Marco Pantani.

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nemecsek
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da nemecsek »

nino58 ha scritto:Ricordiamola a tutti la differenza tra Pantani e Guardiola.

Pantani non è mai stato trovato positivo.
Mi permetto di far notare che Josep Guardiola è stato assolto in appello dal Tribunale di Brescia, nel 2007, dal reato penale di doping.
Altresì, dal punto di vista sportivo, nel 2009 la Corte di Giustizia federale della Figc ammise il suo ricorso per la revisione del processo sportivo partito dal deferimento della Procura Antidoping del Coni, assolvendolo dall’ incolpazione ascritta.


A volte il dito indica proprio il dito, non la luna.
Dopo Campiglio qualcuno ha abbandonato il ciclismo, qualcun altro ha ripreso a seguirlo.
I veri campioni erano quelli che dicevano no [Winter]
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nino58
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da nino58 »

Mi sembra di aver detto un'altra cosa, che semplifico nella domanda:
Guardiola è stato trovato "positivo" ?


Von Rock ? Nein, danke.
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basso90
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da basso90 »

nino58 ha scritto:Mi sembra di aver detto un'altra cosa, che semplifico nella domanda:
Guardiola è stato trovato "positivo" ?
no


Tutto è possibile. Possono dirti che hai il 90 per cento di possibilità, o il 50 per cento, oppure l'1 per cento, ma ci devi credere. E devi lottare. Lance Armstrong
donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da donchisciotte »

Sì, due volte positivo al nandrolone. Alla decisione di " riabilitazione" della Federazione del calcio ( diciamo una Federazione molto diversa, politicamente, da quella del ciclismo)si è opposto Torri ma non ne ha fatto una malattia come nel caso di Valverde. Ho letto, vagolando un po' su google, che la difesa è stata un po' la solita di tutti i beccati.
Comunque non è in gioco la vicenda processuale che non ho seguito, quanto il fatto che un atleta due volte positivo sia un esempio morale ( e magari lo è, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore) e Pantani, comunque mai positivo, un esempio negativo.
Ma se non ti piace l'esempio di Guardiola, posso pure chiedere: qualcuno mi sa spiegare la vicenda Di centa ( compreso il volo per andarsi a ricoverare in una determinata clinica)? Non stava pure lei in un famoso file? Non è un esempio di sport pulito? E Pantani che stava nello stesso file perché no?
Ma mi interessa il discorso sull'esempio morale. Che come concetto mi pare nebuloso.


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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da donchisciotte »

Questa è la risposta della Fondazione Pantani ( quindi della famiglia Pantani) alle gravissime affermazioni di Berruti.
http://www.cicloweb.it/news/2011/05/07/ ... zione.html

Mi pare una risposta importante e molto diversa dalla generica difesa della memoria di un uomo e di un campione. Finalmente si parla esplicitamente del perché Pantani alla gogna serva a determinati interessi, si parla del calcio e della scuola di Ferrara, si parla del Coni e del suo coinvolgimento. ma si parla soprattutto dei ciclisti, dicendo loro che Pantani è un ciclista come loro e loro stessi sono in pericolo. E' una risposta che chiama il movimento ciclistico a difendersi e intervenire perché Pantani è morto ma il ciclismo, se vuole sopravvivere, non può accettare di essere immolato in nome di interessi di potere. E' una risposta che chiama in causa la federazione e l'Associazione dei ciclisti ( e, in prima persona, Gianni Bugno).
E' una risposta che si appella a quella che, qui su cicloweb, si è chiamata " coscienza di classe" dei ciclisti. Non è la solita risposta " in difesa", è una risposta in attacco che il ciclismo, se riesce a uscire dall'ignavia e dall'acquiescenza che, purtroppo, lo contraddistingue, non può ignorare.


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Abajia
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Messaggio da leggere da Abajia »

Per volontà d'informazione: oggi è arrivata la replica su Tuttosport, firma di Viberti, a pagina 21, in basso a destra.
Si parla di «autogol» da parte della Fondazione Pantani e Berruti è definito «personaggio al di sopra di ogni sospetto». Di questi si parla in riferimento alla volontà di Tuttosport di dar «voce a chi non la pensa come la massa»; eppure, se si interroga la "massa", sfido che da quella possa veramente estrapolarsi un pensiero diverso da quello di Berruti.
Secondo me, la "difesa" di Tuttosport/Viberti fa acqua...


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donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da donchisciotte »

In Italia c'è questo nuovo sport insensato di proclamarsi voce fuori dal coro, radio londra, personaggio scomodo però ripetendo esattamente quello che dice il coro vincente e di potere.
Il coro ( non quello dei tifosi di ciclismo, ma quello dei media) non dice che Pantani è dopato e drogato? E allora ? Una voce bianca perfettamente nel coro.
Poi non mi pare che si avanzino sospetti su Berruti, solo che se si applica il suo criterio ( dove c'è una grande impresa c'è doping), qualsiasi grande impresa è sospetta.
L'autogol vero è quell'attacco a testa bassa contro una persona morta credendosi beatificato dalla lotta al doping, un autogol perché di infinito cattivo gusto.
E l'autogol è quello del ciclismo che anche ieri, ho letto,ha fatto pontificare berruti sui ciclisti dopati. Chissà se lo avrebbe fatto la televisione italiana in un programma di presentazione del campionato di calcio ( ah, già, il calcio è pulito per definizione).
Forse contro la voluttà tafazziana c'è solo da arrendersi.


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donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da donchisciotte »

Penso che i due giorni che tutto il ciclismo ha vissuto ci rimarranno dentro per lungo tempo. E penso che sempre di più sia chiaro che non bisogna permettere che i ciclisti vengano continuamente offesi e identificati con una sola cosa.
Perciò fa bene la famiglia Pantani a non stare zitta.
Per cui Berruti e Viberti hanno avuto un'ulteriore replica. Spero si capisca e che non ci si fermi solo ad alcuni aspetti ma si tenga conto delle molteplici implicazioni contenute nelle due risposte della famiglia Pantani. Che si guardi la luna, ecco.

http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pa ... &allcomm=1


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mestatore
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da mestatore »

oggi in televisione ennesimo paragone pirla, contador come pantani.
pirla dal punto di vista tecnico, perchè contador è un grande, ma con caratteristiche e carattere differenti

in rete ho trovato questo
è un mio personale regalo a donchi
il cantante è fiammingo
a me ha commosso il pirata felice



non sono ciclisti, la fatuita' delle loro vite mi sciocca- T. Krabbe', la corsa.
superalvi
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da superalvi »

mestatore ha scritto:oggi in televisione ennesimo paragone pirla, contador come pantani.
pirla dal punto di vista tecnico, perchè contador è un grande, ma con caratteristiche e carattere differenti
si infatti, da Beppe Conti non me lo sarei aspettato


donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da donchisciotte »

Ti ringrazio mestatore, sì commuove vedere frammenti di vita di Marco e pensare che non li vivrà più.
I paragoni con Pantani hanno stufato, ha dato fastidio anche a me Beppe Conti.
Il mio personale regalo a chi ama Pantani è questo pezzo scritto qualche tempo fa da Tex sul forum di Pantani, straordinariamente vero e straordinariamente triste.

E' vero, tutti noi che in questi anni non abbiamo mollato, continuiamo a chiederci perchè hanno vinto i cattivi, così come l'ha chiesto il mio bambino.

Però se c'è una cosa di cui sono certo è che i "cattivi" hanno già vinto, sono già stati sul palco a ritirare il trofeo, l'hanno già portato a casa, lo hanno già messo in bacheca.
Su questo non sono d'accordo con Donchisciotte quando scrive "noi vorremmo che ,alla fine, i cattivi non vincano".
Che ci piaccia o no, la partita è finita.
La prova è che i DVD con le vittorie del Pirata non sono commentati da un soddisfatto Marco Pantani ormai più che quarantenne direttore sportivo o team manager di qualche formazione ciclistica.

Il Panta non può ridere tra sè e sè pensando "mamma mia come andavo forte".
Non può essere invitato ad ogni stramaledetta riunione dei vincitori del Giro e del Tour.
Non può guardare il percorso del prossimo Giro d'Italia pensando che se un percorso simile l'avessero disegnato quando c'era lui, l'organizzazione avrebbe potuto risparmiare sul servizio di cronometraggio perchè sarebbe bastata una vecchia sveglia a segnare i quarti d'ora di distacco.
Marco Pantani non può più fare un sacco di cose, nel ciclismo o in privato e nessuno può restituirgliene nemmeno una.

Certo, io spero che l'impegno di Tonina, di Paolo, di Vicennati, dell'avvocato Salerno, porti finalmente a qualche risultato concreto che consenta di riscrivere la storia di Marco Pantani dal 5 giugno 1999 in poi, sia per quanto riguarda la sua carriera di corridore sia per quello che attiene la sua parabola umana e la sua tragica conclusione.
Lo spero con tutto il cuore.
Sogno di vedere persone messe di fronte alle proprie responsabilità, inchiodate davanti alla fotografia della realtà che prende il posto del quadro che qualcuno aveva dipinto.
Si, perchè i ritratti ed i paesaggi dipinti possono anche essere verosimili, ma non saranno mai fedeli alla realtà come una riproduzione fotografica.

