Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto
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TAPPA 10
Pianeggiante? La domanda è lecita, visto che è ufficialmente definita con questa etichetta. Lo stesso Prudhomme ammette però che la vittoria possa andare alla fuga del mattino, poiché la prima parte della tappa affronterà dei "bosses" (poggi,salite) sopra i 1000 metri di altitudine. E si vede bene anche dall'altimetria generale che, di fatto, non c'è un metro di pianura in tutta la tappa. Sarà interessante attendere la pubblicazione del profilo dettagliato per capire se il finale sarà sufficientemente agevole da permettere al gruppo di organizzarsi, o se si dovesse trattare di una tappa nervosissima che magari può riservare sorprese anche tra i big. Non dimentichiamoci che sarà pure molto lunga (218 km).

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nibali-san baronto
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Una prima settimana allungata (riposo al martedì) e piena di insidie, farà sicuramente arrivare i corridori al primo giorno di riposo più stanchi del solito. Come già ho fatto notare, ci sono pochissime tappe davvero semplici e solo la 7a (Chalons-sur-Saone) ha davvero un finale tranquillo che può lasciare i big "tranquilli". Infatti ricapitolando tappa per tappa:
1) non c'è un metro di pianura, 1500 metri di dislivello, arrivo in leggera salita.
2) cronosquadre
3) ultimi 30 km con quattro cote (2 in doppia cifra) e arrivo in salita (500mt; 8%)
4) tappa per velocisti, ma 2 cote a ridosso del traguardo (forse ininfluenti ma non lo possiamo dire con certezza)
5) prima tappa di media montagna
6) primo tappone per scalatori
7) unica tappa in cui il finale è senza dubbio per velocisti
8) tappa bastarda piene di salite con 3800mt di dislivello
9) altra tappa insidiosa con salita di 3 km vicina al traguardo
10) non c'è un metro di pianura; tappa da fuga?

Passiamo ora alla seconda settimana, che sarà incentrata sule tappe pirenaiche.
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TAPPA 11
Prudhomme ci parla di una tappa dedicata ai velocisti ed è l'unica possibilità, in una tappa che non mostra difficoltà. Forse appena vallonata, ma la scala utilizzata enfatizza molto ed è probabile che si tratti soltanto di ciò che viene chiamata "pianura francese".

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TAPPA 12
Si comincia a salire. La prima tappa pirenaica viene comunque giustamente considerata da Prudhomme una tappa per le fughe. D'altronde le salite sono poste relativamente lontane dal traguardo: il Peyrresourde si trova a 64 km dall'arrivo, l'Horquette d'Ancizan a 29,5 km di cui molti non sono in discesa, ma bensì in falsopiano. Comunque è sempre una tappa con due salite di prima categoria con un coefficiente di difficoltà rispettivamente di 646 e 556. Dunque salite che sarebbero 1a categoria anche al Giro.
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TAPPA 13
Ecco l'unica crono individuale del Tour. Molto simile a quella del 2018, presenta numerosi sali-scendi ed in particolare due strappi verso Mazères-Lezons e la Côte d’Esquillot (1km; 7%). Prudhomme non ci dà ulteriori indicazioni. E' una corno in cui ci saranno pochi distacchi fra chi sarà in giornata, mentre chi dovesse non essere al top può perdere molto a causa dei numerosi tratti in salita. Allo stesso modo della rono di Espelette: Dumoulin, Froome e Thomas arrivarno in una manciata di secondi; Roglic (n giornata "no") pagò d'azio e perse il podio.

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TAPPA 14
Purdhomme evidenzia come oltre i 2000mt si entri in una nuova dimensione. E forse è l'unico vero fattore determinante in una tappa che lascia l'amaro in bocca per la brevità e la quai certezza di decidersi sulla salita finale. In ogni caso si affrontano due salite storiche ed impegnative:
Col du Soulor: 11,9 km; 7,8%; difficoltà: 723
Col du Tourmalet: 19km; 7,4%; difficoltà: 1040
Le pendenze non eccessive favoriranno anche i passisti-scalatori, ma 20 km di salita con finale a quota 2000 permettono sicuramente di fare distacchi, anche aspettando la salita finale. Inoltre è una salita con pochi tratti di respiro e le pendenze più intense si trovano proprio negli ultimi km, quando l'ossigeno inizierà a scarseggiare e i corridori saranno già al limite.
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TAPPA 15
Purdhomme, dopo aver citato i Castelli Catari, celebra questa tappa come un vero tappone che comincia con l'antipasto del Col de Montsegur per arrivare sulla salita finale di Prat d'Albis, dopo 4700 metri di dislivello. Prudhomme ha ragione: questo è un autentico tappone pirenaico, a cui manca solo l fattore dell'altitudine. Gli ultimi 80km non lasciano respiro, se non una decina di km in falsopiano per arrivare a Foix.
Ecco la concatenazione di salite:
Col de Montsegur: 6,8 km; 6%; difficoltà: 244 (salita semplice, ma si tratta pur sempre di dislivello che resta nelle gambe)
Port de Lers: 11,4 km; 7%; difficoltà: 559 (pendenza quasi abbordabili, ma essendo incollata alla salita successiva è un'ottimo luogo per fare un forcing)
Mur de Peguere: 9,3 km; 7,9%; difficoltà: 580 (la salita più dura; è molto probabile vedere attacchi già qui)
Prat d'Albis: 11,8 km; 6,9%; difficoltà; 562 (numericamente simile al Port de Lers, ma molto più irregolare e più adatti agli scalatori puri)
Se una squadra volesse fare corsa dura, in questa tappa troverà pane per i suoi denti. Fare il forcing sul Port de Lers significherebbe lasciare tutti allo scoperto sul Mur de Peguere quando mancano ancora quasi 50km. Ed occhio alla salita finale, poiché la media del 6,9% nasconde una prima parte decisamente impegnativa: dopo 2800 metri inizia infatti un tratto i 4,5km con una media del 9,1%. Insomma, sarà il trionfo della salita.
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Seconda settimana breve ed intensa, con un'unica tappa cuscinetto per velocisti in vista delle 4 importanti giornate pirenaiche.
A Bagneres-de-Bigorre l'elemento più rilevante sarà la distanza (202 km) che potrebbe rendere più pesanti le gambe sull'Horquette d'Ancizan
La crono di Pau si troverà in mezzo a due tappe di montagna e contribuirà ad arrivare al tappone di Foix con le gambe affaticate.
Il Tourmalet sarà probabilmente una battaglia all-in sulla salita finale. Attenzione a non pagare dazio il giorno dopo.
Foix un tappone a tutti gli effetti: potenziale spettacolo, speriamo bene

