Cicloproiezioni
Re: Cicloproiezioni
"trama scagazzante" credo che sia la miglior definizione di uno dei film peggiori che io abbia avuto la fortuna di vedere. ai livelli di sharknado, ma meno creativo
grazie come sempre per questa rubrica che amo sempre di più.
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"Il male trionfa sempre, perche' il bene e' stupido" [Lord Casco]
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Re: Cicloproiezioni
fra l'altro ho realizzato solo ora che il poliziotto cattivo di questo film è interpretato dallo stesso attore (michael shannon) che fa il poliziotto cattivo ne la forma dell'acqua, quando si dice la specializzazione...
Re: Cicloproiezioni
Non poteva che essere dedicato all'appuntamento del mese il film di luglio http://www.cicloweb.it/2018/07/23/ciclo ... de-boucle/
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Re: Cicloproiezioni
Ma quindi alla fine il Tour lo vince l'italiano? Ci credo che non è andato a vederlo nessuno (anche se gli va dato atto di essere stati preveggenti).
http://www.spazidisimpatia.wordpress.com
Spazi di simpatia, nel nome dell'amore che regna nella nostra splendida Terra
Un blog consigliato da Basso, quello giusto.
Aderii alla campagna di garbata moral suasion per cacciare Di Rocco. E infatti...
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Re: Cicloproiezioni
Nuova puntata, si viaggia fino in Cina per il Tour of Qinghai Lake (e non solo) http://www.cicloweb.it/2018/08/24/ciclo ... mi-chogbo/
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Re: Cicloproiezioni
Torna la rubrica curata da Gianluca aka dietzen con una pellicola canadese http://www.cicloweb.it/2018/10/05/ciclo ... -secondes/
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Re: Cicloproiezioni
siccome mi è piaciuto, sia come film in sé sia per come tratta l'argomento bici, se qualcuno è interessato su youtube si trova per intero coi sottotitoli in inglese (è girato in francese):Basso ha scritto: ↑venerdì 5 ottobre 2018, 16:31 Torna la rubrica curata da Gianluca aka dietzen con una pellicola canadese http://www.cicloweb.it/2018/10/05/ciclo ... -secondes/
Re: Cicloproiezioni
Nuova puntata, si torna in Giappone dove, va detto, la qualità è sempre alta http://www.cicloweb.it/2018/11/02/ciclo ... ataridori/
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Re: Cicloproiezioni
Il primo lo avevo visto so youtube, questo non è disponibile da qualche parte? qualcuno ha un link? grazie
edit: trovato, bastava usare un pò il (poco) sale in zucca....
edit: trovato, bastava usare un pò il (poco) sale in zucca....
Re: Cicloproiezioni
Anno nuovo, storia nuova. Stavolta tocca alla bmx http://www.cicloweb.it/2019/01/08/cicloproiezioni-rad/
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Re: Cicloproiezioni
Nuovo episodio con la rubrica curata da Gianluca/Dietzen: si va in Belgio http://www.cicloweb.it/2019/02/11/ciclo ... n-lambert/
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Re: Cicloproiezioni
Finalmente si parla di To the fore, aspettavo questo articolo da quando avete iniziato la rubrica!
Re: Cicloproiezioni
Come in tutti i film sul ciclismo che si rispettino, quando un giovane maschio deve far colpo su una femmina della sua specie non può mancare il momento delle acrobazie su due ruote.
La discesa almeno offre spunto per una manciata di inquadrature spettacolari, mentre una galleria è occasione per la testata del capitano della Phantom a Ming, che cade ma comunque riesce a rientrare e vincere la volata finale.
..me ricorda qualcuno...
E la serata allora finisce così, con lui mezzo collassato sul divano e Shi-Yao che ripensa con nostalgia ai bei tempi dell’embolia polmonare.
MuORO
tattiche di gara perlomeno rivedibili, tipo piazzarsi con tutta la squadra in prima fila nel gruppo e non lasciar passare nessuno usando spesso le maniere forti.