La speranza però non può cambiare la storia.
Io mi sento come un partecipante al Processo del lunedì, "ecco vedete non era fuorigioco, la partita è stata falsata ed il risultato bugiardo".
Però la partita è finita e nessuno può cambiare il risultato finale.
Con questo non voglio dire che ci si debba fermare proprio adesso, però non dobbiamo illuderci di riaprire la partita, dobbiamo renderci conto che la nostra soddisfazione sarà sempre infinitamente minore della rabbia, perchè quella che si sta giocando adesso è un'altra partita, non sono i tempi supplementari di quella vecchia.
A questa partita partecipiamo noi, non Marco.
Se anche la dovessimo vincere, dobbiamo avere ben presente che il Pirata non sarà li con noi a ritirare la coppa, perchè lui è al cimitero di Cesenatico, perchè i cattivi hanno vinto la partita più importante.


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Ottavio
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Ottavio »

Non riesco a capire perché vi arrabbiate tanto se qualcuno paragona un ciclista a Pantani.
Quante volte abbiamo sentito parlare del nuovo Gimondi, nuovo Coppi e addirittura del nuovo Merckx?

Capisco che alcuni pensano che Pantani e il suo ricordo siano di loro "proprietà", ma non è così.
Marco appartiene alla storia del ciclismo - putroppo solo alla storia del ciclismo - ed è giusto e molto rispettoso nei suoi confronti usarlo come mezzo di paragone, come emblema dell'eccellenza in salta.
Non credo che offendersi per i paragoni, da parte delle vestali della memoria di Pantani, sia un buon servizio reso al grande Marco.


herbie
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da herbie »

non è che ci offende ogni volta. Stavolta il fatto è che atleticamente parlando non ci sta proprio.
Come tipo di scalatore Contador e Pantani sono molto molto diversi. Contador è una specie di velocista-scalatore, grandi qualità nel fuorisoglia e grande potenza nei 20', capacità di esploderla improvvisamente. Pantani era uno scalatore da grandi salite, sul corto non faceva la differenza, non parliamo poi dei rapporti usati e dello stile della pedalata rispetto a Contador. E' per quello che non puoi dire: "mi ricorda Pantani"... al limite, per il modo di macinare il rapporto può ricordare Armstrong, ma anche Lance, come Marco, era uno che partiva sul secondo tornante dell'Alpe d'Huez, metteva in difficoltà gli avversari sfidandoli almeno per 40', e infatti faceva grandi distacchi....
Io sono convinto che anche Pantani avrebbe sofferto molto Contador se lo avesse aspettato nel finale come sull'Etna, in quella specialità del finisseur in salita a memoria uno come Contador non si è mai visto, ed io gli credo perchè è dall'inizio della sua carriera che ripropone sempre questo stesso numeri sui finali "brevi" in salita. Fa specie vedere che evidentemente qualcuno ancora non se ne sia accorto.
Invece credo che il Pirata, figlio di un ciclismo meno scientifico ma molto più acuto e intuitivo, dopo una tappa avrebbe capito che Contador va chiamato allo scoperto dopo 1 km. di salita, non dopo 10....

Una giustificazione per l'uscita di Conti però la trovo: Beppe è dall'inizio del Giro che con Contador ha delle uscite sibilline. Non so se avete notato ma cerca di spingerlo al grande attacco, che non ha mai fatto nella sua carriera, vista la pendenza che ha con il TAS, avrebbe l'occasione per lasciare un segno vero...ma gari anche per influenzare un pochino il giudizio con una vera grande impresa. Come quella dei grandi scalatori come Marco, io credo che è per quello che Conti glielo abbia nominato. Se uno si sente dire: "mi ricorda Pantani", potrebbe essere spinto a tentare per una volta davvero di fare quello che faceva Marco...
parliamoci chiaro, una vittoria di Contador al Giro, "alla Contador", cioè con quelle punture di spillo nei finali di salita e rifilando il resto nelle crono, con quella squalifica probabile (ma c'è da mettere un punto di domanda molto grande) pendente, potrebbe essere un boomerang sia per lui, come popolarità, sia soprattutto una mazzata per il Giro. Una tappa da leggenda, andando ad esplorare proprie qualità fisiche mai esplorate, anche saltando, in un Giro che comunque si giocherà purtroppo in un'aula di tribunale, sarebbe invece una grande vittoria, perfino nella (improbabile) sconfitta.


claudiodance
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da claudiodance »

Ragazzi, per una volta non sono, almeno parzialmente, d’accordo con Mesty,
(…e che dire poi del fatto che mi trovo d’accordo con B. Conti? Mah, forse sto invecchiando!).
Il paragone di Conti fra Contador e Pantani non era stilistico o squisitamente tecnico. Fra i due corridori ci sono differenze, è chiaro come il sole. Il paragone, ma sarebbe meglio dire raffronto, era basato sugli effetti prodotti dagli attacchi in salita dei due campioni e sull’istinto che guida entrambi a cercare sempre di fare la differenza ad ogni arrivo in salita.
Lampante la vicenda accaduta a Scarponi: il quale è franato sotto la sua stessa voglia di reggere il ritmo di Alberto Contador. Quante volte anche agli avversari di Pantani accadde? Ricordo Berzin sul Mortirolo, provare a tenere la sua ruota e rotolare indietro, superato da M. Indurain che invece non aveva risposto agli attacchi di Marco.
Insomma, devo dire che anche a me è balzata in mente la cosa del raffronto fra Marco e Alberto. Non mi sfuggono le diverse caratteristiche (scalatore puro Marco, scalatore, ma eccellente cronoman Alberto – scalatore da lunghi rapporti Panta e frulla maionese Conta – potenziale classicomane Marco, votato alle corse a tappe, almeno finora, lo spagnolo, etc…), ma pare evidente che si tratta dei due più forti scalatori dell’era recente.

Non mi si voglia male, poi, se permetto a me stesso una osservazione “esterna”. La triste vicenda Pantani, il provato coacervo di azioni coscienti, circostanze, volontà singole che formarono quello che Tex chiama “il male che ha vinto” e che diedero una svolta drammatica alla sua parabola di atleta prima e, con buona probabilità, di uomo poi, non dovrebbe indurre le persone più vicine (nel sentimento) a Pantani a considerare ogni intervento di chicchessia sul Pirata come un’attacco, un’offesa, una specie di intollerabile affronto alla sua memoria. Non è così!
Lo dico per Voi, Donchi, tu mi capirai. Non è con le barricate che si vince, non è esasperando ogni frangente della discussione, non è trasformando in lotta anche quelle fasi di normale argomentazione sportiva (Pantani come Contador, più forte o meno di Coppi, più discesista Nibali, più pelato di Pollentier, meno intonato di Zandegù…)
Ragazzi, gran calma! I punti fermi:
Verità e giustizia per Marco: siamo d’accordo, meritoria iniziativa, bravi.
Il valore di Pantani come campione non si discute, non era dovuta all’epo la sua grandezza: è nei fatti e nella capacità di osservare il ciclismo.
Bene, dati questi assunti e concesso l’infinito dolore che ognuno vuole concedere al proprio cuore per una mancanza che avverte opprimente e ingiusta, vogliamo concedere al resto del mondo ciclistico la libertà di azzardare un paragone, di intavolare una discussione tecnica?
Qualche mese fa aprii un 3d esclusivamente ciclistico su Marco e fu un successo di contributi. Ecco la prova. Carissimi, forse è venuto il momento di togliersi le pitture di guerra dal volto. L’ascia potrà essere dissotterrata in men che non si dica, quando necessario, ma ricordiamolo, non siete circondati solo da tribù nemiche. La prateria è ancora vasta, piena di bufali da cacciare, di vento nei capelli e di felicità da saper godere.
Gli spiriti cavalcano con voi e con noi e si compiacciono della nostra contentezza.

Ciao belli.
Claudio.

Ps. Octave, fratello, leggo ora il tuo intervento. Rispetto, augh.


...oh, ghè riat Dancelli!
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Subsonico »

e mo' che il paragone l'ha fatto pure Merckx?


VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...

"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
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Re: Marco Pantani.

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Be', però. Claudio, i paragoni tra i campioni si fanno soprattutto dal punto di vista tecnico, oppure da quello 'storico' (capacità di incidere e lasciare il segno su un'epoca, tipo e qualità delle vittorie, ecc.).
Essendo impossibile questo secondo raffronto tra i due, visto che a Pantani venne tolta, tra incidenti e vicende personali, più della metà della carriera, rimane solo il confronto tecnico, che al momento effettivamente pure a me pare deboluccio. O vogliamo dire che togliersi dalla ruota Scarponi (o Andy Schleck al Tour) equivale a far correre il rischio di saltare ad un Indurain all'epoca quasi imbattibile, o meglio di riuscire a far saltare altri fior di campioni, con alcuni GT già nel carniere?

