Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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11a TAPPA
Una tappa come quella di Tortoreto resterà sicuramente sulle gambe ed andrà ad influenzare questa volata abbastanza scontata. Tuttavia vale la pena di far notare che i 182 km verso Rimini non saranno completamente pianeggianti. I primi 108 km sono effettivamente molto agevoli, poi si sale al Monte di San Bartolo (3 km al 5%) e si affronta parte della panoramica. Si scende dalla Siligata affrontando così altri 15 km circa molto tranquilli. Arrivati a Cella al km 137 iniziano 24 km ondulati e tortuosi: si sale a Misano Monte (2 km scarsi al 4%), al TV di Coriano (600 mt, 8%), a Pedrolara (700 mt, 8%), a Cerasolo (1500 metri circa al 6%) e a Santa Cristina (1300 metri al 6%, formati da due strappi in doppi cifra, a suo modo un piccolo muro). In fondo alla discesa mancano 22 km, quindi non tantissimi. Significa che il gruppo transerà ad alta andatura da questi strappi che non dovrebbero creare problemi ai big, ma potrebbero creare difficoltà a qualche velocista.

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Gimbatbu
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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:clap: :clap: :clap: :clap: :clap: Aspetto il profilo delle altre tappe, Intanto ti faccio i miei complimenti per la completezza delle informazioni.


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udra
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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La tappa di Tortoreto è cambiata nel finale, sul thread del giro 2020 troverai il nuovo finale ;) .


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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12a TAPPA
Un'altra tappa jolly in cui può succedere tutto e niente.
Si superano di nuovo i 200 km con un dislivello complessivo di circa 3500 metri, di fatto concentrati tra il km 27 e il km 190.
Tutte le salite sono potenzialmente molto selettive e tutte le discese sono piuttosto tecniche, quindi da un punto di vista tattico c'è poco da spiegare: si salvi chi può. L'augurio per noi è che qualcuno voglia fare corsa dura, tuttavia gli ultimi 15 km pianeggianti potrebbero scoraggiare... Speriamo che qualche big vada in crisi e l'andatura si mantenga alta.
Si comincia salendo verso Bertinoro e Polenta con pendenze agevoli. Un tratto di strada ondulata porta ai piedi del secondo "colle", ovvero San Matteo, salita regolare ma non facilissima. Un breve strappo piuttosto ripido (500 mt al 9%) porta a Pieve di Rivoschio, in vista della terribile serie di 5 colli: Ciola (6.4 km; 6.3%; primi 3.5 km all'8%); Barbotto (4,6 km; 8,2%; 1 km al 12%); Monte Tiffi (1,8 km; 9,1%); Perticara (7 km; 5,3%; primi 5 km al 6% con max 13%); Madonna di Pugliano (9 km; 5,9%; primi 4 km al 8,4%; probabilmente la più dura). Al termine della discesa attraverso San Leo mancheranno ancora 54 km. Questo significa che non ci saranno quasi sicuramente attacchi in prima persona sulle salite più impegnative della tappa e probabilmente nemmeno sul successivo Passo delle Siepi (4 km al 5%). Seppur impercettibile è fondamentale la modifica rispetto al percorso presentato ad ottobre: anziché scendere dal Passo attraverso la strada tradizionale, il percorso taglierà verso Masrola, eliminando 6 km di pianura e transitando da una strada più ondulata e tortuosa, creando di fatto una serie unica di "su e giù" fino al km 190. Infatti rimangono solo 5 km di pianura a separare il Passo delle Siepi dalla successiva salita, l'unica in cui crescono le possibilità di un attacco da lontano. Sono 5 km al 5,6%, in verità divisi in due km regolari piuttosto impegnativi ed altri tre km molto irregolari con un'impegnativa rampa in doppia cifra in vista dello scollinamento. Imboccare una salita come questa dopo 170 km significa che diventa potenzialmente esplosiva. Si possono verificare due scenari antiteci: o il gruppo procede a gregge, rendendo impossibili attacchi dei big, oppure si tiene il gruppo in tiro su ogni salita e discesa creando una corsa a eliminazione o magari creando una corsa strutturata su più gruppi spezzati che si rincorrono. In mezzo ci stanno tutte le sfumature. Dal GPM mancano 30 km, di cui metà in "discesa" (virgolettato perché di fatto si tratta di una fase ondulata che alterna brevi discese tecniche a falsopiani e brevi strappi). Questo è tutto...

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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udra ha scritto: venerdì 21 febbraio 2020, 16:19 La tappa di Tortoreto è cambiata nel finale, sul thread del giro 2020 troverai il nuovo finale ;) .
Ti ringrazio dell'informazione... guardo subito di rimediare! :cincin:

EDIT: Che scemo... avevo pure commentato la notizia. Noto che su La Flamme Rouge è già stato ricostruito il percorso. In citazione la mia presentazione aggiornata.
nibali-san baronto ha scritto: venerdì 21 febbraio 2020, 14:56 10a TAPPA
Potrebbe tornare ad esserci maggior freschezza in gruppo e lo spauracchio del day after incombe. Ritorna in grande stile la tappa dei muri dopo l'aborto di Pesaro 2019. Sembra tra l'altro che possa essere ulteriormente indurita e la cosa non dispiacerebbe. Non serve spiegare molto a livello tattico, se non che in queste tappe bisogna sempre stare attenti perché un attacco in cima ad un muro ben assestato e tenuto in tiro anche in discesa può sgretolare il gruppo, rendendo il gruppo una corsa a eliminazione strappo dopo strappo. Le due apparizioni sui muri nel 2013 sono lampanti: Nibali ribaltò la Tirreno a Marzo, poi a Maggio andò verso la conquista della rosa (presa il giorno dopo a crono) mentre Nibali si irrigidiva curva dopo curva, complice in entrambi i casi un meteo poco favorevole. Anche quest'anno senza dubbio il meteo rappresenta una notevole discriminante.
La corsa parte subito in salita verso Vasto, per poi proseguire sostanzialmente pianeggiante fino a Francavilla. Si risale così verso Torrevecchia Teatina, in vista del ritorno di una vecchia conoscenza: il muro di Via del Tricalle a Chieti di 1 km al 12% con max del 19%. Tuttavia, dopo una discesa veloce, non sarà seguito da altri muri, quindi potrebbe anche non succedere nulla. Uno scenario in cui possiamo sperare è quello che abbiamo visto proprio a Chieti l'anno passato andando verso L'Aquila: se ci fosse caos per andare in fuga, il gruppo continuasse ad inseguire e il ritmo fosse elevato, si passerebbe da Via del Tricalle col gas aperto e a vedere tutti al vento quando mancano 125 km al traguardo non ci vorrebbe nulla. Altrimenti le forze si concentreranno per un finale intensissimo.
Al termine della discesa 9 km pianeggianti, la facile salita verso Spoltore (4 km al 4%) e un po' di saliscendi fino a Montesilvano. 30 km piannegianti portano a Giulianova dove ci sarà un nuovo antipasto: si imbocca il primo passaggio da Tortoreto: 2 km al 9% divisi in due rampe distinte, entrambe con punte oltre il 15%. Una discesa molto tecnica porterà a Tortoreto Lido, dove (senza passare dal traguardo) comincia il circuito finale. Vale un po' lo stesso discorso di Chieti: dopo la discesa si torna in pianura, quindi potenzialmente si può spezzare il gruppo ma è più probabile che arrivino quasi compatti ai piedi dell'ultima serie di asperità. Rimagono gli ultimi 12 km di pianura per superare Martinsicuro ed imboccare la salita di Colonnella: non è un muro, ma una salita vera e propria di 3 km al 9% con punte del 15%. Appena 5 km a tratti tortuosi porteranno ad uno dei punti più insidiosi: il muro di Controguerra è il muro per eccellenza di poche centinaia di metri al 20%, con ingresso ad imbuto; non appena la strada "spianerà" al 10% e in testa qualcuno avrà la forza di rilanciare, dietro si sentirà una frustata inaudita; la fiera dell'acido lattico. (Vi consiglio di cercarvi Via Patellara su Street View... fa impressione).
Un'inversione in centro a Controguerra ("stile Poggio") porta all'imbocco della discesa di 8 km non troppo tecnica. Momento di parziale respiro con l'ascesa verso Colle Luna di 2 km al 4,5% con due tratti al 8\9%. Iniziano così 15 km di fuoco con una discesa tecnica che porta il gruppo ad imboccare la seconda ascesa a Tortoreto da un nuovo versante: due strappi in doppia cifra (max 20%) compongono una salita di circa 1500 metri al 9%, seguita da un tratto di respiro ed alcune centinaia di metri nuovamente in salita. Una discesa molto tecnica porta all'imbocco dell'ultima ascesa: si risale a Tortoreto dal primo versante, sottratto di alcune centinaia di metri (rimangono le due rampe al 15%). In cima mancano 11,5 km. Alcune centinaia di metri prima di iniziare i 3 km di discesa tecnica che potrebbero essere determinanti. In fondo mancheranno 8 km pianeggianti (purtroppo 5 in più rispetto al percorso originale). Alla fine saranno 211 km con oltre 2000 metri di dislivello; soltanto negli ultimi 42 km se ne salgono quasi 1000.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Come avrete intuito ho smesso di presentare il Giro una volta arrivato il virus... e a questo punyo non ripartirò se non verso Agosto quando la scaramanzia non sarà più necessaria. Tuttavia come sapete io sono sempre aperto all'argomento ciclismo giovanile, che mai come adesso è stato lasciato da parte, o meglio, mai come adesso si nasconde dietro ad un dito di propaganda.
Credo che sia il punto di fare la situazione (anzi avrei dovuto farlo prima, ma forse è meglio adesso che le acque sono più calme) e di disincantare tutti sul magico mondo del ciclismo giovanile. Aggiungo che non mi spiacerebbe se questa sorta di lettera aperta fosse accolta da canali pubblici, sperandolo ma non pretendendolo.

Partiamo dal merito della questione: come gestire i giovani che rischiano di saltare un intero anno di competizioni? Il punto chiave sono coloro che devono passare nella categoria successiva: se i giovanissimi non dovrebbero aver problemi a trovare posto tra gli esordienti, sapete da quanto vi ho raccontato in questi anni che ormai iniziano ad esserci difficoltà ormai al limite del raccapricciante per un esordiente che deve passare allievo, per un allievo che deve passare junior e per uno junior che deve passare U23. Dal momento che un anno viene saltato quasi tutti quelli che si trovano al secondo anno della rispettiva categoria rischiano di smettere. Cassani propose (mi auguro su sua iniziativa, ma non ne sono più nemmeno così sicuro) di congelare tutte le categorie e spostare tutti al prossimo anno. Bellissimo, però il mondo non ruota attorno al ciclismo e ci sono alcuni intoppi. Il problema che tutti sottovalutano è il concetto stesso del congelamento: si tratta di una decisione irreversibile, non c'è modo di ripristinare le categorie come sono adesso nel caso vengano modificate. Altro piccolo problema: il calcio inizia a "reclutare" (sembra eccessivo ma temo che non ci sia termine più adatto) bambini già di 3 o 4 anni... e noi anziché cercare di abbassare l'età per iniziare (ovviamente per puro divertimento!) e attrarre nuovi bambini alla base, ci occupiamo di ritardare tutto di un anno? Credo che l'eventuale neonata categoria G7 non basti, anche perché i giovanissimi, per come sono strutturati adesso, sono già scarsamente invitanti per un bambino che deve iniziare a correre e per una famiglia che lo accompagna; figuriamoci se i sabati infiniti passati ad aspettare il proprio turno dovessero allungarsi con un'altra corsa. Infine, ma qui non ho competenze sufficienti per esporre e specificità, vogliamo definire come la Federazione dovrà accompagnare questa "rivoluzione" in termini burocratici, amministrativi, economici, ecc? Ci siamo posti il dubbio che le squadre di giovanissimi siano felici di fare 7 anni, invece di 6?
Veniamo a questioni più circoscritte: siamo sicuri di mettere il secondo anno juniores, mentre un ragazzo deve svolgere la maturità? Se si trova un DS poco comprensivo il ragazzo rischia di bocciare alla maturità e smettere di correre contemporaneamente e, in ogni caso, io (che ho 19 anni) credo sia di gran lunga più sensato avere la maturità da 1° anno U23, ma qui ci arriverò più avanti. Infine due questioni prettamente logiche:
1) Il terzo anno juniores esiste già, limitato a chi non ha fatto punti per la graduatori regionale e\o nazionale. Basterebbe sbloccare questo vincoli per allungare la categoria.
2) Che c***o è la categoria U24? Che bisogno c'è di allungare di un anno questa categoria? Credo che lo staff di un team WT o Professional sia in grado di accorgersi che siamo stati tutti fermi e che uno di 24 anni è come se ne avesse 23... E' vero che ci sono corse limitate agli U23 senza Elite, ma basterebbe modificare questo per il prossimo anno estendendo agli U24 e poi rimetterlo com'era prima. Non è necessario congelare.

Questo è il nocciolo, l'antefatto. In un prossimo post arriverà un racconto sul "dibattito" che è seguito.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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E' successo nel giro di pochi giorni che nel mondo del ciclismo giovanile si muovessero tutti a dare la propria opinione senza essere stati minimamente interpellati con tanto di comunicati stampi. Nella fattispecie al mio racconto interessa un comunicato firmato da quasi tutti i DS delle società juniores della Toscana. Importante specificare che tra questi non rientra il DS della mia società, nella quale sono stato atleta da junior e adesso sono accompagnatore (in attesa che la FCI mi rilasci il tesserino da DS). Il suddetto comunicato dichiarava che "i diesse toscani" (come se un documento potesse essere firmato con un'espressione del genere, ma lasciamo perdere) proponevano il congelamento delle categorie per molteplici motivi, tra cui il fatto che sarebbe meglio la maturità da juniores, che le società altrimenti non sanno come ripianare le spese fatte per la stagione 2020 che adesso è andata a monte e, complessivamente, che tutto verrebbe fatto per il bene del movimento e dei ragazzi. Smontiamo punto per punto:
  • La maturità, come già detto, va rimandata ad un secondo momento ancora più colorito.
  • L'idea di fondo; perché proprio dalla categoria juniores dovrebbe partire la proposta se è l'unica categoria che prevede ugualmente il terzo anno?
  • Il budget; quali sarebbero queste spese incolmabili? Le biciclette in carbonio non sono su misura e possono essere tranquillamente riutilizzate, il vestiario non credo sia già stato consegnato tutto ed esaurito e, infine, una società non ha da sostenere grandi spese durante la stagione a parte la benzina. Basterebbe gestire razionalmente la società e tenersi un po' di soldi da parte.
  • La fattibilità; la decisione del congelamento per junior e U23 la può prendere soltanto l'UCI in quanto categorie internazionali... forse sarebbe il caso di aspettare prima di millantare proposte.
Tuttavia vi manca un ultimo passaggio che potreste aver intuito. Fino a questo momento ho soltanto spiegato per quale motivo non ha senso il suddetto comunicato. Ma ovviamente un senso ce lo devo avere e il velo di Maya che lo nasconde è, come sempre, quello dell'ipocrisia e del tornaconto personale. Ed è soprattutto se andiamo a guardare da vicino una delle squadre che più hanno spinto questa "proposta": il Team Franco Ballerini.
Non illudetevi: anche se era la squadra di Antonio Tiberi, non significa che di ciclismo ci capiscano qualcosa, anzi...
Semplificherò il concetto, ma fidatevi che non si tratta di diffamazione, ma al massimo di iperbole. La squadra juniores campa dei soldi che la Vini Zabù ottiene facendo passare i dilettanti. Mi spiego meglio: la squadra nel suo insieme (junior, U23, Professional) non ha un budget, campa a fondo perduto; anziché decidere quanto spendere sulla base di un budget, prima decidono quanto spendere e poi rattoppano per pareggiare un bilancio che di fatto non esite; tra le principali fonti di guadagno ci sono i soldi che vengono richiesti dalla Vini Zabù per passare professionisti (e non si tratta di cifre irrisorie). Se volete farvi una risata, tenete conto che alcuni Vini Zabù provengono dal Team Franco Ballerini per cui si sono autofinanziati retroattivamente.
Adesso vi chiederete "ma dove li spendono"? Quest'anno sarebbe arrivato nella società il campione europeo juniores Ponomar direttamente dall'est-Europa, pagato fior di quattrini. Se volete farvi un'altra risata tenete conto che il permesso di acquistare ragazzi stranieri è stato concesso soltanto alla fine dell'anno scorso... chissà che anche in quel caso la squadra non abbia sborsato la mazzetta (ok... qui forse è diffamazione).

