Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Seb
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Le prime due tappe sono segnalate dagli organizzatori di 156 e 187 km rispettivamente


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Seb ha scritto: mercoledì 16 ottobre 2019, 21:29 Le prime due tappe sono segnalate dagli organizzatori di 156 e 187 km rispettivamente
Io ho recuperato i profili della presentazione della Grand Depart. È possibili che ci sia qualche lieve cambiamento. Bisogna anche vedere dove hanno intenzione di mettere il km0


nibali-san baronto
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4a TAPPA
Eh no... nemmeno oggi si riprende fiato. Subito il primo arrivo in salita dopo una tappa che tra l'altro si presta a creare selezione da lontano se il ritmo fosse alto. Emerge dunque un altro dato interessante: nessuna monosalita (tranne in parte il Mont Aiguoal, ma lo vedremmo a tempo debito).
In 157 km saranno racchiusi quasi 3000 metri di dislivello, con il Col du Festre ad aprire le danze seguito da una serie di salite più semplici che lasciano in ogni caso pochissimo respiro fino ai piedi della salita finale.
In pratica al quarto giorno il gruppo avrà già nelle gambe due tappe alpine, nonostante le Alpi siano all'ultima settimana.

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5a TAPPA
Finalmente una tappa effettivamente semplice, ma stavolta qualche leggera difficoltà sarà nel finale.
La tappa affronterà una serie di valichi a quota relativamente bassa e con pendenze quasi impercettibili. Un tratto pianeggiante nella valle della Drome, porterà ai piedi dell'ultima cote. In cima mancheranno solo 15 km che saranno perlopiù divisi tra discesa e leggera salita. Solo l'ultimo km torna ad essere di nuovo pianeggiante. Anche qui dunque occhio ad un colpo i mano sugli ultimi strappetti o eventualmente ad una squadra che vuol far fuori qualche velocista puro.

NOTA: Dall'altimetria ufficiale sembra che la partenza venga data in cima alla prima salitella; è possibile che si preveda di affrontarla durante il trasferimento, per evitare la partenza in salita.

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6a TAPPA
Non abbiamo ancora avuto una tappa effettivamente piatta, vecchio stile, e già siamo alla prima salita tosta con pendenze elevate.
Una tappa che presenta tre salite in 35 km che in verità sono un'unica lunga ascesa. Una sorta di monopuerto, che però si presta ad un po' più di fantasia.
Dato fondamentale è la partenza in salita, che renderà più difficile l'avvio della fuga. Il percorso sarà abbastanza pianeggiante fino agli ultimi 50 km, dove già come antipasto si affronta la breve ma ripida ascesa al Col de Cap Coste. In poco tempo si imboccano gli ultimi km tutti all'insù (giusto per info 34,5 km al 4%). Si comincia con il Col de Mourezes, 6 km dolci e molto regolari. Considerando che poi si imboccherà subito il tratto impegnativo, è molto probabile che questo primo colle venga fatto forte dal gruppo per il gioco della lotta per le posizioni, o addirittura per lo stesso motivo alcune squadre si potrebbero organizzare per tempo e forzare il ritmo. Ad ogni modo è un punto in cui sicuramente non scatterà nessuno, ma potrebbe già esserci una bella selezione. Soltanto 3 velocissimi km per imboccare il Col de la Lusette, una salita vera: 11,7 km al 7,3%. Dopo 5 km di ascesa si entra nel tratto più duro: 5 km al 9% con il tratto dal km 7.5 al km 8.5 con una media del 12.3%. Le pendenze non sono mai eccessive e consentono grande selezione. Ricordiamoci che pur essendo soltanto alla 6a tappa i corridori hanno già affrontato altre due tappe in montagna, quindi la classifica potrebbe già avere qualche distacco e non è da escludere che anche involontariamente possa venire corsa dura. Con un paio di km più semplici si arriva al GPM. Altri due km di discesa, tre quasi pianeggianti e poi l'ultima ascesa, che potrebbe essere l'Aprica di turno: 8,3 km al 4% dove si possono fare altissime velocità, ergo dilatare i distacchi e vedere se qualcuno prende la miciola.
Il tutto può essere riassunto nel fatto che in brevissimo tempo si passa da 240 metri a 1560: quando il dislivello è così tanto e così concentrato non può che esserci selezione.

NOTA: selezione non sempre significa spettacolo

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7a TAPPA
Finalmente torna tappa più semplice, con un finale sicuramente per velocisti. Ma viste le tante salite della prima parte, siamo sicuri che non parta una fuga da lontano? D'altronde si viene dalla prima vera tappa di montagna (più che altro con la prima salita effettivamente decisiva) ed è possibile che le pile siano scariche, anche mentalmente.
La tappa partirà subito con una serie di brevi salite. Ma soprattutto è da segnalare la lunga ascesa al Col de Peyronnenc (15 km al 4%): pedalabile, ma comunque una salita da non sottovalutare. Non saprei dire in che modo può influire lo svolgimento della tappa: sicuramente è un tratto in cui serviranno gambe, ergo se la fuga sarà corposa e ben assortita qui può guadagnare, approfittando delle squadre dei velocisti che potrebbero non avere energie per forare l'inseguimento; allo stesso modo se ci fosse la volontà di arrivare in volata davanti ci sarebbe una fuga più ridotto e in gruppo la voglia di inseguire e questo può essere proprio il momento in cui assottigliare il ritardo.
Altro elemento di difficile interpretazione è la lunghissima discesa che avviene attraverso una serie infinita di su e giù, dove ancora una volta ci vorranno gambe per avere la meglio. Grosso modo valgono le stesse osservazioni fatte per la salita: se dietro c'è organizzazione si può recuperare sulla fuga; se la fuga è ben fornita può rinforzare.
Gli ultimi 45 km saranno gli uni pressoché pianeggianti. Per dovere di cronaca c'è uno zampellotto molto pedalabile a circa 5 km dal traguardo

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nibali-san baronto ha scritto: giovedì 17 ottobre 2019, 21:17 7a TAPPA
Finalmente torna tappa più semplice, con un finale sicuramente per velocisti. Ma viste le tante salite della prima parte, siamo sicuri che non parta una fuga da lontano? D'altronde si viene dalla prima vera tappa di montagna (più che altro con la prima salita effettivamente decisiva) ed è possibile che le pile siano scariche, anche mentalmente.
La tappa partirà subito con una serie di brevi salite...
Dimenticavo un dettaglio...
NOTA: stando all'altimetria generale la partenza sembrerebbe essere prima della discesa, ovvero come da me collocata sotto il celebre viadotto. Rimane da capire se la partenza sarà effettivamente lì, o se lì sarà collocata il km0. In ogni caso per tappare ogni possibilità è da segnalare che dal centro al viadotto c'è un ulteriore tratto in salita che evidentemente sarà neutralizzato.


