Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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IlLince
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: giovedì 3 settembre 2020, 18:11
IlLince ha scritto: giovedì 3 settembre 2020, 18:07 Purtroppo neanche la selezione c´è stata. :x
Penso sia stata la tappa più brutta che abbia mai visto, naturalmente comparata alle aspettative.
Concordo in pieno. Infatti sto aspettando a commentare qualunque cosa perché come ho già detto da un'altra parte sarebbe quasi da strappare il contratto ai corridori in gruppo dopo queste due tappe... Raccapricciante.
E pensare che oggi ho rinunciato al giro lungo in bici, :muro: pensando, non che ci fossero attacchi ma almeno un po di selezione. Tristezza assoluta.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Caliamo un velo pietoso sulla tappa di ieri e proiettiamoci su quella di oggi.
nibali-san baronto ha scritto: giovedì 17 ottobre 2019, 21:17 7a TAPPA
Finalmente torna tappa più semplice, con un finale sicuramente per velocisti. Ma viste le tante salite della prima parte, siamo sicuri che non parta una fuga da lontano? D'altronde si viene dalla prima vera tappa di montagna (più che altro con la prima salita effettivamente decisiva) ed è possibile che le pile siano scariche, anche mentalmente.
La tappa partirà subito con una serie di brevi salite. Ma soprattutto è da segnalare la lunga ascesa al Col de Peyronnenc (15 km al 4%): pedalabile, ma comunque una salita da non sottovalutare. Non saprei dire in che modo può influire lo svolgimento della tappa: sicuramente è un tratto in cui serviranno gambe, ergo se la fuga sarà corposa e ben assortita qui può guadagnare, approfittando delle squadre dei velocisti che potrebbero non avere energie per forare l'inseguimento; allo stesso modo se ci fosse la volontà di arrivare in volata davanti ci sarebbe una fuga più ridotto e in gruppo la voglia di inseguire e questo può essere proprio il momento in cui assottigliare il ritardo.
Altro elemento di difficile interpretazione è la lunghissima discesa che avviene attraverso una serie infinita di su e giù, dove ancora una volta ci vorranno gambe per avere la meglio. Grosso modo valgono le stesse osservazioni fatte per la salita: se dietro c'è organizzazione si può recuperare sulla fuga; se la fuga è ben fornita può rinforzare.
Gli ultimi 45 km saranno gli uni pressoché pianeggianti. Per dovere di cronaca c'è uno zampellotto molto pedalabile a circa 5 km dal traguardo
Rispetto alla mia presentazione c'è una notevole variabile in gioco: dopo averlo pronosticato per due anni, quando ormai ero vicino alla resa, Sagan si è deciso a fare un attacco di squadra a lunga gittata. Credo che le mie speculazioni possano essere facilmente convertibili su una situazione di due gruppi che si rincorrono. Le osservazioni da fare sono due:
1) I big al momento sono tutti in testa, ma gli ultimi km pianeggianti col vento sono rischiosissimi, quindi occhio...
2) Con una salita così lunga come il Peyronnenc, come si svilupperà questa situazione?

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ieri la tappa ha fatto più danni delle salite. Speriamo che abbia dato la motivazione a qualche big per attaccare (Pogacar ce lo vedo bene a fare un attacco deciso per recuperare il minuto perso). Dispiace per Sagan: certo è che il salto di catena è spesso anche colpa del corridore e non è mai un buon segno. Spero che abbia l'occasione di vincere una tappa, visto che ce ne sono almeno un paio simili a ieri e adatte a lui.

Ed eccoci a ridosso di una bella tappa pirenaica, classica, ma comunque ben disegnata.
Paradossalmente c'è molto meno da dire rispetto alle tappe precedenti. E' una tappa di montagna ben pensata, ma sicuramente tradizionale, con salite adatte a creare selezione. Qui le possibilità sono quelle di sempre: pur essendo una tappa abbastanza corta, considerando anche la fatica durata nella giornata di ieri, se si alzasse il ritmo già sul Menté, le pendenze sarebbero quelle giuste per fare selezione da dietro e magari restare da soli sul Peyresourde; la combinazione salitadura-salitafacile grosso modo c'è, non ci sono pendenze impossibili ma sono comunque salite impegnative. Insomma sta ai corridori decidere se arrivare in volata o giocarsela sulle due salite precedenti... oppure in discesa?
In fondo mancheranno 3 km: attenzione anche allo strappo che termina sotto la flamme rouge.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mi dispiace non aver potuto commentare nelle ultime 48 ore, ma gli impegni con i più giovani mi hanno costretto a stare lontanto sia dal PC che dalla TV. Sono felice di aver azzeccato l'attacco di Pogacar, piacevolmente deciso ed efficace sia ieri che (soprattutto) sabato. Sta spopolando la straordinaria prestazione sul Peyresourde, che pare sia valsa il nuovo record di scalata: c'è da dire però che scendendo dal Port de Bales la salita del Peyresourde non viene affrontata per intero; inoltre il precedente miglior tempo (se non sbaglio registrato nel 2003) era stato effettuato in una tappa molto più lunga e con molto più dislivello, giusto per sottolineare che stiamo parlando di due ciclismi diversi e che questo record di scalata va un attimo interpretato. La prestazione di Pogacar rimane a maggior ragione di altissimo livello.
Nella presentazione della tappa di ieri fatta ad ottobre parlavo di chance per la fuga se il gruppo avesse indugiato, ma allo stesso tempo dichiarando che le pendenze del Marie Blanque avrebbero garantito il minimo sindacabile di spettacolo. Così è stato: gli attacchi si sono fatti attendere ma ci sono stati, soprattutto per merito di Pogacar, mentre Hirschi ha dimostrato ancora una volta un grande talento. Bellissimo il gesto di Roglic dopo la sbandata, nonostante Pogacar abbia sostanzialmente fatto tutto da solo. I distacchi sono comunque stati risicati, sostanzialmente sempre per colpo dei chilometraggi ridotti; in questi giorni ho notato una cosa: al Giro 2020 8 tappe superano i 200 km, al Tour 2020 una sola; ma attenzione pure alla Tirreno sono 3 le tappe over 200... Sapete già da che parte sto.
Detto ciò, vale la pena di sottolineare la grande prestazione di Caruso che potrebbe tentare una vittoria di tappa nelle prossime tappe di montagna. Anche Alberto non ha deluso le mie aspettative e pur lavorando da gregario giunge al traguardo 35° mollando solo sulla salita finale... qualcuno storcerà la bocca ma io a Imola non lo vedo male. Non nego di essere un po' di parte :diavoletto: ... però nemmeno esageratamente.
Aru per me oramai è soltanto nostalgia: ho negli occhi l'attacco a La Planche des Belles Filles e quello resterà, sperando che Fabio si ritrovi. Non mi sento in questo momento di dare giudizi e sicuramente non mi sento di colpevolizzare il corridore... non sono ancora riuscito a farmi un'idea, ma qualcosa in testa inizio ad averlo.

Inutile dire che quello di Ackermann è stato un capolavoro. Gaviria un po' "bischero" a non stare più vicino alle transenne per avere la certezza che non passasse nessuno: sempre meglio avere un solo lato della strada da controllare piuttosto che due.


TOUR - 10
Domani ci sarà la prima ed unica tappa completamente pianeggiante. Un giorno in cui si dovrebbe festeggiare, visto anche che c'è stato il giorno di riposo.
E invece anche qua si nasconde un'insidia: la tappa sarà corsa quasi completamente sul mare, su strade molto aperte e con molti cambi di direzione che possono far aprire ventagli da un momento all'altro. Insomma la volata è scontata, ma i componenti del gruppo potrebbero comunque essere molto ridotti.

Mai avrei pensato di dirlo, ma... occhio al Covid!

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TIRRENO - 2
Tappa per velocisti ma con alcuni ostacoli da superare. Soprattuto sarà lo strappo dell'Impostino a soli 13 km dal traguardo che potrebbe scombinare le carte per la volata, comunque relativamente scontata. Sicuramente i big dovranno stare attenti che il gruppo non si spezzi; dopo tutto siamo sul mare e il vento, unito allo strappo, potrebbe creare selezione. Tappa anche piuttosto lunga che si trasforma così in una piccola classica.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Alla fine niente di importante né in Francia né in Italia.
Vengono incassate due tappe per velocisti senza colpi di scena.


TOUR - 11
Altra tappa dal destino segnato. Sarà volata, ma anche oggi con alcune elementi da non sottovalutare. Innanzitutto dal km 70 al km 110 ci sarà pochissima pianura e soprattutto almeno 4 cote (soltanto una valida come GPM). Certo non fanno selezione, ma sono lo specchio anche degli ultimi km, leggermente differenti rispetto al disegno iniziale. Uno strappetto ai -10 lancia verso una rapida discesa. La strada diventa pianeggiante fino ai - 3500 mt, dove inizia uno strappo di circa 1 km. Rimangono poi gli ultimi 2000 metri effettivamente pianeggianti. La volata sarà fortemente influenzata dall'ultima salitella che renderà difficilissimo creare un treno.

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TIRRENO - 3
Tappa difficilissima da interpretare, molto lunga (217 km) e con tanto dislivello (ad occhio sono 2500/3000 metri). Gli ultimi 110 km sono tremendi ed anche nei precedenti 60 c'è pochissima pianura. Tuttavia soltanto la rampa in cemento di Poggio Murella presenta pendenze davvero importanti. Probabilmente il ritmo sostenuto porterà un gruppo ancora corposo ai piedi dell'ascesa conclusiva per poi esplodere completamente negli ultimi km. Uomini da Liegi/Lombardia. Test importante per i big che qui dovranno dare prova di esplosività. Ma soprattutto test importantissimo in vista del mondiale di Imola... I percorsi sono diversi ma si assomigliano moltissimo.

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34x27

Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Aspettavo le tue analisi :yes:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Volata strana, ma con risultato ordinario al Tour. Il finale si è comunque confermato insidioso ed incerto.
Alla Tirreno è andata come mi immaginavo. I ritardi sul traguardo rispecchiano in buona parte (eccetto i primi 2) i distacchi formatisi sul muro dove ognuno saliva del suo passo. Sicuramente ad Imola non ci sono queste pendenze, ma a Nibali manca ancora molta esplosività e non è un buon segno; diverso il discorso in chiave Giro che va valutato oggi e domani. Lui e Van der Poel vanno sicuramente rivisti a Osimo con pendenze accentuate ma meno estreme.

TOUR - 12
Qua i velocisti dovanno farsi il segno della croce, perché fino alla 18a tappa non avranno tregua: inizia oggi un climax di tappe sempre più dure.
Questa sarà una tappa strana, in cui forse il gruppo lascerà andar via la fuga, ma la salita verso il Suc au May è decisamente troppo dura per pensare che venga passata indenne.
Sarà sostanzialmente una piccola Liegi, anzi forse un piccolo Lombardia, considerando la tipologia di salite. La tappa più lunga del Tour (218 km) prevede quasi 4000 metri di dislivello e soprattutto un paio di salite decisamente poco scontate negli ultimi 50 km.
Dopo i primi 65 km un po' più semplici, il gruppo non avrà più respiro e affronterà una serie infinita di salite mediamente brevi, ma talvolta con pendenze piuttosto accentuate. Stiamo già entrando nella terra dei Puy, che saranno protagonisti nella tappa del giorno dopo. Se ne scavalcheranno molteplici in serie, fino a Treignac, dove la corsa da vallonata diventa letteralmente di media montagna. A 47 km dal traguardo si affrontano un paio di strappi che ci condurranno, 2 km più avanti, all'imbocco vero e proprio della Croix du Pey, salita regolare con un tratto iniziale di quasi 3 km con una media del 7%. La strada si addolcirà per raggiungere quota 824 mt dopo 5 km di salita (a cui si aggiunge il primo tratto a strappi). Dettaglio fondamentale è che la strada prima di scendere, affronterà un altro tratto in leggera salita per scollinare il Col des Geants. Discesa a tratti tecnica e poi la strada si impenna verso la salita decisiva: il Suc au May. I primi 2,7 km saranno infernali, costantemente in doppia cifra con punte che sfiorano il 15%. Ma non sarà finita, perché dopo una breve discesa inizieranno altri 700 metri tra il 5% e il 7% per arrivare a quota 892 metri. Dopo quasi 9 km di discesa (in verità dopo i primi 5 la strada presenta alcuni tratti pedalabili), la corsa affronterà una serie di su e giù che culminano a ridosso del Puy d'Agnoux. Due km di discesa abbastanza veloce portano ai piedi degli ultimi 5500 metri, quasi tutti in leggera salita, su strade strette e tortuose. Snodo cruciale per l'eventuale colpo decisivo sarà la breve discesina che porta all'ultimo km con alcune curve da non sottovalutare seguita dagli ultimi 800 metri in salita.
Insomma una tappa estrosa, che il Tour ha tirato finalmente fuori dal cilindro. Può succedere di tutto, ma anche niente.

