Latino, la lingua dei nostri avi.

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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXV - Il caso (segue)


Il vocativo non esprime una funzione logica, ma solo la persona a cui ci si riferisce: Ah Brutooo in romanesco, nel latino, in bocca di Gaio Giulio, si diceva: Brute ...

L'ablativo esprime numerosi complementi (agente, mezzo, modo, causa etc.) La loro funzione logica si rifà al soggetto che ha compiuto l'azione (l'agente), ma non ci si esprime in modo diretto, ma obliquo. Non il pesce grosso mangia quelli piccoli, bensì i pesci piccoli sono divorati dal pesce grosso; oppure allo strumento con il quale l'agente ha compito l'azione: il falegname infila i chiodi con il martello.


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lemond ha scritto: martedì 24 novembre 2020, 16:01
Gimbatbu ha scritto: martedì 24 novembre 2020, 14:40
Cthulhu ha scritto: venerdì 20 novembre 2020, 22:40 Una domanda cretina:
come si fa a sapere come pronunciavano 2000 anni fa ?
C'è qualche "manuale" di pronuncia dell'epoca o sono ricostruzioni ?
E basate su cosa ?
Attualmente sta andando in onda su Sky la serie Romulus sul fondatore di Roma. È possibile scegliere anche l' audio in protolatino frutto della collaborazione con esperti della lingua latina. Ho provato a capirci qualcosa, ma è veramente complicato. Però in qualche modo potrebbe soddisfare qualche curiosità sul modo di parlare di un' epoca addirittura antecedente al 700 a.c.
Non lo sapevo, grazie e magari potessi fare così con Marianella quando seguo una partita del campionato inglese su sky. :D
Marinella che fa la telecronaca in latino! Fantastico! C'è un però, prendiamo l' esempio del classico "passaggio, tiro, goal!" in latino potrebbe suonare come "iter, iactum, palus!" Vallo a spiegare alla gente che palus significa bersaglio!!


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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Gimbatbu ha scritto: mercoledì 25 novembre 2020, 14:18 Marinella che fa la telecronaca in latino! Fantastico! C'è un però, prendiamo l' esempio del classico "passaggio, tiro, goal!" in latino potrebbe suonare come "iter, iactum, palus!" Vallo a spiegare alla gente che palus significa bersaglio!!
A Marianella dovrebbero far fare la telecronaca a gesti (come nel linguaggio dei sordomuti), ma ... senza inquadrarlo! :diavoletto:


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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lemond ha scritto: mercoledì 25 novembre 2020, 15:03
Gimbatbu ha scritto: mercoledì 25 novembre 2020, 14:18 Marinella che fa la telecronaca in latino! Fantastico! C'è un però, prendiamo l' esempio del classico "passaggio, tiro, goal!" in latino potrebbe suonare come "iter, iactum, palus!" Vallo a spiegare alla gente che palus significa bersaglio!!
A Marianella dovrebbero far fare la telecronaca a gesti (come nel linguaggio dei sordomuti), ma ... senza inquadrarlo! :diavoletto:
Deduco che è in cima alle tue preferenze :D


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXVI - Il caso (segue)

Si dicono casi diretti quelli che in italiano non sono mediati da alcunché, tipo preposizioni e che quindi si collegano direttamente al soggetto Oh Gaio Giulio (invocazione) Bruto (soggetto) uccide Gaio (colui che subisce l'azione del soggetto).
Casi obliqui tutti gli altri, perché esprimono rapporti indiretti con il soggetto e in italiano hanno bisogno delle preposizioni di (genitivo) a (dativo) da, con, per, su. etc l'ablativo. Es. di genitivo: Gaio Giulio Cesare era figlio di Gaio Giulio Cesare (perché nei romani gli omonimi erano molto usuali :) ).


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXVII

I sostantivi latini possono essere ripartiti in cinque declinazioni e, per riconoscere in modo certo a quale declinazione ciascuno appartiene, basta ricavare il tema dalla forma del genitivo plurale, perché è l'unico caso in cui il tema rimane visibile dopo aver tolto la desinenza -rum per la prima, seconda e quinta, -um per la terza e la quarta. Più empiricamente basta anche osservare la terminazione del genitivo singolare, perché è diversa per ognuna delle cinque:
I - ae
II - i
III - is
IV - us
V - ei


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXVIII

Nell'indo-europeo la declinazione comprendeva otto casi: c'erano in più il locativo e lo strumentale, confluiti in latino nell'ablativo. Come eccezione si ha "domi" (in casa). Senza preposizioni e articoli era destinata a crescere l'ambiguità, soprattutto allorché nel latino parlato caddero le consonanti finali e in quello tardo venne meno anche il senso della quantità, per cui ad es. il termine *rosa* poteva indicare qualsiasi caso! :x
In conseguenza i casi caddero in disuso e ciò segna il passaggio dal latino all'italiano. I sostantivi italiani si generarono sull'accusativo, dopo la perdita della consonante finale, per cui console (italiano) deriva dal consule(m) e non da consul (nominativo), monte da montem e non mons, etc.
Come detto in precedenza, le funzioni sintattiche sono espresse in italiano dall'articolo per i casi diretti e dalle preposizioni per quelli obliqui, ma anche dalla posizione dei termini all'interno della frase (sintassi appunto, che significa disposizione, mettere (σύν- (sun-) = con, insieme e da τάξις (taxis) a sua volta dal verbo τάσσω (tasso) = metto ...). Es. da latino Paulus Gaiam amat si capisce bene chi sia l'amante e l'amato, anche se si cambiano i termini Gaiam Paulus amat, in italiano invece cambierebbe significato insieme alla sintassi. :)