Allora per Contador, al giorno d'oggi, parrebbe più calzante il paragone con Armstrong: frequenze, tipo di pedalata, strategie complessive di gara sulle tre settimane, uso 'intimidatorio' delle possibilità a cronometro, sensazione di tenere in pugno la corsa aldilà del valore della squadra, ecc.
Con un'unica differenza: cioè quella di non aver mai fatto 'L'IMPRESA'. Oddio, non che le imprese del texano possano essere lontanamente paragonate a quelle a cui ci aveva abituato (e a cui era forse anche 'costretto') il Panta, ma almeno qualche attacco decisivo da lontano, anche per chiudere definitivamene i conti di una gara, ce lo ha lasciato. Se Contador dovesse riuscire a fare anche qualcosa di simile (e chissà se non lo vedremo già in questo Giro...), la sue differenze con Pantani rimarrebbero immutate, mentre si avvicinerebbero ancora più le similitudini con Armstrong.
Ecco perché, appunto, il raffronto è improponibile anche in 'prospettiva'...

Ciao bello, e allenati per la Kobram, ché Uffa è in forma... :lol:


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Re: Marco Pantani.

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claudiodance ha scritto:Ragazzi, gran calma! I punti fermi:
Verità e giustizia per Marco: siamo d’accordo, meritoria iniziativa, bravi.
Il valore di Pantani come campione non si discute, non era dovuta all’epo la sua grandezza: è nei fatti e nella capacità di osservare il ciclismo.
Bene, dati questi assunti e concesso l’infinito dolore che ognuno vuole concedere al proprio cuore per una mancanza che avverte opprimente e ingiusta, vogliamo concedere al resto del mondo ciclistico la libertà di azzardare un paragone, di intavolare una discussione tecnica?
Qualche mese fa aprii un 3d esclusivamente ciclistico su Marco e fu un successo di contributi. Ecco la prova. Carissimi, forse è venuto il momento di togliersi le pitture di guerra dal volto. L’ascia potrà essere dissotterrata in men che non si dica, quando necessario, ma ricordiamolo, non siete circondati solo da tribù nemiche. La prateria è ancora vasta, piena di bufali da cacciare, di vento nei capelli e di felicità da saper godere.
Gli spiriti cavalcano con voi e con noi e si compiacciono della nostra contentezza.

Ciao belli.
Claudio.

Ps. Octave, fratello, leggo ora il tuo intervento. Rispetto, augh.
"Oh, deliziosa delizia e incanto; è piacere impiacentito" leggere queste parole.
Ricerca della verità sempre, ma iniziamo a considerare Pantani per quello che è stato ed è: uno dei più forti corridori di sempre.
Non c'è volta che dopo il nome di Pantani non segua la parola doping, come in un riflesso pavloviano. Una volta che finalmente si è data piena dignità sportiva a Pantani, vi lamentate!
Non vedo l'ora di sentire e leggere discussioni (come l'ottima postata a suo tempo da Claudio) su chi fosse più forte tra Bartali, Gaul e Pantani (ho fatto i primi nomi che mi sono venuti in mente); come quelle discussioni che facevamo da bambini (è più forte Batman o Spiderman?).

Passando all'aspetto tecnico, osservo che l'impresa di ieri di Contador è stata quasi degna di Pantani. Lo spagnolo è partito a quasi 7 km dall'arrivo (non è stato dunque un piccolo scatto) ed è partito con il 53. Inoltre ha preso un vantaggio di 1 minuto, cosa che non si vedeva dai tempi di Marco e del miglior Armstrong.
Certo la pedalata è molto diversa: dopo lo scatto lo spagnolo mette rapporti molto più leggeri di quelli di Pantani e a differenza dell'italiano non guadagna quasi più niente. Lo scatto è molto più esplosivo di quello di Pantani, che però era una sorta di "martello", accellerava in continuazione e aumentava il vantaggio ottenuto con lo scatto (chiedetelo a Berzin, Tonkov, ecc.).
Contador poi sta molto più sui pedali, mentre Pantani spingeva più spesso da seduto. Conty ha una pedalata più "corretta", visto che Marco pedalava "di punta". Quanto alla posizione delle mani sulla parte bassa del manubrio, credo che sia stato Robby a far notare che questo atteggiamento teoricamente sbagliato, è stato adottato da Pantani dopo l'incidente del 95.

Infine osservo che è vero che Contador fa imprese in salita inferiori a quelle di Pantani, ma per la semplice ragione, che non è costretto a farle, viste le sue buone attitudini da cronoman.
Duole dirlo, ma le imprese più "pantaniane" degli ultimi anni, le ha fatte l'astronauta.....


Winter
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Winter »

Ottavio ha scritto:

Passando all'aspetto tecnico, osservo che l'impresa di ieri di Contador è stata quasi degna di Pantani. Lo spagnolo è partito a quasi 7 km dall'arrivo (non è stato dunque un piccolo scatto) ed è partito con il 53. Inoltre ha preso un vantaggio di 1 minuto, cosa che non si vedeva dai tempi di Marco e del miglior Armstrong.
Certo la pedalata è molto diversa: dopo lo scatto lo spagnolo mette rapporti molto più leggeri di quelli di Pantani e a differenza dell'italiano non guadagna quasi più niente. Lo scatto è molto più esplosivo di quello di Pantani, che però era una sorta di "martello", accellerava in continuazione e aumentava il vantaggio ottenuto con lo scatto (chiedetelo a Berzin, Tonkov, ecc.).
Contador poi sta molto più sui pedali, mentre Pantani spingeva più spesso da seduto. Conty ha una pedalata più "corretta", visto che Marco pedalava "di punta". Quanto alla posizione delle mani sulla parte bassa del manubrio, credo che sia stato Robby a far notare che questo atteggiamento teoricamente sbagliato, è stato adottato da Pantani dopo l'incidente del 95.

Infine osservo che è vero che Contador fa imprese in salita inferiori a quelle di Pantani, ma per la semplice ragione, che non è costretto a farle, viste le sue buone attitudini da cronoman.
Duole dirlo, ma le imprese più "pantaniane" degli ultimi anni, le ha fatte l'astronauta.....
1) Non ricordo un'impresa da lontano ne di Armstrong ne di Contador. Il mito di Pantani nasce proprio dagli attacchi a 2-3 salite dalla fine (con piu' di 40-50 km)
2) E' si scattato con il 53 ma per riuscire a tenere lo scatto piu' dei soliti 200 metri (quelli del duello con Rasmussen) ha utilizzato l'aspirazione delle moto. Stesso trucco aveva utilizzato a Verbier.
3) Quante volte Contador guarda il ciclocomputer ? Pantani mai


donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

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Sulla vestale della memoria tralascio di rispondere, è un disco rotto mi pare. Non sono vestale di niente.
Le barricate? Dove le ho messe? Ho detto solo che a me, COME A MESTATORE ( che di ciclismo, notoriamente e davvero, ne sa moltissimo più di me), il paragone non era piaciuto.
Perché, secondo me, tutti i paragoni che fanno non sono mai azzeccati. Hanno cominciato con Cunego , poi Riccò adesso Contador, tutta gente che con Pantani c'entra come i cavoli a merenda (Contador mi sta pure simpatico e sto con lui ma con Pantani c'entra poco,ecco).
Oggi il paragone l'ha fatto Merckx e mi sono interrogata ( che devo fare? se lo dice Conti non mi interrogo, se lo dice Merckx sì) e mi sono data una risposta molto simile a quella di claudiodance. Continuo a pensare che non mi piace ( non perché sono la vestale, solo che, come a tutti, alcune cose mi piacciono e altre no) ma vedo che un senso c'è ( se Merckx intendeva questo).
Quanto alle barricate io ormai, come ho più volte detto, penso che quello di Pantani ( da Campiglio in poi) sia stato il delitto perfetto, quindi con il cuore spero che chi sta lavorando a ricercare la verità ce la faccia, con la ragione lo vedo, appunto, come il delitto perfetto. Ce l'hanno fatta.
E' chiaro che quello che Pantani è stato mi piace che sia ricordato, che se ne parli, che si analizzi la sua vita sportiva ( come fece claudiodance) ma, per chi continua ad amarlo ( lo constato in tutti quelli che ho occasione di sentire, vedere e leggere), Pantani non sarà mai come un campione che ha fatto la sua storia e si è ritirato. Pantani è morto male, è morto rivendicando qualcosa, è morto, in qualche modo, accusando, la sua agonia l'abbiamo vista ,sia pure da lontano. Almeno per me ( ma, vedo, per tanti come me) Pantani non sarà mai una ferita chiusa. Mi posso arrendere al fatto che, come dice il bambino di Tex, i cattivi hanno vinto ma non cesserò mai di sentirlo come una tragedia irrisolta, un'ingiustizia dolorosa, una ferocia ingiustificabile. Non perché sono la vestale o perché sto in guerra, solo perché per me è così.


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Re: Marco Pantani.