Per trarre le conclusioni vi faccio il confronto schematizzato tra Team Franco Ballerini (TFB) e Team Pieri (TP).

DICHIARAZIONE DI PARTENZA
TFB - Pensiamo sempre al ben dei ragazzi
TP - Pensiamo sempre al ben dei ragazzi

COMUNICATO
TFB - Firma, dichiarando di rischiare il fallimento e di farlo perché se no i ragazzi non riescono a passare U23
TP - Non firma e dichiara di essere in grado indipendentemente da quale decisione verrà presa di poter riavvare l'attività con il budget (seppur ridotto) a disposizione e che comunque vada proporrà (come ha sempre fatto) a tutti i ragazzi che non avranno trovato di squadra di fare il terzo anno

COSA SUCCEDE SENZA CONGELAMENTO
TFB - Ponomar e gli altri forti passeranno ugualmente anche senza aver corso perché si sono già messi in mostro al primo anno; a i ragazzi che non passano il terzo anno non verrà offerto. Intanto si mangiano le mani per i soldi spesi su Ponomar che non ha mai potuto correre per loro portandogli scarso ritorno di immagine, ovvero l'unica cosa di cui si possono fregiare per nascondere la profonda ignoranza che li contaddistingue
TP - Tutti i ragazzi senza squadra potranno fare il terzo anno e la squadra farà attività senza grosse difficoltà

COSA SUCCEDE CON IL CONGELAMENTO
TFB - Anche i più forti sono costretti a correre per il secondo anno portando risultati e prestigio alla squadra... immeritatamente.
TP - L'attività ripartirà normalmente, ma forse alcuni smetteranno a metà stagione per colpa dell'impegno con la maturità.

Traete voi le conclusioni da queste premesse.
Prossimamente in un altro post partirò con la narrazione del racconto vero e proprio.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ho lasciato decantare i concetti dei due post precedenti, ma adesso veniamo al dunque. Durante il lockdown sono state organizzate delle corse virtuali (abbastanza sgangherate, ma quella è un'altra storia) con tanto di diretta ed interviste durante la corsa. Ad una in particolare sono stati invitati a commentare Cassani e De Candido assieme a qualche DS toscano. Il problema era anzitutto uno: tutti gli invitati erano a favore del congelamento, per cui non c'era alcun tipo di contraddittorio, ne consegue che si sono permessi di autocelebrarsi vicendevolmente e sfottere chiunque commentasse la benché minima critica. Da alcuni personaggi me l'aspettavo, ma quello che mi ha lasciato più perplesso è stato proprio Cassani. Io l'ho sempre ritenuto
competente di ciclismo sia come commentatore che come CT, nessuno è perfetto, ma mi è sempre sembrata una persona che sapeva di cosa parlava. Considerando anche il ruolo istituzionale che da qualche anno ricopre, mi aspettavo da lui maggior prudenza e serietà, o che comunque quella ragionevolezza che dimostra occupandosi di ciclismo lo caratterizzasse anche nella vita di tutti i giorni. Invece mi son trovato di fronte un Ponzio Pilato (metafora rubata al mio DS) che assecondava il popolino che sceglieva Barabba e che tacciava chiunque proponesse qualcosa di diverso attraverso i commenti di essere un esasperato. Io attraverso i commenti ho provato a porre il problema della maturità. Sono inveiti tutti come scimmie dichiarando che la maturità è sicuramente meglio al 2°anno juniores (non ho capito bene perché). Poi l'apice... Cassani sostiene che la maturità al secondo anno juniores sarebbe meglio perché sarebbe un deterrente contro l'esasperazione di certi DS. Lì mi si è accapponata la pelle: perché nascondersi dietro a un dito? Che c***o vuol dire usare la maturità come deterrente? Ma sto cambiamento di cultura lo vogliamo fare si o no? Oppure ogni scusa è buona per chiudere gli occhi e far finta di niente? La verità è che aumenterà il numero di gente che smette di correre prima, chi continua a correre salterà metà stagione (che magari è quella che preferisce perché soffre il caldo come succedeva a me) e non troverà squadra da U23 e nessuno gli offrirà il terzo anno perché gli "squadroni" (o supposti tali) non lo hanno mai fatto fare a nessuno. Dirò di più sarà la scusa per qualcuno di non terminare gli studi!
Dopo ciò il dibattito è proseguito e ho riposto il problema in modo più esplicito spiegando che il secondo anno juniores è un anno in cui bisogno provare un po' il tutto per tutto per passare. Lì ho avuto la grave mancanza di specificare che ho 20 anni. Infatti come se fosse un leone da tastiera di 35 Cassani in mezzo ad applausi e consensi se ne è uscito dichiarando che un commento del genere può provenire solo da un DS esasperato che pensa solo alla prestazione. Bhe, mi conoscete bene e capirete da soli che è un controsenso. La cosa ancora peggio è che sia io che il mio DS (semplifico in questo modo anche se adesso in teoria siamo colleghi) abbiamo pregato di specificare chi siamo, che noi non siamo di quella categoria; io ripeterò anche qui che ho passato bene la maturità, sto prendendo dei 30 ad esami universitari e che quando correvo finivo la stagione con qualche migliaio di km in meno di tutti i miei coetanei pur avendo rischiato di fare qualche piazzamento. Non sono io quello esasperato. Ho 19 anni e qualche mese, ho fatto la maturità meno di un anno fa e vi sto ponendo una questione seria. Evidentemente a voi non interessa. Come mi ha suggerito un ex-compagno di squadra e grande amico, se proprio vogliono la maturità al secondo anno juniores che se la prendono. Poi vediamo se gli sta bene essere senza corridori da maggio a luglio. Son proprio curioso.

E' giunto il momento di chiudere con gli ultimi dettagli. Prima che finisse la diretta i DS in collegamento hanno fatto finta di lamentarsi dell'esasperazione del ciclismo. In particolare un genio del Casano, se ne è uscito dichiarando che è meravigliato di come a volte gli si presentino juniores col procuratore. Peccato che il medesimo personaggio abbia tentato di sottrarre Giosuè Crescioli alla Pitti Shoes che non voleva cederlo, vito che aveva firmato per due anni. La cosa non solo è andata per avvocati (peraltro sancendo che Crescioli doveva rimanere alla Pitti Shoes), ma addirittura per prendere il fratello minore Ludovico è stato firmato un contratto in pompa magna alla presenza di altri due avvocati. Di cosa si stupisce?
Pochi giorni dopo il Team Franco Ballerini se ne è uscito con un post dove annunciava che aveva acquistato due ragazzi per la prossima stagione, perché bisogna portare avanti i talenti e "per mantenere l'alto livello che la squadra ha sempre avuto". Eccola qua l'essenza di coloro che volevano il bene dei ragazzi. E intanto hanno dichiarato (siccome secondo loro era un problema per tutti passare questa stagione senza congelamento) di aver già quasi completato l'organico (che ipocrisia!) e che restavano un paio di posti. Chi voleva poteva contattarli via social. Me lo ricordo bene di quando io gli scrissi su Facebook perché non trovavo squadra. Prima mi dissero di andare con loro in allenamento per vedere come andavo, poi mi dissero che ormai non se ne faceva niente senza essersi nemmeno mai visti. Ma a questo punto credo sia stato meglio così.
Per chiudere la Federazione ha proposto il congelamento delle categorie all'UCI in attesa di risposta. La buona notizia è che è stato fatto in libertà senza dare troppa retta a certi fenomeni. Anche perché pure io ho le mie conoscenze e basta un briciolo di coerenza e ragionevolezza per spu***nare
tutti.
L'altra buona notizia è che la vicepresidente Daniela Isetti (e la ringrazio per questo) è riuscita a far partire i corsi di formazione online, per cui da lunedì inizierò il corso di 2° livello per direttori sportivi.
Qui termina il racconto di questi giorni di attesa. Spero sia stato interessante. E' tanto che parlo di ciclismo e avevo voglia una volta per tutte di chiarire come stanno le cose. Specifico che non cambierà la mia opinione su Cassani che continuerò a ritenere un CT competente. Ma umanamente me lo aspettavo molto diverso. Ribadisco che chiunque abbia intenzione di pubblicare anche solo in parte questo racconto è ben accetto. Basta che mi scriva in privato, giusto magari anche per decidere cosa dire e cosa non dire, visto che non si può venir meno ad un minimo di diplomazia che è sempre richiesta da notizie ufficiali. Sono sempre a disposizione per domande e chiarimenti. Spero di tornare prima possibile a parlare del ciclismo pedalato.


Mad
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Hai messo mano ad un sacco di argomenti, ce ne sarebbe da parlare per mesi se non anni, peccato che qui siamo in pochi. Quando Cassani fece la proposta del congelamento non mi piaceva per come era posta, poi l'hanno modificata, ma ad oggi non ho ancora capito quale sia nel dettaglio la proposta che andrà all'UCI: personalmente sono freddo sulla prima proposta, specialmente sul carattere temporaneo della stessa perché il giorno che si ripristinerà il vecchio ordine, ci saranno comunque delle classi che andranno a perdere una stagione. E questo senza tirare in ballo questioni tecniche ed organizzative ( tipo dilungare le gare dei giovanissimi aggiungendo una gara, oltretutto di durata maggiore). Mi piace molto di più l'idea di uno slittamento perenne, in confronto alla prima, ma poi leggo articoli, interviste e si continua a parlare di Juniores terzi anni, tre anni di esordienti e mi chiedo se chi rilascia le interviste e/o scrive gli articoli abbia capito le proposte, sbagli i termini o sono io che alla fine non ci ho capito nulla.

Sulla maturità, sicuramente chi ha le squadre U23 sarebbe ben contento che questa venisse fatta mentre sono ancora Juniores, guadagnando così una stagione libera da impegni. Ma nell'ultimo anno da Juniores sarebbe necessario riuscire ad esprimersi al massimo per riuscire a trovarla una squadra. Personalmente trovo meno dannosa la maturità fatta da U23 al primo anno che da Juniores.

Sui giovanissimi, e poi mi fermo, se iniziamo sempre più tardi il reclutamento, finiremo a raccogliere gli "scarti" o i "panchinari".

P.S. Ci vediamo al corso lunedì.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Mad ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 14:39 Hai messo mano ad un sacco di argomenti, ce ne sarebbe da parlare per mesi se non anni, peccato che qui siamo in pochi. Quando Cassani fece la proposta del congelamento non mi piaceva per come era posta, poi l'hanno modificata, ma ad oggi non ho ancora capito quale sia nel dettaglio la proposta che andrà all'UCI: personalmente sono freddo sulla prima proposta, specialmente sul carattere temporaneo della stessa perché il giorno che si ripristinerà il vecchio ordine, ci saranno comunque delle classi che andranno a perdere una stagione. E questo senza tirare in ballo questioni tecniche ed organizzative ( tipo dilungare le gare dei giovanissimi aggiungendo una gara, oltretutto di durata maggiore). Mi piace molto di più l'idea di uno slittamento perenne, in confronto alla prima, ma poi leggo articoli, interviste e si continua a parlare di Juniores terzi anni, tre anni di esordienti e mi chiedo se chi rilascia le interviste e/o scrive gli articoli abbia capito le proposte, sbagli i termini o sono io che alla fine non ci ho capito nulla.

Sulla maturità, sicuramente chi ha le squadre U23 sarebbe ben contento che questa venisse fatta mentre sono ancora Juniores, guadagnando così una stagione libera da impegni. Ma nell'ultimo anno da Juniores sarebbe necessario riuscire ad esprimersi al massimo per riuscire a trovarla una squadra. Personalmente trovo meno dannosa la maturità fatta da U23 al primo anno che da Juniores.

Sui giovanissimi, e poi mi fermo, se iniziamo sempre più tardi il reclutamento, finiremo a raccogliere gli "scarti" o i "panchinari".

P.S. Ci vediamo al corso lunedì.
Menomale c'è qualcun altro con la testa sulle spalle :cuore:
Hai colto perfettamente in modo sintetico molti dei punti da me esposti.
La frase in grassetto è azzeccatissima. Non sei te a non averci capito nulla, il problema è che nessuno ci ha capito nulla. Anche chi ha mandato la richiesta all'UCI brancola nel buio. È stato chiesto di congelare junior e U23 secondo il concetto del "poi si vedrà" senza pensare a tutto il contesto burocratico, amministrativo, economico, ecc. E soprattutto siamo sicuro che le squadre di giovanissimi vogliano assumersi il peso di gestire un anno in più. (7 anziché 6?) Perché l'eventuale "scongelamento" non è stato mai ipotizzato e io temo che il congelamento sia irreversibile. Rimango perplesso.

