Idee per nuovi tipi di corse

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
Gianluca Avigo - bove

Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Mi piace molto la crono finale Cassani Style, a patto che sia una crono scalata di almeno 25/30 minuti

Il baracchi lo rifarei domani mattina. Secondo me a fine stagione mettere insieme coppie improbabili ( Saronni Moser docet ) è una figata fotonica

Io vorrei tanto vedere un crono prologo di 10 minuti circa su un percorso da ciclo cross. Magari per cominciare in una breve corsa a tappe e perché no, poi anche in un grande giro. Niente di impossibile, un paio di assi, un tratto in sabbia o fango, una contropendenza e una rampa di garage.

Bella anche l'idea del giro d'italia in circuiti cittadini. Un po stile vecchi "tipo pista". Magari in notturna


guidobaldo de medici
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Salvatore77 ha scritto: lunedì 31 dicembre 2018, 12:33 Come darti torto.
I grandi giri nascono con tappe di 12/13 ore, gioco di squadre praticamente nullo. Fra una tappa e l'altra giorni di riposo. Ovviamente solo radio e giornali.
Col tempo in quel ventennio ha preso fisionomia un tipo di corsa che negli anni è diventato un mastodonte nel calendario del ciclismo odierno, anzi 3 mastodonti.
3 settimane di corse dove in 2/3 delle tappe non accade nulla di rilevante per la classifica generale.
Magari il Giro è l'evento più seguito ma in che senso? In Italia? Fra le corse italiane dagli italiani o fra le corse italiane all'estero?
Io ho l'impressione che il Giro è l'evento centrale per il ciclismo italiano, poi è chiaro che molti lo seguono, ma davvero percepiscono il ciclismo per quello che è davvero?
L'utente medio vede Petacchi vincere 9 tappe e mi chiede: perchè non vince lui in Giro d'Italia?
Tappa per velocisti: come è arrivato Pantani?
Tappa interlocutoria con gruppetto in fuga con 15 minuti di vantaggio: ma la maglia rosa è in gruppo, perchè?
Vai a spiegare.... Nello sport bisogna capire in pochi istanti quello che accade, altrimenti uno si scoccia e cambia canale, oppure va su Facebook.

Giro delle Fiandre.
C'è Gilbert in fuga a 70 km da solo, può vincere? Caspita, se ha le forze si. Stop! Due ore di corsa buona a c'è tutto dentro.
Il calcio 90 minuti.
Automobilismo massimo 2 ore.

Secondo me le idee per un nuovo tipo di corse devo assolutamente passare per una fruizione del ciclismo più istantanea.
bel post Salvatore. sei diretto, guardi in faccia i problemi. il tema di una fruizione più istantanea è decisivo.
oggi il ciclismo può essere bello, può essere divertente, ma non è quasi mai uno show "che ti acchiappa". non è sintonizzato sullo spettatore casuale. parlo dello spettatore che passa davanti allo schermo e guarda 5 minuti, quello che cambia canale e finisce per caso su una corsa. il ciclismo non cattura quel tipo di spettatore. acchiappa quelli che sono già acchiappati.

io vedo mio nipote. gli piacciono un po' tutti gli sport, calcio, football americano, nba, è un appassionato di sumo. gli dico, "vai sul 2, c'è una corsa", lui va, sta lì dieci minuti, non succede niente, cambia canale. fine. si è divertito solo una volta, alle strade bianche. vi rileggo l'sms che mi ha mandato il 3 marzo: "Con la pioggia sembrava veramente una gara di un'altra epoca"

certo, non è che puoi avere le strade bianche tutte le settimane. però non vedo alternative. ci vogliono tempi più televisivi e ci vuole più epica. se nel ciclismo non c'è epica non c'è niente. emozioni forti e tempi televisivi. basta con queste foto di gruppo. a volte sembra di guardare quelli che fanno la cyclette dietro il vetro della palestra. è un ciclismo senza palle.

van aert che crolla dopo il traguardo è il vero ciclismo. il ciclismo degli anni 40 era il vero ciclismo, perché era un ciclismo di gente che correva alla morte. il ciclismo è disperazione, non cyclette. non sono le 100 corse all'anno che fanno lo spettacolo. lo spettacolo sono quei singoli momenti che ricordi per sempre. i momenti nei quali l'uomo viene spinto al limite. il limite della fatica, il limite della sopportazione. non è che devi per forza massacrare la gente. correte meno se volete. ma correte sul serio. (scusate se divago un po')


Gianluca Avigo - bove

Re: Idee per nuovi tipi di corse

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guidobaldo de medici ha scritto: giovedì 27 dicembre 2018, 11:39 io asfalterei i GT, li eliminerei in tronco, basta tappe, fine delle tappe, e organizzerei il calendario come una sequenza di classiche e semiclassiche, due corse a settimana, una semiclassica a metà settimana e un grande evento sabato/domenica. grandi corse tutto l'anno senza pause, con una cadenza perfetta. una grandinata di classiche per scalatori. sfide continue tra i big da una settimana all'altra. tu sai che a fine luglio c'è il Ventoux, per dire, e tutti gli anni a fine luglio c'è il Ventoux, magari con variazioni di percorso anno per anno. e questo è il mio sogno. ma funzionerebbe?

non so, ho come l'impressione di non aver capito qualcosa.
Se tutti in fine settimane organizzi dei "grandi eventi" ecco che di colpo grandi eventi non lo sono più. Un grande evento è tale, per la sua storia e per l'aspettativa che si crea nell'attesa. La tua proposta di standardizzazione finirebbe per sminuirne l'importanza. Anzi, a mio avviso andrebbero drasticamente ridotte le corse e trovato un sistema per "obbligare/incentivare" i big alla partecipazione. Quindi tornare ad un calendario più umano e più carico di aspettatIva.

Non so se ho ben capito quello che intendevi, ma se pensi che il ciclismo che conosciamo oggi, sia rimasto più o meno quello degli anni 30/40, ti stai sbagliando di grosso.
Il ciclismo è cambiato e molto.
È cambiato nei percorsi ( la sanremo non è la stessa della prima edizione ), nel chilometraggio ( si facevano Tappe da 400 km ) , nelle crono ( una volta lunghissime ), nei giorni di riposo, nelle format ( nei primi giri la classifica era a punti e non a tempo ). Il ciclismo ha sempre sperimentato, a volte imbroccando a volte no. La strade bianche, le mini Tappe con 4000 mt di dislivello del tour o della Vuelta, la crono finale del giro baby, sono li a dimostrarlo.
Se invece per standardizzazione si intende dare un senso logico al calendario, sono pienamente d'accordo. Avere 2000 gare, sovrapposizioni, team WT che partecipano alla gara di paese con le continental per preparare il grande appuntamento lo trovo insensato e controproducente per tutto il movimento.


Gianluca Avigo - bove

Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Abbiamo postato contemporaneamente. Sono d'accordo con te sul " correte meno ma correte veramente ". Purtroppo tempi televisivi ed epica non vanno d'accordo. Van Aert è crollato a terra perché è stata una gara lunga e dura. Fosse stata di 90 minuti non avrebbe avuto i crampi a 300 mt dall'arrivo. Per avere gare combattute alla morte, devi averne meno. I ciclisti sono esseri umani e se li fai correte 90/100 giorni l'anno, NON possono correre sempre alla morte. Meno gare = più spettacolo.

In merito all' atteggiamento di tuo nipote, lo capisco perfettamente. Ho una figlia di 12 anni . Sai dove sta la differenza tra l'Nba, sicuramente più immediata, spettacolare e il ciclismo? Che il ciclismo Va spiegato. Quindi la domanda è:
"abbiamo gli strumenti e la pazienza per spiegarlo?"

Capisco quando dici che necessariamente oggi il ciclismo deve passare dalla fruibilità in tv. Tanto per farti un esempio sono un fanatico del ciclocross ( 1h secca di tutti contro tutti ), ma per certe cose, ciclismo compreso, ci vuole più tempo e più impegno per capirle. Ed è proprio per questo che quando te ne innamori non le molli più. L'epica, quella vera, è tale perché c'è una storia complessa e articolata fatta di personaggi che a loro volta hanno una storia e che non può essere ridotta ad un ora e mezza di racconto. Oggi purtroppo i media puntano sul tutto e subito ( quindi necessariamente, superficiale ) ed infatti i ragazzini si annoiano alla velocità della luce. Si appassionano al personaggio del talent di turno e dopo 6 mesi lo hanno gia rimosso o sostituito con il prossimo. Non li abbiamo abituati a coltivare una passione, a comprenderne i dettagli, i retroscena. Quindi se la storia, l'evento, lo sport non li cattura subito.... Ciao ciao.
Comunque temo, come proponi, credo accadrà. Anche il ciclismo diventera' uno sport che si esaurisce nel giro di 90 120 minuti. Sarà meglio?


