Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
Morellino
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Niи ha scritto: mercoledì 20 giugno 2018, 12:34 Approfitto del post di Morellino, visto che più o meno siamo coetanei (84? Io 85) ed abbiamo vissuto lo stesso periodo di competizione. Essendo Io Emiliano, le sconfinate in Toscana non mancavano mai. :P
Apro parentesi: lo junior più forte che vinceva ovunque andava era Agnoli. Chiusa parentesi.

I nostri allenamenti tipici invece rispecchiavano un po' quelli di nibali-san baronto.
- Lunedì scarico a piacere.
- Martedì o mercoledì, a seconda del tempo, si faceva lungo con salita (100-120km). E l'altro dei due giorni era dedicato a qualche lavoro specifico sul cambio di ritmo. Distanza 60-70km
- il giovedì si mixava un po' di pista con un po' di pianura.
- venerdì era il giorno del dietro pulmino quando si era fortunati o dietro scooter quando la fortuna era nera.
- sabato...pulizia della bici :P
Unico strumento di feedback era il cardiofrequenzimetro.

La società si prendeva carico di tutte le spese dei materiali, bici, vestiario, riparazioni meccaniche. Poi chiaramente chi voleva poteva comprarsi i propri occhiali, ruote o scarpe. I premi in denaro erano solo quelli derivanti dai premi delle corse. A fine anno c'era solo un bonus vittorie da dividere tra tutti.

In media le corse erano con 100-140 partenti. E per ogni regione (Emilia Romagna, Veneto, Toscana, lombardia) in cui mi spostavo, se non ricordo male c'erano almeno 2-3 o 4 corse per regione a domenica.
Yes, 1984. Io tra l'altro l'ultima corsa da allievo l'ho vinta a Carpi in una cavolo di zona industriale. Agnoli era simile a Visconti come corridore, forte più o meno sempre e discretamente veloce. Vincenzo era grassottello, fortissimo sul passo, su un San Baronto da Pistoia o da Lamprecchio (per dire una salita che facevamo sempre 4/5 km intorno 6/7 % )non era certo il più forte.
Anche noi bici, vestiario ecc gratis, io preferivo correre con la mia carrera
Alla Rimor che era uno squadrone junior, più dei gialli di Scinto per dire, ti assicuro che non si correva gratis....


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Morellino ha scritto: mercoledì 20 giugno 2018, 12:59 Un Castellano è un Castellano :lol:
Cresciuto a Castelfiorentino, corso fra stilmobil Montespertoli ed Abitare Certaldo.

Remo Borchi, medico per anni della nazionale, mi diceva sempre che avevo l'apparato cardiocircolatorio "ferrari" su una carrozzeria "fiat 500".

Bando alle ciance, è il tuo spazio:
- come cambia (se cambia) la settimana e le corse, in base all'avanzare della stagione?
-allenandoti tanto da solo, non rischi di perdere l'abitudine "a fare velocità"? allenarsi in gruppo permette di fare gamba, cambio di ritmo ecc...da soli non si rischia di fare fondo ma non "qualità" del lavoro?
- non esistono corse infrasettimanali in Toscana nel periodo estivo?

Per quanto riguarda il raffronto Junior-prof...io andavo fortino in salita, mi capitava di incrociare "Nando" Casagrande in allenamento (ai tempi facevano parecchio meno Teide, San Pellegrino ecc forse correvano anche di meno)...a parte che non levava mai il 53 nemmeno se stava per morire, ma io fresco lui stravolto (faceva allenamenti da 250/300 km da solo) su strappo al 10% quando voleva metteva giù due denti e aumentava 6/7 km/h...un giovane non avrà mai la forza muscolare per fare quella roba li
Cavolo allora siamo compaesani :crazy:
E peraltro ho anch'io il mitico Remo a farmi da medico. Ultimamente è un po' snobbato perché dà troppa poca roba da prendere... E non è una battuta. Ma io sto bene così on i miei amminoacidi in polvere senza bisogno di siringhe ed altra roba.
Nonostante l'età è in formissima e va ancora in bici: un personaggio.

Rispondo alle domande:
1) Gli allenamenti si fanno più soft, ed io personalmente un periodo di pausa (ma continuando a fare le corse) lo richiedo quasi tutti gli anni. Quest'anno sono partito con più calma per cui il picco lo sto raggiungendo adesso. Non so come procederà di qui alla fine dell'anno. Le corse si fanno più caotiche, perché i più forti hanno già vinto le loro 3\4 corse e i loro compagni hanno l'occasione di entrare nelle fughe bidone, che sono un po' il leitmotiv delle corse da metà luglio in poi. A parte le ultime che con la fine del caldo tornano più equilibrate.
2) Eh sì, il vero problema è quello, soprattutto per chi come me ha poco cambio di ritmo ed ha bisogno delle corse per acquisirlo.
3) Poche. E per assurdo ce ne sono molte di più da metà settembre in poi quando la scuola è già iniziata. Diciamo che è un po' da denuncia.

BONUS) Ovviamente in salita le differenze si dilatano, specialmente in allenamento. In corsa la disparità si appiana maggiormente.


merano84
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ciao Nibali San Baronto,
visto che sei cosí gentile, ti faccio anch'io un paio di domande:
1 la bici che usi per allenarti è la stessa che usi in gara, oppure in gara ne hai a disposizione un'altra?
2 Con che gruppo è equipaggiata la tua bici ( o le tue, a seconda della risposta alla precedente domanda), indicando anche i rapporti davanti e dietro? Presumo che il gruppo usato sia meccanico, giusto?
grazie mille e ciao


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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merano84 ha scritto: mercoledì 20 giugno 2018, 14:56 Ciao Nibali San Baronto,
visto che sei cosí gentile, ti faccio anch'io un paio di domande:
1 la bici che usi per allenarti è la stessa che usi in gara, oppure in gara ne hai a disposizione un'altra?
2 Con che gruppo è equipaggiata la tua bici ( o le tue, a seconda della risposta alla precedente domanda), indicando anche i rapporti davanti e dietro? Presumo che il gruppo usato sia meccanico, giusto?
grazie mille e ciao
1) La stessa. Troppo lusso!
2) Ultegra. Davanti 52/38 e dietro 25/14. Ovviamente meccanico.


Winter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Su salite da un'ora che vam hai (1400?)


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Winter ha scritto: lunedì 25 giugno 2018, 19:40 Su salite da un'ora che vam hai (1400?)
Mai fatte salite da un'ora a tutta, per i motivi ampiamente esplicitati nei post precedenti. Possiamo prendere per riferimento alcuni allenamenti\giri fatti per sfizio.

Su Col des Champs e Col d'Allos intorno a 1000 di VAM, molto meno la Cayolle ma ho impiegato un'ora e mezza... in ogni caso tutte e tre ad andatura abbastanza blanda.

