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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

I cattolici e il papa considerano farmaco *occisivo* non solo la pillola abortiva, ma anche la c.d. pillola del giorno dopo, che è solo un anticoncezionale d'emergenza, con effetti preventivi e non abortivi, come spiega il ginecologo Carlo Flamigni in un articolo dal titolo eloquente: "Scienziati onesti e cattolici ortodossi sono incompatibili". Le farmacie che non vendono ed i medici che non prescrivono gli anticoncezionali rappresentano null'altro che una violazione dei diritti delle donne e del tentativo criminoso di imporre loro gravidanze indesiderate e quindi quel ricorso all'aborto che "a parole" sostengono di voler combattere. Si tratta anche di violazioni che dovrebbero essere perseguite penalmente (in uno Stato in cui si dice viga l'azione penale obbligatoria), in quanto non protette dal diritto di obiezione che è garantito dalla legge 194 solo ai medici e solo riguardo all'aborto. Ed anche per i medici e la 194 ci sarebbe da *obiettare* che, se aveva un senso all'entrata della legge per i medici già esistenti, non lo ha più ormai per coloro che hanno scelto la professione dopo l'entrata in vigore della legge, perché se la trovano lesiva della loro coscienza, possono scegliere un altro mestiere o non esercitarlo nelle strutture pubbliche. Al contrario essi "obiettano" per privare le donne di un servizio cui hanno diritto, in modo da aiutare la chiesa ad imporre la priopria linea ideologica a credenti e non credenti con la violenza della "legge" interpretata "pro domo sua". :-(


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XVII

Non si ha idea di quanto un uomo debba perdere per avere il coraggio di sfidare tutte le convenzioni, non si ha idea di quanto abbia perduto Diogene per diventare l'uomo che si è permesso tutto, che ha tradotto in azione i suoi pensieri più intimi, come potrebbe fare un dio della conoscenza, libidinoso e puro allo stesso tempo. Nessuno è stato più franco; caso limite di sincerità e di lucidità, come pure esempio di quello che potremmo essere noi se l'educazione e l'ipocrisia non raffrenassero i nostri desideri e gesti. I meriti del cinismo furono offuscati e calpestati da una religione nemica dell'evidenza. Ma è arrivato il momento di contrapporre alle verità del "Figlio di Dio" quelle del "cane celeste", come lo chiamò un poeta del suo tempo. ;)


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

In una logica analoga si colloca la condanna della fecondazione artificiale, pronunciata per la prima volta da Pio XII nel 1951 e riaffermata nel 1987 col documento "Il rispetto per la vita umana nascente" della Congregazione per la fede di Ratzinger, sia per quella eterologa, che per quella omologa. In esso, oltre a sdottorare su fecondazione, maternità, gameti con quell'atteggiamento da tuttologi petulanti, che caratterizza da sempre papi e vescovi, Ratzinger pretende di regolare, in base alla morale cattolica, le leggi degli stati laici, usando anche contro la fecondazione artificiale, il solito argomento: essa separa i due fini *inscindibili*. E' quanto ripete il papa-boy(a) nell'enciclica "Evangelium vitae" del 1995.
Perché non sia lecito ricorrere all'inseminazione artificiale se non si riesce ad avere un figlio (desiderato) e, del pari, manifestare l'amore coniugale con un rapporto sessuale non finalizzato a fare un figlio (non desiderato) resta naturalmente spiegabile solo dalla mentalità contorta di "santa romana chiesa", oppure come dice il mio "amico" Luigi Lombardi Vallauri: "I papi si sono dimostrati sempre infallibili ... nell'errore" (Nel senso naturalmente che non hanno mai perso un'occasione di sbagliare). ;)


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XVIII

Invocare il diavolo equivale a colorire con un residuo di teologia un'eccitazione equivoca che la nostra fierezza si rifiuta di accettare come tale. Il nostro orgoglio ha bisogno di un nome, meglio se altisonante, per battezzare un'angoscia che sarebbe miserevole se provenisse soltanto dalla fisiologia. La spiegazione tradizionale ci sembra più allettante: un residuo di metafisica si addice allo spirito. E così, per velare il nostro male troppo immediato, ricorriamo ad entità eleganti, ancorché desuete. Come ammettere che le nostre vertigini più misteriose derivino soltanto da turbe nervose, quando ci basta pensare al Demonio che è in noi e fuori di noi, per rialzare subito il capo? E' dai nostri antenati che ci viene questa propensione ad oggettivare i nostri mali intimi: la mitologia ha impregnato il nostro sangue e la letteratura ha alimentato in noi il gusto degli "effetti".


