Roberto Vecchioni

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Roberto Vecchioni

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Non ha un tema particolare, bensì quello universale della poesia e della musica. Non so se sia la migliore, ma forse è quella che, al momento, mi piace di più. A voi. ;)



Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Re: Roberto Vecchioni

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Re: Roberto Vecchioni

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Aldo (il padre) era arrivato a Milano nel 1940, con una laurea in legge, anche se la città dell'infame Ambrogio non era il suo obiettivo principale: dopo aver vinto un concorso ministeriale, è costretto a rinunciare al traferimento a Roma, perché deve occuparsi dell'azienda di famiglia, causa la malattia del padre. In quel caso scopre di amare quel lavoro, ma di non poterlo svolgere insieme col lui e quindi eccolo a Milano a commerciare cotone all'ingrosso. Nel 1942 si sposa con Eva. Frattanto nella Napoli natia sono sbarcati gli americani, ma nel Nord la situazione si fa sempre più dura e la famiglia deve trasferirsi in Brianza e solo nel 1945 c'è il ritorno definitivo a Milano. Aldo, da napoletano verace, sapeva enfatizzare le piccole emozioni e nel contempo riusciva a nascondere quelle grandi e un esempio si ha quando non sembrò quasi accorgersi che una certa canzone era dedicata a lui. ;) D'altra parte era un ottimo gioatore di poker e quindi ...



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Re: Roberto Vecchioni

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I figli di Aldo erano Roberto e Sergio, ma i due non vivevano un rapporto paritario: il primo è diabolico nel far credere all'altro di saper fare tutto e questo millantato credito colpisce nel segno e Sergio si inchina, non alla differenza di età, ma al dogma dell'infallibilità del fratello. Meno male che poi arriva il tennis e, fra i due, il minore è più bravo e quindi comincia a capire che Roberto non è Nembo Kid (il nome di allora di Superman). :-)



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Re: Roberto Vecchioni

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Napoli è, come i luoghi comuni comandano, il sole e la gioia mediterranea; costituisce una parte delle radici di Roberto, non del tutto antitetico a Milano, perché le due città hanno molto in comune. La poesia di di Salvatore Di Giacomo e di Vincenzo Russo si unisce alla tradizione degli "chansonnier" francesi d'importazione. Un filo diretto con la letteratura, con gli studi umanistici del ginnasiale Roberto, che fanno dell'apprendista cantautore, un autodidatta. La prima esperienza pubblica avviene in ambiente scolastico: al Gonzaga si teneva ogni anno una sorta di "festivàl" musicale riservato agli studenti. Non ottiene un grande successo, ma questo non lo scoraggia e tenterà comunque di ottenere un'audizione discografica dal maestro Franco Cassano della Durium. E sarà propio lui, qualche anno più tardi, a giocare un ruolo nella prima prova discografica.



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Re: Roberto Vecchioni

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Al liceo Gonzaga si forma un gruppo di ex allievi appassionati della canzone ed in quest'ambiente Roberto conosce Andrea Lo Vecchio. La loro associazione non trova sbocchi discografici, ma qualcosa ottengono nell'ambito del "cabaret". Un "cabaret sui generis" quello dei due, che esce dai binari consueti dell'umorismo e della critica di costume, per inoltrarsi invece nell'intimismo, infatti Vecchioni parla soltanto di sé stesso.
Se si confrontano "Una fetta di limone" di Gaber-Jannacci e "Signora giochiamo a ramino", due canzoni che partono da presupposti simili, si nota come l'ironia si risolva nella prima in ilarità e nella seconda in mesta sofferenza.


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Re: Roberto Vecchioni

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Il vero scatto nella vita compositiva di Roberto arriva con Adriana, o meglio con le prime crisi del loro rapporto. Si erano innamorati nel 1964, quando lei non aveva ancora 17 anni e Vecchioni aveva scritto tantissime canzoncine per lei. Sono canzonette "usa e getta", del resto quando uno è felice ha ben altro da pensare che scrivere vere canzoni. Roberto la ama con l'animo imbevuto di romanticismo: si nutre di continua passione, idealizzando, attraverso una possibile famiglia, una realtà che lo faccia diventare un uomo tranquillo. Naturalmente il destino di tutti gli eroi romantici è quello di fallire e dal 1966 il rapporto si incrina e diventa un rapporto del bruciarsi, del consumarsi in tensioni continue. Adriana sparisce all'improvviso senza preannunci e l'unico scopo di Roberto è quello di andarla a cercare.



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Re: Roberto Vecchioni

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E' il 1968, come per molti, l'anno più ricco di avvenimenti, anche se per lui lo è per motivi diversi: al pari di Mario Capanna abbandona l'Università Cattolica, ma non perché espulso, bensì in quanto laureato. La tesi è sulle Elegie di Ligdamo e Neera, quelle elegie cioè che vertono sulle separazione fra il poeta e la donna amata. Come si vede anche qui non si smentisce. Sempre in quest'anno c'è appunto la separazione da Adriana che, ossessionata dalla linea, si imbottisce di dimagranti, finendo per un certo periodo in una casa di cura di Appiano Gentile. Roberto non se ne darà pace per parecchio tempo e continuerà a lungo ad accarezzare il suo fantasma.



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Re: Roberto Vecchioni

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Ma Adriana non è solo un ricordo: la incontra quasi tutti i giorni, incrociandola sotto casa, o andandola a spiare al Bar Ricci, proprio sotto l'angolo, dove ella è solita recarvisi a chiacchierare con ... Roberto mette tutto il suo masochismo al servizio di quel distacco e continua a pedinarla. Il saperla con un altro gli regala quel sano dolore che gli riempie la vita artistica, perché solo chi soffre può anche ... scrivere. E sono quelle attese, quelle angosce a suggerirgli il tema per "La tua assenza" canzone che nasce allora, anche se sarà incisa cinque anni dopo.