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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bove ha scritto: venerdì 4 gennaio 2019, 0:08 Non so se ho ben capito quello che intendevi, ma se pensi che...
a volte non so nemmeno io quello che intendo davvero :D spero solo che mi sopportiate, perché a volte davvero mi contraddico da solo o faccio ragionamenti un po' così, un po' campati diciamo


guidobaldo de medici
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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bove ha scritto: venerdì 4 gennaio 2019, 0:15 Edit
Abbiamo postato contemporaneamente. Sono d'accordo con te sul " correte meno ma correte veramente ". Purtroppo tempi televisivi ed epica non vanno d'accordo. Van Aert è crollato a terra perché è stata una gara lunga e dura. Fosse stata di 90 minuti non avrebbe avuto i crampi a 300 mt dall'arrivo. Per avere gare combattute alla morte, devi averne meno. I ciclisti sono esseri umani e se li fai correte 90/100 giorni l'anno, NON possono correre sempre alla morte. Meno gare = più spettacolo.
meno gare = più spettacolo, direi che sintetizzi bene.

poi dici un'altra cosa interessante, che il ciclismo va spiegato, che a volte non è immediato proprio perché ha bisogno di spiegazioni. e qui non so se sono troppo d'accordo. a volte le lunghe dirette sono solo delle lunghe chiacchierate del più e del meno. anzi, a volte sembra che il vero spettacolo non sia la corsa, ma proprio il fatto in sé di ritrovarsi tra amici a parlare di ciclismo. magari uno cerca lo spettacolo nella corsa, e non lo trova, proprio perché non capisce che lo spettacolo sta nel fatto di ritrovarsi intorno alla propria passione.


Gianluca Avigo - bove

Re: Idee per nuovi tipi di corse

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guidobaldo de medici ha scritto: venerdì 4 gennaio 2019, 1:16
bove ha scritto: venerdì 4 gennaio 2019, 0:15 Edit
Abbiamo postato contemporaneamente. Sono d'accordo con te sul " correte meno ma correte veramente ". Purtroppo tempi televisivi ed epica non vanno d'accordo. Van Aert è crollato a terra perché è stata una gara lunga e dura. Fosse stata di 90 minuti non avrebbe avuto i crampi a 300 mt dall'arrivo. Per avere gare combattute alla morte, devi averne meno. I ciclisti sono esseri umani e se li fai correte 90/100 giorni l'anno, NON possono correre sempre alla morte. Meno gare = più spettacolo.
meno gare = più spettacolo, direi che sintetizzi bene.

poi dici un'altra cosa interessante, che il ciclismo va spiegato, che a volte non è immediato proprio perché ha bisogno di spiegazioni. e qui non so se sono troppo d'accordo. a volte le lunghe dirette sono solo delle lunghe chiacchierate del più e del meno. anzi, a volte sembra che il vero spettacolo non sia la corsa, ma proprio il fatto in sé di ritrovarsi tra amici a parlare di ciclismo. magari uno cerca lo spettacolo nella corsa, e non lo trova, proprio perché non capisce che lo spettacolo sta nel fatto di ritrovarsi intorno alla propria passione.
Esatto! Il ciclismo "è " anche racconto. Del resto cos'è l'epica? Non puoi avere l'una senza l'altro. Il ciclismo che intendi tu, esiste già, si chiama pista e ciclocross, solo che in Italia lo si è abbandonato per anni. Purtroppo o per fortuna, ho fatto in tempo da ragazzino a vedere dal vivo la 6 giorni di Milano. Quella vera, quella al palazzetto dello sport crollato per la storica nevicata dell 85. Credimi era adrenalina pura.
In merito alle lunghe dirette, concordo con te. Tra l'altro è una moda degli ultimi anni. Fino a qualche anno fa le dirette fiume erano riservate solo al mondiale e poco altro. Nei grandi giri la diretta partiva al massimo ad un paio d'ore dal traguardo. Infatti si diceva che i corridori cominciassero a fare sul serio quando si alzava in volo l'elicottero della Rai. Oggi la visibilità dal km zero, porta in corridori a partire a 50 kmh per tirare fuori la fuga di giornata ( che inevitabilmente fallirà ) proprio per avere un po di visibilità e stop. In pratica va in scena lo stesso identico copione, quasi tutti i giorni. Questo si annoia. Diverso è se ad attaccare a 70/80 km dall'arrivo è gente come Pantani, Chiappucci, froome, Gilbert ecc ecc. Ma per avere più situazioni del genere, ribadisco, a mio avviso l'unica soluzione è diminuire le gare. Costringere i big ad essere presenti in poche ed importati gare, li costringe ad esporsi, se big vogliono essere.


guidobaldo de medici
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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bove ha scritto: giovedì 3 gennaio 2019, 23:25 Io vorrei tanto vedere un crono prologo di 10 minuti circa su un percorso da ciclo cross. Magari per cominciare in una breve corsa a tappe e perché no, poi anche in un grande giro. Niente di impossibile, un paio di assi, un tratto in sabbia o fango, una contropendenza e una rampa di garage.
a me piace. anche per stimolare i corridori, per farli uscire dalla loro confort-zone.


Salvatore77
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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bove ha scritto: venerdì 4 gennaio 2019, 0:08
Se tutti in fine settimane organizzi dei "grandi eventi" ecco che di colpo grandi eventi non lo sono più. Un grande evento è tale, per la sua storia e per l'aspettativa che si crea nell'attesa. La tua proposta di standardizzazione finirebbe per sminuirne l'importanza. Anzi, a mio avviso andrebbero drasticamente ridotte le corse e trovato un sistema per "obbligare/incentivare" i big alla partecipazione. Quindi tornare ad un calendario più umano e più carico di aspettatIva.
Il problema è il numero di corse? In che senso?
Oggi ci sono molte corse ma quelle importanti sono le solite. Meno di una dozzina, e queste corse non vengono corse tutte dai corridori di prima fascia.
C'è un obbligo di partecipazione alla squadra non al corridore, pertanto il corridore fa scelte oculate in base al periodo, obiettivi, attitudini tecniche, e anche a necessità di sponsor e immagine, non tralasciando un filo di nazionalismo.
Froome fa sempre il Tour, spesso la Vuelta, una tantum il giro, mai Fiandre e Roubaix.
Obbligare un big a partecipare a una corsa che non è adatta, non vedo come possa arricchire il ciclismo.

I grandi eventi ogni fine settimana posso inflazionare un prodotto? Può essere.
In formula 1 ci sono 21 GP che non sono mica pochi, eppure sono molto seguiti. E la formula uno non ha niente da far vedere. Poca azione, zero sorpassi. Per dare sostanza all'evento c'è la tecnologia che entra nella gara. Però rispetto a 20 - 30 anni fa, uno sforzo è stato fatto.
La pallavolo che aveva set fino a 15 col punto che valeva solo quando battevi tu, ha cambiato.
Lo sci di fondo qualcosa ha fatto.
Tutto in funzione della fruizione televisiva.

I cambiamenti hanno portato concentrare l'interesse in un lasso di tempo più breve e ad una previsione della tempistica più certa.
Ridurre il chilometraggio nel ciclismo ha permesso una migliore stima dei tempi, questo è utile sia perchè il ciclismo si fa nelle strade e nei paesi e sia perchè nei palinsesti serve più certezza.
Però il ciclismo è uno sport di fondo, non si può fare a meno dei km, per cui non credo che la soluzione sia nelle tappe da 90 km con 4 colli oppure nelle gare a circuito eccetera.
E' una vera gatta da pelare.

Credo che il ciclismo per come è fatto, sia lo sport che meno può piegarsi alla logica della TV.
Quelli che per tempi si avvicinano ai tempi brevi di una partita di calcio o un GP di formula 1, cioè la MTB, il ciclocross, la pista, hanno troppo da recuperare nell'immaginario collettivo per rappresentare la soluzione del problema.


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Lambohbk
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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A mio parere uno dei "problemi" del ciclismo é che, per far quadrare le energie, i ciclisti sono costretti a concentrarsi su determinate corse (ed è normale che sia così, specifico).

Questo a cosa porta?
Che al Tour magari manchi Nibali (oppure arrivi in condizioni non ottimali) perché si è concentrato sul Giro. Oppure al Lombardia manchi Alaphilippe perché arrivato stanco a fine stagione (ho preso due esempi).
Allo stesso modo, per preparare meglio il Tour, Froome non è competitivo al Romandia e al Delfinato.

Nel calcio le squadre più forti al mondo partecipano tutte alla Champions, nella F1 e MotoGP ogni gara tutti i migliori si scontrano fra loro, nello sci (all'interno delle diverse specialità) e biathlon lo stesso. Per un tifoso occasionale secondo me è difficile concepire questa cosa del ciclismo.

Negli ultimi 5 anni quante volte abbiamo visto il duello Vettel - Hamilton? Innumerevoli.
Quante volte abbiamo visto il duello Nibali - Froome? 2 o 3.

Altro aspetto, le diverse caratteristiche dei percorsi e dei ciclisti. Magari uno spettatore capita per caso sulla Roubaix e la prima cosa che fa è chiedersi "ma perché non c'è Nibali?".

Il ciclismo è uno sport molto particolare e non è facile coinvolgere lo spettatore occasionale.
Ultima modifica di Lambohbk il sabato 5 gennaio 2019, 15:06, modificato 1 volta in totale.


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Salvatore77 ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 11:24
Lo sci di fondo qualcosa ha fatto.
Sprint a ripetizione, partenze di massa, nuovi discutibili formati (skiathlon), prove multistage con criticità evidenti e, a corredo, invenzioni esotiche dalla dubbia attinenza al contesto (domani c'è il Cermis, ahimè).

La vecchia storia del rimedio peggiore del male.