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8a TAPPA
Ed eccoci qua, a ridosso di una bella tappa pirenaica, classica, ma comunque ben disegnata.
Paradossalmente c'è molto meno da dire rispetto alle tappe precedenti. E' una tappa di montagna ben pensata, ma sicuramente tradizionale, con salite adatte a creare selezione. Qui le possibilità sono quelle di sempre: pur essendo una tappa abbastanza corta, ci sarà spazio per creare selezione; la combinazione salitadura-salitafacile grosso modo c'è, non ci sono pendenze impossibili ma sono comunque salite impegnative. Insomma sa ai corridori decidere se arrivare in volata o giocarsela sulle due salite precedenti... oppure in discesa?

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9a TAPPA
Siamo agli sgoccioli di una prima settimana tremenda. Rimane la seconda ed ultima tappa pirenaica, una tappa alternativa (e questo di per sé è un pregio) ma forse non bellissima. Dato che siamo ancora alla 9a tappa è logico pensare che nessuno attaccherà da lontano, quindi abbiamo la quasi certezza che la corsa si deciderà sul Marie Blanque. Sicuramente il Marie Blanque da solo basta a creare spettacolo per qualche decina di minuti, grazie agli ultimi 4 km in doppia cifra (media del 12%!) e grazie anche al fatto che la discesa non inizia subito, quindi ci sarà da pigiare ancora sui pedali pure dopo il GPM, dando la possibilità di dilatare i distacchi che altrimenti sarebbero risicati.
Il Col d'Ichere sicuramente non permette azioni anticipate e l'Houcere\Soudet è troppo lontano. Però la prima ascesa ha comunque le carte in regola per creare grande selezione e sarà lo spartiacque della corsa: se si vuol far corsa dura, qui si possono lasciare senza compagni molti dei big. Altrimenti è molto probabile che i più forti arrivino tutti insieme e probabilmente che la vittoria di tappa spetti alla fuga del mattino.
Anche qui occhio alle discese! (specialmente se ci fossero le nuvole basse e la foschia tipiche di quella zona)

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Dunque sono finiti i primi 9 giorni di Tour. Le tappe sono state una più impegnativa dell'altra. Il dato è che, ancora più che nel 2019, non ci sono tappe effettivamente pianeggianti, visto che in ogni si devono valicare crinali più o meno di montagna:
1a tappa: si gira intorno a Nizza... salita di 15 km e altezza massima 540 mt
2a tappa: si superano per due volte i 1500 metri; max 1607mt
3a tappa: si va per 3 volte oltre i 1000 metri; max 1183mt
4a tappa: si va per 5 volte oltre i 1200 metri; max 1813mt (al traguardo)
5a tappa: forse la più semplice, ma si scollinano comunque 4 valichi e nel finale non c'è pianura
6a tappa: arrivo a quota 1558 (la salita inizia a quota 224!)
7a tappa: 4 volte oltre i 500 mt; max 878 dopo 15 km di salita
8a e 9a tappa: semplicemente Pirenei
Insomma, indipendentemente da quante volate ci saranno si accumulerà tantissima fatica e si potrebbe già avere una classifica parzialmente delineata. Ma la verità è che dopo le prima due tappe piatte di questa Tour (10a e 11a) inizierà una serie infinita di tappe in cui i big dovranno essere sempre in guardia. Ma lo vedremo nei prossimi post...

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10a TAPPA
Questa è la prima ed unica tappa completamente pianeggiante. Un giorno in cui si dovrebbe festeggiare, visto anche che c'è stato il giorno di riposo.
E invece anche qua si nasconde un'insidia: la tappa sarà corsa quasi completamente sul mare, su strade molto aperte e con molti cambi di direzione che possono far aprire ventagli da un momento all'altro. Insomma la volata è scontata, ma i componenti del gruppo potrebbero comunque essere molto ridotti.

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11a TAPPA
Altra tappa dal destino segnato. Sarà volata, ma anche oggi con alcune elementi da non sottovalutare. Innanzitutto dal km 70 al km 110 non ci sarà pochissima pianura e soprattutto almeno 4 cote (su due ho messo il GPM). Certo non fanno selezione, ma sono le specchio anche degli ultimi km. Uno strappetto ai -5 (occhio perché qui un colpo da finisseur ci sta tutto) lancia verso una rapida discesa che termina ai -3500mt. La strada diventa pianeggiante ma solo per poco: gli ultimi 800 metri sono costantemente al 4\5% (forse con qualche breve tratto più ripido) e la volata sarà sostanzialmente in salita.

NOTA1: E' la tappa che mi ha creato più problemi per ricostruirla
NOTA2: Sono però sicuro che l'arrivo sia posto davanti alla Prefecture de la Vienne, quindi l'arrivo sarà effettivamente in ascesa

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12a TAPPA
Qua i velocisti dovanno farsi il segno della croce, perché fino alla 18a tappa non avranno tregua: inizia oggi un climax di tappe sempre più dure.
Questa sarà una tappa strana, in cui forse il gruppo lascerà andar via la fuga, ma la salita verso il Suc au May è decisamente troppo dura per pensare che venga passata indenne.
Sarà una sostanzialmente una piccola Liegi, anzi forse un piccolo Lombardia, considerando la tipologia di salite. La tappa più lunga del Tour (218 km) prevede quasi 4000 metri di dislivello e soprattutto un paio di salite decisamente poco scontate negli ultimi 50 km.
Dopo i primi 65 km un po' più semplici, il gruppo non avrà più respiro e affronterà una serie infinita di salite mediamente brevi, ma talvolta con pendenze piuttosto accentuate. Stiamo già entrando nella terra dei Puy, che saranno protagonisti nella tappa del giorno dopo. Se ne scavalcheranno molteplici in serie, fino a Treignac, dove la corsa da vallonata diventa letteralmente di media montagna. A 47 km dal traguardo si affrontano un paio di strappi che ci condurranno, 2 km più avanti, all'imbocco vero e proprio della Croix du Pey, salita regolare con un tratto iniziale di quasi 3 km con una media del 7%. La strada si addolcirà per raggiungere quota 824 mt dopo 5 km di salita (a cui si aggiunge il primo tratto a strappi). Dettaglio fondamentale è che la strada prima di scendere, affronterà un altro tratto in leggera salita per scollinare il Col des Geants. Discesa a tratti tecnica e poi la strada si impenna verso la salita decisiva: il Suc au May. I primi 2,7 km saranno infernali, costantemente in doppia cifra con punte che sfiorano il 15%. Ma non sarà finita, perché dopo una breve discesa inizieranno altri 700 metri tra il 5% e il 7% per arrivare a quota 892 metri. Dopo quasi 9 km di discesa (in verità dopo i primi 5 a strada presenta alcuni tratti pedalabili), la corsa affronterà una serie di su e giù che culminano a ridosso del Puy d'Agnoux. Due km discesa abbastanza veloce portano ai piedi degli ultimi 5500 metri, quasi tutti in leggera salita, su strade strette e tortuose. Snodo cruciale per l'eventuale colpo decisivo sarà la breve discesina che porta all'ultimo km con alcune curve da non sottovalutare seguita dagli ultimi 800 metri in salita.
Insomma una tappa estrosa, che il Tour ha tirato finalmente fuori dal cilindro. Può succedere di tutto.