(per me è stupenda)


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Re: Roberto Vecchioni

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Roberto, come tutti quelli che hanno scelto il suo mestiere, sente molto il fascino della notorietà. L'à già confessato esplicitamente in "Luci a San Siro" attribuendosi quel "... po' di soldi e quel po' di celebrità" che a quei tempi erano ancora da raggiungere. Al di là della sua costituzionale timidezza, ama essere additato come autore di successo e l'associazione con "I nuovi angeli" rappresenta contemporaneamente occasione ed alibi. Gli permette di navigare nelle sue insicurezze, dimostrando al contempo, senza compromettersi in prima persona, di essere un "cavallo vincente". E riesce al primo colpo il successo commerciale con un motivetto che, di lì a poco, sarà sulla bocca di tutti, perché la radio la trasmette di continuo. Ma la sodisfazione maggiore di Roberto viene dal fatto che la fortuna della canzone gli darà la possibilità di incidere un disco, di diventare Roberto Vecchioni da Carate Brianza, cantautore a tutti gli effetti. ;)



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galliano
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Re: Roberto Vecchioni

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indipendentemente dal fatto che si possa o meno apprezzare Vecchioni (ma anche altri autori, oggetto di simili thread), devo ammettere che gli aneddoti di Carlo sono sempre molto interessanti.


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Re: Roberto Vecchioni

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Per premiarlo del successo ottenuto, la Chappell gli regala tre giorni di sala d'incisione e lui ci prova, cantando cinque anni della sua vita, segnati apparentemente da una donna, in realtà dall'incapacità di porsi di fronte all'amore e da una granitica insicurezza nei rapporti, specialmente quelli con l'altro sesso. Eccezionale in questo primo disco è la presentazione di Aldo, che: "Figlio mio, di tutto quello che c'è scritto ho capito ben poco. Non credo sia grave, perché mi occupo di stoffe e se tu non fossi ... non ascolterei mezza canzone delle tue. Tu parli di una donna e di te, perché di altro non sai scrivere. Io preferisco Dante e Beethoven, tu mi piaci un po' meno. :D Una cosa sola ammiro: combatti una battaglia perduta, perché i tuoi valori sono stati dimenticati da tempo; tu credi ed oggi non bisogna credere, bisogna prendere; tu ami e oggi bisogna essere "amanti"; tu hai un desiderio infinito di ordine, mentre oggi vince chi l'ordine lo sovverte. Ecco, tu sei controcorrente e, secondo me, ti ha fatto male la laurea in lettere antiche: gli avvocati e i ragionieri pensano al loro mestiere e raramente si sognanno di essere al centro dell'universo."





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Re: Roberto Vecchioni

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Se "In povero ragazzo" Roberto, per una volta sta dalla parte del vincitore, ci
si chiede chi sia il soccobbente e dove si trovi? In via Ferrante Aporti,
naturalmente, anche se non è vero che stia in questa via, né soprattutto che sia
costui il perdente. :-(. Questa canzone è invece un manifesto: il rifiuto
dettato dalla certezza della sconfitta in un confronto con chi si giudica
inferiore. La diversità di scale valutative sociali e culturali determina
l'alterigia dell'uno e il trionfo dell'altro: E' un disagio mentale che
accompagnerà per molti anni il percorso dell'uomo e dell'artista. :-(



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Re: Roberto Vecchioni

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Siamo nel 1972 ed è la prima volta che una primadonna della canzone (Ornella Vanoni) si occupa del repertorio d'autore di Roberto. E' il mito di Ippolito di Euripide, con qualche cambio di sceneggiatura: la vicenda si svolge nel medio Evo e lui si trasforma in un cavaliere (senza macchia e senza paura) che fra l'altro sarebbe salvato in tempo dal Re, che avrebbe conosciuto (a differenza di Teseo che saprà, solo dopo la morte del figlio) la verità. Troppo bello per essere vero, in realtà è solo un sogno e quindi accade quel che deve ...






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Re: Roberto Vecchioni

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lemond ha scritto:Siamo nel 1972 ed è la prima volta che una primadonna della canzone (Ornella Vanoni) si occupa del repertorio d'autore di Roberto. E' il mito di Ippolito di Euripide, con qualche cambio di sceneggiatura: la vicenda si svolge nel medio Evo e lui si trasforma in un cavaliere (senza macchia e senza paura) che fra l'altro sarebbe salvato in tempo dal Re, che avrebbe conosciuto (a differenza di Teseo che saprà, solo dopo la morte del figlio) la verità. Troppo bello per essere vero, in realtà è solo un sogno e quindi accade quel che deve ...




Con Vecchioni (De Andrè e Guccini) ci son cresciuto e questa, è una delle canzoni che ricordo con più affetto insieme ad "Irene"!
Un grazie a Lemond per queste "chicche"...la versione di Ornella non la ricordavo e non è affatto male.


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Re: Roberto Vecchioni

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Alanford ha scritto:
lemond ha scritto:Siamo nel 1972 ed è la prima volta che una primadonna della canzone (Ornella Vanoni) si occupa del repertorio d'autore di Roberto. E' il mito di Ippolito di Euripide, con qualche cambio di sceneggiatura: la vicenda si svolge nel medio Evo e lui si trasforma in un cavaliere (senza macchia e senza paura) che fra l'altro sarebbe salvato in tempo dal Re, che avrebbe conosciuto (a differenza di Teseo che saprà, solo dopo la morte del figlio) la verità. Troppo bello per essere vero, in realtà è solo un sogno e quindi accade quel che deve ...




Con Vecchioni (De Andrè e Guccini) ci son cresciuto e questa, è una delle canzoni che ricordo con più affetto insieme ad "Irene"!
Un grazie a Lemond per queste "chicche"...la versione di Ornella non la ricordavo e non è affatto male.
Grazie a te per condividere le mie passioni e ... continuiamo ;)

Roberto conosce Irene Bozzi nell'estate del 1971, lei è figlia di un colonnello dei carabineiri e gli piace subito, perché gli trasmette quella serenità di cui, dopo anni di tormenti, avrebbe bisogno. Anche gli amici cominciano ad assumere un ruolo di primo piano ed è a loro che fa ascoltare in anteprima le sue canzoni. Quando entra in sala di registrazione per il suo secondo disco, li porta ad assistere e questa volta si muove con sicurezza e insospettata agilità. Il titolo dell'opera "Saldi di fine stagione" è piuttosto bello; le tematiche sono vicine a quelle di Parabola, ma lo sforzo letterario è maggiore. Lo spettro di Adriana continua a .., ma non è più un fuoco violento di una passione ardente, anche se i fumi permangono nell'aria.