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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lambohbk ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 14:45 Nel calcio le squadre più forti al mondo partecipano tutte alla Champions, nella F1 e MotoGP ogni gara tutti i migliori si scontrano fra loro, nello sci (all'interno delle diverse specialità) e biathlon lo stesso. Per un tifoso occasionale secondo me è difficile concepire questa cosa del ciclismo.

Negli ultimi 5 anni quante volte abbiamo visto il duello Vettel - Hamilton? Innumerevoli.
Quante volte abbiamo visto il duello Nibali - Froome? 2 o 3.
come ovvio, un circuito di classiche settimanali eliminerebbe il problema in tronco. avresti
18 maggio Pordoi
25 maggio Mortirolo
1 giugno Stelvio
8 giugno Finestre
15 giugno Gavia
22 giugno Corvara
29 giugno Ventoux, eccetera

per cui Froome e Nibali potrebbero sfidarsi tutte le volte che vogliono. non ci sarebbe più il problema della foratura o della caduta o del piccolo infortunio che impedisce a un corridore di gareggiare, rimandando la sfida di mesi o di anni. tanto la settimana dopo si corre di nuovo e si riparte da zero. i big si sfiderebbero di continuo sulle grandi salite storiche del ciclismo, con tutti i possibili incroci tra campioni. cosa che oggi non è possibile, perché qualcuno va al giro e qualcun altro al tour. a volte ci sono campioni che non si incontrano mai.

per non parlare di tutti gli altri aspetti. la semplicità di comprensione. la cadenza certa degli appuntamenti. la fidelizzazione degli spettatori. l'enorme semplificazione nella vita dei corridori. eccetera. i vantaggi sarebbero così tanti che si fa fatica a riassumerli. ma non accadrà mai.
Ultima modifica di guidobaldo de medici il sabato 5 gennaio 2019, 15:50, modificato 1 volta in totale.


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Niente di personale ma questa proposta ( e altre appena sopra) demolisce le ragioni per le quali ormai quasi quarant'anni fa mi appassionai a questo sport


guidobaldo de medici
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Trullo ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 18:40 Niente di personale ma questa proposta ( e altre appena sopra) demolisce le ragioni per le quali ormai quasi quarant'anni fa mi appassionai a questo sport
non demolisce niente caro trullo, perché le possibilità di realizzarla sono zero virgola zero. lo so io e penso che lo sappiamo tutti.

tuttavia, penso che alcune delle idee esposte in questo thread siano belle, e abbiano anche un certo margine di fattibilità.
a te non ne piace nessuna?
Ultima modifica di guidobaldo de medici il sabato 5 gennaio 2019, 19:23, modificato 1 volta in totale.


TornadoTom
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

Messaggio da leggere da TornadoTom »

Sarebbe bello vedere una corsa di un giorno di alta montagna con 4500+ metri di dislivello, quando un paio di anni fa è nata la Oztaler per pro un po' ci ho sperato partisse la tradizione, ma purtroppo mi sa che hanno già rinunciato


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

Messaggio da leggere da Theakston »

TornadoTom ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 19:22 Sarebbe bello vedere una corsa di un giorno di alta montagna con 4500+ metri di dislivello, quando un paio di anni fa è nata la Oztaler per pro un po' ci ho sperato partisse la tradizione, ma purtroppo mi sa che hanno già rinunciato
Si la Otztaler era una bella idea, peccato non abbia avuto seguito


Salvatore77
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Primo86 ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 15:03
Salvatore77 ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 11:24
Lo sci di fondo qualcosa ha fatto.
Sprint a ripetizione, partenze di massa, nuovi discutibili formati (skiathlon), prove multistage con criticità evidenti e, a corredo, invenzioni esotiche dalla dubbia attinenza al contesto (domani c'è il Cermis, ahimè).

La vecchia storia del rimedio peggiore del male.
Qualche anno fa si è cercato di ridurre le partenze a cronometro per optare per partenze di massa più fruibili.
Mi riferivo a questo.


1° Tour de France 2018
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Gianluca Avigo - bove

Re: Idee per nuovi tipi di corse

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lambohbk ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 14:45 Nel calcio le squadre più forti al mondo partecipano tutte alla Champions, nella F1 e MotoGP ogni gara tutti i migliori si scontrano fra loro, nello sci (all'interno delle diverse specialità) e biathlon lo stesso. Per un tifoso occasionale secondo me è difficile concepire questa cosa del ciclismo.

Negli ultimi 5 anni quante volte abbiamo visto il duello Vettel - Hamilton? Innumerevoli.
Quante volte abbiamo visto il duello Nibali - Froome? 2 o 3.
Esatto. Nel ciclismo moderno uno fa il down under, due o tre vanno in Argentina, un paio a Majorca, altri al Algarve ecc ecc. Dispersione totale. Pare lo facciano apposta per non incontrarsi prima dell'evento prestabilito. Meno gare e obbligatorie/incentivate servirebbe proprio a questo. Se non sei adatto ad un specifico percorso "amen" ti rifarai alla prossima. Questo sistema a mio avviso riporterebbe alla luce in veri campioni e non gli iper programmati e specializzati.
Non so con quale ricetta ma a mio avviso se il ciclismo vuole tornare grande e comprensibile deve muoversi in questo senso. 3 giri, 10/12 gare di un giorno e 3/4 brevi corse a tappe, dove i big DEVONO garantire la presenza. Magari può essere studiato un sistema che permetta di saltare alcune gare ( 1 giro, 2/3 classiche e 1 breve corsa a tappe ) in questo modo i 15/20 corridori più importati sarebbero costretti ad incontrarsi più volte durante la stagione. Magari andrebbe anche seriamente premiato chi ottiene più risultati in queste gare. Insomma una cosa simile a sci e tennis.
Dimenticavo, condizione indispensabile perchè la cosa funzioni è che il big di turno, se vuole correre deve farlo solo ed esclusivamente in quelle gare. Non può andare a fare la gara di paese con le continental esclusivamente per preparare appuntamenti più importati.

Ps
Comunque la causa di tutta questa anomalia è causata da mostro che è diventato il tour de france. Una sola competizione che fagocita tutto o quasi quello che sta in torno. Ormai nella programmazione della stagione la prima cosa che fanno i big è : vediamo com'è il percorso del tour e poi decidiamo tutto il resto. Se non si trova il sistema per cambiare rotta, temo che lo schianto contro un bel muro sia inevitabile.


Gianluca Avigo - bove

Re: Idee per nuovi tipi di corse

Messaggio da leggere da Gianluca Avigo - bove »

Per esempio
3 giri ( 63 giorni )
4 brevi giri da 6 Tappe ( 24 giorni )
12 classiche ( sempre le 5 monumento e le restanti a rotazione )
Totale 99 giorni di gara

Gare saltabili
1 giro ( 21 )
1 breve giri (6)
2 classiche ( 2 )

Quindi rimarrebbero 70 giorni di gara obbligatori. Che più o meno sono quelli che fa uno come Froome.
Tornado all'esempio degli scontri diretti
Nibali Vs Froome nel 2018
Nibali 95 giorni di gara
Froome 65 giorni di gara
Sì sono incrociati solo alla tirreno e al tour...
Quanto potenziale spettacolo sprecato


giorgio ricci
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

Messaggio da leggere da giorgio ricci »

Le piccole corse a tappe e la dispersione vi è sempre stata. Solo che fino agli anni 90 le corse si dividevano fra Francia, Italia, Belgio Spagna e poco altro.
Anzi, ora con il WT è possibile creare startlist internazionali mentre prima era tutto molto localizzato.
Quello che è esagerato per me è l'eccessiva proliferazione di Giri nazionali senza storia, con percorsi insulsi e partecipazioni veramente scadenti.
Corse come il Criterium international, ma anche la Panne sono scomparse, ed erano belle corse, ma nessuno si è strappato i capelli, evidentemente fa comodo spostare il baricentro dell'agonismo.
Il Tour fagocita ma trascina anche, e spero che il Giro possa fare altrettanto, e le prospettive sono migliori di qualche anno fa.
Non sono d'accordo con il cirquito delle grandi salite, idea comunque già provata con il GP degli scalatori negli anni 80 - 90, con scarso appeal ( e la Vuelta era ad Aprile, quindi lo spazio c'era).
Anche a me piacerebbe rivedere il Trofeo Baracchi, però Ricordiamoci che era ad ingaggi e a fine stagione. Chi sarebbe disposto a mettere mano al portafogli, magari con poco ritorno, per avere corridori in pantofole?
Il ciclismo ha sempre avuto il problema dei corridori assenti a fine stagione, anzi con lo spostamento di Vuelta e Mondiale si sono fatti grandi progressi. Prima a fine agosto c'era aria di smobilitazione.


guidobaldo de medici
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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giorgio ricci ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 22:35 Non sono d'accordo con il cirquito delle grandi salite, idea comunque già provata con il GP degli scalatori negli anni 80 - 90, con scarso appeal ( e la Vuelta era ad Aprile, quindi lo spazio c'era).
non trovo niente su questo GP degli scalatori. com'era la denominazione esatta?


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Maìno della Spinetta
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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bove ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 21:30
lambohbk ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 14:45 Nel calcio le squadre più forti al mondo partecipano tutte alla Champions, nella F1 e MotoGP ogni gara tutti i migliori si scontrano fra loro, nello sci (all'interno delle diverse specialità) e biathlon lo stesso. Per un tifoso occasionale secondo me è difficile concepire questa cosa del ciclismo.