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXIX - Il neutro

In qualche caso, in italiano, riusciamo a coglierne la traccia, per es. nei pronomi come questo o quello, usati nel senso di questa e quella cosa o in aggettivi sostantivati: il giusto, il vero, il bello, usati nel senso di cosa giusta ...
Anche il neutro plurale ha lasciato qualche traccia: nei plurali collettivi in -a, come le fila, le membra, le ossa e nei nomi delle parti del corpo appaiate (anch'essi quindi come nomi collettivi), le calcagna, ginocchia etc. Ma per lo più il neutro plurale, che usciva in -a, è passato, per analogia, al femminile singolare, come il plurale di folium, folia -> la foglia. Lo stesso si ha nei nomi di frutti: da pirum, pl. pira -> italiano la pera, così come da pecus (pl. pecora) -> la pecora.
Ultimamente sembra che il giornalismo stia reinventando il neutro con forza, in espressioni come il politico, il pubblico, il sociale. Se ne può concludere che, di fronte alla comodità di un modulo espressivo che consente di racchiudere un concetto astratto in una sola parola, la lingua viva non si fa scrupolo di attingere risorse da quella "morta" ;)


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXX - Residui delle declinazioni

In italiano le declinazioni sono scomparse, tuttavia sussistono almeno tre classi di sostantivi, stabilite in base alle rispettive desinenze del singolare e del plurale.
Prima, singolare in -a, plurale in -i per il maschile -e, per il femminile es. maschile poeta/i e femminile porta/e. In questa classe sono confluiti i nomi della prima declinazione latina, in qualche caso della terza: frons -> fronda/e, glandis -> ghianda/e; spesso della quinta: facies -> faccia/e, rabies -> rabbia/e, luxuries -> lussuria etc.
Seconda, singolare in -o, plurale in -i (sia per il maschile che femminile) es. popolus -> popolo/i e manus -> mano/i (femminile)
In questa confluiscono i nomi della seconda declinazione, un buon numero dalla quarta manus, cantus -> canto, senatus etc. e infine buona parte dei neutri della terza: corpus, tempus, caput.
Terza, singolare in -e, plurale in -i (per entrambi i generi)
Si trovano i nomi della terza latina panis -> pane/i, laus -> lode. Come già detto il passaggio è avvenuto in italiano dall'accusativo, dopo la perdita della consonante finale: pane(m), laude(m), pace(m). Alcuni provengono anche dalla quinta, come progenies e species.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXXI

Le modalità di passaggio dal latino possono essere riassunte in tre tipi:

a) diretto e senza modifiche, dalla prima alla quinta declinazione: rosam->rosa ; amicum->amico; artem->arte; manum->mano; barbariem->barbarie.
b) passaggio con modifche: verecundiam->vergogna; magistrum->maestro (ma anche magistrale);
aetatem->età; luxum->lusso; rabiem->rabbia.
c) passaggio con cambiamento di significato. casa in latino era capanna; verbum, parola; salus, salvezza; domus era casa e non il duomo e infine species, immagine.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXXII

In molti casi, invece, il termine latino si è perso, come agricola, che è stato sostituito da contadino, cioè abitante del contado, anche se è rimasto nell'aggettivo agricolo e nell'agricoltura. Invece puella (fanciulla) è sparito completamente, così come pulcra (bella), che non hanno nessun riscontro in italiano.
Molto sorprendente è la scomparsa di un termine usatissimo in latino: bellum (guerra), sostituito dal germanico werra, anche se si hanno riscontri in bellico, belligeranza etc. Altra parola che ha poca corrispondenza è mos-moris (costume), che prosegue solo in significati diversi che hanno a che fare con la morale.
Da quanto detto, chi vuole può capire che la lingua è una storia affascinante che consente di scorgere, dietro le parole, le tracce del tempo. ;)


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Cthulhu ha scritto: martedì 24 novembre 2020, 15:36
Gimbatbu ha scritto: martedì 24 novembre 2020, 14:40
Cthulhu ha scritto: venerdì 20 novembre 2020, 22:40 Una domanda cretina:
come si fa a sapere come pronunciavano 2000 anni fa ?
C'è qualche "manuale" di pronuncia dell'epoca o sono ricostruzioni ?
E basate su cosa ?
Attualmente sta andando in onda su Sky la serie Romulus sul fondatore di Roma. È possibile scegliere anche l' audio in protolatino frutto della collaborazione con esperti della lingua latina. Ho provato a capirci qualcosa, ma è veramente complicato. Però in qualche modo potrebbe soddisfare qualche curiosità sul modo di parlare di un' epoca addirittura antecedente al 700 a.c.
Ho visto una puntata, non è il mio genere, sinceramente mi da l'idea del Trono di Spade dei poveri ( e non mi piace nemmeno quello, detesto il Fantasy in tutte le sue forme, mi fa cacare pure Guerre Stellari ).

Magari guardo una puntata in latino per curiosità. Anzi in proto.
Resto dell'idea che non solo mi riesce difficile capire come abbiano ricostruito la pronuncia dell'epoca, ma anche solo che abbiano stabilito che ce ne fosse una preponderante. Roma è durata mille anni e si estendeva per quasi tutta l'Europa e anche oltre. Cento anni fa se un siciliano e un veneto si incontravano non capivano una parola dell'altro, immaginiamoci che differenze ci dovevano essere allora.
Ho visto qualche minuto in protolatino e ho capito come hanno ricostruito la pronuncia: facendoli parlare come italiani che 'pronunciano una lingua straniera come nelle barzellette ( ce ne sono a bizzeffe, soprattutto in America..)
Le fiction italiane non si smentiscono mai: alla fine salta sempre fuori qualcosa fatto "a cazzo di cane" come cantavano gli Elii nella sigla di Boris.