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Re: Roberto Vecchioni

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Aiace è una canzone fortemente letteraria, che continua il tema del doppio, introdotto da "Olaf". Da una parte l'eloquente Ulisse, celebratore della propria leggenda, dall'altra Aiace Telamonio che, essendo un vero eroe, si aspetta che gli altri lo riconoscano. Naturalmente nessuno lo capisce, perché il popolo (bue) segue chi appare. La canzone è giocata come una filastrocca: da una parte il coro irridente degli Achei, dall'altra la tragedia di un uomo diventato ridicolo. Tutto ciò che per Telamonio è di importanza fondamentale, per il mondo che lo circonda è solo farsa. E' fin troppo scoperta l'allusione alle proprie difficoltà interiori, anche dal punto di vista artistico, perché vede molti altri cantautori appropriarsi delle "armi di Achille". :-(



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Re: Roberto Vecchioni

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"Per tirare avanti" riprende il discorso cominciato con "Per la cruna di un ago". E' una canzone di grande disagio che va, al solito, controcorrente ed è la difesa di chi è contro il filosofeggiare, dedicata ad una generazione che si pascerà di parole, per digerire riflussi. Una parabola ciclica della storia: il giovane, diventando vecchio, con la saggezza si rende conto anche della sconfitta. Roberto insiste anche con "Fratelli", una canzone politica non molto in sintonia con l'ideologia dominante, perché la fratellanza è solo un'utopia ed ogni popolo ha sempre tirato avanti solo verso la propria storia. Si può vedere ad esempio (prima e dopo) la Cambogia, le guerre tribali in Africa, il mondo arabo, l'europa dell'est in rapporto all'URSS e i vari Le Pen all'ovest. :-(





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Re: Roberto Vecchioni

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Nel 1973 "l'aristocratico" R. Vecchioni, isolato e solitario, prende una decisione inaspettata, quella di partecipare al Festival di Sanremo. Probabilmente dettata dall'impazienza di chi sta aspettando un successo che non arriva, di chi si vede circondato dalla stima degli addetti ai lavori, ma non dal consenso del pubblico, che si sta riversando invece su altri colleghi. Di chi, avendo già conosciuto il successo attraverso gli altri, lo vorrebbe assaporare direttamente. Ma sbaglierà i suoi calcoli perché "in primis" Sanremo non è più ... è in crisi profonda e poi perché, l'illuso, spera di rivolgersi alla coscienza dei più giovani, attenti alle variazioni del mondo, i quali invece, si guardano bene dal seguire l'ormai decadente gara canora. E, ultimo, ma non meno importante, perché la canzone dedicata al padre in quel contesto non può essere capita. :-(



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Re: Roberto Vecchioni

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Suo padre, a cui aveva dedicato la canzone di Sanremo, era un uomo affatto speciale sia nel bene che nel male ed il rapporto fra i due era dominato, avrebbe detto uno psicologo, da amore-odio. Dopo il festival le sicurezze professionali cominciano a "venire meno" ed il personaggio Vecchioni-vero è ancora lontano e tutto da costruire, perché il suo, al momento non è un nome, ma "una griffe". :-(. In quell'anno si sposa con Irene ed incontra Michelangelo Romano, che sarà il suo produttore e la collaborazione comincia con:



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Re: Roberto Vecchioni

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Il disco si chiude come era cominciato, con un brano di struttura teatrale ed anche questo mira diretto al cuore. Il testo è meno immediato ed è costruito sul dialogo fra due protagonisti. Lei è Adriana, ricoverata in clinica, che gli chiede di aspettarala, perché è prossima alla guarigione; lui risponde greve che non lo farà, perché i riflettori e il ruolo che si è scelto per la vita lo porteranno lontano. Colpisce il "cinismo" del personaggio maschile, di fronte all'invocazione di aiuto. Roberto, che non rimpiange più Adriana, finisce conseguentemente per non amare sé stesso. Siamo arrivati al fatale capolinea del viaggio cominciato a San Siro. :-(



L'album del 1973 vince il premio della critica discografica e Vecchioni comincia a crearsi un suo pubblico affezionato, che lo segue nei concerti. La parentesi di Sanremo, per fortuna sta finendo,


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Re: Roberto Vecchioni

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Nel 1974 c'è la prima rassegna del Club Tenco e fra i cantautori presenti, l'incontro destinato ad incidere maggiormente sulla personalità di Roberto sarà quello con Francesco Guccini, nel quale vede subito una sorta di fratello maggiore carismatico. E' un'amicizia strana e sbalestrata ma al Nostro è servita moltissimo, perché gli ha fatto capire che c'era una fetta di mondo musicale che aveva alri interessi, oltre al mercato. Il momentaneo interesse in comune è la fotografia e vanno insieme lungomare, Francesco con teleobiettivi e grandangoli, Roberto molto più "spartano" E poi le notti a cantare e suonare e Roberto torna da Sanremo (questo è un Sanremo diverso) con l'impressione di aver scoperto una nuova dimensione di vita. Per ricordare i due insieme, posso proporre due canzoni spedite dai due, di lì a poco, al club dei poeti





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Re: Roberto Vecchioni

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Nel 1975 un nuovo album: Ipertensione, con sette nuove canzoni in cui le
frequentazioni del "Tenco" cominciano a riecheggiare. La cosa che più salta agli
occhi è il cambiamento del ruolo della donna, esemplificato fino allora dalla
madre, sempre al servizio del ... La donna diventa indipendente e quella che
dovrebbe essere una pacifica acquisizione, per Roberto ha il brivido
dell'estremismo. Il femminismo sembra comunque essere entrato in casa, anche se
è un certo distacco con cui vive il rapporto con la moglie ad ispirarlo: più che
l'amore per lei, la caratteristica principale è il quasi "odio" per i suoceri.
Rappresentavano il contrario dei codici morali che aveva lui, non c'era
l'avventura, né il sogno e la fantasia di Aldo, né la correttezza nei rapporti,
che gli aveva insegnato Eva. :-(



