato secondo me aveva limiti più stringenti. Strade brutte e corridori che correvano per uscire da fame e povertà, quindi lo si ricorda volentieri.
In più il ciclismo è ancorato alla dinamica popolare e nazionale. Il giro e il Tour come corse per celebrare l'unità di una nazione. Le gare,internazionali, tutte, non occasionalmente, infarcite di scontri tra i belgi, i francesi, gli italiani...
Infine, il Ciclismo ha i tempi morti (proprio come il baseball), e Beppe Conti in 4 ore di diretta può parlare tanto. In 105 minuti di calcio si deve parlare, anzi, mostrare, la diretta. Non c'è posto per le clip. Io son cresciuto col mito di Zamora, Yalscin, Zoff, conoscendo il WM e il ruolo di Puskas e Toh, ho letto con avidità la storia del rematch tra Italia e Spagna e quello di una mitica sfida doppia tra El Salvador e Honduras per il primo Mundial messicano. L'ho fatto con dei libri. Eppure nelle dirette quando si può parlare di queste cose? Il ciclismo ha gli elementi giusti E IN PIÙ ha il cantore: Beppe Conti. Senza Beppe forse non avremmo questa percezione così marcata.
PS Conti e le sue rubriche storiche ci stanno, quando lo relegavano con Garzelli e sgarbozza a parlare di pronostici era pietoso, ma il punto non era lui, ma il format.
In più il ciclismo è ancorato alla dinamica popolare e nazionale. Il giro e il Tour come corse per celebrare l'unità di una nazione. Le gare,internazionali, tutte, non occasionalmente, infarcite di scontri tra i belgi, i francesi, gli italiani...
Infine, il Ciclismo ha i tempi morti (proprio come il baseball), e Beppe Conti in 4 ore di diretta può parlare tanto. In 105 minuti di calcio si deve parlare, anzi, mostrare, la diretta. Non c'è posto per le clip. Io son cresciuto col mito di Zamora, Yalscin, Zoff, conoscendo il WM e il ruolo di Puskas e Toh, ho letto con avidità la storia del rematch tra Italia e Spagna e quello di una mitica sfida doppia tra El Salvador e Honduras per il primo Mundial messicano. L'ho fatto con dei libri. Eppure nelle dirette quando si può parlare di queste cose? Il ciclismo ha gli elementi giusti E IN PIÙ ha il cantore: Beppe Conti. Senza Beppe forse non avremmo questa percezione così marcata.
PS Conti e le sue rubriche storiche ci stanno, quando lo relegavano con Garzelli e sgarbozza a parlare di pronostici era pietoso, ma il punto non era lui, ma il format.
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Battuta: pensavo che l'ultimo cantore del ciclismo fosse Toni Santagata.
fair play? No, Grazie!
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Questa è un'ottima riflessione e mi sembra c'entri il punto. Sicuramente le cose stanno così, ma secondo me possono cambiare.Admin ha scritto: A mio avviso l'epica del ciclismo si è consolidata in epoca pre-televisiva, quella del calcio (tanto per fare il primo esempio) invece in epoca televisiva, e questo fattore non può non influire.
Per attirare un certo tipo di pubblico, diciamo meno agée, si potrebbe costruire un tipo di narrazione più moderna, basato su analisi tattiche (ormai le corse importanti sono visibili da tutti quasi per intero), long form su personaggi*, corse, squadre, rivalità e tutto quello che il ciclismo offre di interessante (magari anche iniziare a parlare di doping in modo diverso ) più qualche articolo semiserio o ironico di alleggerimento. Focus sulla contemporaneità, ma con un occhio anche al passato. Insomma quello che fa in Italia una webzine come L'Ultimo Uomo che prende spunto da Grantland, chiuso un paio di anni fa. Parlo ovviamente di Internet, non spazi tv o libri, quindi sarei anche OT. Bidon mi sembra che ci si avvicini ma con articoli un po' striminziti e non molto frequenti.