Friendzonato dalla ragazza, Tian deve fare i conti anche con il lato sportivo della sua esistenza, dove pare non possedere il talento sognato, visto che nelle gare locali si piazza sempre ben distante dai suoi vecchi compagni Ming e Ji-Wong (“perché tu non vinci mai?” gli domanda innocentemente un bambino). Così, per l’inizio della nuova stagione, sceglie di passare al lato oscuro e si dà al doping.
Se dunque come film in sé To the Fore ci ha lasciato parecchie perplessità, possiamo almeno dire che ci fatto capire un sacco di cose sui numerosi ingaggi di corridori asiatici nella formazione di Saronni, in quegli anni.
La discesa almeno offre spunto per una manciata di inquadrature spettacolari, mentre una galleria è occasione per la testata del capitano della Phantom a Ming, che cade ma comunque riesce a rientrare e vincere la volata finale.
..me ricorda qualcuno...
E la serata allora finisce così, con lui mezzo collassato sul divano e Shi-Yao che ripensa con nostalgia ai bei tempi dell’embolia polmonare.
MuORO
tattiche di gara perlomeno rivedibili, tipo piazzarsi con tutta la squadra in prima fila nel gruppo e non lasciar passare nessuno usando spesso le maniere forti.
Friendzonato dalla ragazza, Tian deve fare i conti anche con il lato sportivo della sua esistenza, dove pare non possedere il talento sognato, visto che nelle gare locali si piazza sempre ben distante dai suoi vecchi compagni Ming e Ji-Wong (“perché tu non vinci mai?” gli domanda innocentemente un bambino). Così, per l’inizio della nuova stagione, sceglie di passare al lato oscuro e si dà al doping.
Se dunque come film in sé To the Fore ci ha lasciato parecchie perplessità, possiamo almeno dire che ci fatto capire un sacco di cose sui numerosi ingaggi di corridori asiatici nella formazione di Saronni, in quegli anni.
PIU' MANGANELLI
Re: Cicloproiezioni
Io sono abbastanza nuovo su questo forum e mi ero perso tutte queste esilaranti recensioni. Me le sono lette tutte sghignazzando e devo fare i complimenti all'autore.
Gli suggerisco una vera chicca: "6 Day Bike Rider" una farsa americana del 1934 sulle sei giorni ( credo uscito all'epoca in Italia con il titolo " un grullo in bicicletta" ) con protagonista il comico Joe E. Brown, passato alla storia del cinema per aver pronunciato l'immortale frase " Nessuno è perfetto " alla fine di " A qualcuno piace caldo". Le scene sono datate , della serie: bucce di banana buttate in pista per far cadere gli avversari,ma ci sono sequenze tratte dalle vere sei giorni al Madison Square Garden favolose.
Gli suggerisco una vera chicca: "6 Day Bike Rider" una farsa americana del 1934 sulle sei giorni ( credo uscito all'epoca in Italia con il titolo " un grullo in bicicletta" ) con protagonista il comico Joe E. Brown, passato alla storia del cinema per aver pronunciato l'immortale frase " Nessuno è perfetto " alla fine di " A qualcuno piace caldo". Le scene sono datate , della serie: bucce di banana buttate in pista per far cadere gli avversari,ma ci sono sequenze tratte dalle vere sei giorni al Madison Square Garden favolose.
Re: Cicloproiezioni
grazie per la segnalazione, vedo che è anche su youtube, lo recupero.Cthulhu ha scritto: ↑lunedì 1 aprile 2019, 22:11 Gli suggerisco una vera chicca: "6 Day Bike Rider" una farsa americana del 1934 sulle sei giorni ( credo uscito all'epoca in Italia con il titolo " un grullo in bicicletta" ) con protagonista il comico Joe E. Brown, passato alla storia del cinema per aver pronunciato l'immortale frase " Nessuno è perfetto " alla fine di " A qualcuno piace caldo". Le scene sono datate , della serie: bucce di banana buttate in pista per far cadere gli avversari,ma ci sono sequenze tratte dalle vere sei giorni al Madison Square Garden favolose.