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Re: Roberto Vecchioni

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E' un anno di accesi dibattiti sul ruolo politico e sociale della musica e si può leggere nel "verbale" del Club Tenco l'intervento di Roberto: "Bisogna vedere di fare un certo distinguo fra cantautore e c..: c'è chi parte diritto per una lotta progressiva e c'è chi rimane un po' infangato, c'è chi si lascia prendere dal suo egocentrismo ... e quelli che fanno della parola il "sacro mostro" della loro attività. C'è qualcun altro che, invece, ha un "curriculum", anzi più che un c. un iter molto difficoltoso. Mi riferisco anche a me, perché il mio percorso è stato piuttosto complicato, ovvero una partenza assolutamente borghese, dovuta all'educazione e ad altre cose e una conquista veramente lenta, difficile, delle posizioni più giuste. La testimonianza sono le canzoni e un cantautore ha una dialettica ben precisa." Come paradigma di tale discorso si può proporre la seguente canzone, che fa riferimento all'uomo, come specchio del mondo, ma soprattutto lo sdoppiamento della personalità: l'essere e il divenire con relativa, eterna, contraddizione.

Purtroppo non c'è il "file" audio. :-(

Lyrics to Canzonenoznac :

Il leader della parte scura,
dietro una barba quasi nera,
diceva cose alla sua gente,
a voce bassa come sempre;
e ricordava cose antiche,
proibite ma pur sempre vive,
come il martini con le olive.
Dal millenovecentottanta
anno di grazia e d'alleanza,
felice e immobile la gente
viveva solo del presente;
ma lui a quei pochi che riuniva
come una nenia ripeteva
quel suo programma che chiedeva.
Fosse permesso ricordare,
fosse permesso ricordare,
poi ricordò che era vietato
nel mondo nuovo anche il passato.

Il leader della parte chiara,
con quella cicatrice amara
sul mento a forma di radice,
gridava "Abbasso questa paace".
Coi pochi giovani insultava
la polizia che costringeva
soltanto ad essere felici:
ed abbatteva e rifaceva
palazzi d'arte e di cultura
e delle bibite e del niente
sì, ma soltanto con la mente;
e all'occorenza le prendeva
 davanti ai giudici abiurava,
ma appena uscito risognava.

Fosse possibile cambiare
fosse possibile sperare
ma la speranza era un difetto
nel mondo ormai così perfetto.

E il leader con la cicatrice
credeva l'altro più felice,
e l'altro quello con la barba,
di lui diceva "È pieno d'erba";
si sospettavano a vicenda
di fare solamente scena
d'essere schiavi del sistema
e l'uno l'altro beffeggiava
e l'altro l'uno ricambiava,
pur descrivendo alla rinfusa
due volti di una stessa accusa:
che era impossibile cambiare,
tornare indietro, andare avanti
avere voglia di sbagliare.

Come ad esempio ricordare
Come ad esempio ricordare
questo ricordo era un difetto
nel mondo ormai così perfetto,
né si poteva più cambiare
né si poteva più sperare
questa speranza era un difetto,
nel mondo ormai così perfetto.

E il leader della parte chiara
pianse di rabbia quella sera
seduto sopra la sua vita
perduta come una partita;
ma il servofreno dentro il cuore,
che scatta al minimo segnale,
gli eliminò tutto il dolore.
E il leader della parte scura
contando i passi e la paura
si avvicinò alle parti estreme
dove correva un giorno il fiume,
ricostruendo da un declivo
l'ultima chiesa, un vecchio bivio,
l'acqua e l'amore che non c'era,
si sentì stanco in quel momento,
tolse la barba e sopra il mento,
apparve a forma di radice
quella sua vecchia cicatrice.


Il leader della parte scura,
dietro una barba quasi nera,
diceva cose alla sua gente,
a voce bassa come sempre;
e ricordava cose antiche,
proibite ma pur sempre vive,
come il martini con le olive.
Dal millenovecentottanta
anno di grazia e d'alleanza,
felice e immobile la gente
viveva solo del presente;
ma lui a quei pochi che riuniva
come una nenia ripeteva
quel suo programma che chiedeva.
Fosse permesso ricordare,
fosse permesso ricordare,
poi ricordò che era vietato
nel mondo nuovo anche il passato.

Il leader della parte chiara,
con quella cicatrice amara
sul mento a forma di radice,
gridava "Abbasso questa paace".
Coi pochi giovani insultava
la polizia che costringeva
soltanto ad essere felici:
ed abbatteva e rifaceva
palazzi d'arte e di cultura
e delle bibite e del niente
sì, ma soltanto con la mente;
e all'occorenza le prendeva
 davanti ai giudici abiurava,
ma appena uscito risognava.

Fosse possibile cambiare
fosse possibile sperare
ma la speranza era un difetto
nel mondo ormai così perfetto.

E il leader con la cicatrice
credeva l'altro più felice,
e l'altro quello con la barba,
di lui diceva "È pieno d'erba";
si sospettavano a vicenda
di fare solamente scena
d'essere schiavi del sistema
e l'uno l'altro beffeggiava
e l'altro l'uno ricambiava,
pur descrivendo alla rinfusa
due volti di una stessa accusa:
che era impossibile cambiare,
tornare indietro, andare avanti
avere voglia di sbagliare.

Come ad esempio ricordare
Come ad esempio ricordare
questo ricordo era un difetto
nel mondo ormai così perfetto,
né si poteva più cambiare
né si poteva più sperare
questa speranza era un difetto,
nel mondo ormai così perfetto.