Passiamo ora alla terza settimana, dedicata alle Alpi.
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TAPPA 16
Prudhomme ci parla di una tappa dedicata ai velocisti e specifica che la tappa passerà sopra il Pont du Gard. Attenzione perché il percorso non sarà completamente pianeggiante. Sono riuscito anche attraverso il video della presentazione a creare il profilo della tappa: risultano oltre 1500 metri di dislivello, provocati dalla presenza di molte salite relativamente lunghe (ma con pendenze abbordabili), l'ultima delle quali (a soli 10\15 km dal traguardo) presenta un tratto centrale con massime intorno al 9\10%. I GPM sono messi casualmente\indicativamente.
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TAPPA 17
Prudhomme suggerisce l'arrivo di una fuga, che dovrà fare attenzione alla rimonta del gruppo sulla salita finale del Col de la Sentinelle.
Stavolta infatti niente Col de Manse, come nel 2006. Non cambia comunque la faccenda ed è assai probabile assistere a due corse in una.
Anche in questo caso sono riuscito a ritracciare il percorso. Ecco l'altimetria:
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TAPPA 18
Arrivano le Alpi. Prudhomme evidenzia questa tappa come una grande occasione per gli scalatori ed esalta la presena di ben 3 cime oltre i 2000 metri, cosa rara al Tour. Ha ragione Prudhomme: questo è un vero tappone alpino. Peccato per il famigerato Lautaret da Briançon, che rischia di narcotizzare la corsa. Speriamo in meglio.
Col de Vars: 9,3 km; 7,5%; difficoltà: 523
Col de l'Izoard: 14,1 km; 7,3%; difficoltà: 751
Col du Galibier: 23 km; 5,1%; difficoltà: 598
I coifficienti di difficoltà denotano l'assenza di una salita davvero incisiva. L'unica che si avvicina ai fatidici 800 punti è l'Izoard. Infatti ricorderete tutti la tappa del Galibier del 2011, quando Andy Schleck partì proprio sull'Izoard riuscendo ad arrivare da solo in vetta al Galibier. Però, alle spalle, non c'era la Sky a tirare...

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TAPPA 19
Stavolta solo un elemento è evidenziato da Prudhomme: il passaggio dall'Iseran, ovvero il colle (valicabile) più alto di Europa a 2770 metri.
Tipica struttura da "tappina": soltanto 131km, ma molto intensi con 3 GPM in rapida successione.
Montée d'Aussois: 6,5 km; 6,2%; difficoltà: 250
Col de l'Iseran: 12,9 km; 7,5%; difficoltà: 723 (potremmo dire che in totale sono 38 km costantemente in salita, con media del 3,9%)
Montée de Tignes: 7,4 km; 7,0%; difficoltà: 363
Finale comunque ben disegnato, con l'Iseran dal lato più impegnativo, seguito quasi subito dalla più semplice salita di Tignes. Unica pecca (difficilmente evitabile) l'altopiano di Val d'Isere, dove si resta al vento per quasi 10 km.
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TAPPA 20
Prudhomme ci ricorda che soltanto per la terza volta nella storia del Tour, una tappa arriverà oltre quota 2000 metri. Inoltre evidenzia il dislivello finale di 4450 metri.
Attenzione: l'arrivo sarà più in alto della stazione sciistica di circa 1 km, a quota 2365. Presumibilmente questo tratto di strada sarà asfaltato.
Tappa che forse lascia l'amaro in bocca per il potenziale non sfruttato. Infatti le salite non sono poi così vicine tra loro ed è molto probabile che ancora una volta si decida tutto sulla salita finale. Se non altro la salita finale è lunga ben 33 km, dunque sicuramente potremo godere di oltre 1 ora di spettacolo. Stando ai numeri sarà la salita più dura del Tour, con l'aggravante degli ultimi 6 km oltre i 2000 mt
Cormet de Roselend: 19,9 km; 6,0%; difficoltà: 716
Cote de Longefoy: 6,6 km; 6,5%; difficoltà: 279
Val Thorens: 33,4 km; 5,5%; difficoltà: 1010 (media falsata da alcuni tratti in discesa)
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TAPPA 21
Niente di rilevante. Sarà semplicemente la passerela finale sugli Camps-Elysees.


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nibali-san baronto ha scritto: domenica 28 ottobre 2018, 17:11 TAPPA 21
Niente di rilevante. Sarà semplicemente la passerela finale sugli Camps-Elysees.
ottimo lavoro, grazie..
hai accennato a un test Cecchini sul Serra. Puoi dire di cosa si tratta ?
per Cecchini intendi l'ex medico di Rijs ?

ciao

el_condor

P.S: auguri per la clavicola e, se ho ben capito, per l'ultimo anno di liceo..


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el_condor ha scritto: domenica 28 ottobre 2018, 17:31
nibali-san baronto ha scritto: domenica 28 ottobre 2018, 17:11 TAPPA 21
Niente di rilevante. Sarà semplicemente la passerela finale sugli Camps-Elysees.
ottimo lavoro, grazie..
hai accennato a un test Cecchini sul Serra. Puoi dire di cosa si tratta ?
per Cecchini intendi l'ex medico di Rijs ?

ciao

el_condor

P.S: auguri per la clavicola e, se ho ben capito, per l'ultimo anno di liceo..
Non so se fosse medico di Rijs, ma sicuramente lo è stato di Ulrich, Casagrande, Bartoli e molti altri di quel periodo. In pratica tutti i corridori da lui seguiti facevano molteplici test su un tratto del Monte Serra da Buti (tuttora c'è un segmento su strava) ad inizio stagione. All'epoca aveva anche un certo seguito e i giornali sportivi riportavano spesso i tempi che ogni tanto trapelavano. Il record dovrebbe averlo fatto Ulrich nel 2004: 15'40".

P.S.
Grazie mille


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Ottimo lavoro sul Tour. Mi sembra più banale del solito la tappa di Gap. Il resto cone da programma.


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giorgio ricci ha scritto: domenica 28 ottobre 2018, 21:39 Ottimo lavoro sul Tour. Mi sembra più banale del solito la tappa di Gap. Il resto come da programma.
Il chilometraggio era molto elevato ed era difficile aggiungere del pepe. Hanno perciò tracciato il percorso più breve possible, notando che il Col de la Sentinelle faceva risparmiare km rispetto al Col de Manse. Tra l'altro l'elevata distanza tra le sedi di tappa scelte credo sia anche una delle cause per cui molte tappe di montagne sono sotto i 150km; infatti ci sono molte tappe di 200 km vicine tra loro:
1)192
3)214
4)215
-------
7)230
8)199
10)218
-------
17)206

Per cui per non ritrovarsi con tappe di 200km tutti i giorni ne son venute fuori tappe di montagna ancora più brevi rispetto agli anni passati.


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Al contrario del Tour, il Giro offre fin da subito i profili di tutte le tappe. In ogni caso ho deciso (come per il Tour) di commentare ogni tappa, fornendo informazioni aggiuntive.