Re: Cicloproiezioni
Ora ho smesso, ma da ragazzo scrivevo per riviste di cinema ed ero un cinefilo fanatico. Partivo in treno da Firenze solo per andare a vedere film rari alla cineteca di Bologna. All'epoca era tutto su pellicola, li vedevo su una moviola da montaggio. Bei tempi...dietzen ha scritto: ↑martedì 2 aprile 2019, 0:32grazie per la segnalazione, vedo che è anche su youtube, lo recupero.Cthulhu ha scritto: ↑lunedì 1 aprile 2019, 22:11 Gli suggerisco una vera chicca: "6 Day Bike Rider" una farsa americana del 1934 sulle sei giorni ( credo uscito all'epoca in Italia con il titolo " un grullo in bicicletta" ) con protagonista il comico Joe E. Brown, passato alla storia del cinema per aver pronunciato l'immortale frase " Nessuno è perfetto " alla fine di " A qualcuno piace caldo". Le scene sono datate , della serie: bucce di banana buttate in pista per far cadere gli avversari,ma ci sono sequenze tratte dalle vere sei giorni al Madison Square Garden favolose.
Sempre un piacere incontrare un fratello di ossessione.
P.S : con il ciclismo c'entra poco, ma che ne dici di un articolo sul meraviglioso postino in bicicletta di Tati in Jour de fete ?
Re: Cicloproiezioni
E allora, Cutùlu, come ti chiamerebbe il mio amico Mimmo, ti aspettiamo qui
viewtopic.php?f=3&t=218&start=400
PIU' MANGANELLI
Re: Cicloproiezioni
diciamo che nella rubrica ci si limita ai film con una qualche componente agonistica, altrimenti sarebbero davvero troppi.
però magari prossimamente ne approfitto per rivederlo, jour de fete, chissà che non si trovi qualche aggancio.
Re: Cicloproiezioni
Diciannovesima puntata, Quicksilver: si direbbe un vero capolavoro
http://www.cicloweb.it/2019/05/06/ciclo ... icksilver/
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Re: Cicloproiezioni
Come sempre ghigno come un matto e poi proprio non mo viene voglia di guardarmi il film. Quelli di Bollywood a dire il vero mi ispiravanoSeb ha scritto: ↑lunedì 6 maggio 2019, 17:56 Diciannovesima puntata, Quicksilver: si direbbe un vero capolavoro
http://www.cicloweb.it/2019/05/06/ciclo ... icksilver/
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
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Re: Cicloproiezioni
Si viaggia parecchio indietro nel tempo in questa puntata, come sempre realizzata dall'impareggiabile Dietzen http://www.cicloweb.it/2019/08/02/ciclo ... ike-rider/
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Re: Cicloproiezioni
Nuovo episodio, stavolta tratto da una storia vera http://www.cicloweb.it/2019/09/17/ciclo ... ite-reine/
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Re: Cicloproiezioni
Ben fatto, ora lo trovi su netflix. diciamo che il punto centrale del documentario non è nuovo ai ciclowebbisti. Ne esce male la Russia, l'America, la wada, e poi direi che si conferma che il doping serio è roba da ricchi.matteo.conz ha scritto: ↑mercoledì 14 marzo 2018, 11:40 Documentario sul doping, non l'ho visto ancora cmq lo posto qui
https://www.cb01.zone/icarus-hd-2017/
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Re: Cicloproiezioni
Segnalo questo film trovato per caso ieri sera su YouTube. Forse se n'è già parlato negli anni scorsi, nel caso chiedo venia.
Si intitola "la baraonda", del 1980, con Giuliano Gemma nei panni del medico della Sei Giorni di Milano. Interamente girato e ambientato nel Palasport e nei dintorni durante la Sei Giorni. Molto interessante per capire l'epoca e l'atmosfera di quella straordinaria manifestazione negli anni migliori.
Si vedono le tribune piene, le gare che finivano alle 2.30 di notte, poi il derny, l'americana, l'eliminazione con corridori eliminati ogni 4 giri, gli atteggiamenti dei tifosi, il dialetto milanese oggi scomparso, l'umanità differente che affollava le tribune e il ristorante.
La trama di per sè è poca cosa, un intreccio amoroso tra Gemma e una ragazza conosciuta in Romagna. Ma nel complesso mi è piaciuto, è un film figlio di quei tempi, minimalista ma per me godibile.
perché per me il ciclismo non è ancora una passione onanistica, ma è un pezzo di cultura popolare e familiare.