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ciao claudio,
mantengo il disaccordo, il paragone deve essere tecnico e proprio non ci sta, come modo di pedalare , atteggiamento in corsa, stile etc...
poi, confesso, a me sta sul gozzo conti, anche per conoscenza personale, e mi da ancora piu' fastidio in televisione dove cerca furbescamente di strizzare l' occhio al tifoso.
in tv beppe è alfiere di una visione del ciclismo populistico e fuori dalla logica tecnica: basti ricordare quando rimproverava a ballan e hushvold di non collaborare con cancellara nell' inseguimento ai rispettivi compagni in fuga alla roubaix di quest' anno, manco una corsa fosse una sfida tra i cavalieri bianchi per il possesso della durlindana.
il paragone contador pantani è figlio di questo atteggiamento, improprio per quello che dovrebbe essere un commentatore tecnico-storico.

per altro, apprezzo molto e condivido in pieno le considerazioni sulle pitture di guerra sul volto e sull' atteggiamento a volte un po' opprimente dei sacerdoti ufficiali del culto pantaniano.
detto con rispetto e nel mio caso da un sincero tifoso e ammiratore del panta.

ciao a tutti

mesty


non sono ciclisti, la fatuita' delle loro vite mi sciocca- T. Krabbe', la corsa.
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Tranchée d'Arenberg
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Tranchée d'Arenberg »

Winter ha scritto:
Ottavio ha scritto:

Passando all'aspetto tecnico, osservo che l'impresa di ieri di Contador è stata quasi degna di Pantani. Lo spagnolo è partito a quasi 7 km dall'arrivo (non è stato dunque un piccolo scatto) ed è partito con il 53. Inoltre ha preso un vantaggio di 1 minuto, cosa che non si vedeva dai tempi di Marco e del miglior Armstrong.
Certo la pedalata è molto diversa: dopo lo scatto lo spagnolo mette rapporti molto più leggeri di quelli di Pantani e a differenza dell'italiano non guadagna quasi più niente. Lo scatto è molto più esplosivo di quello di Pantani, che però era una sorta di "martello", accellerava in continuazione e aumentava il vantaggio ottenuto con lo scatto (chiedetelo a Berzin, Tonkov, ecc.).
Contador poi sta molto più sui pedali, mentre Pantani spingeva più spesso da seduto. Conty ha una pedalata più "corretta", visto che Marco pedalava "di punta". Quanto alla posizione delle mani sulla parte bassa del manubrio, credo che sia stato Robby a far notare che questo atteggiamento teoricamente sbagliato, è stato adottato da Pantani dopo l'incidente del 95.

Infine osservo che è vero che Contador fa imprese in salita inferiori a quelle di Pantani, ma per la semplice ragione, che non è costretto a farle, viste le sue buone attitudini da cronoman.
Duole dirlo, ma le imprese più "pantaniane" degli ultimi anni, le ha fatte l'astronauta.....
1) Non ricordo un'impresa da lontano ne di Armstrong ne di Contador. Il mito di Pantani nasce proprio dagli attacchi a 2-3 salite dalla fine (con piu' di 40-50 km)
2) E' si scattato con il 53 ma per riuscire a tenere lo scatto piu' dei soliti 200 metri (quelli del duello con Rasmussen) ha utilizzato l'aspirazione delle moto. Stesso trucco aveva utilizzato a Verbier.
3) Quante volte Contador guarda il ciclocomputer ? Pantani mai
sempre d'accordo con Winter. Pantani era considerato un fuoriclasse anche prima che vincesse giro e tour proprio per quella sua attitudine, che oggi sembra quasi anacronistica, di attaccare da lontanissimo. Il Tour l'ha vinto con un'azione partita a 45 km dall'arrivo che solo un folle si sarebbe potuto immaginare e che oggi nessuno dei grandi big neanche si sognerebbe di fare. Li nasce il mito.


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l'Orso
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da l'Orso »

Il paragone "tecnico" non ci stà sicuramente e l'uscita di Conti è suonata male anche a me.
Però penso derivi anche dal fatto che l'attacco di Contador fosse inaspettato, come l'attacco di Pantani a millemila chilometri dall'arrivo, e del fatto che negli ultimi anni nei grandi GT questi numeri non si son più visti (o quasi).
Alla fine comunque ringrazio Conti, grazie alla sua uscita siam quì a parlare delle imprese in bici di Marco e "meno" di altro.
Immagine

@Donchi
personalmente ti vedo "solo" come una persona che difende, argomentando, con passione (a volte anche un po' "esagerata") le proprie idee.

a, buone Immagine a tutti :)


Fanta cicloweb 2015:
Tour 2015 - 19a tappa - SJ M.nne - Toussuire (24 Luglio)

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donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da donchisciotte »

mestatore ha scritto:ciao claudio,

per altro, apprezzo molto e condivido in pieno le considerazioni sulle pitture di guerra sul volto e sull' atteggiamento a volte un po' opprimente dei sacerdoti ufficiali del culto pantaniano.
detto con rispetto e nel mio caso da un sincero tifoso e ammiratore del panta.


mesty

Ipse dixit.


Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
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claudiodance
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da claudiodance »

Raga, a mio avviso il confronto ci sta in termini di:
1. Superiorità netta nell’esercizio della scalata nei confronti degli avversari della propria epoca.
2. Atteggiamento agonistico verso la categoria dell’”arrivo in salita”. Entrambi volti a cercare la vittoria, il numero, la differenza con gli avversari.
3. Effetti causati sul rendimento degli avversari: chi segue Alberto e seguiva Marco, rimbalza più indietro di chi sale indifferente ai loro attacchi.
Poi, condivido l’osservazione di Mesty sul populismo di B.Conti.
In merito agli attacchi da lontano, Contador non ha bisogno di attaccare, per infliggere grandi distacchi, come Marco doveva fare, da lontano. In quanto le cronometro non lo penalizzano, anzi. Dovesse farlo in questo giro, sarebbe per tre ordini di ragioni: a. “costretto” a farlo per risolvere di forza una eventuale situazione di inferiorità numerica dovuta all’ipotetica debolezza della sua squadra, b. per il gusto dell’agonismo puro, lo spettacolo, l’arte del ciclismo (come direbbe Morris), c. Per influenzare, come da ottima riflessione di Herbie (credo) il tribunale che dovrà decidere le sorti della sua pendenza sportiva.
…vabbè, quest’ultima considerazione è leggermente Ot, pazienza...

Ps. Octave, amico, non c’è paragone. L’uomo ragno al pipistrello di Gotham City gli faceva un mazzo così!!


...oh, ghè riat Dancelli!
herbie
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da herbie »

claudiodance ha scritto:Raga, a mio avviso il confronto ci sta in termini di:
1. Superiorità netta nell’esercizio della scalata nei confronti degli avversari della propria epoca.
2. Atteggiamento agonistico verso la categoria dell’”arrivo in salita”. Entrambi volti a cercare la vittoria, il numero, la differenza con gli avversari.
3. Effetti causati sul rendimento degli avversari: chi segue Alberto e seguiva Marco, rimbalza più indietro di chi sale indifferente ai loro attacchi.
Poi, condivido l’osservazione di Mesty sul populismo di B.Conti.
In merito agli attacchi da lontano, Contador non ha bisogno di attaccare, per infliggere grandi distacchi, come Marco doveva fare, da lontano. In quanto le cronometro non lo penalizzano, anzi. Dovesse farlo in questo giro, sarebbe per tre ordini di ragioni: a. “costretto” a farlo per risolvere di forza una eventuale situazione di inferiorità numerica dovuta all’ipotetica debolezza della sua squadra, b. per il gusto dell’agonismo puro, lo spettacolo, l’arte del ciclismo (come direbbe Morris), c. Per influenzare, come da ottima riflessione di Herbie (credo) il tribunale che dovrà decidere le sorti della sua pendenza sportiva.
…vabbè, quest’ultima considerazione è leggermente Ot, pazienza...

Ps. Octave, amico, non c’è paragone. L’uomo ragno al pipistrello di Gotham City gli faceva un mazzo così!!
ti ringrazio per la citazione. Faccio alcune osservazioni: direi che il punto 3 deriva direttamente dal punto 1, cioè, si capisce proprio dal fatto che gli avversari vengono staccati il fatto che uno va più forte in salita. Il "rimbalzare" è dovuto al coraggio di qualcuno che prova ad andare oltre ciò che gli dicono le proprie gambe, chi invece guarda il mero guadagno cronometrico sale più regolare limitando i danni.
Sul 2, trovavo ad esempio molto più "scenografico" e "intimidatorio" Armstrong, ad esempio...quando fingeva le crisi per disarmare meglio il morale di Ullrich e fargli bruciare la squadra, quando attaccava sugli arrivi in salita con maglia e minuti e minuti di vantaggio, giusto per dare dimostrarzioni su ogni arrivo possibile. Anche Pantani non è che fosse poi molto "cattivo" o "intimidatorio" , tranne quando forse, innervosito per le varie strane vicende, respirando l'ostilità generale, anche del gruppo, che gli aleggiava intorno, attaccava su ogni arrivo nel 99. Pantani attaccava, più o meno da lontano a seconda delle caratteristiche del percorso, perchè era l'unico modo di provare a prendere la maglia.
Nel caso di Contador io ho l'impressione che sia proprio questione squisitamente di caratteristiche atletiche, non di calcolo sul vantaggio derivante dalle crono, ed è qui che sta tutta la ragione della grande differenza con Pantani. Contador, andiamo a vedere le molte corse a tappe, brevi o lunghe, vinte fin dall'inizio della carriera, ha sempre fatto lo stesso numero. Attacco violento ai -3, -4 , -5, sull'arrivo in salita principale della corsa, infatti sa benissimo, scientificamente, che sui 20-30' non ha avversari. L'attacco a lunga gittata non è mai stato nelle sue corde, anzi a volte lo ha sofferto.
Questa è la differenza atletica fondamentale con Pantani, oltre allo stile e ai rapporti, che ne fa due tipi di scalatori atleticamente quasi agli antipodi uno dall'altro.