*Ecco, nel ciclismo quanto poco conosciamo i personaggi principali, gli atleti? Vero è che li vediamo per troppo pochi giorni all'anno, ma lo storytelling sull'atleta aiuta a rendere appetibile lo sport. Proprio su Bidon quest'estate c'era un articolo bellissimo su Bardet (infanzia, costruzione della carriera, personalità, sogni, ispirazioni, esperienze ecc.), perchè non farlo, chessò, anche su Castroviejo? Ma neanche questo è il punto. Pensiamo anche soltanto a Sagan e a tutto quello che ci sarebbe da dire. Invece sempre le solite banalità, la rockstar del ciclismo, genio e sregolatezza bla bla bla
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Se togli le "gag" involontarie, troppo meglio il nulla. Aridateci Sgarbozza.oronzo2 ha scritto:Apro questo thread in quanto ritengo doveroso discutere su questo doloroso aspetto.
Chi, come il sottoscritto, ha una certa età ,ricorda Bruno Raschi, Mario Fossati, Adriano De Zan e tanti altri, compreso occasionalmente anche il sommo Gianni Brera. Oggi c'è solo Beppe Conti che non sarà perfetto, ma resta l'unico tenue filo di collegamento con il ciclismo eroico.
Dopo di lui il nulla.
Sbaglio?
Buona discussione
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
La RAI ha dei bei commentatori ed è gratis: Ottimi pregi. Ha una pecca: Ha dei format, solo quelli, e fa poco per cambiare lo schemaWelsh Wizard ha scritto:Questa è un'ottima riflessione e mi sembra c'entri il punto. Sicuramente le cose stanno così, ma secondo me possono cambiare.Admin ha scritto: A mio avviso l'epica del ciclismo si è consolidata in epoca pre-televisiva, quella del calcio (tanto per fare il primo esempio) invece in epoca televisiva, e questo fattore non può non influire.
Per attirare un certo tipo di pubblico, diciamo meno agée, si potrebbe costruire un tipo di narrazione più moderna, basato su analisi tattiche (ormai le corse importanti sono visibili da tutti quasi per intero), long form su personaggi*, corse, squadre, rivalità e tutto quello che il ciclismo offre di interessante (magari anche iniziare a parlare di doping in modo diverso ) più qualche articolo semiserio o ironico di alleggerimento. Focus sulla contemporaneità, ma con un occhio anche al passato. Insomma quello che fa in Italia una webzine come L'Ultimo Uomo che prende spunto da Grantland, chiuso un paio di anni fa. Parlo ovviamente di Internet, non spazi tv o libri, quindi sarei anche OT. Bidon mi sembra che ci si avvicini ma con articoli un po' striminziti e non molto frequenti.
*Ecco, nel ciclismo quanto poco conosciamo i personaggi principali, gli atleti? Vero è che li vediamo per troppo pochi giorni all'anno, ma lo storytelling sull'atleta aiuta a rendere appetibile lo sport. Proprio su Bidon quest'estate c'era un articolo bellissimo su Bardet (infanzia, costruzione della carriera, personalità, sogni, ispirazioni, esperienze ecc.), perchè non farlo, chessò, anche su Castroviejo? Ma neanche questo è il punto. Pensiamo anche soltanto a Sagan e a tutto quello che ci sarebbe da dire. Invece sempre le solite banalità, la rockstar del ciclismo, genio e sregolatezza bla bla bla
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Non so, forse non mi son spiegato bene. Io mi rifacevo a quello che scriveva Cauz e quindi a Bidon, un certo pubblico giovanile potrebbe essere intercettato sul web, mi sembra evidente. Più, mettendola sul personale, un certo tipo di giornalismo d'approfondimento che a me piace e credo manchi nel ciclismo.
Non mi aspetto niente di nuovo dalla TV (quindi sono OT e chiudo), poi che ci siano giornalisti e professionisti preparati non dubito
Non mi aspetto niente di nuovo dalla TV (quindi sono OT e chiudo), poi che ci siano giornalisti e professionisti preparati non dubito
- Maìno della Spinetta
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Ti sei spiegato benissimo - mandassero quelli di sfide o di dribbling a fare 8 / 10 covers avremmo qualche contenuto in più, magaari per il processo, presentando il possibile protagonista del giorno dopoWelsh Wizard ha scritto:Non so, forse non mi son spiegato bene. Io mi rifacevo a quello che scriveva Cauz e quindi a Bidon, un certo pubblico giovanile potrebbe essere intercettato sul web, mi sembra evidente. Più, mettendola sul personale, un certo tipo di giornalismo d'approfondimento che a me piace e credo manchi nel ciclismo.