Re: Cicloproiezioni
Grazie Marc.marc ha scritto: ↑sabato 13 novembre 2021, 13:49
Segnalo questo film trovato per caso ieri sera su YouTube. Forse se n'è già parlato negli anni scorsi, nel caso chiedo venia.
Si intitola "la baraonda", del 1980, con Giuliano Gemma nei panni del medico della Sei Giorni di Milano. Interamente girato e ambientato nel Palasport e nei dintorni durante la Sei Giorni. Molto interessante per capire l'epoca e l'atmosfera di quella straordinaria manifestazione negli anni migliori.
Si vedono le tribune piene, le gare che finivano alle 2.30 di notte, poi il derny, l'americana, l'eliminazione con corridori eliminati ogni 4 giri, gli atteggiamenti dei tifosi, il dialetto milanese oggi scomparso, l'umanità differente che affollava le tribune e il ristorante.
La trama di per sè è poca cosa, un intreccio amoroso tra Gemma e una ragazza conosciuta in Romagna. Ma nel complesso mi è piaciuto, è un film figlio di quei tempi, minimalista ma per me godibile.
Non lo conoscevo, visto oggi in un uggioso pomeriggio di autunno.
Il film a tratti ingenuo, con temi anni 70 buttati qua e là.
Visto 40 anni dopo però fa un bel effetto.
Un sapore malinconico, che rende godibile vederlo.
Che peccato non ci sia più il palazzetto!
E' bastata una nevicata per privare una città come Milano di una struttura così bella ed importante!
Quando passavi davanti al palazzetto eri affascinato e rapito dalla sua sua forma, come della spirale di San Siro, allora senza terzo anello, che ha imbruttito lo stadio.
il piazzale di sterrato e cemento tra il palazzetto e San Siro pareva un luogo metafisico
La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
Re: Cicloproiezioni
Peccato che agli architetti nessuno avesse spiegato perché di solito si fanno i tetti a punta e non concavi...Krisper ha scritto: ↑sabato 13 novembre 2021, 18:15Grazie Marc.marc ha scritto: ↑sabato 13 novembre 2021, 13:49
Segnalo questo film trovato per caso ieri sera su YouTube. Forse se n'è già parlato negli anni scorsi, nel caso chiedo venia.
Si intitola "la baraonda", del 1980, con Giuliano Gemma nei panni del medico della Sei Giorni di Milano. Interamente girato e ambientato nel Palasport e nei dintorni durante la Sei Giorni. Molto interessante per capire l'epoca e l'atmosfera di quella straordinaria manifestazione negli anni migliori.
Si vedono le tribune piene, le gare che finivano alle 2.30 di notte, poi il derny, l'americana, l'eliminazione con corridori eliminati ogni 4 giri, gli atteggiamenti dei tifosi, il dialetto milanese oggi scomparso, l'umanità differente che affollava le tribune e il ristorante.
La trama di per sè è poca cosa, un intreccio amoroso tra Gemma e una ragazza conosciuta in Romagna. Ma nel complesso mi è piaciuto, è un film figlio di quei tempi, minimalista ma per me godibile.
Non lo conoscevo, visto oggi in un uggioso pomeriggio di autunno.
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Re: Cicloproiezioni
Comunque me lo sto guardando pure io.
Sceneggiatura e recitazione imbarazzanti, ma lo stile tutto piani sequenza e campi medi da ex documentarista del regista Florestano Vancini tutto sommato non ci sta male in questa storia
Sceneggiatura e recitazione imbarazzanti, ma lo stile tutto piani sequenza e campi medi da ex documentarista del regista Florestano Vancini tutto sommato non ci sta male in questa storia
Re: Cicloproiezioni
Figurati KrisperKrisper ha scritto: ↑sabato 13 novembre 2021, 18:15Grazie Marc.marc ha scritto: ↑sabato 13 novembre 2021, 13:49
Segnalo questo film trovato per caso ieri sera su YouTube. Forse se n'è già parlato negli anni scorsi, nel caso chiedo venia.