Andando un po' OT, spero me lo passeranno, visto che Contador è ormai uno dei pochissimi a garantire un po' di divertimento, anche se purtroppo per tempi molto limitati e assai prevedibili, temo un po' per lui e il ciclismo in generale se porterà a casa questo Giro così come sembra stia facendo, cioè appunto "alla Contador", con quelle punture di spillo (anche se violente) nei finali di tappa... Purtroppo il giudizio del TAS è una spada di Damocle pesantissima, non vorrei che ascoltino quel sentimento popolare giustizialista che si respira ormai purtroppo diffusamente tra la gente del Giro (vedi varie scritte sull'asfalto, cartelli tipo quel "Contador filetto o fialetta" comparso oggi...).
Ecco, una tappa di attacco da lontano, alla Pantani davvero, anche se al limite saltasse come oggi Le Mevel (ma non è certamente detto) e rischiasse di perdere, secondo me lo riconciclierebbe con quella gente che oggi lo condanna.


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Subsonico
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Subsonico »

leggo la gazza di ieri e scopro che pure Garzelli ha paragonato Contador a Pantani. Ma bastaaaaaaa!!! :D

Nota di colore: c'è un mio amico che dopo il mio nuovo taglio di capelli mi ha paragonato a Pantani...io lo denuncerei. Io, perchè non sono mica pelato! :D


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"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
LOSQUALODELLOSTRETTO
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da LOSQUALODELLOSTRETTO »

Subsonico ha scritto:leggo la gazza di ieri e scopro che pure Garzelli ha paragonato Contador a Pantani. Ma bastaaaaaaa!!! :D

Nota di colore: c'è un mio amico che dopo il mio nuovo taglio di capelli mi ha paragonato a Pantani...io lo denuncerei. Io, perchè non sono mica pelato! :D
Garzelli se ha fatto questo paragone significa che ha bevuto lui il Pirata dovrebbe conoscerlo bene, certo non avendo letto l'articolo non posso esprimermi a pieno...


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Morris

Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Morris »

Sono stato assente per lungo tempo dal forum e pure in questi giorni sono ancora molto impegnato, quindi ho letto molto poco. I contenuti di ciò che segue possono aver già trovato spazio su queste pagine. Se è un doppione mi scuso, ma ho i minuti contati e non ho tempo di verificare. L’iniziativa è straordinaria perché è la prima su Pantani in territorio non italiano, si eleva sul punto esatto in cui il Pirata ha spiccato il suo volo più famoso, ed è la prima dedicata ad un corridore su un totem del ciclismo come il Col du Galibier, proprio nell’anno del Centenario del suo ingresso nella storia del Tour de France.
Tornerò sull’argomento i prossimi giorni.

Da Quotidiano.net…

La Francia onora Pantani con un monumento sul Galibier: così un tifoso di Cherasco ha costruito un sogno.

di Xavier Jacobelli

CHERASCO (Cuneo), aprile 2011 - Questa è la storia della passione di un tifoso per Marco Pantani. A volte, la passione è come la fede: smuove le montagne. E, su una montagna francese che appartiene alla storia del ciclismo, verrà eretto un monumento al Pirata, proprio nel punto in cui, il 27 luglio 1998, nella quindicesima tappa del Tour che avrebbe dominato nello stesso anno del Giro, quel ragazzo di Cesenatico fece impazzire il mondo e, a Les Deux Alpes, firmò una vittoria entrata nella leggenda dello sport.

La montagna si chiama Galibier, 2.645 metri, il punto più alto del Tour che ci passò per la prima volta cent'anni fa; si trova nel dipartimento della Savoia, dipartimento Rodano-Alpi. Separa le Alpi Cozie dalle Alpi del Delfinato. Il tifoso ha nome Sergio Piumetto. E' originario di Cherasco (Cuneo), uno degli splendidi undici comuni che appartengono alla Terra del Barolo. Qui viene presentato il monumento che sarà inaugurato il 19 giugno, nello stesso punto in cui Marco è diventato un mito. La località in cui verrà costruito si trova nel comune di Valloire Galibier: il sindaco, Monsieur Grange, è lo zio di Jean-Baptiste Grange, campione del mondo di slalom. Insieme con i rappresentanti de Les Deux Alpes e del suo comune, Monsieur Grange si presenta a Cherasco e dice semplicemente: siamo venuti qui per onorare Marco Pantani e per dirvi che cosa faremo lassù sulla sua montagna.

In prima fila, ad ascoltarlo, Paolo e Tonina Pantani, i genitori di Marco. Insieme con loro, tanta gente che ama Marco e non l'ha mai dimenticato. Perchè, sette anni dopo che se n'è andato, Marco è vivo. Lo si capisce dalle parole, dagli sguardi, dalle emozioni della notte di Cherasco e tutto questo fa un gran bene al cuore dei suoi. Scandisce Paolo: "Mio figlio viveva per il ciclismo. E' stato un campione formidabile, onesto e pulito. Sempre". Il teatro Salomone viene giù per gli applausi. Piumetto chiama Marco, "il mio amico di Cesenatico". Non pago di organizzare ogni agosto a Les Deux Alpes una settimana di cronoscalate, corse e manifestazioni nel nome di Pantani, di avere messo on line Pantanichannel.it con canali in cinque lingue e milioni di visite da ogni parte del mondo, un anno fa il tifoso di Cherasco ha pensato a quel monumento sul Galibier. "Quarantotto ore dopo che avevo illustrato il mio progetto agli amici francesi, il sindaco di Valloire ha risposto: "Lo facciamo. Perchè lo dobbiamo a Pantani". E' nata così la liaison franco-italiana che il sogno ha realizzato.

Accanto ai Pantani, c'è Faustino Coppi, figlio del Campionissimo, testimone sorridente e discreto dell'immensa eredità paterna. Per due ore e mezzo pensieri e parole sono solo nel nome di Marco. Barbara Pedrotti unisce gli uni alle altre con l'elegante sensibilità di chi ama il ciclismo autentico. Piumetto sussurra: "Quanto a cultura sportiva, i francesi possono insegnarci molte cose. Per loro Pantani è un mito; per molti in Italia, invece, questo mito doveva essere solo distrutto". Per molti, non per tutti. Marco è vivo. Sul Galibier. Dappertutto.


alfiso

Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da alfiso »

Ciao Morris,
Brivido puro il tuo post.
L'unica critica è la nostalgia. L'energia non si elimina, si trasforma. Purtroppo aumenta l'entropia, quello sì.
Ma non è sufficiente a fermare uno stronzo come me dal replicarti a quest'ora dopo una serata bagorda con buoni amici.
Marco è sempre stato positivo (con o senza chimica chi se ne fotte). Negativo è non averlo più in carne ed ossa, ma l'energia resta e si trasforma. Il genio è una categoria dell'anima pura che nessuna Trinity potrà mai possedere o comprare.


Fil80
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Iscritto il: martedì 24 maggio 2011, 20:15

Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Fil80 »

Dove si possono recuperare dvd delle tappe del giro 94'-98'-99' ?

Sono anni che le cerco... :roll:


Morris

Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Morris »

Sono in corso i lavori per installare, il prossimo 19 giugno, il Monumento a Pantani sul Galibier.
Qualche doverosa istantanea scattata nei giorni scorsi….

Immagine

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C’è un sorvegliante speciale….. ;)

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L’altitudine della collocazione del Monumento è a quota 2301 metri….Anche la struttura al centro dell’istantanea, avrà in futuro un ruolo……

Aggiornamenti nei prossimi giorni...


donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da donchisciotte »

‎5/6/1999- 5/6/2011 Questa intervista mentre nasceva lo scandalo doping con le dichiarazioni di Zeman e lo scandalo dell'Acqua Acetosa e le provette dei calciatori distrutte chissà perché, contribuì a farlo identificare come capro espiatorio? Un mese dopo questa intervista scoppia lo scandalo del processo di Ferrara con il coinvolgimento pesantissimo del Coni. Non è un articolo nuovo ma è sempre bene ricordarlo quando il calendario dice che è il 5 giugno.