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

La cosa migliore è non toccare la donna e la verginità è preferibile al matrimonio.

La verginità è santa per il vescovo di Ippona e Josemaria Escrivà de Belanguer, fondatore dell'Opus dei: "Il matrimonio è per i soldati, non per lo stato maggiore di cristo." Ma per singolare ironia della sorte, proprio il papa-boy(a), che lo ha fatto santo, lo ha però contraddetto sulla superiorità della verginità, rispetto al matrimonio. Pressato dallo spirito dei tempi va contro la tradizione, le dichiarazioni degli altri papi e il Concilio di Trento; ergo infallibili in contrasto fra loro. :-) Ma nel catechismo del 1992 la questione appare controversa: nel capitolo sul sesto comandamento, che riporta un passo tratto dalla dichiarazione della Congregazione per la fede del 1976, approvata da Paolo VI. Essa sembra riproporre la superiorità del celibato ed è ripresa anche da Compendio del catechismo, pubblicato da B16 nel 2005.


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XIX

Se Gesù avesse concluso la sua carriera sulla croce e non si fosse impegnato a resuscitare, che bell'essempio di tragedia sarebbe stato! Il suo lato divino ha fatto perdere alla letteratura uno splendido tema. Così egli condivide la sorte, esteticamente mediocre, di tutti i giusti. Come tutto ciò che si perpetua nel cuore degli uomini, come tutto ciò che si espone al culto e non muore irrimediabilmente, non si presta a quella visione di una fine totale che segna un destino tragico. L'eroe soccombe sotto i propri atti, senza che gli sia dato evitare la morte e rimane nella memoria degli uomini come uno spettacolo di sofferenza. Macbeth rovina senza la speranza di un riscatto: non c'è nessuna estrema unzione nella tragedia, che cosa se ne sarebbe fatto Shakespeare di un martire?. Il vero eroe combatte e muore in nome del proprio destino, non già di una convinzione e, se fosse immobilizzato su di una croce, certamente non leverebbe gli occhi verso il cielo: la sua storia personale è il suo unico assoluto, come la volontà di tragedia è il suo unico desiderio.


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

Chi si consacra a Dio si spogli del corpo

L'affermazione sulla superiorità della verginità è funzionale alla primazia del clero, anche se non si tratta di una tradizione apostolica, infatti anche Paolo sarebbe stato sposato e rivendicava il diritto di portare con sé la moglie, come gli altri apostoli. (Fonte: Clemente Alessandrino che cita il capitolo 9,5 della Prima lettera ai Corinzi nella versione vigente fino al 383). In ogni caso la scelta del celibato fu piuttosto antica [nota mia, precedette di più di un millennio il sacramento della confessione ;) ]. La chiesa non lo prescrive per ragioni di opportunità o disciplinari, bensì perché l'attività sessuale "macula il loro corpo nel fango della incontinenza" e porta a vivere "al modo delle bestie". Il papa boy(a), dopo aver sostenuto che si tratta di una tradizione e non di una posizione dottrinale, chiama la rinuncia a tale tradizione: "cedimento alla tentazione" e quindi ivi si tradisce il motivo di fondo, che garantisce prestigio e potere rispetto alla massa dei fedeli deboli e peccatori [nota mia, e più lo sono, meglio è ;) ]