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Cthulhu ha scritto: venerdì 4 dicembre 2020, 23:01
Cthulhu ha scritto: martedì 24 novembre 2020, 15:36
Gimbatbu ha scritto: martedì 24 novembre 2020, 14:40

Attualmente sta andando in onda su Sky la serie Romulus sul fondatore di Roma. È possibile scegliere anche l' audio in protolatino frutto della collaborazione con esperti della lingua latina. Ho provato a capirci qualcosa, ma è veramente complicato. Però in qualche modo potrebbe soddisfare qualche curiosità sul modo di parlare di un' epoca addirittura antecedente al 700 a.c.
Ho visto una puntata, non è il mio genere, sinceramente mi da l'idea del Trono di Spade dei poveri ( e non mi piace nemmeno quello, detesto il Fantasy in tutte le sue forme, mi fa cacare pure Guerre Stellari ).

Magari guardo una puntata in latino per curiosità. Anzi in proto.
Resto dell'idea che non solo mi riesce difficile capire come abbiano ricostruito la pronuncia dell'epoca, ma anche solo che abbiano stabilito che ce ne fosse una preponderante. Roma è durata mille anni e si estendeva per quasi tutta l'Europa e anche oltre. Cento anni fa se un siciliano e un veneto si incontravano non capivano una parola dell'altro, immaginiamoci che differenze ci dovevano essere allora.
Ho visto qualche minuto in protolatino e ho capito come hanno ricostruito la pronuncia: facendoli parlare come italiani che 'pronunciano una lingua straniera come nelle barzellette ( ce ne sono a bizzeffe, soprattutto in America..)
Le fiction italiane non si smentiscono mai: alla fine salta sempre fuori qualcosa fatto "a cazzo di cane" come cantavano gli Elii nella sigla di Boris.
Due volte bravo, perché riesco a udire solo qualche parola di tanto in tanto, tipo pater. :x


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lemond ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 9:04
Cthulhu ha scritto: venerdì 4 dicembre 2020, 23:01
Cthulhu ha scritto: martedì 24 novembre 2020, 15:36
Ho visto una puntata, non è il mio genere, sinceramente mi da l'idea del Trono di Spade dei poveri ( e non mi piace nemmeno quello, detesto il Fantasy in tutte le sue forme, mi fa cacare pure Guerre Stellari ).

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Ho visto qualche minuto in protolatino e ho capito come hanno ricostruito la pronuncia: facendoli parlare come italiani che 'pronunciano una lingua straniera come nelle barzellette ( ce ne sono a bizzeffe, soprattutto in America..)
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Cthulhu ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 10:40
lemond ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 9:04
Cthulhu ha scritto: venerdì 4 dicembre 2020, 23:01
Ho visto qualche minuto in protolatino e ho capito come hanno ricostruito la pronuncia: facendoli parlare come italiani che 'pronunciano una lingua straniera come nelle barzellette ( ce ne sono a bizzeffe, soprattutto in America..)
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Due volte bravo, perché riesco a udire solo qualche parola di tanto in tanto, tipo pater. :x
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Solo che di quello non c'è verso proprio di capire una parola. :) A meno di non essere come quella orientale nella serie con il capitano (mi pare) Archer. ;)


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Cthulhu ha scritto: venerdì 4 dicembre 2020, 23:01
Cthulhu ha scritto: martedì 24 novembre 2020, 15:36
Gimbatbu ha scritto: martedì 24 novembre 2020, 14:40

Attualmente sta andando in onda su Sky la serie Romulus sul fondatore di Roma. È possibile scegliere anche l' audio in protolatino frutto della collaborazione con esperti della lingua latina. Ho provato a capirci qualcosa, ma è veramente complicato. Però in qualche modo potrebbe soddisfare qualche curiosità sul modo di parlare di un' epoca addirittura antecedente al 700 a.c.
Ho visto una puntata, non è il mio genere, sinceramente mi da l'idea del Trono di Spade dei poveri ( e non mi piace nemmeno quello, detesto il Fantasy in tutte le sue forme, mi fa cacare pure Guerre Stellari ).

Magari guardo una puntata in latino per curiosità. Anzi in proto.
Resto dell'idea che non solo mi riesce difficile capire come abbiano ricostruito la pronuncia dell'epoca, ma anche solo che abbiano stabilito che ce ne fosse una preponderante. Roma è durata mille anni e si estendeva per quasi tutta l'Europa e anche oltre. Cento anni fa se un siciliano e un veneto si incontravano non capivano una parola dell'altro, immaginiamoci che differenze ci dovevano essere allora.
Ho visto qualche minuto in protolatino e ho capito come hanno ricostruito la pronuncia: facendoli parlare come italiani che 'pronunciano una lingua straniera come nelle barzellette ( ce ne sono a bizzeffe, soprattutto in America..)
Le fiction italiane non si smentiscono mai: alla fine salta sempre fuori qualcosa fatto "a cazzo di cane" come cantavano gli Elii nella sigla di Boris.
Immaginavo.. sulle cose ad mentula canis nelle serie italiane mi consolo vedendo Achille e Patroclo neri :| almeno il protolatino non lo ascolti e bon, quella mania statunitense del politicamente corretto sta superando ogni soglia di sopportazione :roll: :roll:

Romolus merita protocoso a parte? Appena ho tempo me la guarderei


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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chinaski89 ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 11:44
quella mania statunitense del politicamente corretto sta superando ogni soglia di sopportazione :roll: :roll:

Romolus merita protocoso a parte? Appena ho tempo me la guarderei
Per Romulus, credo che la produzione sia inglese.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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lemond ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 12:52
chinaski89 ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 11:44
quella mania statunitense del politicamente corretto sta superando ogni soglia di sopportazione :roll: :roll:

Romolus merita protocoso a parte? Appena ho tempo me la guarderei
Per Romulus, credo che la produzione sia inglese.
Ah non ne ho idea rispondevo al messaggio che ho citato.. dagli attori direi che è roba italica poi non saprei.. portavo l'esempio di robe usa che trovo più insopportabili ancora ;)


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chinaski89 ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 11:44
Cthulhu ha scritto: venerdì 4 dicembre 2020, 23:01
Cthulhu ha scritto: martedì 24 novembre 2020, 15:36
Ho visto una puntata, non è il mio genere, sinceramente mi da l'idea del Trono di Spade dei poveri ( e non mi piace nemmeno quello, detesto il Fantasy in tutte le sue forme, mi fa cacare pure Guerre Stellari ).