NOTA1: E' possibile che ci sia qualche leggera imperfezione nel lungo tratto centrale su e giù, ma non credo di molto
NOTA2: L'arrivo l'ho ricalcato rispetto al finale del 2001 che vide a braccia alzate Voigt. Tuttavia esistono variante molto più ripide per giungere al traguardo e chissà mai che...

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13a TAPPA
Dopo il ricco antipasto del giorno prima, oggi si entra violentemente nel massiccio centrale, con una tappa che percorre strade già conosciute, ma che non hanno mai visto vere tappe di montagna. Stavolta il percorso presenta poca pianura e soprattutto il traguardo è posto in cima a due delle ascese più impegnative della zona. Dopo 25 km relativamente semplici, si sale al Col de Ceyssat, salita di quasi 12 km al 6% con lunghi tratti al 8%.
20 km tra discesa e falsopiano, porteranno ai piedi del più semplice Col de Guery: 8 km al 5% con un paio di tratti al 7\8%. Una discesa pedalabile e velocissima porta senza respiro ai piedi della salita de La Stele, di 7 km al 5,5% di cui i primi 4 al 7%.
Finisce qui la prima parte impegnativa, che ha proposto tre colli over 1000 in rapida successione. Qui ci sarà subito tanto dislivello che probabilmente farà andar via una fuga di qualità. Dal GPM della Stele si affrontano 40 km quasi tutti in discesa, che porteranno all'inizio della seconda fase calda. Questo sarà un tratto importante della corsa, perché n paio di salite impegnative possono permettere di fare la differenza, quindi se il gruppo volesse riprendere i fuggitivi o se semplicimente una squadra volesse rendere più dura la corsa, in questo tratto si può creare molta selezione. Da Saignes a Trizac la strada sale per 13 km, che includono l'impegnativa Cote de l'Estiade: 3 km al 8% in vetta ai quali la strada continua a salire per 8 km.
Discesa, 2 km al 5% per salire a Moussages e ancora discesa. Inizia dunque la Cote d'Anglards de Salers di 4 km al 6,6%. Al termine della discesa mancheranno 30 km al traguardo, quasi interamente in salita. I primi 15 km di fondovalle (media del 2,4% quindi si devono mettere in conto un bel po' di strappi veri e propri) portano ai piedi del Col de Neronne: 3,8 km al 9,1% molto regolari. Danno la possibilità di fare selezione fin da subito e togliere esplosività agli avversari in vista dell'ultima rampa. D'altronde il Pas de Peyrol è una salita di 5,4 km al 8,1% di cui gli ultimi due al 13%, ovvero una pseudo-rampa da garage, che può risultare più selettiva se la tappa fosse condotta a ritmo elevato.
Una tappa difficile da interpretare, in cui serviranno grandi gambe ed anche un ottima gestione dell'energia sugli ultimi 2 GPM. Saranno fatte entrambe a tutte e bisogna avere lucidità nel gestire il fuori giri per non rischiare di scoppiare nel momento sbagliato.

NOTA: Le pendenze che ho inserito nel testo sono più veritiere di quelle dei profili. Consiglio di farsi un'idea confrontando entrambi i dati

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14a TAPPA
Una giornata più semplice, ma comunque complicata che difficilmente lascerà spazio ai velocisti. Senza dubbio è l'unica tappa altimetricamente meno intensa dalla 12 alla 18, ma certo non interrompe una fase di Tour che non lascia respiro nemmeno ai big della generale.
Dopo 45 km semplice la strada comincia a salire verso il Col de Beal per 25 km. Di salita vera e propria si contano 12 km con pendenze costanti al 5\6%.
Una lunga discesa inframezzata da due tratti in salita porta ai -90 km. Inizia qui il tratto più semplice della corsa con 25 km pianeggianti, seguiti da una lunga salita dalla pendenze leggerissime (tratto in salita vera per raggiungere Chazelles-sur-Lyon) verso il Col des Brosses. 15 km di discesa ed un'altra decina di falsopiano portano agli ultimi 15 km cittadini, planimetricamente complicati e soprattutto caratterizati da 3 brevi cote con pendenze abbastanza pedalabili ma posizionati in rapida successione.
Una tappa strana, in cui io vedo arrivare una fuga da lontano. In ogni caso i big non devono asslutamente abbassare la guardia.

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15a TAPPA
Si inaugura adesso un quartetto di tappe durissime: prima questa sul Grand Colombier e, dopo il giorno di riposo, le tre tappe alpine vere e proprie.
Una tappa che si deciderà negli ultimi 75 km, intensissimi grazie a tre salite molte impegnative e alle relative discese che in molti punti rappresentano un'ulteriore fonte di problemi. Dopo 100 km praticamente piatti, si imbocca la prima ascesa al Grand Colombier dal suo versante più ripido, in verità affrontata solo parzialmente: per arrivare al GPM della Serre de Formentel si sale per 11 km al 8%, con gli ultimi 3 al 13% di media e massime del 22%. ( km di discesa porteranno subito ai piedi della seconda salita verso il Col de la Biche: un paio di km più facile e poi iniziano formalmente i 7 km al 9%, piuttosto costanti ma con pendenze più accentuate nei 2 km centrali (media 11%). Dopo il GPM si scende per 1 km e si risale ancora uno strappo di circa 1 km al 9% (max 12%). 13 km di discesa impegnativa potano all'unico punto "morto della tappa" che sicuramente avrà notevole importanza tattica se gli scatti iniziassero già sulle prime due ascese (lo strappo dopo il Col de la Biche termina a meno di 45 km dal traguardo. Lo corsa procede verso Culoz con poco più di 10 km in pianura per poi imboccare l'ascesa finale dal versante classico (famoso per la spettacolare serie di tornanti): 17,4 km al 7,1% con numerosi tratti al 12%.
Una tappa molto dura, con un finale ben disegnato in cui però è molto probabile che i corridori attendano l'ascesa finale. Ma non è detto.

NOTA: il profilo ufficioso di questa tappa e di quella di Lione sono stati ripresi da quelli de La Flamme Rouge

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Si è conclusa una seconda setttimana intensissima, con tappe via via più impegnative, tranne quella del sabato che è un pelo più semplice di quella del venerdì.
Le prime due tappe sono effettivamente per velocisti, tuttavia la prima con l'incognita del vento e la seconda con un arrivo quasi in salita.
Poi direi che sia sufficiente ripartire con la conta dei valichi....
12a tappa: per due volte oltre 800 metri e arrivo quasi in salta
13a tappa: cinque volte oltre 800 metri (la prima per un lunga tratto che comprende tre colli oltre i 1000); arrivo quasi a 1600
14a tappa: due volte oltre i 1000 metri e seppur basse ci sono tre cote negli ultimi 15 km
15a tappa: tre GPM uno più duro dell'altro in climax: 1172, 1297 e 1496
Insomma di queste 4 tappe, ben 3 presentano salite molto impegnative nel finale (Suc au May, Neronne-Peyrol, triplo valico intorno al Grand Colombier) e non si può scherzare mai. Ad addolcire il tutto, all'indomani del giorno di riposo inizia il trittico alpino e si decide il Tour.