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TIRRENO - 4
Tappa lunga e seriamente di montagna con salite impegnative e disvese non scontate. Sarà un test importantissimo in chiave Giro, anche perché spegnerà la miccia a molti per evitare che il Sassotetto si trasformi in un monopuerto (e in ogni caso non lo sarebbe).
Il percorso si anima a 60 km dal traguardo: qui (dopo aver già sommato un po' di dislivello e 10 km di falsopiano bastardissimo) inizia l'ascesa della Forca di Gualdo che grazie alle pendenze accentuate del primo tratto e quelle più pedalabili del secondo si presta tantissimo a fare selezione. E d'altronde sono circa 570 punti di coefficiente, quindi salita vera a tutti gli effetti.
Pendenze accentuate anche sugli strappi di Castelluccio e Rifugio Perugia dove tenendo alto il ritmo si possono spezzare le gambe a chi già era al limite sulla Forca di Gualdo. Dopo una lunghissima discesa non tecnica ma comunque insidiosa si arriva alle porte della salita finale. Non è niente di trascendentale ma se il ritmo è stato alto verrà fuori il fondo (anche per colpa dei 220 km di ieri). Se presa di petto i distacchi possono essere molto elevati. Discesa tecnica che termina ai -1500 metri.
Una tappa da GT che potrebbe (lasciamo il condizionale) fare grandi distacchi: 194 km e ancora circa 2500/3000 metri dislivello.

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34x27 ha scritto: mercoledì 9 settembre 2020, 12:25 Aspettavo le tue analisi :yes:
Anche oggi mi sono fatto attendere :hippy:


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Hirschi non smette di darmi ragione e per me è una grandissima soddisfazione, occhio seriamente a lui per il mondiale. I big tutti insieme... C'è da dire che mai come quest'annonil percorso non viene sfruttato dal gruppo, al contrario dell'anno passato.
Bellissimo vedere Masnada fare questo salto di qualità. Certo è che chiunque passa alla Deceuninck sembra trasformarsi in un mostro. Male Nibali... Se si fosse trattato di qualche anno fa gli avrei dato fiducia (vedi Tour ed Olimpiadi nel 2016), ma qui la vedo bigia essere al top per il mondiale. E anche al Giro si fa impegnativa per via delle prime tappe subito durissime. Quello che non riesco a capire è che fino al Giro dell'Emilia era molto più competitivo... Da un lato mi lascia delle speranze, dall'altro mi stordisce.


TOUR - 13
Dopo il ricco antipasto di ieri, oggi si entra violentemente nel massiccio centrale, con una tappa che percorre strade già conosciute, ma che non hanno mai visto vere tappe di montagna. Stavolta il percorso presenta poca pianura e soprattutto il traguardo è posto in cima a due delle ascese più impegnative della zona. Dopo 25 km relativamente semplici, si sale al Col de Ceyssat, salita di quasi 12 km al 6% con lunghi tratti al 8%.
20 km tra discesa e falsopiano, porteranno ai piedi del più semplice Col de Guery: 8 km al 5% con un paio di tratti al 7\8%. Una discesa pedalabile e velocissima porta senza respiro ai piedi della salita de La Stele, di circa 7 km al 5,7% di cui i primi 4 al 7%.
Finisce qui la prima parte impegnativa, che ha proposto tre colli over 1000 in rapida successione. Qui ci sarà subito tanto dislivello che probabilmente farà andar via una fuga di qualità. Dal GPM de La Stele si affrontano 40 km quasi tutti in discesa, che porteranno all'inizio della seconda fase calda. Questo sarà un tratto importante della corsa, perché un paio di salite impegnative possono permettere di fare la differenza, quindi se il gruppo volesse riprendere i fuggitivi o se semplicimente una squadra volesse rendere più dura la corsa, in questo tratto si può creare molta selezione. Da Saignes a Trizac la strada sale per 13 km, che includono l'impegnativa Cote de l'Estiade: 3 km al 8% in vetta ai quali la strada continua a salire per 8 km.
Discesa, 2 km al 5% per salire a Moussages e ancora discesa. Inizia dunque la Cote d'Anglards de Salers di 4 km al 6,6%. Al termine della discesa mancheranno 30 km al traguardo, quasi interamente in salita. I primi 15 km di fondovalle (media del 2,4% quindi si devono mettere in conto un bel po' di strappi veri e propri) portano ai piedi del Col de Neronne: 3,8 km al 9,1% molto regolari. Danno la possibilità di fare selezione fin da subito e togliere esplosività agli avversari in vista dell'ultima rampa. D'altronde il Pas de Peyrol è una salita di 5,4 km al 8,1% di cui gli ultimi due al 13%, ovvero una pseudo-rampa da garage, che può risultare più selettiva se la tappa fosse condotta a ritmo elevato.
Una tappa difficile da interpretare, in cui serviranno grandi gambe ed anche un ottima gestione dell'energia sugli ultimi 2 GPM. Saranno fatte entrambe a tutte e bisogna avere lucidità nel gestire il fuori giri per non rischiare di scoppiare nel momento sbagliato.
Sono 192 km (per una volta sono tanti) e quasi 4000 metri di dislivello.

NOTA: Le pendenze che ho inserito nel testo sono più veritiere di quelle dei profili. Consiglio di farsi un'idea confrontando entrambi i dati

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TIRRENO - 5
Tappa strana che obbliga ad attendere l'arrivo in salita, ma durissima. La quasi totale assenza di pianura e la fatica di ieri renderà durissimo il Sassotetto che già da solo è una salita vera. 202 km per circa 4000 metri di dislivello, considerando anche il trasferimento che taglia la prima parte della Forca di Ancarano. La partenza in salita complicherà moltissimo le cose. Per il resto sarà un faccia a faccia lungo l'ascesa conclusiva da 595 punti di difficoltà.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Al Tour si iniziano a vedere distacchi ed è un'ottima notizia in vista delle Alpi. Come sempre è Pogacar ad animare la corsa senza farsi troppe fisime. Bernal inaspettatamente in difficoltà visto che sul Marie Blanque aveva dimostrato di essere in crescita. Sicuramente non è fuori dai giochi e per noi avere Bernal in ritardo è garanzia di spettacolo.
Alla Tirreno il fondo è venuto fuori in modo deciso e la salita è stata fatta tutta a ritmo elevato senza tatticismi. Decisamente più confortante Nibali, ma per il Mondiale la vedo ancora bigia sperando di essere smentito. Woods dimostra i suoi limiti come scalatore e uomo da GT: è mancato il recupero dopo due giornate molto impegnative.

TOUR - 14
Una giornata più semplice, ma comunque complicata che difficilmente lascerà spazio ai velocisti. Senza dubbio è l'unica tappa altimetricamente meno intensa dalla 12 alla 18, ma certo non interrompe una fase di Tour che non lascia respiro nemmeno ai big della generale.
Dopo 40 km relativamente semplici la strada comincia a salire verso il Col de Beal per 25 km. Di salita vera e propria si contano 12 km con pendenze costanti al 5\6%.
Una lunga discesa inframezzata da due tratti in salita porta ai -90 km. Inizia qui il tratto più semplice della corsa con 25 km pianeggianti, seguiti da una lunga salita dalla pendenze leggerissime (tratto in salita vera per raggiungere Chazelles-sur-Lyon) verso il Col des Brosses. 15 km di discesa ed un'altra decina di falsopiano portano agli ultimi 15 km cittadini, planimetricamente complicati e soprattutto caratterizati da 2 brevi cote con pendenze abbastanza pedalabili ma posizionati in rapida successione.
Una tappa strana, in cui io vedo arrivare una fuga da lontano. In ogni caso i big non devono assolutamente abbassare la guardia, soprattutto se in fuga entrasse di nascosto qualcuno di classifica.
Comunque sarà un'altra tappa lunga (194 km) ed impegnativa (circa 3000 metri di dislivello)

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TIRRENO - 6
Tappa per velocisti di 170 km. La prima metà è un antipasto di muro marchigiani: questo, insieme alla tantissima fatica accumulata nelle ultime tre giornate, renderà la volata più adatta a uomini resistenti. Il finale si svolge su un circuito formato da due lunghi rettilinei, per cui si commenta da solo. Occhio al vento che potrebbe influire sulla volata, mentre il percorso non dovrebbe favorire ventagli.

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Sulla Tirreno poco da dire, se non che come pronosticato i velocisti più blasonati avevano le micce bagnate e Merlier è venuto fuori perché era più fresco.
Al Tour la tappa è stata molto combattuta e selettiva (sono rimasti solo una cinquantina di corridori) e, sommandosi alle ultime due sul massiccio centrale, aiuterà ad ampliare i distacchi nella tappa di oggi.


TOUR - 15
Si inaugura adesso un quartetto di tappe durissime: prima questa sul Grand Colombier e, dopo il giorno di riposo, le tre tappe alpine vere e proprie.
Una tappa che si deciderà negli ultimi 75 km, intensissimi grazie a tre salite molte impegnative e alle relative discese che in molti punti rappresentano un'ulteriore fonte di problemi. Dopo 100 km praticamente piatti, si imbocca la prima ascesa al Grand Colombier dal suo versante più ripido, in verità affrontata solo parzialmente: per arrivare al GPM della Serre de Formentel si sale per 11 km al 8%, con gli ultimi 3 al 13% di media e massime del 22%. 8 km di discesa porteranno subito ai piedi della seconda salita verso il Col de la Biche: un paio di km più facili e poi iniziano formalmente i 7 km al 9%, piuttosto costanti ma con pendenze più accentuate nei 2 km centrali (media 11%). Dopo il GPM si scende per 1 km e si risale ancora uno strappo di circa 1 km al 9% (max 12%). 13 km di discesa impegnativa portano all'unico punto "morto" della tappa che sicuramente avrà notevole importanza tattica se gli scatti iniziassero già sulle prime due ascese (lo strappo dopo il Col de la Biche termina a meno di 45 km dal traguardo). La corsa procede verso Culoz con poco più di 10 km in pianura per poi imboccare l'ascesa finale dal versante classico (famoso per la spettacolare serie di tornanti): 17,4 km al 7,1% (877 punti!) con numerosi tratti al 12%.
Una tappa molto dura, con un finale ben disegnato in cui però è molto probabile che i corridori attendano l'ascesa finale. Ma non è detto.

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TIRRENO - 7
Questa è una tappa che se dovesse essere corsa col piglio giusto può ribaltare la classifica. Non importa che ribadisca quante energie hsnno già speso, anche se indubbiamente ieri i big potrebbero aver recuperato. In 180 km (tanti ma non tantissimi) i km di pianura si contano sulle dita: i metri di dislivello sono quasi 3000.
La tappa entra nel vivo negli ultimi 93 km, quando inizia la salita di Osima, seguita da quella pedalabile di Castelfidardo e poi immediatamente dall'ingresso in circuito. Da qui in poi l'unica pianura saranno i 5 km scarsi che ad ogni giro separano i due gersanti della salita verso Loreto. Tatticamente gli scenari possono essere tanti: starà ai corridori fare la corsa.

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nibali-san baronto
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La tappa del Grand Colombier è stata abbastanza straziante, con alcuni distacchi importantissimi, ma allo stesso tempo con un gruppo molto folto che si è giocato l'arrivo in volata. La tappa era disegnata bene e veniva anche dopo giornate molto dispendiose, quindi qua ASO non poteva fare di più. Credo che oggi ci sia stata la massima dimostrazione di livellamento verso l'alto, da cui probabilmente si sfuggirebbe solo riducendo il numero di corridori per squadra, facendo sì che tutti stiano più tempo allo scoperto. Quando tirava il trenino Sky, Froome non aspettava l'ultimo km a partire, aveva le gambe per fare la differenza. Parliamoci chiaro, sapete bene che nemmeno in quel caso le corse mi risultassero piacevoli perché la corsa era comunque un po' narcotizzata, però è abbastanza impressionante che Froome riuscisse a levarsi tutti di ruota infliggendo distacchi pesanti, mentre adesso nonostante un forcing micidiale di Dumoulin (che al Tour è già arrivato secondo) all'ultimo km erano sempre in 12. Bisogna trovare una soluzione organica, impegno che dovrebbe spettare alle istituzioni (si l'ho detto... sarebbe fantascienza) o comunque dettare delle linee riguardo alle corse a tappe. Vediamo come andranno le tappe alpine.
I muri marchigiani hanno dato spettacolo, ma solo per la vittoria di tappa. Evidentemente non c'erano le forze per staccare Yates o magari (come Thomas) si pjntava tutto sulla crono. Bello vedere Ganna con un tricolore da manuale mettersi dietro fior di corridori.