Intanto ecco l'altimetria generale, che evidenzia l'elemento più caratterizzante di questo percorso: è letteralmente spaccato in due. Le prime 11 tappe sono pianeggianti o vallonate; le ultime 10 sono tutte potenzialmente incisive (fatta eccezione per la 18). Passiamo adesso all'analisi tappa per tappa.
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1a TAPPA

Difficile interpretare questa crono. Difficile interpretazione sia per chi fa i pronostici sia per i corridori che dovranno gestire lo sforzo. Una rampa impegnativa come il San Luca dovrebbe favorire gli scalatori puri sui passisti (oltre il 12% non può essere altrimenti). La domanda è: quanto avrà influenza la parte pianeggiante rispetto al muro? E ancora: Quanto sarà incisivo allora il muro?
Sinceramente non saprei proprio cosa pensare. Cosa certa è che i tempi parziali ai piedi del muro saranno completamente diversi da quelli in vetta. Potremmo assistere anche ad una sorta di no contest fra i corridori più in forma. Però chi, invece, dovesse essere meno pronto all'appuntamento potrebbe pagare. Ebbene sì: già alla prima tappa sentiremo dire la frase "Non sapremo chi vincerà il Giro, ma potremo vedere chi non potrà vincerlo".
In ogni caso servono mani di velluto: mancano ancora venti tappe e c'è ampiamente spazio per sovvertire l'ordine.
Per la vittoria mi gioco Moscon, a breccia!
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2a TAPPA

Anticipo: scusate la folgorazione ma su queste strade (2a e 3a tappa) mi ci alleno da 6 anni quasi tutti i giorni e non posso fare a meno di esaltarmi. Vi potrò dare moltissimi dettagli (vissuti in persona) e prometto che una volta uscito il Garibaldi ed approvati definitivamente i percorsi andrò in bici a farvi una ricognizione.

Già il secondo giorno il Giro mostra una tappa interessante, forse quella meglio disegnata della prima parte di Giro. Vegni ha sfruttato alla perfezione il territorio empolese, valorizzando due ascese celeberrime per il ciclismo locale e non solo: Pinone e San Baronto. E' evidente che Maurone nazionale ha scelto la strada più semplice per varcare l'Appennino, giustamente direi, visto che siamo soltanto alla prima tappa in linea. L'arrivo a Fucecchio non avrebbe comunque permesso di affrontare salite di difficoltà maggiore; al contrario il Castra è la salita più dura della zona e non deve essere sottovalutata: siamo al limite del 2a categoria!
Interessante anche l'accoppiata salita dura - salita facile, stavolta concessa ad una tappa di collina.

Nel dettaglio il gruppo varcherà l'Appennino dal Valico di Montepiano (GPM in località La Serra), il più basso (774 mt), dopo 14 km di salita al 3,2% di media. Dunque un 3a categoria, presumibilmente. Non avrà grande influenza su questa tappa, però sono pur sempre 14 km all'insù che creano dislivello e rendono questa tappa più simile ad una classica. Azzardo: il Lombardia di Bergamo morbido (per intenderci quello del 2014) è quasi più semplice.
Mi prenderete per pazzo, ma capirete adesso che ho ragione.
Si entra nel Circondario Empolese-Valdelsa ad 85 km dalla conclusione. Prima asperità (senza GPM) è "il Baccaiano", ovvero la salita di Montespertoli (fatta e rifatta personalmente): sono 2,5km al 4,7% con brevi tratti in doppia cifra (km centrale al 7%).
La lunga discesa si svolge su costanti su e giù prima e su lunghi falsopiani dopo Ortimino verso Empoli. Tratto pianeggiante ma planimetricamente abbastanza complicato per raggiungere Limite dove inizia la salita più impegnativa: il Castra (anche questa fatta e rifatta). Sono 5,5 km al 7,5% che nella parte centrale supera più volte il 10%. Con una difficoltà di circa 310 punti, ha grandi chance di essere un 2a categoria. E' poco più facile del versante di Como del Civiglio. Dalla vetta non ci sarà un metro di pianura. Discesa molto tecnica per arrivare a Vinci dove inizia il facile San Baronto (inutile dirlo... fatto e rifatto). Questa è forse l'unica scelta discutibile, avrei preferito vedere un versante più tosto, magari si poteva inserire il muro del Fornello. In ogni caso sono 12,7 km di falsopiano (2,4%), però con il tratto tra Vinci e Fornello di 4km al 4% con tratti di salita (5\6%) intervallati a tratti più semplici (2\3%). E' una salita dove risulta difficile scappare da un gruppo in fila indiana, ma le molte curve e la pendenza irregolare possono anche favorire un attacco assestato bene. Una sorta di Cipressa lunga il doppio. Altra discesa tecnica su Lamporecchio. Adesso tratto sali-scendi e pieno di curve per arrivare a Lazzeretto (intanto si passerà da Mastromarco... già vedo Nibali fare qualcosa... non può sottrarsi alla chiamata dei tifosi). Da qui breve strappo di Cerreto Guidi, con un primo km al 5\6 %, un tratto pianeggiante ed un tratto di salita più semplice. La strada prevista per la discesa è al momento Poggio Tempesti: attenzione perché è stretta, tutta su e giù e piena zeppa di curve e semicurve. La pianura tornerà a soli 4\5 km dal traguardo. Insomma gli ultimi 50 km sono di fuoco: solo nel finale ci sono circa 800 metri di dislivello; in totale ce ne sono quasi 2000. A tutto ciò si aggiunge la distanza ragguardevole di 200 km tondi.

Insomma, fidatevi di un Castellano: è una bella tappa.

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3a TAPPA

Tappa per velocisti non banale. Infatti anche se gli ultimi 20 km sono del tutto pianeggianti non si devono sottovalutare i quasi 2000mt di dislivello e la lunghezza ragguardevole di 219 km: sarà una volata per uomini di fondo, capaci di ben figurare anche nelle classiche (penso a Viviani o Sagan).

Partenza da Vinci per raggiungere su strade velocisti Castelfiorentino. Usciti dal paese si passa davanti casa mia ( :bll: ) e dopo un altro km iniziano le prime rampe di Poggio all'Aglione (che, posso giurare, mi pare una barzelletta il GPM a Poggio all'Aglione). Dopo lo strappo del Mannello di 500 mt inizia la salita vera e propria: 6,8 km al 5,4% con una difficoltà complessiva di 200 punti (non pochissimi). Purtroppo risulta un po' annacquata perché al momento è previsto deviare per il centro di Montaione, eliminando un tratto di 1 km al 9% e sostituendolo con 2 km ben più semplici. Presenta comunque all'inizio e alla fine molti punti in doppia cifra: è' pur sempre una salita che, trovandosi quasi in partenza, potrebbe essere determinante ai fini della fuga del mattino. Se i fuggitivi dovessero partire di forza in salita potrebe crearsi un gruppetto ben assortito... Occhio dunque alle fughe! Dopo la lunga discesa, a tratti tecnica, si torna sulla SR429 in corrispondenza di Certaldo. Da qui in poi la strada sarà a lungo ondulata (Soprattuto da Poggibonsi in poi, ma anche prima), con pochi tratti davvero pianeggianti. E' in questo tratto che è collocato l'altro GPM, molto più semplice. Dopo la discesa da Mereta inizia dopo ben 136 km il primo vero tratto pianeggiante, caratterizzato da strade ampie e rettilinee. Però dopo Grossetto (per evitare l'Aurelia a 4 corsie) il gruppo dovrà affrontare una nuova fase ondulata, prima con la salitella dell'Apparita (oltre 2km al 5\6%) poi con su e giù variegati. La strada torna rettilinea e pianeggiante soltanto a 25km dall'arrivo. Il finale è del tutto pianeggiante.
Altro fattore importante... il vento di Maremma! ("sotto il maestrale urla e biancheggia il mar") Gli ultimi km si svolgono nella laguna di Orbetello e potrebbero essere pericolosi. Allo stesso modo, attenzione al possibile vento laterale nel lungo tratto pianeggiante verso Grosseto. Insomma, è una tappa che non va sottovalutata del tutto, pur restando chiaramente per velocisti.