Non mi aspetto niente di nuovo dalla TV (quindi sono OT e chiudo), poi che ci siano giornalisti e professionisti preparati non dubito
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
L'oblio.lemond ha scritto:Se togli le "gag" involontarie, troppo meglio il nulla. Aridateci Sgarbozza.oronzo2 ha scritto:Apro questo thread in quanto ritengo doveroso discutere su questo doloroso aspetto.
Chi, come il sottoscritto, ha una certa età ,ricorda Bruno Raschi, Mario Fossati, Adriano De Zan e tanti altri, compreso occasionalmente anche il sommo Gianni Brera. Oggi c'è solo Beppe Conti che non sarà perfetto, ma resta l'unico tenue filo di collegamento con il ciclismo eroico.
Dopo di lui il nulla.
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No, perchè ha già scordato come lo bastonavi Giggi nostro ?
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
No, no, me lo ricordo bene, ma di fronte a Beppo, anche il Magogiggi val pur qualcosa.nino58 ha scritto:L'oblio.lemond ha scritto:Se togli le "gag" involontarie, troppo meglio il nulla. Aridateci Sgarbozza.oronzo2 ha scritto:Apro questo thread in quanto ritengo doveroso discutere su questo doloroso aspetto.
Chi, come il sottoscritto, ha una certa età ,ricorda Bruno Raschi, Mario Fossati, Adriano De Zan e tanti altri, compreso occasionalmente anche il sommo Gianni Brera. Oggi c'è solo Beppe Conti che non sarà perfetto, ma resta l'unico tenue filo di collegamento con il ciclismo eroico.
Dopo di lui il nulla.
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No, perchè ha già scordato come lo bastonavi Giggi nostro ?
Fanno festa i musulmani il venerdì
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Mi ripeto. Quello che manca e che mi piacerebbe vedere è appunto l'approfondimento giornalistico sull'attualità. Un taglio tipo "sfide" sarebbe una figata fotonica. Ma chi degli attuali giornalisti di RAI sport ciclismo potrebbe farlo oggi? Beppe Conti lo vedo molto comodo in salotto. Magari mi sbaglio, ma non ce lo vedo con il microfono in mano e una mini telecamera ad andare a citofonare a Gilbert o Sagan. Forse l'unico potrebbe essere DeLuca, ma mi pare si stia costruendo un immagine più scanzonata e leggera ( e va benissimo ). La De Stefano potrebbe averne la stoffa, ma ormai mi è andata in antipatia e quindi...
Insomma da quello che ho letto sul Blog e su Facebook quelli di Bidon mi sembrano i più adatti. Quindi forza ragazzi, fatevi su le maniche, gonfiate il petto, matita dietro l'orecchio ed andate a rompere le palle ai protagonisti di oggi.
PS una cosa azzeccata che ha fatto la RAI, qualche tempo fa, sono stati gli speciali su Saronni, Moser ecc. Fondale nero, una poltrona con il protagonista che si racconta e risponde a domande di un giornalista fantasma. Il tutto arricchito da immagini di repertorio che sottolineavano il racconto. Bello, godibile e ben fatto
Insomma da quello che ho letto sul Blog e su Facebook quelli di Bidon mi sembrano i più adatti. Quindi forza ragazzi, fatevi su le maniche, gonfiate il petto, matita dietro l'orecchio ed andate a rompere le palle ai protagonisti di oggi.