TOUR - 16
Ed eccoci al trittico alpino. Si comincia con una tappa attraverso Massiccio della Chartreuse e Vercors, con 3 ascese predominanti.
La tappa comincia subito con un paio di brevi salite e specialmente la seconda sarà determinante per l'avvio della fuga del mattino (3 km al 6,5% verso Virieu). 20 km in leggera discesa, 10 in leggera salita, altri 5 tra discesa e pianura e si arriva a Saint-Laurent-du-Pont dove la strada comincia a salire verso il Col de Porte; la pendenza si fa seria dopo 5 km di quasi falsopiano: 14 km al 5,6% divisi in due tronconi di 3,5 km al 7,6% e di 7,5 km al 6,8% dalle pendenze piuttosto costanti (aggiungo per completezza che dai -4 ai -2 dal GPM si contano 2 km al 8,3%). Una discesa lunga da non sottovalutare porta abbastanza rapidamente alla seconda salita. La Cote de Revel sono ufficialmente 6 km al 8% con pendenze costanti.
Non inizierà subito la discesa, ma al contrario attraverso una serie di tratti in salita (specialmente un ultimo strappo di 600\700 metri al 6%) si sale ancora fino a quota 850mt. Qui inizierà la discesa verso Uriage, dove inizierà un tratto che mi lascia pensare ad uno sviluppo tattico della corsa incentrato sull'ultimo colle. Serviranno infatti 20 km di pianura (solo un breve tratto verso Vizille è effettivamente di discesa) prima di tornare a salire. Però stavolta si fa sul serio perché serviranno oltre 16 km al 5,6% per arrivare al GPM di Saint-Nizier-du-Moucherotte: prima si sale per tre km al Col de Comboire (tratti in doppia cifra), un km di discesa e poi inizia la salita vera e propria di 12 km al 6,5 con pendenze piuttosto interessanti nella parte centrale (dai -8 ai -5 dal GPM si contano 3 km al 8%). In vetta mancano 20 km al traguardo, una distanza che forse potrebbe addormentare la corsa. In ogni caso, di questi 20 km, 7 saranno in discesa (pedalabile) e gli ultimi 3 di nuovo in salita. Per cui per un attaccante il rischio più grosso si riduce ad una decina di km di pianura, che tuttavia sono in leggerissima discesa e quindi saranno affrontati ad alte velocità riducendo il tempo a disposizione per inseguire.
Attenzione ad un breve tratto in doppia cifra a due km dal traguardo.
Il dislivello finale sarà di circa 3500 metri di dislivello.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Un altro nulla di fatto. Per me giungono segnali positivi da Bettiol, anche per sua stessa ammissione. Il Tour non era il suo obiettivo e si sta ben comportando in tappe con altimetrie molto impegnative... d'altronde ha detto di ambire ad un posto in nazionale.
Purtroppo non c'è nient'altro da dire...


TOUR - 17
Scoprite le carte! Non ci sono più scuse per due volte a 2000 metri e per due volte con salite lunghe e ripide. Sarà il trionfo degli scalatori negli ultimi 80 km (soltanto 10 in pianura) di questa tappa di 168.
Solo un breve tratto in salita verso Saint-Pierre-d'Allevard da segnalare nei primi 90 km di questa tappa. Si imbocca quindi il celeberrimo Col de la Madeleine dall'unico versante mai affrontato: i numeri sono molto simili a quello parallelo e più classico (entrambi partono da La Chambre), ma un paio di tratti relativamente semplici fanno sì che presenti pendenze molto più accentuate e probabilmente ancora più adatte a creare selezione. Ufficialmente sono 17 km al 8,4%, ma in verità si sale già da un paio di km al 6\7%. Dall'inizio formale della salita comincia un primo tratto di 4 km al 10% con massime del 13\14%; 500 metri di respiro danno il via ad altri 4,5 km al 9% che racchiudono il km più duro (10,8%), poi 3 km con pendenze più agevoli (max 9%) riconducono sul versante tradizionale. Dall'incrocio rimangono gli ultimi 5 km al 7,8%.
In vetta si sfiorano i 2000 metri e si scende subito per oltre 25 km, su strada abbastanza stretta ed in particolare molto tecnica nella sua parte centrale (1550mt-1000mt). 10 km pianeggianti portano a Moutiers, a cui segue un primo tratto di leggera salita (1500 metri al 5%). Ancora due km pianeggianti, quindi 500 metri al 7\8% portano all'inizio formale del Col de la Loze: i primi 7 km, molto regolari, sono quasi interamente al 7\8%; seguono 3 km più semplici e poi un tratto di nuovo un po' più impegnativo che alterna qualche breve tratto al 9%. A 7,5 km dal traguardo si imbocca la nuova strada verso l'inedito Col de la Loze: per 3 km la salita (seppur già irregolare, con qualche breve tratto in doppia cifra) rimane ancora agevole, per poi diventare infernale negli ultimi 4500 metri che presentano una media del 10,2%. Le pendenze sono molto irregolari, al punto che si misura una massima del 20%. La grande difficoltà sarà riuscire a gestire bene una salita in cui è costantemente richiesto di rilanciare, nonostante si sia oltre i 2000 metri. La mancanza di una pendenza costante obbliga ad andare più volte fuori soglia indipendentemente dalla velocità che si tiene e la minor concetrazione di ossigeno può giocare bruttissimi scherzi. In pratica dovrebbe essere il paradiso dei colombiani... ma non li vedo bene in questo Tour, a parte Uran.
Dimenticavo i tre numeri più significativi: 22 km; 7,8%; 2304 mt.
Spaventosi i coefficienti di difficoltà: 1216 la Madeleine; 1338 la Loze.

NOTA: Aggiungo i profili di Cyclingcols che rendono meglio le pendenze irregolari di entrambe le ascese.

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PROFILI CyclingCols
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TOSCANA
Giusto un appunto, la corsa è per uomini veloci, ma non va sottovalutata l'altimetria. Da Forcoli a Palaia, oltre alla prima rampa in doppia cifra, la strada è un continuo sali-scendi con pendenze elevate; la discesa da Palaia ha dei tratti in contropendenza; a Peccioli si sale dal versante opposto che è molto ripido e in più, prima, si sale uno zampellotto che tutti dimenticano. Questo per dire che come è stato alla Coppa Sabatini del 2019, se si fa corsa dura si può restare in pochi. Altrimenti volata ristretta. Lo dico avendoci pedalato per anni.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Dobbiamo ringraziare la Bahrain per aver dato un pizzico di originalità alla tappa ed aver evitato che si mettessero i Jumbo a fare il trenino fino in cima. Sarebbe stato ancora meglio se Landa ne avesse avute, perché Caruso avrebbe insistito e non ci sarebbe stata quella fase morta tra i -7 e i -4.
Inspiegabile il buco lasciato da Roglic, forse un errore di presunzione legato alla convinzione che Kuss potesse vincere la tappa. Lopez superlativo, anche nel cogliere l'attimo giusto, mentre Pogacar stringe i denti e forse accusa qualche secondo di troppo per colpa della foga dei tifosi sloveni.
Adesso la responsabilità della corsa è tutta su Lopez e Pogacar, gli unici che hanno le gambe per provare qualcosa. Lopez l'anno scorso attaccò sul Manghen... quindi perché non sognare?
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 16 settembre 2020, 13:46 TOSCANA
Giusto un appunto, la corsa è per uomini veloci, ma non va sottovalutata l'altimetria. Da Forcoli a Palaia, oltre alla prima rampa in doppia cifra, la strada è un continuo sali-scendi con pendenze elevate; la discesa da Palaia ha dei tratti in contropendenza; a Peccioli si sale dal versante opposto che è molto ripido e in più, prima, si sale uno zampellotto che tutti dimenticano. Questo per dire che come è stato alla Coppa Sabatini del 2019, se si fa corsa dura si può restare in pochi. Altrimenti volata ristretta. Lo dico avendoci pedalato per anni.
Alla fine la volata è arrivata, anche perché la corsa ha avuto uno sviluppo molto lineare senza che qualcuno provasse a fare forcing. Tuttavia sono basti pochi attacchi sulle ultime due ascese per frantumare il gruppo e lasciare molti velocisti senza gregari. In parte ho avuto ragione e questo mi fa piacere
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 16 settembre 2020, 13:46 Per me giungono segnali positivi da Bettiol, anche per sua stessa ammissione. Il Tour non era il suo obiettivo e si sta ben comportando in tappe con altimetrie molto impegnative... d'altronde ha detto di ambire ad un posto in nazionale.
Sono stato quasi profetico... Con Alberto e Vincenzo insieme in nazionale io rischio l'orgasmo... se ci fosse stato pure Kristian mi avrebbero ricoverato in ospedale. :crazy:

TOUR - 18
Ultimo tappone (concediamolo questo termine anche se la tappa è di soli 175 km) di questo Tour. Una tappa che presenta salite in rapidissima successione, senza respiro. Un lungo trasferimento in discesa porta dalla partenza al km0 nei pressi di Moutiers, dove la tappa prende effettivamente il via. 30 km scarsi di falsopiano portano ai piedi della prima ascesa, che aprirà le porte di un piccolo inferno. Il tritello comincia con il Cormet de Roselend di 18.6 km al 6.1% che scollina alla ragguardevole altitudine di 1968 metri, caratterizzato da pendenze regolari (attenzione al tratto centrale di 5 km al 8%) ma inframmezzato da brevi tratti in falsopiano; dopo la discesa è stata aggiunta (rispetto al percorso originale) la Cote de la route des Villes di 3,2 km al 6,6%; si prosegue con il Col des Saisies di 15.3 km al 6.3%, praticamente privo di pendenze accentuate e adatto a fare alte velocità; è poi il momento del Col des Aravis, preceduto da un primo strappo che anticipa di 3 km la salita vera e propria di 7 km al 6.8%, anche questa molto veloce, con un breve tratto impegnativo (max 10%) in centro a La Giettaz; quindi è il momento dall'ascesa decisiva verso il Plateau des Glieres di 6 km al 11.2%, perennemente in doppia cifra, seguiti dagli ultimi due km sterrati (sempre in salita) verso il Colle vero e proprio; infine un ultimo ostacolo verso il facile Col des Fleuries di 5.5 km al 4.7% .
Ogni salita è un'occasione per creare selezione. Se le squadre dovessero arrivare con le energie al limite (discorso probabilmente valido per tutti tranne la Jumbo) alla partenza di una tappa come questa, un azione coraggiosa sul Roselend potrebbe lasciare tutti i capitani al vento a fronte di un percorso in cui non c'è un metro di pianura e risulta difficile organizzare un inseguimento. Un'altra ragione per cercare l'impresa così presto è il passaggio in quota della stessa salita, dove magari si potrebbe cogliere qualcuno in flagrante (vedi Roglic sul San Lorenzo alla Vuelta 2019; poi l'occasione venne persa e Roglic si gestì sull'ultima ascesa pedalabile). Allo stesso tempo una salita dura come il Glieres rischia di narcotizzare la corsa fino ai piedi della stessa, garantendoci comunque (nella peggiore delle ipotesi) una 40ina di km di spettacolo.
Purtroppo il vero pericolo vagante è lo spauracchio della crono: da un lato potrebbe invogliare uno scalatore a prendere maggior vantaggio in vista della crono; dall'altro potrebbe consigliare a tutti di risparmiare energie.
Il punto chiave potrebbe essere lo sterrato del Glieres: le pendenze molto accentuate (su cui i distacchi non potranno essere dilatati) lasciano il posto al falsopiano dove chi è all'attacco può rilanciare subito l'azione. La strada bianca favorisce l'accumulo di fatica nelle gambe di chi già è in difficoltà. Questo significa avere distacchi già ampi allo scollinamento e scongiurare il rischio che tutti rientrino in discesa, per poi rilanciare sull'ultima facile ascesa dove chi sta inseguendo potrebbe andare in crisi. Certo è che se ci fossero state salite più lunghe e una tappa di 200 km sarebbe stata tutta un'altra cosa. W lo Stelvio.
Venendo ai numeri, dopo 175 km il gruppo avrà valicato oltre 4000 metri di dislivello.

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SABATINI
L'inserimento del nuovo muro, che tra l'altro non porta sul traguardo, ma sale fino in centro storico passando pure dal lastricato, potrebbe favorire azioni da lontano come quella dell'anno scorso, però c'è da dire che l'Astana nel 2019 ha potuto fare quel tipo di selezione sfruttando il tratto in linea che ha pochissima pianura. Un circuito di questo genere si presta invece ad una corsa ad eliminazione con selezione da dietro giro per giro. Altrimenti ci sarà la classica volata in salita.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Tappa sicuramente più interessante, ma ugualmente deludente. Lopez e Pogacar hanno dichiarato in lungo e in largo di puntare a vincere... Però aspettano la cronometro. Secondo me qualcuno si sarebbe dovuto infilare nascostamente nel fugone iniziale e (considerando che di pianura non ce n'era più) tentare il tutto per tutto. Invece niente, soltanto Landa ha riprovato qualcosa. Peccato per Caruso a cui sono mancati 19 secondi per superare Valverde. Come ho già fatto notare, prove di mondiale con Bettiol che ha fatto una trenata impressionante per riportare Caruso sulla fuga.

TAPPA 19
Abbandonate le montagne il gruppo si trova di fronte questa tappa... direi strana.
Probabilmente per velocisti, non era da escludere per niente che venisse lasciata andar via una fuga ben fornita. D'altronde il percorso, seppur abbastanza semplice, è tutt'altro che pianeggiante e accumula in soli 160 km più di 2000 metri di dislivello (quasi tutti concentrati negli ultimi 80). Ad ogni modo stiamo vedendo la Bora tener chiusa la corsa e credo l'elemento di interesse sia il TV posto in salita dovex in assenza di Bennet, Trentin e Sagan possono tentare un ultimo assalto. Bisogna tener conto del fatto che dopo aver scollinato a quota 940 mancheranno soltanto 25 km al traguardo, di cui almeno una 15ina sono di discesa.
Non è da escludere un colpo a sorpresa su uno degli ultimi strappi. L'ultima discesa termina ai -3500 metri.