Riferimenti più precisi sono:
Andalo da Maso Milano: 47'; VAM 950 (fatta piano)
Predaia da Mollaro: 44'; VAM 1038 (fatta piano)
Malga Bordolona: 1h esatta; VAM 980 (abbassata molto dalla elevata pendenza e dallo sforzo dei km precedenti... vedete qui:ATTIVITA')
Goraiolo: 45'; VAM 950 (prima parte fatta molto piano, ero con la squadra)
Passo del Giogo da Comano: 47'; VAM 1020 (questa un pelo più spedito)

In ogni caso come ho già detto 1 ora di salita a tutta non capita quasi mai. Su salite così lunghe conviene andare con calma, altrimenti il fisico si distrugge e diventa controproducente. Solo una volta ho fatto un test davvero a tutta ed è il vecchio test di Cecchini sul Serra, che però dura molto meno (io 21 minuti): feci una VAM di oltre 1300 e lo affrontavo dopo 40 km abbastanza tirati e con 3 kg di massa muscolare in meno.

Credo non sia sufficiente per risponderti ma di meglio non posso fare.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Comunque posso aggiungere che uso il 38\25 come rapporto più agile ed è un macigno su certe salite. Inoltre per me il grande vantaggio è il peso leggero. Ad esempio salendo verso il Lac d'Allos negli ultimi 3 km all'11% senza impegnarmi troppo ho fatto lo stesso tempo di Calmejane. Cosa che sarebbe stata impossibile sul Col de la Cayolle, per restare nella stessa zona.

Ritornando a Malga Bordolona se consideriamo solo il tratto duro, eliminando così il problema del tratto in discesa, escono 43 minuti a 1070 di VAM nonostante la pendenza media del 10% e le massime del 18, sempre considerando il rapporto impossibile.


Winter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Winter »

Pensavo molto più alta (specie se raffrontata al serra , anni fa il record c'è l aveva bartoli)

perché usi il 38 x 25? (Concordo con te , è un macigno )

Vam con pendenze elevate aumenta (però con rapporto troppo duro..fai il doppio della fatica)


rizz23
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Grazie per averci illuminato finora... posso farti qualche domanda su alcuni ciclisti importanti in attività? Per capire come si vedono da dentro l'ambiente.

- Nibali: secondo te va citato come il miglior italiano per le corse a tappe del dopoguerra?
- Froome: è giusto che continui a correre anche se con il dubbio salbutamolo?
- Aru: lo consideri sopravvalutato o potrà essere al livello di Nibali?
- Antunes: dobbiamo aspettarcelo competitivo, appena ne avrà la squadra, per un podio al Giro/Tour?
- Contador: per uno scalatore come te, può essere lui un riferimento di stile?


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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rizz23 ha scritto: giovedì 28 giugno 2018, 14:13 Grazie per averci illuminato finora... posso farti qualche domanda su alcuni ciclisti importanti in attività? Per capire come si vedono da dentro l'ambiente.

- Nibali: secondo te va citato come il miglior italiano per le corse a tappe del dopoguerra?
- Froome: è giusto che continui a correre anche se con il dubbio salbutamolo?
- Aru: lo consideri sopravvalutato o potrà essere al livello di Nibali?
- Antunes: dobbiamo aspettarcelo competitivo, appena ne avrà la squadra, per un podio al Giro/Tour?
- Contador: per uno scalatore come te, può essere lui un riferimento di stile?
1) Dal dopoguerra non saprei. Diciamo che c'è stato Gimondi nel mezzo. Secondo me dopo di lui Nibali è il più grande, non solo nelle gare a tappe. Resta il dubbio di un Bugno parzialmente inespresso. Ha vinto 2 Giri, Tour, Vuelta, 2 Tirreno, 2 Lombardia e Sanremo. E poi non mi esprimo su Mondiali ed Olimpiadi. Per lui farò un discorso più ampio in futuro.
2) Io sono strenuo difensore della lotta al doping e a me non piacciono per niente le deroghe sui medicinali date alla sky. La Sky mi ha sempre saputo di una US Postal 2.0...
Detto ciò, il discorso sul salbutamolo sarebbe bello ampio. In primis secondo me non dovrebbero farlo correre. Froome può correre e fa bene a farlo. Il problema è che qualcuno glielo permette. In seconda istanza è più che sospetto il comportamento della Sky che contribuisce a questo eterno perdere tempo. Dico solo una cosa: il fascicolo dato dagli avvocati dalla lunghezza improponibile (1500/2000 pagine se non sbaglio).
3) Non è sopravvalutato, però Nibali è di un'altra pianeta. Lo dice uno che il giorno della Planche des Belles Filles ha quasi spaccato i muri di casa a forza di urli con i compagni di scuola.
4) Lo conosco poco. Non saprei esprimermi.
5) Sì, specialmente quello post-squalifica.


nikybo85
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: venerdì 29 giugno 2018, 12:29
rizz23 ha scritto: giovedì 28 giugno 2018, 14:13 Grazie per averci illuminato finora... posso farti qualche domanda su alcuni ciclisti importanti in attività? Per capire come si vedono da dentro l'ambiente.

- Nibali: secondo te va citato come il miglior italiano per le corse a tappe del dopoguerra?
- Froome: è giusto che continui a correre anche se con il dubbio salbutamolo?
- Aru: lo consideri sopravvalutato o potrà essere al livello di Nibali?
- Antunes: dobbiamo aspettarcelo competitivo, appena ne avrà la squadra, per un podio al Giro/Tour?
- Contador: per uno scalatore come te, può essere lui un riferimento di stile?
1) Dal dopoguerra non saprei. Diciamo che c'è stato Gimondi nel mezzo. Secondo me dopo di lui Nibali è il più grande, non solo nelle gare a tappe. Resta il dubbio di un Bugno parzialmente inespresso. Ha vinto 2 Giri, Tour, Vuelta, 2 Tirreno, 2 Lombardia e Sanremo. E poi non mi esprimo su Mondiali ed Olimpiadi. Per lui farò un discorso più ampio in futuro.
2) Io sono strenuo difensore della lotta al doping e a me non piacciono per niente le deroghe sui medicinali date alla sky. La Sky mi ha sempre saputo di una US Postal 2.0...
Detto ciò, il discorso sul salbutamolo sarebbe bello ampio. In primis secondo me non dovrebbero farlo correre. Froome può correre e fa bene a farlo. Il problema è che qualcuno glielo permette. In seconda istanza è più che sospetto il comportamento della Sky che contribuisce a questo eterno perdere tempo. Dico solo una cosa: il fascicolo dato dagli avvocati dalla lunghezza improponibile (1500/2000 pagine se non sbaglio).
3) Non è sopravvalutato, però Nibali è di un'altra pianeta. Lo dice uno che il giorno della Planche des Belles Filles ha quasi spaccato i muri di casa a forza di urli con i compagni di scuola.
4) Lo conosco poco. Non saprei esprimermi.
5) Sì, specialmente quello post-squalifica.
Domanda scomoda in merito a quanto dici nel punto 2..
Io non so se posso farla qui,se ho il diritto di farla,e ovviamente tu puoi non rispondere. Se la domanda non è lecita che i moderatori la eliminino ovviamente,io provo:
Come ti porrai a riguardo se andrai avanti con questo sport,con questo mestiere?


herbie
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: martedì 26 giugno 2018, 0:39
Winter ha scritto: lunedì 25 giugno 2018, 19:40 Su salite da un'ora che vam hai (1400?)