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16a TAPPA
Ed eccoci al trittico alpino. Si comincia con una tappa attraverso Massiccio della Chartreuse e Vercors, con 3 ascese predominanti.
La tappa comincia subito con un paio di brevi salite e specialmente la seconda sarà determinante per l'avvio della fuga del mattino (3 km al 6,5% verso Virieu). 20 km in leggera discesa, 10 in leggera salita, altri 5 tra discesa e pianura e si arriva a Saint-Laurent-du-Pont dove la strada comincia a salire verso il Col de Porte; la pendenza si fa seria dopo 5 km di quasi falsopiano: 14 km al 5,6% divisi in due tronconi di 3,5 km al 7,6% e di 7,5 km al 6,8% dalle pendenze piuttosto costanti (aggiungo per completezza che dai -4 ai -2 dal GPM si contano 2 km al 8,3%). Una discesa lunga da non sottovalutare porta abbastanza rapidamente alla seconda salita. La Cote de Revel sono propriamente 6,3 km al 7,2% con pendenze costanti, spesso tra 8% e 9%.
Non inizierà subito la discesa, ma al contrario attraverso una serie di tratti in salita (specialmente un ultimo strappo di 600\700 metri al 6%) si sale ancora fino a quota 850mt. Qui inizierà la discesa verso Uriage, dove inizierà un tratto che mi lascia pensare ad uno sviluppo tattico della corsa incentrato sull'ultimo colle. Serviranno infatti 20 km di pianura (solo un breve tratto verso Vizille è effettivamente di discesa) prima di tornare a salire. Però stavolta si fa sul serio perché serviranno oltre 16 km al 5,6% per arrivare al GPM di Saint-Nizier-du-Moucherotte: prima si sale per tre km al Col de Comboire (tratti in doppia cifra), un km di discesa e poi inizia la salita vera e propria di 12 km al 6,5 con pendenze piuttosto interessanti nella parte centrale (dai -8 ai -5 dal GPM si contano 3 km al 8%). In vetta mancano 20 km al traguardo, una distanza che forse potrebbe addormentare la corsa. In ogni caso, di questi 20 km, 7 saranno in discesa (pedalabile) e gli ultimi 3 di nuovo in salita. Per cui per un attaccante il rischio più grosso si riduce ad una decina di km di pianura, che tuttavia sono in leggerissima discesa e quindi saranno affrontati ad alte velocità riducendo il tempo a disposizione per inseguire.
Attenzione ad un breve tratto in doppia cifra a due km dal traguardo.
Il dislivello finale sarà di circa 3500 metri di dislivello.

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17a TAPPA
Scoprite le carte! Non ci sono più scuse per due volte a 2000 metri e per due volte con salite lunghe e ripide. Sarà il trionfo degli scalatori negli ultimi 80 km (soltanto 10 in pianura) di questa tappa di 168.
Solo un breve tratto in salita verso Saint-Pierre-d'Allevard da segnalare nei primi 90 km di questa tappa. Si imbocca quindi il celeberrimo Col de la Madeleine dall'unico versante mai affrontato: i numeri sono molto simili a quello parallelo e più classico (entrambi partono da La Chambre), ma un paio di tratti relativamente semplici fanno sì che presenti pendenze molto più accentuate e probabilmente ancora più adatte a creare selezione. Ufficialmente sono 17 km al 8,4%, ma in verità si sale già da un paio di km al 6\7%. Dall'inizio formale della salita comincia un primo tratto di 4 km al 10% con massime del 13\14%; 500 metri di respiro danno il via ad altri 4,5 km al 9% che racchiudono il km più duro (10,8%), poi 3 km con pendenze più agevoli (max 9%) riconducono sul versante tradizionale. Dall'incrocio rimangono gli ultimi 5 km al 7,8%.
In vetta si sfiorano i 2000 metri e si scende subito per oltre 25 km, su strada abbastanza stretta ed in particolare molto tecnica nella sua parte centrale (1550mt-1000mt). 10 km pianeggianti portano a Moutiers, a cui segue un primo tratto di leggera salita (1500 metri al 5%). Ancora due km pianeggianti, quindi 500 metri al 7\8% portano all'inizio formale del Col de la Loze: i primi 7 km, molto regolari, sono quasi interamente al 7\8%; seguono 3 km più semplici e poi un tratto di nuovo un po' più impegnativo che alterna qualche breve tratto al 9%. A 7,5 km dal traguardo si imbocca la nuova strada verso l'inedito Col de la Loze: per 3 km la salita (seppur già irregolare, con qualche breve tratto in doppia cifra) rimane ancora agevole, per poi diventare infernale negli ultimi 4500 metri che presentano una media del 10,2%. Le pendenze sono molto irregolari, al punto che si misura una massima del 20%. La grande difficoltà sarà riuscire a gestire bene una salita in cui è costantemente richiesto di rilanciare, nonostante si sia oltre i 2000 metri. La mancanza di una pendenza costante obbliga ad andare più volte fuori soglia indipendentemente dalla velocità che si tiene e la minor concetrazione di ossigeno può giocare bruttissimi scherzi. In pratica dovrebbe essere il paradiso dei colombiani.
Dimenticavo i tre numeri più significativi: 22 km; 7,8%; 2304 mt.

NOTA: Aggiungo i profili di Cyclingcols che rendono meglio le pendenze irregolari di entrambe le ascese.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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18a TAPPA
Ultimo tappone (concediamolo questo termine anche se la tappa è di soli 168 km) di questo Tour. Una tappa che presenta salite in rapidissima successione, senza respiro. Un lungo trasferimento in discesa porta dalla partenza al km0 nei pressi di Moutiers, dove la tappa prende effettivamente il via. 30 km scarsi di falsopiano portano ai piedi della prima ascesa, che aprirà le porte di un piccolo inferno. Il tritello comincia con il Cormet de Roselend di 18.6 km al 6.1% che scollina alla ragguardevole altitudine di 1968 metri, caratterizzato da pendenze regolari (attenzione al tratto centrale di 5 km al 8%) ma inframmezzato da brevi tratti in falsopiano; si prosegue con il Col des Saisies di 15.3 km al 6.3%, praticamente privo di pendenze accentuate e adatto a fare alte velocità; è poi il momento del Col des Aravis, preceduto da un primo strappo che anticipa di 3 km la salita vera e propria di 7 km al 6.8%, anche questa molto veloce, con un breve tratto impegnativo (max 10%) in centro a La Giettaz; quindi è il momento dall'ascesa decisiva verso il Plateau des Glieres di 6 km al 11.2%, perennemente in doppia cifra, seguiti dagli ultimi due km sterrati (sempre in salita) verso il Colle vero e proprio; infine un ultimo ostacolo verso il facile Col des Fleuries di 5.5 km al 4.7% .
Ogni salita è un'occasione per creare selezione. Se le squadre dovessero arrivare con le energie al limite alla partenza di una tappa come questa, un azione coraggiosa sul Roselend potrebbe lasciare tutti i capitani al vento a fronte di un percorso in cui non c'è un metro di pianura e risulta difficile organizzare un inseguimento. Un'altra ragione per cercare l'impresa così presto è il passaggio in quota della stessa salita, dove magari si potrebbe cogliere qualcuno in flagrante (vedi Roglic sul San Lorenzo alla Vuelta; poi l'occasione venne persa e Roglic si gestì sull'ultima ascesa pedalabile). Allo stesso tempo una salita dura come il Glieres rischia di narcotizzare la corsa fino ai piedi della stessa, garantendoci comunque (nella peggiore delle ipotesi) una 40ina di km di spettacolo.
Purtroppo il vero pericolo vagante è lo spauracchio della crono: da un lato potrebbe invogliare uno scalatore a prendere maggior vantaggio in vista della crono; dall'altro potrebbe consigliare a tutti di risparmiare energie.
Ad ogni modo dopo 168 km il gruppo avrà valicato 4000 metri di dislivello.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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19a TAPPA
Abbandonate le montagne il gruppo si trova di fronte questa tappa... direi strana.
Probabilmente per velocisti, non è da escludere per niente che venga lasciata andar via una fuga ben fornita. D'altronde il percorso, seppur abbastanza semplice, è tutt'altro che pianeggiante e accumula in soli 160 km più di 2000 metri di dislivello (quasi tutti concentrati negli ultimi 80).
In ogni caso se i velocisti volessero tener chiusa la corsa, dovranno tener conto del fatto che dopo aver scollinato a quota 940 a 25 km dal traguardo, il tempo rimasto per inseguire sarà pochissimo, visto che dei suddetti 25 km almeno una 15ina sono di discesa.
Non è da escludere un colpo a sorpresa su uno degli ultimi strappi.

