Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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Patate
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: venerdì 7 agosto 2020, 23:21 13a TAPPA
Questa più la vedo e più sono convinto che non finirà in volata


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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15a TAPPA
Antipasto di tappone, che non può considerarsi tale per la focalizzazione del percorso sulla salita finale. Ciò non significa che sia un unipuerto stile Vuelta, ma al contrario una tappa di 185 km con circa 4000 metri di dislivello: la terribile ascesa di Piancavallo giungerà così al termine di una frazione impegnativa e creerà senza dubbio distacchi importanti. Dunque attenzione alle salite, ma anche alle discese che sono progressivamente più impegnative: molto agevole quella di Sella Chianzutan, più stretta e tecnica quella di Monte Rest (seppur con più tornanti che curve) e ancora più insidiosa (e inoltre ripida) quella di Pala Barzana. Se ci fosse maltempo occhio alle imboscate: vale la pena di ricordare come in una tappa non troppo diversa da questa (ma probabilmente più semplice) Dumoulin abbia rischiato di naufragare per essersi sfilato a Cima Sappada in vista della discesa.
Delle tre salite soltanto la Forcella di Monte Rest presenta pendenze importanti, con un tratto di oltre 5 km al 8\9%, peraltro preceduto dalla non classificata Forcella di Priuso. Tatticamente il punto chiave rimane la salita finale, ma un attacco di squadra in discesa dalla Forcella di Pala Barzana ci starebbe benissimo, per poi arrivare in fondo e fare la conta. A fine discesa mancheranno 22 km per imboccare la salita e quasi tutti decisamente a favore; se il gruppo si spezzasse e il ritmo fosse alto, sarebbe veramente difficile chiudere il buco costringendo chi è rimasto dietro a rincorrere nel tratto più ripido della salita. E ovviamente se anche rientrasse non avrebbe probabilmente la forza di rilanciare quando la pendenza si farà più agevole, rimbalzando. Dopotutto il Piancavallo è salita vera e basterebbe anche da solo a far selezione: 14,5 km; 7,8%; 882 punti. Sicuramente con un percorso di questo genere aumenta molto l'imprevedibilità.

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Patate ha scritto: sabato 8 agosto 2020, 9:32
nibali-san baronto ha scritto: venerdì 7 agosto 2020, 23:21 13a TAPPA
Questa più la vedo e più sono convinto che non finirà in volata
Questo Giro, più lo vedo e più sono convinto che le volate saranno 3\4 al massimo :diavoletto: . E sicuramente non è inclusa quella sui Colli Euganei, che mi ricorda un po' l'arrivo di Asolo dopo la Forcella Mostaccin che infatti fu decisamente movimentato.

La seconda settimana si è conclusa. Forse quella con il minor dislivello complessivo, ma di fatto con una sola effettiva tappa per velocisti a Rimini e anch'essa non semplicissima. E attenzione perché dopo il giorno di riposo si trova un trittico micidiale in crescendo che potrebbe rivoluzionare la classifica.
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16a TAPPA
Non è una tappa di montagna, ma sarà ugualmente tremenda. 229 km (!) e dislivello superiore a 3000 metri. Tre salite con pendenze importanti e seguite da discese decisamente insidiose, anticipano il tremendo circuito finale. Le numerose rampe in doppia cifra richiederanno ai big di restare in testa al gruppo, sia per evitare rischi, sia per evitare di subire frustate e dover inseguire. Il punto centrale sarà il Monte di Ragogna: 2,8 km; 10,4%; max 16%. La salita sarà anticipata dalla rampa verso il Castello di Susans (max 14\16%, entrambi i numeri sono riportati in contraddizione sul sito del Giro) e seguita dalle due rampe per superare San Daniele; citando testualmente dal sito del Giro d'Italia:
A 3 km dall’arrivo si entra nell’abitato di San Daniele per affrontare alcuni strappi che portano all’ultimo km al muro di via Sottomonte (max 20%) seguito da una brevissima discesa per affrontare il rettilineo finale in asfalto di 200 m al 10%.
All'ultimo scollinamento sul GPM mancheranno soltanto 13 km di cui 4 sono di discesa tecnica.
I velocisti dovranno fare molta attenzione al tempo massimo, soprattutto se si staccassero sulla Madonnina del Domm.

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17a TAPPA
Si va in crescendo, con una tappa che somiglia molto ad un tappone, seppur dal finale un po' moscio, che nella peggiore delle ipotesi rimarrà nelle gambe e renderà più selettivo lo Stelvio del giorno dopo. Nella migliore delle ipotesi si inizia a fare corsa dura da lontano e sulla salita finale volano minuti. 203 km e quasi 5000 metri di dislivello non possono essere superati indenni. Soltanto 30 km pianeggianti per entrare in una prima fase vallonata e tortuosa. Ad Arsiero (dopo un primo km di salita non conteggiato) comincia la lunga ascesa di Forcella Valbona, quasi 1500 metri di dislivello in un solo boccone per una difficoltà di quasi 1000 punti. Le pendenze non sono impossibili, ma proprio per questo può essere particolarmente efficace sfruttare la squadra per tenere un passo elevato e scollinare in testa al GPM. A questo punto attenzione alla discesa che soprattutto dopo Folgaria si fa piuttosto tecnica. Soltanto una decina di km permettono di rifiatare prima del Bondone affrontato dal suo versante più ripido: non inganni la media del 6,8% che nasconde due tronconi separati con pendenze accentuate. Questo sarò lo spartiacque: come già è stato per Passo Lanciano in occasione della tappa di Roccaraso, qui si può creare grandissima selezione, tuttavia gli 85 km che mancano per andare al traguardo non agevolano attacchi in prima persona. Certo è che se ci fosse da ribaltare la classifica qui si possono dividere i maschi dalle femmine e cercare di cogliere qualcuno in castagna per poi tirare dritto. Se i big avranno ancora con loro alcuni compagni di squadra il ritmo rimarrà alta e gli eventuali corridori andati in crisi sul Bondone potrebbero andare letteralmente alla deriva nei km successivi fatti di falsopiani e salite pedalabili. Ad ogni modo c'è da dire che il finale per quanto non sia esaltante presenta pochissima pianura: al termine della lunga discesa dal Bondone (veloce e poco tecnica) si risale verso la Gola del Limarò con pendenze non indifferenti, per poi arrivare a Ponte Arche con pochissimi km di altopiano; da qui comincia subito il Passo Durone, non durissimo, ma comunque salita vera con gli ultimi 5 km costantemente al 7%; non va sottovalutata la seguente discesa, piuttosto tecnica, con passaggi stretti sui sampietrini attraverso alcuni centri abitati. In fondo mancheranno soltanto 32 km. Qui comincia il momento più critico e tatticamente più difficile da interpretare: i 20 km scarsi di falsopiano che portano ai piedi della salita finale. Qui potrebbero esserci rimescolamenti un po' come è successo ai piedi della salita finale di Lago Serrù l'anno scorso. Rimangono gli ultimi 12 km di salita sicuramente non impossibili, ma al termine di una tappa così dura conta la freschezza rimasta nelle gambe e magari proprio le pendenze blande possono consentire di scavare distacchi più ampi. Il rischio rimane quello del greggismo, che però sembra scongiurato dalla grande bagarre che stiamo vedendo in ogni corsa in questa particolare stagione compressa.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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18a TAPPA
Terzo giorno di questo trittico progressivamente più duro. 207 km con altri 5000 metri di dislivello e soprattutto il mostro dello Stelvio altoatesino. Si totalizzano in tre giorni 639 km e 13000 metri di dislivello (in media 213 km e 4300 metri di dislivello!) motivo per cui lo Stelvio farà non male ma malissimo. La sagra dell'acido lattico.
Tanto per gradire si parte in salita con il Campo Carlo Magno, dopo la discesa si giunge con 15 km favorevoli ai piedi del Passo Castrin, preceduto dall'ascesa verso Rumo. Attenzione al Castrin (quasi 9 km costantemente tra 8% e 12%) che sicuramente non deciderà la corsa ma creerà ulteriore selezione in questo avvio di tappa intensissimo. Al termine della lunga discesa si risalirà tutta la Val Venosta con i successi 50 km che alternano tratti di falsopiano e salite vere e proprie (Marlengo, Rablà, Castelbello, Silandro): ovviamente non è salita, ma sono ugualmente metri di dislivello che non prevedono discesa e dunque vanno ad indurire ulteriormente lo Stelvio; in pratica la strada sale quasi ininterrottamente dal km 92 (ad occhio) al km 169,4. Inutile presentare lo Stelvio da Prato, una delle salite più dure in assoluto: oltre 1800 metri di dislivello tutti di un fiato, 24,7 km, 7,5%, 1390 punti. Ovviamente compare anche il fattore altitudine: gli ultimi 9 km di salita (ad una media che sfiora il 9%) si svolgono oltre quota 2000. Ribadisco il concetto: sarà la sagra dell'acido lattico. In vetta mancheranno 38 km scarsi, di cui quasi 20 di discesa tecnica e circa 7 di pianura. Poi inizia l'ultima salita con pendenze non scontate, ma qui se anche ci fosse il Lautaret cambierebbe poco. Tatticamente le possibilità sono infinite e non escludo nemmeno un'azione solitaria sullo Stelvio.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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19a TAPPA
Unico momento di respiro di quest'ultimo settimana. La tappa è quasi completamente pianeggiante e con buone probabilità finirà in volata. Vale la pena di far notare che i corridori comunque dovranno durare fatica visto che dopo tre giorni sopra i 200 km e alla vigilia di un altro, ne affronteranno addirittura 251. Insomma, c'è poco da fare, il fondo e il recupero emergeranno con tutta la loro evidenza nell'ultima settimana e ancora di più nella tappa seguente.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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20a TAPPA
Tappone finale di questo Giro, dove può succedere di tutto, anche niente. 198 km e ancora dislivello da capogiro: da Casteldelfino (dunque senza considerare il lunghissimo fondovalle precedente) sono 4000 metri in appena 110 km. L'accoppiata Agnello-Izoard è micidiale e insieme alla coppia seguente, Monginevro-Sestriere, formerà una macro sequenza salita dura-facile. Le salite progressivamente meno impegnative assicurano distacchi elevati e in assenza di km pianeggianti possono permettere anche azioni da lontano. Dal Colle dell'Agnello mancheranno circa 90 km. Si va oltre 2000 per 3 volte... il resto lo decideranno i corridori.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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21a TAPPA
16 km completamente piatti e quasi completamente rettilinei. Inutile dire che è un'ottima chance per i cronoman di provare un ultimo ribaltone, elemento che può favorire attacchi nella tappa del giorno prima. Teniamo sempre conto che dopo un Giro così duro influenzerà molto sulla prestazione il livello di freschezza dei big.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Insomma l'ultima settimana sarà tremenda con tre tapponi e mezzo (ovvero la tappa di San Daniele) ed una cronometro da non sottovalutare. In mezzo il biliardo di Asti che con i suoi 250 km sicuramente non agevola molto il gruppo.
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Dando uno sguardo complessivo all'altimetria generale emerge la pochissima pianura concentrata in 2\3 tappe, a cospetto di un'elettrocardiogramma impressionante.
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matter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ciao,sono praticamente rientrato adesso sul forum,ed ho cominciato a leggere le prime pagine del tuo interessantissimo thread.Bello sapere che i Castellani proliferano :unzunz:


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Patate
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: sabato 8 agosto 2020, 17:25 Immagine
Sai se l'ultimo chilometro dei Laghi di Cancano è sterrato o asfaltato?


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udra
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da udra »

Patate ha scritto: lunedì 10 agosto 2020, 23:15
Sai se l'ultimo chilometro dei Laghi di Cancano è sterrato o asfaltato?
https://www.cai.it/al-parco-dello-stelv ... necessario


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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udra ha scritto: lunedì 10 agosto 2020, 23:26
Patate ha scritto: lunedì 10 agosto 2020, 23:15
Sai se l'ultimo chilometro dei Laghi di Cancano è sterrato o asfaltato?
https://www.cai.it/al-parco-dello-stelv ... necessario
Non avevo detto niente proprio perché si attendevano conferme. Di fatto sull'altimetria del Giro non è segnato il tratto sterrato e comunque effettivamente credo che, essendo poche centinaia di metri, si possa (o si potesse) fare a meno di asfartarlo.
matter ha scritto: lunedì 10 agosto 2020, 22:47 Ciao,sono praticamente rientrato adesso sul forum,ed ho cominciato a leggere le prime pagine del tuo interessantissimo thread.Bello sapere che i Castellani proliferano :unzunz:
Ormai Castelfiorentino è un piccolo miracolo ciclistico e presto potrebbe apparire in grande spolvero su Cicloweb... Ma non dico altro. :hippy:


Erinnerung
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Erinnerung »

Grazie per la fantastica presentazione!
Mi sembra un Giro durissimo, in virtù soprattutto dell'ultima settimana micidiale e delle pochissime tappe per rifiatare per gli uomini di classifica..
Tale dovrebbe rimanere anche se saltasse per il maltempo Stelvio oppure Agnello. Chiaro che le cose cambierebbero se saltassero entrambe (confidiamo per una volta nel Global Warming!!.. ) perché sono nettamente le salite più dure della corsa.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Erinnerung ha scritto: martedì 11 agosto 2020, 10:55 Grazie per la fantastica presentazione!
Mi sembra un Giro durissimo, in virtù soprattutto dell'ultima settimana micidiale e delle pochissime tappe per rifiatare per gli uomini di classifica..
Tale dovrebbe rimanere anche se saltasse per il maltempo Stelvio oppure Agnello. Chiaro che le cose cambierebbero se saltassero entrambe (confidiamo per una volta nel Global Warming!!.. ) perché sono nettamente le salite più dure della corsa.
Eh sì. Soprattutto lo Stelvio da Prato personalmente non l'ho mai visto in una corsa (nel 2005 avevo poco più di 4anni) ed è una soddisfazione che mi vorrei togliere. E comunque di fatto non ne sono mai stati testati gli effetti in quest'epoca (e già l'UmbrailPass nel 2017 ha fatto il suo).


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Divanista
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Che dire... complimenti e grazie di cuore :clap:


Ecco la mia presentazione. :carta:
nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Divanista ha scritto: martedì 11 agosto 2020, 12:58 Che dire... complimenti e grazie di cuore :clap:
Grazie a te e a tutti coloro che mi leggono, penso e spero con piacere.
Torno a commentare le corse di questo periodo per fare il punto della situazione.

DELFINATO
Indipendentemente dai risultati schietti mi voglio concentrare su due elementi.

Il primo è la disfatta della Ineos: lungo il Col de Porte hanno provato a correre come solo la miglior Sky era in grado di fare; peccato che una volta finito il lavoro fossero ancora quasi in 20 nel gruppo di testa di cui 4 erano della Jumbo. E inoltre, senza voler gufare o sminuirne il passato, ho sempre più la sensazione che Froome sia in fase calante, dimostrazione del fatto che per vincere ciò che ha vinto ha sicuramente chiesto al suo fisico decisamente di più di altri corridori che invece nonostante l'età sembrano più freschi. Pure Valverde che adesso non riesce ad avere il guizzo vincente di un tempo sembra molto più in palla del keniano. Chi vivrà vedrà.

Il secondo è quello dei percorsi, a cui, come avrete capito, tengo particolarmente. Sostanzialmente è stata una sequenza di cinque tappe brevi e ricche di dislivello. Il grande spettacolo dell'ultima tappa è merito di salite impegnative lontane dal traguardo, ma comunque influenti (e il prossimo Giro d'Italia ne sarà pieno) unito al fatto che era il quinto giorno consecutivo fatto di tappe impegnative. Al contrario nelle tre tappe di montagne precedenti (2,3,4) il chilometraggio ridotto ha fatto sì che non ci fosse il terreno per creerà distacchi ampi, anche a causa di un Roglic che stava controllando limitandosi a scattare nell'ultimo km. Credo che sia l'ennesima dimostrazione che in un ipotetico manifesto per un nuovo ciclismo sta la necessità di tornare ad esaltare le doti di fondo per bilanciare l'impressionante livellamento verso l'alto che c'è in queste ultimissime stagioni. Per intendersi: se la 2a e la 3a tappa del Delfinato fossero state di 200 km, lo spettacolo sarebbe già stato alla 4a tappa, anziché all'ultima. Con questo ovviamente non voglio criticare il percorso del Delfinato in sé che anche giustamente essendo una corsa di preparazione di inizio stagione (o almeno come tale va interpretata) è giusto che i km non fossero tantissimi a fronte invece di una quantità impressionante di salite.