PS una cosa azzeccata che ha fatto la RAI, qualche tempo fa, sono stati gli speciali su Saronni, Moser ecc. Fondale nero, una poltrona con il protagonista che si racconta e risponde a domande di un giornalista fantasma. Il tutto arricchito da immagini di repertorio che sottolineavano il racconto. Bello, godibile e ben fatto
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
a me pare invece che la prosaicizzazione, anzi, didascalizzazione direi, delle cronache sia ben oltre il livello della iniziale ed incompiuta demitizzazione che qualcuno qui sopra scrive.Welsh Wizard ha scritto:Non mi pare che Cauz criticasse alcunchè. Ha ragione su tutta la linea, in sport forse meno epici del ciclismo come calcio, tennis, basket, c'è già uno "storytelling" sul presente (asciugato di ogni retorica) di alto livello. Nel giornalismo ciclistico manca qualcuno che assuma questa funzione
E' proprio da qui, invece, che deriva la noia, secondo me.
Le bellezza e la profondità della fatica, del dolore e del piacere, i colori, di uno sport così, sono sempre lì, ad ogni corsa. Solo che, è vero il contrario, non li "canta" più nessuno. E la cifra del ciclismo sta in ciò che va del tutto fuori dall'ordinario, ciò che va sfidare direttamente gli ostacoli e i limiti imposti dalla natura.
Leggevo qualche tempo fa, senza andare a prendere i poeti che seguivano il ciclismo 50 anni fa, "La flamme rouge" di Gianni Mura. Beh, a parte il personale apprezzamento per lo stile suo, del tutto opinabile, certamente, ma sembra scritto da un secolo: tanto siamo disabituati a quel modo di scrivere di sport. E pazienza se la precisione dei dati e l'accuratezza della cronaca, qua e là, possono cedere leggeremente. Siamo nel 2017, recuperare una semplice cronaca, è questione di due clic.
Per i miei gusti, lo stesso Beppe Conti, che pure spesso qualche colpa d'ala lo dà, è fin troppo didascalico....
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Non sono sicuro di aver capito a cosa ti riferisci. E non penso che un certo tipo di scrivere di sport, diciamo poetizzante, sia in contrasto con la precisione dei dati e dell'analisi, anzi penso proprio il contrario. Come scrive lo stesso Gianni Mura ad esempio, un grande giro è una chanson de geste, un poema cavalleresco. Non credo quindi che abbia bisogno di ulteriore mitizzazione, sono già insiti nello sport (tutti) metafore potenti e significati altri. Quando si scrive che la gente ringrazia Contador perchè ha mostrato a tutti che c'è sempre un modo per provare a cambiare le co(r)se, bè non c'è bisogno di aggiungere retorica o rendere poetico alcunchè, il messaggio è arrivato forte e si può analizzare la sua carriera e la sua persona, con luci e ombre, senza perdere nulla.herbie ha scritto:a me pare invece che la prosaicizzazione, anzi, didascalizzazione direi, delle cronache sia ben oltre il livello della iniziale ed incompiuta demitizzazione che qualcuno qui sopra scrive.Welsh Wizard ha scritto:Non mi pare che Cauz criticasse alcunchè. Ha ragione su tutta la linea, in sport forse meno epici del ciclismo come calcio, tennis, basket, c'è già uno "storytelling" sul presente (asciugato di ogni retorica) di alto livello. Nel giornalismo ciclistico manca qualcuno che assuma questa funzione
E' proprio da qui, invece, che deriva la noia, secondo me.
Le bellezza e la profondità della fatica, del dolore e del piacere, i colori, di uno sport così, sono sempre lì, ad ogni corsa. Solo che, è vero il contrario, non li "canta" più nessuno. E la cifra del ciclismo sta in ciò che va del tutto fuori dall'ordinario, ciò che va sfidare direttamente gli ostacoli e i limiti imposti dalla natura.
Leggevo qualche tempo fa, senza andare a prendere i poeti che seguivano il ciclismo 50 anni fa, "La flamme rouge" di Gianni Mura. Beh, a parte il personale apprezzamento per lo stile suo, del tutto opinabile, certamente, ma sembra scritto da un secolo: tanto siamo disabituati a quel modo di scrivere di sport. E pazienza se la precisione dei dati e l'accuratezza della cronaca, qua e là, possono cedere leggeremente. Siamo nel 2017, recuperare una semplice cronaca, è questione di due clic.