NOTA: l'altimetria è presa da La Flamme Rouge che ha corretto il percorso precedente

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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20a TAPPA
Siamo giunti alla resa dei conti: una cronometro di 36 km con arrivo sull'ormai tradizionale Planche.
Difficile dire cosa possa succedere. Il percorso è pianeggiante per 14 km, poi inizia già a salire verso il Col de la Chevestraye: la salita in sé è semplice, ma assieme alla discesa forma un tratto di 15 km (che precede l'imbocco dell'ascesa conclusiva) molto frastagliato sia altimetricamente che planimetricamente e potrebbe avvantaggiare ulteriormente gli scalatori rispetto ai cronoman (Alaphilippe rispetto a Dumoulin tirando due nomi a caso). La salita già la conosciamo.

NOTA: Per fortuna niente rampa su sterrato... speriamo anche in futuro

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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21a TAPPA
Niente da dire... :bll:

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Insomma siamo giunti alla fine.
Prima di lasciarvi l'altimetria generale, direi di far notare un dettaglio:
  • 5 tappe per i big alla nella prima settimana
  • almeno 3 tappe per i big nella seconda
  • 4 tappe per i big nell'ultima
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Divanista
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Grazie, lavoro preziosissimo :clap:
Oggi riposati, che domani inizi con il Giro! :trofeo:


Ecco la mia presentazione. :carta:
nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Divanista ha scritto: giovedì 24 ottobre 2019, 7:17 Grazie, lavoro preziosissimo :clap:
Oggi riposati, che domani inizi con il Giro! :trofeo:
Sono stato puntualissimo :fischio:
Grazie a te ;)


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Patate
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ma come, non presenti gli Champs? :diavoletto:
Sempre ottimo lavoro!


Luca90
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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:clap:


2015:TreValliVaresine
2016:Giro (primi5), Tour t11-14, ParigiTours
2017:Kuurne, TroBroLeon
2018:Tour of Guangxi
2019:Dwars,Tour t18, Vuelta t8, 'Emilia
2020:CoppiBartali, BinckBanktour, Giro t1, Vuelta t 1-2
2021:Larciano, Dwars, Turchia, Tour t16, Primus Classic
2022:La marseillaise, Vuelta t3-10, Japan Cup
2023 :FrecciaVallone, Giro t20, Vuelta(primi5)
2024: MuscatClassic
Morellino
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Gran lavoro! :clap:


giorgio ricci
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da giorgio ricci »

:clap: :clap:
Chissà perché ho la sensazione che sentiremo parlare di te oltre questo forum, in qualunque campo deciderai di cimentarti con questa competenza e passione


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Non posso che ringraziare tutti come mio solito.
giorgio ricci ha scritto: giovedì 24 ottobre 2019, 16:32 :clap: :clap:
Chissà perché ho la sensazione che sentiremo parlare di te oltre questo forum, in qualunque campo deciderai di cimentarti con questa competenza e passione
Al momento ho in gioco la carriera da DS (sto prendendo in mano insieme ad amici il ciclismo valdelsano), il corso di laurea in storia dell'arte e qualche utopica speranza da cantautore. Se tu dovessi avere ragione su almeno una di queste sarei l'uomo più felice del mondo. Spero che il tuo pronostico sia azzeccato :cincin:


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Attendo che esca il press kit del Giro per iniziare a presentare. Intanto anticipo che per pigrizia e tempi risicati non mi metterò a ricreare tutti i dettagli delle salite in stile giro (l'ho fatto tutto l'anno per la mia squadra e mi è venuto un po' a noia). In ogni caso sarà solo un fatto estetico e il livello di dettaglio rimarrà il medesimo.
Coming soon...


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Apro una parentesi: chiunque di voi stia leggendo (iscritto o non iscritto al forum che sia) sappia che sono al corso per DS livello TI2 a Santa Sofia (FC). Se qualche lettore stesse frequentando a sua volta il corso si faccia avanti così ci conosciamo :stretta:


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matteo.conz
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Simpaticissima intervista a Bettiol fatta da Marangoni. Tifo Bettiol, è troppo forte!


Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53 :champion:
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Luca90
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Luca90 »

matteo.conz ha scritto: giovedì 21 novembre 2019, 14:50 Simpaticissima intervista a Bettiol fatta da Marangoni. Tifo Bettiol, è troppo forte!
Non mi perdo un puntata di gcn italia :clap:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Spero di esservi mancato :roll:
Le motivazioni dell'assenza sono molteplici: ci sono stati i primi esami universitari, c'è stato il corso per DS, sono incominciati i primi impegni per la stagione giovanile 2020 (ormai sono stato coinvolto da tre società contemporaneamente!), ecc.
Merita che io racconti un po' di aneddoti sul corso per DS dove ho avuto l'onore di conoscere Montaguti (per alcuni giorni, ma non tutti, anche Graziato) e, a sorpresa, Julio Alberto Perez Cuapio. Approfitterò dei prossimi due mesi (meno intensi a livello di studio) per rimettermi in pari. Approfitto per ricordare che chiunque abbia una domanda da fare sono sempre disponibile a rispondere (anzi, a provarci, perché non ho nessuna verità in tasca, ma solo un po' di esperienza da raccontare).