E il leader della parte chiara
pianse di rabbia quella sera
seduto sopra la sua vita
perduta come una partita;
ma il servofreno dentro il cuore,
che scatta al minimo segnale,
gli eliminò tutto il dolore.
E il leader della parte scura
contando i passi e la paura
si avvicinò alle parti estreme
dove correva un giorno il fiume,
ricostruendo da un declivo
l'ultima chiesa, un vecchio bivio,
l'acqua e l'amore che non c'era,
si sentì stanco in quel momento,
tolse la barba e sopra il mento,
apparve a forma di radice
quella sua vecchia cicatrice.


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Re: Roberto Vecchioni

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Trovata Canzoneoznac :-)



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Re: Roberto Vecchioni

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Il disco si chiude con Pesci nelle orecchie, che già nel titolo anticipa la sequenza di immagini metaforiche, che formeranno il tessuto narrativo. E' una canzone-agenda su cui segna le tappe del suo "cambiar pelle", un cammino disseminato di retaggi antichi e disagi nuovi. Roberto riesce a contare i pesci, ma non riesce a toglierli. Privo di bandiere e di certezze, prova ad orientarsi nel bosco che lo circonda. Ma un bosco, secondo John Cage, lo si classifica o dal numero degli alberi o dalla distanza fra di essi e lui sembra scegliere questa seconda strada. Appare chiara la distanza, ormai, da Adriana, ma altrettanto da Irene, perché il suo matrimonio sembra scivolare insieme a quel mondo da cui si sta staccando. La canzone rappresenta una delle pagine più genuine e sofferte di tutta la sua produzione artistica.



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Re: Roberto Vecchioni

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Nel 1976 arriva "Elisir" e con esso "Un uomo navigato" dove ritorna il tema sui cantautori e sul loro ruolo: tutti siamo bravi, ma nessuno è un genio. Il linguaggio marinaresco fa da preambolo a "Velasquez", nome che rimanda a fiocchi e contraffiocchi ed infatti si tratta di un ipotetico navigatore. Ivi si spagnoleggia fin dall'inizio con quell'ahi, interiezione derivata da "ay*, ma la nazionalità ha poca importanza, perché ci troviamo di fronte ad una metafora. Velasquez è sempre esistito: è l'interlocutore che permette a Vecchioni di parlare confidenzialmente con la Storia. L'uomo incerto sente il fascino della navigazione, ma ne ha anche paura. Il vento del rinnovamento e della libertà non prende le sembianze di bandiere rosse, ma quelle antiche di Capo Horn. E di fianco al navigatore dalla grande ala, c'è il nostromo con una moglie a casa. Così, dietro ai condottieri di rivoluzioni, si muovono uomini semplici e la vita e un continuo ripartire dallo stesso mare in cui ci si era lasciati, come quella nave diretta a Marsiglia, le cui luci segnano l'epilogo del viaggio poetico di Arthur Rimbaud.







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Re: Roberto Vecchioni

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Con "Figlia" c'è un ritorno alla sfera privata, ma è il senso di un privato che sta cambiando. Roberto augura a Francesca una sola cosa: la libertà priva di pregiudizi. E' l'auspicio di una vita non facile, ma caratterizzata dalla coerenza e dall'autonomia, scritta con linguaggio diretto e senza perifrasi. Di nebuloso, forse, ci sono solo i primi due versi, riferiti ad un fatto vero: un venditore di pianeti aveva predetto questa nascita, proprio nei primissimi giorni dell'incontro con Irene. E' la prima avvisaglia degli appuntamenti con il destino, per fare il verso, ex ante" a Samarcanda. E, di conseguenza, la canzone si chiude con una profezia, quello "scusa se ci vedremo poco e male". Gli spettacoli e la crisi matrimoniale, gli daranno ragione. :-(



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Re: Roberto Vecchioni

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Il nome della figlia è un omaggio a Francesco Guccini, per il quale compone la "Canzone per Francesco" (che io non trovo cantata da lui e quindi inserisco questa, che a dir la verità, fa un po' pena), in attesa che qualcuno possa aiutarmi.



Ma passiamo al 1977, dove accadono molte cose nella vita di Roberto.
La prima gli viene dalla vita matrimoniale, come anche il più sprovveduto degli indovini avrebbe potuto prevedere, mentre la seconda è la malattia del padre, seguita dal ...
Le figure mitiche sono immortali; agli occhi di Roberto la morte restituisce alla figura del padre la dimensione umana e Samarcanda è imperniata su queste due parti della sua esistenza, che se ne vanno: la figura del padre e l'amore.
E' scritto con un'impronta letteraria che si manifesta già nella prima canzone, tratta da una leggenda orientale fatta conoscere da Omar Khayyam, tradotto dal poeta Edward Fitzgerald. Samarra (che si trova in Iraq) o Samarcanda (se ci piace più la capitale dell'Uzbekistan) sono centri di carovanieri, quindi un incrocio di esperienze, gioe e dolori e quindi scenario ideale per ambientare la lotta tra l'uomo e il destino. Come la cultura greca ci ha tramandato, il destino è più forte, ma l'uomo è più luminoso, perché combatte per la sua vita, pur sapendo di perdere.



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Re: Roberto Vecchioni

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La morte passa dal mito alla realtà dolorosa e al padre è dedicata "Per un vecchio bambino" direttamente legata alla visione di "Amici miei", dove la vita è un gioco perenne. Nei personaggi di Roberto, l'alcool scaccia la tristezza, quasi che il padre, anche nel suo ultimo trasferimento, voglia lasciare in eredità quella allegria e spensieratezza che hanno sempre caratterizzato la sua vita.



La morte del padre è stata anticipata, come già detto, dall'inizio della lunga agonia matrimoniale. L'ultimo spettacolo, che vede Achille piangere Patroclo, rappresenta il pianto figurato di Roberto su sé stesso: è la parte della sua solita personalità che soccombe nel duello con Irene! E' un addio e l'atmosfera di imbarazzo ed estraneità dei due personaggi è riassunta verso la fine: "E mentre parti ... sigaretta" :x



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Re: Roberto Vecchioni

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Visto che non riesco a trovare "Canzone per Francesco" di Vecchioni, spedisco questa.

posting.php?mode=reply&f=3&t=250


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Re: Roberto Vecchioni

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Nel 1978 un nuovo disco che già dal titolo (ripreso da un film di L. Berlanga) preconizza l'arte della fuga da sé stessi. Come Marco Aurelio nella campagna in Pannonia, preferirebbe le sue speculazioni filosofiche! Roberto infatti si sente inadeguato di fronte all'intolleranza politica che lo circonda. Sente il peso della notorietà, la forzata conquista di effimeri traguardi e tutto ciò si trova in "Alessandro e il mare".