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schwoch83
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nibali-san baronto ha scritto: giovedì 17 settembre 2020, 10:28
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 16 settembre 2020, 13:46 TOSCANA
Giusto un appunto, la corsa è per uomini veloci, ma non va sottovalutata l'altimetria. Da Forcoli a Palaia, oltre alla prima rampa in doppia cifra, la strada è un continuo sali-scendi con pendenze elevate; la discesa da Palaia ha dei tratti in contropendenza; a Peccioli si sale dal versante opposto che è molto ripido e in più, prima, si sale uno zampellotto che tutti dimenticano. Questo per dire che come è stato alla Coppa Sabatini del 2019, se si fa corsa dura si può restare in pochi. Altrimenti volata ristretta. Lo dico avendoci pedalato per anni.
Alla fine la volata è arrivata, anche perché la corsa ha avuto uno sviluppo molto lineare senza che qualcuno provasse a fare forcing. Tuttavia sono basti pochi attacchi sulle ultime due ascese per frantumare il gruppo e lasciare molti velocisti senza gregari. In parte ho avuto ragione e questo mi fa piacere
Scusa, in quale "parte" avresti avuto ragione? 😄
Avevi detto "rimangono in pochi" (quindi 5/10) o al massimo volata ristretta (quindi 30/40 corridori max) : sono arrivati in volata 85 corridori (su 150 partenti) ed ha vinto uno sprinter puro come gaviria! Ogni tanto non fa male ammettere di aver sbagliato completamente nella valutazione del percorso. In questo forum ancora si percula Beppe per aver pronosticato kittel a praia a mare nel 2016, ma ne ho lette di peggiori sinceramente.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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schwoch83 ha scritto: venerdì 18 settembre 2020, 14:57
nibali-san baronto ha scritto: giovedì 17 settembre 2020, 10:28
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 16 settembre 2020, 13:46 TOSCANA
Giusto un appunto, la corsa è per uomini veloci, ma non va sottovalutata l'altimetria. Da Forcoli a Palaia, oltre alla prima rampa in doppia cifra, la strada è un continuo sali-scendi con pendenze elevate; la discesa da Palaia ha dei tratti in contropendenza; a Peccioli si sale dal versante opposto che è molto ripido e in più, prima, si sale uno zampellotto che tutti dimenticano. Questo per dire che come è stato alla Coppa Sabatini del 2019, se si fa corsa dura si può restare in pochi. Altrimenti volata ristretta. Lo dico avendoci pedalato per anni.
Alla fine la volata è arrivata, anche perché la corsa ha avuto uno sviluppo molto lineare senza che qualcuno provasse a fare forcing. Tuttavia sono basti pochi attacchi sulle ultime due ascese per frantumare il gruppo e lasciare molti velocisti senza gregari. In parte ho avuto ragione e questo mi fa piacere
Scusa, in quale "parte" avresti avuto ragione? 😄
Avevi detto "rimangono in pochi" (quindi 5/10) o al massimo volata ristretta (quindi 30/40 corridori max) : sono arrivati in volata 85 corridori (su 150 partenti) ed ha vinto uno sprinter puro come gaviria! Ogni tanto non fa male ammettere di aver sbagliato completamente nella valutazione del percorso. In questo forum ancora si percula Beppe per aver pronosticato kittel a praia a mare nel 2016, ma ne ho lette di peggiori sinceramente.
Ammetto di divertirmi a darmi ragione da solo. :diavoletto: :hammer:
Però vorrei specificare che per il mio pronostico avevo aggiunto una condizione: se si fa corsa dura. Mi sembra evidente che la corsa non è stata resa impegnativa fin dalla partenza cone fece l'Astana a Peccioli, quindi è evidente che in pochi non potevano restare. È anche vero che la volata non è stata ristrettissima, ma 85 è poco più della metà dei partenti.
E poi dai, non mi sono dato ragione fino in fondo. Ho detto che ho avuto in parte ragione, quindi sono stato pure modesto :mrgreen:
Oh, prendetemi con le molle e non esitate a contraddirmi, che mi fa bene. Finché parlo da solo finisco per auto-incensarmi :cincin:


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Purtroppo ero dietro all'organizzazione di una corsa di giovanissimi e non ho potuto commentare questo Tour, anche perché non ho visto un metro delle ultime due tappe. Nei prossimi giorni rimedierò e provvederò a fare una chiosa su questo Tour. Intanto mi basta l'ordine d'arrivo per dire che Pogacar ha fatto un capolavoro e a me non dispiace che la Jumbo dopo aver fatto il bello e il cattivo tempo si sia vista sfilare la gialla da uno che ha corso da solo fin dall'inizio. È l'unico che ha attaccato seriamente in questo Tour e che evidentemente era consapevole di poterlo ribaltare in questa crono. Tanti applausi. Sul Giro dell'Appennino e su Nibali mi sono già espresso qua e là in altri thread.


Passista Scalatore
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Secondo te è stata più super prestazione di Pogacar o più controprestazione di Roglic?
Io sono per la prima.


matter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 7:51 Purtroppo ero dietro all'organizzazione di una corsa di giovanissimi e non ho potuto commentare questo Tour,
Dogana? :D


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Passista Scalatore ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 7:57 Secondo te è stata più super prestazione di Pogacar o più controprestazione di Roglic?
Io sono per la prima.
Anche secondo me tra le due prevale la prima. Però anche Roglic non credo fosse al massimo delle sue potenzialità, per il semplice fatto di non essere arrivato secondo.
matter ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 8:25
nibali-san baronto ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 7:51 Purtroppo ero dietro all'organizzazione di una corsa di giovanissimi e non ho potuto commentare questo Tour,
Dogana? :D
Eh sì. Ero a dare i braccialetti e poi a farmi mandare a quel paese per non far passare nessuno nella zona del traguardo. :pomodoro:
C'eri anche te?


matter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da matter »

nibali-san baronto ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 9:24
Passista Scalatore ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 7:57 Secondo te è stata più super prestazione di Pogacar o più controprestazione di Roglic?
Io sono per la prima.
Anche secondo me tra le due prevale la prima. Però anche Roglic non credo fosse al massimo delle sue potenzialità, per il semplice fatto di non essere arrivato secondo.
matter ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 8:25
nibali-san baronto ha scritto: domenica 20 settembre 2020, 7:51 Purtroppo ero dietro all'organizzazione di una corsa di giovanissimi e non ho potuto commentare questo Tour,
Dogana? :D
Eh sì. Ero a dare i braccialetti e poi a farmi mandare a quel paese per non far passare nessuno nella zona del traguardo. :pomodoro:
C'eri anche te?
No,sapevo delle gara ma ero lontano,purtroppo.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Siamo giunti al giro di boa di questa stagione, il mondiale, che divide in due questo calendario compresso. Veniamo da un Tour dove le tante tappe esigenti hanno fatto emergere comunque le qualità di recupero nonostante i chilometraggi ridotti. Nel frattempo mi sono posto una domanda, com'è possibile che il Giro proponga tappe così lunghe se i GT devono avere una lunghezza complessiva standardizzata? Il fatto è che i km totali differiscono di pochissime unità, ma al Giro le cronometro sono 3... ergo rimangono più km a disposizione per le tappe in linea. Di conseguenza c'è più terreno a cronometro per fare la differenza e più terreno per ribaltare la corsa in montagna (e non solo in montagna come spesso accade al Giro). I km sono gli stessi, il dispendio energetico è nettamente superiore.
La mia sensazione è che con un percorso come quello del Giro, Roglic avrebbe avuto un calo più evidente e Pogacar sarebbe emerso prima. Ed infatti il Giro dell'anno scorso andò più o meno in questo modo, al netto dell'assenza di un Pogacar così nettamente superiore all'ultima giornata. Solo applausi per Caruso. Sono quasi commosso dal lieto fine della favola di Porte che finalmente ha ottenuto un podio dopo anni di sofferenze. Aprirò una parentesi a livello giornalistico nei prossimi giorni.

Oggi? Il mondiale mai come quest'anno ha avuto un percorso esigente e soprattutto mai come quest'anno è stato talmente tortuoso e senza pianura da favorire azioni da lontano. Stare al vento su un percorso di questo genere non fa moltissima differenza, ma essere in coda a subrire frustate continue si. Non mi stupirebbe, da romantico del ciclismo, vedere un attacco a sorpresa al primo giro. Una nazionale che fosse già compatta in rampa di lancio potrebbe provare a cogliere in castagna i principali favoriti (Van Aert, sloveni, Alaphilippe e magari Hirschi) e voltarsi indietro al primo passaggio sotto l'arrivo per fare la cobta di chi è rimasto. Ad ogni modo è un approccio che può verificarsi a qualunque giro. Non so capire quanto possa essere duro per i prof, ma ho la sensazione che un po' come le Strade Bianche sia semplicemente una corsa per uomini forti dove non si inventa nulla: strappi brevi e ripidi ripetuti in continuazione, strade strette. Niente sterrato ma 70 km di corsa in più. Poi magari si guardano nelle palle degli occhi fino al suono della campanella dandovi il diritto di percularmi. :hammer:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: domenica 27 settembre 2020, 7:31 Siamo giunti al giro di boa di questa stagione, il mondiale, che divide in due questo calendario compresso. Veniamo da un Tour dove le tante tappe esigenti hanno fatto emergere comunque le qualità di recupero nonostante i chilometraggi ridotti. Nel frattempo mi sono posto una domanda, com'è possibile che il Giro proponga tappe così lunghe se i GT devono avere una lunghezza complessiva standardizzata? Il fatto è che i km totali differiscono di pochissime unità, ma al Giro le cronometro sono 3... ergo rimangono più km a disposizione per le tappe in linea. Di conseguenza c'è più terreno a cronometro per fare la differenza e più terreno per ribaltare la corsa in montagna (e non solo in montagna come spesso accade al Giro). I km sono gli stessi, il dispendio energetico è nettamente superiore.
La mia sensazione è che con un percorso come quello del Giro, Roglic avrebbe avuto un calo più evidente e Pogacar sarebbe emerso prima. Ed infatti il Giro dell'anno scorso andò più o meno in questo modo, al netto dell'assenza di un Pogacar così nettamente superiore all'ultima giornata. Solo applausi per Caruso. Sono quasi commosso dal lieto fine della favola di Porte che finalmente ha ottenuto un podio dopo anni di sofferenze. Aprirò una parentesi a livello giornalistico nei prossimi giorni.

Oggi? Il mondiale mai come quest'anno ha avuto un percorso esigente e soprattutto mai come quest'anno è stato talmente tortuoso e senza pianura da favorire azioni da lontano. Stare al vento su un percorso di questo genere non fa moltissima differenza, ma essere in coda a subrire frustate continue si. Non mi stupirebbe, da romantico del ciclismo, vedere un attacco a sorpresa al primo giro. Una nazionale che fosse già compatta in rampa di lancio potrebbe provare a cogliere in castagna i principali favoriti (Van Aert, sloveni, Alaphilippe e magari Hirschi) e voltarsi indietro al primo passaggio sotto l'arrivo per fare la cobta di chi è rimasto. Ad ogni modo è un approccio che può verificarsi a qualunque giro. Non so capire quanto possa essere duro per i prof, ma ho la sensazione che un po' come le Strade Bianche sia semplicemente una corsa per uomini forti dove non si inventa nulla: strappi brevi e ripidi ripetuti in continuazione, strade strette. Niente sterrato ma 70 km di corsa in più. Poi magari si guardano nelle palle degli occhi fino al suono della campanella dandovi il diritto di percularmi. :hammer:
Slegar ha scritto: lunedì 14 settembre 2020, 19:41 C'è chi si chiede una spiegazione sulle velocità fatte sulle salite di questo Tour. Una chiave di lettura può essere data dalle "tappe fotocopia" che questo Tour propone rispetto, ad esempio, al Giro e che possono favorire il recupero tra le tappe.

Ho provato a confrontare la lunghezze dei due grandi giri, sia complessiva che delle singole tappe, e i risultati ottenuti dimostrano a mio avviso un appiattimento del Tour su determinati standard.

La lunghezza complessiva del Tour è di 3.484,2 km mentre quella del Giro di 3.496,8; a prima vista le lunghezze complessive sono uguali. Se si tolgono le cronometro e la kermesse finale di Parigi le differenze iniziano già a farsi vedere: il Tour propone 19 tappe con una lunghezza media di 175 km mentre il Giro propone 18 tappe con una lunghezza media di 190,7 km. Prendendo come riferimento la media del Giro dello scorso anno (39,396 km/h) mediamente in ogni tappa i "girini" resteranno in sella 23'47" in più rispetto ai "touristi" per un tempo complessivo di 2h41'26" che viste così non sembra una gran differenze.