Negli ultimi 5 anni quante volte abbiamo visto il duello Vettel - Hamilton? Innumerevoli.
Quante volte abbiamo visto il duello Nibali - Froome? 2 o 3.
Esatto. Nel ciclismo moderno uno fa il down under, due o tre vanno in Argentina, un paio a Majorca, altri al Algarve ecc ecc. Dispersione totale. Pare lo facciano apposta per non incontrarsi prima dell'evento prestabilito. Meno gare e obbligatorie/incentivate servirebbe proprio a questo. Se non sei adatto ad un specifico percorso "amen" ti rifarai alla prossima. Questo sistema a mio avviso riporterebbe alla luce in veri campioni e non gli iper programmati e specializzati.
Non so con quale ricetta ma a mio avviso se il ciclismo vuole tornare grande e comprensibile deve muoversi in questo senso. 3 giri, 10/12 gare di un giorno e 3/4 brevi corse a tappe, dove i big DEVONO garantire la presenza. Magari può essere studiato un sistema che permetta di saltare alcune gare ( 1 giro, 2/3 classiche e 1 breve corsa a tappe ) in questo modo i 15/20 corridori più importati sarebbero costretti ad incontrarsi più volte durante la stagione. Magari andrebbe anche seriamente premiato chi ottiene più risultati in queste gare. Insomma una cosa simile a sci e tennis.
Dimenticavo, condizione indispensabile perchè la cosa funzioni è che il big di turno, se vuole correre deve farlo solo ed esclusivamente in quelle gare. Non può andare a fare la gara di paese con le continental esclusivamente per preparare appuntamenti più importati.

Ps
Comunque la causa di tutta questa anomalia è causata da mostro che è diventato il tour de france. Una sola competizione che fagocita tutto o quasi quello che sta in torno. Ormai nella programmazione della stagione la prima cosa che fanno i big è : vediamo com'è il percorso del tour e poi decidiamo tutto il resto. Se non si trova il sistema per cambiare rotta, temo che lo schianto contro un bel muro sia inevitabile.
Obbligatorio è difficile. Occorrono gli incentivi. Nel tennis occorrono i punti atp per i tabelloni che contano, e i montepremi sono alti. Basta aumentare il montepremi(il Giro lo ha fatto) e occorre dare a chi ha punti alti un vantaggio. Tipo: Primo e secondo nel tabellone (si calcola solo il punteggio UCI del meglio piazzato iscritto del team) hanno 9 gregari. Terzo e quarto hanno 8 gregari. Quinto e sesto 7. Settimo e ottavo 6. Nono e decimo 5 gregari. Gli altri hanno squadre con 4 corridori, team da 5 totali.


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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guidobaldo de medici ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 23:22
giorgio ricci ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 22:35 Non sono d'accordo con il cirquito delle grandi salite, idea comunque già provata con il GP degli scalatori negli anni 80 - 90, con scarso appeal ( e la Vuelta era ad Aprile, quindi lo spazio c'era).
non trovo niente su questo GP degli scalatori. com'era la denominazione esatta?
Pardon. Mi sono espresso male. La denominazione era :Trofeo dello scalatore. Si tenne dal 1987 al 2001 con sempre più scarso successo e su percorsi sempre meno importanti.
Mi pare si svolgesse in 5 prove di poco meno di 100 km su salite inizialmente importanti, durante l'estate. Ricordo un anno fecero lo Stelvio da Trafoi e vinse Giovannetti.
L'iniziativa era di RCS, che publicizzó bene il nuovo evento, ma nonostante tutto rimase quasi sempre confinato all'interno del movimento italiano, e neppure di alto livello. Diventò subito un modo per lanciare giovani o corrodori a fine carriera.
Io ero entusiasta, ma dopo poche prove, senza copertura televisiva, cominciai ad essere deluso.
Negli anni 90 con le vittorie di Richard, Jaskula e Tonkov le cose sembravano andare meglio ma il depauperamento delle startlist e lo scarso interesse dei media scrissero la parola fine all'iniziativa nel 2001.


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Maìno della Spinetta ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 23:31 Obbligatorio è difficile. Occorrono gli incentivi. Nel tennis occorrono i punti atp per i tabelloni che contano, e i montepremi sono alti. Basta aumentare il montepremi(il Giro lo ha fatto) e occorre dare a chi ha punti alti un vantaggio. Tipo: Primo e secondo nel tabellone (si calcola solo il punteggio UCI del meglio piazzato iscritto del team) hanno 9 gregari. Terzo e quarto hanno 8 gregari. Quinto e sesto 7. Settimo e ottavo 6. Nono e decimo 5 gregari. Gli altri hanno squadre con 4 corridori, team da 5 totali.
Ma si guarda, l'importante è che trovino un sistema. Poi se vogliamo salvaguardare anche le gare "minori" i big dovrebbero garantire la loro presenza anche a 4/5 gare HC. Un po come succede nel tennis con gli atp 500 e 250


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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giorgio ricci ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 23:53 Pardon. Mi sono espresso male. La denominazione era :Trofeo dello scalatore. Si tenne dal 1987 al 2001 con sempre più scarso successo e su percorsi sempre meno importanti.
Mi pare si svolgesse in 5 prove di poco meno di 100 km su salite inizialmente importanti, durante l'estate. Ricordo un anno fecero lo Stelvio da Trafoi e vinse Giovannetti.
L'iniziativa era di RCS, che publicizzó bene il nuovo evento, ma nonostante tutto rimase quasi sempre confinato all'interno del movimento italiano, e neppure di alto livello. Diventò subito un modo per lanciare giovani o corrodori a fine carriera.
Io ero entusiasta, ma dopo poche prove, senza copertura televisiva, cominciai ad essere deluso.
Negli anni 90 con le vittorie di Richard, Jaskula e Tonkov le cose sembravano andare meglio ma il depauperamento delle startlist e lo scarso interesse dei media scrissero la parola fine all'iniziativa nel 2001.
che strana cosa. sembra una mini corsa a tappe, però per scalatori e a punti invece che a tempo.
certo, se non c'era copertura televisiva non c'era niente. è difficile giudicare.

è però vera una cosa: che nel ciclismo moderno lo scalatore puro è penalizzato. nei GT la figura forte è quella del cronoman. vince il cronoman che tiene in salita. lo scalatore puro è quasi sempre in una condizione di debolezza.

pensandoci bene, è anche un po' ingiusto, perché nelle tappe di montagna il cronoman può farsi aiutare dalla squadra, mentre la stessa cosa non è possibile per lo scalatore nelle crono. chi lo aiuta? nessuno. se affonda affonda.


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Trofeo degli scalatori era una corsa minore italiana.
Graduatoria a punti. Non ricordo molto di questa corsa, credo che non erano nemmeno consecutive le prove.
Non ho memoria nemmeno di averla vista in televisione. Dai giornali leggevo che i Big non vi partecipavano, squadre straniere credo nemmeno.
Nell'albo d'oro anche Cassani, Elli che scalatori non erano.
In 15 edizioni, solo Tonkov ha vinto un GT.


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Non era male come gara il Trofeo dello scalatore però l'interesse non andò mai oltre il movimento italiano (che comunque per l'epoca bastava a fornire una start list rispettabile).

Leggendo l'albo d'oro ho visto un ciclista che mi ha sempre incuriosito: Stefano Tomasini, fu terzo nella tappa epica del Gavia 1988 e terminò quel Giro nei 10, ma la sua carriera fu breve.
Qualcuno delle memorie storiche del forum ha qualche nota biografica in più su di lui?


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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guidobaldo de medici ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 11:05 che strana cosa. sembra una mini corsa a tappe, però per scalatori e a punti invece che a tempo.
certo, se non c'era copertura televisiva non c'era niente. è difficile giudicare.

è però vera una cosa: che nel ciclismo moderno lo scalatore puro è penalizzato. nei GT la figura forte è quella del cronoman. vince il cronoman che tiene in salita. lo scalatore puro è quasi sempre in una condizione di debolezza.

pensandoci bene, è anche un po' ingiusto, perché nelle tappe di montagna il cronoman può farsi aiutare dalla squadra, mentre la stessa cosa non è possibile per lo scalatore nelle crono. chi lo aiuta? nessuno. se affonda affonda.
Negli ultimi anni, quante volte è capitato che un grande giro sia stato vinto da un cronoman che nelle tappe di salita non era in grado di fare top ten?
Invece nelle cronometro, certi scalatori non sono in grado di tenere la top ten, e di cronometro se ne fanno una max due per GT.
I ciclisti che sono solo scalatori a mio avviso sono ciclisti incompleti, così come i velocisti non vincono i GT, gli scalatori che prendono 5-7 minuti a cronometro non dovrebbero vincere i GT.
La cronometro televisivamente parlando non fornisce emozioni come una classica o un arrivo in salito, però in uno sport dove conta la scia e il lavoro di squadra, la cronometro è un gesto tecnico assoluto e inconfutabile.