Su Col des Champs e Col d'Allos intorno a 1000 di VAM, molto meno la Cayolle ma ho impiegato un'ora e mezza... in ogni caso tutte e tre ad andatura abbastanza blanda.

Riferimenti più precisi sono:

Malga Bordolona: 1h esatta; VAM 980 (abbassata molto dalla elevata pendenza e dallo sforzo dei km precedenti... vedete qui:ATTIVITA')



splendida salita che conoscono in pochi! Frequenti la val di Sole/val di Non?


Sulla Cayolle feci una fatica immane anch'io...era una fornace...in discesa ricordo che dai 2000 e passa metri della cima scesi con la maglietta completamente slacciata ed era come avere acceso un phon gigante sul petto


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nikybo85 ha scritto: venerdì 29 giugno 2018, 15:00
nibali-san baronto ha scritto: venerdì 29 giugno 2018, 12:29
rizz23 ha scritto: giovedì 28 giugno 2018, 14:13 Grazie per averci illuminato finora... posso farti qualche domanda su alcuni ciclisti importanti in attività? Per capire come si vedono da dentro l'ambiente.

- Nibali: secondo te va citato come il miglior italiano per le corse a tappe del dopoguerra?
- Froome: è giusto che continui a correre anche se con il dubbio salbutamolo?
- Aru: lo consideri sopravvalutato o potrà essere al livello di Nibali?
- Antunes: dobbiamo aspettarcelo competitivo, appena ne avrà la squadra, per un podio al Giro/Tour?
- Contador: per uno scalatore come te, può essere lui un riferimento di stile?
1) Dal dopoguerra non saprei. Diciamo che c'è stato Gimondi nel mezzo. Secondo me dopo di lui Nibali è il più grande, non solo nelle gare a tappe. Resta il dubbio di un Bugno parzialmente inespresso. Ha vinto 2 Giri, Tour, Vuelta, 2 Tirreno, 2 Lombardia e Sanremo. E poi non mi esprimo su Mondiali ed Olimpiadi. Per lui farò un discorso più ampio in futuro.
2) Io sono strenuo difensore della lotta al doping e a me non piacciono per niente le deroghe sui medicinali date alla sky. La Sky mi ha sempre saputo di una US Postal 2.0...
Detto ciò, il discorso sul salbutamolo sarebbe bello ampio. In primis secondo me non dovrebbero farlo correre. Froome può correre e fa bene a farlo. Il problema è che qualcuno glielo permette. In seconda istanza è più che sospetto il comportamento della Sky che contribuisce a questo eterno perdere tempo. Dico solo una cosa: il fascicolo dato dagli avvocati dalla lunghezza improponibile (1500/2000 pagine se non sbaglio).
3) Non è sopravvalutato, però Nibali è di un'altra pianeta. Lo dice uno che il giorno della Planche des Belles Filles ha quasi spaccato i muri di casa a forza di urli con i compagni di scuola.
4) Lo conosco poco. Non saprei esprimermi.
5) Sì, specialmente quello post-squalifica.
Domanda scomoda in merito a quanto dici nel punto 2..
Io non so se posso farla qui,se ho il diritto di farla,e ovviamente tu puoi non rispondere. Se la domanda non è lecita che i moderatori la eliminino ovviamente,io provo:
Come ti porrai a riguardo se andrai avanti con questo sport,con questo mestiere?
Discorso lungo che affronterò più ampiamente quando ne avrò la possibilità.
In ogni caso più pulito possibile, ma vi lancio una considerazione. Forse proprio per questo motivo non avrò modo di andare avanti.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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herbie ha scritto: venerdì 29 giugno 2018, 15:43
nibali-san baronto ha scritto: martedì 26 giugno 2018, 0:39
Winter ha scritto: lunedì 25 giugno 2018, 19:40 Su salite da un'ora che vam hai (1400?)


Su Col des Champs e Col d'Allos intorno a 1000 di VAM, molto meno la Cayolle ma ho impiegato un'ora e mezza... in ogni caso tutte e tre ad andatura abbastanza blanda.

Riferimenti più precisi sono:

Malga Bordolona: 1h esatta; VAM 980 (abbassata molto dalla elevata pendenza e dallo sforzo dei km precedenti... vedete qui:ATTIVITA')



splendida salita che conoscono in pochi! Frequenti la val di Sole/val di Non?


Sulla Cayolle feci una fatica immane anch'io...era una fornace...in discesa ricordo che dai 2000 e passa metri della cima scesi con la maglietta completamente slacciata ed era come avere acceso un phon gigante sul petto
Ho un appartamento in Val di Non


nikybo85
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: sabato 30 giugno 2018, 11:13
nikybo85 ha scritto: venerdì 29 giugno 2018, 15:00
nibali-san baronto ha scritto: venerdì 29 giugno 2018, 12:29

1) Dal dopoguerra non saprei. Diciamo che c'è stato Gimondi nel mezzo. Secondo me dopo di lui Nibali è il più grande, non solo nelle gare a tappe. Resta il dubbio di un Bugno parzialmente inespresso. Ha vinto 2 Giri, Tour, Vuelta, 2 Tirreno, 2 Lombardia e Sanremo. E poi non mi esprimo su Mondiali ed Olimpiadi. Per lui farò un discorso più ampio in futuro.
2) Io sono strenuo difensore della lotta al doping e a me non piacciono per niente le deroghe sui medicinali date alla sky. La Sky mi ha sempre saputo di una US Postal 2.0...
Detto ciò, il discorso sul salbutamolo sarebbe bello ampio. In primis secondo me non dovrebbero farlo correre. Froome può correre e fa bene a farlo. Il problema è che qualcuno glielo permette. In seconda istanza è più che sospetto il comportamento della Sky che contribuisce a questo eterno perdere tempo. Dico solo una cosa: il fascicolo dato dagli avvocati dalla lunghezza improponibile (1500/2000 pagine se non sbaglio).
3) Non è sopravvalutato, però Nibali è di un'altra pianeta. Lo dice uno che il giorno della Planche des Belles Filles ha quasi spaccato i muri di casa a forza di urli con i compagni di scuola.
4) Lo conosco poco. Non saprei esprimermi.
5) Sì, specialmente quello post-squalifica.
Domanda scomoda in merito a quanto dici nel punto 2..
Io non so se posso farla qui,se ho il diritto di farla,e ovviamente tu puoi non rispondere. Se la domanda non è lecita che i moderatori la eliminino ovviamente,io provo:
Come ti porrai a riguardo se andrai avanti con questo sport,con questo mestiere?
Discorso lungo che affronterò più ampiamente quando ne avrò la possibilità.
In ogni caso più pulito possibile, ma vi lancio una considerazione. Forse proprio per questo motivo non avrò modo di andare avanti.
Grazie!
Ci siamo capiti..