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Re: Roberto Vecchioni

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Se si pensa alle passioni sfrenate di Parabola, questo Calabuig etc. evidenzia il mutamento avvenuto in Roberto, anche se forse l'ebbrezza del successo a volte lo stordisce. E allora nella sua domenica del villaggio cerca strade e scorciatoie che lo portino altrove. In Ninni il viaggio è a ritroso nel tempo. Ispirata a "L'altro", un racconto di Borges, la canzone è ambientata in uno scompartimento ferroviario nel quale si ritrova con i genitori e il fratello. Situazione inquietante, perché loro non possono riconoscerlo, mentre lui, dal futuro, sì, perché, accanto al piccolo Ninni, c'è il Ninni diventato adulto. E la sconfortante affermazione finale trova immediato riscontro in "A te" rarissimo esempio di un Roberto sedotto e abbandonato: la conclusione della parentesi molto breve con ...





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Re: Roberto Vecchioni

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Ieri a Firenze

E' arrivato puntuale Roberto, mentre la città era quasi in stato di assedio (polizia da per tutto) per l'omicio/suicidio a sfondo razziale di un "folle estremista di destra" a danno di due neri e suo. Quindi il discorso del professore è partito da lì e si prestava bene al riguardo il titolo del suo album "Tutti i colori del buio", ove appunto la vita mostra i suoi colori anche quando, intorno a noi, tutto è buio. L'insegnamento, secondo lui e come non essere d'accordo, sta nell'apprezzare tutti gli aspetti diversi da noi, perché solo l'accettazione degli altri ...
In questo album, c'è anche "Luci a San Siro" interpretata insieme a MIna: un omaggio di quest'ultima ai cinquant'anni di carriera del Nostro. :-)
Poi il discorso è andato più sul personale ed in pochi minuti ha passato in rassegna la sua esistenza umana, oltre che professionale: la famiglia, gli amori, le amicizie, la scuola. Importantissimo per lui è stato il rapporto soprattutto con le donne che giudica molto diverse e migliori dei maschi, perché possiedono uno spettro psicologico più ampio ed elastico, rispetto a quello dell'altra parte "del cielo". :-) Al riguardo la canzone "Voglio una donna" non è certo rappresentativa del suo pensiero generale, bensì una semplice risposta, in un momento di rabbia, a sua moglie, che non si faceva trovare mai. :-(
Rispondendo alla domanda del gionalista della nazione (che di continuo usava *adesso* invece di *ora*) sul suo continuo riferimento al *ritorno*, Vecchioni ha detto di aver preso come riferimento Arthur Rimbaud, famoso anche per i suoi continui viaggi anche per mare, che però sosteneva che l'acqua che più amava era quella di una pozzanghera davanti a casa sua a Marsiglia, dove aveva giocato con la barchetta.
E poi, dopo aver cantato "Tutti i colori del buio" e, per dovere (credo), la canzone vincitrice a Sanremo, ha risposto alle domande del pubblico e qui, a mio parere, si è dimostrato che qualcuno può apprezzare qualcosa senza averci capito *NIENTE*, infatti uno spettatore, che si è anche presentato con cognome e nome :-( , ha fatto l'apologia di un certo Ernesto Guevara de la Serna, noto maoista: il suo piano per una rapida industrializzazione di Cuba per molti era comparabile alla campagna cinese del "grande balzo in avanti" e che durante la crisi dell'ottobre 1962, percepì come un tradimento sovietico la decisione - presa da Nikita Khruščёv senza consultare Castro - di ritirare i missili da Cuba. :-(
Roberto si è dovuto barcamenare dicendo che nella canzone non si parla del Che, bensì di sua madre e infatti
Mi sono dimenticato che aveva anche accennato al suo nuovo rapporto con Dio e su questo argomento avevo molte cose da dirgli, ma ormai si era fatto tardi, l'ultimo treno stava per partire e così sono dovuto uscire di corsa e mi rimane solo la speranza, prima o poi, di poter interloquire con lui, tramite internet.


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Re: Roberto Vecchioni

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Trovata "Canzone per Francesco Guccini" :-)

P.S. L'à inserita un mio amico. ;)



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Re: Roberto Vecchioni

Messaggio da leggere da alfiso »

@ Lemond - Ho l'email di sua moglie se vuoi. Se ti interessa ti scrivo in pm. Ciao mangiapretaccio :bll:


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Re: Roberto Vecchioni

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Il 2 agosto 1979 arriva la notizia del rapimento in Gallura di Fabrizio De André e di Dori Ghezzi e quindici giorni più tardi le prime pagine dei giornali si occupano del "caso Vecchioni". Due poliziotti lo prelevano dal suo appartamento ed in centrale è dichiarato in arresto; il capo di accusa gli viene comunicato nella sua cella d'isolamento a San Vittore: spaccio di stupefacenti. :-( L'accusa lo tranquillizza (almeno in parte), perché ogni tipo di droga illegale gli è sempre stata estranea. Il mandato di cattura non è obbligatorio, ma il giudice Cassata di Marsala, luogo del presunto delitto, la ordina. :-( Il regolamento gli permette di acquistare pe sé e per la scorta i biglietti del viaggio aereo, evitando così il trasferimento a Marsala in tradotta. Proprio in quel periodo Pannella, insieme al gruppo radicale, fuma uno spinello in Parlamento per la liberalizzazione delle "droghe leggere", ma l'obiettivo di Roberto è, più modestamente, di dimostrare la propria innocenza. Dopo tre giorni di prigionia nel carcere-modello di Marsala, viene liberato dal giudice Spina, sostituto di Cassata che si trova in vacanza; e per questo Roberto scriverà "Signor giudice". Il processo andrà (come al solito in Italia) per le lunghe, concludendosi con "assoluzione con formula piena", perché l'accusatore confesserà di essersi inventato tutto.



