lemond ha scritto:
b) Vorrei sapere se anche tu sei contro il relativismo-illuminista e laicista e quindi a favore del pensiero assoluto dell' "ipse dixit", magari estrapolato da vecchi manoscritti di millenni or sono? Anche qui non ci vuol essere nessuna provocazione, solo una mia curiosità intellettuale.:
mi dispiace ma non è accettabile equiparare il
relativismo, il
razionalismo (quello a cui fai riferimento tu è il razionalismo positivista), l'
illuminismo e il
laicismo. Sono concetti che definiscono posizioni di pensiero SOSTANZIALMENTE DIFFERENTI, che solo in maniera molto approssimativa possono essere vagamente accostati. In particolare c'è un fondamentale discrimine tra la posizione relativista e quella razionalista, riguardo al concetto di limite che la prima "sposta" molto oltre ciò che è ammesso dalla seconda, visto che in essa è radicalmente negata quella che viene comunemente chiamata "differenza ontologica" ovvero quel limite invalicabile tra enti (e concetti di conseguenza)per "importanza sostanziale" posto invece da qualunque sistema caratterizzato da una precisa gerarchia assiologica. Far venir meno il ruolo filosofico della "differenza", è ingrediente estraneo ad ogni tipo di razionalismo, il quale come posizione culturale, è un modo di argomentare e di pensare tra i più "dogmatici" che possano esistere. Visto che in esso, ciò di cui non si ha un concetto BEN DISTINTO, va taciuto e possibilmente considerato oggetto "spurio", da non-pensare. Le varie forme di irrazionalismo ad esempio sono molto pià tolleranti in quanto non negano la possibilità di ammettere spiegazioni non ben giustificabili ma pur tuttavia intuite, temute, pre-sentite... non parliamo poi di come c'entri il laicismo, una posizione sostanzialmente politica e che parla in un linguaggio politico, con queste differenti posizioni filosofiche. Tanto più che al laicismo si richiamano intellettuali marxisti, come cristiani, come relativisti ecc. ecc..
Questo solo per provare a far capire in maniera breve come si tratti di posizioni di pensiero che è molto fuorviante equiparare come fa lei (sono concetti, farei notare, che non vengono adeguatamente precisati per ovvi motivi di spazio sulle pagine di un anche ottimo dizionario della lingua italiana, bensì su un normale manuale di filosofia).
Per giunta, lei scrive che essere comunque in disaccordo con ognuna delle posizioni di tutta questa costellazione di concetti differenti (se mai fosse possibile esserlo contemporaneamente) significhi ipso facto essere convinti assertori di una fantomatico pensiero assolutista fondantesi sul riferimento ingiustificato ad una tradizione avvolta nel mistero (quello che credo lei intenda con il riferimento, tra l'altro menzionando una frase, l'"ipse dixit" usata dal razionalismo più intransigente e "pulito" da possibili riferimenti mistici mai usato, quello degli aristotelici medievali, non certo dalla mistica cristiana.
Non è possibile fare di tutta l'erba un fascio in questa maniera. Dire che il relativismo radicale ha fatto perdere il senso del limite all'uomo, ma ancor di più il contatto con il mondo reale, riflessione cruciale per ogni grande progresso scientifico della storia, non significa affatto ricadere nella posizione antitetica. A proposito di ciò è emblematica la sua chiosa sulla opportunità di parlare ai bambini di religione. E' esattamente questo, la perdita del contatto con la realtà. Parlare di religione significa parlare di vita E DI MORTE. E' come far credere ad un bambino che muoiono solo gli altri, quali danni gli facciamo, quando scoprirà che la morte riguarda anche lui? E' giusto fargli credere di essere invulnerabile? In questo modo forse doventerà un campione delle sport, ma che uomo? Nessuna cosa, nella vita REALE, è equivalente ad un'altra , nessuna situazione esistenzialmente parlando comporta un coinvolgimento equivalente ad un'altra pur simile esperienza. Pericoloso perderlo di vista.
lemond ha scritto:
Che il "volontariato", possa essere considerato anche manodopera gratuita e quindi supersfruttata, sarà soggettivo, ma non mi pare un punto di vista da mettere nell'indice delle "cose proibite" e che le suore rappresentino un ruolo antifemminile per eccellenza
che nell'Italia dove uno dei modelli di riferimento per il ruolo della donna nella società è la "queen-lady del bunga bunga" ci si scandalizzi perchè le suore portano il velo e offrono un servizio di accoglienza fa pensare su come sia riuscita la propaganda mediatica a far perdere di vista i reali problemi sociali. Oppure, riguardo all'altro modello femminile di riferimento, quello di un'altra prostituzione, quella intellettuale, ai dettami del manager che ti garantisce un'adeguata carriera a scapito delle proprie idee e delle proprie ambizioni, quelle pure femminili, di maternità, poco cambia a mio parere.
lemond ha scritto:
d) Il fatto che siano feroci poi, mi verrebbe da dire in che mondo vivi? Mai sentito parlare degli omosessuali che, per motivi sconosciuti alla ragione, sono considerati sub-umani dalla S.R.C. e addirittura l'Avvenire ha scritto tutta una serie di sciocchezze
scusa se riporto un mio intervento precedenti ma a tal proposito ripeterei le stesse parole.
Constato amaramente che nell'Italia degli ormai difficilmente calcolabili domini della camorra, dei propietari di ville faraoniche in numero superiore alle 10, non credo proprio adibite ad uso pubblico o ad una qualsivoglia gratuita attività "sociale", come gli oratori tanto per fare un esempio, nell'Italia dei servizi pubblici più indispensabili piegati alle logiche dell'interesse privato e spesso a danno della salute pubblica, quello che fa scandalo sono i possedimenti della chiesa, spesso aperti e fruibili da chiccessia.
Nel mondo della violenza insegnata fin dalla tenera età fa scandalo un papa che predica di opporre al disprezzo non una guerra senza quartiere a colpi di macchina del fango, ma solo una pacifica testimonianza di priorità diverse. Siamo arrivati al punto che la non-violenza non è più tollerata.
E' più preoccupante questo, o le idee "retrograde" di una istituzione che si attacca ancora, ottusamente a vostro avviso,pur sempre ad una tradizione filosofica e teologica radicata nei secoli?
Forse non abbiamo ben presente come si manifesta la "ferocia" oggi e in che modo viene insegnata....
Ancor più preoccupante è non capire da che parte stia il vero "nemico" della democrazia, del pensiero, dell'umanità. Ma d'altra parte "divide et impera" è un insegnamento strategico che chi di dovere conosce molto bene.