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4a TAPPA

Anche la seconda tappa pianeggiante di questo Giro, di pianura ne avrà ben poca. Presumibilmente si concluderà comunque con uno sprint, più o meno di massa.

Dopo soli 25 km si sale verso Manciano, GPM di giornata, dando avvio ad una serie di salite più o meno abbordabili che di fatto non terminerà più, seppur intervallata da alcuni tratti pianeggianti. Proviamo ad elencare tutte le principali:
- Manciano (GPM): 7 km; 3,9% (tratti di salita intervallati da tratti in contropendenza, massime intorno al 9\10 nell'ultimo km)
- Poggio Evangelista: 13,2 km; 3% (non inganni la media: sono 13 km tutti in ascesa che alternano tratti di salita a tratti di falsopiano)
(dopo Tuscania c'è una serie di strappi brevi e abbastanza ripidi)
- Querce d'Orlando (km 121,5): 7 km; 2,7% (due tratti in salita separati da 2 km pianeggianti)
- Monte Razzano (km 154,5): 4,1 km; 3,6% (il primo tratto verso Campagnano è di 1 km abbondante al 6%)
- Monterotondo: 1,5 km; 6,7% (massime oltre il 10%)
Il percorso torna davvero semplice (sia altimetricamente sia planimetricamente) solo a 20km scarsi dal traguardo. E' chiaro che non si tratta di salite impegnative, ma dopo 200 km di corsa il dislivello ammonta già a 2500 metri. Se l'arrivo fosse in pianura sarebbe ancora a pieno titolo una tappa per velocisti, analoga in molti punti a quella di Orbetello, ma il finale toglie ogni dubbio: non vincerà un velocista (a parte rare eccezioni).
Infatti il gruppo si dovrà accontentare giusto di una decina di km pianeggianti, visto che la strada torna gradualmente a salire. In località Vermicino ha inizio la salita vera e propria: da qui sono 4 km al 4,9% per arrivare in Piazza Marconi (dove è stato collocato l'arrivo nelle passate edizioni). E attenzione, perché gli ultimi 1500 metri presentano una media superiore al 6% e tratti che sfiorano il 10%. Insomma, sarà difficile un colpo di mano, ma la volata sarà decisamente anomala. Il tutto condito da ben 228 km di corsa, con 2800 metri di dislivello.

Vorrei concludere confrontando questo finale, con quello di Almaden della Vuelta 2018.
FRASCATI: 4 km; 4,9%; max 9\10%
ALMADEN: 2 km; 4,2%; max 6\7%
Pensate adesso che ad Almaden arrivarono con lo stesso tempo solo 52 corridori e soprattutto che Valverde ha battuto Sagan, Izaguirre è arrivato 4°, Yates 7° e Kruijswijk 10°. Cosa succederà a Frascati? Sicuramente il finale sarà palpitante.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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5a TAPPA

Anche la 5a tappa sarà ufficialmente pianeggiante e stavolta quasi sicuramente si concluderà in volata. In ogni caso il percorso presenta 3 salite abbastanza impegnative che potrebbero scombinare le carte.
Tappa breve (140 km), con 1400 mt di dislivello, che comincia in salita e che presenta l'ultima asperità a "soli" 45 km dal traguardo, di cui una decina in discesa. Quindi, oggi, occhio alle fughe più che mai. Per darvi un riferimento, potremmo paragonarla alla tappa di Iseo del 2018: unica vera differenza è che mentre il circuito finale di Iseo era più ondulato, a Terracina gli ultimi 35 km saranno un biliardo.
Salite:
- Rocca Priora: 9,4 km; 4,4%
- Rocca di Papa (GPM): 5,4 km; 6,3%
- Sezze (GPM): 5 km; 4,9%
- Foresta di Sezze (km 93): 2,4 km; 4,2%
Quindi la fuga si sgancerà quasi sicuramente di forza e sarà composta da corridori di un certo calibro. Le squadre dei velocisti non potranno lasciare spazio. Per gli spettatori più avvezzi, consiglio vivamente di vedere i primi km di questa tappa: potrebbero essere molto divertenti.
Ma non vi illudete: la volata di gruppo resta la possibilità più concreta!

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nibali-san baronto ha scritto: sabato 10 novembre 2018, 23:22 5a TAPPA

Anche la 5a tappa sarà ufficialmente pianeggiante e stavolta quasi sicuramente si concluderà in volata. In ogni caso il percorso presenta 3 salite abbastanza impegnative che potrebbero scombinare le carte.
Tappa breve (140 km), con 1400 mt di dislivello, che comincia in salita e che presenta l'ultima asperità a "soli" 45 km dal traguardo, di cui una decina in discesa. Quindi, oggi, occhio alle fughe più che mai. Per darvi un riferimento, potremmo paragonarla alla tappa di Iseo del 2018: unica vera differenza è che mentre il circuito finale di Iseo era più ondulato, a Terracina gli ultimi 35 km saranno un biliardo.
Salite:
- Rocca Priora: 9,4 km; 4,4%
- Rocca di Papa (GPM): 5,4 km; 6,3%
- Sezze (GPM): 5 km; 4,9%
- Foresta di Sezze (km 93): 2,4 km; 4,2%
Quindi la fuga si sgancerà quasi sicuramente di forza e sarà composta da corridori di un certo calibro. Le squadre dei velocisti non potranno lasciare spazio. Per gli spettatori più avvezzi, consiglio vivamente di vedere i primi km di questa tappa: potrebbero essere molto divertenti.
Ma non vi illudete: la volata di gruppo resta la possibilità più concreta!

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sai per caso la % massima delle tre prime salite?


2015:TreValliVaresine
2016:Giro (primi5), Tour t11-14, ParigiTours
2017:Kuurne, TroBroLeon
2018:Tour of Guangxi
2019:Dwars,Tour t18, Vuelta t8, 'Emilia
2020:CoppiBartali, BinckBanktour, Giro t1, Vuelta t 1-2
2021:Larciano, Dwars, Turchia, Tour t16, Primus Classic
2022:La marseillaise, Vuelta t3-10, Japan Cup
2023 :FrecciaVallone, Giro t20, Vuelta(primi5)
2024: MuscatClassic
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Luca90 ha scritto: domenica 11 novembre 2018, 13:52
nibali-san baronto ha scritto: sabato 10 novembre 2018, 23:22 5a TAPPA

Anche la 5a tappa sarà ufficialmente pianeggiante e stavolta quasi sicuramente si concluderà in volata. In ogni caso il percorso presenta 3 salite abbastanza impegnative che potrebbero scombinare le carte.
Tappa breve (140 km), con 1400 mt di dislivello, che comincia in salita e che presenta l'ultima asperità a "soli" 45 km dal traguardo, di cui una decina in discesa. Quindi, oggi, occhio alle fughe più che mai. Per darvi un riferimento, potremmo paragonarla alla tappa di Iseo del 2018: unica vera differenza è che mentre il circuito finale di Iseo era più ondulato, a Terracina gli ultimi 35 km saranno un biliardo.
Salite:
- Rocca Priora: 9,4 km; 4,4%
- Rocca di Papa (GPM): 5,4 km; 6,3%
- Sezze (GPM): 5 km; 4,9%
- Foresta di Sezze (km 93): 2,4 km; 4,2%
Quindi la fuga si sgancerà quasi sicuramente di forza e sarà composta da corridori di un certo calibro. Le squadre dei velocisti non potranno lasciare spazio. Per gli spettatori più avvezzi, consiglio vivamente di vedere i primi km di questa tappa: potrebbero essere molto divertenti.
Ma non vi illudete: la volata di gruppo resta la possibilità più concreta!