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Ho visto qualche minuto in protolatino e ho capito come hanno ricostruito la pronuncia: facendoli parlare come italiani che 'pronunciano una lingua straniera come nelle barzellette ( ce ne sono a bizzeffe, soprattutto in America..)
Le fiction italiane non si smentiscono mai: alla fine salta sempre fuori qualcosa fatto "a cazzo di cane" come cantavano gli Elii nella sigla di Boris.
Immaginavo.. sulle cose ad mentula canis nelle serie italiane mi consolo vedendo Achille e Patroclo neri :| almeno il protolatino non lo ascolti e bon, quella mania statunitense del politicamente corretto sta superando ogni soglia di sopportazione :roll: :roll:

Romolus merita protocoso a parte? Appena ho tempo me la guarderei
Per quello che ho visto - poco, il fantasy lo reggo per 20 minuti al massimo, mi pregio di non aver mai visto né letto il Signore degli Anelli se non un quarto d'ora di film e le prime sei pagine del libro - è comunque di uno standard decente, un po' derivativo ma diciamo esportabile.Se piace il genere è OK, a parte il latino
Sul PC, che vuoi, in USA sembra che tu debba essere o un fanatico che vuole buttare giù le statue di Lincoln perché non era abbastanza anti-razzista o un fanatico evangelico suprematista.
Almeno nei media, perché poi in realtà gli americani - di tutte le razze e orientamento sessuale - che conosco sono persone equilibrate e razionali che ci ridono anche parecchio di tutte queste assurdità. Sia dei predicatori alt-right delle radio che di Ellen/Elliot Page che si è messa un cappellino da baseball in testa e ha detto : ora sono un uomo - fluido però - e tutti l'hanno presa sul serio..


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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lemond ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 12:52
chinaski89 ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 11:44
quella mania statunitense del politicamente corretto sta superando ogni soglia di sopportazione :roll: :roll:

Romolus merita protocoso a parte? Appena ho tempo me la guarderei
Per Romulus, credo che la produzione sia inglese.
No, è una produzione di SKY Italia con regia, sceneggiatura e cast completamente italiani.
I


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Cthulhu ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 13:14
lemond ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 12:52
chinaski89 ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 11:44
quella mania statunitense del politicamente corretto sta superando ogni soglia di sopportazione :roll: :roll:

Romolus merita protocoso a parte? Appena ho tempo me la guarderei
Per Romulus, credo che la produzione sia inglese.
No, è una produzione di SKY Italia con regia, sceneggiatura e cast completamente italiani.
I
E l'I.T.V. non c'entra per niente, perché l'ò letta da qualche parte?


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXXIII Nomi difettivi e indeclinabili

Ai primi sono impiegati solo in qualche caso della declinazione, mentre per i secondi è rimasto una forma unica.
fas il lecito e nefas l'illecito sono usati solo nei casi diretti del singolare, in unione con il verbo sum, come in fas est, è lecito; nefas est, è cosa empia; per fas et nefas, con mezzi leciti e no!
fors, il caso, fortuna è usato solo al nominativo e ablativo: forte (per caso)
mane, mattina è usato come nominativo, ma soprattutto come ablativo di tempo: di buon mattino.
pondo, ablativo di pondus: del peso di
sponte, ablativo di un nominativo non attestato e significa "di spontanea volontà".


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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lemond ha scritto: domenica 6 dicembre 2020, 10:34
Cthulhu ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 13:14
lemond ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 12:52

Per Romulus, credo che la produzione sia inglese.
No, è una produzione di SKY Italia con regia, sceneggiatura e cast completamente italiani.
I
E l'I.T.V. non c'entra per niente, perché l'ò letta da qualche parte?
Per quello che ho capito è una produzione italiana girata interamente nei luoghi dove si presuppone sia avvenuta la vicenda della fondazione di Roma 2700 e spicci anni fa. L' ho vista tutta,ma non spoilero nulla qualora voleste recuperarla. Aldilà del protolatino che lascia a desiderare, le prime puntate mi hanno piacevolmente sorpreso anche perché hanno evidenziato location poco note ( il parco naturale di Decima-Malafede è tanto suggestivo quanto sconosciuto ai romani stessi ), nelle ultime ho notato una notevole difficoltà a trovare una conclusione e un chiarissimo input per proseguire nella serialità. Ottima prova di qualche attore che non conoscevo in particolare tal Silvia Calderoni che da vita a un personaggio dei boschi, la Lupa, inquietante e particolarmente intenso.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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lemond ha scritto: domenica 6 dicembre 2020, 10:34
Cthulhu ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 13:14
lemond ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 12:52

Per Romulus, credo che la produzione sia inglese.
No, è una produzione di SKY Italia con regia, sceneggiatura e cast completamente italiani.
I
E l'I.T.V. non c'entra per niente, perché l'ò letta da qualche parte?
Sono associati alla produzione, in pratica hanno messo dei soldi in cambio di parte dei diritti di trasmissione.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXXIV

Ci possiamo chiedere perché il sistema flessionale sia stato abbandonato?
Almeno in parte, la complessità: cinque declinazioni e quattro coniugazioni rendevano difficoltoso apprenderne l'uso e poi c'è stata la caduta delle desinenze nel latino volgare. Il latino classico è la lingua di un gruppo di persone colte che rispondeva a istanze di tipo conoscitivo, più che espressivo. Il popolo invece aveva bisogno di concretezza che traspare più nel dire "ille homo" invece che homo soltanto e lo stesso accade nelle costruzioni perifrastiche del tipo "amare habeo" invece che amabo o "amatus sum" invece di amor. :) Lo stesso vale per la sintassi: non era più avvertita l'esigenza della precisione nei rapporti e il latino volgare scelse la coordinazione che è il sistema più idoneo a esprimere la percezione del momentaneo. ;)


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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lemond ha scritto: lunedì 7 dicembre 2020, 10:19 XXXIV

Ci possiamo chiedere perché il sistema flessionale sia stato abbandonato?
Almeno in parte, la complessità: cinque declinazioni e quattro coniugazioni rendevano difficoltoso apprenderne l'uso e poi c'è stata la caduta delle desinenze nel latino volgare. Il latino classico è la lingua di un gruppo di persone colte che rispondeva a istanze di tipo conoscitivo, più che espressivo. Il popolo invece aveva bisogno di concretezza che traspare più nel dire "ille homo" invece che homo soltanto e lo stesso accade nelle costruzioni perifrastiche del tipo "amare habeo" invece che amabo o "amatus sum" invece di amor. :) Lo stesso vale per la sintassi: non era più avvertita l'esigenza della precisione nei rapporti e il latino volgare scelse la coordinazione che è il sistema più idoneo a esprimere la percezione del momentaneo. ;)
Però i tedeschi e soprattutto i russi lo usano ancora


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXXV

Il latino preferisce l'espressione concreta e usa spesso questa al posto di concetti astratti.

Esempio, per indicare l'età, si dice Cato senex (Catone in vecchiaia)
per il nome di una regione si indica chi ci abita, Macedonum rex (il re della Macedonia)

Al medesimo intento di concretezza, si presta l'uso frequente del sostantivo res in nessi del tipo:
res secundae (la fortuna), rerum copia (l'abbondanza) rerum natura (la natura).
Infine ci sono locuzioni equivalenti a sostantivi astratti italiani:

ad Urbe condita (dalla fondazione di Roma)
post Christum natum (dopo Cristo)
post reges exacrtos (dopo la caccia dei Tarquinii).


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXXVI I nomi di persona

Per designare un cittadino lbero, si usavano comunemente tre termini (tria nomina)

praenomen: il nostro nome personale: Aulus, Appius, Gaius, Marcus ... Tiberius

nomen, cioè il nome della gens a cui apparteneva una certa famiglia: Iulius, Tullius, Sergius, Cornelius

cognomen: quando la gens si divise in più famiglie, per es. all'interno della gens Cornelia, il cognomen Scipio indicava chi apparteneva a quella sotto-famiglia. Letteralmente significa nome aggiunto ed ebbe origine dai soprannomi come postumus (nato dopo la morte del padre) cincinnatus (riccioluto) claudius (zoppo), rufus (dai capelli rossi), graccus (cornacchia) verres (porco).

Talvolta qualche cittadino, per essersi reso celebre, riceveva un quarto nome, detto agnomen, che rammentava la benemerenza, tipo Africanus, perché vincitore nella battaglia di Zama.

Le donne erano nominate col solo nome della gens, Iulia, Iulilla, Iulia minor o maior

I figli adottivi prendevano nomen e cognomen di chi li adottava, aggiungendovi il proprio nomen con l'aggiunta di -anus, come Gaius Iulius Caesar Octavianus e Publius Cornelius Scipio Aemilianus (figlio di Lucius Aemilius Paulus.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXXVII

Ci sono locuzioni e termini latini passati nell'uso dell'italiano:
felix culpa, ogni fortuna derivante da un errore
brevi manu, consegnata direttamente
bonus, indica una gratifica
auto(omni)bus, indicava la carrozza a cavalli adibita al trasporto pubblico
quantum, usato nel senso generico di quantità, o in quello specifico introdotto dal fisico tedesco Max Planck.
media, mezzi di comunicazione di massa
ex aequo, a pari merito
ex abrupto, all'improvviso
ad libitum, a piacere
in perpetuum, per sempre
etc.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXXVIII - La formazione dei comparativi

Nell'indoeuropeo il comparativo aveva valore intensivo che in italiano è rimasto in quello che impropriamente chiamiamo "comparativo/superlativo assoluto", tanto da non ammettere il secondo termine di paragone. L'intensivo poi ha assunto un valore di confronto, per es. mea puella surore pulchior est (la mia ragazza è piuttosto bella, a differenza della sorella), quindi la mia ragazza è più bella della sorella. ;)
Il suffisso del comparativo di maggioranza era -ios (nominativo) -ios-is (genitivo), per cui melios - meliosis. In seguito la -s- intervocalica si è rotacizzata, cioè trasformata in -r- e quindi abbiamo avuto melioris e anche, per analogia, melior. Nei casi diretti del neutro la -s- si mantiene e si ha solo la chiusura di -ios in ius: melius (nominativo), melioris invece nel genitivo.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XXXIX - IL superlativo

il suffisso comune è -mos, indi mus: da sup-mos -> summos -> summus. La funzione era quella di indicare l'elemento estremo di un gruppo, per cui summus il più sopra, infimus il più sotto.