Però c'è un ottima notizia che è stata poco rilanciata. Per la prima volta il Ministero dei trasporti ha contattato la Federazione per collaborare. Potrebbe essere un punto di svolta di cui festeggiare.


bartoli
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: giovedì 14 maggio 2020, 14:15 E' successo nel giro di pochi giorni che nel mondo del ciclismo giovanile si muovessero tutti a dare la propria opinione senza essere stati minimamente interpellati con tanto di comunicati stampi. Nella fattispecie al mio racconto interessa un comunicato firmato da quasi tutti i DS delle società juniores della Toscana. Importante specificare che tra questi non rientra il DS della mia società, nella quale sono stato atleta da junior e adesso sono accompagnatore (in attesa che la FCI mi rilasci il tesserino da DS). Il suddetto comunicato dichiarava che "i diesse toscani" (come se un documento potesse essere firmato con un'espressione del genere, ma lasciamo perdere) proponevano il congelamento delle categorie per molteplici motivi, tra cui il fatto che sarebbe meglio la maturità da juniores, che le società altrimenti non sanno come ripianare le spese fatte per la stagione 2020 che adesso è andata a monte e, complessivamente, che tutto verrebbe fatto per il bene del movimento e dei ragazzi. Smontiamo punto per punto:
  • La maturità, come già detto, va rimandata ad un secondo momento ancora più colorito.
  • L'idea di fondo; perché proprio dalla categoria juniores dovrebbe partire la proposta se è l'unica categoria che prevede ugualmente il terzo anno?
  • Il budget; quali sarebbero queste spese incolmabili? Le biciclette in carbonio non sono su misura e possono essere tranquillamente riutilizzate, il vestiario non credo sia già stato consegnato tutto ed esaurito e, infine, una società non ha da sostenere grandi spese durante la stagione a parte la benzina. Basterebbe gestire razionalmente la società e tenersi un po' di soldi da parte.
  • La fattibilità; la decisione del congelamento per junior e U23 la può prendere soltanto l'UCI in quanto categorie internazionali... forse sarebbe il caso di aspettare prima di millantare proposte.
Tuttavia vi manca un ultimo passaggio che potreste aver intuito. Fino a questo momento ho soltanto spiegato per quale motivo non ha senso il suddetto comunicato. Ma ovviamente un senso ce lo devo avere e il velo di Maya che lo nasconde è, come sempre, quello dell'ipocrisia e del tornaconto personale. Ed è soprattutto se andiamo a guardare da vicino una delle squadre che più hanno spinto questa "proposta": il Team Franco Ballerini.
Non illudetevi: anche se era la squadra di Antonio Tiberi, non significa che di ciclismo ci capiscano qualcosa, anzi...
Semplificherò il concetto, ma fidatevi che non si tratta di diffamazione, ma al massimo di iperbole. La squadra juniores campa dei soldi che la Vini Zabù ottiene facendo passare i dilettanti. Mi spiego meglio: la squadra nel suo insieme (junior, U23, Professional) non ha un budget, campa a fondo perduto; anziché decidere quanto spendere sulla base di un budget, prima decidono quanto spendere e poi rattoppano per pareggiare un bilancio che di fatto non esite; tra le principali fonti di guadagno ci sono i soldi che vengono richiesti dalla Vini Zabù per passare professionisti (e non si tratta di cifre irrisorie). Se volete farvi una risata, tenete conto che alcuni Vini Zabù provengono dal Team Franco Ballerini per cui si sono autofinanziati retroattivamente.
Adesso vi chiederete "ma dove li spendono"? Quest'anno sarebbe arrivato nella società il campione europeo juniores Ponomar direttamente dall'est-Europa, pagato fior di quattrini. Se volete farvi un'altra risata tenete conto che il permesso di acquistare ragazzi stranieri è stato concesso soltanto alla fine dell'anno scorso... chissà che anche in quel caso la squadra non abbia sborsato la mazzetta (ok... qui forse è diffamazione).

Per trarre le conclusioni vi faccio il confronto schematizzato tra Team Franco Ballerini (TFB) e Team Pieri (TP).

DICHIARAZIONE DI PARTENZA
TFB - Pensiamo sempre al ben dei ragazzi
TP - Pensiamo sempre al ben dei ragazzi

COMUNICATO
TFB - Firma, dichiarando di rischiare il fallimento e di farlo perché se no i ragazzi non riescono a passare U23
TP - Non firma e dichiara di essere in grado indipendentemente da quale decisione verrà presa di poter riavvare l'attività con il budget (seppur ridotto) a disposizione e che comunque vada proporrà (come ha sempre fatto) a tutti i ragazzi che non avranno trovato di squadra di fare il terzo anno

COSA SUCCEDE SENZA CONGELAMENTO
TFB - Ponomar e gli altri forti passeranno ugualmente anche senza aver corso perché si sono già messi in mostro al primo anno; a i ragazzi che non passano il terzo anno non verrà offerto. Intanto si mangiano le mani per i soldi spesi su Ponomar che non ha mai potuto correre per loro portandogli scarso ritorno di immagine, ovvero l'unica cosa di cui si possono fregiare per nascondere la profonda ignoranza che li contaddistingue
TP - Tutti i ragazzi senza squadra potranno fare il terzo anno e la squadra farà attività senza grosse difficoltà

COSA SUCCEDE CON IL CONGELAMENTO
TFB - Anche i più forti sono costretti a correre per il secondo anno portando risultati e prestigio alla squadra... immeritatamente.
TP - L'attività ripartirà normalmente, ma forse alcuni smetteranno a metà stagione per colpa dell'impegno con la maturità.

Traete voi le conclusioni da queste premesse.
Prossimamente in un altro post partirò con la narrazione del racconto vero e proprio.
Scusa?


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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bartoli ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:35 Scusa?
Perdonami ma vorrei capire cosa intendi con "scusa".


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:39
bartoli ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:35 Scusa?
Perdonami ma vorrei capire cosa intendi con "scusa".
Passino i tuoi giudizi personali su competenza o meno ma tant'è, evidentemente i successi di questi anni del team che comprendono un titolo mondiale, un titolo nazionale e svariati titoli toscani non sono abbastanza, ma il resto sono accuse molto ma molto gravi


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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bartoli ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:47
nibali-san baronto ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:39
bartoli ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:35 Scusa?
Perdonami ma vorrei capire cosa intendi con "scusa".
Passino i tuoi giudizi personali su competenza o meno ma tant'è, evidentemente i successi di questi anni del team che comprendono un titolo mondiale, un titolo nazionale e svariati titoli toscani non sono abbastanza, ma il resto sono accuse molto ma molto gravi
Allora io non so se tu abbia legami di qualche genere con il team. Le accuse sono gravi, infatti su alcune ho specificato che fossero azzardate. Io però se permettete sono 3 anni e mezzo che assisto a scene raccapriccianti e prima o poi doveva arrivare il momento di tracimare. Nonostante ciò credo di essere stato sufficientemente lucido e razionale. Vorrei specificare che qui non stiamo parlando dei risultati, ma esattamente del contrario. Tiberi (nei confronti del quale non ho alcuna antipatia e sarò ben felice di tifarlo quando sarà prof) ha vinto il campionato del mondo, ma a quale prezzo? Una squadra juniores che si pone come obiettivo il campionato del mondo mi preoccupa, perché non dovrebbe essere la priorità in un momento in cui il movimento è in crisi. Io so solo di non aver avuto la possibilità di correre in quella squadra che umanamente è sostanzialmente una massa di ipocriti. Le competenze specifiche non sono l'argomento della mia critica. Ribadisco che firmare un comunicato per il congelamento in nome del bene dei ragazzi che non trovano squadra e poi dichiarare su Facebook pochi giorni dopo di aver già completato l'organico per il 2021 nel caso non ci sia il congelamento "per mantenere l'alto livello che la squadra ha sempre avuto" è grave: oltre ad essere ipocrita è una vera e propria presa per i fondelli per tutti i ragazzi che squadra non l'hanno ancora trovata.
Le squadre che ottengono grandi risultati non sono per forza quelle che funzionano meglio. Lo dico per esperienza.


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nibali-san baronto ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:56
bartoli ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:47
nibali-san baronto ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:39
Perdonami ma vorrei capire cosa intendi con "scusa".
Passino i tuoi giudizi personali su competenza o meno ma tant'è, evidentemente i successi di questi anni del team che comprendono un titolo mondiale, un titolo nazionale e svariati titoli toscani non sono abbastanza, ma il resto sono accuse molto ma molto gravi
Allora io non so se tu abbia legami di qualche genere con il team. Le accuse sono gravi, infatti su alcune ho specificato che fossero azzardate. Io però se permettete sono 3 anni e mezzo che assisto a scene raccapriccianti e prima o poi doveva arrivare il momento di tracimare. Nonostante ciò credo di essere stato sufficientemente lucido e razionale. Vorrei specificare che qui non stiamo parlando dei risultati, ma esattamente del contrario. Tiberi (nei confronti del quale non ho alcuna antipatia e sarò ben felice di tifarlo quando sarà prof) ha vinto il campionato del mondo, ma a quale prezzo? Una squadra juniores che si pone come obiettivo il campionato del mondo mi preoccupa, perché non dovrebbe essere la priorità in un momento in cui il movimento è in crisi. Io so solo di non aver avuto la possibilità di correre in quella squadra che umanamente è sostanzialmente una massa di ipocriti. Le competenze specifiche non sono l'argomento della mia critica. Ribadisco che firmare un comunicato per il congelamento in nome del bene dei ragazzi che non trovano squadra e poi dichiarare su Facebook pochi giorni dopo di aver già completato l'organico per il 2021 nel caso non ci sia il congelamento "per mantenere l'alto livello che la squadra ha sempre avuto" è grave: oltre ad essere ipocrita è una vera e propria presa per i fondelli per tutti i ragazzi che squadra non l'hanno ancora trovata.
Si, ho legami con il team visto che lavoro dal 2016 con i prof e dal 2018 con gli Junior e l'hai fatta fuori dal vaso in entrambe le occasioni. L'obiettivo non è mai stato "vincere il Mondiale" perchè tu ben saprai che la categoria juniores è una categoria di difficile interpretazione, una terra di mezzo in cui non sai se ciò che proviene dalla categoria inferiore potrà confermarsi in quella superiore. Tiberi aveva semplicemente qualcosa in più così come Piccolo o Martinelli, così come ha qualcosa in più tra quelli della sua annata il buon Garofoli, quindi era legittimo pensare che Antonio potesse essere considerato papabile per i Mondiali come così è stato. Per il resto la nostra priorità è quella di formare dei ragazzi, farli diventare corridori e, in un futuro, farli passare prof. E' successo con Bevilacqua, è successo con Iacchi e Stojnic che al suo esordio in una corsa World Tour si è portato a casa una maglia, magari succederà negli anni prossimi con Galli, Riccardi o Butteroni, chi lo sa.
Per il resto non vedo il problema, una squadra ambiziosa guarda sempre al futuro e abbiamo già programmato un piano B nel caso il piano A, ovvero quello del congelamento delle categorie, non vada in porto.
Per il resto mi spiace ma non puoi lanciare certe accuse


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bartoli ha scritto: domenica 31 maggio 2020, 0:08
nibali-san baronto ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:56
bartoli ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:47
Passino i tuoi giudizi personali su competenza o meno ma tant'è, evidentemente i successi di questi anni del team che comprendono un titolo mondiale, un titolo nazionale e svariati titoli toscani non sono abbastanza, ma il resto sono accuse molto ma molto gravi
Allora io non so se tu abbia legami di qualche genere con il team. Le accuse sono gravi, infatti su alcune ho specificato che fossero azzardate. Io però se permettete sono 3 anni e mezzo che assisto a scene raccapriccianti e prima o poi doveva arrivare il momento di tracimare. Nonostante ciò credo di essere stato sufficientemente lucido e razionale. Vorrei specificare che qui non stiamo parlando dei risultati, ma esattamente del contrario. Tiberi (nei confronti del quale non ho alcuna antipatia e sarò ben felice di tifarlo quando sarà prof) ha vinto il campionato del mondo, ma a quale prezzo? Una squadra juniores che si pone come obiettivo il campionato del mondo mi preoccupa, perché non dovrebbe essere la priorità in un momento in cui il movimento è in crisi. Io so solo di non aver avuto la possibilità di correre in quella squadra che umanamente è sostanzialmente una massa di ipocriti. Le competenze specifiche non sono l'argomento della mia critica. Ribadisco che firmare un comunicato per il congelamento in nome del bene dei ragazzi che non trovano squadra e poi dichiarare su Facebook pochi giorni dopo di aver già completato l'organico per il 2021 nel caso non ci sia il congelamento "per mantenere l'alto livello che la squadra ha sempre avuto" è grave: oltre ad essere ipocrita è una vera e propria presa per i fondelli per tutti i ragazzi che squadra non l'hanno ancora trovata.
Si, ho legami con il team visto che lavoro dal 2016 con i prof e dal 2018 con gli Junior e l'hai fatta fuori dal vaso in entrambe le occasioni. L'obiettivo non è mai stato "vincere il Mondiale" perchè tu ben saprai che la categoria juniores è una categoria di difficile interpretazione, una terra di mezzo in cui non sai se ciò che proviene dalla categoria inferiore potrà confermarsi in quella superiore. Tiberi aveva semplicemente qualcosa in più così come Piccolo o Martinelli, così come ha qualcosa in più tra quelli della sua annata il buon Garofoli, quindi era legittimo pensare che Antonio potesse essere considerato papabile per i Mondiali come così è stato. Per il resto la nostra priorità è quella di formare dei ragazzi, farli diventare corridori e, in un futuro, farli passare prof. E' successo con Bevilacqua, è successo con Iacchi e Stojnic che al suo esordio in una corsa World Tour si è portato a casa una maglia, magari succederà negli anni prossimi con Galli, Riccardi o Butteroni, chi lo sa.
Per il resto non vedo il problema, una squadra ambiziosa guarda sempre al futuro e abbiamo già programmato un piano B nel caso il piano A, ovvero quello del congelamento delle categorie, non vada in porto.
Per il resto mi spiace ma non puoi lanciare certe accuse
Perdonami sono stato superficiale nella risposta. Non volevo dire che lo avete mirato come obiettivo prefissato, ma culpa. Domani provo a risponderti con maggiore completezza... come si suol dire, "a bocce ferme".


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Perdonami, ma mi ritengo una persona seria e se bisogna parlare seriamente, non posso rispondere frettolosamente dal cellulare, ho bisogno di mettermi al PC e perderci un po' di tempo, anche per rispetto del mio interlocutore. Mi dispiacerebbe litigare, prima ancora di essersi conosciuti, non fa parte del mio carattere, per cui spero la conversione sia civile e costruttiva.

Partiamo da alcuni presupposti.
Innanzitutto non deve diventare un fatto personale. Io mi riferisco ad un sistema, un modo di fare le cose che non mi piace e di cui sono responsabili moltissime squadre toscane. Ho preso il Team Franco Ballerini, ma di esempi ne potevo fare a bizzeffe. Aggiungo allo stesso tempo che io parlo della squadra nel suo complesso e quando lo faccio penso a personaggi che vi ruotano attorno da molti anni. Non conoscendoti non mi azzarderei mai ad accusarti in quanto individuo. La presunzione di innocenza è una prerogativa fondamentale in un dibattito serio e di certo non voglio mancarti di rispetto. Anzi, mi fa piacere che tu abbia difeso subito la tua appartenenza alla società, questo ti fa onore e sono più che felice di instaurare un dibattito.

In secondo luogo specialmente sul discorso economico e del passaggio tra i prof ho già specificato di aver semplificato il concetto e di averlo reso in modo un po' iperbolico, ovvero esagerato, tant'è che ho invitato chi leggeva a farsi una risata. Allo stesso tempo però ho corso negli junior fino a 20 mesi fa... conosco tanti ragazzi della mia età o poco più grandi e tutti dicono che sia per passare tra gli U23, sia per passare in squadre Continental, sia per passare in squadre Professional (non solo la vostra, ci mancherebbe!) in molti casi c'è da sborsare quattrini.