Per i miei gusti, lo stesso Beppe Conti, che pure spesso qualche colpa d'ala lo dà, è fin troppo didascalico....
Ripeto, chi segue L'Ultimo Uomo (e quindi gli sport trattati maggiormente, calcio e basket NBA) sa a cosa mi riferisco, quello per me è il modello
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
E' un grande uomo che ha dato tanto al Calcio italiano,ma oggigiorno si può trovare di meglio...una perculata del genere mi sembra qualcuno se la meriti.E sarebbe un peccato perché il trhead è molto bello,pieno di ricordi,impressioni,analisi.Alcune cose però mi sono piaciute di meno,mi sembrano così lontane dalla realtà da essere scritte da marziani sbarcati l'altro giorno.Ci sono molti giovani e meno giovani rincoglioniti da social network,che si stufano delle cose alla velocità dei criceti e che non hanno nessuna fame di sapere.Credere che siano tutti così è però ingiusto,falso e lontano dalla realtà.Uno come Federico Buffa ha smesso completamente di fare il commentatore sportivo da alcuni anni e,dopo aver portato su carta le proprie narrazioni,ha cominciato a farlo anche in TV e ancor più di prima in contesti che già aveva sperimentato,quali conferenze e teatri.C'è la ressa ogni volta che si muove.Parla solo del passato.Due lire le porta a casa ed ha un riscontro numerico e ancor più di interesse straordinario.Perchè è eccezionale e perché esiste una grossa fetta di persone e di mercato che la voglia di imparare e conoscere cose nuove per fortuna ce l'ha eccome.Ma pensate che le partite storiche di Super Tennis,ESPN Sport Classic esistano per fare divulgazione scientifica? E' roba che funziona,altrochè.Ma avete presente il programma Rai Techetechetè che la Rai trasmette l'estate?E' roba che non solo funziona ma ha proprio un successo enorme.Quando Gazzetta TV ha chiuso,per un periodo quella frequenza è stata occupata da filmati storici della TV inglese,andavano meglio di quello che c'era prima e ora li trasmette Eurosport.A qualcuno penso farebbe molto bene seguire qualcos'altro che non sia solo Ciclismo,magari scriverebbe roba un minimo attinente alla realtà e si allargherebbe gli orizzonti culturali,che non fa mai male.
Detto questo,trovo Beppe Conti bravissimo come narratore del Ciclismo Storico,un pozzo di conoscenze reali e non imparate sul momento,persona di stile e buone maniere,con una voce televisivamente perfetta.I suoi spazi "Amarcord" non possono che essere benvenuti per riempire ore di dirette.Da lui,come da Buffa o dagli scritti di Morris c'è solo da essere contenti di imparare.Poi se spara analisi da corsa che non trovano buon esito,la colpa è sua per non essere nel suo,o di chi pretende che il grande trequartista possa fare anche il centravanti o il mediano?In certi contesti alle volte le polemiche bisogna pure inventarsele a costo di tirarle per i capelli,sono situazioni che si capiscono lontano un miglio e servono a creare interesse.La colpa di Beppe Conti quale sarebbe,quella di prestarsi?E' anche questione di utilizzo,un bravo narratore su scritto è tutto da dimostare possa trasferire i propri talenti in altri contesti.Non ci allarghiamo,basti vedere Gianni Mura.E a dirla tutta a me il contemporaneo è roba che frega il giusto,quel che funziona oggi è il saper coinvolgere attraverso un giusto livello di pathos e enfasi.Lo fa Meda,lo fanno tanti nel Calcio,lo fa Tranquillo,lo faceva Tommasi e anche il nostro De Zan.La fiera della retorica capisco possa piacere,io la trovo pertinente una volta ogni tanto per situazioni straordinarie e basta.