La grande differenza nella lunghezza delle tappe sta nello scarto quadratico medio, pari a 17,8 km per il Tour e 29,6 km per il Giro; ciò vuol dire che le tappe al Tour propongono una lunghezza abbastanza simile mentre variano molto quelle del Giro. Ho così classificato le tappe in cinque fasce a seconda della loro lunghezza con questo criterio:

Classe 1: fino a 150 km
Classe 2: da 151 a 175 km
Classe 3: da 176 a 200 km
Classe 4: da 201 a 225 km
Classe 5: oltre i 226 km

Confrontando la lunghezza delle tappe, questi sono i risultati:

Tour 2020:
Classe 1: 1 tappa
Classe 2: 11 tappe
Classe 3: 6 tappe
Classe 4: 1 tappa
Classe 5: 0 tappe

Giro 2020:
Classe 1: 4 tappe
Classe 2: 0 tappe
Classe 3: 7 tappe
Classe 4: 5 tappa
Classe 5: 2 tappe

Contrassegnando con C la cronometro, R il riposo e K la kermesse finale di Parigi, la sequenza dei giorni di gara tra i due grandi giri è la seguente:

Tour 2020: 2-3-3-2-3-3-2-1-2-R-2-2-4-3-3-2-R-2-2-2-2-C-K

Giro 2020: C-1-1-1-4-3-1-3-4-R-3-3-4-3-C-3-R-5-4-4-5-3-C

La sequenza delle tappe al Tour è molto più regolare e di conseguenza sono più regolari i tempi di recupero tra una tappa e l'altra; inoltre, all'approssimarsi delle giornate di riposo, la lunghezza delle tappe tende ad accorciarsi, favorendo ulteriormente il recupero per i ciclisti


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Maìno della Spinetta ha scritto: domenica 27 settembre 2020, 7:52
nibali-san baronto ha scritto: domenica 27 settembre 2020, 7:31
Slegar ha scritto: lunedì 14 settembre 2020, 19:41
Direi che l'analisi di Slegar è pure più approfondita della mia (anche di molto) e hai fatto bene a quotarlo. Io non l'avevo visto, altrimenti lo avrei sicuramente citato anch'io. In questa settimana avevo da organizzarmi con l'inizio dell'università e le tesine per il corso da DS per cui sono stato abbastanza lontano dal forum. In quale thread è stato pubblicato che così mi riguardo la conversazione?


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: domenica 27 settembre 2020, 8:22
Maìno della Spinetta ha scritto: domenica 27 settembre 2020, 7:52
nibali-san baronto ha scritto: domenica 27 settembre 2020, 7:31
Slegar ha scritto: lunedì 14 settembre 2020, 19:41
Direi che l'analisi di Slegar è pure più approfondita della mia (anche di molto) e hai fatto bene a quotarlo. Io non l'avevo visto, altrimenti lo avrei sicuramente citato anch'io. In questa settimana avevo da organizzarmi con l'inizio dell'università e le tesine per il corso da DS per cui sono stato abbastanza lontano dal forum. In quale thread è stato pubblicato che così mi riguardo la conversazione?
Certo, l'ho rilanciato non per farti le pulci ma perché era un contributo pregevole e si inseriva nel tuo discorso.

Se clicchi sul link accanto al messaggio quotato ti riporta diretto nella conversazione (Tour 2020).

E buon mondiale!!


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Maìno della Spinetta ha scritto: domenica 27 settembre 2020, 10:04
nibali-san baronto ha scritto: domenica 27 settembre 2020, 8:22
Maìno della Spinetta ha scritto: domenica 27 settembre 2020, 7:52

Direi che l'analisi di Slegar è pure più approfondita della mia (anche di molto) e hai fatto bene a quotarlo. Io non l'avevo visto, altrimenti lo avrei sicuramente citato anch'io. In questa settimana avevo da organizzarmi con l'inizio dell'università e le tesine per il corso da DS per cui sono stato abbastanza lontano dal forum. In quale thread è stato pubblicato che così mi riguardo la conversazione?
Certo, l'ho rilanciato non per farti le pulci ma perché era un contributo pregevole e si inseriva nel tuo discorso.

Se clicchi sul link accanto al messaggio quotato ti riporta diretto nella conversazione (Tour 2020).

E buon mondiale!!
Purtroppo il mondiale lo dovrò seguire a singhiozzo perché sono a Padova con gli juniores. Come giustamente mi ha detto un amico scherzando, "chi lavora nel mondo del ciclismo le corse non le vede, le fa"
Comunque hai fatto bene a condividerlo qua, mi fa sempre piacere. :cincin:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Passato il mondiale comincia il Giro. Avevo intenzione di fare un commento, ma il covid ha fatto sì che il nocciolo della stagione (sia professionistica che giovanile) corrispondesse con il ri-inizio dell'università e ovviamente sto diventando un po' scemo.

1a TAPPA
Cronometro per molti km in discesa e per questo più lunga dell'originale. Il percorso è veloce, caratterizzato da lunghi rettilinei, ma attenzione al primo tratto che richiede uno sforzo non indifferente. Per 1100 metri la strada sale verso il GPM posto dietro le absidi del Duomo di Monreale. La pendenza media del 6% nasconde la rampa finale con massima ufficiale del 18% su sampietrini piuttosto sconnessi. Sarà necessario partire subito a tutta nel tratto in salita e rilanciare subito la bici in discesa, che non prevede curve tecniche, ma soltanto un paio di tornanti. Può essere già un buon test per capire la condizione dei pretendi alla classifica.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Grande Francesco! :clap: :clap: :clap: Oggi con la puntata di Smartcycling ti sei risparmiato tre settimane di lavoro :diavoletto:
Stravedo per te nel campo giornalistico, perché nonostante la giovane età, mostri una conoscenza e una parlantina fuori dal comune. Vai Francesco, tifo per te.
P.S. Almeno potrò dire il proverbiale "ve lo avevo detto" :D


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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IlLince ha scritto: sabato 3 ottobre 2020, 21:35 Grande Francesco! :clap: :clap: :clap: Oggi con la puntata di Smartcycling ti sei risparmiato tre settimane di lavoro :diavoletto:
Stravedo per te nel campo giornalistico, perché nonostante la giovane età, mostri una conoscenza e una parlantina fuori dal comune. Vai Francesco, tifo per te.
P.S. Almeno potrò dire il proverbiale "ve lo avevo detto" :D
Ti ringrazio per l'apprezzamento. È una soddisfazione incredibile, anche perché io mi diverto come un matto a parlare di ciclismo. È casa mia.
Non mi risparmierò le presentazioni giornaliere, sulle quali però ovviamente mi impegnerò un po' meno. In merito al futuro mi limito ad un "bettiniano" "Vediamo, dai!"


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: sabato 3 ottobre 2020, 21:40
IlLince ha scritto: sabato 3 ottobre 2020, 21:35 Grande Francesco! :clap: :clap: :clap: Oggi con la puntata di Smartcycling ti sei risparmiato tre settimane di lavoro :diavoletto:
Stravedo per te nel campo giornalistico, perché nonostante la giovane età, mostri una conoscenza e una parlantina fuori dal comune. Vai Francesco, tifo per te.
P.S. Almeno potrò dire il proverbiale "ve lo avevo detto" :D
Ti ringrazio per l'apprezzamento. È una soddisfazione incredibile, anche perché io mi diverto come un matto a parlare di ciclismo. È casa mia.
Non mi risparmierò le presentazioni giornaliere, sulle quali però ovviamente mi impegnerò un po' meno. In merito al futuro mi limito ad un "bettiniano" "Vediamo, dai!"
E te lo si vede in faccia che ti diverti :P , e poi io non penso che tu ti sei fatto tutte le montagne del giro per conoscere i minimi dettagli che hai raccontato, quindi la tua passione nel documentarsi è veramente grande . Ti seguirò con passione e aspetto con ansia che tu finisca il tuo giro del Pro Cyling Manage :crazy:
P.S. Ma come trovi il tempo per fare tutto questo :uhm: :dubbio: Vabbé che sei giovine, però... :diavoletto:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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IlLince ha scritto: sabato 3 ottobre 2020, 22:18
nibali-san baronto ha scritto: sabato 3 ottobre 2020, 21:40
IlLince ha scritto: sabato 3 ottobre 2020, 21:35 Grande Francesco! :clap: :clap: :clap: Oggi con la puntata di Smartcycling ti sei risparmiato tre settimane di lavoro :diavoletto:
Stravedo per te nel campo giornalistico, perché nonostante la giovane età, mostri una conoscenza e una parlantina fuori dal comune. Vai Francesco, tifo per te.
P.S. Almeno potrò dire il proverbiale "ve lo avevo detto" :D
Ti ringrazio per l'apprezzamento. È una soddisfazione incredibile, anche perché io mi diverto come un matto a parlare di ciclismo. È casa mia.
Non mi risparmierò le presentazioni giornaliere, sulle quali però ovviamente mi impegnerò un po' meno. In merito al futuro mi limito ad un "bettiniano" "Vediamo, dai!"
E te lo si vede in faccia che ti diverti :P , e poi io non penso che tu ti sei fatto tutte le montagne del giro per conoscere i minimi dettagli che hai raccontato, quindi la tua passione nel documentarsi è veramente grande . Ti seguirò con passione e aspetto con ansia che tu finisca il tuo giro del Pro Cyling Manage :crazy:
P.S. Ma come trovi il tempo per fare tutto questo :uhm: :dubbio: Vabbé che sei giovine, però... :diavoletto:
Il dramma infatti è che ne voglio far troppe. :hammer:
Comunque Castrin, Agnello e Izoard sono state pure pedalate :fischio:
Per il resto è soltanto passione. Quand'ero piccolo spesso mi portavo un atlante al gabinetto, invece dei fumetti. Ora sono in grado di elencare passi in successione da Gap a Campobasso e da Catania a Bolzano senza troppi problemi. Fortunatamente non si è trasformato in una malattia mentale, almeno spero :crazy:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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2a TAPPA
La tappa è leggermente più lunga dell'originale, con due effetti: tatticamente dovrebbe essere più lineare con una fuga in partenza che desterà meno preoccupazione, a livello di energie sarà una tappa più dispendiosa. In 150 km si somma un dislivello tra i 1500 e i 2000 metri. Dal km0 si sale quasi subito a Calatafimi (8 km; 3,8%), quindi a Vita (4 km; 4,6%) ed infine al GPM di Santa Ninfa (4,4 km; 4,6%). In seguito le strade sono quasi tutte a scorrimento veloce, rendendo il percorso poco nervoso anche da un punto di vista planimetrico, mentre altimetricamente (soprattutto dai -40) sarà piuttosto ondulato e dispendioso. Attenzione al vento forte di questi giorni che in questo tratto di strade a scorrimento veloce potrebbe provocare i ventgli. A circa 4km dal traguardo si affronta un'inversione e si inizia a salire verso Agrigento. E' cambiato il versante con cui si sale al traguardo rispetto alla prima versione, ma non cambia la sostanza. E' più irregolare (dunque con pendenze massime più accentuate) e questo potrebbe favorire gli attacchi rispetto al versante del 2008 che è molto costante. Già abbiamo sviscerato ieri in diretta i nomi dei favoriti: Matthews nome d'obbligo, poi Sagan, Ulissi, Battaglin e magari Almeida in cerca della rosa.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Bellissima sparata di Ulissi, che quest'anno sembra particolarmente in palla e timbra alla prima occasione disponibile. Marco ha fatto sicuramente i nomi giusti sabato sera, tant'è che soltanto Battaglin è mancato tra i primi. Bene Nibali che è sembrato pimpante su un arrivo molto esplosivo. Anche Sagan mi è sembrante più brillante che al Tour.

Alla Liegi Alaphilippe aveva decisamente troppa voglia di vincere e ha dimostrato di non essere lucido. Diciamo che bisogna smetta di fare pronostici secchi...

Una rapida annotazione per le prossime tre settimane:
Le mie presentazioni come sapete prevedono tutte le possibili variabili, anche quelle più romantiche. Per un commento più equilibrato, anche grazie a Marco in versione di moderatore, consiglio a tutti di rivedersi la diretta di sabato sera.

3a TAPPA
Altra tappa piuttosto breve (150 km), ma si cambia musica: oltre 3000 metri di dislivello (che in 150 km sono tanti) e arrivo sull'Etna. Si parte in discesa per poi salire verso Leonforte (scollinamento al km 23 dopo 10,5 km al 4%, di cui i primi 2 piuttosto ripidi). I successivi 25 km saranno un continuo saliscendi, seguiti da 10 km di discesa più decisa. Anche i 20 km verso Paternò (nonostante siano i più semplici) non si può dire che siano effettivamente pianeggianti. Si entra adesso nel vivo della tappa, con l'Etna preceduto da altre tre ascese non ufficialmente segnalate. Decisamente abbordabile è la prima salita verso Nicolosi di 12 km al 4% (attraversando Belpasso 3 km al 6%), seguita da un tratto pedemontano molto vallonato. Dopo Zafferana Etnea si salirà verso Fornazzo (scollinamento al km 115 circa) per 5 km al 5.2%. Rispetto al percorso precedente non si proseguirà in altopiano, ma al contrario si scenderà verso Sant'Alfio (tratto breve ma molto inisidioso) per poi risalire con 3,4 km al 5,6%. Poco dopo inizierà la discesa verso Linguaglossa: attenzione, perché presenta un paio di tratti piuttosto tecnici e siamo nella Sicilia di Nibali; un attacco stile Liquigas ce lo vedo molto bene in queste due discese che anticipano di pochissimo l'ascesa conclusiva. Inizia quindi la salita finale: formalmente sono 18.2 km al 6.8% (842 punti di difficoltà), divisibili in due settori. La salita è molto regolare per 12 km (1.5 - 13.5) con una media del 7%. Poi circa 1300 metri di falsopiano anticipano l'impennata finale con pendenze importanti: 3 km al 9% piuttosto costanti con una massima dell'11%. Proprio dopo il tratto più ripido (praticamente in corrispondenza dell'ultimo km) la strada spiana per alcuni metri e se in quel punto qualcuno ha la forza di piantare uno scatto come si deve, potrebbe arrivare al traguardo. La regolarità della salita, preceduta dalle altre tre, la rende molto adatta a fare ritmo elevato con la squadra fino agli ultimi 3 km; qui presumibilmente entreranno in azione i big, visto che stare a ruota conterà abbastanza poco.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: lunedì 5 ottobre 2020, 13:03
Dopo Zafferana Etnea si salirà verso Fornazzo (scollinamento al km 115 circa) per 5 km al 5.2%. Rispetto al percorso precedente non si proseguirà in altopiano, ma al contrario si scenderà verso Sant'Alfio (tratto breve ma molto inisidioso) per poi risalire con 3,4 km al 5,6%. Poco dopo inizierà la discesa verso Linguaglossa: attenzione, perché presenta un paio di tratti piuttosto tecnici e siamo nella Sicilia di Nibali; un attacco stile Liquigas ce lo vedo molto bene in queste due discese che anticipano di pochissimo l'ascesa conclusiva.
Se ci aggiungiamo che in diretta avevo dato Almeida maglia rosa... Stavolta ho tutto il diritto di autoincensarmi :diavoletto:
A parte le battute, stupefacente Caicedo. Non credevo che la fuga potesse avere tutte queste chance. Col senno di poi c'è da dire che le squadre che dovevano prendere in mano la corsa (Sky e Mitchelton) hanno dovuto attendere i capitani in crisi, la Trek deve ancora trovare Ciccone che sta crescendo, l'Astana si è sfatta in due tappe... chi è che tira? E il problema si pone anche per il resto del Giro. Le fughe bidone rischiano di influenzare moltissimo le tappe insidiose delle prime due settimane (già in tappe come domani o giovedì). Riguardo a oggi mi sono già sbilanciato sul forcing della Bora. Per il resto rimane la presentazione fatta a febbraio.