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XX

Quando si giunge al limite del monologo, ai confini della solitudine, si inventa (in mancanza di interlocutori) Dio, supremo pretesto di dialogo. Finché lo nominate, la vostra demenza è ben mascherata e ... tutto vi è permesso. Il vero credente si distingue a mala pena dal folle, ma la sua follia è legale, è ammessa; mentre se le sue aberrazioni fossero scevre di qualsiasi fede, egli finirebbe in un manicomio. :-( [ Nota mia, che differenza c'è fra uno che crede di essere Napoleone ed un altro che crede che Uno sia Dio in terra? ] Troppo umile per pregare, troppo inerte per varcare la soglia di una chiesa, io non voglio una capitolazione di Dio davanti alle mie preghiere. Ed a coloro che propongono l'immortalità, rispondo: Il mio orgoglio non è inesauribile, le mie risorse sono limitate. La vostra fede è semplicemente delirio di grandezza, tollerato dalla comunità. Soltanto l'aldilà offre spazio sufficiente alle vostre brama; la terra e i suoi istanti vi sembrano troppo effimeri. :D

Confrontare


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

La chiesa cattolica, non appena ottenne l'accondiscendenza del potere, si manifestò subito intollerante verso ogni altra religione e, ancora di più, contro ogni dissenso interno. Tale atteggiamento, secondo Mario Alighiero Manacorda è ricollegabile al monoteismo "geloso" (Mosè). Il mito classico era fantasia e ricerca (e perciò tolleranza) il dogma è cristallizzazione, verità assoluta, preclusione ad ogni fantasia e quindi ...
Il papa-boy(a), in occasione dell'anno santo, chiese perdono per le colpe passate in fatto di tolleranza, nel tentativo di tenere distinta la chiesa (sempre santa) dai suoi figli (peccatori). Le citazioni che seguono, di teologi e di papi, mostrano invece che praticando l'intolleranza verso atei, eretici, ebrei "streghe" ed omosessuali, anche nelle forme più estreme, i cattolici dei secoli passati non contraddissero, bensì seguirono la fede professata. Non disubbidiro, bensì ubbidirono a precetti, dottrine, encicliche e decreti della chiesa. :old: :pss:


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CULTO E POTERE

Aggressivi in nome di Dio

Nel recente «Cristiani perseguitati e persecutori» Franco Cardini affronta il tema della violenza nei primi secoli del cristianesimo. Un tema che riemerge nell'antologia «Il processo agli ultimi catari» curata da Elena Bonoldi.

È comune in tempi come i nostri, nei quali il dibattito sul ruolo delle religioni nella cultura e nella società è tornato a farsi intenso, leggere giudizi opposti (e ugualmente acritici) sulla storia del cristianesimo: per alcuni si sarebbe diffuso grazie a un messaggio d'amore e compassione (contrariamente all'Islam, aggiungono in genere costoro), per altri sarebbe «colpevole» delle crociate, dell'inquisizione e di altri innumerevoli misfatti. Si tratta di polemiche strumentali, che non hanno a cuore la conoscenza storica, ma che della storia si servono appiattendola in una serie di quadretti a tinte rosee o a tinte fosche. Tuttavia è pur vero che sulle modalità dell'affermazione della religione cristiana nell'impero romano, nonostante una ricca letteratura a riguardo, rivolta però soprattutto a un pubblico di specialisti, non sempre le idee sono chiare.

I sospetti dei «tradizionalisti»
Cristiani perseguitati e persecutori di Franco Cardini (Salerno Editrice, pp. 188, euro 12,50) ci proietta già dal titolo al cuore del problema; fino all'età di Costantino i cristiani vivono nell'impero romano una condizione difficile, dovuta alla scarsa compatibilità tra una fede monoteistica alla quale si erano votati e un mondo in cui era per loro opportuno tenersi lontani da quelle occasioni in cui cerimonie civili e culti che noi qualifichiamo oggi come «pagani» in qualche modo si associavano: a partire dal cerimoniale di omaggio alla figura dell'imperatore.
Nonostante questa difficoltà di fondo, è assai probabile che molti fra loro cercassero una forma di convivenza con le strutture di potere e di culto circostanti, comportandosi da buoni cittadini non più e non meno degli altri. Il sospetto che circondava i cristiani, come sembrano mostrare alcune testimonianze dell'epoca, era comunemente riservato dai «tradizionalisti» romani a coloro che aderivano a culti provenienti dall'Oriente: le voci che riferivano dei riti abominevoli dei cristiani, consistenti soprattutto in casi d'infanticidio e di pedofagia nonché d'incesti e di promiscuità sessuale, delitti perpetrati nel corso di riti notturni e segreti, erano già circolate in forme più o meno analoghe nei confronti di culti stranieri e misterici come quelli dedicati a Dioniso o a Cibele.