nikybo85
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nikybo85 »

Al campionato italiano si è visto un esempio di quanto ci dicevi sopra:salita brevissima e Pozzovivo che non stacca Viviani :yes:


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Patate
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Patate »

nikybo85 ha scritto: martedì 3 luglio 2018, 10:35 Al campionato italiano si è visto un esempio di quanto ci dicevi sopra:salita brevissima e Pozzovivo che non stacca Viviani :yes:
In diretta ho pensato subito a questo thread :D


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Caba
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Caba »

Io l'ho sempre pensato ad ogni Giro delle Fiandre o altre corse con muri... ma da quando siamo stati illuminati è tutto più chiaro :bll:


MG, sai solo fregare...
nikybo85
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nikybo85 »

Io ora ci penso anche ogni volta che vado in bicicletta :bici: :lol:


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Una puntualità estrema. :crazy:


merano84
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da merano84 »

Mi è venuta in mente una domanda che di ciclistico ha ben poco...: non avendo voi camper/bus attrezzati come quelli dei pro, dopo la gara la doccia ve la fate solo quando tornate a casa, oppure usate altre soluzioni come le bottiglie d'acqua che una volta qualcuno mi raccontava?


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

merano84 ha scritto: sabato 7 luglio 2018, 16:48 Mi è venuta in mente una domanda che di ciclistico ha ben poco...: non avendo voi camper/bus attrezzati come quelli dei pro, dopo la gara la doccia ve la fate solo quando tornate a casa, oppure usate altre soluzioni come le bottiglie d'acqua che una volta qualcuno mi raccontava?
Quasi sempre a casa.
Vorrei aggiungere che Viviani ha comunque fatto un capolavoro, però come dicevo il 17% non basta su 300 mt per staccare Viviani, tant'è che stava per vincree la Gand-Wevelgem.

Comunque da oggi terrò una rubrica per ogni tappa del Tour dove analizzerò un elemento specifico. A breve le prime due tappe.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

In ordine casuale voglio trattare due argomenti strettamente connessi a questi primi giorni di Tour: cadute e vicenda Froome.

1a TAPPA
Vanno giù come birilli...

Perché così tante cadute e, soprattutto, perché sempre i soliti?
Le cadute vengono comunemente ritenute come un segno di sfortuna, una fatalità dovuta al caso. Ebbene, sfatiamo questa fatalità :bll: .
La caduta è sfortuna se ti cade il corridore che hai davanti. Nel momento in cui cadi per primo, sai che hai subito una scorrettezza o che hai fatto una caz***a tutto da solo. Nel caso di Froome, sa solo lui dove si volesse infilare. I paletti a bordo strada si vedevano ed un corridore lucido avrebbe preferito tirare i freni, piuttosto che andare addosso a uno di quei paletti. Pozzovivo lo prendiamo in giro perché è spesso in fondo al gruppo e prende buchi non appena succede qualcosa, ma lo avete mai visto in terra? (Fatta eccezione per la paurosa caduta in discesa da Barbagelata qualche anno fa) Pozzovivo non è un fenomeno e se si accorge che non ha spazio per passare tira i freni, ovvero quello che non ha fatto Froome. Quando il corridore si infila dove non deve, o cade o butta in terra colui che gli sta a ruota. Se poi si riesce a restare sempre nelle prime 20 posizioni ancora meglio (vedi Nibali).
Approfitto per farvi dare un occhio ad un'altra cosa: guardate Sagan in discesa e guardate Froome in discesa. Via accorgerete che il primo va come un pazzo, ma con una fluidità ed una facilità che lo fanno sembrare normale. Il secondo vi terrà sempre col fiato sospeso, perché ad ogni curva dà l'impressione di tirare dritto. Il primo disegna traiettorie; il secondo va dove gli capita. Allora sfatiamo un altro mito: Froome in bicicletta non ci sa stare. Ha vinto attaccando in discesa? Bene! Buon per lui che non è caduto ed ha staccato gli altri, ma smettiamo dire che è un discesista.

Su Porte non dico niente... è come sparare sulla CroceRossa :crazy: !


Fabioilpazzo
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Fabioilpazzo »

nibali-san baronto ha scritto: lunedì 9 luglio 2018, 15:49 Approfitto per farvi dare un occhio ad un'altra cosa: guardate Sagan in discesa e guardate Froome in discesa. Via accorgerete che il primo va come un pazzo, ma con una fluidità ed una facilità che lo fanno sembrare normale. Il secondo vi terrà sempre col fiato sospeso, perché ad ogni curva dà l'impressione di tirare dritto. Il primo disegna traiettorie; il secondo va dove gli capita. Allora sfatiamo un altro mito: Froome in bicicletta non ci sa stare. Ha vinto attaccando in discesa? Bene! Buon per lui che non è caduto ed ha staccato gli altri, ma smettiamo dire che è un discesista.

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ALLELUJA, finalmente qualcuno che lo dice.


marco_graz
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da marco_graz »

Che ricordi per me, sono passati ormai 14 anni da quando ero juniores e tante cose sono cambiate.