4a TAPPA
Si riparte con una tappa per velocisti, ma piuttosto strana. Soltanto 140 km, di cui i primi 30 piuttosto vallonati e gli ultimi 30 completamente pianeggianti. In mezzo si trova lo spartiacque della Portella Mandrazzi. La strada comincia già a salire al km 40. Intorno al km 48 il falsopiano si fa salita per i successivi 27 km con una media intorno al 4%. La salita vera e propria possiamo limitarla agli ultimi 12\13 km che presentano pendenze costanti ed una media superiore al 5%. Da un lato la salita non è una passeggiata e qualche velocista si potrebbe staccare, dall'altro cominciano 30 km di discesa che se non si può dire sia effettivamente tecnica, va detto che è molto veloce e presenta nella seconda metà alcune sequenze di curve che se fatte ad alta velocità potrebbero spezzare il gruppo (ricordo la Bahrain fare qualcosa di simile nel 2017 in Sardegna, non tanto per attaccare quanto per stare davanti su una discesa molto simile). Va detto che si viene dai primi due arrivi in salita, quindi ci sarà stanchezza in gruppo ed è possibile che il gruppo proceda compatto verso la volata. Tuttavia proprio questa stanchezza potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio: se un big prendesse la cotta del giorno dopo (vedi Chaves a Rigopiano) e qualcuno lo notasse non ci vuole niente a fare la salita e la discesa a tutta per poi fare la conta quando si è tornati sul mare. 30 km di pianura sono troppi per pensare che i big escano allo scoperto, ma non sono neanche tantissimi per pensare di spaccare il gruppo e menare fino al traguardo. Sono soltanto ipotesi, forse un po' romantiche, ma al Giro ci sono dei precedenti, anche piuttosto recenti.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Anche ieri qualcosa l'ho azzeccato: la Bora ha effettivamente condotto la corsa, la Trek ha allungato in discesa (forse anche solo per stare davanti) e Gaviria si è perso per strada. Ad ogni modo credevo, e lì mi sono sbagliato, che ci fosse voglia di fare maggior selezione... magari Sagan avrebbe vinto se fosse andata come pensavo. Molto bene Ballerini, bello anche che Caicedo abbia provato a "rubare" l'abbuono. Occhio che Almeida ci vorrà un po' per schiodarlo... Sicuramente oggi ci sono già prove tecniche di tappone e qualche sorpresa sull'ultima salita potrebbe esserci.

5a TAPPA
L'Appennino torna al Giro d'Italia in grande stile. Da Mileto a Camigliatello si affrontano 225 km ed oltre 4000 metri di dislivello: non è un tappone visto che mancano salite davvero impegnative (tolta forse quella finale), ma i numeri lo rendono tale. Si parte bruscamente in salita per raggiungere Vibo Valentia. Dopo essere scollinati al km 5 il percorso si distribuisce fra pianura e discesa fino al km 40 dove comincia una prima fase di su e giù. L'ultimo tratto di respiro sarà dal km 70 al km 90, dove si inizia a salire verso a Catanzaro, per poi inoltrarsi definitivamente nella Sila senza più un metro di pianura lungo strade molto tortuose, dunque selettive sia in salita che in discesa. Almeno due salite emergono in mezzo ad una miriade di strappi: il Monte Trearie è l'unica vera salita di 16 km al 5% (il GPM è stato anticipato in località Tiriolo), ma non va sottovalutata la salita non classificata verso Rogliano di 5 km scarsi al 6.3%. Al termine dell'ultima picchiata verso Cosenza si imbocca la salita conclusiva, uno schiaffo ordinario, reso tremendo da tutti i pizzicotti subiti prima: 23,2 km (tolgo dai dati ufficiali il primo km all'1%) di salita verso il Valico di Montescuro, con pendenze spesso non impossibili, ma quantomeno ingannevoli; inoltre RCS ha giocato il jolly di una deviazione in centro a Spezzano inizialmente non prevista. Quando si salgono tutti di un fiato quasi 1400 metri di dislivello, non sono mai innocui. Tant'è che se stiamo ai numeri ne viene fuori un coefficiente di difficoltà di 793 punti... un numero superiore a molti HC del Tour. A questo si aggiungono tutte le salite già superate e i 200 km già sulle gambe. La salita è divisa sostanzialmente in quattro parti: 5,5 km abbastanza impegnativi (6.2%), 4 km di falsopiano, le due rampe in doppia cifra attraverso Spezzano, infine 11 km abbondanti di salita ininterrotta e costante (6.2%). La difficoltà sta nel fatto che proprio all'imbocco dell'ultimo troncone (adatto a fare ritmo) si trova il tratto più duro: un km e mezzo in doppia cifra per superare Spezzano della Sila con una massima del 18%. E' una rampa breve che tuttavia è seguita da un lungo tratto di salita mediamente dura dove l'acido lattico regnerà sovrano. In vetta mancheranno soltanto 10 km quasi tutti in discesa, ancora una volta abbastanza tecnica. Insomma non è da escludere che possa venire un bel finale e dei distacchi notevoli.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ieri i big tutti assieme, eccetto Caicedo (che credevo potesse reggere per qualche tappa) e McNulty (decisamente sotto tono rispetto alle prestazioni pre-lockdown). Ganna dimostra di poter ambire ai GT in un futuro non troppo remoto e non c'è nient'altro da dire. Solo da applaudire.
Nonostante fossero tutti insieme una tappa del genere resta nelle gambe, anche perché il ritmo pur non essendo impossibile è stato sostenuto. Occhio a Roccaraso.

6a TAPPA
Qui è evidente una volta per tutte quanto sia esigente il nuovo percorso. Dopo 5 tappe mai banali e tutte pericolose ne è stata aggiunta una nuova altrettanto insidiosa. In origine qui si trovava la volata di Brindisi che è stata rimandata di un giorno e sostituito da una tappa pseudo-appenninica, con un avvio pericolosissimo se (come già detto a Villafranca rispetto all'Etna) qualcuno dovesse prendere la cotta il giorno dopo il tappone appenninico di Camigliatello. La tappa, che è stata misteriosamente classificata come pianeggiante totalizza in 188 km almeno 2500 metri di dislivello di cui circa 1500 soltanto nei primi 70 km. Nella fattispecie si valicano il Valico di Campotenese e la Croce Pantana.
Inutile dire come detto per altre circostanze che la partenza in salita (questa volta più di altre) può essere uno spauracchio: la tappa si presta ad una fuga da lontano e se da un lato dev'essere composta da uomini di alto livello che possano sganciarsi di forza, dall'altro il gruppo non può far andar via uomini di classifica. L'andatura sarà molto probabilmente alta e se qualcuno andasse in crisi perderebbe minuti (l'esempio rimane quello da manuale di Chaves a Rigopiano).

Questo rischio direi che ormai è scongiurato, ma per onestà intellettuale lascio...

Senza che ci sia discesa, si sale subito alla Madonna del Carmine (1500 mt circa al 6%), per poi giungere a Rotonda attraverso una discesa decisamente tecnica. Si risale subito verso la Croce Pantana con pendenze abbordabili, per poi scendere verso la parte centrale del percorso (anche in questo caso su strade molto tortuose), affrontando nel mentre un altro paio di strappi. Seguiranno circa 80 km quasi pianeggianti dove sicuramente si assesteranno le dinamiche di gara in vista degli ultimi 30 km di nuovo impegnativi. Prima si sale al GPM di Millotta salita di circa 4,5 km al 7%. La discesa sarà velocissima e pedalabile, motivo per cui è improbabile vedere attacchi sul GPM, ma piuttosto occhio alla selezione da dietro. Un ostacolo di questo genere può mettere in difficoltà i velocisti che hanno resistito fino a questo momento. Gli ultimi 11 km sono quasi tutti in salita: prima si sale per 2500 metri al 4\5%, poi altri 2500 al 4% circa, infine (dopo una breve discesa) uno strappo porterà il gruppo nel centro storico con punte in doppia cifra. Mancheranno soltanto 2 km. Gli ultimi 1250 metri in falsopiano renderanno la volata ancora più impervia, sempre che qualcuno non abbia sparato il colpo giusto sull'ultimo strappo.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Oggi telegrafico.
Demare impressionante. Nibali è sempre lì.
Il ventaglio oggi c'è. Inutile l'ultimo discorso in merito alla fuga da lontano.
nibali-san baronto ha scritto: giovedì 6 agosto 2020, 19:59 7a TAPPA
Dopo sette tappe tutte a loro modo insidiose, si arriva finalmente in pianura con una volata quasi scontata. Nonostante siano pochi gli effettivi km sul mare, non è da escludere che ci sia vento che soffia forte sul Salento durante tutto l'anno. Tuttavia c'è da dire che al Giro d'Italia i ventagli non si vedono quasi mai.
Uno scenario di cui tener conto è la possibilità che il vento (una volta scollinato il breve stratto in salita verso il TV di Grottaglie) sia favorevole: questo, unito alla strada che fino a Brindisi sarà inesorabilmente in leggera discesa (seppur impercettibile), la velocità potrebbe essere molto elevata; se poi consideriamo che ci potrebbe essere stanchezza in gruppo dai giorni precedenti non sarebbe da escludere che una fuga del mattino un po' più corposa del solito arrivi fino al traguardo. Però sarebbe assurdo che i velocisti si lasciassero scappare la tappa in assoluto più appetibile per loro di questo Giro.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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I ventagli non hanno dato esiti, ma sicuramente ci hanno fatto divertire... anche perché la telecronaca stava diventando esilarante.
Demare è impressionante, ma non c'è bisogno di ripeterlo. La positività di Yates è sicuramente una cattiva notizia, ma mi viene da dire che magari la non ottima condizione del britannico potrebbe essere collegata a questo.

8a TAPPA
La quiete è durata ben poco e il gruppo deve affrontare una tappa che torna a toccare la soglia dei 200 km e con un finale tutt'altro che scontato. E' una tappa jolly in cui può succedere tutto e niente, con buone probabilità che una fuga corposa vada in porto. In ogni caso se anche il ritmo venisse fatto in modo regolare dal gruppo, i big dovranno fare i conti con un finale insidioso che richiede quantomeno di stare nelle prime posizioni. L'alternativa è che una squadra cominci a tenere alta l'andatura sulla salita verso Monte Sant'Angelo e tiri il collo a tutti sul'infinita serie di saliscendi, potenzialmente adatta a dare frustate su ogni scollinamento e facendo sì che il gruppo si spezzi, magari cogliendo impreparato un uomo di classifica.
I primi 95 km sono completamente pianeggianti. Con 4 km al 3\4% si arriva in località Madonna delle Grazie dove comincia la salita vera e propria di Monte Sant'Angelo: regolare, non proibitiva, ma da non sottovalutare con i suoi oltre 9 km al 6% che portano a 747 mt di altitudine. Sono oltre 700 metri di dislivello (considerando anche il tratto prima di Madonna delle Grazie) affrontati di botto che se fatti forte possono far male; anche nel finale potrebbero pesare retroattivamente a qualcuno. Da adesso 65 km di strade molto tortuose infarciti di strappi e salitelle: si comincia con una lunga tecnica discesa di 16 km e poi seguono almeno 9 asperità tra le quali spicca l'agevole ascesa di Coppa Santa Tecla (in origine GPM, adesso spostato sullo strappo di La Guardiola). Giunti a Vieste al km 175 si saranno totalizzati 1700 metri di dislivello in appena 80 km; si entra così nel circuito finale, affrontando per la prima volta il muro di Via Saragat. Più agevole il tratto tra la fine della discesa (anch'essa priva di curve degne di nota) fino alla zampellotto di Defensola. Al traguardo mancano gli ultimi 14,5 km in circuito, piuttosto tortuosi nella prima parte che riporta al muro di Via Saragat toccando il centro storico di Vieste; molto agevoli e poco favorevoli ad eventuali attacccanti i 9 km che rimangono dalla fine della discesa. Su un percorso di questo tipo il vento non può sicuramente provocare ventagli, ma certo influenzerà le dinamiche di corsa.
Alla fine si saranno conclusi 200 km con oltre 2000 metri di dislivello, tutti totalizzati negli ultimi 100 km.