Per quanto riguarda la questione centrale della faccenda ovvero il congelamento e la squadra nel suo complesso sono costretto a ribadire ciò che ho già detto, magari con più calma e completezza. La categoria juniores è la prima categoria in cui si comincia a cercare il risultato in teoria. Tutti ci sentiamo raccontare che "fino agli allievi è ancora un gioco". Però se squadre come la Franco Ballerini (e moltissime altre) compongono il roster cercando di scovare i talenti e di "mantenere l'alto livello che la squadra ha sempre avuto" (perdonami se con questa frase sono un po' petulante, ma a me personalmente fa veramente ribrezzo), il gioco va a farsi benedire. Raccontiamo nel dettaglio il periodo orribile (si fa per dire) che io ho vissuto da allievo secondo anno, nel 2016. La squadra in cui mi trovavo era percorsa da litigi per cui non ero minimamente seguito; il meccanico di fiducia era una testa di (finite pure voi l'espressione) e faceva passare avanti gli amatori visto che pagavano di più. Il risultato è che il periodo in cui io stavo meglio ho forato per 4 corse di fila perché il suddetto personaggio non si era accorto che andava il nastrino interno al cerchione. Ad ogni modo un piazzamento l'avevo fatto ed ero spesso in fuga, quindi potevo anche meritarmelo di passare junior. Nel sentire un po' di squadre, alcune hanno detto subito che erano già al completo; la Franco Ballerini, invece, non ha potuto fare a meno di mostrarsi come sempre benevola, ma come sempre solo di facciata. Mi fu detto testualmente che avrei fatto un allenamento con la squadra per vedere come andavo e poi magari si sarebbe deciso il da farsi. Quando arrivò il momento di risentirsi per fissare (apro parentesi per specificare ancora una volta che siamo nel 2016 che la squadra è la stessa ma che magari te non c'entri nulla, io racconto una storia nel modo in cui è andata senza coinvolgere persone o cose che non hanno niente a che spartire) ho ricevuto una risposta del tipo "ah, no scusa non se ne fa di niente." Questo per dire che avrebbero potuto dirmi di no e basta. O magari farmi comunque fare l'allenamento e poi dirmi di no lo stesso. Ma così è proprio da... bho... lasciamo perdere se no dico parolacce. E come me, molti miei compagni di squadra da junior (perché poi sì, il grande Piero Pieri mi ha preso per la categoria junior, mi sono sentito in famiglia e sono rimasto ben volentieri in quella società), hanno avuto problemi simili. Uno in particolare (che aveva fatto un terzo posto) se non sbaglio era già d'accordo per venire nella Franco Ballerini e poi cambiarono idea all'ultimo. Ad ulteriore conferma di ciò, quest'anno vi siete spesi per andare a pescare il campione europeo dall'Ucraina. Così in Toscana i ragazzi junior sono la metà degli allievi, perché non ci sono abbastanza squadre, però ci si può permettere di fare pure il mercato internazionale. Magari puoi avere ragione sul fatto che Tiberi vada forte e che il campionato mondiale sia stata una sorpresa non prevista... ma non puoi certo dire che Ponomar è piovuto dal cielo e ha chiesto asilo da voi perché non trovava squadra. Non sta né in cielo né in terra. Che poi ribadisco che a me Tiberi piace pure. Sarei ben felice di vederlo andare forte da prof e tifarlo, anche per soddisfazione personale, per poter dire "ma lo sai che ho corso con lui? ma lo sai che una volta gli sono rimasto a ruota?" Ne sarei felicissimo. Il mio giudizio non va alle singole persone, ma piuttosto ad un gruppo di persone più o meno onnipresente nella squadra da diversi anni che ha un comportamento quantomeno discutibile.

Apro una breve parentesi... non voglio buttarla in caciara per cui prendi con le pinze quello che sto per dire: le critiche che ho messo in questi ultimi post sono solo una parte delle tante dicerie che girano intorno alla squadra. Io ho raccolto in questi post i miei anni di esperienza filtrando il più possibile le informazione false e le accuse diffamatorie, per cui alcune delle accuse che ho mosso qui sono sicuramente gravi, ma hanno del fondamento. Poi, però, ci un mondo, anzi, un universo di cose "non dette" che in tal caso sono davvero accuse infondate e che non mi sono mai azzardato a divulgare perché non sarebbe giusto nei confronti di nessuno. Però quando le voci e le battute si fanno insistenti e ripetute di anno in anno, che siano vere o false, denotano una reputazione decisamente scarsa della società.

Ritornando invece a cose serie, voglio dare un'ulteriore dimostrazione di mancanza di serietà (che anche in questo caso non riguarda solo la Franco Ballerini, ma anche altre squadre di diverse categorie). Il protocollo sanitario emesso dalla Federazione prevede che si svolga attività mantenendo una distanza interpersonale di almeno 20 metri. La cosa più logica sarebbe chiedere ai ragazzi di continuare ad allenarsi autonomamente. Invece la Franco Ballerini ha guardato bene di riprendere subito gli allenamenti collegiali con tanto di storie su Instagram. L'aggravante è che in questo ne va dell'immagine di tutto il movimento. Le società devono dare il buon esempio, devono avere un immagine specchiata se vogliamo provare a riacquistare un po' di popolarità e far crescere il numero dei tesserati. Se qualcuno ha visto la squadra in allenamento e poi viene a dire "guarda quei bischeri! Hanno fatto l'allenamento tutti appiccicati sputacchiandosi nel viso", ha ragione e ci tocca star zitti. Oltre al fatto che queste misure sono fatte per la salute di tutti, ma evidentemente è più importante riprendere di corsa gli allenamenti e la preparazione specifica, piuttosto che collaborare a risolvere il problema del covid. Sarebbe un paradosso non poter tornare a correre perché qualcuno ha iniziato ad allenarsi troppo presto.
E con questo chiudo.
Non mi spiacerebbe se anche altri utenti del forum intervenissero per dare una loro opinione in quanto spettatori esterni alle vicende narrate.

P.S. Avevo detto che avrei aspettato la mattina, poi però ho visto che potevo scrivere qualcosa di buono e mi ci sono messo subito.
P.P.S. Rimane un dato inequivocabile. Il Team Pieri comunque vada è in grado di ripartire e garantire a tutti di fare anche il terzo anno. La Franco Ballerini invece si sta muovendo per elemosinare sconti sul tesseramento dalla federazione perché non sa dove pescare i soldi. Anche qui, sulla serietà, rimane un passo indietro.


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nibali-san baronto ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:21
Però c'è un ottima notizia che è stata poco rilanciata. Per la prima volta il Ministero dei trasporti ha contattato la Federazione per collaborare. Potrebbe essere un punto di svolta di cui festeggiare.
Non so di cosa stai parlando nel dettaglio, ma non è una novità per i direttori di corsa.

La esagero volutamente: si può dire che il nuovo disciplinare delle scorte tecniche lo abbiano scritto sotto dettatura della CNDCS.
Così come è compito esclusivo della federazione formare i direttori di corsa e le scorte tecniche, sia i propri che quelli degli altri enti.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mad ha scritto: domenica 31 maggio 2020, 10:33
nibali-san baronto ha scritto: sabato 30 maggio 2020, 23:21
Però c'è un ottima notizia che è stata poco rilanciata. Per la prima volta il Ministero dei trasporti ha contattato la Federazione per collaborare. Potrebbe essere un punto di svolta di cui festeggiare.
Non so di cosa stai parlando nel dettaglio, ma non è una novità per i direttori di corsa.

La esagero volutamente: si può dire che il nuovo disciplinare delle scorte tecniche lo abbiano scritto sotto dettatura della CNDCS.
Così come è compito esclusivo della federazione formare i direttori di corsa e le scorte tecniche, sia i propri che quelli degli altri enti.
Non mi riferisco a competenze specifiche, la Federazione è stata contattata per collaborare ad un progetto di largo respiro. Di per sé non è detto che ne venga fuori chissà quale risultato, ma il fatto che la Federazione si muova anche in termini di mobilità e non solo di agonismo e che venga ascoltata dal Ministero è già di per sé una novità.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: domenica 31 maggio 2020, 1:25 Perdonami, ma mi ritengo una persona seria e se bisogna parlare seriamente, non posso rispondere frettolosamente dal cellulare, ho bisogno di mettermi al PC e perderci un po' di tempo, anche per rispetto del mio interlocutore. Mi dispiacerebbe litigare, prima ancora di essersi conosciuti, non fa parte del mio carattere, per cui spero la conversione sia civile e costruttiva.

Partiamo da alcuni presupposti.
Innanzitutto non deve diventare un fatto personale. Io mi riferisco ad un sistema, un modo di fare le cose che non mi piace e di cui sono responsabili moltissime squadre toscane. Ho preso il Team Franco Ballerini, ma di esempi ne potevo fare a bizzeffe. Aggiungo allo stesso tempo che io parlo della squadra nel suo complesso e quando lo faccio penso a personaggi che vi ruotano attorno da molti anni. Non conoscendoti non mi azzarderei mai ad accusarti in quanto individuo. La presunzione di innocenza è una prerogativa fondamentale in un dibattito serio e di certo non voglio mancarti di rispetto. Anzi, mi fa piacere che tu abbia difeso subito la tua appartenenza alla società, questo ti fa onore e sono più che felice di instaurare un dibattito.

In secondo luogo specialmente sul discorso economico e del passaggio tra i prof ho già specificato di aver semplificato il concetto e di averlo reso in modo un po' iperbolico, ovvero esagerato, tant'è che ho invitato chi leggeva a farsi una risata. Allo stesso tempo però ho corso negli junior fino a 20 mesi fa... conosco tanti ragazzi della mia età o poco più grandi e tutti dicono che sia per passare tra gli U23, sia per passare in squadre Continental, sia per passare in squadre Professional (non solo la vostra, ci mancherebbe!) in molti casi c'è da sborsare quattrini.

Per quanto riguarda la questione centrale della faccenda ovvero il congelamento e la squadra nel suo complesso sono costretto a ribadire ciò che ho già detto, magari con più calma e completezza. La categoria juniores è la prima categoria in cui si comincia a cercare il risultato in teoria. Tutti ci sentiamo raccontare che "fino agli allievi è ancora un gioco". Però se squadre come la Franco Ballerini (e moltissime altre) compongono il roster cercando di scovare i talenti e di "mantenere l'alto livello che la squadra ha sempre avuto" (perdonami se con questa frase sono un po' petulante, ma a me personalmente fa veramente ribrezzo), il gioco va a farsi benedire. Raccontiamo nel dettaglio il periodo orribile (si fa per dire) che io ho vissuto da allievo secondo anno, nel 2016. La squadra in cui mi trovavo era percorsa da litigi per cui non ero minimamente seguito; il meccanico di fiducia era una testa di (finite pure voi l'espressione) e faceva passare avanti gli amatori visto che pagavano di più. Il risultato è che il periodo in cui io stavo meglio ho forato per 4 corse di fila perché il suddetto personaggio non si era accorto che andava il nastrino interno al cerchione. Ad ogni modo un piazzamento l'avevo fatto ed ero spesso in fuga, quindi potevo anche meritarmelo di passare junior. Nel sentire un po' di squadre, alcune hanno detto subito che erano già al completo; la Franco Ballerini, invece, non ha potuto fare a meno di mostrarsi come sempre benevola, ma come sempre solo di facciata. Mi fu detto testualmente che avrei fatto un allenamento con la squadra per vedere come andavo e poi magari si sarebbe deciso il da farsi. Quando arrivò il momento di risentirsi per fissare (apro parentesi per specificare ancora una volta che siamo nel 2016 che la squadra è la stessa ma che magari te non c'entri nulla, io racconto una storia nel modo in cui è andata senza coinvolgere persone o cose che non hanno niente a che spartire) ho ricevuto una risposta del tipo "ah, no scusa non se ne fa di niente." Questo per dire che avrebbero potuto dirmi di no e basta. O magari farmi comunque fare l'allenamento e poi dirmi di no lo stesso. Ma così è proprio da... bho... lasciamo perdere se no dico parolacce. E come me, molti miei compagni di squadra da junior (perché poi sì, il grande Piero Pieri mi ha preso per la categoria junior, mi sono sentito in famiglia e sono rimasto ben volentieri in quella società), hanno avuto problemi simili. Uno in particolare (che aveva fatto un terzo posto) se non sbaglio era già d'accordo per venire nella Franco Ballerini e poi cambiarono idea all'ultimo. Ad ulteriore conferma di ciò, quest'anno vi siete spesi per andare a pescare il campione europeo dall'Ucraina. Così in Toscana i ragazzi junior sono la metà degli allievi, perché non ci sono abbastanza squadre, però ci si può permettere di fare pure il mercato internazionale. Magari puoi avere ragione sul fatto che Tiberi vada forte e che il campionato mondiale sia stata una sorpresa non prevista... ma non puoi certo dire che Ponomar è piovuto dal cielo e ha chiesto asilo da voi perché non trovava squadra. Non sta né in cielo né in terra. Che poi ribadisco che a me Tiberi piace pure. Sarei ben felice di vederlo andare forte da prof e tifarlo, anche per soddisfazione personale, per poter dire "ma lo sai che ho corso con lui? ma lo sai che una volta gli sono rimasto a ruota?" Ne sarei felicissimo. Il mio giudizio non va alle singole persone, ma piuttosto ad un gruppo di persone più o meno onnipresente nella squadra da diversi anni che ha un comportamento quantomeno discutibile.

Apro una breve parentesi... non voglio buttarla in caciara per cui prendi con le pinze quello che sto per dire: le critiche che ho messo in questi ultimi post sono solo una parte delle tante dicerie che girano intorno alla squadra. Io ho raccolto in questi post i miei anni di esperienza filtrando il più possibile le informazione false e le accuse diffamatorie, per cui alcune delle accuse che ho mosso qui sono sicuramente gravi, ma hanno del fondamento. Poi, però, ci un mondo, anzi, un universo di cose "non dette" che in tal caso sono davvero accuse infondate e che non mi sono mai azzardato a divulgare perché non sarebbe giusto nei confronti di nessuno. Però quando le voci e le battute si fanno insistenti e ripetute di anno in anno, che siano vere o false, denotano una reputazione decisamente scarsa della società.

Ritornando invece a cose serie, voglio dare un'ulteriore dimostrazione di mancanza di serietà (che anche in questo caso non riguarda solo la Franco Ballerini, ma anche altre squadre di diverse categorie). Il protocollo sanitario emesso dalla Federazione prevede che si svolga attività mantenendo una distanza interpersonale di almeno 20 metri. La cosa più logica sarebbe chiedere ai ragazzi di continuare ad allenarsi autonomamente. Invece la Franco Ballerini ha guardato bene di riprendere subito gli allenamenti collegiali con tanto di storie su Instagram. L'aggravante è che in questo ne va dell'immagine di tutto il movimento. Le società devono dare il buon esempio, devono avere un immagine specchiata se vogliamo provare a riacquistare un po' di popolarità e far crescere il numero dei tesserati. Se qualcuno ha visto la squadra in allenamento e poi viene a dire "guarda quei bischeri! Hanno fatto l'allenamento tutti appiccicati sputacchiandosi nel viso", ha ragione e ci tocca star zitti. Oltre al fatto che queste misure sono fatte per la salute di tutti, ma evidentemente è più importante riprendere di corsa gli allenamenti e la preparazione specifica, piuttosto che collaborare a risolvere il problema del covid. Sarebbe un paradosso non poter tornare a correre perché qualcuno ha iniziato ad allenarsi troppo presto.
E con questo chiudo.
Non mi spiacerebbe se anche altri utenti del forum intervenissero per dare una loro opinione in quanto spettatori esterni alle vicende narrate.