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sai per caso la % massima delle tre prime salite?
Rocca Priora dovrebbe presentare un tratto abbastanza impegnativo dopo Monte Compatri, probabilmente un 10 di massima ci sta.
Rocca di Papa è l'unica che presenta pendenze più interessanti, però è regolare quindi la massima sarà anche qui intorno al 10.
Molto più semplice è la salita di Sezze: credo un 7/8 di massima.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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6a TAPPA

Tappa molto simile a quella di Frascati, ma con un finale più impegnativo.
Come alla 4a tappa abbiamo un'elevata distanza (233 km), un discreto dislivello (2800 mt) e poca pianura.
Però anziché un arrivo veloce su 4 km di salita, a San Giovanni Rotondo si giungerà con una salita molto più lunga per poi arrivare in discesa. Un finale decisamente più selettivo rispetto a quello di Frascati, che offre maggiori possibilità di attacco (mi riferisco ai finisseur, o eventualmente al Nibali di turno) con una volata che però sarà sicuramente più "pura" poiché in pianura.
Nel dettaglio abbiamo i primi 150 km privi di pianura vera e propria, con 4 ascese piuttosto semplici (tant'è che nessuna è GPM). Sicuramente l'attraversamento dell'Appennino poteva essere sfruttato meglio, ma è evidente la scelta di Vegni (come nel caso di Fucecchio) di non indurire una tappa inutilmente, puntando tutto sul finale.
Giusto per completezza ecco i dislivelli più significativi:
- Passo Nunziata Lunga - tunnel (km 15,5): 4,4 km; 4,6%
- Svincolo di Castelpetroso (Paduli): 12,5 km; 3,1%
- Svincolo di Baranello (km 87): 8,5km; 3%
- Passo del Lupo - tunnel (km 140): 3,1 km; 5,5%
Dopo una cinquantina di km pianeggianti si arriva ai piedi del Gargano e si imbocca l'unica salita davvero incisiva di questa tappa: Coppa Casarinelle.
Sono 15,7 km (decisamente lunga) al 4,2% per un coefficiente di difficoltà di 277 punti. Non ci sono grandi pendenze, ma si suerano 650 metri di dislivello tutti di un fiato. In pratica è più duro del Lautaret :gnegne: Non ci sono mai pendenze accentuate, se non brevi tratti per superare il centro di Rignano Garganico. Dunque sarà una salita che potrebbe produrre molta selezione, ma difficilmente si potrà sganciare qualcuno. Il discorso cambia dal GPM in poi, ovvero negli ultimi 13 km.
Si affrontano 3 km di discesa abbastanza tecnica, si entra nel centro di San Marco in Lamis e da qua inizia l'ultimo strappo di 2,4 km al 5,9% con massiem del 9\10% nell'ultimo km. Mancheranno solo 7 km quasi tutti in discesa, seppur con poche curve.
Quindi come dicevo prima, un finale adatto ad un colpo da finisseur, che non esclude la vittoria nemmeno di un uomo di classifica particolarmente fantasioso come Nibali. Altrimenti sarà sprint di massa fra i superstiti delle due salite. Un Sagan penso possa resistere: dipende da quanto salirà forte il gruppo.

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rizz23
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Se fai anche la Vuelta viene giù il server di Cicloweb, nel caso è stato bello conoscervi


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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7a TAPPA

Anche stavolta Vegni preferisce non inserire salite troppo impegnative, ripiegando su un percorso poco più che vallonato. Forse è la tappa in cui si nota maggiormente l'assenza di vere salite appenniniche, dato che si arriva nel cuore dell'Appennino ai piedi del Gran Sasso.
E' comunque una tappa dal finale interessante che come a San Giovanni Rotondo lascia spazio ai finisseur e ai big più intrepidi di tentare qualcosa.

La tappa che più si addentra nell'Appennino sarà dunque relativamente breve (180 km) e con "soltanto" 2500 metri di dislivello (meno anche di Frascati che sarebbe tappa pianeggiante.
I passaggi da segnalare sono 3:
1 - Un primo tratto ondulato dal km 35 al km 90, da cui emergono le tre salite di Miglianico (1,1 km; 8%), Ripa Teatina (GPM; 4,7 km; 3%) e Chieti (5,5 km; 4,2%)
2 - Dopo un lungo fondovalle, al km 128 si arriva ai piedi salita più dura di giornata: Le Svolte di Popoli. Sono 7,8 km al 6,3% (difficoltà di 310 punti), con un paio di tratti impegnativi (i 2 km centrali sono al 9% di media). Al GPM anziché scendere, la strada resta in pianura per poi salire a gradoni (3 brevi strappi intervallati da falsopiani) verso lo scollinamento (Bv. di Barisciano) a 890 mt. La discesa abbastanza semplice di 8 km termina ai -12.
3 - Dopo circa 6 km si entra nel finale. Gli ultimi 5800 metri saranno caratterizzati da due strappi: Acquasanta (1,8 km al 7%, con un breve tratto in doppia cifra) e quello finale che attraverso Porta Napoli porta al traguardo in Viale Crispi (1,3km al 6,4%, con il primo tratto impegnativo). Fra di essi ci sono soltanto 700 metri circa di pianura. Un finale intrigante, ma deboluccio di fronte alla mole del Gran Sasso.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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rizz23 ha scritto: lunedì 12 novembre 2018, 10:59 Se fai anche la Vuelta viene giù il server di Cicloweb, nel caso è stato bello conoscervi
Mi sfugge qualcosa... :uhm:


giorgio ricci
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Significa che sei troppo bravo!
Comolimenti, é un piacere leggerti! :clap: :clap:


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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giorgio ricci ha scritto: martedì 13 novembre 2018, 21:00 Significa che sei troppo bravo!
Comolimenti, é un piacere leggerti! :clap: :clap:
Grazie, siete troppo gentili.
E' la mia passione e non posso farne a meno. Posso già dire con certezza che se dovessi abbandonare l'attività agonistica, diventerei DS (non formalmente perché non ho la licenza) della società in cui mi trovo.
Intanto passiamo all'ottava tappa...