LOMBARDIA
Vorrei ritornare sul punto da me evidenziato commentando Smartcycling di sabato, ovvero quel bisticcio tra Evenepoel e Conci e l'attacco in discesa.
Pur considerando che quell'attacco in discesa Nibali lo avrebbe fatto ugualmente, io rimango convinto che l'intenzione si sia caricata di maggiore cattiveria. Vi lascio un piccolo video che ho realizzato per ricostruire quanto successo:
1) Evenepoel si innervosisce con Conci
2) Nibali risale il gruppo (lo si vede sui pedali per qualche fotogramma) e si mette a parlare animosamente con Bennet al punto da attirare l'attenzione di quasi tutti i corridori vicini che iniziano a voltarsi
3) Nel replay si vede bene che Nibali è piuttosto agitato e si intuisce che non ce l'ha con Bennet... io rimango fermamente convinto che indichi Evenepoel
Un tale astio è senza dubbio aggravato da qualche precedente che noi non conosciamo, magari in Algarve dove si erano già incontrati. Certo è che se hai 20 anni (non so se già compiuti o meno) e ti comporti da padrone chi conta molta più di te in gruppo non sei particolarmente intelligente. La corsa l'ho seguita su Raiplay dopo che era finita la corsa degli juniores e commentando il bisticcio in diretta si è svolto il seguente dialogo col DS.
IO - A far così bisogna stare attenti perché poi ne buschi
DS - Ma ne buschi nel senso letterale!
Dopo qualche minuto Remco è finito sotto a un ponte...
A parte il fatto che raccontata così fa pure ridere, sicuramente né Nibali né nessun altro avrebbe voluto che rischiasse la vita, certo è che Nibali ha fatto il record nella discesa, nonostante volontariamente non si sia levato tutti di ruota ma abbia fatto in modo che lo seguissero. Voglio trasformarmi in Beppe Conti fino in fondo: mi fa pensare pure il fatto che, nonostante Nibali avesse parlato ai compagni prima di attaccare e nonostante li stesse visibilmente aspettando, alla sua ruota si trovava la coppia dell'Astana, mentre i due Trek chiudevano il gruppo... erano tutti d'accordo per cercare di staccare Remco temendo che fosse nettamente il più forte? Mi sembra una suggestione quantomeno interessante e credo non sia nemmeno campata troppo per aria.



EMILIA
I giovani che già rammentiamo da Febbraio (Vlasov, Almeida, Bagioli, Tejada) si sono nuovamente fatti vedere protagonisti, andando pure più forte dei due grossi calibri (Fuglsang e Nibali). Nibali sta crescendo piano piano, ma è decisamente più in palla rispetto ad un normale inizio di stagione degli ultimi anni. Ho la sensazione che alla Tirreno (essendo una corsa a tappe) possa fare quel definitivo salto di qualità, un po' come quando nel 2013 arrivò indietro di condizione e, dopo aver retto il colpo a Prati di Tivo, accusò il muro di Via del Tricalle, per poi reinventarsi il ribaltone di fantasia all'ultimo giorno utile. E anche adesso sembrano proprio le rampe ripide quelle che gli creano più fastidio (Sormano, San Luca) mentre su pendenze più agevoli (Gran Trittico Lombardo; oggi ha fatto uno scatto deciso sullo strappo prima della discesa) sembra decisamente più pronto.
Ovviamente da tifoso mi auguro che vada come nel 2013... ma non so se possa vincere la Tirreno quest'anno.


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barrylyndon
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da barrylyndon »

Invece il bisticcio c'e' stato proprio tra gli uomini Trek e Bennet


Nibali sta a Froome come Thoeni stava a Klammer.
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il_panta
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da il_panta »

Con Froome sei ingeneroso, trai conclusioni sulla sua carriera sulla base di sole questioni anagrafiche, trascurando il terribile incidente che ha avuto.


2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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barrylyndon ha scritto: giovedì 20 agosto 2020, 21:21 Invece il bisticcio c'e' stato proprio tra gli uomini Trek e Bennet
Non avevo letto nessuna notizia in merito, quindi chiaramente ho costruito una mia interpretazione. Anzi, se ci sono state dichiarazioni dei diretti protagonisti in senso opposto sarei ben felice di leggerle perché evidentemente mi sono sfuggite. ;)
il_panta ha scritto: giovedì 20 agosto 2020, 22:19 Con Froome sei ingeneroso, trai conclusioni sulla sua carriera sulla base di sole questioni anagrafiche, trascurando il terribile incidente che ha avuto.
Non l'ho trascurato... l'ho omesso dalla sintesi pur avendone tenuto conto. Diciamo che per me come mi hanno sempre insegnato non si cade per caso e sicuramente cadere mentre si fa una ricognizione per una cronometro del Delfinato sapendo che punti a vincere il 5° Tour non è solo sfortuna... soprattutto se poi ti fai così male, considerando che di solito la palestra che i ciclisti fanno d'inverno è fatta anche di esercizi a corpo libero rivolti all'equilibrio e ad "imparare a cadere" (da bambini si comincia con la capriola). Senza ovviamente fargliene una colpa. Rimane il fatto che già l'anno scorso non credo sarebbe arrivato davanti a Bernal, ma questa è una mia sensazione ed è del tutto opinabile. Rimane un grande corridore, i miei giudizi non vogliono sminuire il suo passato ma solo cercare di capire il suo presente e il suo futuro.

P.S. Comunque ritornando sul discorso sicurezza, secondo me (senza riferirmi per il momento a casi specifici) il gruppo è mediamente meno abile nella guida del mezzo rispetto a qualche anno fa, o comunque manca di più il freno inibitore di conoscere il proprio limite. Facendo un esempio limite, il povero Remco al Lombardia è stato anche vittima del fatto di aver saltato completamente la gavetta negli U23 e di essere subito stato proiettato nel WT, non tenendo conto che corre in bici da tre anni e qualche mese. Non solo gli mancano abilità di guida, ma non è stato in grado di capire che doveva scendere più piano perché se no avrebbe rischiato la vita. Ma la colpa non è (solo) sua, come dicevo prima. E non mi sembra che chi arriva dal ciclocross cada in terra meno spesso... Secondo me è aumentato il numero di corridori che hanno iniziato a correre molto tardi rispetto a chi ha iniziato da bambino... Sotto questo punto di vista è colpa anche, come ho sempre sotenuto, di chi li ha gestiti questi bambini, per la serie "dato che ha incominciato tardi non gli hanno finito il fisico da esordiente". E' un sillogismo molto sensato... che però andrebbe invertito e si nota dalla mancanza di esperienza di una parte consistente (seppur non maggioritaria) del gruppo.


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chinaski89
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Va bene tutto, ma saper cadere se una sventagliata ti sbatte contro il muro mi sembra un po' difficile, sul giudizio sopra la penso come panta, molto ingeneroso e scritto così non tiene conto dell'infortunio, pare che il suo calo sia dovuto ad un invecchiamento più precoce dei rivali, quando dopo un incidente del genere alla sua età è già tanto se è in gruppo.


schwoch83
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da schwoch83 »

Ma d'altra parte che a Nibali San Baronto non piaccia (ed è un eufemismo) Froome non è una novità : basti pensare che una volta ha scritto testualmente "Froome in bicicletta non ci sa stare". Insomma, nemmeno a me fa simpatia Froome, ma non mi sognerei mai di dire che uno che ha vinto 4 tour, 2 vuelta e 1 giro non sa stare in bicicletta.


