held ha scritto: ↑venerdì 14 giugno 2019, 9:43
Sulle differenze fra i due di cui parlavate giorni fa io continuo a sostenere che Van Aert sia più portato per le salite, ho questa sensazione, lo ricordo al koppenbergcrosso di qualche anno fa dove fu semplicemente superiore a tutti! Staremo a vedere.
bisogna tenere presente però che le salite nel ciclocross non hanno nulla di paragonabile a quelle di montagna, tuttalpiù si può trovare un'analogia con i muri. WvA ha una predisposizione notevole allo sforzo breve e intenso, oltre che una forza mentale senza eguali in gruppo. Per questo io penso che la sua prospettiva futura sarà sulle classiche, aggiungendoci eventualmente il ruolo di cacciatore di tappe grazie al suo spunto veloce. Volendo trovare un paragone, mi ritrovo anche io d'accordo con chi richiamava alla memoria Boonen.
(piccola postilla su Wout: penso che i problemi con la squadra siano stati molto più incisivi di quanto si credesse durante l'inverno e nell'approccio alla primavera. ora ha raggiunto la condizione ideale proprio dopo essere entrato appieno nei meccanismi della Jumbo. mi sorge il dubbio che non sia un drago nell'autogestirsi in allenamento, forse ha bisogno di un supporto più solido rispetto al suo ristretto staff. non è Nys, insomma).
MvdP invece mi pare molto più adatto anche agli sforzi prolungati, lui sì potrebbe svilupparsi un domani anche come corridore di montagna. non so se da GT (anche perchè lì ciò che conta è la tenuta sulle tre settimane innanzitutto), ma penso che le classiche più dure e le brevi corse a tappe siano vicine alle sue potenzialità. Per tornare all'obbligo dei paragoni, io per ora continuo a rivedere in lui suo padre, uno che faceva top 10 in tutte le monumento. sul lungo periodo potrebbe diventare un gilbert (se restasse sulle classiche) o uno jalabert (volendosi ampliare).