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Re: Roberto Vecchioni

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Questa non la sapevo...


Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
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Re: Roberto Vecchioni

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La disavventura estiva trova eco in altre due canzoni: Lettera da Marsala e Vorrei. In quest'ultima (scritta in cella) l'ambiente carcerario emerge violentemente nell'uso ripetuto del condizionale, che mette a nudo tutta l'impotenza a cui è condannato ed il bisogno di mantenere comunque una comunicazione con il mondo. Ma le vere sbarre, per lui, sono rappresentate dalla memoria, soprattutto in rapporto ad Irene, e la conclusione, apparentemente tenera, è in realta amarissima, perché quell'ultimo vorrei rappresenta l'utopia.



A differenza di Luttazzi e Tortora, per lui l'ingiusta carcerazione rappresenta anche lun aspetto positivo: un grandissimo ritorno pubblicitario, che farà vedere i suoi effetti con l'album "Robinson".



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Re: Roberto Vecchioni

Messaggio da leggere da lemond »

Per cocludere l'album del 1979, possiamo parlare della canzone che dà il titolo e che doveva essere la più significativa, ma a causa dell'ermetismo esasperato del testo, non sarà così. Sarebbe una critica feroce al prototipo di sessantottino parolaio che, dopo essersi inebriato dell' ... è pronto per assaporare l'irresistibile ebbrezza del riflusso. :-( Robinson infatti non se ne va in un'isola deserta per fuggire la società civile, bensì ricostruisce l'Inghilterra in un'isola del pacifico, dove è capitato suo malgrado. E non può stare senza gli oggetti tipici dell'aristocrazia britannica, ma soprattutto ricostruisce il rapporto padrone-servo con venerdì. :-(



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Re: Roberto Vecchioni

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Il nuovo album (Montecristo) coincide con la seconda crisi con Irene: Roberto se ne va di casa ed a scuola chiede un'aspettativa di sei mesi. Però il disco, nonostante lo stato emotivo particolare, è piuttosto disincantato e alquanto debole. E' privo delle grandi tensioni degli altri e manca anche di una un pezzo davvero trainante. La canzone del titolo si rifà allo sceneggiato televisivo della Rai, ma non riguarda il personaggio, bensì l'interprete che in quel periodo è uno degli accompagnatori della signora Vecchioni. :-( Ed infatti non c'è nessun abate Faria, ma solo il ricordo del padre, che incita alla fuga. Quando conobbe Irene, gli disse subito che non sembravano molto adatti per formare una coppia, non contrastò mai l'unione, perché era un libertario, ma ...



Il dolore maggiore è per la loro figlia Francesca, che ha ormai cinque anni, ed a lei dedica il suo essere Edmond Dantès. :-(



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Re: Roberto Vecchioni

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Hollywood Hollywood è, dal lato psicologico, un'opera di transizione con Irene che ormai rappresenta il passato e Daria che invece incarna la visione più vitale e positiva. ;) La canzone del titolo, pur essendo la prima ad essere concepita, perché l'idea che tutto sia un po' di cartone era il punto di partenza, è l'ultima ad essere scritta. Infatti solo alla fine viene in mente a Roberto di usare il nome della capitale del cinema.



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Re: Roberto Vecchioni

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La vita è cambiata radicalmente con l'ingresso di Daria, figlia del senatore Vittorino Colombo, uomo di punta della D.C. veronese e con lei Roberto rinnova il suo rapporto con Parigi: la città simbolo della liberazione, legata nei ricordi al padre e agli amici, al Gran Prix d'Amerique, appuntamento fisso di ogni gennaio fino al 1972 e che riprenderà, appunto nel 1981 con la nuova compagna.
Nel testo Roberto si dirige nella capitale francese con lo sguardo ancora rivolto ad una Milano che piano piano si allontana.



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Re: Roberto Vecchioni

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In "Dentro gli occhi" il riferimento è ancora una volta a J.L. Borges: si tratta del confronto fra "sé stesso" (giovane e vecchio). La canzone coincide con l'ultima storia tragica del rapporto matrimoniale e, siccome nessuno può capire del tutto il dolore di un altro, è giusto che uno impari a comprendere il proprio. Sarebbe una storia difficile da decifrare se non sapessimo che, appunto, il dialogo si svolge fra il protagonista e la sua proizione futura. E quindi i figli che se ne andranno "come fogli di carta" sono Francesca, ma anche quelli che avrà. (Il contrario di quello che potrebbe avvenire in "Le rose blu", che vedremo in seguito) La metafora diventa trasparente quando ad assaltare Gaeta arriveranno i piemontesi sì, ma con le loro Land Rover e Toyota, perché la scena di Irene che parte per Torino resterà indelebile nella sua memoria (nota, lo rammentò anche nell'incontro di Firenze). :-( :x


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Re: Roberto Vecchioni

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Povera Irene, però, non doveva essere facile ritrovare in forma di canzone tutto quel che succedeva nel ménage matrimoniale. Eccheccacchio, un po' di privacy!

Carlo, non ti pare anche a te fastidiosa la sproporzione tra il peso di quel che poteva fare l'una e il peso di quel che poteva fare l'altro? Una sorta di gogna pubblica per Irene, un atteggiamento anche un po' infantile da parte di lui, se vogliamo. (Era già successo per l'amore di gioventù).

In generale, su Vecchioni non avevo un'opinione (al di là dell'apprezzamento per alcune belle canzoni, çvsd) finché non lo vidi in concerto a Firenze nel 2008 (mi ci trovai per caso). Da quella sera l'opinione ce l'ho, ed è negativa: mi è sembrato uno che farebbe spettacolo di qualsiasi cosa, già lo fa (lo fece quella sera) addirittura di alcuni disagi dei figli; e apprendere quanto leggo da te, Carlo, mi conferma la pessima idea (a livello umano) che mi ero fatto del cantautore milanese.