P.S. Avevo detto che avrei aspettato la mattina, poi però ho visto che potevo scrivere qualcosa di buono e mi ci sono messo subito.
P.P.S. Rimane un dato inequivocabile. Il Team Pieri comunque vada è in grado di ripartire e garantire a tutti di fare anche il terzo anno. La Franco Ballerini invece si sta muovendo per elemosinare sconti sul tesseramento dalla federazione perché non sa dove pescare i soldi. Anche qui, sulla serietà, rimane un passo indietro.
Nel 2016 non seguivo il team Juniores ma so comunque che nel 2017 e nel 2018 fu fatta la doppia affiliazione con la Roma Pro Cycling quindi forse la strategia di tesseramenti è cambiata in corso d'opera.
Questione Ponomar. Non è stato preso perchè vogliamo che vinca quest'anno, è stato preso per un discorso ben più ampio. Innanzitutto per una questione di amicizia che ci lega a chi il corridore ce l'ha portato l'anno scorso, Andry Grivko, che da noi ha fatto la trafila Under 23 per poi passare professionista. Trasferendosi a San Baronto Ponomar può (poteva) allenarsi liberamente, non come in Ucraina in quanto vive in una zona pericolosa ancora maciullata dalla guerra. L'interesse del ragazzo e della sua Federazione è proseguire nella crescita come corridore e hanno trovato nell'Italia e a San Baronto il luogo ideale. Inoltre, a differenza di Tiberi, Ponomar potrebbe passare professionista senza passare dalla categoria Under 23 quindi l'investimento sarebbe a lungo termine, un pò come ha fatto l'Androni con Bernal.
"Mantenere la squadra ad alto livello" sì, perchè abbiamo degli sponsor (che non andiamo a mendicare come hai erroneamente scritto) che investono e sono contenti nel vedere risultati. Senza stress, perchè non mi risulta che nessuno punti la pistola alla tempia di un corridore se va piano e perchè la squadra negli anni non ha avuto solo Tiberi o Ponomar.
Inoltre a livello economico per tua informazione il team prof e il team junior sono due entità diverse tanto che se vai a vedere sia l'anno scorso che quest'anno abbiamo avuto materiali tecnici diversi.
Le cose sul "budget a fondo perduto" ecc. non sono dicerie, sono stronzate. Pensi che con un ragionamento del genere ci si possa presentare dall'Uci per chiedere la licenza e soprattutto riceverla? Pensi che Pozzato o Visconti abbiano firmato contratti pesanti su queste basi? Non solo è grave postarlo, è grave persino pensarle certe cose perchè vuol dire non conoscere regolamenti e criteri, perchè non potrebbe terminare la stagione una squadra se a gennaio si trovasse a dover cercare soldi. Negli ultimi anni sono stati fatti anche investimenti pesanti come l'acquisto di un nuovo bus, con lavori importanti ultimati a febbraio e che avremmo voluto presentare prima di Larciano se non ci fosse stato il Covid, e l'acquisto dello stabile che rappresenterà a breve la nuova sede del team. Pensi che una squadra che va a "mendicare soldi" li butterebbe via così?
Per quanto riguarda gli allenamenti collegiali dici altre inesattezze perchè non si tratta di allenamenti collegiali ma di un'uscita di una domenica alla quale hanno partecipato anche tre corridori. L'errore è stato pubblicarlo sui Social, e io sono stato il primo ad incazzarmi, ma non è prassi, anzi non è stato neanche un vero e proprio allenamento visto che non sapendo quando si correrà i ragazzi non hanno alcun programma specifico. E' stata una leggerezza, ma io sto a San Baronto e di allenamenti veri e propri, anche di squadre seguite dall'ammiraglia, ne vedo diversi anche in settimana..
Inoltre sei poco informato anche sulle distanze perchè, come recita l'ordinanza della Regione Toscana del 3 maggio

4. è consentito svolgere le attività sportive in forma strettamente individuale, sul territorio regionale, utilizzando per lo spostamento mezzi propri di trasporto e con l’obbligo del rientro in giornata presso l’abitazione abituale. E’ possibile l’accompagnamento da parte di una persona nel caso di minori o di persone non completamente autosufficienti. L’attività va svolta nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno 2 metri;


Soffrire, cadere, rialzarsi, vincere. Questo è il vocabolario del ciclismo e della vita
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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bartoli ha scritto: domenica 31 maggio 2020, 11:32 Nel 2016 non seguivo il team Juniores ma so comunque che nel 2017 e nel 2018 fu fatta la doppia affiliazione con la Roma Pro Cycling quindi forse la strategia di tesseramenti è cambiata in corso d'opera.
Questione Ponomar. Non è stato preso perchè vogliamo che vinca quest'anno, è stato preso per un discorso ben più ampio. Innanzitutto per una questione di amicizia che ci lega a chi il corridore ce l'ha portato l'anno scorso, Andry Grivko, che da noi ha fatto la trafila Under 23 per poi passare professionista. Trasferendosi a San Baronto Ponomar può (poteva) allenarsi liberamente, non come in Ucraina in quanto vive in una zona pericolosa ancora maciullata dalla guerra. L'interesse del ragazzo e della sua Federazione è proseguire nella crescita come corridore e hanno trovato nell'Italia e a San Baronto il luogo ideale. Inoltre, a differenza di Tiberi, Ponomar potrebbe passare professionista senza passare dalla categoria Under 23 quindi l'investimento sarebbe a lungo termine, un pò come ha fatto l'Androni con Bernal.
"Mantenere la squadra ad alto livello" sì, perchè abbiamo degli sponsor (che non andiamo a mendicare come hai erroneamente scritto) che investono e sono contenti nel vedere risultati. Senza stress, perchè non mi risulta che nessuno punti la pistola alla tempia di un corridore se va piano e perchè la squadra negli anni non ha avuto solo Tiberi o Ponomar.
Inoltre a livello economico per tua informazione il team prof e il team junior sono due entità diverse tanto che se vai a vedere sia l'anno scorso che quest'anno abbiamo avuto materiali tecnici diversi.
Le cose sul "budget a fondo perduto" ecc. non sono dicerie, sono stronzate. Pensi che con un ragionamento del genere ci si possa presentare dall'Uci per chiedere la licenza e soprattutto riceverla? Pensi che Pozzato o Visconti abbiano firmato contratti pesanti su queste basi? Non solo è grave postarlo, è grave persino pensarle certe cose perchè vuol dire non conoscere regolamenti e criteri, perchè non potrebbe terminare la stagione una squadra se a gennaio si trovasse a dover cercare soldi. Negli ultimi anni sono stati fatti anche investimenti pesanti come l'acquisto di un nuovo bus, con lavori importanti ultimati a febbraio e che avremmo voluto presentare prima di Larciano se non ci fosse stato il Covid, e l'acquisto dello stabile che rappresenterà a breve la nuova sede del team. Pensi che una squadra che va a "mendicare soldi" li butterebbe via così?
Per quanto riguarda gli allenamenti collegiali dici altre inesattezze perchè non si tratta di allenamenti collegiali ma di un'uscita di una domenica alla quale hanno partecipato anche tre corridori. L'errore è stato pubblicarlo sui Social, e io sono stato il primo ad incazzarmi, ma non è prassi, anzi non è stato neanche un vero e proprio allenamento visto che non sapendo quando si correrà i ragazzi non hanno alcun programma specifico. E' stata una leggerezza, ma io sto a San Baronto e di allenamenti veri e propri, anche di squadre seguite dall'ammiraglia, ne vedo diversi anche in settimana..
Inoltre sei poco informato anche sulle distanze perchè, come recita l'ordinanza della Regione Toscana del 3 maggio

4. è consentito svolgere le attività sportive in forma strettamente individuale, sul territorio regionale, utilizzando per lo spostamento mezzi propri di trasporto e con l’obbligo del rientro in giornata presso l’abitazione abituale. E’ possibile l’accompagnamento da parte di una persona nel caso di minori o di persone non completamente autosufficienti. L’attività va svolta nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno 2 metri;
1) Su Ponomar chiudiamo la questione, mi immaginavo che si trattasse di una cosa di questo genere. Rimane il fatto che, indipendentemente da come e perché è stato preso (cosa sulla quale io non avevo intenzione di discutere), ha occupato il posto che poteva andare ad un altro ragazzo toscano che così rischia di appendere la bici al chiodo. E' un fatto matematico.
2) Sul budget a fondo perduto hai sbagliato nel leggere. Ribadisco che quella sulla Vini Zabù era un'iperbole. Parlando di budget a fondo perduto mi riferivo al team juniores. Anche noi abbiamo fatto degli investimenti per la stagione, ma tutti i debiti sono già saldati e in più ci restano ancora soldi da parte in caso di emergenza, e tale è in questo momento. Quello che voglio dire è proprio che non si può gestire un investimento svuotando tutte le casse, perché poi nel momento del bisogno non si sa come uscirne. Quindi anche qui non hai colto il punto.
E poi nn diciamo bischerate: le due squadre, che magari finanziariamente sono gestite separatamente, sono la stessa entità. Ricordo bene Fruzzetti tessere le lodi l'anno scorso: "l'unica squadre che ha tutte le categorie da juniores a prof! Ma che bello!" Poi dopo che suo figlio ha avuto l'incidente si è proprio visto che non ce lo aveva lo stress addosso. Proviamo a chiederlo al babbo quanta serenità ci poteva essere.
3) E' incontrovertibile che sul distanziamento ho ragione io. In quanto tesserati per la FCI, non dobbiamo far riferimento ai provvedimenti della regione ma al protocollo sanitario emesso dalla Federazione Ciclistica Italiana. A pagina 6 (Protocollo FCI) si legge:
Per quanto riguarda quanto previsto dal punto g del decreto, relativamente al fatto che, per gli atleti
professionisti e non professionisti – riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico
nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in
vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali –
sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento,
le sessioni di allenamento a porte chiuse
si ritengono necessarie ai fini del presente protocollo le
sotto riportate raccomandazioni di carattere generale:
durante le fasi di allenamento, per i motivi già in precedenza descritti, distanziamento tra gli atleti,
di almeno 20 metri, nonché l’uso di guanti ed occhiali. In considerazione dei livelli di ventilazione
e del carico metabolico non si ritiene possibile l’uso di mascherine.
In fase di non allenamento, solo dopo che è terminata la fase di defatigamento e conseguente
iperventilazione, fase durante la quale si raccomanda un distanziamento di almeno 10 m, il
distanziamento a riposo deve essere di due metri sia tra gli atleti che tra questi ed il personale di
supporto presente (tecnici, etc.) con obbligo per tutti di uso di tutti i dispositivi di protezione
individuali (guanti, occhiali e mascherine).


Quindi qui non si discute. Sono 20 metri. E direi che non conoscere le regole emesse dalla propria Federazione è piuttosto grave.


bartoli
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: domenica 31 maggio 2020, 11:58
bartoli ha scritto: domenica 31 maggio 2020, 11:32 Nel 2016 non seguivo il team Juniores ma so comunque che nel 2017 e nel 2018 fu fatta la doppia affiliazione con la Roma Pro Cycling quindi forse la strategia di tesseramenti è cambiata in corso d'opera.
Questione Ponomar. Non è stato preso perchè vogliamo che vinca quest'anno, è stato preso per un discorso ben più ampio. Innanzitutto per una questione di amicizia che ci lega a chi il corridore ce l'ha portato l'anno scorso, Andry Grivko, che da noi ha fatto la trafila Under 23 per poi passare professionista. Trasferendosi a San Baronto Ponomar può (poteva) allenarsi liberamente, non come in Ucraina in quanto vive in una zona pericolosa ancora maciullata dalla guerra. L'interesse del ragazzo e della sua Federazione è proseguire nella crescita come corridore e hanno trovato nell'Italia e a San Baronto il luogo ideale. Inoltre, a differenza di Tiberi, Ponomar potrebbe passare professionista senza passare dalla categoria Under 23 quindi l'investimento sarebbe a lungo termine, un pò come ha fatto l'Androni con Bernal.
"Mantenere la squadra ad alto livello" sì, perchè abbiamo degli sponsor (che non andiamo a mendicare come hai erroneamente scritto) che investono e sono contenti nel vedere risultati. Senza stress, perchè non mi risulta che nessuno punti la pistola alla tempia di un corridore se va piano e perchè la squadra negli anni non ha avuto solo Tiberi o Ponomar.
Inoltre a livello economico per tua informazione il team prof e il team junior sono due entità diverse tanto che se vai a vedere sia l'anno scorso che quest'anno abbiamo avuto materiali tecnici diversi.
Le cose sul "budget a fondo perduto" ecc. non sono dicerie, sono stronzate. Pensi che con un ragionamento del genere ci si possa presentare dall'Uci per chiedere la licenza e soprattutto riceverla? Pensi che Pozzato o Visconti abbiano firmato contratti pesanti su queste basi? Non solo è grave postarlo, è grave persino pensarle certe cose perchè vuol dire non conoscere regolamenti e criteri, perchè non potrebbe terminare la stagione una squadra se a gennaio si trovasse a dover cercare soldi. Negli ultimi anni sono stati fatti anche investimenti pesanti come l'acquisto di un nuovo bus, con lavori importanti ultimati a febbraio e che avremmo voluto presentare prima di Larciano se non ci fosse stato il Covid, e l'acquisto dello stabile che rappresenterà a breve la nuova sede del team. Pensi che una squadra che va a "mendicare soldi" li butterebbe via così?
Per quanto riguarda gli allenamenti collegiali dici altre inesattezze perchè non si tratta di allenamenti collegiali ma di un'uscita di una domenica alla quale hanno partecipato anche tre corridori. L'errore è stato pubblicarlo sui Social, e io sono stato il primo ad incazzarmi, ma non è prassi, anzi non è stato neanche un vero e proprio allenamento visto che non sapendo quando si correrà i ragazzi non hanno alcun programma specifico. E' stata una leggerezza, ma io sto a San Baronto e di allenamenti veri e propri, anche di squadre seguite dall'ammiraglia, ne vedo diversi anche in settimana..
Inoltre sei poco informato anche sulle distanze perchè, come recita l'ordinanza della Regione Toscana del 3 maggio

4. è consentito svolgere le attività sportive in forma strettamente individuale, sul territorio regionale, utilizzando per lo spostamento mezzi propri di trasporto e con l’obbligo del rientro in giornata presso l’abitazione abituale. E’ possibile l’accompagnamento da parte di una persona nel caso di minori o di persone non completamente autosufficienti. L’attività va svolta nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno 2 metri;
1) Su Ponomar chiudiamo la questione, mi immaginavo che si trattasse di una cosa di questo genere. Rimane il fatto che, indipendentemente da come e perché è stato preso (cosa sulla quale io non avevo intenzione di discutere), ha occupato il posto che poteva andare ad un altro ragazzo toscano che così rischia di appendere la bici al chiodo. E' un fatto matematico.
2) Sul budget a fondo perduto hai sbagliato nel leggere. Ribadisco che quella sulla Vini Zabù era un'iperbole. Parlando di budget a fondo perduto mi riferivo al team juniores. Anche noi abbiamo fatto degli investimenti per la stagione, ma tutti i debiti sono già saldati e in più ci restano ancora soldi da parte in caso di emergenza, e tale è in questo momento. Quello che voglio dire è proprio che non si può gestire un investimento svuotando tutte le casse, perché poi nel momento del bisogno non si sa come uscirne. Quindi anche qui non hai colto il punto.
E poi nn diciamo bischerate: le due squadre, che magari finanziariamente sono gestite separatamente, sono la stessa entità. Ricordo bene Fruzzetti tessere le lodi l'anno scorso: "l'unica squadre che ha tutte le categorie da juniores a prof! Ma che bello!" Poi dopo che suo figlio ha avuto l'incidente si è proprio visto che non ce lo aveva lo stress addosso. Proviamo a chiederlo al babbo quanta serenità ci poteva essere.
3) E' incontrovertibile che sul distanziamento ho ragione io. In quanto tesserati per la FCI, non dobbiamo far riferimento ai provvedimenti della regione ma al protocollo sanitario emesso dalla Federazione Ciclistica Italiana. A pagina 6 (Protocollo FCI) si legge:
Per quanto riguarda quanto previsto dal punto g del decreto, relativamente al fatto che, per gli atleti
professionisti e non professionisti – riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico
nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in
vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali –
sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento,
le sessioni di allenamento a porte chiuse
si ritengono necessarie ai fini del presente protocollo le
sotto riportate raccomandazioni di carattere generale:
durante le fasi di allenamento, per i motivi già in precedenza descritti, distanziamento tra gli atleti,
di almeno 20 metri, nonché l’uso di guanti ed occhiali. In considerazione dei livelli di ventilazione
e del carico metabolico non si ritiene possibile l’uso di mascherine.
In fase di non allenamento, solo dopo che è terminata la fase di defatigamento e conseguente
iperventilazione, fase durante la quale si raccomanda un distanziamento di almeno 10 m, il
distanziamento a riposo deve essere di due metri sia tra gli atleti che tra questi ed il personale di
supporto presente (tecnici, etc.) con obbligo per tutti di uso di tutti i dispositivi di protezione
individuali (guanti, occhiali e mascherine).