Qualche pillola sparsa anche da parte mia:
- rimpianto numero 1 e' non avere iniziato prima, ho fatto solo quache gara da esordiente primo anno e non aver fatto i G mi ha tolto la possibilita' di avere piu' maneggevolezza del mezzo ed infatti in gruppo ero sempre di lato o dietro e in discesa andavo abbastanza piano. Se fossi andato meglio li avrei potuto fare molto meglio..tutte quelle energie spese a rimontare il gruppo chissa'..
- nella nostra squadra emiliana avevamo DS e un paio di portaborracce, il preparatore era uno per tutta la squadra anche se credo che il nostro allenatore che aveva corso abbastanza anche da dilettante ci metteva sempre la mano. Cmq il piano settimanale era piu' o meno lo stesso del nostro nibali-san baronto. Io lunedi e sabato un giro lo facevo sempre, la domenica mi sentivo sempre meglio se facevo un'ora in agilita'
- conciliavo scuola e bici, ma per esempio, da marzo a settembre con gli amici uscivo solo qualche volta d'estate, poi ai miei tempi si usciva solo il sabato sera mica anche il venerdi come tanti adolescenti di oggi e quella sera era dedicata solo e esclusivamente al riposo.
- la preparazione partiva a dicembre con un mese di palestra, e per me che ero un passista scalatore poco busto o rischiavo di metterci troppi muscoli. poi vabbeh, il mio odio per quelle due settimane di pignone fisso penso rimarra' storico :crazy: facevamo anche una settimana intorno a natale a Gabicce mare ad allenarci
- da secondo anno mi piazzavo ogni due gare praticamente, quelle piatte il mio tallone d'achille e che ovviamente odiavo alla follia, fra cui l'unica non finita quell'anno, a Fosdondo di Correggio, ero come al solito in fondo al gruppo quando una caduta col gruppo che andava a manetta mi ha tagliato fuori verso meta' gara. Per fortuna ho consolato il mio allenatore vincendo sia quella prima che quella dopo :diavoletto: l'unica cosa che non ho mai capito e' perche non siamo andati a fare nessuna pre-mondiale, eppure sia io che un compagno di squadra stavamo andando forte.
- mi spiace veramente tantissimo che il numero di ciclisti stia calando, ma forse e' inevitabile...mi chiedo quanti fossero gli juniores ai tempi di mio padre che correva e quanti ai miei tempi dopo 25 anni. Di certo so che di squadre rimaste nella mia zona ce ne sono poche, credo sia rimasta solo la Nial Nizzoli (ora sponsorizza il Noceto, una volta una delle due squadre di Correggio), quindi c'e' caso che a Reggio dove una volta c'erano tre squadre non ne sia rimasta neanche una. E se devi portare tuo figlio dopo scuola per 30km fino a dove si trova la squadra 1-2 volte a settimana piu' le gare, capisco che sia difficile. Ancora di piu' mi spiace per le gare..quelle vinte da me secondo me non esistono piu'.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

3a TAPPA
Appunti sulla cronosquadre

Non ho mai provato a farne una, per cui non posso dire granché. Forse però posso dire con certezza che è necessario non restringere il campo degli uomini adatti alla cronosqudre ai soli cronoman. Anche un velocista può essere molto utile, magari lasciandolo tirare meno degli altri (essendo abituato a sforzi più intensi ma anche più brevi). Infatti ha vinto la BMC e non la Sky.
Vediamo se ci saranno elementi più interessanti di cui parlare nelle prossime tappe. :uhm:


Winter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: lunedì 9 luglio 2018, 15:49 In ordine casuale voglio trattare due argomenti strettamente connessi a questi primi giorni di Tour: cadute e vicenda Froome.

1a TAPPA
Vanno giù come birilli...

Perché così tante cadute e, soprattutto, perché sempre i soliti?
Le cadute vengono comunemente ritenute come un segno di sfortuna, una fatalità dovuta al caso. Ebbene, sfatiamo questa fatalità :bll: .
La caduta è sfortuna se ti cade il corridore che hai davanti. Nel momento in cui cadi per primo, sai che hai subito una scorrettezza o che hai fatto una caz***a tutto da solo. Nel caso di Froome, sa solo lui dove si volesse infilare. I paletti a bordo strada si vedevano ed un corridore lucido avrebbe preferito tirare i freni, piuttosto che andare addosso a uno di quei paletti. Pozzovivo lo prendiamo in giro perché è spesso in fondo al gruppo e prende buchi non appena succede qualcosa, ma lo avete mai visto in terra? (Fatta eccezione per la paurosa caduta in discesa da Barbagelata qualche anno fa) Pozzovivo non è un fenomeno e se si accorge che non ha spazio per passare tira i freni, ovvero quello che non ha fatto Froome. Quando il corridore si infila dove non deve, o cade o butta in terra colui che gli sta a ruota. Se poi si riesce a restare sempre nelle prime 20 posizioni ancora meglio (vedi Nibali).
Approfitto per farvi dare un occhio ad un'altra cosa: guardate Sagan in discesa e guardate Froome in discesa. Via accorgerete che il primo va come un pazzo, ma con una fluidità ed una facilità che lo fanno sembrare normale. Il secondo vi terrà sempre col fiato sospeso, perché ad ogni curva dà l'impressione di tirare dritto. Il primo disegna traiettorie; il secondo va dove gli capita. Allora sfatiamo un altro mito: Froome in bicicletta non ci sa stare. Ha vinto attaccando in discesa? Bene! Buon per lui che non è caduto ed ha staccato gli altri, ma smettiamo dire che è un discesista.

Su Porte non dico niente... è come sparare sulla CroceRossa :crazy: !
Ma son stili completamente differenti
froome in bici ci sa stare eccome
basta vedere la tappa del tour dove ha staccato tutti in discesa o la tappa del Giro
Quando uno è all attacco è normale che rischi
non è il miglior discesista al mondo
Ma se la cava


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Winter ha scritto: martedì 10 luglio 2018, 21:28
nibali-san baronto ha scritto: lunedì 9 luglio 2018, 15:49 In ordine casuale voglio trattare due argomenti strettamente connessi a questi primi giorni di Tour: cadute e vicenda Froome.

1a TAPPA
Vanno giù come birilli...

Perché così tante cadute e, soprattutto, perché sempre i soliti?
Le cadute vengono comunemente ritenute come un segno di sfortuna, una fatalità dovuta al caso. Ebbene, sfatiamo questa fatalità :bll: .
La caduta è sfortuna se ti cade il corridore che hai davanti. Nel momento in cui cadi per primo, sai che hai subito una scorrettezza o che hai fatto una caz***a tutto da solo. Nel caso di Froome, sa solo lui dove si volesse infilare. I paletti a bordo strada si vedevano ed un corridore lucido avrebbe preferito tirare i freni, piuttosto che andare addosso a uno di quei paletti. Pozzovivo lo prendiamo in giro perché è spesso in fondo al gruppo e prende buchi non appena succede qualcosa, ma lo avete mai visto in terra? (Fatta eccezione per la paurosa caduta in discesa da Barbagelata qualche anno fa) Pozzovivo non è un fenomeno e se si accorge che non ha spazio per passare tira i freni, ovvero quello che non ha fatto Froome. Quando il corridore si infila dove non deve, o cade o butta in terra colui che gli sta a ruota. Se poi si riesce a restare sempre nelle prime 20 posizioni ancora meglio (vedi Nibali).
Approfitto per farvi dare un occhio ad un'altra cosa: guardate Sagan in discesa e guardate Froome in discesa. Via accorgerete che il primo va come un pazzo, ma con una fluidità ed una facilità che lo fanno sembrare normale. Il secondo vi terrà sempre col fiato sospeso, perché ad ogni curva dà l'impressione di tirare dritto. Il primo disegna traiettorie; il secondo va dove gli capita. Allora sfatiamo un altro mito: Froome in bicicletta non ci sa stare. Ha vinto attaccando in discesa? Bene! Buon per lui che non è caduto ed ha staccato gli altri, ma smettiamo dire che è un discesista.