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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8a TAPPA

Siamo giunti all'altro giorno di questa prima settimana (assieme a L'Aquila) che lascia l'amaro in bocca. Se alla 7a manca il tappone appenninico, all'8a mancano i muri marchigiani. Devo dire, però, che revisionando il percorso con attenzione sono un po' meno contrariato, in quanto dietro l'altimetria dalle dolci inclinazioni si nascondono in realtà salite quantomeno interessanti (seppur deludenti). Ciò in cui eravamo concordi era la spettacolarità del finale sulla panoramica tra Gabicce e San Bartolo sia tecnicamente che paesaggisticamente. Ma anche l'avvicinamento non è poi così scontato. Certamente se il percorso avesse incluso il Monte delle Cesane (probabilmente ipotizzato, vista la sua misteriosa presenza nel presskit), sarebbe stata tutta un'altra storia, anche senza muri.

Veniamo al sodo:
Dopo 135 km sostanzialmente pianeggianti, inizia una serie interminabile di su e giù che terminerà soltanto a circa 1500 metri dal traguardo. Indipendentemente dalla presenza dei muri, questo è un dato oggettivo di cui tener conto. Vengono accumulati in totale 2000 metri di dislivello, quasi tutti negli ultimi 100 km. Dopo un primo strappo verso Montecappellano al km 138 (2,1 km; 4,1%), al km 158 inizia la salita più impegnativa del giorno verso il GPM di Monte della Mattera: 10,6 km; 3,5%; max 11%. La salita è divisa in tre gradoni, che diventano mano a mano più brevi e ripidi: i primi 4 km salgono regolari con pendenze molto abbordabili; dopo 2 km abbondanti inizia il secondo tratto di 2 km con pendenze già più accentuate (6% di media); dopo un altro km quasi pianeggiante, inizia l'ultimo strappo di 1 km circa con alcuni tratti in doppia cifra.
Non sarà certo decisiva, visto che mancano ancora 67 km, ma aprirà le danze.
Si affrontano 8 km di discesa (i primi abbastanza tecnici) e poi un altro strappo (1,3 km al 4,8%) verso Trebbio della Sconfitta, si torna a scendere e al km 186 si torna per qualche km su strade ampie e pianeggianti.
Al km 192 inizia la fase calda: dopo 7 km di continui saliscendi si affronta l'unico strappo ripido di questa tappa: 1 km e 700 mt al 7,6% con un tratto di 500 metri a pendenze elevate (max 13%) per raggiungere il GPM di Monteluro. Qui ho capito il potenziale di questa tappa, perché Monteluro non è il falsopiano che emerge dall'altimetria ufficiale, ma una bella salita di quasi due km con pendenze elevate, che si avvicina molto al concetto di muro (seppur annacquato). E adesso restano soltanto 35 km: 5 sono di discesa, 4 quasi pianeggianti porteranno il gruppo a Gabicce Mare, poi per 24 km non ci sarà tregua. Uno strappo dietro l'altro (seppur con pendenze abbastanza modeste) discese tecniche e mai un rettilineo più lungo di 200 metri.
Per i dettagli potete affidarvi al profilo da me creato (ci ho perso tutto il pomeriggio :hammer: )
Dopo la discesa tecnica di oltre 3 km da Monte San Bartolo a Pesaro, mancheranno meno di 2km. E' il paradiso degli audaci... un altra piccola classica. E se ne contano molte in questo Giro (in primis Fucecchio e ancor di più Como), dove il fondo e la resistenza la faranno da principi.
Nibali, Valverde, Sagan... e, perché no, un Viviani al top. E' una tappa per corridori forti, senza che siano richieste specializzazioni. Tutto può succedere.

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chinaski89
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Molto ben fatte le presentazioni, vedo che citi spesso Sagan, ma ha già detto che sicuramente non farà il Giro. Prima o poi lo farà, ma non certamente quest'anno che vista la prima tappa non potrebbe neppure provare ad indossare la maglia rosa. Ipse dixit


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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chinaski89 ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 11:52 Molto ben fatte le presentazioni, vedo che citi spesso Sagan, ma ha già detto che sicuramente non farà il Giro. Prima o poi lo farà, ma non certamente quest'anno che vista la prima tappa non potrebbe neppure provare ad indossare la maglia rosa. Ipse dixit
Non sapevo di questa dichiarazione... In ogni caso lo cito come esempio, ignorando del tutto la sua eventuale partecipazione o meno.


jumbo
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Be' questa tappa di Pesaro, non avrà i muri al 20%, ma mi sembra comunque molto ben disegnata e un'altra piccola "classica" insieme alle precedenti che hai già recensito.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

jumbo ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 12:24 Be' questa tappa di Pesaro, non avrà i muri al 20%, ma mi sembra comunque molto ben disegnata e un'altra piccola "classica" insieme alle precedenti che hai già recensito.
Hai colto esattamente il mio pensiero su queste prime tappe. Mediamente sono tutte piuttosto incerte e caratterizzate da kilometraggi notevoli. Sono tutte delle piccole classiche, alcune più impegnative altre più adatte alle volate. Per cui anche senza grandi salite, saranno un passaggio fondamentale.


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chinaski89
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Tutto vero però "i muri" li volevo anche io :(


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Walter_White
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 0:51 8a TAPPA

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Ma l'hai fatta tu questa altimetria così dettagliata? :o :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap:


FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Sì, ma cominciamo ad essere seri: se usiamo questa scala una pendenza al 13 per cento sembra del 96...
Estremamente fuorviante


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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chinaski89 ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 14:08 Tutto vero però "i muri" li volevo anche io :(
Perfettamente d'accordo anche stavolta :rip:
Walter_White ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 14:33
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 0:51 8a TAPPA

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Ma l'hai fatta tu questa altimetria così dettagliata? :o :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap:
Modestamente sì. Grazie mille :mrgreen:
rizz23 ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 15:21 Sì, ma cominciamo ad essere seri: se usiamo questa scala una pendenza al 13 per cento sembra del 96...
Estremamente fuorviante
Ho volutamente accentuato l'inclinazione per capire i cambi di pendenza. Da quella del Giro sembra che la pendenza massima di tutta la tappa sia del 3%.
E poi ho indicato in molti punti le pendenze per non trarre in inganno


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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9a TAPPA

La prima settimana si conclude con una giornata chiave di questo Giro. Infatti la crono di San Marino sarà la più lunga e sicuramente la più influente. La struttura è simile al prologo di Bologna: 2\3 sono completamente pianeggianti; 1\3 è tutto in salita. Le pendenze sono comunque lievi e i passisti saranno i padroni di questa tappa. Tuttavia la salita verso San Marino non è per niente scontata e potrà senza dubbio favorire corridori meno specialisti. Infatti ci sono alcuni tratti con pendenze abbastanza accentuate (il primo km al 9%; la rampa dopo Montegiardino; lo strappo verso il traguardo) e laddove la strada inizia a scendere, entra in gioco una planimetria non troppo lineare. Una crono per uomini forti. "Non sapremo chi"... no vabbè ve lo risparmio... ci arrivate da soli :roll: .