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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bove ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 21:43 Per esempio
3 giri ( 63 giorni )
4 brevi giri da 6 Tappe ( 24 giorni )
12 classiche ( sempre le 5 monumento e le restanti a rotazione )
Totale 99 giorni di gara

Gare saltabili
1 giro ( 21 )
1 breve giri (6)
2 classiche ( 2 )

Quindi rimarrebbero 70 giorni di gara obbligatori. Che più o meno sono quelli che fa uno come Froome.
Tornado all'esempio degli scontri diretti
Bella idea. Come realizzarla la vedo un po' difficile e forse estrema.
Il ciclismo, rispetto ad altri sport, è un apparente sport individuale. Tutto passa per le squadre che grazie a meriti sportivi e/o finanziari sono squadre di prima fascia e accedono come squadra alle corse più importanti.
Meccanismi di promozione e retrocessione per team praticamente non esistono, zero per i corridori.
Ranking individuali nel tennis, nello sci alpino, nella scherma sono fondamentali per scremare l'elite. Nello sci alpino per esempio è fondamentale per partire con una pista intatta. Nel ciclismo invece un corridore partecipa al Tour anche senza aver conseguito alcun risultato.
Il mondiale che è l'unica corsa degna corsa per squadre nazionali rispetto a migliaia di corse fatte per team. Uno come Rebellin, leader di coppa del mondo, non è stato convocato dalla nazionale italiana.

Per certi versi il ciclismo ha scelto di essere gestito troppo senza meriti sportivi ma con criteri di certezza finanziaria.
Se per partecipare alle gare citate sopra, sarebbe opportuno un meccanismo di qualificazione per merito. Così i ciclisti come Froome per fare il Tour dovrebbero cercare di fare punti anche nelle altre gare. Invece nel ciclismo non funziona così.
A me sapere che un corridore partecipa ad una corsa per motivi di pubblicità o per allenarsi, ma poi non si impegna, interessa relativamente poco.

70 giorni di gara buoni? Va bene.
Tutte le altre gare poi che si fa?
Chi vi partecipa?


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Salvatore77 ha scritto: lunedì 7 gennaio 2019, 9:51 Negli ultimi anni, quante volte è capitato che un grande giro sia stato vinto da un cronoman che nelle tappe di salita non era in grado di fare top ten?
Invece nelle cronometro, certi scalatori non sono in grado di tenere la top ten, e di cronometro se ne fanno una max due per GT.
I ciclisti che sono solo scalatori a mio avviso sono ciclisti incompleti, così come i velocisti non vincono i GT, gli scalatori che prendono 5-7 minuti a cronometro non dovrebbero vincere i GT.
La cronometro televisivamente parlando non fornisce emozioni come una classica o un arrivo in salito, però in uno sport dove conta la scia e il lavoro di squadra, la cronometro è un gesto tecnico assoluto e inconfutabile.
sì, ma lo sappiamo tutti che basta una crono per rifilare 2 minuti a tutti, mentre uno scalatore, per quanto fenomeno, 2 minuti non te li dà neanche se prende la funivia. uno scalatore fatica 4 o 5 tappe per ottenere la metà di quello che un cronoman ottiene in un'ora. è una questione di misura. io non so come si potessero tollerare, in passato, delle crono di 50 o 55 km.

sul fatto che i ciclisti scarsi a crono siano incompleti, ovviamente hai ragione. è vero, la crono depura la prestazione dalle componenti "scia" e "squadra". però attenzione, ci sono anche altre specialità che potrebbero essere valorizzate come la crono. gli sterrati e i percorsi tipo-ciclocross fanno emergere doti che altrimenti non emergerebbero: cambi di velocità, ripartenze da fermo, doti di guida e di equilibrio. la forza del treno superiore, l'uso degli arti superiori. anche questi sono gesti tecnici di valore assoluto.


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Salvatore77 ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 16:11 Trofeo degli scalatori era una corsa minore italiana.
Graduatoria a punti. Non ricordo molto di questa corsa, credo che non erano nemmeno consecutive le prove.
Non ho memoria nemmeno di averla vista in televisione. Dai giornali leggevo che i Big non vi partecipavano, squadre straniere credo nemmeno.
Nell'albo d'oro anche Cassani, Elli che scalatori non erano.
In 15 edizioni, solo Tonkov ha vinto un GT.
io ricordo almeno un'edizione in TV, non ricordo se in diretta o sintesi in seconda serata, negli anni in cui il Giro era su Mediaset.


vedremo
giorgio ricci
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Theakston ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 16:21 Non era male come gara il Trofeo dello scalatore però l'interesse non andò mai oltre il movimento italiano (che comunque per l'epoca bastava a fornire una start list rispettabile).

Leggendo l'albo d'oro ho visto un ciclista che mi ha sempre incuriosito: Stefano Tomasini, fu terzo nella tappa epica del Gavia 1988 e terminò quel Giro nei 10, ma la sua carriera fu breve.
Qualcuno delle memorie storiche del forum ha qualche nota biografica in più su di lui?
Tomasini passò abbastanza tardi , nel 87, anche se aveva vinto il Giro della Valle d'Aosta nel 82. De zan lo intervistava spesso , credo anche per il suo aspetto un po' naif, ma non ricordo bene se ci fosse qualche storia originale che lo riguardava .
Aveva dei folti capelli biondi ricci e l'aspetto di uno che era lì per caso. Si distinse come regolarista in salita con dei picchi interessanti , soprattutto nella stagione 88, dove si piazzò nei 10 al Giro e vinse il trofeo dello scalatore e la maglia bianca .
Nel 89 era ancora fra i primi, vinse una tappa al Trentino e fece un Giro un Po sottotono ma con qualche buon piazzamento.
Si ritirò dopo il 90, credo che il ciclismo non fosse più in cima ai suoi pensieri. Ma ripeto, De zan fece di lui un personaggio, di nicchia , ma conosciuto fra gli appassionati.


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Trullo
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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guidobaldo de medici ha scritto: giovedì 3 gennaio 2019, 23:45 . il tema di una fruizione più istantanea è decisivo.
oggi il ciclismo può essere bello, può essere divertente, ma non è quasi mai uno show "che ti acchiappa". non è sintonizzato sullo spettatore casuale. parlo dello spettatore che passa davanti allo schermo e guarda 5 minuti, quello che cambia canale e finisce per caso su una corsa. il ciclismo non cattura quel tipo di spettatore. acchiappa quelli che sono già acchiappati.

bove ha scritto: venerdì 4 gennaio 2019, 0:15 . Ho una figlia di 12 anni . Sai dove sta la differenza tra l'Nba, sicuramente più immediata, spettacolare e il ciclismo? Che il ciclismo Va spiegato. Quindi la domanda è:
"abbiamo gli strumenti e la pazienza per spiegarlo?"

Capisco quando dici che necessariamente oggi il ciclismo deve passare dalla fruibilità in tv. Tanto per farti un esempio sono un fanatico del ciclocross ( 1h secca di tutti contro tutti ), ma per certe cose, ciclismo compreso, ci vuole più tempo e più impegno per capirle. Ed è proprio per questo che quando te ne innamori non le molli più. L'epica, quella vera, è tale perché c'è una storia complessa e articolata fatta di personaggi che a loro volta hanno una storia e che non può essere ridotta ad un ora e mezza di racconto.

Il ciclismo su strada ha tempi diversi e forse poco adatti alla fruizione dello spettatore casuale, ma al contrario è adatto, e lo è principalmente in virtù delle grandi corse a tappe, a creare l'epica. A differenza di quasi tutti gli altri sport (con la parziale eccezione dei grandi tornei di tennis) i suoi protagonisti ti entrano in casa tutti i giorni, e la natura stessa dello sport che ha momenti in cui la telecronaca si può permettere di divagare, permettono di costtruire storie che ti restano in testa, di contestualizzare gli atleti che vedi, apprenderne le caratteristiche, i palmares, gli aneddoti sui campioni del passato, apprezzare le tattiche. Non ultimo, è forse ll'unico sport che si svolge all'aperto e in pubblico e ti fa ammirare le bellezze naturalistiche e architettoniche dei luoghi che lo ospitano. Infine, dalle interviste pressoche quotidiane (e dagli approodimenti che allora erano sulla Gazzetta, che durante Firo e Tur compravo ogni giorno, e oggi sono su internet) si riesce ad affezionarsi ai protagonisti e ai loro battibecchi (e magari quarant'anni dopo capisci che a dieci anni ti piacevano i battibecchi fra Moser e Saronno, proprio perchè si comportavano come te e i tuoi coetanei quando bisticciavate)

Ben venga l'innovazione purchè non vada a snaturare le caatteristiche di questo sport che ho appreso da bambino e che me lo hanno fatto amare

lambohbk ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 14:45 Nel calcio le squadre più forti al mondo partecipano tutte alla Champions, nella F1 e MotoGP ogni gara tutti i migliori si scontrano fra loro, nello sci (all'interno delle diverse specialità) e biathlon lo stesso. Per un tifoso occasionale secondo me è difficile concepire questa cosa del ciclismo.