Su Porte non dico niente... è come sparare sulla CroceRossa :crazy: !
Ma son stili completamente differenti
froome in bici ci sa stare eccome
basta vedere la tappa del tour dove ha staccato tutti in discesa o la tappa del Giro
Quando uno è all attacco è normale che rischi
non è il miglior discesista al mondo
Ma se la cava
Non è questione di staccare tutti... Come ho già detto rimane bravo per aver rischiato, vinto e preso la gialla. Ma è andato giù come un pazzo facendo cose inutili e rischiosissime e seguendo traiettorie poco raccomandabili. Non è solo stile. E poi Sagan non si vede quasi mai in terra. Froome invece cade spesso. Non è solo questione di stile.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ma sagan quando attacca nelle grandi discese?
è nel gruppetto , può arrivare quando vuole
mica deve rischiare


Winter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Sia nibali che bardet che alaphilippe son tra i migliori discesisti
e con le cadute ci hanno avuto a che fare
se rischi..la caduta è in agguato


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Winter ha scritto: martedì 10 luglio 2018, 21:48 Sia nibali che bardet che alaphilippe son tra i migliori discesisti
e con le cadute ci hanno avuto a che fare
se rischi..la caduta è in agguato
Non parlo solo di cadute in discesa... Un conto è cadere in discesa sul bagnato. Un conto è cadere a bordo strada in pianura su uno stradone largo. Comunque non è un topic su Froome e non mi sembra il caso di proseguire. Ho espresso la mia opinione da "collega" (si fa per dire) che può essere ritenuta più o meno affidabile.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Winter ha scritto: martedì 10 luglio 2018, 21:46 Ma sagan quando attacca nelle grandi discese?
è nel gruppetto , può arrivare quando vuole
mica deve rischiare
Sagan secondo me non cadrebbe anche se scendesse al limite, mi ricordo il Col de Manse nel 2015, ridicolizzó Pantano a sua volta ottimo discesista

Sono molto curioso di vedere invece MVDP in picchiata


FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Albino »

Walter_White ha scritto: mercoledì 11 luglio 2018, 9:41
Winter ha scritto: martedì 10 luglio 2018, 21:46 Ma sagan quando attacca nelle grandi discese?
è nel gruppetto , può arrivare quando vuole
mica deve rischiare
Sagan secondo me non cadrebbe anche se scendesse al limite, mi ricordo il Col de Manse nel 2015, ridicolizzó Pantano a sua volta ottimo discesista

Sono molto curioso di vedere invece MVDP in picchiata
Sagan oltre che al TdF 2015 (ricordo che pensai: adesso Pantano cade e si sbriciola tipo Beloki, invece fu bravissimo) anche nella tappa di Grindelwald al TdS 2011 fece una discesa da paura, rimontando uno bravo come Cunego.

Su MvdP basta questo:
l'unico che nelle discese di de kuil riesce a pedalare.

Mohoric per me è il più bravo in circolazione.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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herbie ha scritto: martedì 10 luglio 2018, 23:47 "asma da sforzo" suona un po' come "mal di gambe da sforzo"... :D

a parte gli scherzi, una cosa è considerare una patologia che ha una eziogenesi esterna all'attività agonistica. Quindi, di questo si può discutere, ma è concepibile che un atleta che parte svantaggiato a causa della patologia di cui, per altri motivi, indipendenti dalla prestazione agonistica, soffre, possa ritenere giusto curarsi per partire sportivamente alla pari con gli altri.

Ma quando la patologia è causata dallo sforzo atletico stesso...beh, trattasi semplicemente di minore resistenza organica alla prestazione nello sport in questione, esattamente come un recupero muscolare difettoso o uno stato di prostrazione fisica.
C'è chi è avvantaggiato da un "fisico bestiale" e chi meno, è la legge dello sport, che, a livello politico-sociale ha anche questa ragion d'essere, ovvero quella di mostrare le eccellenze fisiche che un popolo ha, e più in generale i limiti massimi di forza o resistenza ai quali l'uomo, quando è particolarmente "forte", può giungere.
A mio parere, concettualmente parlando, l'asma "da sforzo", ovvero CAUSATO dallo sforzo atletico, ovvero un asma che non è su base allergica, o autoimmune, o altro, non dovrebbe dare diritto ad una esenzione.
Altrimenti, bisognerebbe concordare con Ferrari quando diceva che lui faceva il bene dei suoi atleti, con l'EPO, altrimenti avrebbero finito le loro stagioni in condizioni fisiologiche pietose e perfino pericolose.
Walter_White ha scritto: mercoledì 11 luglio 2018, 9:41 Sagan secondo me non cadrebbe anche se scendesse al limite, mi ricordo il Col de Manse nel 2015, ridicolizzó Pantano a sua volta ottimo discesista

Sono molto curioso di vedere invece MVDP in picchiata
Albino ha scritto: mercoledì 11 luglio 2018, 10:19
Sagan oltre che al TdF 2015 (ricordo che pensai: adesso Pantano cade e si sbriciola tipo Beloki, invece fu bravissimo) anche nella tappa di Grindelwald al TdS 2011 fece una discesa da paura, rimontando uno bravo come Cunego.

Su MvdP basta questo:
l'unico che nelle discese di de kuil riesce a pedalare.

Mohoric per me è il più bravo in circolazione.
Quoto tutti e 3 perché mi avete risparmiato 2 paginate di considerazioni che sarebbero state identiche alle vostre.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

APPUNTI SPARSI
Gli spunti che queste tappe ci/mi hanno dato sono quasi inesistenti. Voglio però fare un paio di considerazioni e riassumere le ultime 4 tappe.
Intanto vorrei evidenziare l'assurdità della gestione della penalizzazione per scia prolungata.
Guardando a Yates e Doumulin vorrei fare un confronto:
-Yates sta a lungo dietro l'ammiraglia e inoltre riesce a rientrare
-Doumulin sta in scia dei compagni di squadra che sono dietro all'ammiraglia in un tratto di discesa (traendo un vantaggio minimo) e per di più giunge al traguardo con un ritardo di 50" (dunque "autopenalizzandosi" in un certo senso)
Dopo aver chiuso un occhio per Yates, la dea Coerenza avrebbe vomito lo stesso per Doumulin. Ma il dio Paradosso ha scagliato il suo fulmine su ASO e UCI.

Per il resto vedo bene un po' tutti big. I giochi sono apertissimi.
Vedo bene Nibali ma non mi spingo oltre per scaramanzia.
Deluso da Jungels che credevo potesse far bene nelle due tappe bretoni. Anche Uran non avrei pensato che perdesse a Mur de Bretagne.
Ma come già detto per ora non ci si può pronunciare su niente.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Tiro fuori di nuovo uno degli argomenti che più ci ha colpiti del 3d...
Quanto lunga deve essere una salita, o quanto dislivello bisogna avere su salite ripetute, perchè lo scalatore abbia vantaggio su un velocista.
I mean, su una salita di 1km come va a finire?...e quanto va ad influire la pendenza?