Quindi qui non si discute. Sono 20 metri. E direi che non conoscere le regole emesse dalla propria Federazione è piuttosto grave.
1) In Toscana non c'è solo il team Franco Ballerini. Ponomar non ruba il posto a nessuno, la squadra junior è il vivaio della squadra pro quindi non vedo dove sia il problema
2) È una stronzata anche riferita al team Juniores. Fruzzetti è un caso border line, Alessandro ha avuto un incidente terribile, ha rischiato di non poter più tornare camminare, come avremmo potuto tenerlo in rosa? E lo stesso ragionamento lo hanno fatto tutte le squadre. Da padre mi sarei risentito pure io ma bisogna sentire entrambe le campane non solo una
3) Tu parli di allenamenti collegiali, i ragazzi non si stanno allenando. Escono in bici giusto per tenere un minimo di condizione ma quella di domenica non va neanche vista come un allenamento ma come un'uscita in compagnia. Prima di puntare il dito tu sei sicuro che i tuoi si allenino in solitario? Ma sicuro sicuro? Ma sicuro sicuro sicuro?


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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bartoli ha scritto: domenica 31 maggio 2020, 12:53 1) In Toscana non c'è solo il team Franco Ballerini. Ponomar non ruba il posto a nessuno, la squadra junior è il vivaio della squadra pro quindi non vedo dove sia il problema
2) È una stronzata anche riferita al team Juniores. Fruzzetti è un caso border line, Alessandro ha avuto un incidente terribile, ha rischiato di non poter più tornare camminare, come avremmo potuto tenerlo in rosa? E lo stesso ragionamento lo hanno fatto tutte le squadre. Da padre mi sarei risentito pure io ma bisogna sentire entrambe le campane non solo una
3) Tu parli di allenamenti collegiali, i ragazzi non si stanno allenando. Escono in bici giusto per tenere un minimo di condizione ma quella di domenica non va neanche vista come un allenamento ma come un'uscita in compagnia. Prima di puntare il dito tu sei sicuro che i tuoi si allenino in solitario? Ma sicuro sicuro? Ma sicuro sicuro sicuro?
Si però purtroppo continui a non rispondere sulle mie osservazioni.
1) L'ho ripetuto più volte che tante squadre hanno gli stessi atteggiamenti. E poi non è il fatto in sé ad essere brutto. Se avete una filosofia diversa dalla mia mi sta bene, però allora non firmate un comunicato per il bene dei ragazzi che non trovano squadra, perché io all'epoca trovai posto nell'unica squadra che quel comunicato non lo ha sottoscritto trovandolo ipocrita ed in parte scorretto. Ricordiamoci che il punto di partenza è sempre il discorso del congelamento e la mia è una critica alla coerenza e non alla scelta decontestualizzata.
2) Non mi sembra nemmeno bellissimo però non essersi fatti sentire. Il ragazzo dice di aver ricevuto solo un paio di telefonate dalla dirigenza in tutto l'anno. Capisco la difficoltà, ma umanamente non mi sembra che ci sia stato tutto questo amore nei confronti del ragazzo.
3) I miei si allenano autonomamente. Questo non significa che siano da soli, perché purtroppo non possiamo mettere videocamere di sorveglianza in tutta la regione. Purtroppo qui non ci sono le prove, perché le storie su Instagram non si conservano ma io ho ricordo di un allenamento di gruppo, forse (ma non ci metto la mano sul fuoco) con tanto di ammiraglia alle spalle. Per cui magari un nostro ragazzo è possibile che si alleni in compagnia e poi sarà compito nostro rimproverarlo; nel vostro caso c'è stato un allenamento di squadra, per cui evidentemente c'è stata l'approvazione del DS o di qualcun altro. Noi abbiamo chiesto di uscire da soli e speriamo che i ragazzi rispettino la nostra richiesta. Nella vostra società qualcuno ha deciso deliberatamente di mettere in piedi un assembramento in piena regola.
Aggiungo che alcuni nostri ragazzi hanno fratelli che corrono e con loro possono andare dal momento che appartengono allo stesso nucleo familiare.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: domenica 31 maggio 2020, 13:13
bartoli ha scritto: domenica 31 maggio 2020, 12:53 1) In Toscana non c'è solo il team Franco Ballerini. Ponomar non ruba il posto a nessuno, la squadra junior è il vivaio della squadra pro quindi non vedo dove sia il problema
2) È una stronzata anche riferita al team Juniores. Fruzzetti è un caso border line, Alessandro ha avuto un incidente terribile, ha rischiato di non poter più tornare camminare, come avremmo potuto tenerlo in rosa? E lo stesso ragionamento lo hanno fatto tutte le squadre. Da padre mi sarei risentito pure io ma bisogna sentire entrambe le campane non solo una
3) Tu parli di allenamenti collegiali, i ragazzi non si stanno allenando. Escono in bici giusto per tenere un minimo di condizione ma quella di domenica non va neanche vista come un allenamento ma come un'uscita in compagnia. Prima di puntare il dito tu sei sicuro che i tuoi si allenino in solitario? Ma sicuro sicuro? Ma sicuro sicuro sicuro?
Si però purtroppo continui a non rispondere sulle mie osservazioni.
1) L'ho ripetuto più volte che tante squadre hanno gli stessi atteggiamenti. E poi non è il fatto in sé ad essere brutto. Se avete una filosofia diversa dalla mia mi sta bene, però allora non firmate un comunicato per il bene dei ragazzi che non trovano squadra, perché io all'epoca trovai posto nell'unica squadra che quel comunicato non lo ha sottoscritto trovandolo ipocrita ed in parte scorretto. Ricordiamoci che il punto di partenza è sempre il discorso del congelamento e la mia è una critica alla coerenza e non alla scelta decontestualizzata.
2) Non mi sembra nemmeno bellissimo però non essersi fatti sentire. Il ragazzo dice di aver ricevuto solo un paio di telefonate dalla dirigenza in tutto l'anno. Capisco la difficoltà, ma umanamente non mi sembra che ci sia stato tutto questo amore nei confronti del ragazzo.
3) I miei si allenano autonomamente. Questo non significa che siano da soli, perché purtroppo non possiamo mettere videocamere di sorveglianza in tutta la regione. Purtroppo qui non ci sono le prove, perché le storie su Instagram non si conservano ma io ho ricordo di un allenamento di gruppo, forse (ma non ci metto la mano sul fuoco) con tanto di ammiraglia alle spalle. Per cui magari un nostro ragazzo è possibile che si alleni in compagnia e poi sarà compito nostro rimproverarlo; nel vostro caso c'è stato un allenamento di squadra, per cui evidentemente c'è stata l'approvazione del DS o di qualcun altro. Noi abbiamo chiesto di uscire da soli e speriamo che i ragazzi rispettino la nostra richiesta. Nella vostra società qualcuno ha deciso deliberatamente di mettere in piedi un assembramento in piena regola.
Aggiungo che alcuni nostri ragazzi hanno fratelli che corrono e con loro possono andare dal momento che appartengono allo stesso nucleo familiare.
No, è una falsità. Nessuno ha deciso deliberatamente nulla. Ammiraglia? La nostra ammiraglia è ferma in magazzino quindi stai diffondendo una falsità. Si sono trovati TRE ragazzi, due in compagnia del loro padre, lungo il cammino sono stati fotografati da degli amatori visto che ci sono gruppi di 15/20 amatori ogni giorno sul San Baronto, gruppi tra i quali spesso si scorgono le maglie del tuo team.
Non mi pare che nessuno dei tuoi corridori abbia parenti nel nostro team eppure so che qualcuno si è trovato con qualcuno dei nostri.
A me sembrano attacchi pieni di livore, ci sta, ma quando vengono diffuse cazzate un pó mi arrabbio. Poi oh, pace e bene, mi sono anche stufato di dover giustificare cose che non vanno giustificate e spinte da pregiudizi


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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bartoli ha scritto: domenica 31 maggio 2020, 14:50 No, è una falsità. Nessuno ha deciso deliberatamente nulla. Ammiraglia? La nostra ammiraglia è ferma in magazzino quindi stai diffondendo una falsità. Si sono trovati TRE ragazzi, due in compagnia del loro padre, lungo il cammino sono stati fotografati da degli amatori visto che ci sono gruppi di 15/20 amatori ogni giorno sul San Baronto, gruppi tra i quali spesso si scorgono le maglie del tuo team.
Non mi pare che nessuno dei tuoi corridori abbia parenti nel nostro team eppure so che qualcuno si è trovato con qualcuno dei nostri.
A me sembrano attacchi pieni di livore, ci sta, ma quando vengono diffuse cazzate un pó mi arrabbio. Poi oh, pace e bene, mi sono anche stufato di dover giustificare cose che non vanno giustificate e spinte da pregiudizi
Ripeto, non posso dimostrarlo trattandosi di storie di Instagram, quindi non insisterò, tuttavia non sono l'unico a ricordarlo. Tant'è che fui sommerso di messaggi con su scritto: "Ma la Ballerini che c***o fa?". Ed anche questo comunque lo hanno fatto anche altre società, quindi non vorrei che la faccenda diventasse personale.
E poi vorrei farti notare che c'è anche un consistente gruppo di amatori che girano con le nostre maglie, sui quali non ricopro nessun tipo di responsabilità. Quindi se in mezzo a 20 amatori c'è una nostra maglia, non è detto che sia un ragazzo, anzi. C'è talmente tanta gente che gira con le maglie del Pieri che se fossero tutti tesserati a quest'ora faremmo le corse da soli. Per cui se i ragazzi hanno deciso in autonomia di andare accompagnati è un mio problema. Se, invece, come credo (e come tu hai smentito) l'allenamento fosse voluto dall'allenatore sarebbe una cosa completamente diversa.
Spero che non rimanga dell'astio, perché non è nelle mie intenzioni. Ciò non significa che rinneghi quello che ho detto. Tanto meglio che tu sia intervenuto almeno, come da suggerito, gli utenti del forum hanno potuto sentire l'una e l'altra campana.
Purtroppo non è la prima volta che si verificano contrasti tra le due società (seppur velati, tant'è che non si sono mai trasformati in litigi e spesso si è tutto risolto per telefono in breve tempo) e io non posso farci niente. Ribadisco ancora una volta che non sto criticando la persona, ma la squadra nel complesso, gli atteggiamenti e le scelte. Per cui amici come prima. Speriamo di rivedersi prima possibile alle corse.

EDIT: Ci tengo a specificare che di quanto ho detto me ne assumo la responsabilità personalmente. Si tratta di mie considerazioni e la mia società non c'entra assolutamente nulla. Ho parlato esclusivamente a nome mio.


Alessio
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Cosa ne pensate della 3a tappa del tdf? La prima parte per i velocisti puri sembra tosta... secondo voi sarà volatona di gruppo compatto o qualcuno dei velocisti non ce la farà?


pietro
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da pietro »

Alessio ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 16:50 Cosa ne pensate della 3a tappa del tdf? La prima parte per i velocisti puri sembra tosta... secondo voi sarà volatona di gruppo compatto o qualcuno dei velocisti non ce la farà?
Secondo me sarà una volata simile a quella di Bruxelles lo scorso anno con i velocisti puri che avranno le gambe pesanti e dove potrebbe spuntarla chi ha passato meglio le salite.


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
Alessio
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Alessio »

pietro ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 17:10
Alessio ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 16:50 Cosa ne pensate della 3a tappa del tdf? La prima parte per i velocisti puri sembra tosta... secondo voi sarà volatona di gruppo compatto o qualcuno dei velocisti non ce la farà?
Secondo me sarà una volata simile a quella di Bruxelles lo scorso anno con i velocisti puri che avranno le gambe pesanti e dove potrebbe spuntarla chi ha passato meglio le salite.

Grazie per l'opinione


Winter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Winter »

Cosa ne pensi della Forno Pioppi?
Ho visto che Jeferson Ruiz correrà per loro..


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Winter ha scritto: mercoledì 1 luglio 2020, 21:01 Cosa ne pensi della Forno Pioppi?
Ho visto che Jeferson Ruiz correrà per loro..
Devo essere sincero: la lontananza dalle corse, il sovrapporsi degli esami universitari con il corso da DS, mi ha fatto un attimo perdere il filo della situazione. Va anche aggiunto che la Forno Pioppi essendo umbra rimane leggermente più distaccata dal mondo toscano. C'è da dire che già la presenza di Locatelli come DS lasciava presagire un salto di qualità. Per quanto ne so dovrebbe esserci pure un mio ex compagno di squadra, ma le notizie sul Team Fortebraccio quest'anno sono state piuttosto velate e quasi mai ufficiali. Probabilmente ti saprò dire di più se dovessero ripartire le corse.
A tal proposito in Toscana è quasi ufficiale una prima ripartenza a Luglio che alternerà prove cronometrate su pista a cronoscalate, in attesa del permesso per gli sport di contatto.


Winter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Parlavo degli junior
Il colombiano è una super promessa

Locatelli segue anche gli junior?


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Winter ha scritto: giovedì 2 luglio 2020, 19:06 Parlavo degli junior
Il colombiano è una super promessa

Locatelli segue anche gli junior?
No Locatelli segue gli U23, ma il principio non cambia. Ripeto, è stato un po' difficile sapere qualcosa perché non sono quasi mai uscite notizie ufficiali durante questa stagione, tant'è che se cerchi notizie sull'acquisto del colombiano sono uscite tutte (o quasi) in spagnolo, mentre in Italia se ne parla poco.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Finiti gli esami del primo anno di università si può finalmente tornare a parlare di ciclismo. Alcuni spunti prima di iniziare la presentazione del nuovo Giro d'Italia 2020:

STRADE BIANCHE
Gran parte di quello che c'era da dire l'ho già detto in diretta su SmartCycling. Aggiungo una nota di merito su un grande Formolo che ormai sembra avviata ad un prolifico presente fatto di classiche. Infine riprendendo ancora il punto sull'attacco di Alaphilippe a Pieve a Salti, vorrei sottolineare come anche Nibali non fosse lontano nonostante fosse già caduto. Nel gruppo di 29 che si è formato dopo poteva tranquillamente esserci e mi viene da pensare che abbia forato un'altra volta ed abbia deciso di ritirarsi. Questo solo per dire che di gamba secondo me non sta malissimo. Caduto anche l'altro castellano, Kristian Sbaragli, che mi auguro possa nelle prossime corse confermare il livello raggiunto nel finale di stagione del 2019.