Negli ultimi 5 anni quante volte abbiamo visto il duello Vettel - Hamilton? Innumerevoli.
Quante volte abbiamo visto il duello Nibali - Froome? 2 o 3.
Qui andrebbe trovata la via di mezzo (o meglio ritrovata: in passato i migliori si combattevano in due grandi giri e nelle classiche) razionalizzando i calendari e creando momenti in cui i grandi si devono per forza affrontare fra loro, alternati a momenti (sostanzialmente di preparazione) nei quali invece i grandi si disperdono fra varie alternative. L'idea di Bove è interessante e per molti aspetti condivisibile ma la raffinerei ulteriormente
- Gli eventi di prima fascia sono solo i tre grandi giri e otto classiche (le cinque monumento, l'Amstel, una in America e una in estremo oriente), con le quattro primaverili (le monumento tranne il Lombardia) in quattro weekend consecutivi, immediatamente seguite dalla Vuelta. Il Tour nella sua collocazione attuale (o forse una settimana prima), il Giro a settembre seguito dalle quattro classiche autunnali e dal Mondiale
- In mezzo e prima, eventi di seconda e terza fascia dove i grandi (che le corrono in funzione di preparazione e rifinitura in vista degli appuntamenti di prima fascia) e i non grandi (che mirano a farsi conoscere) si sfidano fra di loro, con le ovvie sovrapposizioni (es. Tirreno e Nizza, Svizzera e Deffinato)
- Gli organici delle sqadre sono limutati dal fatto che non possono competere contemporaneamente in due corse quindi immagino si tornerebbe a una quindicina di elementi per squadra, di fatto imponendo per i 70-80 giorni delle corse di prima fascia la partecipazione di tutti i migliori


La difficoltà dalla quale non riesco a uscire è come selezionare i corridori di prima fascia, per la duplice natura del ciclismo sport individuale e di squadra. Una logica potrebbe essere del tipo
- 15 squadre sono invitate (e obbligate a partecipare) a tutte le corse di prima fascia
- Le migliori 15 fra le rimanenti possono scegliere di partecipare a una sola delle grandi corse a tappe (con ordine di scelta secondo la classifica) e a alcune delle classiche (con lo stesso criterio), in modo da occupare altri 5 posti

- Infine altri 5 posti affidati a wild card, per completare la starting list di 25 squadre da 8.

Andrebbero studiati i dettagli per la classifica a squadre, anche se avevo in testa anche una logica del tipo "non faccio nessuna classifica a squadre, ma ordino le squadre a inizio anno secondo la posizione nel ranking del loro miglior corridore", più adatta a uno sport individuale anche se penalizzante per le squadre


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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giorgio ricci ha scritto: lunedì 7 gennaio 2019, 13:09
Theakston ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 16:21 Non era male come gara il Trofeo dello scalatore però l'interesse non andò mai oltre il movimento italiano (che comunque per l'epoca bastava a fornire una start list rispettabile).

Leggendo l'albo d'oro ho visto un ciclista che mi ha sempre incuriosito: Stefano Tomasini, fu terzo nella tappa epica del Gavia 1988 e terminò quel Giro nei 10, ma la sua carriera fu breve.
Qualcuno delle memorie storiche del forum ha qualche nota biografica in più su di lui?
Tomasini passò abbastanza tardi , nel 87, anche se aveva vinto il Giro della Valle d'Aosta nel 82. De zan lo intervistava spesso , credo anche per il suo aspetto un po' naif, ma non ricordo bene se ci fosse qualche storia originale che lo riguardava .
Aveva dei folti capelli biondi ricci e l'aspetto di uno che era lì per caso. Si distinse come regolarista in salita con dei picchi interessanti , soprattutto nella stagione 88, dove si piazzò nei 10 al Giro e vinse il trofeo dello scalatore e la maglia bianca .
Nel 89 era ancora fra i primi, vinse una tappa al Trentino e fece un Giro un Po sottotono ma con qualche buon piazzamento.
Si ritirò dopo il 90, credo che il ciclismo non fosse più in cima ai suoi pensieri. Ma ripeto, De zan fece di lui un personaggio, di nicchia , ma conosciuto fra gli appassionati.
Grazie.
Però, forse all'epoca era meno importante, ma oggi uno che vince il Giro della Valle d'Aosta a 19 anni troverebbe posto in uno squadrone!...


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Salvatore77 ha scritto: lunedì 7 gennaio 2019, 10:04
bove ha scritto: sabato 5 gennaio 2019, 21:43 Per esempio
3 giri ( 63 giorni )
4 brevi giri da 6 Tappe ( 24 giorni )
12 classiche ( sempre le 5 monumento e le restanti a rotazione )
Totale 99 giorni di gara

Gare saltabili
1 giro ( 21 )
1 breve giri (6)
2 classiche ( 2 )

Quindi rimarrebbero 70 giorni di gara obbligatori. Che più o meno sono quelli che fa uno come Froome.
Tornado all'esempio degli scontri diretti
Bella idea. Come realizzarla la vedo un po' difficile e forse estrema.
Il ciclismo, rispetto ad altri sport, è un apparente sport individuale. Tutto passa per le squadre che grazie a meriti sportivi e/o finanziari sono squadre di prima fascia e accedono come squadra alle corse più importanti.
Meccanismi di promozione e retrocessione per team praticamente non esistono, zero per i corridori.
Ranking individuali nel tennis, nello sci alpino, nella scherma sono fondamentali per scremare l'elite. Nello sci alpino per esempio è fondamentale per partire con una pista intatta. Nel ciclismo invece un corridore partecipa al Tour anche senza aver conseguito alcun risultato.
Il mondiale che è l'unica corsa degna corsa per squadre nazionali rispetto a migliaia di corse fatte per team. Uno come Rebellin, leader di coppa del mondo, non è stato convocato dalla nazionale italiana.

Per certi versi il ciclismo ha scelto di essere gestito troppo senza meriti sportivi ma con criteri di certezza finanziaria.
Se per partecipare alle gare citate sopra, sarebbe opportuno un meccanismo di qualificazione per merito. Così i ciclisti come Froome per fare il Tour dovrebbero cercare di fare punti anche nelle altre gare. Invece nel ciclismo non funziona così.
A me sapere che un corridore partecipa ad una corsa per motivi di pubblicità o per allenarsi, ma poi non si impegna, interessa relativamente poco.

70 giorni di gara buoni? Va bene.
Tutte le altre gare poi che si fa?
Chi vi partecipa?
Anche se non è uno sport esclusivamente individuale, il richiamo mediatico è dato al 99% dai singoli atleti. Di solito quando tutti noi andiamo a guardarci le starting list, no cerchiamo la squadra ma il corridore. Quindi la classifica di merito dei team dovrebbe tenere conto dei risultati dei migliori ( 3, 4, 5 atleti ? ).

Hai ragione da qualche anno il ciclismo ha scelto di tenere conto sopratutto delle coperture finanziare. Infatti a me personalmente non piace e vorrei un sistema che riporti i big a confrontarsi più volte possibili in una stagione.

Infine, se i big con relative squadre obbligatoriamente partecipano ai 70 giorni di gara, di cui sopra, alle altre gare vi parteciperanno le professional che a loro volta accomuleranno punti per salire di categoria nella stagione successiva. Limitando i giorni di gara si ridurrebbero i costi di gestione e i roster dei singoli team, quindi forse diventerebbe più abbordabile anche per team non multi milionari. Capisco che molti organizzatori rimarrebbero scontenti o addirittura rinuncerebbero ad organizzare, ma il ciclismo è diventato globale e non si può correre in 400 per 365 giorni tutte nelle stesse gare. Una selezione Chiara e corretta secondo me va fatta.


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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prova su circuito con arrivo in salita, funziona come la corsa a punti dell'omnium, ad ogni passaggio sul traguardo si prendono punti, all'arrivo punteggio doppio, classifica calcolata in tempo reale fino alla classifica definitiva. (lo so è un'idea strampalata, comunque la dico lo stesso :D )


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Re: Idee per nuovi tipi di corse

Messaggio da leggere da giorgio ricci »

Theakston ha scritto: lunedì 7 gennaio 2019, 15:51
giorgio ricci ha scritto: lunedì 7 gennaio 2019, 13:09
Theakston ha scritto: domenica 6 gennaio 2019, 16:21 Non era male come gara il Trofeo dello scalatore però l'interesse non andò mai oltre il movimento italiano (che comunque per l'epoca bastava a fornire una start list rispettabile).

Leggendo l'albo d'oro ho visto un ciclista che mi ha sempre incuriosito: Stefano Tomasini, fu terzo nella tappa epica del Gavia 1988 e terminò quel Giro nei 10, ma la sua carriera fu breve.
Qualcuno delle memorie storiche del forum ha qualche nota biografica in più su di lui?
Tomasini passò abbastanza tardi , nel 87, anche se aveva vinto il Giro della Valle d'Aosta nel 82. De zan lo intervistava spesso , credo anche per il suo aspetto un po' naif, ma non ricordo bene se ci fosse qualche storia originale che lo riguardava .
Aveva dei folti capelli biondi ricci e l'aspetto di uno che era lì per caso. Si distinse come regolarista in salita con dei picchi interessanti , soprattutto nella stagione 88, dove si piazzò nei 10 al Giro e vinse il trofeo dello scalatore e la maglia bianca .
Nel 89 era ancora fra i primi, vinse una tappa al Trentino e fece un Giro un Po sottotono ma con qualche buon piazzamento.
Si ritirò dopo il 90, credo che il ciclismo non fosse più in cima ai suoi pensieri. Ma ripeto, De zan fece di lui un personaggio, di nicchia , ma conosciuto fra gli appassionati.
Grazie.
Però, forse all'epoca era meno importante, ma oggi uno che vince il Giro della Valle d'Aosta a 19 anni troverebbe posto in uno squadrone!...
Il giro della Valle 'aosta era abbastanza importante anche se non come ora . Le prove più indicative erano il Giro della regioni, il Giro baby e se ben ricordo la settimana bergamasca .
Il panorama dilettantistico era ricchissimo di corse , non vorrei dire una scemenza ma forse Tomasini sospese per un periodo l'attività agonistica quando era tra i puri. Per me era molto dotato , una sorta di Pozzovivo per fare un paragone. Un altro a cui lo avevo accostato , forse per la sua regolarità era De Paoli, da me ed alcuni amici soppranominato 'formichina, per la regolarità che lo portò a fare due ottavi posti al Giro 98 e 99 , ma il primo era più performante , più vincente e sulla carta più dotato.