N.B. L'altimetria degli ultimi km non fa riferimento all'intero circuito, ma soltanto agli ultimi 11,1 km. I precedenti 3,4 km (come già detto) si svolgono a ridosso del centro storico e sono ondulati e tortuosi.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Alla fine come dicemmo in diretta è stata la tappa della tregua... Probabilmente prima della tempesta. L'allarme dei piani B si è diffuso e qualcuno potrebbe aver voglia di dare uno scossone prima che sia troppo tardi. È previsto maltempo e temperature basse. Occhio perché se anche non ci fossero attacchi potrebbe venire una tappa talmente tosta da vedere crisi improvvise e grandi distacchi anche solo sulla salita finale.


9a TAPPA
Il Giro rimmette il conto in pari delle tre mancate tappe ungheresi, aggiungendo un tappone appenninico inaspettato e sicuramente gradito, nonostante si potesse fare di meglio; va detto che in un Giro così duro, non c'era bisogno di infilarci un'altra tappa impossibile e questo percorso potrebbe essere il giusto compromesso. Le chiavi di lettura sono soprattutto due (pur lasciando spazio ad un ampio ventaglio di sfumature) :
1) Lo spartiacque di Passo Lanciano, senza dubbio la salita più dura del giorno che, anche grazie al passaggio in centro a Pretoro, può diventare molto selettiva
2) I big aspettano la salita finale per lanciarsi qualche scaramuccia.
Anche qui si sono divertiti ad inserire subito i 2 km di salita verso Vasto per complicare la partenza della fuga: il gruppo dovrà stare attento a non lasciarsi sfuggire un uomo pericoloso, anche considerando che in una tappa del genere saranno in molti ad attaccare fin da subito. 50 km pianeggianti portano ai piedi della Majella che sarà il punto centrale del percorso. Prima si sale a Bocca di Valle (in totale si sommano circa 12,5 km con una media del 3,3%) e poi verso Passo Lanciano (12,6 km al 7% con tratti in doppia cifra; difficoltà: 600 punti). Attenzione anche alla discesa che nella seconda parte sarà piuttosto tecnica. Seguirà la lunghissima salita (37 km) verso Passo San Leonardo, fatta di molteplice ascese tutte abbastanza pedalabili; dipenderà molto dalla situazione che si sarà creata su Passo Lanciano: se una squadra avesse provato a cogliere qualcuno impreparato e, riuscendoci, avesse insistito in discesa, farà sì che il ritmo resti alto e come ben sappiamo l'Aprica scava ed amplia i distacchi nati sul Mortirolo. Fatto sta che non ci sarà più pianura fin sul traguardo che sarà preceduto dal GPM di Bosco di Sant'Antonio (10 km al 5%) e da alcuni strappi attraverso Pescocostanzo e Rivisondoli. La salita finale è divisa in una prima parte costante e pedalabile e nella rampa finale in doppia cifra. Non è niente di impossibile ma dopo 200 km, su cui sono cosparsi 4000 metri di dislivello è inutile dire che per fare selezione basta mezzo scatto. Magari non succederà niente, ma potenzialmente possono volare minuti.

N.B. Visto che il profilo ufficiale di Passo San Leonardo si limita all'ultimo troncone, lascio anche il mio.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Stavolta il mio ottimismo non è stato premiato. Evidentemente le rassicurazioni di Vegni in merito al passaggio su Stelvio e Agnello hanno rapidamente attecchito e nessuno ha voluto forzare su Passo Lanciano. Rimane il fatto che la tappa è stata comunque dura anche per via del freddo per cui influenzerà moltissimo la tappa trabocchetto di oggi che giunge dopo il temuto primo giorno di riposo che spesso ha fatto danni. Purtroppo avere in contemporanea corse di esordienti, allievi e juniores non mi aiuta nel seguire le corse, per cui non ho potuto vedere in modo approfondito le corse di domenica. Certo che Alberto continua a darmi ragione sulla sua crescita di condizione, però, ahimé, gli stanno cancellando un po' di corse... ormai è rimasto solo il Fiandre.

10a TAPPA
Potrebbe tornare ad esserci maggior freschezza in gruppo e lo spauracchio del day after incombe. Ritorna in grande stile la tappa dei muri dopo l'aborto di Pesaro 2019. Non serve spiegare molto a livello tattico, se non che in queste tappe bisogna sempre stare attenti perché un attacco in cima ad un muro ben assestato e tenuto in tiro anche in discesa può sgretolare il gruppo, rendendo questa tappa una corsa a eliminazione strappo dopo strappo. Le due apparizioni sui muri nel 2013 sono lampanti: Nibali ribaltò la Tirreno a Marzo, poi a Maggio andò verso la conquista della rosa (presa il giorno dopo a crono) mentre Wiggins si irrigidiva curva dopo curva; fu complice in entrambi i casi un meteo poco favorevole. Anche quest'anno senza dubbio il meteo rappresenta una notevole discriminante.
La corsa parte in discesa, per poi proseguire sostanzialmente pianeggiante (alcuni strappi ad Ortona) fino a Francavilla. Si risale così verso Torrevecchia Teatina, in vista del ritorno di una vecchia conoscenza: il muro di Via del Tricalle a Chieti di 1 km al 12% con max del 19%. Tuttavia, dopo una discesa veloce, non sarà seguito da altri muri, quindi potrebbe anche non succedere nulla. Uno scenario in cui possiamo sperare è quello che abbiamo visto proprio a Chieti l'anno passato andando verso L'Aquila: se ci fosse caos per andare in fuga, il gruppo continuasse ad inseguire e il ritmo fosse elevato, si passerebbe da Via del Tricalle col gas aperto e a vedere tutti al vento quando mancano 125 km al traguardo non ci vorrebbe nulla. Altrimenti le forze si concentreranno per un finale intensissimo.
Al termine della discesa 9 km pianeggianti, la facile salita verso Spoltore (4 km al 4%) e un po' di saliscendi fino a Montesilvano. 30 km piannegianti portano a Giulianova dove ci sarà un nuovo antipasto: si imbocca il primo passaggio da Tortoreto: 2,3 km al 8,5% (elimino il falsopiano iniziale conteggiato sul Garibaldi) divisi in due rampe distinte, entrambe con punte al 18%. Una discesa molto tecnica porterà a Tortoreto Lido, dove (senza passare dal traguardo) comincia il circuito finale. Vale un po' lo stesso discorso di Chieti: dopo la discesa si torna in pianura, quindi potenzialmente si può spezzare il gruppo ma è più probabile che arrivino quasi compatti ai piedi dell'ultima serie di asperità. Rimagono gli ultimi 12 km di pianura per superare Martinsicuro ed imboccare la salita di Colonnella: non è un muro, ma una salita vera e propria di 3,1 km al 9,2% con punte del 18% (come dissi in diretta, una sorta di Civiglio leggermente più corto. Appena 5 km a tratti tortuosi porteranno ad uno dei punti più insidiosi: il muro di Controguerra è il muro per eccellenza di poche centinaia di metri (più o meno 500) al 20% (max 24%), con ingresso ad imbuto; non appena la strada "spianerà" al 10% e in testa qualcuno avrà la forza di rilanciare, dietro si sentirà una frustata inaudita; la fiera dell'acido lattico. (Vi consiglio di cercarvi Via Patellara su Street View... fa impressione).
Un'inversione in centro a Controguerra ("stile Poggio") porta all'imbocco della discesa di 8 km non troppo tecnica. Momento di parziale respiro con l'ascesa verso Colle Luna di 2 km al 4,5% con due tratti al 8\9%. Iniziano così 15 km di fuoco con una discesa tecnica che porta il gruppo ad imboccare la seconda ascesa a Tortoreto da un nuovo versante: due strappi in doppia cifra (max 20%) compongono una salita di circa 1700 metri al 9,5%, seguita da un tratto di respiro ed alcune centinaia di metri nuovamente in salita. Una discesa molto tecnica porta all'imbocco dell'ultima ascesa: si risale a Tortoreto dal primo versante, sottratto della prima rampa, dunque circa 1,3 km al 8,5% (max 15%). In cima mancano 11 km. Alcune centinaia di metri prima di iniziare i 3 km di discesa tecnica che potrebbero essere determinanti. In fondo mancheranno 8 km pianeggianti. Alla fine saranno 179 km con circa 2000 metri di dislivello; soltanto negli ultimi 42 km se ne salgono quasi 1000.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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La dinamica non è stata troppo diversa da come la immaginavo. Mi aspettavo però qualche azione in più dei big, che probabilmente ci sarebbe stata se Pozzovivo anziché inseguire per la foratura avesse attaccato, come era preventivabile. Crisi di Vanhoucke, mentre Fuglsang rifora. Certo è che dopo essersi lamentato sul Gargano per un attacco che non c'è stato, sembra quasi che il karma ci abbia messo lo zampino :diavoletto: .
Sagan da standing ovation. Questa vittoria da sola riscatta la stagione anonima, soprattutto per come se l'è cercata. E attenzione, perché adesso che si è sbloccato... secondo me vince più facile.

11a TAPPA
Una tappa come quella di ieri resterà sicuramente sulle gambe ed andrà ad influenzare questa volata abbastanza scontata. Tuttavia vale la pena di far notare che i 182 km verso Rimini non saranno completamente pianeggianti. I primi 108 km sono effettivamente molto agevoli, poi si sale al Monte di San Bartolo (3 km al 5%) e si affronta parte della panoramica. Si scende dalla Siligata affrontando così altri 15 km circa molto tranquilli. Arrivati a Cella al km 137 iniziano 24 km ondulati e tortuosi: si sale a Misano Monte (2 km scarsi al 4%), al TV di Coriano (600 mt, 8%), a Pedrolara (700 mt, 8%), a Cerasolo (1500 metri circa al 6%) e a Santa Cristina (1300 metri al 6%, formati da due strappi in doppia cifra, a suo modo un piccolo muro). In fondo alla discesa mancano 22 km, quindi non tantissimi. Significa che il gruppo transiterà ad alta andatura da questi strappi che non dovrebbero creare problemi ai big, ma potrebbero creare difficoltà a qualche velocista.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Poco da dire sulla tappa di ieri, se non che il gruppo si è spezzato e Vanhoucke si è beccato un altro minuto.

12a TAPPA
Un'altra tappa jolly in cui può succedere tutto e niente.
Si superano di nuovo i 200 km con un dislivello complessivo di circa 3500 metri, di fatto concentrati tra il km 27 e il km 190.
Tutte le salite sono potenzialmente molto selettive e tutte le discese sono piuttosto tecniche, quindi da un punto di vista tattico c'è poco da spiegare: si salvi chi può. L'augurio per noi è che qualcuno voglia fare corsa dura, tuttavia gli ultimi 15 km pianeggianti potrebbero scoraggiare... Speriamo che qualche big vada in crisi e l'andatura si mantenga alta.
Si comincia salendo verso Bertinoro e Polenta con pendenze agevoli. Un tratto di strada ondulata porta ai piedi del secondo "colle", ovvero San Matteo, salita regolare ma non facilissima. Un breve strappo piuttosto ripido (500 mt al 9%) porta a Pieve di Rivoschio, in vista della terribile serie di 5 colli: Ciola (6 km; 6.4%; primi 3 km all'8,3%); Barbotto (4,5 km; 8,4%; 1 km al 12%); Monte Tiffi (1,8 km; 9,8%); Perticara (7,6 km; 4,9%; primi 5,4 km al 6% con max 13%); Madonna di Pugliano (9,1km; 5,5%; primi 4 km al 7,7%; probabilmente la più dura). Al termine della discesa attraverso San Leo mancheranno ancora 54 km. Questo significa che non ci saranno quasi sicuramente attacchi in prima persona sulle salite più impegnative della tappa e probabilmente nemmeno sul successivo Passo delle Siepi (4 km al 5%). Seppur impercettibile è fondamentale la modifica rispetto al percorso presentato ad ottobre: anziché scendere dal Passo attraverso la strada tradizionale, il percorso taglierà verso Masrola, eliminando 6 km di pianura e transitando da una strada più ondulata e tortuosa, creando di fatto una serie unica di "su e giù" fino al km 190. Infatti rimangono solo 5 km di pianura a separare il Passo delle Siepi dalla successiva salita, l'unica in cui crescono le possibilità di un attacco da lontano. Sono 4,4 km al 6,3%, in verità divisi in due km regolari piuttosto impegnativi ed altri 2,4 km molto irregolari con un'impegnativa rampa in doppia cifra in vista dello scollinamento. Imboccare una salita come questa dopo 170 km significa che diventa potenzialmente esplosiva. Si possono verificare due scenari antiteci: o il gruppo procede a gregge, rendendo impossibili attacchi dei big, oppure si tiene il gruppo in tiro su ogni salita e discesa creando una corsa a eliminazione o magari creando una corsa strutturata su più gruppi spezzati che si rincorrono. In mezzo ci stanno tutte le sfumature. Dal GPM mancano 30 km, di cui metà in "discesa" (virgolettato perché di fatto si tratta di una fase ondulata che alterna brevi discese tecniche a falsopiani e brevi strappi). Questo è tutto...