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mi ero promesso di scrivervi ieri, ma non ho trovato tempo. Sono ufficialmente riconosciuto come tecnico di 2°livello giovanile dalla Federazione, quindi tra qualche settimana sarò ufficialmente il secondo DS del Team Pieri. Il corso è stata l'occasione di discutere produttivamente di ciclismo, ciclisti, stimoli e stress con due diretti protagonisti del mondo professionistico. Inutile dire che si sono rivelate persone modestissime, affabili e simpatiche che tengono alto anche l'aspetto umano di questo sport. Se Montaguti era fresco di preparazione, in bici si è rivelato molto più rigido Perez Cuapio che evidentemente non saliva in bici da qualche anno. La ciliegina finale è stato il colpo della strega che lo ha costretto ad ascoltare la lezione in palestra da sdraiato. Molto bello il momento in cui dopo avergli chiesto una foto mi ha ringraziato lui, ennesima dimostrazione di quanto detto sopra.
Non da meno Sbaragli che oggi ci ha fatto compagnia (ci = Team Pieri) in allenamento. Mentre un Castellano si allenava con noi, l'altro ha ottenuto la prima vittoria del 2020.

Approfitto per tornare anche alle note dolenti. Un ragazzo del nostro team ci ha detto che da esordiente è stato costretto ha cambiare squadra, perché "andava troppo piano". Nel frattempo la stessa squadra faceva fare agli esordienti più di 100 km. Abbiamo la certezza che chi ha corso in quella squadra non arriverà da nessuna parte. Ho ben impresso in mente quando una volta feci un allenamento da esordiente con i ragazzi dell' U.C. Val di Non (dove credo abbia corso anche Moscon): 30 km a tutta e basta. Sarà un caso l'alto numero di trentini che sono passati al professionismo di recente (Moscon, Trentin, Benedetti, Oss, ecc...)? E sarà un caso che in Toscana dopo il boom degli anni '90-'00 ci sia stato un drastico calo dei professionisti e due siano usciti proprio da Castelfiorentino (dove gli allenamenti da esordienti non superano mai i 60 km)? Facciamoci un esame di coscienza...


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Con calma comincio a presentare il Giro d'Italia, come già annunciato la percezione è che sia l'evoluzione del Giro dell'anno passato, con tappe di montagna vecchio stile, lunghe e riempite di salite per esaltare le doti di fondo; però al contrario dell'anno passato saranno diluite sulle tre settimane, creando un percorso senza dubbio interessante. Tuttavia non va osannato perché si affida alla fantasia dei corridori e può piacere o meno a seconda dei gusti. A me piace.

1a TAPPA
Seppur addolcito, viene ripetuto il format dell'anno passato: un prologo con arrivo in salita.
Per 7 km il percorso è pianeggiante, con alcune curve insidiose, ma anche lunghi rettilinei (soprattutto quello in partenza). L'ultimo km e mezzo non è certo il San Luca, ma si sale. La salita dovrebbe essere piuttosto irregolare, quasi in falsopiano nell'ultima parte e pendenze più importanti nelle prime centinaia di metri. Al contrario dell'anno passato non è una tappa che può creare grandi distacchi e certo non è da qui che si capirà la condizione dei favoriti.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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2a TAPPA
La prima tappa in linea non sarà una passeggiata, ma sarà per velocisti. Si mettono sulle gambe 195 km ricchi di su e giù. Il primo GPM è una discreta salita, ma certo non può essere decisivo. Leggermente diverso il discorso per lo strappo verso l'abbazia di Pannonhalma: dopo 3 km di falsopiano (a tratti leggera salita) comincia una brevissima rampa decisamente ripida, seguita da una discesa non scontata, quindi gli ultimi 25 km pianeggianti. Difficile pensare che possa creare qualche problema, ma se fatto forte il gruppo potrebbe spezzarsi. Logicamente rimane una tappa da pisolino quasi assicurato.