Salvatore77
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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guidobaldo de medici ha scritto: lunedì 7 gennaio 2019, 11:26
sì, ma lo sappiamo tutti che basta una crono per rifilare 2 minuti a tutti, mentre uno scalatore, per quanto fenomeno, 2 minuti non te li dà neanche se prende la funivia. uno scalatore fatica 4 o 5 tappe per ottenere la metà di quello che un cronoman ottiene in un'ora. è una questione di misura. io non so come si potessero tollerare, in passato, delle crono di 50 o 55 km.
Non occorre che uno scalatore dia due minuti a tutti ma due minuti solo a chi ha vinto la cronometro.
Non mi sembra che Cancellara, Toni Martin, Rogers, Gontchar abbiano vinto grandi giri godendo della loro superiorità a cronometro.
Chi ha vinto i grandi giri grazie alle cronometro erano anche buoni scalatori.
Altri invece erano forti su tutti i terreni.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Trullo
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Salvo eccezioni (la maggior parte dei Giri nel periodo 1979-1985) quando nei grandi giri c'erano le cronometro di 50 e più chilometri c'erano anche tre o quattro tapponi di montagna consecutivi, dove di solito non si arrivava tutti uniti ai piedi dell'ultima salita ma si attaccava da lontano (poi i grandi passisti come Indurain e Ullrich, e prima di loro Fignon, Roche, Lemond e Hinault per non parlare di Ocana e Merckx, andavano forte, anzi fortissimo, anche in salita)
Esempi di ordini d'arrivo
LUZ ARDIDEN Tour 1991
1. Claudio Chiappucci
2. Indurain à 1"
3. Bugno à 1'29"
4. Fignon à 2'50"
5. Mottet à 3'53"
6. Hampsten à 6'01"
7. Chozas à 6'24"
8. Boyer à 7'17"
9. LeMond à 7'18"
10. Bernard à 7'38"
Sestriere, Tour 1992
1. Claudio Chiappucci: 7hr 44min 51sec
2. Franco Vona @ 1min 34sec
3. Miguel Indurain @ 1min 45sec
4. Gianni Bugno @ 2min 53sec
5. Andy Hampsten @ 3min 27sec
6. Laurent Fignon @ 5min 51sec
7. Gert-Jan Theunisse @ 7min 36sec
8. Pedro Delgado @ 7min 51sec
9. Steven Rooks s.t.
10. Francisco Mauleon @ 7min 53sec
COURCHEVEL Tour 1997
1. Richard Virenque (Fra)
2. Jan Ullrich (All)
3. Fernando Escartin (Esp) à 47"
4. Laurent Dufaux (Sui) à 1'19"
5. Bjarne Riis (Dan) à 1'24"
6. Marco Pantani (Ita) à 3'06"
7. Francesco Casagrande (Ita) à 3'36"
8. José-Maria Jimenez (Esp) à 3'50"
9. Abraham Olano (Esp)
10. Roberto Conti (Ita) à 4'41"


guidobaldo de medici
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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il ciclismo dei grandi distacchi... è un ciclismo che io non ho mai visto. ho visto solo trenini, scatti a 500 metri dal traguardo... e corridori attaccati con lo scotch al plotoncino di testa. tutti concentrati al massimo per non perdere contatto. la famosa "selezione da dietro".

quindi, se capisco bene... correggetemi se sbaglio... è stata proprio la "normalizzazione" delle tappe di montagna che ha reso inevitabile la riduzione delle crono. è così? se i tapponi non fanno più distacco, una crono di 50 km ucciderebbe la corsa. quindi si passa a 40 km, o 30, o 20. si va verso un punto di equilibrio più basso. pochi secondi che ballano in salita, e pochi (o relativamente pochi) a crono.


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il_panta
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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guidobaldo de medici ha scritto: martedì 8 gennaio 2019, 22:36 il ciclismo dei grandi distacchi... è un ciclismo che io non ho mai visto. ho visto solo trenini, scatti a 500 metri dal traguardo... e corridori attaccati con lo scotch al plotoncino di testa. tutti concentrati al massimo per non perdere contatto. la famosa "selezione da dietro".

quindi, se capisco bene... correggetemi se sbaglio... è stata proprio la "normalizzazione" delle tappe di montagna che ha reso inevitabile la riduzione delle crono. è così? se i tapponi non fanno più distacco, una crono di 50 km ucciderebbe la corsa. quindi si passa a 40 km, o 30, o 20. si va verso un punto di equilibrio più basso. pochi secondi che ballano in salita, e pochi (o relativamente pochi) a crono.
Le due cose devono andare di pari passo, questo è chiaro. Comunque quei tapponi non credo che produrrebbero tali distacchi oggi, per tanti motivi. Certo se metti crono da 50 km e tappe lunghe indirizzi le strategie di corsa e dimostri almeno di provarci. Meglio di ciò che si vede oggi al Tour sarebbe di sicuro.


2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
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Maìno della Spinetta
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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io ho una memoria non corta ma neanche lunghissima. Un quarto di secolo, 25 anni.
Indurain e Armstrong non vincevano, stravincevano a cronometro, e di crono ce n'erano tante e lunghe. Gestivano e attaccavano in salita. Tour noiosi. I Giri erano più vivaci perché eran senza Armstrong... Stessa cosa poi con Froome. La differenza c'è solo nel fatto che la Sky corre in modo noioso. Per dire. La Mercatone Uno prende la maglia a Les Deux Alpes. Porta in Giro Pantani il giorno dopo per tutto il giorno. Si arriva alla Madeleine, i grandi accelerano, e nessun mercatone è davanti. Oggi ci sarebbe Ullrich con 100 metri di vantaggio e dietro Kwiatkowski con Peols e Bernal a far la guardia a Froome e Thomas. Le tappe noiose c'erano anche in passato, è cambiata la forza di un team. Secondo me siam qua a discettare di formule, ma non serve... L'unica cosa che serve contro lo squadrone monolite è mettere tante salite in sequenza per due o tre giorni. Vuelta 2017 o Giro insegnano, si fa fatica a tenere unita la corsa. Il Tour fa tappette e tappini. Con tanta crono avremmo la solita processione in salita e i soliti noti a crono. Cambierebbe nulla. Non è la crono il problema, ma i tappini - e i tapponi all'80% resterebbero chiusi, ma quando uno salta son saltati tutti.

PS La tappa di Bardonecchia di quest'anno non redime un'epoca di noia, ma se si citano le tappe massacro, va messa anche quella, come splendida eccezione di un'epoca che in montagna è soffocata sotto i trenini.


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
herbie
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Maìno della Spinetta ha scritto: martedì 8 gennaio 2019, 23:25 io ho una memoria non corta ma neanche lunghissima. Un quarto di secolo, 25 anni.
Indurain e Armstrong non vincevano, stravincevano a cronometro, e di crono ce n'erano tante e lunghe. Gestivano e attaccavano in salita. Tour noiosi. I Giri erano più vivaci perché eran senza Armstrong... Stessa cosa poi con Froome. La differenza c'è solo nel fatto che la Sky corre in modo noioso. Per dire. La Mercatone Uno prende la maglia a Les Deux Alpes. Porta in Giro Pantani il giorno dopo per tutto il giorno. Si arriva alla Madeleine, i grandi accelerano, e nessun mercatone è davanti. Oggi ci sarebbe Ullrich con 100 metri di vantaggio e dietro Kwiatkowski con Peols e Bernal a far la guardia a Froome e Thomas. Le tappe noiose c'erano anche in passato, è cambiata la forza di un team. Secondo me siam qua a discettare di formule, ma non serve... L'unica cosa che serve contro lo squadrone monolite è mettere tante salite in sequenza per due o tre giorni.
...oppure fare il GT "a eliminazione" come proponevo un po' più sopra. :) Alla fine di ogni settimana viene escluso l'ultimo 30% dei corridori in classifica. L'ultima settimana rimangono in 60-70 e la corsa diventa molto più aperta.