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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La tappa è stata molto selettiva e direi anche piacevole nonostante non ci siano stati attacchi frontali dei big. Unica pecca è che nessuno è andata in crisi per cui è stato sostanzialmente un pareggio. Io non concordo per nulla che (a partire dalla cabina di commento RAI) sostiene l'inutilità dell'azione della NTT: intanto tra il freddo e l'altimetria ci poteva stare una crisi di qualche big e poi sicuramente si è accumulata tanta fatica. Almeida è al primo test sulle 3 settimane, quindi portarlo in carrozza fino alle tappe di montagna (che inoltre rischiano di essere amputate) è l'unica cosa che non si deve fare. Questo tipo di approccio gli crea sicuramente maggiori difficoltà nella gestione dello sforzo e crescono le possibilità di una crisi nell'ultima settimana. E comunque se devo essere sincero non mi ha dato la sensazione di uno "nei su' cenci" quando hanno scollinato San Giovanni in Galilea. Prima del GPM ha mollato la ruota di Pozzovivo ed è stato superato da alcuni corridori. Da un punto di vista tattico la mossa è stata intelligentissima, perché a quel punto non si sarebbe più staccato e sfilarsi gli ha fatto riprendere fiato per 200 mt. Però secondo me è un segno di debolezza.

13a TAPPA
L'altimetria è decisamente meno nervosa, ma anche stavolta i velocisti dovranno far fronte a due muri micidiali che molto probabilmente li taglieranno fuori dai giochi. La tappa è piuttosto lunga (192 km) e la terribile giornata di ieri sarà sicuramente rimasta nelle gambe di molti... e anche il freddo, che se qualcuno non lo avesse smaltito pienamente, oggi potrebbe avere anche una crisi sulle ultime rampe. Se l'andatura sui due GPM finali sarà elevata potrebbero rimanere in pochi. I primi 158 km sono un biliardo, dopodiché si sale al GPM di Roccolo (3,7 km; 9,2%; max 20%), un altro piccolo Civiglio (come Controguerra martedì) seppur molto più irregolare; cito testualmente dal sito del Giro:
Dopo Galzignano Terme la corsa affronta il Roccolo attraverso la concatenazione di 3 salite diverse (il Muro di Vallorto max 20%, [un tratto de] la salita di Castelnuovo e il Roccolo vero e proprio max 17%) su strade mediamente ristrette con fondo sostanzialmente buono. Discesa veloce su Cinto Euganeo per affrontare il Muro di Calaone da Rivadolmo (max 18%) prima dell’ultima veloce parte di tappa.
La discesa da Calaone è decisamente meno tecnica della precedente essendo composta da tornanti su strada larga. Resteranno soltanto 11 km di pianura, planimetricamente non semplicissimi. Un'alternativa alla selezione da dietro potrebbe essere un attacco nel finale di cacciatori di tappe che poi rientra sui fuggitivi del mattino (se ancora sono in vantaggio) e arriva al traguardo.

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34x27

Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Vorrei chiederti un parere secco su Almeida: può tenere la maglia fino a Milano?


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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34x27 ha scritto: venerdì 16 ottobre 2020, 10:47 Vorrei chiederti un parere secco su Almeida: può tenere la maglia fino a Milano?
Prima di risponderti io vorrei ricordare la Tirreno del 2019... Mi fu chiesto: "secondo questo vantaggio basta a Yates per tenere Roglic dietro nella crono?" Più o meno risposi: "secondo me si, soprattutto se prendesse qualche abbuono ai TV"
Yates non prese abbuoni e perse la Tirreno per 1".
Quindi al netto delle mie storiche gufate ti dico che non vedo impossibile che Almeida arrivi in maglia rosa a Milano. Dipende molto dalla cronometro di domani. L'altra variabile è Nibali che finora non si è mai scoperto se non sull'Etna: o sta talmente bene da essere convinto di levarsi tutti in salita da Piancavallo in poi, oppure non ne ha... E scaramanticamente non escludo nessuna delle due. Nel secondo caso credo che Almeida avrebbe molte più chance di quelle che pensiamo.


jumbo
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: venerdì 16 ottobre 2020, 11:43
34x27 ha scritto: venerdì 16 ottobre 2020, 10:47 Vorrei chiederti un parere secco su Almeida: può tenere la maglia fino a Milano?
Prima di risponderti io vorrei ricordare la Tirreno del 2019... Mi fu chiesto: "secondo questo vantaggio basta a Yates per tenere Roglic dietro nella crono?" Più o meno risposi: "secondo me si, soprattutto se prendesse qualche abbuono ai TV"
Yates non prese abbuoni e perse la Tirreno per 1".
Quindi al netto delle mie storiche gufate ti dico che non vedo impossibile che Almeida arrivi in maglia rosa a Milano. Dipende molto dalla cronometro di domani. L'altra variabile è Nibali che finora non si è mai scoperto se non sull'Etna: o sta talmente bene da essere convinto di levarsi tutti in salita da Piancavallo in poi, oppure non ne ha... E scaramanticamente non escludo nessuna delle due. Nel secondo caso credo che Almeida avrebbe molte più chance di quelle che pensiamo.
Se mi posso permettere di aggiungere qualcosa, Almeida ha dalla sua la squadra mostratasi più forte finora e che in genere a livello tattico può supportarlo in modo notevole, supplendo anche alla sua minore esperienza.


34x27

Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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jumbo ha scritto: venerdì 16 ottobre 2020, 11:47
nibali-san baronto ha scritto: venerdì 16 ottobre 2020, 11:43
34x27 ha scritto: venerdì 16 ottobre 2020, 10:47 Vorrei chiederti un parere secco su Almeida: può tenere la maglia fino a Milano?
Prima di risponderti io vorrei ricordare la Tirreno del 2019... Mi fu chiesto: "secondo questo vantaggio basta a Yates per tenere Roglic dietro nella crono?" Più o meno risposi: "secondo me si, soprattutto se prendesse qualche abbuono ai TV"
Yates non prese abbuoni e perse la Tirreno per 1".
Quindi al netto delle mie storiche gufate ti dico che non vedo impossibile che Almeida arrivi in maglia rosa a Milano. Dipende molto dalla cronometro di domani. L'altra variabile è Nibali che finora non si è mai scoperto se non sull'Etna: o sta talmente bene da essere convinto di levarsi tutti in salita da Piancavallo in poi, oppure non ne ha... E scaramanticamente non escludo nessuna delle due. Nel secondo caso credo che Almeida avrebbe molte più chance di quelle che pensiamo.
Se mi posso permettere di aggiungere qualcosa, Almeida ha dalla sua la squadra mostratasi più forte finora e che in genere a livello tattico può supportarlo in modo notevole, supplendo anche alla sua minore esperienza.
Da capire se riusciranno ad aiutarlo anche a Piancavallo.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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jumbo ha scritto: venerdì 16 ottobre 2020, 11:47
nibali-san baronto ha scritto: venerdì 16 ottobre 2020, 11:43
34x27 ha scritto: venerdì 16 ottobre 2020, 10:47 Vorrei chiederti un parere secco su Almeida: può tenere la maglia fino a Milano?
Prima di risponderti io vorrei ricordare la Tirreno del 2019... Mi fu chiesto: "secondo questo vantaggio basta a Yates per tenere Roglic dietro nella crono?" Più o meno risposi: "secondo me si, soprattutto se prendesse qualche abbuono ai TV"
Yates non prese abbuoni e perse la Tirreno per 1".
Quindi al netto delle mie storiche gufate ti dico che non vedo impossibile che Almeida arrivi in maglia rosa a Milano. Dipende molto dalla cronometro di domani. L'altra variabile è Nibali che finora non si è mai scoperto se non sull'Etna: o sta talmente bene da essere convinto di levarsi tutti in salita da Piancavallo in poi, oppure non ne ha... E scaramanticamente non escludo nessuna delle due. Nel secondo caso credo che Almeida avrebbe molte più chance di quelle che pensiamo.
Se mi posso permettere di aggiungere qualcosa, Almeida ha dalla sua la squadra mostratasi più forte finora e che in genere a livello tattico può supportarlo in modo notevole, supplendo anche alla sua minore esperienza.
Si, però ho notato due cose:
1) Ieri sullo scatto di Pozzovivo era rimasto soltanto Masnada
2) Con Almeida c'erano Masnada (26,quasi 27), Honoré (23 e mezzo) e Knox (24, quasi 25). Non c'è nessuno che ha grande esperienza. Sicuramente più di Almeida (22 compiuti ad Agosto), ma comunque nessuno ha già fatto classifica in un GT o supportato qualcuno con lo stesso obiettivo. Al massimo può insegnargli qualcosa Masnada.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ancora più selettiva di quello che pensavo, ma d'altronde questo è dipeso dalla volontà di Ulissi di staccare tutti i velocisti e poi dalle ulteriori accelerazioni di Geoghegan Hart seguito da tutti i big. Almeida sembra ancora pimpante. Ma è ancora lunga, soprattutto considerando che il maltempo sembra allontanarsi dalla prossima settimana.

14a TAPPA
Veniamo già da tappe molto impegnative e non è assolutamente da escludere che la classifica sia già piuttosto definita. Sarà da capire se una volta arrivati a questa cronometro ci saranno nelle primissime posizioni uomini forti a crono (ed è molto probabile): in tal caso qui possono dare una bella mazzata alla classifica e costringere gli scalatori ad attaccare tutti i giorni fino al Sestriere
.
Diciamo che la classifica è abbstanza definita, ma alle spalle di Almeida sono tutti molto vicini. Gran parte dei primi si difende bene a crono, ma forse è proprio Almeida quello più avvantaggiato.

E' una cronometro lunga ma non lunghissima, ma il percorso più in salita che in discesa (quasi 200 metri di dislivello tra partenza e arrivo) abbasserà le velocità ed amplierà i distacchi. La maggior difficoltà in questa cronometro sarà gestire lo sforzo: un'impennata come quella di Ca' del Poggio ti obbliga ad essere a tutta, perché sul 18% o pedali o ti ribalti, non ci sono alternative; sarà importantissimo saper rilanciare una volta scollinati, uno sforzo che si addice a molto agli uomini da Fiandre o da Strade Bianche. E comunque anche i restanti 25 km vanno ben calibrati, perché se inizialmente la strada scende e consente di fare velocità, poi diventa pianeggiante ed infine sale verso Guia (oltre 2 km al 5\6%). Per cui non bisogna intestardirsi a spingere il rapporto nel tratto a favore che potrebbe ingannare e sicuramente assecondare le aspettative del corridore. Probabilmente proprio il tratto in salita dal km 25 al km 31 sarà quello verranno scavati i distacchi più profondi, perché la strada sale senza grandi pendenze e chi dovesse averne potrà spingere il rapporto e tenere alta l'andatura.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mi immaginavo una situazione in cui Almeida diventasse quasi (e sottolineo quasi) il favorito. Non credevo chebanche Kelderman potesse uscirne così bene soprattutto rispetto a Nibali. Certo è che Nibali, come già altri hanno fatto notare, mi sembra che a crono non sia riuscito a fare nessuna buona prestazione in tutto l'anno.

Oggi per me sarà un dramma... Mi perdo Giro e Fiandre per l'ultima corsa degli junior e degli esordienti...

15a TAPPA
Antipasto di tappone, che non può considerarsi tale per la focalizzazione del percorso sulla salita finale. Ciò non significa che sia un unipuerto stile Vuelta, ma al contrario una tappa di 185 km con circa 4000 metri di dislivello: la terribile ascesa di Piancavallo giungerà così al termine di una frazione impegnativa e creerà senza dubbio distacchi importanti. Dunque attenzione alle salite, ma anche alle discese che sono progressivamente più impegnative: molto agevole quella di Sella Chianzutan, più stretta e tecnica quella di Monte Rest (seppur con più tornanti che curve) e ancora più insidiosa (e inoltre ripida) quella di Pala Barzana. Se ci fosse maltempo occhio alle imboscate: vale la pena di ricordare come in una tappa non troppo diversa da questa (ma probabilmente più semplice) Dumoulin abbia rischiato di naufragare per essersi sfilato a Cima Sappada in vista della discesa.
Delle tre salite soltanto la Forcella di Monte Rest presenta pendenze importanti, con un tratto di oltre 5 km al 8\9%, peraltro preceduto dalla non classificata Forcella di Priuso. Tatticamente il punto chiave rimane la salita finale, ma un attacco di squadra in discesa dalla Forcella di Pala Barzana ci starebbe benissimo, per poi arrivare in fondo e fare la conta. A fine discesa mancheranno 22 km per imboccare la salita e quasi tutti decisamente a favore; se il gruppo si spezzasse e il ritmo fosse alto, sarebbe veramente difficile chiudere il buco costringendo chi è rimasto dietro a rincorrere nel tratto più ripido della salita. E ovviamente se anche rientrasse non avrebbe probabilmente la forza di rilanciare quando la pendenza si farà più agevole, rimbalzando. Dopotutto il Piancavallo è salita vera e basterebbe anche da solo a far selezione: 14,5 km; 7,8%; 882 punti. Sicuramente con un percorso di questo genere aumenta molto l'imprevedibilità.

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