Ci riempiamo la bocca di due città gloriose nell'immaginario ciclistico e fantozziano, Cuneo e Pinerolo, ma il boccone risulta meno sapido del previsto, almeno come tracciato. La tredicesima tappa riparte proprio da Pinerolo, e offre un profilo molto impegnativo, con poca pianura ma anche con tre salite molto esigenti, collegate da tratti pedalabili in cui chi perde gregari deve cercare di risparmiarsi o di accodarsi ad altri. è il primo arrivo in salita del Giro 2019, e, soprattutto, è il primo tappone.
Per come è messo il meteo la tappa si fa, si rischiano degli scrosci, ma la neve in quota dovrebbe essere scongiurata.

La prima salita, la Colletta di Cimiana, all'ombra della Sacra di San Michele, sarà prodromica alla fuga, è facile e breve. Ma subito dopo ce ne sarà una molto impegnativa. Il colle del Lys, affrontato l'anno scorso dal versante meno nobile, è subito riproposto quest'anno dal duro versante sud. Darà tanti punti GPM, 1a categoria, quindi i combattenti della Maglia Verde (sì, Verde, sono conservatore) saranno qua. Poi lungo e impegnativo attraversamento delle colline del Canavese in cui occorre stare a ruota dei gregari e evitare l'acido lattico. Poi, imboccando la Valle dell'Orco non si andrà dritti verso il Nivolet, ma ci si infilerà in una salitella secondaria maledetta, il Pian del Lupo - Santa Elisabetta, famosa come balcone per il parapendio. Una salita dura, stretta, irregolare, qua se si forza si può fare tanto ma tanto male:

La successiva pianura non aiuta gli attacchi isolati, ma penalizza chi si troverà in difficoltà, quindi occhio a questa tappa e a questa salita.
La salita finale sembra fatta apposta per far danni:
si tratta di due salite in una, all'ombra dei ghiacciai franco-piemontesi, nel Parco Naturale del Gran Paradiso:

Tappa veramente bella dove di sicuro succederà qualcosa di grosso.