Non mi pare che vi sia un 3d dedicato a questo argomento (I RITIRI, gli addii alle corse). In caso contrario chiedo ad admin e mod di provvedere.
Questa mattina è giunta a ciel sereno la notizia del ritiro di un ex luogotenente di Tom Boonen. Oggi gli occhi dei media sono tutti per il rinato Tommeke, ma almeno noi possiamo fermarci un attimo e ringraziare Kevin Van Impe, vincitore della Dwars Door Vlaanderen del 2009. Quella vittoria fu la più importante della sua limitata ma onestissima carriera (dominata come un macigno da quel pesante cognome), ma soprattutto un "rimborso" della vita ad uno dei peggiori soprusi dell'antidoping degli imbecilli. Grazie e buona fortuna a Kevin!
Dalla cronaca di quei giorni:
L' ultima in tema di controlli antidoping a sorpresa arriva dal Belgio: una storia terribile, mai sentita prima. Riguarda Kevin Van Impe, 26enne belga della Quick Step, compagno di squadra di Bettini e Bonen e nipote del mitico Lucien (ndr fratello del padre di Kevin), che vinse il Tour nel 1976 e conquistò sei volte la maglia a pois di miglior scalatore.
Lunedì Kevin ha vissuto un dramma: la morte del figlio Jayden, a sole 6 ore dalla nascita prematura. Due giorni dopo si è presentato da lui un ispettore antidoping dell'agenzia fiamminga per sottoporlo a un controllo a sorpresa, mentre lui preparava i funerali del bambino. Secondo alcune fonti, in quel momento Van Impe sarebbe stato addirittura all'obitorio di Lochristi, ma in realtà era a casa, come poi ha confermato anche la squadra: in ogni caso, al corridore è stata negata la richiesta di rinvio del controllo, pena il rischio di una squalifica di due anni. La frase sarebbe stata: «Condoglianze, ma il controllo lo dobbiamo fare».
«Mi è venuto un colpo quando ho visto l'ispettore — ha detto a un sito belga Van Impe —. Chiedevo un rinvio solo di poche ore, ma mi è stato risposto che sarebbe stato equiparato a un rifiuto».
L'episodio ha suscitato grandi polemiche in Belgio. Il ministro fiammingo dello sport Bert Anciaux ha dichiarato: «La legge è legge, ma i controlli devono essere più umani. E' comprensibile che Van Impe in quel momento avesse ben altre cose per la testa».