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il_panta
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da il_panta »

nibali-san baronto ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 0:07
barrylyndon ha scritto: giovedì 20 agosto 2020, 21:21 Invece il bisticcio c'e' stato proprio tra gli uomini Trek e Bennet
Non avevo letto nessuna notizia in merito, quindi chiaramente ho costruito una mia interpretazione. Anzi, se ci sono state dichiarazioni dei diretti protagonisti in senso opposto sarei ben felice di leggerle perché evidentemente mi sono sfuggite. ;)
il_panta ha scritto: giovedì 20 agosto 2020, 22:19 Con Froome sei ingeneroso, trai conclusioni sulla sua carriera sulla base di sole questioni anagrafiche, trascurando il terribile incidente che ha avuto.
Non l'ho trascurato... l'ho omesso dalla sintesi pur avendone tenuto conto. Diciamo che per me come mi hanno sempre insegnato non si cade per caso e sicuramente cadere mentre si fa una ricognizione per una cronometro del Delfinato sapendo che punti a vincere il 5° Tour non è solo sfortuna... soprattutto se poi ti fai così male, considerando che di solito la palestra che i ciclisti fanno d'inverno è fatta anche di esercizi a corpo libero rivolti all'equilibrio e ad "imparare a cadere" (da bambini si comincia con la capriola). Senza ovviamente fargliene una colpa. Rimane il fatto che già l'anno scorso non credo sarebbe arrivato davanti a Bernal, ma questa è una mia sensazione ed è del tutto opinabile. Rimane un grande corridore, i miei giudizi non vogliono sminuire il suo passato ma solo cercare di capire il suo presente e il suo futuro.

P.S. Comunque ritornando sul discorso sicurezza, secondo me (senza riferirmi per il momento a casi specifici) il gruppo è mediamente meno abile nella guida del mezzo rispetto a qualche anno fa, o comunque manca di più il freno inibitore di conoscere il proprio limite. Facendo un esempio limite, il povero Remco al Lombardia è stato anche vittima del fatto di aver saltato completamente la gavetta negli U23 e di essere subito stato proiettato nel WT, non tenendo conto che corre in bici da tre anni e qualche mese. Non solo gli mancano abilità di guida, ma non è stato in grado di capire che doveva scendere più piano perché se no avrebbe rischiato la vita. Ma la colpa non è (solo) sua, come dicevo prima. E non mi sembra che chi arriva dal ciclocross cada in terra meno spesso... Secondo me è aumentato il numero di corridori che hanno iniziato a correre molto tardi rispetto a chi ha iniziato da bambino... Sotto questo punto di vista è colpa anche, come ho sempre sotenuto, di chi li ha gestiti questi bambini, per la serie "dato che ha incominciato tardi non gli hanno finito il fisico da esordiente". E' un sillogismo molto sensato... che però andrebbe invertito e si nota dalla mancanza di esperienza di una parte consistente (seppur non maggioritaria) del gruppo.
Stai spostando il discorso da tutt'altra parte. Non stavo discutendo le sue abilità di guida, indubbiamente non di prima classe, ma il sillogismo per cui se Froome ora va piano è perché per ottenere risultati ha dovuto chiedere di più al proprio corpo rispetto agli altri. Se giochi a decontestualizzare tutto così puoi fare lo stesso discorso anche per Pantani, che dai 30 non ha più vinto nulla.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ragazzi, io esprimo un'opinione. E tra l'altro se notate bene il PS del mio precedente post anche un caso come quello di Froome ci rientra perfettamente (non credo a 10 anni corresse già). È chiaro che io (come nessun altro) ho visto la caduta di Froome, ma sarebbe da chiedersi questa sventagliata quanto fosse forte. I casi sono due: o si è alzato un vento che manco la bora a Trieste, e in tal caso forse non doveva manco uscire in bici (ovviamente lo dico scherzando) oppure più realisticamente pur sapendo che tirava un po' di vento ha tolto le mani dal manubrio ed ha fatto un errore, banale, ma comunque un errore, soprattutto se stai usando una bici da crono che è molto più rischiosa in situazioni del genere. E poi quando tira vento di solito si inclina la bicicletta e si casca di lato, quasi sempre sulla strada, prendendo la classica botta da clavicola, per cui mi rimane difficile capire come abbia fatto a sbattersi cobtro un muro, dal momento che la ventata laterale in mezzo agli edifici non può esserci stata. Magari c'ha una iella raccapricciante e gli è capitata la caduta del secolo, ma non era certo la prima volta che cadeva in ricognizione... E Chris Froome non può permettersi di cadere in ricognizione alla vigilia di un Giro d'Italia o a poche settimane dal duo possibile quinto Tour.
Ad ogni modo questo è un giudizio personale e ribadisco che non mi interessa sminuire il valore di Froome, ma al massimo focalizzarmi su un discorso più ampio di mancanza di esperienza in gruppo. Rimango dell'idea che già fosse in calando ma so perfettamente che una caduta del genere influisce un tantissimo. In ogni caso in linea di massima un calo me lo aspetto da uno come lui che è esploso improvvisamente nel 2011 (inutile ripetere le solite osservazioni) rispetto a qualcuno che ha avuto una crescita progressiva. Si vede anche dal fato che dopo l'inverno ritornava a correre sempre più magro rispetto al resto del gruppo, dunque sicuramente lo stress fisico e mentale era superiore rispetto ad altri corridori. Io gli auguro di vincere la Vuelta che magari, vista anche una prevedibile concorrenza non irresistibile, potrebbe essere l'occasione per ritrovare morale.
Avrete capito che io ogni tanto provoco e lancio delle osservazioni nette, ma spesso le accentuo anche un po' le estremizzo. Soltanto chi era nell'ammiraglia della Ineos sa com'è andata quel giorno e per quanto possa pormi delle domande la risposta l'hanno soltanto loro. Mi piace dare una visione delle corse diversa, sicuramente molto personale, per creare un dibattito o comunque cercare di andare oltre le solite osservazioni, che in fondo è il mio obiettivo fin dall'inizio quando parlai di salite anticipando l'italiano vinto da Viviani contro Pozzovivo. Le mie rimangono opinioni dettate su un'esperienza che sicuramente non è la stessa di un professionista: lungi da me avere la verità assoluta.
:cincin:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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il_panta ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 8:08
Stai spostando il discorso da tutt'altra parte. Non stavo discutendo le sue abilità di guida, indubbiamente non di prima classe, ma il sillogismo per cui se Froome ora va piano è perché per ottenere risultati ha dovuto chiedere di più al proprio corpo rispetto agli altri. Se giochi a decontestualizzare tutto così puoi fare lo stesso discorso anche per Pantani, che dai 30 non ha più vinto nulla.
Si su questo hai ragione. Ho inconsciamente preso la tangente. Riavvolgendo il nastro ripwto un'ultima volta che una caduta del genere influisce senza dubbio, ma secondo me è una sorta di colpo di grazia, giunto proprio nel momento sbagliato. Pantani lasciamolo fare... Il suo colpo di grazia è stata la squalifica, ma nel 2000 pur non avendo mai corso fino al Giro era 10 volte più competitivo di Froome (almeno da Briancon in poi). Pantani lasciamolo dov'è, che è meglio. Mi pare già fin troppo strumentalizzato in questo periodo.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 0:07 E non mi sembra che chi arriva dal ciclocross cada in terra meno spesso... Secondo me è aumentato il numero di corridori che hanno iniziato a correre molto tardi rispetto a chi ha iniziato da bambino... Sotto questo punto di vista è colpa anche, come ho sempre sotenuto, di chi li ha gestiti questi bambini, per la serie "dato che ha incominciato tardi non gli hanno finito il fisico da esordiente".
Secondo me se i bambini invece di fare strada da subito, facessero cross e MTB la loro capacità di andare in bici aumenterebbe.
E alcuni problemi in meno ci sarebbero.
Come le cadute figlie di una mancanza nella guida del mezzo.
Ma avremmo anche meno casi di corridori consumati nelle categorie giovanili.