Proposte e imposizioni
La controversa scelta di Costantino a favore dei cristiani, scelta che Cardini dibatte attentamente nel testo, rappresenta un tornante epocale; una minoranza religiosa diviene a quel punto la colonna portante dell'impero, e a partire dalle norme emanate da Teodosio alla fine del IV secolo il cristianesimo si trasforma in religione di stato. Già questo dato, senza bisogno di aggiunte, pone una forte ipoteca sulla tesi del cristianesimo che si diffonde solo grazie al suo messaggio di pace.
Cardini non potrebbe essere più esplicito: «Le pagine che seguono non intendono affatto costituire un j'accuse non diciamo contro il cristianesimo in quanto tale, ma neppure contro le società che nei secoli si sono dette cristiane o contro le Chiese e le confessioni cristiane storiche. Non si proporranno dunque più o meno grandguignoleschi cataloghi di errori e di orrori, non si allineeranno argomenti "scandalosi" e recriminatorii, non si procederà ad alcuna macabra e ripugnante computisteria funebre. Ci si limiterà a richiamare i caratteri fondamentali delle persecuzioni delle quali i cristiani furono vittime tra I e IV secolo per mostrare come, nei due secoli successivi, la società divenuta a sua volta cristiana - e composta, non dimentichiamolo, per la stragrande maggioranza di figli e di nipoti non già dei perseguitati, bensì dei persecutori - si sia affermata a sua volta proponendo, ma anche imponendo, una fede di pace e d'amore con strumenti che furono non certo soltanto, ma tuttavia anche quelli dell'intimidazione, della costrizione legale, della seduzione e perfino della corruzione morale, della legislazione restrittiva o perfino inibitrice della libertà di coscienza, dell'esibizione della forza militare e della vera e propria violenza».
E ancora: «Quel che intendiamo qui ricordare è che, all'origine delle pagine più nere e sconcertanti non già del cristianesimo - che a sua volta non consiste tuttavia semplicemente ed esclusivamente nel rispetto dei valori evangelici -, bensì della storia della società cristiana e delle Chiese storiche, non stanno momentanee fasi di obnubilamento bensì lo sviluppo e la conseguenza di premesse intrinseche non ai loro principii, ma senza dubbio alla loro natura e alla dinamica secondo la quale esse si sono affermate nel mondo».
Insomma, se il caso del linciaggio di Ipazia, del quale negli ultimi mesi è capitato di sentir parlare più volte, non è stato un episodio eccezionale nella storia dell'affermazione del cristianesimo, il discorso non può limitarsa agli episodi di violenza esplicita; ma deve portarci invece a riflettere sulla complessità del rapporto persecutori-perseguitati.