Detto questo,trovo Beppe Conti bravissimo come narratore del Ciclismo Storico,un pozzo di conoscenze reali e non imparate sul momento,persona di stile e buone maniere,con una voce televisivamente perfetta.I suoi spazi "Amarcord" non possono che essere benvenuti per riempire ore di dirette.Da lui,come da Buffa o dagli scritti di Morris c'è solo da essere contenti di imparare.Poi se spara analisi da corsa che non trovano buon esito,la colpa è sua per non essere nel suo,o di chi pretende che il grande trequartista possa fare anche il centravanti o il mediano?In certi contesti alle volte le polemiche bisogna pure inventarsele a costo di tirarle per i capelli,sono situazioni che si capiscono lontano un miglio e servono a creare interesse.La colpa di Beppe Conti quale sarebbe,quella di prestarsi?E' anche questione di utilizzo,un bravo narratore su scritto è tutto da dimostare possa trasferire i propri talenti in altri contesti.Non ci allarghiamo,basti vedere Gianni Mura.E a dirla tutta a me il contemporaneo è roba che frega il giusto,quel che funziona oggi è il saper coinvolgere attraverso un giusto livello di pathos e enfasi.Lo fa Meda,lo fanno tanti nel Calcio,lo fa Tranquillo,lo faceva Tommasi e anche il nostro De Zan.La fiera della retorica capisco possa piacere,io la trovo pertinente una volta ogni tanto per situazioni straordinarie e basta.
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Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Mica vero.Gli scritti di Dan Peterson sul Basket italiano e Americano sui giornali specializzati erano i primi che personalmente andavo a leggere e doveva essere così per tanti se è vero che riceveva lui più lettere di tutti.Quando nel 99 ebbe luogo il secondo Lock Out NBA ed il primo che ritardò la stagione,il giornale di riferimento risolse il problema infarcendolo di materiale che riassumeva,raccontava e riportava statistiche dei grandi del passato.Non credo abbiano avuto cali di vendite,anzi.Roberto Gotta poi si occupava di storie da playground del passato,roba teoricamente di ultra nicchia.E' arrivato alla televisione anche lui.Non siamo tutti dei criceti,figuriamoci se possono creare problemi i 3 minuti di Beppe Conti.Io gliene darei 30.I DVD tematici che produce la Gazzetta trattano sempre solo il passato,le hanno fatte anche per il Wrestling.Potrebbero fare meglio ma sono sicuro abbiano sempre venduto bene.E non vedo come possa essere sorprendente.Admin ha scritto: Per suffragare questa tesi mi viene in mente ad esempio il baseball in America, nei confronti del basket: l'epica del baseball si è consolidata già all'inizio del secolo scorso, quella del basket negli anni '60-'70 (se non addirittura '70-'80), e sarà un caso se il baseball negli USA (come il ciclismo da noi) è lo sport più rivolto al proprio passato, mentre il basket (ma anche il football mi pare) è interamente focalizzato sul presente?*
Lo stesso discorso lo potremmo forse fare per la boxe, che oltre a essere diventata epica in epoca pre-televisiva, ha pure avuto la ventura di essere lo sport cinematografico per eccellenza, fatto che ha senz'altro contribuito a rafforzarne il passatismo: sport - il baseball e il pugilato in America, il ciclismo in Europa - per i quali, nel momento del loro boom, la dimensione del racconto è stata preponderante rispetto alla dimensione della fruizione.
Sulla Boxe è questione di interpreti più che mai:negli anni 80-90 Tommasi portava avanti la rubrica "La grande Boxe" in cui riproponeva rivalità storiche e filmati del passato in genere.Quelle stesse cose la Gazzetta le riproposte molti anni dopo più o meno pari pari con una serie denominata "I campioni leggendari della Boxe".Bel materiale.E' questione di domanda/offerta peraltro,sottolineo che non è né divulgazione scientifica né servzio pubblico.Queste cose interessano e hanno mercato.
Re: Beppe Conti, ultimo cantore del ciclismo
Io direi invece un pozzo di ignoranza in tutti i sensi, dotata di eccessivi buoni sentimenti e molte cose che dice le ha imparate proprio sul momento e di sicuro sono sempre senza elaborazione personale, perché di questo non è capace.Montana Miller ha scritto: Detto questo,trovo Beppe Conti bravissimo come narratore del Ciclismo Storico,un pozzo di conoscenze reali e non imparate sul momento,persona di stile e buone maniere,con una voce televisivamente perfetta.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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