NOTA: Quest'anno non mi sono spremuto a fare i dettagli delle salite, perché il tempo a disposizione è decisamente poco.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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3a TAPPA
C'è poco da dire, se non che anche stavolta la tappa è molto lunga: 204 km. Le salite sono pressoché assenti e la volata è sostanzialmente scontata. Si lascia l'Ungheria senza grandi spunti, ma 400 km in due giorni non sono pochi, soprattutto se consideriamo che il trasferimento in Sicilia avverà senza giorno di riposo. Si ripartirà in Italia con tanta stanchezza addosso e tappe insidiose.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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4a TAPPA
Per ovvie ragioni logistiche si riparte con una tappa molto breve (136 km), ma decisamente insidiosa.
Ben 1500 metri di dislivello, ripartiti su varie salite pedalabili e l'ascesa finale. Da segnalare il tratto per arrivare allo svincolo di Bolognetta (km 26) di 4 km al 4.3% e soprattutto la salita verso Lercara Friddi di 12 km al 4%. Le strade sono quasi tutte a scorrimento veloce, rendendo comunque il percorso poco nervoso anche da un punto di vista planimetrico. A 4km dal traguardo si affronta un inversione e si inizia a salire verso Agrigento. Le pendenze sono costanti e tendono a crescere gradualmente fino ad una massima del 10% negli ultimi metri: complessivamente sono 3700 metri al 5.4%. Niente di impossibile, ma qualche secondo si può perdere. Sarà un arrivo decisamente esplosivo con due possibilità risolutive: o un attacco vincente nei primi km di salita che viene sottovalutato, oppure una volata in pendenza.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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5a TAPPA
Altra tappa piuttosto breve (150 km), ma si cambia musica: circa 3000 metri di dislivello (che in 150 km sono tanti) e arrivo sull'Etna. Si parte in discesa per poi salire verso Leonforte (scollinamento al km 25 dopo 10,5 km al 4%, di cui i primi 2 piuttosto ripidi). I successivi 25 km saranno un continuo saliscendi, seguiti da 10 km di discesa più decisa. Anche i 20 km verso Paternò (nonostante siano i più semplici) non si può dire che siano effettivamente pianeggianti. Si entra adesso nel vivo della tappa, con tre ascese progressivamente più dure. Decisamente abbordabile è la prima salita verso Nicolosi di 12 km al 4% (attraversando Belpasso 3 km al 6%), seguita da un tratto pedemontano molto vallonato. Dopo Zafferana Etnea si salirà verso Fornazzo (scollinamento al km 118) per 6.8 km al 4.6%. Alcuni km pianeggianti quindi discesa verso Linguaglossa: attenzione, perché presenta un paio di tratti piuttosto tecnici e siamo nella Sicilia di Nibali; un attacco stile Liquigas ce lo vedo molto bene. Inizia quindi la salita finale: formalmente sono 18.2 km al 6.8% (842 punti di difficoltà), divisibili in due settori. La salita è molto regolare per 12 km (1.5 - 13.5) con una media del 7%. Poi circa 1300 metri di falsopiano anticipano l'impennata finale con pendenze importanti: 3 km al 9% piuttosto costanti con una massima dell'11%. Proprio dopo il tratto più ripido (praticamente in corrispondenza dell'ultimo km) la strada spiana per alcuni metri e se in quel punto qualcuno ha la forza di piantare uno scatto come si deve, potrebbe arrivare al traguardo. La regolarità della salita, preceduta dalle altre due, la rende molto adatta a fare ritmo elevato con la squadra fino agli ultimi 3 km dove stare a ruota conterà abbastanza poco.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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6a TAPPA
Si riparte con una tappa per velocisti, ma piuttosto strana. Soltanto 138 km, di cui i primi 30 piuttosto vallonati e gli ultimi 30 completamente pianeggianti. In mezzo si trova lo spartiacque della Portella Mandrazzi. La strada comincia già a salire al km 40. Intorno al km 48 il falsopiano si fa salita per i successivi 27 km con una media intorno al 4%. La salita vera e propria possiamo limitarla agli ultimi 12\13 km che presentano pendenze costanti ed una media superiore al 5%. Da un lato la salita non è una passeggiata e qualche velocista si potrebbe staccare, dall'altro cominciano 30 km di discesa che se non si può dire sia effettivamente tecnica, va detto che è molto veloce e presenta nella seconda metà alcune sequenze di curve che se fatte ad alta velocità potrebbero spezzare il gruppo (ricordo la Bahrain fare qualcosa di simile nel 2017 in Sardegna, non tanto per attaccare quanto per stare davanti su una discesa molto simile). Va detto che si viene dai primi due arrivi in salita e dal trasferimento, quindi ci sarà stanchezza in gruppo ed è possibile che il gruppo proceda compatto verso la volata. Tuttavia proprio questa stanchezza potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio: se un big prendesse la cotta del giorno dopo (vedi Chaves a Rigopiano) e qualcuno lo notasse non ci vuole niente a fare la salita e la discesa a tutta per poi fare la conta quando si è tornati sul mare. 30 km di pianura sono troppi per pensare che i big escano allo scoperto, ma non sono neanche tantissimi per pensare di spaccare il gruppo e menare fino al traguardo. Sono soltanto ipotesi, forse un po' romantiche, ma al Giro ci sono dei precedenti, anche piuttosto recenti.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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7a TAPPA
L'Appennino torna al Giro d'Italia in grande stile. Da Mileto a Camigliatello si affrontano 223 km ed oltre 4000 metri di dislivello: non è un tappone visto che mancano salite davvero impegnative (tolta forse quella finale), ma i numeri lo rendono tale. Si parte bruscamente in salita per raggiungere Vibo Valentia. Dopo essere scollinati al km 5 il percorso si distribuisce fra pianura e discesa fino al km 40 dove comincia una prima fase di su e giù. L'ultimo tratto di respiro sarà dal km 70 al km 90, dove si inizia a salire verso a Catanzaro, per poi inoltrarsi definitivamente nella Sila senza più un metro di pianura lungo strade molto tortuose, dunque selettive sia in salita che in discesa. Almeno due salite emergono in mezzo ad una miriade di strappi: il GPM di Monte Trearie è l'unica vera salita di 17 km al 4.4%, ma non va sottovalutata la salita non classificata verso Rogliano di 5 km scarsi al 6.3%. Al termine dell'ultima picchiata verso Cosenza si imbocca la salita conclusiva, uno schiaffo ordinario, reso tremendo da tutti i pizzicotti subiti prima: oltre 24 km di salita verso il Valico di Montescuro, con pendenze non impossibili, ma quantomeno ingannevoli. Quando si salgono tutti di un fiato quasi 1400 metri di dislivello, non sono mai innocui. Tant'è che se stiamo ai numeri ne viene fuori un coefficiente di difficoltà di 765 punti... un numero superiore a molti HC del Tour. A questo si aggiungono tutte le salite già superate e i 200 km già sulle gambe. La salita è divisa sostanzialmente in tre parti: 5 km abbastanza impegnativi (6.5%), 4 km di falsopiano e infine 14 km abbondanti di salita ininterrotta e costante (6.3%). Proprio all'imbocco dell'ultimo troncone si trova il tratto più duro: un km in doppia cifra per superare Spezzano della Sila con una massima del 15%. E' una rampa breve che tuttavia è seguita da un lungo tratto di salita mediamente dura dove l'acido lattico regnerà sovrano. In vetta mancheranno soltanto 10 km quasi tutti in discesa, ancora una volta abbastanza tecnica. Insomma non è da escludere che possa venire un bel finale e dei distacchi notevoli.

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el_condor

Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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bellissimi post!!! Grazie mille. Se ho ben capito hai appena fatto la maurità ma potresti già fare il giornalista professionnista, sei davvero bravissimo...
ciao

el_condor


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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el_condor ha scritto: lunedì 17 febbraio 2020, 23:37 bellissimi post!!! Grazie mille. Se ho ben capito hai appena fatto la maurità ma potresti già fare il giornalista professionnista, sei davvero bravissimo...
ciao

el_condor
Ti ringrazio, ogni complimento ricevuto dà sempre soddisfazione e in questo 3d ne sto ricevendo davvero tanti. Ogni volta mi stupisco più della precedente. :hippy:


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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8a TAPPA
Dopo quattro tappe tutte a loro modo insidiose, si ritorna in pianura con una volata quasi scontata. Sarà quasi tutta sul mare, motivo per cui non è da escludere che ci sia vento, tuttavia c'è da dire che al Giro d'Italia i ventagli non si vedono quasi mai. Anche l'entroterra salentino è soggetto spesso a forti raffiche di vento. L'altro dato è la lunghezza, ancora superiore ai 200 km, che all'indomani di una tappa come quella di Camigliatello (anch'essa molto lunga e soprattutto molto dura) si faranno pesanti anche per i velocisti.
Un altro scenario di cui tener conto è la possibilità che il vento (una volta scollinato il breve stratto in salita attraverso le Murge) sia favorevole: questo, unito alla strada che fino a Brindisi sarà inesorabilmente in leggera discesa (seppur impercettibile), la velocità potrebbe essere molto elevata; se poi consideriamo che ci potrebbe essere stanchezza in gruppo dal giorno prima non sarebbe da escludere che una fuga del mattino un po' più corposa del solito arrivi fino al traguardo.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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9a TAPPA
Per il terzo giorno consecutivo la distanza è decisamente elevata, e siamo all'ultimo giorno della prima settimana, ricca di trasferimenti che non sono stati tamponati con giorni di riposo. E' una tappa jolly in cui può succedere tutto e niente, con buone probabilità che una fuga corposa vada in porto. In ogni caso se anche il finale venisse fatto in modo regolare dal gruppo, i big dovranno fare i conti con un finale insidiosi che richiede quantomeno di stare nelle prime posizioni. L'alternativa è che una squadra cominci a tenere alta l'andatura sulla salita verso Monte Sant'Angelo e tiri il collo a tutti sul'infinita serie di saliscendi, potenzialmente adatta a dare frustate su ogni scollinamento e facendo sì che il gruppo si spezzi, magari cogliendo impreperato un uomo di classifica.
I primi 95 km sono completamente pianeggianti. Con 4 km al 3\4% si arriva in località Madonna delle Grazie dove comincia la salita vera e propria di Monte Sant'Angelo: regolare, non proibitiva, ma da non sottovalutare con i suoi oltre 9 km al 6% che portano a 747 mt di altitudine. Sono oltre 700 metri di dislivello (considerano anche il tratto prima di Madonna delle Grazie) affrontati di botto che se fatti forte possono far male; anche nel finale potrebbero pesare retroattivamente a qualcuno. Da adesso 65 km di strade molto tortuose di infarciti di strappi e salitelle: si comincia con una lunga tecnica discesa di 16 km e poi seguono almeno 9 asperità tra le quali spicca l'agevole GPM di Coppa Santa Tecla. Giunti a Vieste al km 175 si saranno totalizzati 1700 metri di dislivello in appena 80 km; si entra così nel circuito finale, affrontando per la prima volta il muro di Via Saragat. Più agevole il tratto tra la fine della discesa (anch'essa priva di curve degne di nota) fino alla zampellotto di Defensola. Al traguardo mancano gli ultimi 13 km in circuito, piuttosto tortuosi nella prima parte che riporta al muro di Via Saragat toccando il centro storico di Vieste. In cima mancheranno 9 km al traguardo. Su un percorso di questo tipo il vento non può sicuramente provocare ventagli, ma certo influenzerà le dinamiche di corsa.
Alla fine si saranno conclusi 198 km con oltre 2000 metri di dislivelli, tutti totalizzati negli ultimi 100 km.