UN'ULTERIORE CONFERMA
Cercherò di essere più sintetico possibile rilasciando un'indiscrezione che circola da alcune settimane. Il promettente toscano Della Lunga ha visto improvvisamente chiudersi le porte del professionismo e non è colpa di nessuno se non di chi lo ha allenato in gioventù. Dopo essere stato ingaggiato dalla Colpack per il 2020 (segno che c'era grande fiducia nelle sue potenzialità) la stessa ha dichiarato che non rinnoverà al termine della stagione: sostanzialmente con un test fatto al ragazzo hanno capito che il fisico non ha più niente da rendere, probabilmente a causa di allenamenti eccessivi nelle categorie esordienti e allievi (se non additittura tra i giovanissimi). Una sconfitta per il movimento, non c'è nient'altro da dire.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Inizia la presentazione del prossimo Giro d'Italia. Ovviamente per risparmiare fatica userò un po' di copia\incolla dalle tappe già descritte.
Come già dissi alcuni mesi fa la percezione è che sia l'evoluzione del Giro dell'anno passato, con tappe di montagna vecchio stile, lunghe e riempite di salite per esaltare le doti di fondo; però al contrario dell'anno passato saranno diluite sulle tre settimane, creando un percorso senza dubbio interessante. Tuttavia non va osannato perché si affida alla fantasia dei corridori e può piacere o meno a seconda dei gusti. C'è da dire che il nuovo tracciato è ancora più impegnativo, visto che le due tappe ungheresi per velocisti sono state sostituite da quelle appenniniche di Matera e Roccaraso: in pratica rimangono soltanto due volate scontate a Brindisi ed Asti. A me piace.

1a TAPPA
Cronometro per molti km in discesa e per questo più lunga dell'originale. Il percorso è veloce, caratterizzato da lunghi rettilinei, ma attenzione al primo tratto che richiede uno sforzo non indifferente. Per 1100 metri la strada sale verso il GPM posto dietro le absidi del Duomo di Monreale. La pendenza media del 6% nasconde la rampa finale in doppia cifra su sampietrini piuttosto sconnessi. Sarà necessario partire subito a tutta nel tratto in salita e rilanciare subito la bici in discesa, che non prevede curve tecniche, ma soltanto un paio di tornanti.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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2a TAPPA
La tappa è leggermente più lunga dell'originale, con due effetti: tatticamente dovrebbe essere più lineare con una fuga in partenza che desterà meno preoccupazione, a livello di energie sarà una tappa più dispendiosa. In 150 km si somma un dislivello tra i 1500 e i 2000 metri. Dal km0 si sale quasi subito a Calatafimi (8 km; 3,8%), quindi a Vita (4 km; 4,6%) ed infine al GPM di Santa Ninfa (4,4 km; 4,6%). In seguito le strade sono quasi tutte a scorrimento veloce, rendendo il percorso poco nervoso anche da un punto di vista planimetrico, mentre altimetricamente (soprattutto dai -40) sarà piuttosto ondulato e dispendioso. A circa 4km dal traguardo si affronta un'inversione e si inizia a salire verso Agrigento. Le pendenze sono costanti e tendono a crescere gradualmente fino ad una massima del 10% negli ultimi metri: complessivamente sono 3700 metri al 5.4%. Niente di impossibile, ma qualche secondo si può perdere. Sarà un arrivo decisamente esplosivo con due possibilità risolutive: o un attacco vincente nei primi km di salita che viene sottovalutato, oppure una volata in pendenza.

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3a TAPPA
Altra tappa piuttosto breve (150 km), ma si cambia musica: oltre 3000 metri di dislivello (che in 150 km sono tanti) e arrivo sull'Etna. Si parte in discesa per poi salire verso Leonforte (scollinamento al km 23 dopo 10,5 km al 4%, di cui i primi 2 piuttosto ripidi). I successivi 25 km saranno un continuo saliscendi, seguiti da 10 km di discesa più decisa. Anche i 20 km verso Paternò (nonostante siano i più semplici) non si può dire che siano effettivamente pianeggianti. Si entra adesso nel vivo della tappa, con l'Etna preceduto da altre tre ascese non ufficialmente segnalate. Decisamente abbordabile è la prima salita verso Nicolosi di 12 km al 4% (attraversando Belpasso 3 km al 6%), seguita da un tratto pedemontano molto vallonato. Dopo Zafferana Etnea si salirà verso Fornazzo (scollinamento al km 115 circa) per 5 km al 5.2%. Rispetto al percorso precedente non si proseguirà in altopiano, ma al contrario si scenderà verso Sant'Alfio (tratto breve ma molto inisidioso) per poi risalire con 3,4 km al 5,6%. Poco dopo inizierà la discesa verso Linguaglossa: attenzione, perché presenta un paio di tratti piuttosto tecnici e siamo nella Sicilia di Nibali; un attacco stile Liquigas ce lo vedo molto bene in queste due discese che anticipano di pochissimo l'ascesa conclusiva. Inizia quindi la salita finale: formalmente sono 18.2 km al 6.8% (842 punti di difficoltà), divisibili in due settori. La salita è molto regolare per 12 km (1.5 - 13.5) con una media del 7%. Poi circa 1300 metri di falsopiano anticipano l'impennata finale con pendenze importanti: 3 km al 9% piuttosto costanti con una massima dell'11%. Proprio dopo il tratto più ripido (praticamente in corrispondenza dell'ultimo km) la strada spiana per alcuni metri e se in quel punto qualcuno ha la forza di piantare uno scatto come si deve, potrebbe arrivare al traguardo. La regolarità della salita, preceduta dalle altre tre, la rende molto adatta a fare ritmo elevato con la squadra fino agli ultimi 3 km; qui presumibilmente entreranno in azione i big, visto che stare a ruota conterà abbastanza poco.

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4a TAPPA
Si riparte con una tappa per velocisti, ma piuttosto strana. Soltanto 140 km, di cui i primi 30 piuttosto vallonati e gli ultimi 30 completamente pianeggianti. In mezzo si trova lo spartiacque della Portella Mandrazzi. La strada comincia già a salire al km 40. Intorno al km 48 il falsopiano si fa salita per i successivi 27 km con una media intorno al 4%. La salita vera e propria possiamo limitarla agli ultimi 12\13 km che presentano pendenze costanti ed una media superiore al 5%. Da un lato la salita non è una passeggiata e qualche velocista si potrebbe staccare, dall'altro cominciano 30 km di discesa che se non si può dire sia effettivamente tecnica, va detto che è molto veloce e presenta nella seconda metà alcune sequenze di curve che se fatte ad alta velocità potrebbero spezzare il gruppo (ricordo la Bahrain fare qualcosa di simile nel 2017 in Sardegna, non tanto per attaccare quanto per stare davanti su una discesa molto simile). Va detto che si viene dai primi due arrivi in salita, quindi ci sarà stanchezza in gruppo ed è possibile che il gruppo proceda compatto verso la volata. Tuttavia proprio questa stanchezza potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio: se un big prendesse la cotta del giorno dopo (vedi Chaves a Rigopiano) e qualcuno lo notasse non ci vuole niente a fare la salita e la discesa a tutta per poi fare la conta quando si è tornati sul mare. 30 km di pianura sono troppi per pensare che i big escano allo scoperto, ma non sono neanche tantissimi per pensare di spaccare il gruppo e menare fino al traguardo. Sono soltanto ipotesi, forse un po' romantiche, ma al Giro ci sono dei precedenti, anche piuttosto recenti.

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5a TAPPA
L'Appennino torna al Giro d'Italia in grande stile. Da Mileto a Camigliatello si affrontano 225 km ed oltre 4000 metri di dislivello: non è un tappone visto che mancano salite davvero impegnative (tolta forse quella finale), ma i numeri lo rendono tale. Si parte bruscamente in salita per raggiungere Vibo Valentia. Dopo essere scollinati al km 5 il percorso si distribuisce fra pianura e discesa fino al km 40 dove comincia una prima fase di su e giù. L'ultimo tratto di respiro sarà dal km 70 al km 90, dove si inizia a salire verso a Catanzaro, per poi inoltrarsi definitivamente nella Sila senza più un metro di pianura lungo strade molto tortuose, dunque selettive sia in salita che in discesa. Almeno due salite emergono in mezzo ad una miriade di strappi: il Monte Trearie è l'unica vera salita di 16 km al 5% (il GPM è stato anticipato in località Tiriolo), ma non va sottovalutata la salita non classificata verso Rogliano di 5 km scarsi al 6.3%. Al termine dell'ultima picchiata verso Cosenza si imbocca la salita conclusiva, uno schiaffo ordinario, reso tremendo da tutti i pizzicotti subiti prima: 23 km di salita verso il Valico di Montescuro, con pendenze spesso non impossibili, ma quantomeno ingannevoli; inoltre RCS ha giocato il jolly di una deviazione in centro a Spezzano inizialmente non prevista. Quando si salgono tutti di un fiato quasi 1400 metri di dislivello, non sono mai innocui. Tant'è che se stiamo ai numeri ne viene fuori un coefficiente di difficoltà di 777 punti... un numero superiore a molti HC del Tour. A questo si aggiungono tutte le salite già superate e i 200 km già sulle gambe. La salita è divisa sostanzialmente in quattro parti: 5 km abbastanza impegnativi (6.5%), 4 km di falsopiano, le due rampe in doppia cifra attraverso Spezzano, infine 11 km abbondanti di salita ininterrotta e costante (5.9%). La difficoltà sta nel fatto che proprio all'imbocco dell'ultimo troncone (adatto a fare ritmo) si trova il tratto più duro: un km e mezzo in doppia cifra per superare Spezzano della Sila con una massima del 15%. E' una rampa breve che tuttavia è seguita da un lungo tratto di salita mediamente dura dove l'acido lattico regnerà sovrano. In vetta mancheranno soltanto 10 km quasi tutti in discesa, ancora una volta abbastanza tecnica. Insomma non è da escludere che possa venire un bel finale e dei distacchi notevoli.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: martedì 4 agosto 2020, 17:07 4a TAPPA
Si riparte con una tappa per velocisti, ma piuttosto strana.
Non so se me lo sono inventato ma mi sembra la fotocopia di una tappa dei primi anni 2000... 2003 forse


Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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[quote=eliacodogno post_id=667777 time=1596569141 user_id=241]
[quote="nibali-san baronto" post_id=667737 time=1596553662 user_id=17102]
[b]4a TAPPA[/b]
Si riparte con una tappa per velocisti, ma piuttosto strana.
[/quote]

Non so se me lo sono inventato ma mi sembra la fotocopia di una tappa dei primi anni 2000... 2003 forse
[/quote]

Esatto, però in senso opposto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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6a TAPPA
Qui è evidente una volta per tutte quanto sia esigente il nuovo percorso. Dopo 5 tappe mai banali e tutte pericolose ne è stata aggiunta una nuova altrettanto insidiosa. In origine qui si trovava la volata di Brindisi che è stata rimandata di un giorno e sostituito da una tappa pseudo-appenninica, con un avvio pericolosissimo se (come già detto a Villafranca rispetto all'Etna) qualcuno dovesse prendere la cotta il giorno dopo il tappone appenninico di Camigliatello. La tappa, che è stata misteriosamente classificata come pianeggiante totalizza in 188 km almeno 2500 metri di dislivello di cui circa 1500 soltanto nei primi 70 km. Nella fattispecie si valicano il Valico di Campotenese e la Croce Pantana. Inutile dire come detto per altre circostanze che la partenza in salita (questa volta più di altre) può essere uno spauracchio: la tappa si presta ad una fuga da lontano e se da un lato dev'essere composta da uomini di alto livello che possano sganciarsi di forza, dall'altro il gruppo non può far andar via uomini di classifica. L'andatura sarà molto probabilmente alta e se qualcuno andasse in crisi perderebbe minuti (l'esempio rimane quello da manuale di Chaves a Rigopiano). Senza che ci sia discesa, si sale subito alla Madonna del Carmine (1500 mt circa al 6%), per poi giungere a Rotonda attraverso una discesa decisamente tecnica. Si risale subito verso la Croce Pantana con pendenze abbordabili, per poi scendere verso la parte centrale del percorso (anche in questo caso su strade molto tortuose), affrontando nel mentre un altro paio di strappi. Seguiranno circa 80 km quasi pianeggianti dove sicuramente si assesteranno le dinamiche di gara in vista degli ultimi 30 km di nuovo impegnativi. Prima si sale al GPM di Millotta salita di 5 km al 7%. La discesa sarà velocissima e pedalabile, motivo per cui è improbabile vedere attacchi sul GPM, ma piuttosto occhio alla selezione da dietro. Un ostacolo di questo genere può mettere in difficoltà i velocisti che hanno resistito fino a questo momento. Gli ultimi 11 km sono quasi tutti in salita: prima si sale per 2500 metri al 4\5%, poi altri 2500 al 4% circa, infine (dopo una breve discesa) uno strappo porterà il gruppo nel centro storico con punte in doppia cifra. Mancheranno soltanto 2\3 km. Gli ultimi 800 metri in falsopiano renderanno la volata ancora più impervia, sempre che qualcuno non abbia sparato il colpo giusto sull'ultimo strappo.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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7a TAPPA
Dopo sette tappe tutte a loro modo insidiose, si arriva finalmente in pianura con una volata quasi scontata. Nonostante siano pochi gli effettivi km sul mare, non è da escludere che ci sia vento che soffia forte sul Salento durante tutto l'anno. Tuttavia c'è da dire che al Giro d'Italia i ventagli non si vedono quasi mai.
Uno scenario di cui tener conto è la possibilità che il vento (una volta scollinato il breve stratto in salita verso il TV di Grottaglie) sia favorevole: questo, unito alla strada che fino a Brindisi sarà inesorabilmente in leggera discesa (seppur impercettibile), la velocità potrebbe essere molto elevata; se poi consideriamo che ci potrebbe essere stanchezza in gruppo dai giorni precedenti non sarebbe da escludere che una fuga del mattino un po' più corposa del solito arrivi fino al traguardo. Però sarebbe assurdo che i velocisti si lasciassero scappare la tappa in assoluto più appetibile per loro di questo Giro.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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8a TAPPA
La quiete è durata ben poco e il gruppo deve affrontare una tappa che torna a toccare la soglia dei 200 km e con un finale tutt'altro che scontato. E' una tappa jolly in cui può succedere tutto e niente, con buone probabilità che una fuga corposa vada in porto. In ogni caso se anche il ritmo venisse fatto in modo regolare dal gruppo, i big dovranno fare i conti con un finale insidiose che richiede quantomeno di stare nelle prime posizioni. L'alternativa è che una squadra cominci a tenere alta l'andatura sulla salita verso Monte Sant'Angelo e tiri il collo a tutti sul'infinita serie di saliscendi, potenzialmente adatta a dare frustate su ogni scollinamento e facendo sì che il gruppo si spezzi, magari cogliendo impreparato un uomo di classifica.
I primi 95 km sono completamente pianeggianti. Con 4 km al 3\4% si arriva in località Madonna delle Grazie dove comincia la salita vera e propria di Monte Sant'Angelo: regolare, non proibitiva, ma da non sottovalutare con i suoi oltre 9 km al 6% che portano a 747 mt di altitudine. Sono oltre 700 metri di dislivello (considerano anche il tratto prima di Madonna delle Grazie) affrontati di botto che se fatti forte possono far male; anche nel finale potrebbero pesare retroattivamente a qualcuno. Da adesso 65 km di strade molto tortuose infarciti di strappi e salitelle: si comincia con una lunga tecnica discesa di 16 km e poi seguono almeno 9 asperità tra le quali spicca l'agevole ascesa di Coppa Santa Tecla (in origine GPM, adesso spostato sullo strappo di La Guardiola). Giunti a Vieste al km 175 si saranno totalizzati 1700 metri di dislivello in appena 80 km; si entra così nel circuito finale, affrontando per la prima volta il muro di Via Saragat. Più agevole il tratto tra la fine della discesa (anch'essa priva di curve degne di nota) fino alla zampellotto di Defensola. Al traguardo mancano gli ultimi 14,5 km in circuito, piuttosto tortuosi nella prima parte che riporta al muro di Via Saragat toccando il centro storico di Vieste. In cima mancheranno 9 km al traguardo. Su un percorso di questo tipo il vento non può sicuramente provocare ventagli, ma certo influenzerà le dinamiche di corsa.
Alla fine si saranno conclusi 200 km con oltre 2000 metri di dislivelli, tutti totalizzati negli ultimi 100 km.