Si intitola "la baraonda", del 1980, con Giuliano Gemma nei panni del medico della Sei Giorni di Milano. Interamente girato e ambientato nel Palasport e nei dintorni durante la Sei Giorni. Molto interessante per capire l'epoca e l'atmosfera di quella straordinaria manifestazione negli anni migliori.
Si vedono le tribune piene, le gare che finivano alle 2.30 di notte, poi il derny, l'americana, l'eliminazione con corridori eliminati ogni 4 giri, gli atteggiamenti dei tifosi, il dialetto milanese oggi scomparso, l'umanità differente che affollava le tribune e il ristorante.
La trama di per sè è poca cosa, un intreccio amoroso tra Gemma e una ragazza conosciuta in Romagna. Ma nel complesso mi è piaciuto, è un film figlio di quei tempi, minimalista ma per me godibile.
Non lo conoscevo, visto oggi in un uggioso pomeriggio di autunno.
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Visto 40 anni dopo però fa un bel effetto.
Un sapore malinconico, che rende godibile vederlo.
Che peccato non ci sia più il palazzetto!
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Quando passavi davanti al palazzetto eri affascinato e rapito dalla sua sua forma, come della spirale di San Siro, allora senza terzo anello, che ha imbruttito lo stadio.
il piazzale di sterrato e cemento tra il palazzetto e San Siro pareva un luogo metafisico
Sì il film per me ha questo grande pregio della malinconia e di riuscire a fotografare un'epoca sportiva e soprattutto sociale (mi riferisco alle ambientazioni da vecchia Milano), in questo il regista è bravo e non sapevo fosse un ex documentarista.
Mi viene il dubbio che sia stato un film finanziato dagli organizzatori della gara, ai tempi Gemma era un attore credo tra i più in auge in Italia, poi ci sono una serie di cameo: Dogui, Roncato e Salvi.
Sul Palasport: da ignorante in materia mi sono sempre chiesto che cosa è passato per la testa ai progettisti per il tetto a conca, in fin dei conti eravamo a Milano mica ad Atene o Los Angeles.
E mi sono sempre chiesto che destino avrebbe potuto avere la Sei Giorni di Milano, la più prestigiosa in Europa, senza quella brusca interruzione.
perché per me il ciclismo non è ancora una passione onanistica, ma è un pezzo di cultura popolare e familiare.
Re: Cicloproiezioni
La malinconia e il grigiore sono un tratto comune a moltissime pellicole italiane degli anni 70. Erano proprio anni tristi.
Florestano Vancini è un tipico rappresentante del cinema italiano degli anni 60-70, un ex documentarista che si è fatto un nome con alcune opere di carattere politico come la lunga notte del 43 o il delitto Matteotti. Nulla di che, ma in Italia all'epoca era sufficiente essere un "intellettuale organico" al PCI , fare film anti fascisti o anti capitalisti per assicurarsi una carriera. Preciso che ho sempre votato a sinistra, ma quella era la realtà all'epoca: se non avevi l'appoggio delle Botteghe Oscure nell'industria culturale facevi poca strada. Come ne facevi poca nella finanza, nelle banche e nello Stato se non avevi l'appoggio DC.
Qui credo sia stato tentato dal fare una specie di Nashville all'italiana, con tante storie concomitanti e con la sei giorni al posto del festival country, ma la differenza di mezzi e talento rende il paragone oltre i limiti del ridicolo.
Comunque sia un film divertente, la camera Vancini la sa muovere, da buon ex documentarista ci fa vedere tutti gli anfratti del defunto palazzetto e in generale non annoia.
Ma la sceneggiatura e la recitazione ( Giuliano Gemma poteva andare bene doppiato quando faceva Ringo ma la sua voce, misericordia...) sono roba da far vergognare i filodrammatici.
Florestano Vancini è un tipico rappresentante del cinema italiano degli anni 60-70, un ex documentarista che si è fatto un nome con alcune opere di carattere politico come la lunga notte del 43 o il delitto Matteotti. Nulla di che, ma in Italia all'epoca era sufficiente essere un "intellettuale organico" al PCI , fare film anti fascisti o anti capitalisti per assicurarsi una carriera. Preciso che ho sempre votato a sinistra, ma quella era la realtà all'epoca: se non avevi l'appoggio delle Botteghe Oscure nell'industria culturale facevi poca strada. Come ne facevi poca nella finanza, nelle banche e nello Stato se non avevi l'appoggio DC.