Ecco l'intervista di Marco ( in fondo il link):

Rabbia Pantani: Il calcio è protetto
Repubblica — 05 settembre 1998 pagina 45 sezione: SPORT
IMOLA - Marco Pantani nel motomondiale ci arriva alle 11 di mattina, a bordo della sua Harley, in compagnia di un amico - detto Jumbo, che di lavoro fa l' animatore delle discoteche romagnole. L' uomo della maglia gialla per l' occasione indossa un sobrio foulard leopardato che sbuca fuori dal collo aperto della camicia militare, e viene a vedere com' è davvero questo mondo di cui Marcellino Lucchi, Reggiani, Valentino Rossi gli hanno così a lungo parlato. Va nei box dell' Aprilia, guarda girare Lucchi, fa domande, ottiene risposte e dice: "Mi aspettavo un' atmosfera più calda. Invece tutti sono freddi, si vede che subiscono uno stress enorme". Prova a fare il semplice curioso in visita, Pantani. Ma fatica. Lo braccano, e lui racconta che "la moto è passione, la bici ormai un lavoro", dice che al mondiale non andrà, "non era nei programmi", e aggiunge: "Dopo aver vinto Giro e Tour mi aspetto che in futuro queste due corse vengano disegnate sulle mie caratteristiche. Devono tornare le montagne, ce ne voglio molte, perché è lì che si fa spettacolo, perché è quella la faccia bella, del ciclismo". Al Tour, però, se ne è vista anche un' altra. Molto meno bella: il doping. E adesso tocca al calcio, e forse anche allo sci. Ne parliamo? "Ne parliamo sì. Per dire che tutto quello che sta succedendo conferma quanto si sapeva: anche in questo campo ci sono figli e figliastri". Cioè? "Cioé ci sono sport tutelati e sport abbandonati a se stessi. Il ciclismo, l' atletica: fanno parte della seconda categoria, si effettuano migliaia di controlli e quando qualcuno viene scoperto positivo, ecco pronta l' etichetta: i ciclisti, gli atleti? Tutti dopati". Ma con quello che è successo al Tour viene difficile dire: i ciclisti? Tutti puliti. "Infatti. è sbagliato dire "tutti", generalizzare. Sì, nel ciclismo c' è chi si dopa. Ma perché lo si sa? Perché i controlli vengono effettuati spesso, e non sono una buffonata. Se invece parliamo di calcio, tennis, F.1 - discipline di alto livello, quasi più business che sport - abbiamo certezze sui controlli, sui risultati delle analisi? No. Sappiamo solo quello che ci viene raccontato". Pesante. "Pesante sì. Ma è la realtà. E' uscita fuori la notizia del calcio sotto inchiesta, del rischio doping anche nel pallone? Bene: in un attimo, non appena si è cominciato a parlare di sostanze illecite e il polverone si è sollevato, la questione è stata completamente spostata sugli integratori, la creatina, gli amminoacidi. Come se davvero fosse quello il problema, creatina sì oppure no, mentre invece quello è solo il vicolo cieco nel quale la questione è stata cacciata. Così il discorso vero, quello centrale, finisce nel dimenticatoio e questo dimostra quale è la potenza del calcio, che - torto o ragione - difende sempre se stesso". E quale sarebbe il discorso centrale? "Che il doping c' è. In qualunque disciplina sportiva. Perché da quando gli uomini hanno cominciato a competere tra loro hanno anche cominciato a cercare aiuti nella scienza. E' naturale. E allora è inutile fare i moralisti, o nascondersi dietro le belle parole: il doping esiste, ed è dappertutto. Sento dire che in alcune discipline, come per esempio il calcio, doparsi non serve. Bé, è falso: serve eccome. Certo, ci sono sostanze che van bene per una disciplina ma non per l' altra. Però alla fine ci sono sostanze "giuste" per ogni disciplina". Qual è il messaggio, allora: doping libero? "No: certezza delle regole. Basta con le discriminazioni, basta con gli sport protetti. Se il doping è vietato, deve essere vietato per davvero. Sempre. Dappertutto". - dal nostro inviato ALESSANDRO TOMMASI
http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... tetto.html


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donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

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Ma caro Marco, perché sei morto così presto? Quanta acqua è passata sotto i ponti quando ti misero alla gogna come dopato d'Italia, il montone nero fra le pecorelle bianche. Quanti cadaveri avresti visto passare sul fiume, come ti divertiresti adesso con lo scandalo che sta montando di Armstrong campione costruito dall'Uci (e forse Madonna di Campiglio c'entra) fra positività perdonate e altre nascoste. Come ti divertiresti a dire che l'avevi detto che Robocop, l'Amerikano, come lo chiamavi, era troppo più uguale degli altri, era una favola troppo amerikana. Che il Lance vero era quel campione normale che tu volevi aiutare quando si ammalò. Ti divertiresti, caro Panta, lo dicevi tu che il doping era qualcosa di più complicato di un ciclista baro e che se si doveva parlare non era per fare i nomi dei compagni ma per far saltare il banco.E per questo gli avresti detto, forse, quando la verità fosse venuta fuori, scappa Lance! L'importante è la verità storica non il tuo scalpo. L’ultima lettera di Pantani:
"Sono stato umiliato per nulla. Per quattro anni sono in tutti i tribunali, ho solo perso la mia voglia di essere come tanti altri sportivi, ma il ciclismo ha pagato e molti ragazzi hanno perso la speranza della giustizia.


E io mi sto ferendo ... perchè il mondo si renda conto che se tutti i miei colleghi hanno subito umiliazioni, in camera con le telecamere nascoste per cercare di rovinare le famiglie; e poi dopo come fai a non farti male.


.......Ma il più difficile è di aver dato il cuore per uno sport, con incidenti e infortuni: e sempre sono ripartito. Ma cosa resta, c'è tanta tristezza e rabbia ......Ma la mia storia spero che sia di esempio agli altri sport che le regole, sì, ma devono essere uguali per tutti.


........ Ma andate a vedere cos' è un ciclista e quanti uomini vanno in mezzo alla torrida tristezza per cercare di ritornare con quei sogni di uomo che si infrangono con le droghe: ma dopo la mia vita di sportivo. .......Questo documento è verità, la mia speranza è che un uomo vero o una donna legga e si ponga in difesa di chi, come si deve dire al mondo, regole per sportivi uguali per tutti. E non sono un falso, mi sento ferito e tutti i ragazzi che mi credevano devono parlare. Marco


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Re: Marco Pantani.

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Da Quotidiano.net

http://multimedia.quotidiano.net/?tipo= ... edia=16247


CONCERTO PER UN CAMPIONISSIMO

Le Canzoni più' belle che hanno accompagnato la storia del ciclismo.

Domenica 19 giugno 2011 - Col du Galibier ( F )

Non ci sarà, domenica 19 giugno sul Col du Galibier, solo la cerimonia di intitolazione della statua a Marco Pantani; quello costituirà, di sicuro, il momento emotivamente più intenso della giornata lungo quei tornanti dove, il 27 luglio 1998, venne scritta una delle pagine più emozionanti della storia del pedale.

Accanto al momento protocollare e istituzionale, però, ve ne sarà un altro pronto ad aprirsi al pubblico degli appassionati come uno scrigno che custodisce parole e musica, tesori simbolici e immateriali ma pronti a fare breccia nel cuore degli spettatori.

Questi aspetti saranno preponderanti all'interno del Concerto per un campionissimo, un'iniziativa che da anni ormai raccoglie il consenso di un pubblico sempre più vasto e che troverà, proprio sulle impervie alture transalpine, la sua espressione più alta non fosse altro per i nomi coinvolti in questo progetto che riecheggiano storie di ciclismo d'altri tempi, di imprese condotte da grandi uomini ancor prima che da grandi atleti. C'è infatti una comunanza alessandrina tra Luciano Girardengo e Faustino Coppi, attorno ai quali ruoterà questo evento. Girardengo, "discendente..." di uno degli assi del ciclismo tricolore e internazionale, salirà sulla pedana, nelle vesti di violoncellista, con i Cameristi dell'Orchestra Classica di Alessandria che si proporranno con 5 archi (Massimo Barbierato e Livia Hagiu violini, Alessandro Buccini viola, Luciano Girardengo violoncello, Michela Gatti contrabbasso), un polistrumentista ai fiati, Giuseppe Canone, un batterista-percussionista, Luca Moretti, Andrea Albertini al pianoforte, l'attore Emanuele Arrigazzi e la voce di Claudia Pastorino) in un suggestivo viaggio tra i brani di musica leggera che hanno descritto il ciclismo; Faustino Coppi, il figlio dell'indimenticato "Campionissimo" di Castellania, sarà la Voce della Memoria, una guida cioè di un percorso a ritroso in cui si narreranno le gesta ma anche le dimensioni più intime e umane degli "artisti del pedale".

Sergio Piumetto, creatore della manifestazione in terra transalpina e "mente" di http://www.pantanichannel.it introduce il tema: " Il concerto rappresenta un mio personale regalo alla comunità di Valloire e a quanti, con disinteressata partecipazione e grande spirito di sacrificio, hanno profuso energie di ogni tipo per portare Marco Pantani ad avere stabile residenza su un colle leggendario. Il "Concerto per un campionissimo" nasce in occasione della presentazione cheraschese del 9 aprile degli eventi riguardanti il Pirata; lì ho conosciuto Faustino Coppi e successivamente, alla partenza della prima tappa del Giro d'Italia, ho appreso dalla voce di Coppi stesso l'esistenza di questo progetto che fonde musica e parole. Lì ho avuto l'idea di portare, nel magnifico scenario del Col du Galibier, questo spettacolo. Su quelle strade il sudore degli atleti ha lasciato tracce leggendarie; su quelle stesse strade, oggi, la musica più bella dedicata al ciclismo li celebrerà e permetterà a Marco Pantani di avere un posto stabile nell'Olimpo dei ciclisti; ce l'ha già, ma in questo modo lo rafforzerà ancora di più, lungo quei tornanti leggendari dell'Alta Savoia".