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

nikybo85 ha scritto: sabato 14 luglio 2018, 16:09 Tiro fuori di nuovo uno degli argomenti che più ci ha colpiti del 3d...
Quanto lunga deve essere una salita, o quanto dislivello bisogna avere su salite ripetute, perchè lo scalatore abbia vantaggio su un velocista.
I mean, su una salita di 1km come va a finire?...e quanto va ad influire la pendenza?
1 km forse non è sufficiente. Nemmeno se fosse al 15%. Magari un Kittel si stacca, ma Viviani o Gaviria reggerebbero (vedi campionato italiano).
Lo spartiacque è rappresentato dalla Liegi. Salite di due o tre km con pendenze importanti iniziano ad essere toste, specialmente se fatte in rapida successione. Il fiandre e l'amstel rappresentano percorsi adatti a molteplici corridori, dove scalatori e velocisti lottano assieme (anche se la prima presenta in più la variabile del pavè.
Il Mur de Bretagne è una salita dove si vede bene il confine tra le due macro-categorie. Se fosse un po' più facile arriverebbe un bel gruppo. Se fosse un po' più dura anche Sagan si staccherebbe.
Come salite in successione, già la tappa di Quimper arebbe potuta essere molto selettiva. Poi è stata interpretata diversamente.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nikybo85 »

nibali-san baronto ha scritto: sabato 14 luglio 2018, 16:44
nikybo85 ha scritto: sabato 14 luglio 2018, 16:09 Tiro fuori di nuovo uno degli argomenti che più ci ha colpiti del 3d...
Quanto lunga deve essere una salita, o quanto dislivello bisogna avere su salite ripetute, perchè lo scalatore abbia vantaggio su un velocista.
I mean, su una salita di 1km come va a finire?...e quanto va ad influire la pendenza?
1 km forse non è sufficiente. Nemmeno se fosse al 15%. Magari un Kittel si stacca, ma Viviani o Gaviria reggerebbero (vedi campionato italiano).
Lo spartiacque è rappresentato dalla Liegi. Salite di due o tre km con pendenze importanti iniziano ad essere toste, specialmente se fatte in rapida successione. Il fiandre e l'amstel rappresentano percorsi adatti a molteplici corridori, dove scalatori e velocisti lottano assieme (anche se la prima presenta in più la variabile del pavè.
Il Mur de Bretagne è una salita dove si vede bene il confine tra le due macro-categorie. Se fosse un po' più facile arriverebbe un bel gruppo. Se fosse un po' più dura anche Sagan si staccherebbe.
Come salite in successione, già la tappa di Quimper arebbe potuta essere molto selettiva. Poi è stata interpretata diversamente.
grazie :cincin: :cincin:


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pacho
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da pacho »

dipende da un sacco di variabili. Una salita come la Cipressa farebbe una certa selezione se fosse inserite in un percorso con 3000 mt di dislivello. Sicuaramente tutti i velocisti di staccherebbero, e gente come Sagan rimarrebbe attaccata con lo sputo. invece in un percorso sostanzialmente piatto come la Sanremo non si stacca nessuno perchè arrivano li più o meno freschi.
un buon velocista può reggere il ritmo dei migliori una salita 4 o 5 km al 7 o 8%. Se però quella stessa salita viene ripetuta 30 km dopo, lo stesso velocista prende i minuti.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

pacho ha scritto: sabato 14 luglio 2018, 16:48 dipende da un sacco di variabili. Una salita come la Cipressa farebbe una certa selezione se fosse inserite in un percorso con 3000 mt di dislivello. Sicuaramente tutti i velocisti di staccherebbero, e gente come Sagan rimarrebbe attaccata con lo sputo. invece in un percorso sostanzialmente piatto come la Sanremo non si stacca nessuno perchè arrivano li più o meno freschi.
un buon velocista può reggere il ritmo dei migliori una salita 4 o 5 km al 7 o 8%. Se però quella stessa salita viene ripetuta 30 km dopo, lo stesso velocista prende i minuti.
Esattamente.
La Sanremo non l'avevo mai presaper esempio dato che subentrano variabili diverse prima fra tutte i quasi 300 km. Da lì l'imprevedibilità


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da cassius »

Dato che se ne parlava in altri forum: hai mai corso una granfondo?
Se sì, che differenza c'è con le gare "serie"?


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pacho
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da pacho »

mi permetto di intervenire, dato che ho fatto una gran fondo qualche anni fa, anche abbastanza importante con 1200 iscritti, dopo praticamente 10 anni di inattività agonistica e preparaione seria di 8-10 mesi (tra cui 20 kg persi).

Tra una corsa juniores seria (lunigiana, solighetto, 33 bresciana, montemagno,ecc, buffoni..almeno queste erano quelle dei miei tempi) e una grand fondo non c'è paragone, nel senso che a parita di benzina il livello è nettamente più alto tra gli junior (ti parlo di primisismi anni '00). In queste corse il 95 percento andava forte. Nelle gran fondo, va forte il 10 percento, forse meno.

Con neanche un anno di preparazione sono arrivato 13 esimo, contando che gli ultimi 2 km ho fatto un favore ad un mio compagno più anziano (di quelli che vivono per quello) e li ho fatti in testa, altrimenti sarai arrivato tranquillamente quinto. Dopo aver visto l'andazzo comuqnue ho detto bye bye e sono tornato a fare i miei giretti in solitaria :)

Le differenze è che nelle gran fondo, a differenza del nome, si fanno a tutta le prime salute, e nelle ultime, una volta che la selezione è stata fatta, si va relativamente a spasso. Perchè quelli che hanno fondo sono pochi. O meglio, la benzina che prendono (gh e testosterone) fa sviluppare prevalentemente potenza. La seconda differenze, connesso al precedente, è che rispetto agli junior (quelli di 15-17 anni fa almeno), l'uso di doping è spropositato. Ogni tanto mi diverto a controllare il sito del fci, e praticamente il 90 percento di quelli che arriva(va)no davanti li beccano sistematicamente.

A proposito, ho appena controllato e un polacco con cui mi sono allenato per qualche mese, mio compagno di squadra, è stato squalificato per 4 anni, ed ara uno che ha dominato nei primi anni'10. E vi posso giurare che non era per nulla un fenomeno, almeno al naturale..

L'ultima differenza è che la grande maggioranza dei partecipanti nelle gran fondo non sa andare in bici. Per me era giocare al gatto col topo. Partivo in griglia in 300 esitma posizione in 500 mt ero davanti. Se provavi a farlo in una corsa internazionale junior, finivi nel canale dopo 30 mt.

Insomma, la maggior parte degli junior sono dei corridori, e nelle corse di alto livello, vanno tutti forte. Nelle gran fondo di talenti ce ne sono pochi, pochissimi.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da cassius »

pacho ha scritto: martedì 17 luglio 2018, 15:22 L'ultima differenza è che la grande maggioranza dei partecipanti nelle gran fondo non sa andare in bici.
Questo è quanto mi disse un ex professionista, dopo una 24 ore di Feltre: "Fate le curve quadrate, tutti quanti!!!" :D :D :D

Sul ritmo, anch'io avevo questa impressione, che nelle GF (credo tu intenda il percorso lungo) succeda così.
Prime salite fatte alla morte, fughe, poi però siccome dal 1° al 15° c'è più differenza in salita che tra Froome e Kittel, i valori vengono fuori.