Qui credo sia stato tentato dal fare una specie di Nashville all'italiana, con tante storie concomitanti e con la sei giorni al posto del festival country, ma la differenza di mezzi e talento rende il paragone oltre i limiti del ridicolo.
Comunque sia un film divertente, la camera Vancini la sa muovere, da buon ex documentarista ci fa vedere tutti gli anfratti del defunto palazzetto e in generale non annoia.
Ma la sceneggiatura e la recitazione ( Giuliano Gemma poteva andare bene doppiato quando faceva Ringo ma la sua voce, misericordia...) sono roba da far vergognare i filodrammatici.
Re: Cicloproiezioni
La cosa più incredibile degli anni 60-70 è che allora si riteneva cinema vero solo il lungometraggio narrativo.Cthulhu ha scritto: ↑domenica 14 novembre 2021, 1:17 La malinconia e il grigiore sono un tratto comune a moltissime pellicole italiane degli anni 70. Erano proprio anni tristi.
Florestano Vancini è un tipico rappresentante del cinema italiano degli anni 60-70, un ex documentarista che si è fatto un nome con alcune opere di carattere politico come la lunga notte del 43 o il delitto Matteotti. Nulla di che, ma in Italia all'epoca era sufficiente essere un "intellettuale organico" al PCI , fare film anti fascisti o anti capitalisti per assicurarsi una carriera. Preciso che ho sempre votato a sinistra, ma quella era la realtà all'epoca: se non avevi l'appoggio delle Botteghe Oscure nell'industria culturale facevi poca strada. Come ne facevi poca nella finanza, nelle banche e nello Stato se non avevi l'appoggio DC.
Qui credo sia stato tentato dal fare una specie di Nashville all'italiana, con tante storie concomitanti e con la sei giorni al posto del festival country, ma la differenza di mezzi e talento rende il paragone oltre i limiti del ridicolo.
Comunque sia un film divertente, la camera Vancini la sa muovere, da buon ex documentarista ci fa vedere tutti gli anfratti del defunto palazzetto e in generale non annoia.
Ma la sceneggiatura e la recitazione ( Giuliano Gemma poteva andare bene doppiato quando faceva Ringo ma la sua voce, misericordia...) sono roba da far vergognare i filodrammatici.
Quando invece la produzione ducumentaristica italiana di allora era di livello altissimo.
A mio parere, il valore di molte pellicole di allora è dato dalla presenza di una grammatica documentarista, penso ad Olmi ad esempio.
Senza saperlo mi sono accorto di aver visto film e documentari di Vancini in passato, ma non ricordavo fosse lui l'autore.
I suoi documentari sono veramente di alto valore.
Oggi sembra ritornare in auge il documentario come forma di racconto e di cinema, forse anche grazie alle piattaforme tipo Netflix.
Anche oggi però i documentari sono "organici" al sistema politico attuale; allora lo ammettevano con orgoglio ed erano di opposizione, oggi fanno finta di non esserlo e sono "di governo".
O tempora o mores!
Un difetto importante dei documentari odierni è il loro formato "reality", che porta ad un eccesso di narrazione. (E' solo una mia opinione)
Per fare un esempio con il ciclismo.
Il documentario "El dia menos pensado" utilizza le interviste fuori scena per cucire la narrazione, "Sunday in the Hell" ha una voce fuori campo classica ed essenziale.
Inutile dire quale dei due sia un capolavoro.
La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
Re: Cicloproiezioni
Hai perfettamente ragione, non avrei saputo dirlo meglio. E chiunque apprezzi il primo Olmi, quello più documentarista, non può che avere il mio appoggio. Che meraviglia il Tempo si è fermato. Dove diranno dieci parole in tutto, giustappunto.
Comunque al mondo ci sono ancora grandi e seri documentaristi.
E forse il migliore, dopo Il grande Frederick Wiseman che però va per i 92 , è il nostro Gianfranco Rosi