Ci spiega Luciano Girardengo, Presidente dell'Orchestra: " L'orchestra da camera che sarà di scena sul Galibier ha un'impostazione di tipo classico, ma propone anche programmi alternativi che coinvolgono altri generi musicali. Questo progetto nacque quattro anni fa, al Museo dei Campionissimi di Novi Ligure, in occasione di una ricorrenza per Costante Girardengo. Poi nel 2009 avvenne il battesimo "ufficiale" in concomitanza con la prima tappa del Giro d'Italia, che quell'anno partiva da Venezia. La scaletta dello spettacolo prevede una progressione dagli anni '30 fino ai giorni nostri, partendo dal Quartetto Cetra e dal trio Lescano e arrivando alla grande tradizione cantautorale italiana rappresentata da Gino Paoli, Paolo Conte, Francesco De Gregori, con un'escursione in campo estero, grazie a una citazione dei leggendari Queen. E' un programma insolito, quindi, per le "corde" del nostro Ensemble; per renderlo possibile è stato decisivo il contributo di un arrangiatore come Stefano Cabrera che ha ricostruito i brani studiando per loro una dimensione "ad hoc". Nel passato, ci è parso di cogliere una grande gratificazione tra il pubblico ma adesso siamo chiamati a una prova impegnativa: quella, cioè, di trovare una dimensione internazionale in uno scenario maestoso che è un libro aperto sulla storia del ciclismo. Storia che noi faremo rivivere, attraverso la musica e le canzoni".

Riferendosi al ruolo di Faustino Coppi nel "Concerto per un Campionissimo", Luciano Girardengo, senza troppi giri di parole, parla di "Valore aggiunto". Il diretto interessato, in omaggio alla tradizionale modestia piemontese, fa spallucce e ci spiega: "Sono" dice il figlio di Fausto Coppi "un novizio in questo mondo, con il passare del tempo, mi sono accorto che questi intermezzi trovano grande riscontro presso il pubblico, che dimostra di comprendere e soprattutto di apprezzare. Nello svolgimento dello spettacolo, introduco un brano che poi viene letto da un attore al quale è affidato il compito di trasmettere le emozioni. La chiusura, invece, è legata ai ricordi, al racconto non tanto delle gesta sportive di mio padre, quanto piuttosto della sua vita di tutti i giorni di padre e di uomo. Affiora il privato quindi emerge la dimensione più autentica e reale".

Non resta altro che salire fino al Col du Galibier, domenica 19 giugno alle ore 11:00, per vivere una giornata tardo primaverile in cui celebrazione e ricordi saranno fili conduttori: senza retorica, senza celebrazioni fini a sè stesse, ma solo per conoscere il ciclismo in tutte le sue sfaccettature, con un occhio di riguardo alle persone ancor prima che ai campioni.

Per Info e approfindimenti
http://www.pantanichannel.it

Press
Pantanichannel.it


Desnortado
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Desnortado »

E' un peccato che la famiglia non possa esser presente. Però ho letto sul loro sito che andranno per i fatti loro appena si diraderanno telecamere e attenzioni. L'importante del resto è che venga posto quel monumento e che sia davvero un regalo disinteressato fatto dall'amministrazione di lì al nostro Pirata. Andrei anche io, ma sono appiedato grazie alle attenzioni di un simpatico raggio laser!!!


Morris

Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Morris »

Da Quotidiano.net

Orgogliosi di essere italiani in Francia, grazie a Marco Pantani

di Xavier Jacobelli

COL DU GALIBIER (Francia), 19 giugno 2011 - Quando il monumento a Pantani viene inaugurato, il sole buca le nuvole che avvolgono il Galibier. "E' un segno di Marco, Marco è lassù e ci sta guardando", sussurra Paolo, il papà del Pirata. E la gente applaude, qui, a quota 2.310, dove il 27 luglio 1998 il Pirata piantò in asso Leblanc e gli altri, volando dentro la bufera verso Les Deux Alpes, tappa fondamentale per la conquista del Tour dopo avere vinto il Giro d'Italia.

Nel centocinquantenario dell'Unità, è bello sentirsi orgogliosi di essere italiani in Francia, grazie a Pantani. Le autorità e la comunità di Valloire e dell'Alta Savoia sono così ospitali e così onorati di quel monumento realizzato dagli maestri torinesi di Luserna San Giovanni con la loro pietra più forte del tempo, che bisognerebbe mandare qui in vacanza obbligata qualche battaglione di cialtroni tricolori. Gli stessi che hanno infangato Marco quand'era in vita e quando, sette anni fa, se n'è andato, schiacciato dal peso delle ingiustizie subite. Gli stessi frustrati, gli stessi invidiosi, gli stessi ipocriti che non ci hanno mai spiegato perchè un fuoriclasse mai, sottolineo mai trovato positivo ad un controllo antidoping, un campione leale e amato dalla gente, sia stato criminalizzato e scaricato come un pacco postale dallo stesso sistema che l'aveva esaltato e che Marco aveva salvato.

Sul Galibier ci sono l'Italia e la Francia che amano Pantani e amano i valori autentici: la fatica, il sacrificio, la passione, la semplicità. I cugini d'Oltralpe danno un'autentica lezione di cultura sportiva, di amore per lo sport, di gratitudine nei confronti di chi lo sport ha esaltato e ha esaltato questi posti. Dopo quell'indimenticabile tappa che si concluse alle Deux Alpes, l'intero comprensorio dell'Alta Savoia ha conosciuto un boom turistico che nemmeno la Grande Crisi ha ridimensionato.

Davanti al microfono, sfilano gli amici e i tifosi di Pantani. L'anfitrione è Sergio Piumetto, piemontese di Cherasco trapiantato in Francia, l'uomo che ha realizzato un sogno: "Ricordare per sempre Marco sul Galibier, il posto che più di ogni altro gli appartiene". I padroni di casa sono discreti e fieri, cedono il proscenio agli amici italiani arrivati da ogni parte della penisola mentre Faustino Coppi e l'Orchestra classica di Alessandria, diretta da Luciano Girardengo, pronipote di Costante, cavalcano l'onda dell'epopea di Fausto Coppi, sempre amatissimo dai francesi come oggi amatissimo è Pantani. Le canzoni di Paolo Conte riecheggiano sui tornanti della Savoia dove nugoli di amatori si arrampicano e guardano le bandiere di Marco, gli striscioni di Marco, le foto di Marco.

E quando Gino, 32 anni da motociclista al seguito del Giro, tifoso di Pantani "dal tempo in cui era alto così", sbotta che "Marco ce l'hanno fatto fuori, Marco non doveva finire così perchè io l'ho conosciuto bene ed era un ragazzo onesto e pulito", l'applauso rimbomba sul Galibier, più forte del vento. E diventa ancora più fragoroso poco dopo, perchè Gino scoppia a piangere e chiede scusa, ma non riesce più ad andare avanti: la commozione gli ha fatto venire un groppo in gola.

Anche Paolo Pantani è emozionato. Ma davanti alla telecamera di Quotidiano.net, usa parole forti e dure: "Sono passati sette anni e ancora non mi hanno detto la verità sulla morte di Marco. Sono passati dodici anni e ancora non mi hanno detto la verità sull'ematocrito ballerino di Campiglio. Io e mia moglie Tonina, con i milioni di tifosi che portano nostro figlio nel cuore, vogliamo giustizia". Gli italiani e i francesi applaudono quel signore così dignitoso nel suo dolore e nel suo orgoglio. "E' Marco che mi dà la forza di andare avanti". Marco è vivo.


Morris

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Un paio di momenti.....

Immagine

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Il taglio del nastro: i tre Sindaci protagonisti, con Paolo Pantani.


Fabioilpazzo
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Re: Marco Pantani.

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Praticamente il monumento è una vetrata con degli effetti stampati sopra, ho capito bene dalle immagini? Mi piace assai, leggera come lo era lui in bici.


Morris

Re: Marco Pantani.

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A completare la didascalia della foto del taglio del nastro, scattara da Gian Piero Trucco.
Da sinistra: Massimo Rosso (Assessore del Comune di Cherasco), Christian Grange (Sindaco di Valloire), Livio Bruera (Sindaco di Luserna San Giovanni), Paolo Pantani.

Per Fabioilpazzo.
Qui, nel link che segue, da Sportmediaset, attraverso le foto dell'Agenzia France Presse, potrai avere un quadro migliore dell'originalitrà dell'opera.
http://www.sportmediaset.mediaset.it/al ... tani.shtml


Morris

Re: Marco Pantani.

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Per chi vuole vedere un bel segmento della Cerimonia…..

Da Quotidiano.net:

Pagina:
http://multimedia.quotidiano.net/?keywo ... 20galibier


Video
Intervento di Sergio Piumetto
http://multimedia.quotidiano.net/?media ... 1&canale=7

Intervento di Paolo Pantani e Xavier Jacobelli
http://multimedia.quotidiano.net/?media ... 1&canale=7

Intervista a Paolo Pantani di Xavier Jacobelli
http://multimedia.quotidiano.net/?media ... 1&canale=7

Intervista a Barbara Pedrotti di Xavier Jacobelli
http://multimedia.quotidiano.net/?media ... 1&canale=7


Morris

Re: Marco Pantani.

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Protagonisti all'inaugurazione....