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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No comment... :boh:
Gli ultimi 5 km verso Novi Ligure sono allo 0,8% :diavoletto: :crazy:

10a TAPPA
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11a TAPPA
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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12a TAPPA

Adesso si inizia a ragionare. E' finita la prima metà "facile" di questo Giro, all'insegna di una serie di pseudo-classiche tra la 2a e l'8a tappa e contraddistinte da due crono piuttosto fondamentali.
Da Cuneo a Pinerolo il 1949 lo vedremo col binocolo, ma non disperatevi: sarà una tappa quantomeno divertente. Punto focale sarà il circuito finale di 55 km e soprattutto l'inedita salita di Montoso. Dopo il Colletto di Rossana (2 km; 4,5%), si collina la Colletta di Paesana senza tratti di salita vera e propria. Una ventina di km pianegganti porteranno il gruppo a Pinerolo, dove si affronta per la prima volta il Muro di San Maurizio (0,5 km; 13,2%; max 20%; in pavé). Dopo alcuni km leggermente vallonati si giunge ai piedi della salita decisiva di Montoso: 8,9 km al 9,4% senza tratti di respiro con una massima del 14% ed un coefficiente di difficoltà di 786 punti. Una salita per scalatori puri, con pendenze adatte a creare distacchi. Al termine della discesa molto tecnica, i corridori dovranno affrontare 19 km pianeggianti. Da un punto di vista tattico è un momento fondamentale. Una salita come il Montoso non può essere superata indenne, quindi senza dubbio in cima resteranno pochi anche se non attaccasse nessuno. Ma questo è un motivo in più per attaccare. Sono convinto che uno scalatore che ha perso terreno nelle crono (o magari anche nelle mini-classiche) voglia subito sfruttare questa occasione. Per cui se i corridori dovessero salire a passo svelto, ci sarà da divertirsi anche nei 20 km pianeggianti, dove i vari gruppetti che si saranno spezzettati in salita (ed anche in discesa, attenzione!) si rincorreranno l'un l'altro. Ai -2500 metri si affronta un'altra volta il muro in vista degli ultimi 1500 metri pianeggianti verso il traguardo. E' una tappa in cui il comportamento dei corridori sarà estremamente influente: potrebbe non succedere nulla, così come potrebbe venir fuori un macello. Serviranno coraggio e fantasia.

Altro dato importante: la tappa sarà di "soli" 146 km, per cui in gruppo ci sarà una certa freschezza all'imbocco della salita. Difficile stabilire se è un elemento narcotizzante o al contrario scatenante... vedremo.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 20:18 12a TAPPA

Adesso si inizia a ragionare. E' finita la prima metà "facile" di questo Giro, all'insegna di una serie di pseudo-classiche tra la 2a e l'8a tappa e contraddistinte da due crono piuttosto fondamentali.
Da Cuneo a Pinerolo il 1949 lo vedremo col binocolo, ma non disperatevi: sarà una tappa quantomeno divertente. Punto focale sarà il circuito finale di 55 km e soprattutto l'inedita salita di Montoso. Dopo il Colletto di Rossana (2 km; 4,5%), si collina la Colletta di Paesana senza tratti di salita vera e propria. Una ventina di km pianegganti porteranno il gruppo a Pinerolo, dove si affronta per la prima volta il Muro di San Maurizio (0,5 km; 13,2%; max 20%; in pavé). Dopo alcuni km leggermente vallonati si giunge ai piedi della salita decisiva di Montoso: 8,9 km al 9,4% senza tratti di respiro con una massima del 14% ed un coefficiente di difficoltà di 786 punti. Una salita per scalatori puri, con pendenze adatte a creare distacchi. Al termine della discesa molto tecnica, i corridori dovranno affrontare 19 km pianeggianti. Da un punto di vista tattico è un momento fondamentale. Una salita come il Montoso non può essere superata indenne, quindi senza dubbio in cima resteranno pochi anche se non attaccasse nessuno. Ma questo è un motivo in più per attaccare. Sono convinto che uno scalatore che ha perso terreno nelle crono (o magari anche nelle mini-classiche) voglia subito sfruttare questa occasione. Per cui se i corridori dovessero salire a passo svelto, ci sarà da divertirsi anche nei 20 km pianeggianti, dove i vari gruppetti che si saranno spezzettati in salita (ed anche in discesa, attenzione!) si rincorreranno l'un l'altro. Ai -2500 metri si affronta un'altra volta il muro in vista degli ultimi 1500 metri pianeggianti verso il traguardo. E' una tappa in cui il comportamento dei corridori sarà estremamente influente: potrebbe non succedere nulla, così come potrebbe venir fuori un macello. Serviranno coraggio e fantasia.

Altro dato importante: la tappa sarà di "soli" 146 km, per cui in gruppo ci sarà una certa freschezza all'imbocco della salita. Difficile stabilire se è un elemento narcotizzante o al contrario scatenante... vedremo.

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Sei molto ottimista su queste tappe, io spero che tu abbia ragione! In particolare su questa non riesco ad essere ottimista. Secondo me con le tappe che ci saranno a seguire non si vedranno attacchi seri, al massimo selezione da dietro. Abbiamo visto corse bloccate sul Mortirolo, figuriamoci su Montoso cosa può accadere!
Continuo a seguire la tua analisi con piacere!


2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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il_panta ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 21:03 Sei molto ottimista su queste tappe, io spero che tu abbia ragione! In particolare su questa non riesco ad essere ottimista. Secondo me con le tappe che ci saranno a seguire non si vedranno attacchi seri, al massimo selezione da dietro. Abbiamo visto corse bloccate sul Mortirolo, figuriamoci su Montoso cosa può accadere!
Continuo a seguire la tua analisi con piacere!
Effettivamente tendo ad essere ottimista... Di fatto solo i corridori possono cambiare le carte in tavola. Io cerco di trovare sempre il potenziale di ciascuna tappa, poi sta a i corridori sfruttarlo o meno.
Il Montoso è davvero tosto e, almeno che non salgano a gregge, un po' di "spicinìo" ci deve essere. Poi è da vedere se il Lopez di turno vorrà sfruttarlo. Negli ultimi anni, soprattutto al Giro, la tendenza è quello di attaccare spesso. Basta guardare l'anno scorso per capire come ogni strappo sia stato sfruttato. Fece danni pure Rigopiano a 200 km dal traguardo.
Se i corridori si comportano così, il potenziale viene sfruttato e il mio ottimismo sarà giustificato. Altrimenti ce ne faremo una ragione come accade in situazioni ben peggiori.