P.S.
Forme di comparativo e superlativo ricorrono nella nostra lingua:

a priori, ciò che è prima di altri
a fortiori, a maggior ragione
ab imis (fundamentalis), dalle più basse fondamenta
in primis, in primo luogo
in extremis, in ultimo luogo
aere perennius, più duraturo del bronzo
summus ius summa iniuria, il diritto, se applicato nella maniera più rigida, può produrre grandissima ingiustizia.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XL

La differenza fra superlativo e compartaivo si trava in latino anche nei numeri: primus (superlativo da prae) indica il primo fra più persone o cose, il primo fra i due è espresso invece dal comparativo prior.
Lucius Sexstus primus de plebe consul est factus (Lucio Sestio fu il primo della plebe ad essere eletto console)
Incipe, Mopse, prior (Comicia tu, o Mopso) per primo, è un dialogo fra due.
Alter indica il secondo fra due, mentre secundus, quello di una serie, per cui il seguente; secundus infatti deriva dalla radice del verbo sequor (seguo) e quindi riveste il significato di secondario.
Es. di alter: Varie sum adfectus tuis litteris, valde priore pagina perturbatus, paulum altera recreatus. ;)
(Sono variamente impresionato dalla tua lettera, profondamente turbato dalla prima pagina, un po' rincuorato, però dalla seconda. ;) )
Dal tredicesimo al diciassettesimo, il numero delle unità precede la decina, senza et. quartus decimus (quattordicesimo)
Con i nomi indicanti anno, giorno, ora il latino si serve degli ordinali: hora tertia, cioè alle nove di mattina.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XLI- Avverbi numerali

A parte i primi quattro, si formano tutti con il suffisso -ies o -iens: es. quinquies

Una volta all'anno, invece si dice ad es. tolerabile est semel anno insanire.
A te bis terve litteras, da te o ricevuto due o tre volte lettere. ;)

Sono avverbi numerali anche primum e primo (per la prima volta), iterum e secundo (per la seconda volta) tertium e tertio (per la terza volta)


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XLII - Le misure del tempo

Anticamente i mesi erano lunari e solo Gaio Giulio Cesare introdusse nel 45 a.C l'anno solare di 365 giorni, con un'eccedenza di sei ore, riassorbita attraverso l'aggiunta di un giorno il 24 febbraio che ogni quattro anni era due volte sesto (uno, perché veniva il sesto giorno prima delle Kalendae di marzo).
In conformità con l'origine lunare, il mese aveva tre giorni fissi, corrispondenti a tre fasi della Luna:
Kalandae, -arum, il primo giorno del mese
Nonae - arum, il quinto giorno del mese, tranne marzo, maggio, luglio ottobre, nei quali era il settimo
Iduus - uum, il tredicesimo girono. tranne i mesi di cui sopra, nei quali, come nelle nonae, cadeva due giorni dopo.
Il termine Kalendae deriva dal verbo calare (chiamare) e indicava il novilunio, nel quale il ponteficie massimo convocava il popolo per annunciare le feste religiose dell'intiero mese. Le iduus, parola di origine etrusca, cadevano nel plenilunio, medntre le Nonae nel primo quarto di luna, ed esattamente nove giorni prima delle idi. (si contavano sia il giorno di partenza che quello di arrivo del conteggio)
I giorni dell'anno si esprimevano tutti in funzione delle date fisse, per es. die nono ante Kalensa Apriles (il nono giorno prima delle calende di aprile, ovvero per noi il 24 marzo.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XLIII - Le misure del tempo

La giornata era divisa in due parti: il dies (dall'alba al ramonto) e la nox (la parte restante. Il giorno era diviso in dodici horae di durata variabile, secondo le stagioni, a partire dall'hora prima (all'incirca ra le sei e le sette del mattino). La notte era divisa in quattro vigiliae, anch'esse variabili (turni di guardia), la prima circa dalle 18 alle 21, la quarta dalle tre alle sei di mattina.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XLIV - Altre misure

Lunghezza
La base era il pes (porrectus) piede (disteso) uguale a 29,580 cm.
Sottomultipli: digitus (il più piccolo), pollex, palmus
Multipli: cubitus, passus, stadium, miliarium

Superficie
Iugerum, heredium (podere), centuria

Peso
libra o as (asse) 327,45 g., di cui un multiplo è il sestertius (2 libbre e mezzo) e il più piccolo sottomultiplo è lo scripulum (scrupolo). ;)


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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Cthulhu ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 13:08
Per quello che ho visto - poco, il fantasy lo reggo per 20 minuti al massimo, mi pregio di non aver mai visto né letto il Signore degli Anelli se non un quarto d'ora di film e le prime sei pagine del libro - è comunque di uno standard decente, un po' derivativo ma diciamo esportabile.Se piace il genere è OK, a parte il latino
Devo dire che meritava davvero, qualche difetto c'è ma i pregi sono vari e i difetti li cancellano a mio parere.

Sul genere però devo dirti che di fantasy non c'è manco l'ombra


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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chinaski89 ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 17:37
Cthulhu ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 13:08
Per quello che ho visto - poco, il fantasy lo reggo per 20 minuti al massimo, mi pregio di non aver mai visto né letto il Signore degli Anelli se non un quarto d'ora di film e le prime sei pagine del libro - è comunque di uno standard decente, un po' derivativo ma diciamo esportabile.Se piace il genere è OK, a parte il latino
Devo dire che meritava davvero, qualche difetto c'è ma i pregi sono vari e i difetti li cancellano a mio parere.

Sul genere però devo dirti che di fantasy non c'è manco l'ombra
Ripeto, ne ho visto 20 minuti, ma mi pare siamo sul genere Trono di Spade.
Come vedo una donna belloccia guerriera per me è fantasy.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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Cthulhu ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 20:14
chinaski89 ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 17:37
Cthulhu ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 13:08
Per quello che ho visto - poco, il fantasy lo reggo per 20 minuti al massimo, mi pregio di non aver mai visto né letto il Signore degli Anelli se non un quarto d'ora di film e le prime sei pagine del libro - è comunque di uno standard decente, un po' derivativo ma diciamo esportabile.Se piace il genere è OK, a parte il latino
Devo dire che meritava davvero, qualche difetto c'è ma i pregi sono vari e i difetti li cancellano a mio parere.