Foto di Gian Piero Trucco:

Immagine

da sinistra: Barbara Pedrotti, Paolo Pantani, Emiliano Neri (Bicisport), Sergio Piumetto (il protagonista principe dell'avvenimento), Carlo Fumagalli (Dea Pubblicità Concessionaria della Compagnia Editoriale editore di Bicisport e Cicloturismo), Christian Grange (Sindaco di Valloire che ha assecondato con entusiasmo la proposta di Piumetto).


donchisciotte
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Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 22:37

Re: Marco Pantani.

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Premetto che a me , in generale, i monumenti celebrativi non piacciono. Ma questo c'entra poco perché è un'opinione del tutto personale forse sbagliata.
Però, proprio perché non mi piacciono, mi ero abbastanza disinteressata anche di questo. L'attenzione, tuttavia, ora si impone.
Non riesco a farmi un'opinione precisa.
Vagolo.
Intanto, ovviamente, quando si parla di verità, di Marco che è stato volutamente ucciso dal punto di vista sportivo, come avviene in questi filmati, io mi commuovo sempre, che devo fare? Alcune frasi del padre di Marco sono toccanti.
Perplessità, domande a cui solo il tempo darà risposta:
1) Ma il monumento è di vetro? capisco bene dalle immagini? Mi chiedo: ci sarà un motivo se, in genere, il vetro non è il materiale più usato per i monumenti? Sarà protetto? Perché, altrimenti, mi pare che l'ipotesi del folle che lo manda in frantumi, per quanto vetro speciale possa essere, non è peregrina. Sarebbe un peccato.
2) Prima di questo monumento ci sono due comunicati della famiglia Pantani. Ovviamente felici per il monumento ma mi sembrano palesi anche le perplessità. C'è un insistere costante sull'augurio e la certezza che si tratti di un gesto e un'opera e un utilizzo assolutamente disinteressati e che non sia un'operazione commerciale. Dopo l'inaugurazione c'è un altro comunicato che spiega la presenza di Paolo Pantani e ribadisce le cose dette nei precedenti comunicati. Tre comunicati sono tanti no? Se si ribadisce per tre volte il concetto, anche la quantità significa qualcosa. Mi limito a dire che condivido pienamente questi comunicati, apprezzo l'agire disinteressato e non speculativo. Esattamente come la famiglia Pantani.
3) Non capisco perché il monumento debba avere un nome. Il monumento di Garibaldi al Gianicolo ( Roma) si chiama così, non ha un nome. Perché il monumento a Pantani deve avere un nome e non può essere solo " monumento a Pantani sul Galibier"? Non solo ha un nome ma è inciso sul monumento stesso. E poi nome inglese. Perché? Pantani è italiano, il Galibier sta in Francia, il nome è in inglese. Bizzarro.
4) Il protagonista principe della cerimonia mi pare sia Pantani, non altri.
5) Anche sulla DEA ho letto che i contatti sono fra la DEA e le autorità di Valloire. E, quindi, la presenza della DEA, secondo me, vuol dire solo ed esclusivamente questo: è presente la DEA . Punto.


Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
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Admin
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Iscritto il: domenica 21 giugno 2009, 22:48

Re: Marco Pantani.

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Penso che in questo momento non serva a niente dar vita a polemiche che la maggior parte dei lettori nemmeno capiscono, mentre invece sarebbe bello apprezzare il fatto che sul Galibier, una delle montagne mitologiche del ciclismo, ci sia un angolo dedicato a Marco Pantani. Tutto il resto a che serve?

Se (SE!) ci saranno abusi se ne parlerà, saremo i primi a denunciarli; ma i processi alle intenzioni, nei giorni di questa bella celebrazione, a chi giovano? Non certo alla memoria del Pirata.

Vi prego, non rilanciate questi argomenti (nemmeno rispondete a questo post), ve ne prego veramente in nome e in memoria di Marco Pantani, prima che parta un'altra canea che degraderebbe tutto quanto.


Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
herbie
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Re: Marco Pantani.

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a spanne, credo che sia poco probabile che il monumento sia in vetro. Bella l'idea di fare un'opera che lascia come sfondo le montagne, attraversate in questo modo dall'ombra del Pirata, che in quel luogo ha lasciato una impronta folgorante. Tra l'altro il monumento è sensibilmente più in basso rispetto al valico, c'era scritto 2301 metri, non ho capito da quale versante ma immagino quello di Valloire. Se è così dovrebbe essere posizionato abbastanza vicino al punto in cui attaccò quel giorno.

Certo che fa impressione sentire un giornalista tutto sommato " calciologo" come Jacobelli dire che "Pantani è stato evidentemente vittima di una palese ingiustizia". Impressione in senso buono. Troppo troppo tardi, ma pazienza.
Mi piacerebbe sapere , per alzata di mano, quanti, anche tra quelli che in questo forum di grandi appassionati di ciclismo oggi si inalberano appena si propone un lontano paragone con Pantani, il giorno dopo Campiglio usarono quelle stesse parole.


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Laura Grazioli
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Re: Marco Pantani.

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Io ragiono dal puro punto di vista estetico: il monumento è BELLO. Nel senso estetico del BELLO: la trasparenza fa apparire le montagne, è un'idea geniale.


Un uomo comincerà a comportarsi in maniera ragionevole solo quando avrà esaurito ogni altra possibile soluzione
meriadoc
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da meriadoc »

Monument e' anche un termine francese.
Quanto al forever...boh, e' un termine comunque usatissimo, non solo in paesi angolofoni


Kruijswijk... il resto è noia

"Siamo in gennaio, siamo in Australia ma per me questo e' il successore di Froome nell'albo d'oro della grand boucle.."
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cauz.
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Re: Marco Pantani.

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Admin ha scritto:Penso che in questo momento non serva a niente dar vita a polemiche che la maggior parte dei lettori nemmeno capiscono, mentre invece sarebbe bello apprezzare il fatto che sul Galibier, una delle montagne mitologiche del ciclismo, ci sia un angolo dedicato a Marco Pantani. Tutto il resto a che serve?

Se (SE!) ci saranno abusi se ne parlerà, saremo i primi a denunciarli; ma i processi alle intenzioni, nei giorni di questa bella celebrazione, a chi giovano? Non certo alla memoria del Pirata.

Vi prego, non rilanciate questi argomenti (nemmeno rispondete a questo post), ve ne prego veramente in nome e in memoria di Marco Pantani, prima che parta un'altra canea che degraderebbe tutto quanto.
quote.


"Il male trionfa sempre, perche' il bene e' stupido" [Lord Casco]
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Desnortado
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Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 16:16

Re: Marco Pantani.

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A ben vedere, mi chiedo infatti perché sia un problema avere delle autorità francesi che ricordano Pantani sulla montagna simbolo del Tour, su cui il Tour salirà per due volte a luglio. Sarà anzi una bella vetrina, sperando che la televisione francese lo inquadri spesso, ricordando così l'ultimo italiano che ha vinto il Tour e che resterà imbattuto per almeno altri trent'anni, come accadde a Gimondi.
Perché parlare di speculazioni? Lasciamo che i tifosi godano la scultura. Se qualcuno tenterà di approfittarne, la signora Tonina sarà pronta a mordergli i polpacci.


donchisciotte
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Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 22:37

Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da donchisciotte »

Infatti mi sono limitata a dire che concordavo con i tre comunicati della famiglia Pantani.
Anche a me fa piacere che le autorità francesi abbiano dedicato questo pensiero a Pantani mentre in italia non succede.
Il monumento è bello, certo. L'effetto trasparenza che riflette i monti con l'immagine del Pirata in contro luce, secondo me, comunque, richiede per essere bellissimo, che sia davvero di vetro, di cristallo ( sia pure, non lo so, reso molto più resistente). L'idea della fragilità e, insieme, della forza la dà il vetro.
Sì, penso che forse la spiegazione del nome del monumento ( che, comunque, esteticamente, se non fosse stato inciso sul monumento era meglio) possa essere quella che avete detto: for ever è una frase comune, che si dice di molte cose, una specie di linguaggio internazionale. Sarà senza dubbio così.


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Admin
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Iscritto il: domenica 21 giugno 2009, 22:48

Re: Marco Pantani.

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Penso - spero - di poter mettere la parola fine su questa vicenda.

Ho parlato oggi con Sergio Piumetto, ideatore e realizzatore del progetto, e lui mi ha garantito e assicurato che non ci sarà alcuno sfruttamento a fini di merchandising dell'immagine di Pantani legata al monumento sul Galibier.

Il progetto di merchandising c'era, inutile negarlo, ma Piumetto ha fatto retromarcia in seguito alle perplessità della famiglia Pantani, e questa decisione gli fa onore. Di tutta questa storia, quel che resterà è un bel monumento dedicato al Pirata su una montagna mitica del ciclismo, e questa è una buona notizia.

Si poteva giungere a questa soluzione senza che ne fosse in qualche modo toccata la cerimonia di inaugurazione del monumento?
Forse sì, forse no, a me rimane l'amarezza che ancora una volta a una celebrazione del Pirata si leghino vicende che alla maggioranza dei tifosi di Pantani non interessano minimamente. Resta il fatto che l'ultima parola su Marco spetta sempre alla famiglia, su questo non si discute.

Quindi, detto ciò, fine delle polemiche e godiamoci il bel monumento a Marco sul Galibier. Sarà bello passarci prima o poi e regalare un pensiero a quell'immenso campione che manca a tutti noi.


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