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Niи
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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La vicenda tra il bisticcio Trek e Bennett, l'ho letta qui https://cyclingpro.net/spaziociclismo/w ... -manubrio/

Intervego solo per dare uno spunto di riflessione riguardo la maturazione di Remco nel guidare la bici.
Si sostiene la teoria che se avesse fatto 1-2 anni negli under avrebbe imparato meglio a muoversi in gruppo e a migliorare a guidare il mezzo.
Io non sono d'accordo per i seguenti motivi:
- stare in un gruppo di under è quasi più pericoloso che nei prof, a causa di squadre meno organizzate, età più giovane di tutto il gruppo che porta ad essere arrembanti e vogliosi di primeggiare e presenza di molti più corridori che hanno paura/non sanno guidare bene la bici. Il tutto si traduce con una frequenza di cadute non minore che nei prof.
- stare in mezzo ai migliori ti permette di imparare più in fretta e di adattarti subito alle dinamiche di una squadra world tour.
- per capire il limite, banalmente bisogna almeno una volta rischiare grosso grosso o cadere in discesa. Cosa cambia se il limite lo assaggi al trofeo di Canicattì (nome a caso) o al Lombardia? Ti fai male uguale.

Remco è stato sfigato nel cadere nel punto più sbagliato. Avesse passato indenne quella curva probabilmente avrebbe continuato a perdere qualche decina di metri, soprattutto se avesse perso di vista le traiettorie di quelli davanti e magari avrebbe finito la discesa con 20 secondi di ritardo.
A me sembra che nell'impostare le curve sia cmq bravo. Non lo vedo un Basso per dire. Alla fine anche Alaphilippe alla Sanremo ha sbagliato ad impostare 2 o 3 curve importanti di fila, per dire che anche quelli bravi bravi sbagliano.

Se Remco avesse fatto un anno da dilettante, avrebbe in meno una trentina di vittorie, che costituiscono già un palmares che più di mezzo gruppo non ha. Butta via :D


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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pietro ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 10:08
nibali-san baronto ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 0:07 E non mi sembra che chi arriva dal ciclocross cada in terra meno spesso... Secondo me è aumentato il numero di corridori che hanno iniziato a correre molto tardi rispetto a chi ha iniziato da bambino... Sotto questo punto di vista è colpa anche, come ho sempre sotenuto, di chi li ha gestiti questi bambini, per la serie "dato che ha incominciato tardi non gli hanno finito il fisico da esordiente".
Secondo me se i bambini invece di fare strada da subito, facessero cross e MTB la loro capacità di andare in bici aumenterebbe.
E alcuni problemi in meno ci sarebbero.
Come le cadute figlie di una mancanza nella guida del mezzo.
Ma avremmo anche meno casi di corridori consumati nelle categorie giovanili.
Concordo assolutamente. Credo anche che in questo momento il fuoristrada sia più appetibile per attirare bambini che non conoscono il ciclismo. Ora come ora se un bambino inizia a correre in bici è soltanto se un parente stretto ha corso a sua volta, altrimenti sono tutti col pallone in mano.
Niи ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 10:31 La vicenda tra il bisticcio Trek e Bennett, l'ho letta qui https://cyclingpro.net/spaziociclismo/w ... -manubrio/

Intervego solo per dare uno spunto di riflessione riguardo la maturazione di Remco nel guidare la bici.
Ti ringrazio per il link, però mi dice pagina non trovata...
Riguardo a Remco, non posso non darti ragione. Il fatto è che uno che va così forte non ha mai trovata avversari alla sua portata se non da professionista per cui è anche difficile gestire la cosa. Ad ogni modo forse in casa Deucenink non avrebbe fatto male un po' più di precauzione. A Canicattì magari si abituava a seguire le ruote di un buon corridore... Al Lombardia si è trovato di fronte Nibali. È come chiedere a un allievo di seguire Sagan in discesa (riferendomi ovviamente alla guida e alla lucidità). E poi magari a Canicattì si cappottava oltre il guardrail e poi cadeva sul prato senza troppi dani, al Lombardia è cascata di sotto a un ponte.
Aggiungo anche che secondo me Evenepoel ha dato troppo sul Muro di Sormano e gli è mancata la lucidità prima di sfilarsi un po' sul muro (come Nibali e Mollema) e magari anche di capire in discesa di non poter tenere quel ritmo se non voleva rimetterci le penne. Questi comportamenti si correggono correndo e magari aspettare un anno in più prima di proiettarlo subito al top (magari sempre da prof ma correndo corse minori e facendo una preparazione più blanda) significa capire meglio i propri limiti.

In ogni caso è sempre bello quando scaturisce un po' di dibattito :cincin:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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schwoch83 ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 2:15 Ma d'altra parte che a Nibali San Baronto non piaccia (ed è un eufemismo) Froome non è una novità : basti pensare che una volta ha scritto testualmente "Froome in bicicletta non ci sa stare". Insomma, nemmeno a me fa simpatia Froome, ma non mi sognerei mai di dire che uno che ha vinto 4 tour, 2 vuelta e 1 giro non sa stare in bicicletta.
Sì hai perfettamente ragione e si vede anche dalle risposte qui, addirittura si mette in discussione se il colpo di vento che l'ha sbattuto contro il muro fosse abbastanza forte per fare male davvero :diavoletto:

Non conoscevo questa avversione tipo lemond con Contador, ora che lo so evito di disquisire perchè in casi come questo è inutile

La caduta è il colpo di grazia?? Ma dai non è leggibile una roba del genere, fino all'anno prima si giocava i GT (pur senza essere la miglior versione ok) poi non va manco a spinta e un incidente così sarebbe solo una delle tante cause??

Il ciclismo visto con occhi di un ciclista è sicuramente interessante, ma vedo che ciclisti o tifosi la faziosità è presente comunque


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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chinaski89 ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 13:02
schwoch83 ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 2:15 Ma d'altra parte che a Nibali San Baronto non piaccia (ed è un eufemismo) Froome non è una novità : basti pensare che una volta ha scritto testualmente "Froome in bicicletta non ci sa stare". Insomma, nemmeno a me fa simpatia Froome, ma non mi sognerei mai di dire che uno che ha vinto 4 tour, 2 vuelta e 1 giro non sa stare in bicicletta.
Sì hai perfettamente ragione e si vede anche dalle risposte qui, addirittura si mette in discussione se il colpo di vento che l'ha sbattuto contro il muro fosse abbastanza forte per fare male davvero :diavoletto:

Non conoscevo questa avversione tipo lemond con Contador, ora che lo so evito di disquisire perchè in casi come questo è inutile

La caduta è il colpo di grazia?? Ma dai non è leggibile una roba del genere, fino all'anno prima si giocava i GT (pur senza essere la miglior versione ok) poi non va manco a spinta e un incidente così sarebbe solo una delle tante cause??

Il ciclismo visto con occhi di un ciclista è sicuramente interessante, ma vedo che ciclisti o tifosi la faziosità è presente comunque
Credo che ognuno sia fazioso a suo modo quando si tratta di tifo o semplicemente di esprimere un giudizio. Io ho sollevato un dubbio, ognuno può darsi la risposta che preferisce. :old:


Winter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 0:07
P.S. Comunque ritornando sul discorso sicurezza, secondo me (senza riferirmi per il momento a casi specifici) il gruppo è mediamente meno abile nella guida del mezzo rispetto a qualche anno fa, o comunque manca di più il freno inibitore di conoscere il proprio limite. Facendo un esempio limite, il povero Remco al Lombardia è stato anche vittima del fatto di aver saltato completamente la gavetta negli U23 e di essere subito stato proiettato nel WT, non tenendo conto che corre in bici da tre anni e qualche mese. Non solo gli mancano abilità di guida, ma non è stato in grado di capire che doveva scendere più piano perché se no avrebbe rischiato la vita. Ma la colpa non è (solo) sua, come dicevo prima. E non mi sembra che chi arriva dal ciclocross cada in terra meno spesso... Secondo me è aumentato il numero di corridori che hanno iniziato a correre molto tardi rispetto a chi ha iniziato da bambino... Sotto questo punto di vista è colpa anche, come ho sempre sotenuto, di chi li ha gestiti questi bambini, per la serie "dato che ha incominciato tardi non gli hanno finito il fisico da esordiente". E' un sillogismo molto sensato... che però andrebbe invertito e si nota dalla mancanza di esperienza di una parte consistente (seppur non maggioritaria) del gruppo.
Sicuramente non la gavetta attuale degli Under 23
Che discese pericolose fanno ?