Allora rilancio con un'altra domanda: secondo voi sarebbe possibile abbinare un percorso corto di una GF con una gara junior, magari da far partire mezz'ora prima?
In questo modo faremmo economie di scala (sicurezza, chiusure strade) e risolveremmo il problema della prevalenza del piattone nelle gare junior (e dilettanti).
Non ritengo secondario neppure il far capire ai granfondisti qual è la loro caratura reale.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Sulle GF non saprei proprio cosa dirvi. Il ciclismo amatoriale è un mondo che non conosco.

I PRIMI CONFRONTI
Interessanti spunti sono arrivati in questi primi 2 giorni sulle Alpi. Intanto abbiamo assistito a due tappe dove si è ben visto il dominio sky e il modo di cercare di creparlo un po'. Quella che è mancata ieri è stata un po' di continuità. Ad esempio in cima al Roseland erano rimasti in 4 gli Sky. In discesa ne sono rientrati 2, si sono ricomposti ed hanno riorganizzato il treno.

Forse sarebbe servito Nibali all'attacco con Doumulin. Però è probabile che non volesse rischiare di buttar via il mondiale per perdere 40" in meno.
Comunque i giochi sono ancora abbastanza aperti. Geraint Thomas sappiamo tutti che non ha mai dimostrato una grande tenuta nei GT e Froome ha soltanto 20 secondi su Doumulin e 50 secondi su Nibali. E tutti gli altri sono ancora relativamente vicini.
Vediamo come va oggi.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 13:29 Forse sarebbe servito Nibali all'attacco con Doumulin. Però è probabile che non volesse rischiare di buttar via il mondiale per perdere 40" in meno.
Nibali dice di non aver visto l'attacco di Dumoulin, trovandosi leggermente più indietro in quel momento,e che altrimenti si sarebbe aggregato.
Ma forse é proprio come dici tu e non è neanche una cosa così stupida, evitare di prendersi tutti i rischi possibili sapendo che il bersaglio grosso è più avanti.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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cassius ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 14:47
nibali-san baronto ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 13:29 Forse sarebbe servito Nibali all'attacco con Doumulin. Però è probabile che non volesse rischiare di buttar via il mondiale per perdere 40" in meno.
Nibali dice di non aver visto l'attacco di Dumoulin, trovandosi leggermente più indietro in quel momento,e che altrimenti si sarebbe aggregato.
Ma forse é proprio come dici tu e non è neanche una cosa così stupida, evitare di prendersi tutti i rischi possibili sapendo che il bersaglio grosso è più avanti.
Visto come e` andata la tappa di ieri se Nibali avesse seguito Dumoulin sarebbe stato schiantato dall'olandese sulla salita finale e vrebbe preso 2 minuti.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Lopi90 ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 14:51
cassius ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 14:47
nibali-san baronto ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 13:29 Forse sarebbe servito Nibali all'attacco con Doumulin. Però è probabile che non volesse rischiare di buttar via il mondiale per perdere 40" in meno.
Nibali dice di non aver visto l'attacco di Dumoulin, trovandosi leggermente più indietro in quel momento,e che altrimenti si sarebbe aggregato.
Ma forse é proprio come dici tu e non è neanche una cosa così stupida, evitare di prendersi tutti i rischi possibili sapendo che il bersaglio grosso è più avanti.
Visto come e` andata la tappa di ieri se Nibali avesse seguito Dumoulin sarebbe stato schiantato dall'olandese sulla salita finale e vrebbe preso 2 minuti.
Con i se e con i ma non si fa la storia, però Doumulin è andata forte e regolare. Rispetto a Nibali ha iniziato lasalita con 40" ed è arrivato con 40". Non vedo tutta questa debacle di Nibali. Il problema di Nibali è stato il cambio di ritmo, come sempre.


Lopi90
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 15:24
Lopi90 ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 14:51
cassius ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 14:47

Nibali dice di non aver visto l'attacco di Dumoulin, trovandosi leggermente più indietro in quel momento,e che altrimenti si sarebbe aggregato.
Ma forse é proprio come dici tu e non è neanche una cosa così stupida, evitare di prendersi tutti i rischi possibili sapendo che il bersaglio grosso è più avanti.
Visto come e` andata la tappa di ieri se Nibali avesse seguito Dumoulin sarebbe stato schiantato dall'olandese sulla salita finale e vrebbe preso 2 minuti.
Con i se e con i ma non si fa la storia, però Doumulin è andata forte e regolare. Rispetto a Nibali ha iniziato lasalita con 40" ed è arrivato con 40". Non vedo tutta questa debacle di Nibali. Il problema di Nibali è stato il cambio di ritmo, come sempre.
Nibali e` potuto stare in gruppo per gran parte del tempo e nonostante questo non ha recuperato nulla a Dumoulin. E parliamo di una salita che era per buona parte sotto il 5% di pendenza, dove stare a ruota fa tutta la differenza del mondo. Tom aveva una gamba molto migliore, se Nibali fosse stato con lui e avesse collaborato avrebbe fatto una brutta fine. Succhiando solo le ruote forse si sarebbe salvato.


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il_panta
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Lopi90 ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 15:32
nibali-san baronto ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 15:24
Lopi90 ha scritto: giovedì 19 luglio 2018, 14:51

Visto come e` andata la tappa di ieri se Nibali avesse seguito Dumoulin sarebbe stato schiantato dall'olandese sulla salita finale e vrebbe preso 2 minuti.
Con i se e con i ma non si fa la storia, però Doumulin è andata forte e regolare. Rispetto a Nibali ha iniziato lasalita con 40" ed è arrivato con 40". Non vedo tutta questa debacle di Nibali. Il problema di Nibali è stato il cambio di ritmo, come sempre.
Nibali e` potuto stare in gruppo per gran parte del tempo e nonostante questo non ha recuperato nulla a Dumoulin. E parliamo di una salita che era per buona parte sotto il 5% di pendenza, dove stare a ruota fa tutta la differenza del mondo. Tom aveva una gamba molto migliore, se Nibali fosse stato con lui e avesse collaborato avrebbe fatto una brutta fine. Succhiando solo le ruote forse si sarebbe salvato.
La penso come te. Attaccare in discesa è già faticoso, se poi ci aggiungi la salita pedalabile fatta a ruota siamo proprio su livelli diversi.
Ieri Dumoulin è stato stellare, secondo me avrebbe anticipato Thomas se fosse stato in gruppo.


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Trullo
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Da corridore, come vedi il tema dell' "aspettare l'avversario che cade", se la caduta avviene in un contesto decisivo (come quella di Nibali di oggi)?


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