Sacrifici in Val di Non
Nel 397, all'indomani dei decreti con i quali Teodosio I aveva eletto il cristianesimo a unico culto di stato, i missionari Sisinnio, Martirio e Alessandro vengono inviati dal vescovo di Trento, Vigilio, nelle aree montane circostanti la città, e precisamente nella Val di Non. Qui cominciano a predicare a montanari che, con tutta evidenza, erano legati alle pratiche religiose tradizionali.
Un giorno, alla fine di maggio, i tre assistono a un sacrificio di animali cui, stando al testo agiografico che racconta le vite dei tre, era stato costretto anche un neoconvertito: si trattava della festa degli Ambarvalia, un inseme di riti atti a favorire la fertilità delle messi; il culmine della cerimonia si raggiungeva con il sacrificio di un toro, una scrofa e una pecora che venivano prima condotti in processione tre volte attorno ai campi. Trattandosi di rituali strettamente legati alla vita stessa delle valli, peraltro piuttosto remote, i costumi locali dovevano aver risentito assai poco dei recenti provvedimenti legislativi sfavorevoli al culto pagano. I missionari cercano di impedire lo svolgimento della cerimonia sacra e i contadini, stanchi delle continue interferenze dei tre, li martirizzano: probabilmente sacrificando anch'essi alle divinità che avrebbero voluto abolire. Anche san Vigilio, secondo una tradizione tutt'altro che certa, avrebbe poi seguito i suoi missionari, finendo lapidato pochi anni più tardi in Val Rendena per aver distrutto un simulacro di Saturno. Martiri o persecutori? Entrambe le cose, evidentemente.
Si tratta di vicende che, seppur nella frammentarietà del racconto, sono significative della difficoltà che incontravano i missionari, forti del fatto che il quadro legislativo vigente aveva ormai abolito i culti precristiani, dichiarando lecito solo quello cristiano niceno-tessalonicese (cioè l'elaborazione teologica emersa come vincitrice dai concili del IV secolo), ma costretti a confrontarsi con comunità nelle quali tale decisione non poteva che assumere i contorni dell'arbitrio. La religiosità delle regioni marginali (e non soltanto di quelle) si radicava sui luoghi fisici (monti, foreste, sorgenti, fiumi, confini e così via) e sui ritmi tradizionali (la nascita, la morte, le nozze, il raccolto) con i quali si viveva a stretto contatto e da cui sovente si dipendeva: da questo derivava sostanzialmente il conservativismo, favorito da strutture mentali vecchie di secoli e forse di millenni, e la pratica tendenza a un sincretismo che accoglieva il nuovo senza per questo dover rinunciare al vecchio. Era arduo per i propagatori e i ministri della nuova fede lo spiegare che il Dio dei cristiani pretendeva un culto assoluto, per il quale si doveva rinunciare alle vecchie divinità e a quelle tradizioni che avevano accompagnato le comunità sino ad allora.

Storie di inquisizione
Cristiani perseguitati e persecutori accenna soltanto alle vicende successive alla prima affermazione del cristianesimo: dal massacro di qualche migliaio di sassoni, decisi a non convertirsi, voluto da Carlomagno e dai suoi vescovi, alle vessazioni degli eretici; dalle stragi dei nativi americani del Nuovo Mondo e alla tratta degli schiavi stivati in catene «a bordo di vascelli i capitani dei quali conoscevano a memoria interi libri della Bibbia». In particolar modo il capitolo delle persecuzioni antiereticali continua a esser terreno di indagine assai fertile; e nonostante le pubblicazioni non manchino, è un campo non privo di soprese. In Francia è il catarismo a suscitare l'interesse maggiore: ormai abbondano le edizioni critiche degli atti processuali, ricchi di interrogatori a testimoni e sospetti condotti dall'inquisizione domenicana all'indomani della crociata anticatara. Non tutto questo materiale è di facile accessibilità in Italia, e dunque risulta opportuna l'antologia Il processo agli ultimi catari. Inquisitori, confessioni, storie (Jaca Book 2011, pp. 318, euro 24), a cura di Elena Bonoldi Gattermayer, in cui sono raccolti alcuni fra questi testi. Siamo ai primi del Trecento, quando ormai la «Chiesa» catara è dissolta, ma sacche di resistenza persistono: in esse le credenze del catarismo si mescolano con un pensiero eterodosso (sui sacramenti, l'interpretazione dei testi sacri, la vita oltre la morte) difficile da collocare con precisione, nel quale sovente fanno capolino idee che sembrano provenire più da rielaborazioni personali (o anche collettive: ma senza una precisa gerarchia di insegnamento) del cristianesimo, del manicheismo cataro, di tradizioni che con una qualche approssimazione potremmo definire «popolari».