VDB è passato professionista dopo 4 anni di corse
Cunego ? campione del mondo junior dopo 2 stagione e mezza

Piu' tardi uno inizia il ciclismo , meglio è
Le categorie precedenti gli allievi non servono a nulla


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Niи ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 10:31 Remco è stato sfigato nel cadere nel punto più sbagliato. Avesse passato indenne quella curva probabilmente avrebbe continuato a perdere qualche decina di metri, soprattutto se avesse perso di vista le traiettorie di quelli davanti e magari avrebbe finito la discesa con 20 secondi di ritardo.
A me sembra che nell'impostare le curve sia cmq bravo. Non lo vedo un Basso per dire. Alla fine anche Alaphilippe alla Sanremo ha sbagliato ad impostare 2 o 3 curve importanti di fila, per dire che anche quelli bravi bravi sbagliano.

Se Remco avesse fatto un anno da dilettante, avrebbe in meno una trentina di vittorie, che costituiscono già un palmares che più di mezzo gruppo non ha. Butta via :D
Sottoscrivo
Nella stessa discesa 10 anni fa.. è caduto Nibali
Sull'ultima frase.. quasi era gia' uno spreco fargli correre il mondiale junior , tanto era superiore.. Altre due stagioni tra gli Under.. dove avrebbe dato 5 minuti a tutti , sarebbero state stra inutili


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Winter ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 14:09
nibali-san baronto ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 0:07
P.S. Comunque ritornando sul discorso sicurezza, secondo me (senza riferirmi per il momento a casi specifici) il gruppo è mediamente meno abile nella guida del mezzo rispetto a qualche anno fa, o comunque manca di più il freno inibitore di conoscere il proprio limite. Facendo un esempio limite, il povero Remco al Lombardia è stato anche vittima del fatto di aver saltato completamente la gavetta negli U23 e di essere subito stato proiettato nel WT, non tenendo conto che corre in bici da tre anni e qualche mese. Non solo gli mancano abilità di guida, ma non è stato in grado di capire che doveva scendere più piano perché se no avrebbe rischiato la vita. Ma la colpa non è (solo) sua, come dicevo prima. E non mi sembra che chi arriva dal ciclocross cada in terra meno spesso... Secondo me è aumentato il numero di corridori che hanno iniziato a correre molto tardi rispetto a chi ha iniziato da bambino... Sotto questo punto di vista è colpa anche, come ho sempre sotenuto, di chi li ha gestiti questi bambini, per la serie "dato che ha incominciato tardi non gli hanno finito il fisico da esordiente". E' un sillogismo molto sensato... che però andrebbe invertito e si nota dalla mancanza di esperienza di una parte consistente (seppur non maggioritaria) del gruppo.
Sicuramente non la gavetta attuale degli Under 23
Che discese pericolose fanno ?

VDB è passato professionista dopo 4 anni di corse
Cunego ? campione del mondo junior dopo 2 stagione e mezza

Piu' tardi uno inizia il ciclismo , meglio è
Le categorie precedenti gli allievi non servono a nulla
Concordo per quello che riguarda il ciclismo su strada.
Il Ciclocross e la MTB invece secondo me sono utili anche ai bambini e ai ragazzini.


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Winter, non esasperiamo... L'attività da giovani è importantissima soprattutto nella componente non-agonistica. Un bambino assimila molto più facilmente nuovi movimenti e insegnamenti tra i 5 e i 15 anni (approssimando per eccesso la fascia) per cui è quando si è giovanissimi o al massimo esordienti che si possono correggere errori nella guida del mezzo, o migliorarli in agilità. Il problema è l'esasperazione. Incominciare presto è un vantaggio se ci si trova nelle società giuste, si impara a fare ciclismo e non si finisce il fisico. Pietro mi sembra centrare il punto, anche se pure l'attività su strada (nei termini che ho appena elencato) può essere utile.
Anzi, bisognerebbe trovare il modo (non competitivo) di avvicinare i bambini al mondo delle bici ancora prima. Oggi i bambini di 6/7 anni hanno già tutti iniziato a fare calcio, basket o nuoto ed è difficile riuscire ad ampliare la base. Per cui ben venga qualunque tipo di attività in bici anche da piccolissimi se fatto correttamente con lo scopo di far crescere il ragazzo.

Il vero problema è che in Toscana c'è il ciclomercato pure per giovanissimi ed esordienti... Ma non è chiudendo baracca che si risolve il problema.


Winter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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È la tua ultima frase il problema
Senza esasperazione , ben venga l attività giovanile


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Winter ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 19:30 È la tua ultima frase il problema
Senza esasperazione , ben venga l attività giovanile
La penso anche io come voi.


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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chinaski89 ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 13:02
schwoch83 ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 2:15 Ma d'altra parte che a Nibali San Baronto non piaccia (ed è un eufemismo) Froome non è una novità : basti pensare che una volta ha scritto testualmente "Froome in bicicletta non ci sa stare". Insomma, nemmeno a me fa simpatia Froome, ma non mi sognerei mai di dire che uno che ha vinto 4 tour, 2 vuelta e 1 giro non sa stare in bicicletta.
Sì hai perfettamente ragione e si vede anche dalle risposte qui, addirittura si mette in discussione se il colpo di vento che l'ha sbattuto contro il muro fosse abbastanza forte per fare male davvero :diavoletto:

Non conoscevo questa avversione tipo lemond con Contador, ora che lo so evito di disquisire perchè in casi come questo è inutile

La caduta è il colpo di grazia?? Ma dai non è leggibile una roba del genere, fino all'anno prima si giocava i GT (pur senza essere la miglior versione ok) poi non va manco a spinta e un incidente così sarebbe solo una delle tante cause??

Il ciclismo visto con occhi di un ciclista è sicuramente interessante, ma vedo che ciclisti o tifosi la faziosità è presente comunque
posto che non devo difendere nessuno men che meno nibal san baronto
mi sembra evidente che la caduta è solo una delle cause che hanno ridotto le prestazioni di Froome
l'altra è l'età poi c'è l'usura naturale della muscolatura soggetta a sforzi prolungati
poi forse anche altri motivi alcuni dei quali un poco delicati da disquisire qui.
la riduzione delle prestazioni di froome si nota anche prima del malaugurato incidente
dal giorno del sestriere fino al delfinato è passato più di un anno ben avaro di risultati
chi non è daccordo si può riguardare il palmares dei primi anni del corridore
parigi nizza con tappe
romandia con tappe
tirreno persa ma di fronte ad un grande e comunque vincendo tappe
delfinato idem
purtroppo l'età avanza per tutti (o forse per fortuna) e la caduta come ha detto nibali-san baronto è stata probabilmente il colpo di grazia su una carriera già avviata al declino

spero tanto mi smentisca alla vuelta oppure al giro
anche perchè non ho ancora capito cosa farà


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ma l'anno che citi lo dovevi giudicare al Tour! Solo che ha avuto un incidente terribile da cui non si è ancora ripreso. Poi che con l'età fosse in calo comunque ok, ma assolutamente non si può dire che ora è più usurato degli altri e si vede nelle corse di preparazione o addirittura dopo un incidente dopo cui è l'ombra di se stesso dai su

Le corse di preparazione i primi anni le voleva vincere tutte, poi ha iniziato ad arrivarci in condizioni di forma molto peggiori per essere più fresco, ma questo già da ben prima


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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chinaski89 ha scritto: venerdì 21 agosto 2020, 23:37 Ma l'anno che citi lo dovevi giudicare al Tour! Solo che ha avuto un incidente terribile da cui non si è ancora ripreso. Poi che con l'età fosse in calo comunque ok, ma assolutamente non si può dire che ora è più usurato degli altri e si vede nelle corse di preparazione o addirittura dopo un incidente dopo cui è l'ombra di se stesso dai su