Sul genere però devo dirti che di fantasy non c'è manco l'ombra
Ripeto, ne ho visto 20 minuti, ma mi pare siamo sul genere Trono di Spade.
Come vedo una donna belloccia guerriera per me è fantasy.
Cambierei il belloccia in bruttocia, il resto è naturalmente opinabile. ;)


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XLV Monete

Le prime erano pezzi di rame grezzo (aes rude) e l'unità monetaria aveva il peso di una libbra (as libralis). All'inizio del III secolo a.C. si introdusse l'aes signatum, cioè monete coniate, garantite dallo Stato e di lì a poco si cominciò a usare l'argento. Le monete principali furono il denarius, equivalente a 10 asses e il sestertius (2 asses e mezzo, cioè semi-terzo, ovvero più mezzo di tre = (1)+1 1/2.
Nel 49 Cesare coniò monete d'oro, che rimasero in uso fino a Diocleziano e il più noto fu l'aureus summus, equivalente a cento sesterzi o 250 assi.
È molto difficile confrontare i valori di allora con i nostri, però possiamo dire che un lavoratore qualificato guadagnava 3 sesterzi al giono (circa), mentre un militare di Cesare 1 e 1/2 . Seneca ci fa sapere che Catone Uticense aveva proprietà che gli davano una rendita di circa 600 sesterzi al giorno e Seneca stesso aveva accumulato 300 milioni di sesterzi.
Infine, il rapporto fra le retribuzione di un legionario/centurione/tribuno era 1:66:400, il che rende l'idea di un solco invalicabiule fra i ceti.


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lemond ha scritto: venerdì 18 dicembre 2020, 7:49
Cthulhu ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 20:14
chinaski89 ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 17:37

Devo dire che meritava davvero, qualche difetto c'è ma i pregi sono vari e i difetti li cancellano a mio parere.

Sul genere però devo dirti che di fantasy non c'è manco l'ombra
Ripeto, ne ho visto 20 minuti, ma mi pare siamo sul genere Trono di Spade.
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Cambierei il belloccia in bruttocia, il resto è naturalmente opinabile. ;)
Devo confessare che ho avuto conoscenze in senso biblico peggiori :D


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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Cthulhu ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 20:14
chinaski89 ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 17:37
Cthulhu ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 13:08
Per quello che ho visto - poco, il fantasy lo reggo per 20 minuti al massimo, mi pregio di non aver mai visto né letto il Signore degli Anelli se non un quarto d'ora di film e le prime sei pagine del libro - è comunque di uno standard decente, un po' derivativo ma diciamo esportabile.Se piace il genere è OK, a parte il latino
Devo dire che meritava davvero, qualche difetto c'è ma i pregi sono vari e i difetti li cancellano a mio parere.

Sul genere però devo dirti che di fantasy non c'è manco l'ombra
Ripeto, ne ho visto 20 minuti, ma mi pare siamo sul genere Trono di Spade.
Come vedo una donna belloccia guerriera per me è fantasy.
Un trono di spade senza lato fantasy.. i protagonisti magari ci credono a certe cose, ma di fatto non c'è nulla :) niente di più fantasy del mondo reale, pure la tizia guerriera non si rivela poi sta gran guerriera alla resa dei conti


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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Cthulhu ha scritto: venerdì 18 dicembre 2020, 13:40 Devo confessare che ho avuto conoscenze in senso biblico peggiori :D
Come dice il mio amico Gino, play-boy di Empoli (esattamente, sostiene di averne trombate di peggio)! Ma "de gustibus non disputandum est" e a me quella lì non piace (o garba) per niente: mascella troppo larga e anche piuttosto bassotta. Ma comunque, sono molto selettivo e ad es. Ornella Muti e Brigitte Bardot, così come Sophia Loren non mi hanno mai attirato. Tutt'altra cosa Catherine Spaak, la principessa di Monaco e Guynet Paltrow (s.s.s.c.). :) :cincin:


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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lemond ha scritto: venerdì 18 dicembre 2020, 14:41
Cthulhu ha scritto: venerdì 18 dicembre 2020, 13:40 Devo confessare che ho avuto conoscenze in senso biblico peggiori :D
Come dice il mio amico Gino, play-boy di Empoli (esattamente, sostiene di averne trombate di peggio)! Ma "de gustibus non disputandum est" e a me quella lì non piace (o garba) per niente: mascella troppo larga e anche piuttosto bassotta. Ma comunque, sono molto selettivo e ad es. Ornella Muti e Brigitte Bardot, così come Sophia Loren non mi hanno mai attirato. Tutt'altra cosa Catherine Spaak, la principessa di Monaco e Guynet Paltrow (s.s.s.c.). :) :cincin:
Al di là del giudizio sulla gemella Fontana sei un po' difficilino tu allora ;) nel merito quoto il lovecraftiano ed il tuo amico playboy ;)


Cthulhu
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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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chinaski89 ha scritto: venerdì 18 dicembre 2020, 14:37
Cthulhu ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 20:14
chinaski89 ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 17:37

Devo dire che meritava davvero, qualche difetto c'è ma i pregi sono vari e i difetti li cancellano a mio parere.