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Lambohbk
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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herbie ha scritto: mercoledì 9 gennaio 2019, 0:10
Maìno della Spinetta ha scritto: martedì 8 gennaio 2019, 23:25 io ho una memoria non corta ma neanche lunghissima. Un quarto di secolo, 25 anni.
Indurain e Armstrong non vincevano, stravincevano a cronometro, e di crono ce n'erano tante e lunghe. Gestivano e attaccavano in salita. Tour noiosi. I Giri erano più vivaci perché eran senza Armstrong... Stessa cosa poi con Froome. La differenza c'è solo nel fatto che la Sky corre in modo noioso. Per dire. La Mercatone Uno prende la maglia a Les Deux Alpes. Porta in Giro Pantani il giorno dopo per tutto il giorno. Si arriva alla Madeleine, i grandi accelerano, e nessun mercatone è davanti. Oggi ci sarebbe Ullrich con 100 metri di vantaggio e dietro Kwiatkowski con Peols e Bernal a far la guardia a Froome e Thomas. Le tappe noiose c'erano anche in passato, è cambiata la forza di un team. Secondo me siam qua a discettare di formule, ma non serve... L'unica cosa che serve contro lo squadrone monolite è mettere tante salite in sequenza per due o tre giorni.
...oppure fare il GT "a eliminazione" come proponevo un po' più sopra. :) Alla fine di ogni settimana viene escluso l'ultimo 30% dei corridori in classifica. L'ultima settimana rimangono in 60-70 e la corsa diventa molto più aperta.
Di quei 60-70 però, almeno 6 sono della sky... :diavoletto:

In pratica gli altri perdono gregari mentre la sky no


FC 2017: Dwars, La Panne, Itzulia, Vuelta - Comb., Japan Cup, "L'Altro Lombardia"
FC 2018: 3° GC, Tour of the Alps, , "L'Altro Mondiale"
FC 2019: 4° GC, Limburg, California
FC 2020: 3° GC, 1° FC a Squadre, Delfinato, Tour a Squadre, Vuelta Tempo, 1° Obb. Zero Punti
FC 2021: 2° GC, Slovenia, Camp. Ita, Sett. Ita, Norvegia, Plouay
FC 2022: Kuurne, Tappa 14 Tour
giorgio ricci
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Il sistema crono -salite è sempre stato influenzato da circostanze diverse dalla logica dell'equilibrio dei distacchi.
Negli anni 70 e 80 , con Hinault grande specialista, venivano anche inserite 5 crono individuali più 1/2 cronoquadre. Mentre la consuetudine di inserire , prologo, cronosquadre e 2 crono sui 50 km arriva dall' inizio anni 90 , ed è durata fino al 2012.
Le salite non hanno mai fatto selezioni eclatanti , già nella seconda metà degli anni 80 si assistevano a lunghe processioni con lo scattino ai 500 metri , e peggio ancora in certi anni del dominio Indurain.
Le tappe di Val Louron 1991 e Sestriere 1992 rappresentano una splendida eccezione , ma entrambi i Tour non includevano affatto tapponi in serie per equilibrare le crono , ma anzi , quella era l'unica occasione per fare distacchi, e quindi diventava il redde rationem in salita .
Molte volte le tappe di montagna in serie portavano i corridori ad essere prudenti e la selezione avveniva da dietro . Insomma, nulla di nuovo. A proposito cito il Tour 93, con tre tappe Pireneiche dove successe poco. Idem nel 94, Tour che proponeva un percorso adatto agli scalatori, dove il solo Pantani diede spettacolo ed evitò la processione.
Voglio dire che non è mai stata una regola che le salite devono pareggiare le crono, e ancor di meno che agli scalatori vengano date chances per pareggiare il conto con i cronoman.
I grandi corridori sono sia cronoman che scalatori , ed è un assioma ancora valido , perché con crono lunghe emergerebbero ancora di più i vari Dumoulin , Froome e Thomas.
Secondo me le crono sono state accorciate per mantenere classifiche corte fino alla fine e così tenere viva l'attenzione sull'evento .


castelli
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Trullo ha scritto: martedì 8 gennaio 2019, 21:33 Salvo eccezioni (la maggior parte dei Giri nel periodo 1979-1985) quando nei grandi giri c'erano le cronometro di 50 e più chilometri c'erano anche tre o quattro tapponi di montagna consecutivi, dove di solito non si arrivava tutti uniti ai piedi dell'ultima salita ma si attaccava da lontano (poi i grandi passisti come Indurain e Ullrich, e prima di loro Fignon, Roche, Lemond e Hinault per non parlare di Ocana e Merckx, andavano forte, anzi fortissimo, anche in salita)
Esempi di ordini d'arrivo
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1. Claudio Chiappucci
2. Indurain à 1"
3. Bugno à 1'29"
4. Fignon à 2'50"
5. Mottet à 3'53"
6. Hampsten à 6'01"
7. Chozas à 6'24"
8. Boyer à 7'17"
9. LeMond à 7'18"
10. Bernard à 7'38"
Sestriere, Tour 1992
1. Claudio Chiappucci: 7hr 44min 51sec
2. Franco Vona @ 1min 34sec
3. Miguel Indurain @ 1min 45sec
4. Gianni Bugno @ 2min 53sec
5. Andy Hampsten @ 3min 27sec
6. Laurent Fignon @ 5min 51sec
7. Gert-Jan Theunisse @ 7min 36sec
8. Pedro Delgado @ 7min 51sec
9. Steven Rooks s.t.
10. Francisco Mauleon @ 7min 53sec
COURCHEVEL Tour 1997
1. Richard Virenque (Fra)
2. Jan Ullrich (All)
3. Fernando Escartin (Esp) à 47"
4. Laurent Dufaux (Sui) à 1'19"
5. Bjarne Riis (Dan) à 1'24"
6. Marco Pantani (Ita) à 3'06"
7. Francesco Casagrande (Ita) à 3'36"
8. José-Maria Jimenez (Esp) à 3'50"
9. Abraham Olano (Esp)
10. Roberto Conti (Ita) à 4'41"
courchevel fu una tappa relativamente corta mi pare.


è molto probabile che un indurain indirizzato bene sull'uso dei rapporti avrebbe tenuto tutti gli scalatori, compreso pantani, molto, molto più vicini in salita, soprattutto su tutte le salite. proprio tutte.
i cronomen sono diventati uomini di classifica grazie all'uso dell'agilità in generale prima di armstrong (si era ridotta di un po' la lunghezza dei rapporti, già con l'introduzione del 39) e dopo armstrong in modo molto più specifico grazie all'uso di rapporti molto più corti in salita.
nel 2002 il colletto del moro venne scalato con rapporti inutilimente duri. ed era il 2002. si considerava leggero un rapporto come il 39/25 che se spinto bene oltre le 90 pedalate al minuto fai quasi 1700 di vam all'8% medio. certo puoi salire pure con il 19 a oltre 80 pedalate minuto e vai più o meno uguale. ma nel secondo caso devi pesare poco altrimenti il giorno dopo fai fatica perché o stai benissimo oppure a livello muscolare ne risenti molto di più.

spingere rapporti leggeri e tenere per lungo tempo non è certo facile, serve un po' meno forza di picco ma devi essere mooolto continuo. servono allenamenti specifici, lasciando perdere altro.

per rimettere in classifica gli scalatori puri servirebbe un limite all'uso dei rapporti corti da parte di gente sopra i 65 kg. sarebbe un'assurdità. sarebbe come zavorrare le scarpe degli atleti sotto tot kg nel mezzofondo


Defensor Froomey. dal 28/5/19 FORZA ROGLIC

Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
non credette alla tenuta di rogla fino a verona.
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Trullo
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Comunque l'ultimo scalatore puro a vincere il Tour (Pantani a parte) è stato Van Impe tipo nel 1976

@giorgioricci su Tour 1991 e 1992. Parzialmente vero, nel 91 ci fu un tappone che arrivò a Morzine che non era da meno di Val Louron, e nel '92 il giorno dopo Sestriere si arrivò all'Alpe d'Huez con una tappa più breve(erano 184 km) ma non meno impegnativa. I tre o quattro tappone alpini di fila erano più roba da anni ottanta


giorgio ricci
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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Trullo ha scritto: mercoledì 9 gennaio 2019, 9:59 Comunque l'ultimo scalatore puro a vincere il Tour (Pantani a parte) è stato Van Impe tipo nel 1976

@giorgioricci su Tour 1991 e 1992. Parzialmente vero, nel 91 ci fu un tappone che arrivò a Morzine che non era da meno di Val Louron, e nel '92 il giorno dopo Sestriere si arrivò all'Alpe d'Huez con una tappa più breve(erano 184 km) ma non meno impegnativa. I tre o quattro tappone alpini di fila erano più roba da anni ottanta
Hai ragione , purtroppo la tappa di Morzine fu funestata dal maltempo. Comunque i giochi erano fatti. Nel 92 la tappa dell'Alpe era durissima, e Chiappucci tenne con lo sputo la ruota di Indurain, infatti i distacchi ci furono pure lì, anche se non da pallottoliere come al Sestriere .
Mancavano però i Pirenei , o almeno erano all'inizio mooolto blandi.
Tre tapponi di fila sulle Alpi o sui Pirenei ogni tanto lì mettono, Ma forse il problema non è solo quello. Il ciclismo è così, quando si deliniano i valori in campo si attuano condotte di gara che tendono a conservare la posizione.


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Trullo
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Re: Idee per nuovi tipi di corse

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giorgio ricci ha scritto: mercoledì 9 gennaio 2019, 10:35 Il ciclismo è così, quando si deliniano i valori in campo si attuano condotte di gara che tendono a conservare la posizione.
Quest è indubbio, a un certo punto si arriva a situazioni nelle quali non si prova nemmeno ad attaccare perchè si pensa di aver già perso e si difende la posizione, anche con la più dura delle tappe. E neanche da oggi, "sciopero del Bernina" negli anni '50


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