Le corse di preparazione i primi anni le voleva vincere tutte, poi ha iniziato ad arrivarci in condizioni di forma molto peggiori per essere più fresco, ma questo già da ben prima
Appunto, mica dico che deve smettere di correre, dico solo che è in calo e che forse ha iniziato a calare prima degli altri. L'incidente ha accentuato al massimo questo calo.
Nibali che ha quasi un anno in più di Froome era già vincente prima di lui e mentre l'anno scorso Froome non si è quasi mai fatto vedere (ovviamente tenendo conto, come dici te, che era al Tour che andava testato) Nibali è entrato (solo per fare due esempi rapidi) in top10 a Sanremo e Liegi (oltre al podio al Giro) e poi ha rivinto al Tour. Secondo me è dimostrazione di una maggiore freschezza fisica e mentale (tra l'altro nonostante anche lui abbia avuto il suo bello spavento nel 2018... con le vertebre si scherza poco).
Ma non fraintendermi: io non discuto il valore del corridore né tanto meno lo metto a confronto di qualcun altro. Voglio solo fare un discorso in chiave futura, in merito a questa stagione e alla prossima, augurandomi per primo che alla Vuelta possa tornare ad essere competitivo.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Nibali ha preso la piega che piace tanto al Condor...sempre presente, o quasi, ma non vince un tubo(almeno per il 2020)
e' da marzo che e' un abitue' della top ten...ma miglior piazzamente un terzo posto.
Lodevole,eh..
Con quello che ha vinto potrebbe benissimo tirare i remi in barca e puntare tutto le sue fiches sul Giro..


Nibali sta a Froome come Thoeni stava a Klammer.
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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barrylyndon ha scritto: sabato 22 agosto 2020, 11:25 Nibali ha preso la piega che piace tanto al Condor...sempre presente, o quasi, ma non vince un tubo(almeno per il 2020)
e' da marzo che e' un abitue' della top ten...ma miglior piazzamente un terzo posto.
Lodevole,eh..
Con quello che ha vinto potrebbe benissimo tirare i remi in barca e puntare tutto le sue fiches sul Giro..
Secondo me è quello che sta facendo. Di fatto siamo ad inizio (o ri-inizio) stagione e lui probabilmente si è posto l'obiettivo di raggiungere il picco di forma per i mondiali (sempre che ci siano). Se a quasi 36 anni gli manca l'esplosività sulle rampe al 20% credo sia quasi fisiologico. Rimango dell'idea che la Tirreno (che propone quattro tappe impegnative consecutive) sia il vero banco di prova in cui misurarsi, nonché l'occasione più propizia per fare un passo in avanti nella preparazione. Mi viene a mente Dumoulin che arrancava abbastanza fino al Col de Porte e che è uscito decisamente in crescendo dal Delfinato.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ed eccoci qua, pronti per il Tour (e per il Matteotti). Ripropongo più o meno identica la presentazione della prima tappa.

3 giri, che si svolgono tutti per più della metà tra salita e discesa. E' vero: questa è una tappa d'apertura che nasce per arrivare in volata e probabilmente così andrà a finire. Ma come avvio sarà già bello ardito: circa 2000 metri di dislivello su 170 km (includendo il trasferimento).
L'ascesa di Aspremont sarà ripetuta due volte (la prima volta si taglia metà salita in trasferimento) mentre quella molto facile di Levens solo all'ultimo giro. Le pendenze sono sempre piuttosto abbordabili, ma per giungere ad Aspremont si passa dal livello del mare ai 500 mt, dunque una salita che se fatta forte può far fuori un po' di velocisti. Se fatta piano renderà la volata particolarmente anomala.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Giornata intensa di ciclismo. Ci tengo a sottolineare il terzo post di Tiberi al Giro U23, che in fondo è una soddisfazione retroattiva anche per il sottoscritto visto che ci ho corso contro. La buona notizia è che si sta riconfermando ad alti livelli anche tra gli U23 e quindi lascia ben sperare per il passaggio tra i prof.
Al Tour è stata una giornata tremenda. Alla fine si sono ricompattati tutti, soprattutto grazie al rallentamento che c'è stato all'ultimo giro. Ma attenzione: domani bisognerà già essere sugli scudi e la giornata di oggi si farà sentire, soprattutto nelle gambe di chi è caduto.

Non ci sarà bisogno di attendere oltre: il gruppo già domani sale sulle Alpi. E non per scherzo, ma con due ascese da tappone: il Col de St.Martin (qui chiamato Col de la Colmiane) e, sopratutto, il Col de Turini.
Purtroppo la discesa del Turini è separa dal Col d'Eze da 20 km pianeggianti, quindi le prime due ascese serviranno solo ad accumulare dislivello e a rendere effettivamente di montagna questa tappa, che tuttavia si deciderà solo negli ultimi km (giustamente, dato che siamo solo al secondo giorno), con il Col d'Eze e la sua riduzione (il Col des Quatre Chemins). Anche perché siamo soltanto alla 2a tappa ed un attacco da lontano è poco probabile. Allo stesso tempo è forse la tappa più dura che si sia vista al secondo giorno di un GT, quindi può succedere di tutto; inoltre non c'è pianura tra le ultimi due ascese e soltanto due km dal termine dell'ultima discesa, quindi è fattibile anche un arrivo solitario.
Alla fine dei 186 km (non pochi!) si saranno totalizzati quasi 3500 metri di dislivello.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Come mi immaginavo c'è stato un minimo di greggismo, ma c'è da dire che all'ultimo giro Alaphilippe non si è fatto attendere molto e direi che 15 km intensi sia già un ottimo compromesso al secondo giorno di corsa. Ad ogni modo sarà una tappa che si accumulerà alle altre rendendendo più dura l'ultima settimana e (speriamo) "allungando" i chilometraggi altrimenti piuttosto ridotti delle tappe decisive. C'è comunque stata una certa selezione: al Delfinato in vetta al Col de Porte hanno fatto la volata in, quindi direi che se alla seconda tappa del Tour rimangono in 36... beh non è da sottovalutare. Sono stato facile profeta di Pozzovivo che ha sicuramente accusato le botte di ieri. Invece nessuna apparente difficoltà per Pinot nonostante ieri non sembrasse del tutto illeso. Con una giornata indenne in più avrà a disposizione anche oggi per carburare in vista del primo arrivo in salita. Su Aru è inutile commentare.
Mi fa piacere rivedere Alberto tra i primi anche in percorsi così impegnativi, confermando (dopo il Tour 2017 e la Tirreno 2019) quello che spesso ho detto in merito anche alla sua capacità difesa anche su salite vere: restare in un gruppo di 36 ed avere pure la forza di arrivare 10° (dunque 7° del gruppo) significa essere ancora freschi e competitivi dopo quasi 190 km ed oltre 3000 metri di dislivello. Diciamo che un Lombardia in futuro ci sta tutto se lui ci crede. Sono curioso di trovare ulteriore conferme in un Tour così particolare.
Alaphilippe è bello ritrovare cattivo e brillante. Tutto da vedere in termini di classifica generale dove comunque ha racimoltato 17". Tra i big subito lesto Adam Yates che si porta avanti di 13" sul resto della ciurma. Gli altri invece si sono nascosti... mancavano le forze oppure non c'era l'interesse?In merito a Hirschi mi piace recuperare un mio discorso da un video che pubblicai l'anno passato, dove facevo notare la differenza di maturità tattica rispetto a Remco che quel giorno fece un attacco da lontano tenuto relativamente sotto controllo dal gruppo, mentre Hirschi aspettando il finale ottenne un ottimo piazzamento. Diciamo che forse anche ieri Hirschi dimostra, forse anche per il fatto di essersi maggiormente nascosto fino a ieri, di essere meno straripante ma forse di essere più capace di centrare l'obiettivo e di reggere la pressione. Purtroppo Remco non potrà essere al Giro e il confronto rimane impari.