NOTA: Stavolta mi sembrava giusto mostrare il circuito nel dettaglio, tuttavia potrebbero esserci variazioni nell'attraversamento di Vieste che nn cambiano di molto il brodo.

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Patate
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Peccato che da Baia delle Zagare si prosegua verso Coppa Santa Tecla e non per la ben più dura deviazione a sinistra (che leggo chiamarsi valico di tacca del Lupo), ne sarebbe uscito un finale ancora più interessante a mio parere.
Sempre complimenti per il tuo lavoro :clap: :clap:


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Patate ha scritto: giovedì 20 febbraio 2020, 12:03 Peccato che da Baia delle Zagare si prosegua verso Coppa Santa Tecla e non per la ben più dura deviazione a sinistra (che leggo chiamarsi valico di tacca del Lupo), ne sarebbe uscito un finale ancora più interessante a mio parere.
Sempre complimenti per il tuo lavoro :clap: :clap:
Concordo assolutamente. Noto con piacere che iniziano ad essere diffusi i profili ufficiali, che sicuramente sfrutterò. Ovviamente spero che le tappe già presentate non cambino più di tanto. Intanto diamo uno sguardo alla prima settimana, sicuramente una delle più dure degli ultimi anni, non solo per i percorsi ma anche per i trasferimenti che saranno tutti effettuati senza giorno di riposo. Significa arrivare molto stressati già al tappone appenninico di Camigliatello che a maggior ragione potrebbe regalare sorprese. Ad ogni modo già le tre tappe in Sicilia, con alle spalle il trasferimento dall'Ungheria potrebbe rivelarsi insidiose nei punti che ho già ampiamente descritto prima. Da segnalare che ben 5 tappe superano i 190, ovvero tutte tranne le tre siciliane che per ammortizzare i trasferimenti impegnative sono state create con chilometraggi più ristretti. E occhio: all'indomani del giorno di riposo ci sarà una tappa molto insidiosa.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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10a TAPPA
Potrebbe tornare ad esserci maggior freschezza in gruppo e lo spauracchio del day after incombe. Ritorna in grande stile la tappa dei muri dopo l'aborto di Pesaro 2019. Sembra tra l'altro che possa essere ulteriormente indurita e la cosa non dispiacerebbe. Non serve spiegare molto a livello tattico, se non che in queste tappe bisogna sempre stare attenti perché un attacco in cima ad un muro ben assestato e tenuto in tiro anche in discesa può sgretolare il gruppo, rendendo il gruppo una corsa a eliminazione strappo dopo strappo. Le due apparizioni sui muri nel 2013 sono lampanti: Nibali ribaltò la Tirreno a Marzo, poi a Maggio andò verso la conquista della rosa (presa il giorno dopo a crono) mentre Nibali si irrigidiva curva dopo curva, complice in entrambi i casi un meteo poco favorevole. Anche quest'anno senza dubbio il meteo rappresenta una notevole discriminante.
La corsa parte subito in salita verso Vasto, per poi proseguire sostanzialmente pianeggiante fino a Francavilla. Si risale così verso Torrevecchia Teatina, in vista del ritorno di una vecchia conoscenza: il muro di Via del Tricalle a Chieti di 1 km al 12% con max del 19%. Tuttavia, dopo una discesa veloce, non sarà seguito da altri muri, quindi potrebbe anche non succedere nulla. Uno scenario in cui possiamo sperare è quello che abbiamo visto proprio a Chieti l'anno passato andando verso L'Aquila: se ci fosse caos per andare in fuga, il gruppo continuasse ad inseguire e il ritmo fosse elevato, si passerebbe da Via del Tricalle col gas aperto e a vedere tutti al vento quando mancano 125 km al traguardo non ci vorrebbe nulla. Altrimenti le forze si concentreranno per un finale intensissimo.
Al termine della discesa 9 km pianeggianti, la facile salita verso Spoltore (4 km al 4%) e un po' di saliscendi fino a Montesilvano. 30 km piannegianti portano a Giulianova dove ci sarà un nuovo antipasto: una breve ma tecnica discesa porterà il gruppo sicuramente allungato ad imboccare il primo passaggio da Tortoreto: 2 km al 9% divisi in due rampe distinte, entrambe con punte oltre il 15%. Una discesa molto tecnica porterà a Tortoreto Lido, dove (senza passare dal traguardo) comincia il circuito finale. Vale un po' lo stesso discorso di Chieti: dopo la discesa si torna in pianura, quindi potenzialmente si può spezzare il gruppo ma è più probabile che arrivino quasi compatti ai piedi dell'ultima serie di asperità. Rimagono gli ultimi 20 km scarsi di pianura per superare Martinsicuro ed imboccare la salita di Colonnella: non è un muro, ma una salita vera di 3 km al 9% con punte del 15%. Appena 5 km a tratti tortuosi porteranno ad uno dei punti più insidiosi: il muro di Controguerra è il muro per eccellenza di poche centinaia di metri al 20%, con ingresso ad imbuto; non appena la strada "spianerà" al 10% e in testa qualcuno avrà la forza di rilanciare, dietro si sentirà una frustata inaudita; la fiera dell'acido lattico. (Vi consiglio di cercarvi Via Patellara su Street View... fa impressione).
Un'inversione in centro a Controguerra ("stile Poggio") porta all'imbocco della discesa di 8 km, veloce e pedalabile. Ultimo tratto lineare prima degli ultimi 18 km decisamente convulsi. Si imbocca la seconda ascesa a Tortoreto da un nuovo versante: due strappi in doppia cifra compongono una salita di circa 1500 metri al 9%, seguita da un tratto di respiro ed alcune centinaia di metri nuovamente in salita. Una discesa molto veloce (chiusa da due tornanti molto insidiosi, non tanto per attaccare quanto per cadere) porta all'imbocco dell'ultima ascesa: si risale a Tortoreto dal primo versante. In cima mancano 6,5 km. Alcune centinaia di metri prima di iniziare i 3 km di discesa tecnica che potrebbero essere determinanti. In fondo mancheranno solo 3 km pianeggianti. Alla fine saranno 212 km con 2000 metri di dislivello; soltanto negli ultimi 36 km se ne salgono quasi 1000.

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