Bomby
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Qualche nota sulla tappa in arrivo a Modena: vengono percorse strade che uso abitualmente e non ho potuto non notare qualche finezza. Mi baso sulla planimetria di la flamme rouge, che ho confrontato con quella ufficiale e mi pare corretta.
Da San Giovanni in Persiceto a Crevalcore la strada é dritta e larga, in buono stato; si spera che il tratto dal centro di Crevalcore alla provinciale che punta verso camposanto venga risistemato perché me lo ricordo abbastanza giù di asfalto. Il tratto di provinciale medesimo necessita di un po'di manutenzione, ma comunque la strada é dritta e abbastanza larga.
Superato il ponte sul Panaro si nota la finezza del tracciatore: ci sono molte strade per prendere la strada Panaria: fare un ricciolo nel centro del paese, prendere la circonvallazione, che viene superata, oppure prendere la strada del bottegone. Ora, questa è una strada di campagna stretta e piuttosto insidiosa: non c'è una curva uguale all'altra e tutte chiudono o aprono: insomma, c'è da stare attenti in gruppo, e guardare bene dove si va. Secondo me è stata scelta questa strada apposta. Da Solare si prende la Panaria, strada larga e non particolarmente tortuosa. Poche rotonde fino a Modena e uno spartitraffico stronzetto a Villavara. Dopo Navicello ci sono un paio di rotonde, di cui una stronzetta (e inutile a livello di regolazione del traffico) e ci si immette su via nonantolana. Qualche metro dopo un'altra rotonda abbastanza ampia e si entra in centro a Modena. Sì percorre la nonantolana dietro alla stazione, senza incontrare particolari difficoltà. Il tratto di ritorno verso il centro invece è zeppo di rotonde, attenzione perché qui il gruppo sarà lanciatissimo; per fortuna le strade sono ampie e in buono stato. Si arriva sui viali, qui dipende tutto da come vengono messe le transenne: la strada sarebbe almeno da 4 o 5 corsie se non ci fossero degli spartitraffico, non si riduce mai a meno di 2 in alcuni punti.


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Trullo
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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rizz23 ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 15:21 Sì, ma cominciamo ad essere seri: se usiamo questa scala una pendenza al 13 per cento sembra del 96...
Estremamente fuorviante
Che le pendenze siano accentuate ci sta, è ragionevole per motivi di resa grafica. Quello che però è brutto è se (nell'ambito della stessa corsaI si hanno scale di pendenza diverse. Avevo inserito per esempio in un giro che avevo creato con La Flamme Rouge la cronoscalata della Madonna della Guardia, e la sua pendenza veniva completamente falsata perchè riproporzionata rispetto alla lunghezza della tappa, erroneamente


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Bomby ha scritto: giovedì 15 novembre 2018, 10:15 Qualche nota sulla tappa in arrivo a Modena: [...]
Grazie mille per l'approfondimento :cincin:


Bomby
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Prego, piacere mio!


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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13a TAPPA

Dopo la mina vagante del Montoso, inizia il vero momento chiave di questo Giro: 4 tappe importantissime, talvolta con grandi dislivelli, talvolta con lunghe distanze, spesso con entrambi. In fila avremo questo (pseudo)tappone, il tapponcino valdostano, un vero e proprio Giro di Lombardia (da considerare quasi alla stregua di un tappone considerando la sua collocazione) e dopo il riposo il vero tappone di questo Giro con Gavia e Mortirolo.

La 13a tappa presenta 188km (non pochi) con quasi 5000 metri di dislivello. Dunque anche questo sarà un vero e proprio tappone. La differenza rispetto agli altri tapponi presenti in questo Giro, è il risvolto tattico che potrà avere: questa tappa è chiaramente disegnata prevedendo un'unica battaglia sulla salita finale. Il Nivolet d'altronde non permette grandi alternative; anzi, c'è da dire che Vegni ha compiuto il miracolo dell'inserimento di Pian del Lupo, salita che ha permesso la trasformazione da tappa mono-salita a tappone. Difficile pensare ad un attacco qui, anche a causa di quasi 15 km di falsopiano prima dell'inizio della salita finale. Per di più quest'ultima è lunga una trentina di km.
In ogni caso è stata aggiunta una chance in più di fare corsa duri e far emergere maggiormente le doti di fondo. E' evidente che Vegni ha dato grande risalto alla resistenza, al ciclismo di un tempo, inserendo tantissime tappe sopra i 180 km. Probabilmente un invito a Nibali per tornare, o forse un ritorno alle origini, ai Giri zomegnaneschi, ai tapponi che tutti noi rimpiangiamo guardando il percorso del Tour. E forse questi tapponi saranno lo schiaffo definitivo al Tour. Vedremo se Vegni sarà premiato anche con un bello spettacolo

Dopo questa introduzione passiamo al lato prettamente tecnico di questa tappa.
Quasi in partenza si sale alla Colletta di Cumiana (3,5 km al 7% con massime dell'11%). Al termine della discesa, dopo soltanto una decina di km, si sale al primo GPM di giornata: il Colle del Lys. Sono 13,7 km, con una pendenza media 7,1%. Gli ultimi 4 km e mezzo sono i più impegnativi con una media dell'8,3 e una pendenza massima dell'11%. Un avvio molto intenso dove probabilmente vedremo una fuga corposa (ci sono in palio i primi GPM di alta categoria per la classifica degli scalatori) che conterrà anche uomini di fiducia dei big, da sfruttare sulla salita finale in caso di bisogno.
Dopo una discesa abbastanza tecnica, non è da sottovalutare nemmeno l'avvicinamento al Pian del Lupo: infatti dal km 64 al km 102 la discesa lascerà il posto ad un lungo tratto ricco di sali-scendi e planimetricamente complicato. Sicuramente favorirà la fuga del mattino e al contempo rende il Colle del Lys più influente di quanto si pensi e tatticamente molto vicino al Pian del Lupo. Su un percorso del genere diventa difficile rientrare e più facile creare ulteriore selezione in gruppo se qualcuno volesse fare corsa dura. Insomma è un altro elemento che rende questa tappa un tappone.
Sul Pian del Lupo, come già ho detto sarà difficile vedere un'azione in prima persona, però potrebbe essere verosimile che una squadra voglia scremare il gruppo, approfittando delle pendenze piuttosto accentuate.
Passato Cuorgné si affronta un primo tratto in salita (2,5 km al 6%), poi prima di Colleretto Catelnuovo inizia la salita vera e propria di 10,4 km con un 8,4% di pendenza media (formalmente viene fatta iniziare un km più avanti) con un tratto centrale molto impegnativo (2,5 km; 11,2%; max 14%).
Discesa ancora una volta impegnativa verso Pont Canavese, dove la strada inizierà a salire inesorabilmente verso il traguardo: mancano 45 km.
Si può considerare l'inizio della salita verso Lago Serrù dopo località Rosone, ricavandone 28.8 km al 5,4% (formalmente inizia a Noasca, da cui 20,3 km al 5,9%). Già dopo Noasca i corridori affronteranno un primo km in doppia cifra, per poi arrivare a 18 km dal traguardo nel vivo di questa tappa. Restano i due tratti più impegnativi della salita:
- la rinnovata strada vecchia sulla quale il gruppo salirà per 3 km con una media dell'8,7% e punte del 14%.
- gli ultimi 3500 metri al 9,6% con punte del 12%
In mezzo un tratto più semplice, talvolta in leggera discesa, 2 strappi più evidenti per raggiungere Ceresole Reale e il Rifugio Muzio.
Non dimenticate l'altitudine: l'arrivo sarà collocato a 2247 metri.

Per completezza ecco la difficoltà delle varie salite, che sarà crescente.
Colletta di Cumiana: 172
Colle del Lys: 691
Pian del Lupo: 734
Lago Serrù: 847


MATERIALE UFFICIOSO
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MATERIALE UFFICIALE
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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Non ho avuto tempo per proseguire, ma nel giro di qualche giorno riparto. :pss:


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