NOTA: Stando all'altimetria il circuito è leggermente più lungo di quello originariamente previsto, quindi potrebbero esserci state delle variazioni nell'attraversamento di Vieste che non credo cambieranno di molto il brodo.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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9a TAPPA
Il Giro rimmette il conto in pari delle tre mancate tappe ungheresi, aggiungendo un tappone appenninico inaspettato e sicuramente gradito, nonostante si potesse fare di meglio; va detto che in un Giro così duro, non c'era bisogno di infilarci un'altra tappa impossibile e questo percorso potrebbe essere il giusto compromesso. Le chiavi di lettura sono soprattutto due (pur lasciando spazio ad un ampio ventaglio di sfumature:
1) Lo spartiacque di Passo Lanciano, senza dubbio la salita più dura del giorno che, anche grazie al passaggio in centro a Pretoro, può diventare molto selettiva
2) I big aspettano la salita finale per lanciarsi qualche scaramuccia.
Anche qui si sono divertiti ad inserire subito i 2 km di salita verso Vasto per complicare la partenza della fuga: il gruppo dovrà stare attento a non lasciarsi sfuggire un uomo pericoloso, anche considerando che in una tappa del genere saranno in molti ad attaccare fin da subito. 50 km pianeggianti portano ai piedi della Majella che sarà il punto centrale del percorso. Prima si sale a Bocca di Valle (in totale si sommano circa 12,5 km con una media del 3,3%) e poi verso Passo Lanciano (12,6 km al 7% con tratti in doppia cifra; difficoltà: 600 punti). Attenzione anche alla discesa che nella seconda parte sarà piuttosto tecnica. Seguirà la lunghissima salita (37 km) verso Passo San Leonardo, fatta di molteplice ascese tutte abbastanza pedalabili; dipenderà molto dalla situazione che si sarà creata su Passo Lanciano: se una squadra avesse provato a cogliere qualcuno impreparato e, riuscendoci, avesse insistito in discesa, farà sì che il ritmo resti alto e come ben sappiamo l'Aprica scava ed amplia i distacchi nati sul Mortirolo. Fatto sta che non ci sarà più pianura fin sul traguardo che sarà preceduto dal GPM di Bosco di Sant'Antonio (10 km al 5%) e da alcuni strappi attraverso Pescocostanzo e Rivisondoli. La salita finale è divisa in una prima parte costante e pedalabile e nella rampa finale in doppia cifra. Non è niente di impossibile ma dopo 200 km, su cui sono cosparsi 4000 metri di dislivello è inutile dire che per fare selezione basta mezzo scatto. Magari non succederà niente, ma potenzialmente possono volare minuti.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Diamo uno sguardo alla prima settimana, sicuramente una delle più dure degli ultimi anni. Come si può ben vedere dal confronto qui sotto è ancora più dura da un punto di vista altimetrica. Tuttavia non ci sarà più l'ostacolo del trasferimento dall'Ungheria e rimarrà quello dalla Sicilia che comunque non agevola il recupero in vista del tappone di Camigliatello. Sono anche leggermente diminuiti i chilometraggi, ma ci sono ugualmente tre tappe di 200 km, tutte con percorsi molto impegnativi. E occhio: all'indomani del giorno di riposo ci sarà una tappa molto insidiosa.
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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10a TAPPA
Potrebbe tornare ad esserci maggior freschezza in gruppo e lo spauracchio del day after incombe. Ritorna in grande stile la tappa dei muri dopo l'aborto di Pesaro 2019. Non serve spiegare molto a livello tattico, se non che in queste tappe bisogna sempre stare attenti perché un attacco in cima ad un muro ben assestato e tenuto in tiro anche in discesa può sgretolare il gruppo, rendendo questa tappa una corsa a eliminazione strappo dopo strappo. Le due apparizioni sui muri nel 2013 sono lampanti: Nibali ribaltò la Tirreno a Marzo, poi a Maggio andò verso la conquista della rosa (presa il giorno dopo a crono) mentre Wiggins si irrigidiva curva dopo curva; fu complice in entrambi i casi un meteo poco favorevole. Anche quest'anno senza dubbio il meteo rappresenta una notevole discriminante.
La corsa parte in discesa, per poi proseguire sostanzialmente pianeggiante (alcuni strappi ad Ortona) fino a Francavilla. Si risale così verso Torrevecchia Teatina, in vista del ritorno di una vecchia conoscenza: il muro di Via del Tricalle a Chieti di 1 km al 12% con max del 19%. Tuttavia, dopo una discesa veloce, non sarà seguito da altri muri, quindi potrebbe anche non succedere nulla. Uno scenario in cui possiamo sperare è quello che abbiamo visto proprio a Chieti l'anno passato andando verso L'Aquila: se ci fosse caos per andare in fuga, il gruppo continuasse ad inseguire e il ritmo fosse elevato, si passerebbe da Via del Tricalle col gas aperto e a vedere tutti al vento quando mancano 125 km al traguardo non ci vorrebbe nulla. Altrimenti le forze si concentreranno per un finale intensissimo.
Al termine della discesa 9 km pianeggianti, la facile salita verso Spoltore (4 km al 4%) e un po' di saliscendi fino a Montesilvano. 30 km piannegianti portano a Giulianova dove ci sarà un nuovo antipasto: si imbocca il primo passaggio da Tortoreto: 2 km al 9% divisi in due rampe distinte, entrambe con punte oltre il 15%. Una discesa molto tecnica porterà a Tortoreto Lido, dove (senza passare dal traguardo) comincia il circuito finale. Vale un po' lo stesso discorso di Chieti: dopo la discesa si torna in pianura, quindi potenzialmente si può spezzare il gruppo ma è più probabile che arrivino quasi compatti ai piedi dell'ultima serie di asperità. Rimagono gli ultimi 12 km di pianura per superare Martinsicuro ed imboccare la salita di Colonnella: non è un muro, ma una salita vera e propria di 3 km al 9% con punte del 15%. Appena 5 km a tratti tortuosi porteranno ad uno dei punti più insidiosi: il muro di Controguerra è il muro per eccellenza di poche centinaia di metri al 20%, con ingresso ad imbuto; non appena la strada "spianerà" al 10% e in testa qualcuno avrà la forza di rilanciare, dietro si sentirà una frustata inaudita; la fiera dell'acido lattico. (Vi consiglio di cercarvi Via Patellara su Street View... fa impressione).
Un'inversione in centro a Controguerra ("stile Poggio") porta all'imbocco della discesa di 8 km non troppo tecnica. Momento di parziale respiro con l'ascesa verso Colle Luna di 2 km al 4,5% con due tratti al 8\9%. Iniziano così 15 km di fuoco con una discesa tecnica che porta il gruppo ad imboccare la seconda ascesa a Tortoreto da un nuovo versante: due strappi in doppia cifra (max 20%) compongono una salita di circa 1500 metri al 9%, seguita da un tratto di respiro ed alcune centinaia di metri nuovamente in salita. Una discesa molto tecnica porta all'imbocco dell'ultima ascesa: si risale a Tortoreto dal primo versante, sottratto di alcune centinaia di metri (rimangono le due rampe al 15%). In cima mancano 11,5 km. Alcune centinaia di metri prima di iniziare i 3 km di discesa tecnica che potrebbero essere determinanti. In fondo mancheranno 8 km pianeggianti (purtroppo 5 in più rispetto al percorso originale). Alla fine saranno 179 km (molti meno di prima) con circa 2000 metri di dislivello; soltanto negli ultimi 42 km se ne salgono quasi 1000.

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nibali-san baronto
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11a TAPPA
Una tappa come quella di Tortoreto resterà sicuramente sulle gambe ed andrà ad influenzare questa volata abbastanza scontata. Tuttavia vale la pena di far notare che i 182 km verso Rimini non saranno completamente pianeggianti. I primi 108 km sono effettivamente molto agevoli, poi si sale al Monte di San Bartolo (3 km al 5%) e si affronta parte della panoramica. Si scende dalla Siligata affrontando così altri 15 km circa molto tranquilli. Arrivati a Cella al km 137 iniziano 24 km ondulati e tortuosi: si sale a Misano Monte (2 km scarsi al 4%), al TV di Coriano (600 mt, 8%), a Pedrolara (700 mt, 8%), a Cerasolo (1500 metri circa al 6%) e a Santa Cristina (1300 metri al 6%, formati da due strappi in doppi cifra, a suo modo un piccolo muro). In fondo alla discesa mancano 22 km, quindi non tantissimi. Significa che il gruppo transiterà ad alta andatura da questi strappi che non dovrebbero creare problemi ai big, ma potrebbero creare difficoltà a qualche velocista.

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nibali-san baronto
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12a TAPPA
Un'altra tappa jolly in cui può succedere tutto e niente.
Si superano di nuovo i 200 km con un dislivello complessivo di circa 3500 metri, di fatto concentrati tra il km 27 e il km 190.
Tutte le salite sono potenzialmente molto selettive e tutte le discese sono piuttosto tecniche, quindi da un punto di vista tattico c'è poco da spiegare: si salvi chi può. L'augurio per noi è che qualcuno voglia fare corsa dura, tuttavia gli ultimi 15 km pianeggianti potrebbero scoraggiare... Speriamo che qualche big vada in crisi e l'andatura si mantenga alta.
Si comincia salendo verso Bertinoro e Polenta con pendenze agevoli. Un tratto di strada ondulata porta ai piedi del secondo "colle", ovvero San Matteo, salita regolare ma non facilissima. Un breve strappo piuttosto ripido (500 mt al 9%) porta a Pieve di Rivoschio, in vista della terribile serie di 5 colli: Ciola (6.4 km; 6.3%; primi 3.5 km all'8%); Barbotto (4,6 km; 8,2%; 1 km al 12%); Monte Tiffi (1,8 km; 9,1%); Perticara (7 km; 5,3%; primi 5 km al 6,2% con max 13%); Madonna di Pugliano (9 km; 5,9%; primi 4 km al 8,4%; probabilmente la più dura). Al termine della discesa attraverso San Leo mancheranno ancora 54 km. Questo significa che non ci saranno quasi sicuramente attacchi in prima persona sulle salite più impegnative della tappa e probabilmente nemmeno sul successivo Passo delle Siepi (4 km al 5%). Seppur impercettibile è fondamentale la modifica rispetto al percorso presentato ad ottobre: anziché scendere dal Passo attraverso la strada tradizionale, il percorso taglierà verso Masrola, eliminando 6 km di pianura e transitando da una strada più ondulata e tortuosa, creando di fatto una serie unica di "su e giù" fino al km 190. Infatti rimangono solo 5 km di pianura a separare il Passo delle Siepi dalla successiva salita, l'unica in cui crescono le possibilità di un attacco da lontano. Sono 5 km al 5,6%, in verità divisi in due km regolari piuttosto impegnativi ed altri tre km molto irregolari con un'impegnativa rampa in doppia cifra in vista dello scollinamento. Imboccare una salita come questa dopo 170 km significa che diventa potenzialmente esplosiva. Si possono verificare due scenari antiteci: o il gruppo procede a gregge, rendendo impossibili attacchi dei big, oppure si tiene il gruppo in tiro su ogni salita e discesa creando una corsa a eliminazione o magari creando una corsa strutturata su più gruppi spezzati che si rincorrono. In mezzo ci stanno tutte le sfumature. Dal GPM mancano 30 km, di cui metà in "discesa" (virgolettato perché di fatto si tratta di una fase ondulata che alterna brevi discese tecniche a falsopiani e brevi strappi). Questo è tutto...

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13a TAPPA
L'altimetria è decisamente meno nervosa, ma anche stavolta i velocisti dovranno far fronte a due muri micidiali che molto probabilmente li taglieranno fuori dai giochi. La tappa è piuttosto lunga (192 km) e la terribile giornata di Cesenatico sarà quasi sicuramente rimasta nelle gambe di molti. Se l'andatura sui due GPM finali sarà elevata potrebbero rimanere in pochi. I primi 158 km sono un biliardo, dopodiché si sale al GPM di Roccolo (3,8 km; 8,5%; max 20%); cito testualmente dal sito del Giro:
Dopo Galzignano Terme la corsa affronta il Roccolo attraverso la concatenazione di 3 salite diverse (il Muro di Vallorto max 20%, [un tratto de] la salita di Castelnuovo e il Roccolo vero e proprio max 17%) su strade mediamente ristrette con fondo sostanzialmente buono. Discesa veloce su Cinto Euganeo per affrontare il Muro di Calaone da Rivadolmo (max 18%) prima dell’ultima veloce parte di tappa.
La discesa da Calaone è decisamente meno tecnica della precedente essendo composta da tornanti su strada larga. Resteranno soltanto 11 km di pianura, planimetricamente non semplicissimi.

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nibali-san baronto
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14a TAPPA
Veniamo già da tappe molto impegnative e non è assolutamente da escludere che la classifica sia già piuttosto definita. Sarà da capire se una volta arrivati a questa cronometro ci saranno nelle primissime posizioni uomini forti a crono (ed è molto probabile): in tal caso qui possono dare una bella mazzata alla classifica e costringere gli scalatori ad attaccare tutti i giorni fino al Sestriere. E' una cronometra lunga ma non lunghissima, ma il percorso più in salita che in discesa (quasi 200 metri di dislivello tra partenza e arrivo) abbasserà le velocità ed amplierà i distacchi. La maggior difficoltà in questa cronometro sarà gestire lo sforzo: un'impennata come quella di Ca' del Poggio ti obbliga ad essere a tutta, perché sul 18% o pedali o ti ribalti, non ci sono alternative; sarà importantissimo saper rilanciare una volta scollinati, uno sforzo che si addice a molto agli uomini da Fiandre o da Strade Bianche. E comunque anche i restanti 25 km vanno ben calibrati, perché se inizialmente la strada scende e consente di fare velocità, poi diventa pianeggiante ed infine sale verso Guia (oltre 2 km al 5\6%). Per cui non bisogna intestardirsi a spingere il rapporto nel tratto a favore che potrebbe ingannare e sicuramente assecondare le aspettative del corridore. Probabilmente proprio il tratto in salita dal km 25 al km 31 sarà quello verranno scavati i distacchi più profondi, perché la strada sale senza grandi pendenze e chi dovesse averne potrà spingere il rapporto e tenere alta l'andatura.

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*Recuperato dal Giro d'Italia 2014
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