Un mondo di fate e cavalieri
Perché in fondo la realtà del cristianesimo vissuto si porterà dietro la difficoltà iniziale, il «peccato originale» di una fede imposta attraverso un atto di legge, che difficilmente poteva venire a capo di comportamenti e credenze radicati magari da epoche ancestrali. Un tratto che si percepisce chiaramente quando si volge lo sguardo ad ambiti liminari, qual è per esempio quello del rapporto tra i vivi e i morti: una tema cui è dedicato un recente lavoro di Laurent Guyénot, La mort féerique. Anthropologie médiévale du merveilleux. XIIe-XVe siècle, (Gallimard 2011, pp. 416, euro 24.50), che si colloca in modo originale sulla scia di analoghe ricerche di Laurance Harf-Lancner, di Jacques Le Goff o di Jean-Claude Schmitt. Guyénot analizza la cosiddetta «materia di Bretagna», una produzione letteraria che prende piede in Francia alla fine del XII secolo e che rapidamente si propaga in tutta l'Europa. Le avventure cavalleresche che vi si raccontano sono impregnate di sovrannaturale: fate che vivono in mondi «altri», cavalieri a loro volta «fatati», mettono in scena un immaginario della morte del tutto inedito.
Frutto del riemergere di mitologie pagane o prodotti della società contemporanea? Guyénot sembra propendere per la seconda ipotesi, ma certo è che la Chiesa stessa dovrà fare i conti con queste nuove istanze; e il cristianesimo che emergerà da tale confronto sarà qualcosa di nuovo rispetto al passato: come testimonia la nascita dell'idea di Purgatorio, assente nella cultura cristiana primitiva. Da questo cristianesimo «impuro» e perciò straordinariamente interessante non si può prescindere quando si guarda alla sua evoluzione; evoluzione la cui comprensione, al pari di quella di tutti i grandi fenomeni culturali, deve passare attraverso l'accettazione della complessità, rifuggendo la banalità degli schematismi.


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XXI

Se si mettesse su un piatto della bilancia il male che i "puri" hanno riversato sul mondo e sull'altro i danni provocati dagli uomini senza principii, né scrupoli ... ???
Nella mente che la propone, in ogni formula di salvezza è già pronta la ghigliottina e, nella storia, i disastri delle epoche corrotte sono meno gravi dei flagelli causati dalle epoche di fanatismo e credo ci sia comunque più umanità nella depravazione che nel rigorismo. Ad uno spirito sottile ripugnano la tragedia e l'apoteosi, l'esteta aborre il sangue, il sublime, gli eroi ... Apprezza ormai, soltanto i burloni. ;)


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Messaggio da leggere da Deadnature »

L'esteta aborre gli eroi
Mah, che in un forum sportivo in generale e ciclistico in particolare si possa dire ciò, mi lascia un po' perplesso. L'esteta non ama l'epica insita nelle due ruote?


http://www.spazidisimpatia.wordpress.com
Spazi di simpatia, nel nome dell'amore che regna nella nostra splendida Terra
Un blog consigliato da Basso, quello giusto.

Aderii alla campagna di garbata moral suasion per cacciare Di Rocco. E infatti...
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Re: Religione e dintorni :)

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Deadnature ha scritto:
L'esteta aborre gli eroi
Mah, che in un forum sportivo in generale e ciclistico in particolare si possa dire ciò, mi lascia un po' perplesso. L'esteta non ama l'epica insita nelle due ruote?
Probabilmente hai ragione, ma non devi credere che io spedisca solo quello in cui credo; per me Cioran rappresenta uno stimolo al pensiero diverso, ma non mi sembra che rappresenti un modello da seguire "in toto". :cincin:


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

Parola del signore: "Uccidete chi adora gli altri dei"


Che l'intolleranza sia un tratto distintivo delle religioni monoteiste risulta in modo inequivocabile dalla Bibbia, specie (ma non solo) dall'Antico testamento. La chiesa insiste sulla verità assoluta delle norme morali contenute nella Bibbia e delle stesse parti storiche, usandole per dare giustificazione alle persecuzioni dei pagani e degli eretici o proponendo come esempi gli stermini perpetrati da Mosè e da Elia o confermando, con Paolo di Tarso e Agostino d'Ippona, la legge che prevede la pena di morte contro i bestemmiatori e gli idolatri. Finché ...sono giustificate apertamente dal catechismo di Pio V e mai condannate in seguito, è difficile ritenere sincere le solenni dichiarazioni di B16 a favore della libertà religiosa, anche al di là dei ben poco tranquillizzanti trascorsi della stessa chiesa in materia ...
(segue)