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lemond
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Re: Roberto Vecchioni

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Admin ha scritto:Povera Irene, però, non doveva essere facile ritrovare in forma di canzone tutto quel che succedeva nel ménage matrimoniale. Eccheccacchio, un po' di privacy!

Carlo, non ti pare anche a te fastidiosa la sproporzione tra il peso di quel che poteva fare l'una e il peso di quel che poteva fare l'altro? Una sorta di gogna pubblica per Irene, un atteggiamento anche un po' infantile da parte di lui, se vogliamo. (Era già successo per l'amore di gioventù).

In generale, su Vecchioni non avevo un'opinione (al di là dell'apprezzamento per alcune belle canzoni, çvsd) finché non lo vidi in concerto a Firenze nel 2008 (mi ci trovai per caso). Da quella sera l'opinione ce l'ho, ed è negativa: mi è sembrato uno che farebbe spettacolo di qualsiasi cosa, già lo fa (lo fece quella sera) addirittura di alcuni disagi dei figli; e apprendere quanto leggo da te, Carlo, mi conferma la pessima idea (a livello umano) che mi ero fatto del cantautore milanese.
Osservazioni intelligenti (come sempre peraltro le tue, caro Marco), però valutare il livello umano di una persona a distanza credo sia la cosa più difficile da fare. A pelle, io ti rispondo che per me lui è una persona sincera e scrive solo e quando sente il bisogno di ... E a volte esagera, tanto che a Firenze disse che certe canzoni non le considerava quasi sue, perché dettate solo dalla "rabbia" di un momento, ad es. (suo) "Voglio una donna". :x Essa infatti rappresenta proprio il contrario di quel che ha sempre pensato delle donne. Vecchioni mi ricorda, da questo lato, Pannella, per il quale il privato è pubblico ed infatti il suo è l'unico partito che trasmette in diretta le discussioni a tutti i livelli, "versus" il vecchio P.C.I. dove tutto era a porte chiuse. Sarà infantile? Non so e, su Roberto, sospendo il giudizio fino a che non avrò modo (se) di conoscerlo meglio, per intanto mi godo le sue canzoni. :)


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Re: Roberto Vecchioni

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lemond ha scritto:
Admin ha scritto:Povera Irene, però, non doveva essere facile ritrovare in forma di canzone tutto quel che succedeva nel ménage matrimoniale. Eccheccacchio, un po' di privacy!

Carlo, non ti pare anche a te fastidiosa la sproporzione tra il peso di quel che poteva fare l'una e il peso di quel che poteva fare l'altro? Una sorta di gogna pubblica per Irene, un atteggiamento anche un po' infantile da parte di lui, se vogliamo. (Era già successo per l'amore di gioventù).

In generale, su Vecchioni non avevo un'opinione (al di là dell'apprezzamento per alcune belle canzoni, çvsd) finché non lo vidi in concerto a Firenze nel 2008 (mi ci trovai per caso). Da quella sera l'opinione ce l'ho, ed è negativa: mi è sembrato uno che farebbe spettacolo di qualsiasi cosa, già lo fa (lo fece quella sera) addirittura di alcuni disagi dei figli; e apprendere quanto leggo da te, Carlo, mi conferma la pessima idea (a livello umano) che mi ero fatto del cantautore milanese.
Osservazioni intelligenti (come sempre peraltro le tue, caro Marco), però valutare il livello umano di una persona a distanza credo sia la cosa più difficile da fare. A pelle, io ti rispondo che per me lui è una persona sincera e scrive solo e quando sente il bisogno di ... E a volte esagera, tanto che a Firenze disse che certe canzoni non le considerava quasi sue, perché dettate solo dalla "rabbia" di un momento, ad es. (suo) "Voglio una donna". :x Essa infatti rappresenta proprio il contrario di quel che ha sempre pensato delle donne. Vecchioni mi ricorda, da questo lato, Pannella, per il quale il privato è pubblico ed infatti il suo è l'unico partito che trasmette in diretta le discussioni a tutti i livelli, "versus" il vecchio P.C.I. dove tutto era a porte chiuse. Sarà infantile? Non so e, su Roberto, sospendo il giudizio fino a che non avrò modo (se) di conoscerlo meglio, per intanto mi godo le sue canzoni. :)
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Re: Roberto Vecchioni

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Il grande sogno dell'ottantaquattro è una riproposizione, per lo più di vecchie canzoni e solo un paio (fra quelle inedite) meritano di essere evidenziate: quella che dà il titolo all'album per la particolare spensieratezza, molto difficile da trovare in Vecchioni. Con lui è difficile ridere, al massino si sorride alla scoperta di ballerine hawaiane e all'inseguimento del mito di pepita Moreno. ;)



L'altra è Carnival, un brano dell'ottanta, recuperato dopo quattro anni, che rappresenta uno dei momenti più felici di tutta la sua attività creativa, anche se la desolata rassegnazione, che la determina, la fa apparire un po' fuori dal contesto dell'ellepi.



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Re: Roberto Vecchioni

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Nel 1986, con Bei tempi, troviamo un Vecchioni molto diverso, seppure il tempo trascorso non sia molto. Il motivo è intuibile e, forse nella prima volta in vita sua, Roberto si lascia indietro angosce e tensioni. L'unico contrasto, che si fa sempre più forte, è quello con Michelangelo Romano, che cerca di incrementare le sue interferenze ed in questo albun lo si ritrova nei panni di coautore dei testi nella metà dei brani. E' uno scontro di personalità, ma per il momento il Nostro ne esce sconfitto. :-(
Il centro focale del disco è il rapporto fra Gaston ed Astolfo che riprende il tema del doppio e dell'omosessualità. Il dualismo però finisce sempre per intrecciarsi: Astolfo, invecchiando, accetta la vita e le norme, mentre l'altro conserva dentro di sé tutta la ribellione, non riuscendo più a convivere con il proprio corpo. Per la prima volta abbiamo una canzone sruggente, senza dover scavare nella autobiografia.



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