Sul genere però devo dirti che di fantasy non c'è manco l'ombra
Ripeto, ne ho visto 20 minuti, ma mi pare siamo sul genere Trono di Spade.
Come vedo una donna belloccia guerriera per me è fantasy.
Un trono di spade senza lato fantasy.. i protagonisti magari ci credono a certe cose, ma di fatto non c'è nulla :) niente di più fantasy del mondo reale, pure la tizia guerriera non si rivela poi sta gran guerriera alla resa dei conti
Ti credo sulla parola. Ripeto ho dato giusto un'occhiata e ho visto che fotografia, montaggio e regia sono di uno standard superiore alla solita roba nostrana. Se non altro la bocca si muove in sincrono con i dialoghi, cosa che in Italia è una rarità.
Del genere mi piace solo la roba dell'estremo oriente, tipo wuxia o chambara ( i film con i samurai, insomma)


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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Cthulhu ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 20:14
chinaski89 ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 17:37
Cthulhu ha scritto: sabato 5 dicembre 2020, 13:08
Per quello che ho visto - poco, il fantasy lo reggo per 20 minuti al massimo, mi pregio di non aver mai visto né letto il Signore degli Anelli se non un quarto d'ora di film e le prime sei pagine del libro - è comunque di uno standard decente, un po' derivativo ma diciamo esportabile.Se piace il genere è OK, a parte il latino
Devo dire che meritava davvero, qualche difetto c'è ma i pregi sono vari e i difetti li cancellano a mio parere.

Sul genere però devo dirti che di fantasy non c'è manco l'ombra
Ripeto, ne ho visto 20 minuti, ma mi pare siamo sul genere Trono di Spade.
Come vedo una donna belloccia guerriera per me è fantasy.
Però le donne guerriere sono un must anche nei tempi in cui di fantasy non è che c'è fosse molto. Nell' Eneide ce ne sono un paio, Pentesilea, la regina delle Amazzoni, diede filo da torcere perfino all' invincibile Achille. Evidentemente nell' antichità qualcuna abituata a menare le mani esisteva. Secondo Virgilio, Camilla non era neanche malaccio.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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lemond ha scritto: venerdì 18 dicembre 2020, 14:41
Cthulhu ha scritto: venerdì 18 dicembre 2020, 13:40 Devo confessare che ho avuto conoscenze in senso biblico peggiori :D
Come dice il mio amico Gino, play-boy di Empoli (esattamente, sostiene di averne trombate di peggio)! Ma "de gustibus non disputandum est" e a me quella lì non piace (o garba) per niente: mascella troppo larga e anche piuttosto bassotta. Ma comunque, sono molto selettivo e ad es. Ornella Muti e Brigitte Bardot, così come Sophia Loren non mi hanno mai attirato. Tutt'altra cosa Catherine Spaak, la principessa di Monaco e Guynet Paltrow (s.s.s.c.). :) :cincin:
Da ragazzino ero pazzo di BB, il primo e unico Playboy che ho comprato è stato quello con lei vestita di profumo. Voi direte che siamo OT? Per niente, il giornale fu attentamente visionato durante l' ora di latino, perfino qualche ragazza chiese di dare una sbirciatina.


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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Gimbatbu ha scritto: venerdì 18 dicembre 2020, 23:24
Cthulhu ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 20:14
chinaski89 ha scritto: giovedì 17 dicembre 2020, 17:37

Devo dire che meritava davvero, qualche difetto c'è ma i pregi sono vari e i difetti li cancellano a mio parere.

Sul genere però devo dirti che di fantasy non c'è manco l'ombra
Ripeto, ne ho visto 20 minuti, ma mi pare siamo sul genere Trono di Spade.
Come vedo una donna belloccia guerriera per me è fantasy.
Però le donne guerriere sono un must anche nei tempi in cui di fantasy non è che c'è fosse molto. Nell' Eneide ce ne sono un paio, Pentesilea, la regina delle Amazzoni, diede filo da torcere perfino all' invincibile Achille. Evidentemente nell' antichità qualcuna abituata a menare le mani esisteva. Secondo Virgilio, Camilla non era neanche malaccio.
Nelle leggende sì. Ovviamente la cosa è molto stuzzicante per un racconto. Poi più fantasy delle guerre troiane... Io ci sono stato a Troia ( in senso buono :D :D ), un paesino minuscolo in una campagna anonima.
Probabilmente alla base c'era una scaramuccia tra pastori e Elena era il nome di una pecora che si erano fregati.
Poi racconta, racconta le cose si sono gonfiate un po'...


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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XLVI Il pronome

Come in italiano sta al posto (pro) del nome, anche se in realtà può sostituire altri elementi della proposizione.
Può essere classificato in:
personale e riflessivo, ego (io) sibi (a se stesso)
possessivo, meus, vester
dimostrativo, hic (questo) ille (quello)
determinativo, is (colui) idem (medesimo)
relativo, qui (che, il quale)
interrogativo, quis? (chi?) uter? (chi dei due?)
indefinito, aliquis (qualcuno) nemo (nessuno)
La maggior parte dei pronomi (i personali e riflessivi no) può essere usata anche come aggettivo (pronominale), es. hic liber (questo libro).


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Re: Latino, la lingua dei nostri avi.

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XLVII Pronomi personali

Quello della terza persona, equivalente all'italiano egli, manca di una forma propria in quanto indica colui del quale si parla, oppure sostituisce un nome. In ogni caso costui non partecipa direttamente all'atto comunicativo e quindi può essere indicato con il dimostrativo ille (quello).
La declinazione dei pronomi personali è caratterizzata da temi differenti, con desinenze proprie, es.
ego, gen. mei, dativo mihi, acc. e abl. me
Osserviamo che la preposizione cum (complemento di compagnia) viene posposta e legata agli ablativi me, te, nobis, vobi, per cui mecum ... vobiscum.
I p.p. si trovano talora rafforzati con il suffisso -met; egomet = proprio io.


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"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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