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Re: Religione e dintorni :)

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lemond ha scritto:
Deadnature ha scritto:
L'esteta aborre gli eroi
Mah, che in un forum sportivo in generale e ciclistico in particolare si possa dire ciò, mi lascia un po' perplesso. L'esteta non ama l'epica insita nelle due ruote?
Probabilmente hai ragione, ma non devi credere che io spedisca solo quello in cui credo; per me Cioran rappresenta uno stimolo al pensiero diverso, ma non mi sembra che rappresenti un modello da seguire "in toto". :cincin:
Ok, grazie, non mi era molto chiaro ciò! Buon proseguimento, come vedi ti seguo con attenzione! ;)


http://www.spazidisimpatia.wordpress.com
Spazi di simpatia, nel nome dell'amore che regna nella nostra splendida Terra
Un blog consigliato da Basso, quello giusto.

Aderii alla campagna di garbata moral suasion per cacciare Di Rocco. E infatti...
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Re: Religione e dintorni :)

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Deadnature ha scritto:Ok, grazie, non mi era molto chiaro ciò! Buon proseguimento, come vedi ti seguo con attenzione! ;)
Certo e sono io che devo ringraziarti. :) :clap:


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il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XXII

L'umanità ha adorato soltanto coloro che l'ànno fatta perire. I regni in cui i cittadini si spensero pacificamente non trovano grande spazio nella storia, e nemmeno il principe saggio. La folla ama il romanzo, anche a proprie spese, perché lo scandalo dei costumi forma la trama della curiosità umana e la corrente sotterranea di ogni avvenimento. E' dunque del tutto naturale che l'umanità si sia offerta in pasto ai conquistatori e che la quantità di infamie commesse da un popolo sia l'unico indiziodella sua presenza e vitalità. Una nazione che non stupra più è in piena decadenza. Storia universale: storia del Male e storia delle Religioni. "Non ho fatto soffrire nessuno!" è un'esclamazione totalmente estranea a una creatura di dio. :diavoletto:


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Re: Religione e dintorni :)

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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale*

Guai a rinnegare il nostro padrone e signore Gesù

Nel nuovo testamento il tono cambia, perché altre sono le priorità, tuttavia non mancano testi canonici, cioè ritenuti dalla chiesa ispirati da dio, in cui si fa propria l'intollerenza del vecchio testamento. E' il caso ad es. di Paolo che conferma nella Lettera agli Ebrei e nella Lettera a Giuda la terribile legge mosaica su "coloro che non vollero credere".

Da perseguitati a persecutori

La moderna storiografia ha progressivamente ridemensionato l'entità delle persecuzioni subite dai cristiani nella Roma imperiale. Si è anche sottolineato il carattere politico, più che religioso, verso di loro. Sia perché ritenuti responsabili di varie rivolte sociali all'epoca, sia perché erano intolleranti verso ogni altra relugione e soprattutto verso quella *ecumenica* tolleranza che portava i romani a riunire in un unico tempio tutte le divinità allora in circolazione.
Si può dire in sintesi che i cristiani subirono per circa due secoli restrizioni all'esercizio della loro religione (che dovettero praticare in clandestinità), per ottenere poi libertà di culto e infine addiritttura una condizione di privilegio/monopolio. (segue)


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Re: Religione e dintorni :)

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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XXIII

Un "Cesare" è più simile ad un sindaco di paese che a uno spirito sovranamente lucido, ma privo di istinto di dominio. L'importante è comandare: la quasi totalità degli uomini aspira a questo. Che abbiate in mano vostra un impero, una tribù, una famiglia o un domestico, farete comunque valere le vostre doti di tiranno, glorioso o caricaturale: ai vostri ordine c'è tutto il mondo o una sola persona. :D
Nessuno basta a sé stesso: il più modesto trovera sempre un amico o una compagna su cui far valere il proprio sogno di autorità. Chi obbedisce si farà obbedire a sua volta: da vittima diventa carnefice, questo è il desiderio supremo di tutti. La brama di potenza permette alla Storia di rinnovarsi, rimanendo sostanzialmente la stessa; le religioni cercano/fingono di combatterla e riescono ad esasperarla. Se il cristianesimo si fosse realizzato pienamente, la terra sarebbe un deserto.