Viene rimandata di un altro giorno la possibilità di una tappa pianeggiante. Anche oggi, pur lasciando grandi chance ad una volata, il dislivello sarà di 3000 metri e si supereranno per 3 volte i 1000 metri (per altro con pendenze a volte nemmeno scontatissime). Soltanto gli ultimi 75 km saranno più semplici, (con il facile Col de l'Orme ai -45) con l'arrivo posto prima dell'ingresso in centro dunque in pianura e non in salita. La volata sarà comunque in leggerissima salita, così come quasi tutti gli ultimi 20 km. In ogni caso unendo l'altimetria complicata all'elevata distanza (198 km) ne esce fuori un'altra tappa impegnativa che contribuirà a mantenere alta la concentrazione degli atleti ed arrivare al primo arrivo in salita di domani con un carico di stress sia mentale che fisico decisamente superiore ad altri inizi di Tour. Ma non illudetevi: è difficile uscire dalla logica della volata.
Il meteo anche oggi sembra non favorire il gruppo, sperano che non faccia danni nelle numerose discese che ci saranno. L'andatura bassa e la fuga poco pericolosa testimoniano la volontà di recuperare energie e far arrivare la tappa in volata, ma attenzione perché una squadra potrebbe alzare il ritmo sulle ultime ascese per staccare i velocisti più puri... Sagan non sarebbe nuovo a questo tipo di tattica.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Alla fine ieri la tappa è stata decisamente tranquilla (sicuramente anche per scelta dei corridori). Resterà nelle gambe ma non influirà direttamente sulle prossime giornate. Impressionante rimonta di Ewan (non c'era nemmeno bisogno di ribadirlo) e bene Nizzolo visto che non aveva dormito bene: per le sue caratteristiche potrebbe venir fuori bene nelle ultime tappe (19 e 21).

In ogni caso nemmeno oggi si riprende fiato. Subito il primo arrivo in salita dopo una tappa che tra l'altro si presta a creare selezione da lontano se il ritmo fosse alto. In 157 km saranno racchiusi quasi 3000 metri di dislivello, con il Col du Festre ad aprire le danze seguito da una serie di salite più semplici che lasciano in ogni caso pochissimo respiro fino ai piedi della salita finale.
In pratica dopo oggi il gruppo avrà già nelle gambe due tappe alpine, nonostante le Alpi siano all'ultima settimana.
Il risultato dipenderà molto dall'approccio che avrà il gruppo: il percorso si addice ad una fuga, ma si presta anche ad alzare il ritmo dietro. Potrbbero succedere anche le due cose combinate: la fuga che parte è troppo pericolosa ed il gruppo deve inseguire, o magari la fuga non riesce a sganciarsi e il ritmo rimane altissimo (come verso L'Aquila l'anno passato). La salita finale è abbastanza pedalabile ma non è Montevergine: le pendenze sono decise e l'arrivo a 1800 metri rende l'idea di essere in montagna. Probabilmente sarà una volata ristretta tra i più forti, almeno che qualcuno non vada nettamente più forte in salita. Magari occhio a Yates che annusa la maglia gialla e potrebbe tirare la fucilata a 23 km dal traguardo.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ieri alla fine è stata volata ristretta, ma è da notare come sia bastata la menata della Jumbo per sgretolare subito il gruppo: questo fa emergere che basta poco per far rimanere i big da soli e, considerando la ricca distribuzione delle salite su tutte e tre le settimane, potrebbe esserci scintille man mano che ci avviciniamo alla fine. Credo sia troppo presto per evidenziare le difficoltà di un big piuttosto che un altro, anche perché i più attesi erano tutti insieme. Mi fa riflettere che Carapaz sia staccato... siamo sicuri che Thomas andasse più piano di così?

Oggi, finalmente per i corridori, ci sarà una tappa effettivamente semplice, ma stavolta qualche leggera difficoltà sarà nel finale.
La tappa affronterà una serie di valichi a quota relativamente bassa e con pendenze quasi impercettibili. Un tratto pianeggiante nella valle della Drome, porterà ai piedi dell'ultima cote. In cima mancheranno solo 15 km che saranno perlopiù divisi tra discesa e leggera salita. Solo l'ultimo km torna ad essere di nuovo pianeggiante. Anche qui dunque occhio ad un colpo i mano sugli ultimi strappetti o eventualmente ad una squadra che vuol far fuori qualche velocista puro.

NOTA: La partenza viene data in cima ad una salita per uscire da Gap che viene affrontata durante il trasferimento.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ieri la situazione era bizzarra. Io credo che la causa principale fosse il vento contrario che scoraggiava tutti, unita ad un percorso che lascia pochissimo respiro con tanto dislivello anche nelle tappe più semplici, che magari ha spinto il gruppo a prendersela con calma. Non so se sia più assurdo l'errore della Deucenink nel dare la borraccia oltre i 20 km oppure la penalità che poteva tranquillamente essere sostituita da una multa salta in denaro. Come diceva giustamente Parsani quella borraccia non gli ha dato vantaggio in termini di tempo, quindi è giusta la sanzione dal momento che non si poteva fare, ma è assurdo togliergli la maglia.

Non abbiamo ancora visto una tappa effettivamente piatta, vecchio stile, e già siamo alla prima salita tosta con pendenze elevate.
Una tappa che presenta tre salite in 35 km che in verità sono un'unica lunga ascesa. Una sorta di monopuerto, che però si presta ad un po' più di fantasia.
Dato fondamentale è la partenza in salita, che renderà più difficile l'avvio della fuga
.
Ho citato questa frase dalla prima presentazione perché in effetti si è sganciata una fuga di uomini importanti e mi sembrava narcisisticamente giusto segnalarlo.
Il percorso sarà abbastanza pianeggiante fino agli ultimi 50 km, dove già come antipasto si affronta la breve ma ripida ascesa al Cap de Coste. In poco tempo si imboccano gli ultimi km tutti all'insù (giusto per info 34,5 km al 4%). Si comincia con il Col de Mourezes, 6 km dolci e molto regolari. Considerando che poi si imboccherà subito il tratto impegnativo, è molto probabile che questo primo colle venga fatto forte dal gruppo per il gioco della lotta per le posizioni, o addirittura per lo stesso motivo alcune squadre si potrebbero organizzare per tempo e forzare il ritmo. Ad ogni modo è un punto in cui sicuramente non scatterà nessuno, ma potrebbe già esserci una bella selezione. Soltanto 3 velocissimi km per imboccare il Col de la Lusette, una salita vera: 11,7 km al 7,3%. Dopo 5 km di ascesa si entra nel tratto più duro: 5 km al 9% con il tratto dal km 7.5 al km 8.5 con una media del 12.3%. Le pendenze non sono mai eccessive e consentono grande selezione. Ricordiamoci che pur essendo soltanto alla 6a tappa i corridori hanno già affrontato altre due tappe in montagna, quindi la corsa verrà fisiologicamente più dura rispetto ad Orcieres-Merlette, anche perché la salita è molto più impegnativa. Con un paio di km più semplici si arriva al GPM. Altri due km di discesa, tre quasi pianeggianti e poi l'ultima ascesa, che potrebbe essere l'Aprica di turno: 8,3 km al 4% dove si possono fare altissime velocità, ergo dilatare i distacchi e vedere se qualcuno prende la miciola.
Il tutto può essere riassunto nel fatto che in brevissimo tempo si passa da 240 metri a 1560: quando il dislivello è così tanto e così concentrato non può che esserci selezione.

NOTA: selezione non sempre significa spettacolo

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IlLince
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Purtroppo neanche la selezione c´è stata. :x
Penso sia stata la tappa più brutta che abbia mai visto, naturalmente comparata alle aspettative.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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IlLince ha scritto: giovedì 3 settembre 2020, 18:07 Purtroppo neanche la selezione c´è stata. :x
Penso sia stata la tappa più brutta che abbia mai visto, naturalmente comparata alle aspettative.
Concordo in pieno. Infatti sto aspettando a commentare qualunque cosa perché come ho già detto da un'altra parte sarebbe quasi da strappare il contratto ai corridori in gruppo dopo queste due tappe... Raccapricciante.


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