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Re: Religione e dintorni :)

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Per chi volesse risvegliarsi alla visione dell'essere, può ascoltare questo incontro e poi, se vuole ne discutiamo. Una sola premessa da parte mia, è troppa la differenza fra il relatore e chi, alla fine, fa le domande, che sembra proprio non essere un convegno organizzato da un circolo cattolico.

P.S.

Se uno ha la pazienza di ascoltare, posso assicurare che è garantito anche il divertimento.

http://www.radioradicale.it/scheda/2441 ... lita-laica


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W. Peruzzi

A sciogliere definitivamente la questione fra tolleranza ed il suo contrario ci pensò l'editto di Graziano, Valentiniano II e Teodosio, con cui la religione cattolica diventava *religione di Stato* e quanti si discostavano da essa venivano definiti *eretici* e minacciati dalla vendetta dell'imperatore. A questo editto, Teodosio fece seguire fra il 390 e il 392 una serie di misure persecutorie contro i pagani, sempre più costretti a non riunirsi nei templi, ma in case private e condannati a morte, dopo il 392, se facevano sacrifici o pratiche divinatorie.Le politiche degli imperatori furono non solo condivise da molti esponenti della gerarchia cattolica, ma addirittura utilizzate per dare il via a spedizioni punitive contro i templi pagani. Si ebbero demolizioni a Petra, Aeropoli, Canopo, Eliopoli, Gaza etc. ed a Alessandria fu lo stesso vescovo a guidare l'assassinio di Ipazia, singolare figura di scienziata e di filosofa pagana, trucidata da un gruppo di preti e fedeli fanatici (nota mia: ma il fanatismo mi sembra sia insito nella vera credenza religiosa), legati a San Cirillo.
Ma soprattutto in questo periodo cominciò ad essere elaborata la giustificazione dottrinale delle pratiche persecutorie. (segue)


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Re: Religione e dintorni :)

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E.M. Cioran

Una civiltà comincia a decadere nel momento stesso in cui la Vita diventa la sua unica ossessione. Le epoche di apogeo coltivano i valori per sé stessi e la vita non è che un mezzo per relizzarli; l'individuo non sa di vivere, vive "schiavo felice delle forme che genera, coltiva e idolatra". Ed essa muore quando non ha più la forza di inventare nuovi dèi, nuovi miti, nuove assurdità; i suoi idoli impallidiscono e scompaiono, ne attinge altrove, ma l'uomo si sente solo di fronte a "mostri" sconosciuti. Se però uno di quei mostri prevale, un altro mondo si mette in moto: rozzo, oscuro, intollerante, fino a quando non esaurisce il suo dio e se ne affranca; perché l'uomo è libero (anche se in decadenza) solo nelle epoche in cui gli dèi muoiono, schiavo (anche se in auge) solo in quelle in cui *da tiranni* essi prosperano. :grr:


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W. Peruzzi "Il cattolicesimo reale"

Allo scopo (anche le persecuzioni più estreme) fa comodo il Vecchio Testamento, perché proprio da lì derivano le esortazioni ad abbattere i templi dei "falsi" dèi (Deuteronomio). Tali esortazioni non rimasero inascoltate ed a farne le spese fu presto la stessa religione del V.T. (l'ebraismo) al punto da preoccupare Teodosio. Egli, che non aveva mai fermato i cristiani nelle aggressioni ai tempi pagnai, temeva la distruzione delle sinagoghe e i disordini conseguenti. Intimò ai cattolici quindi di ricostruirle a proprie spese, ma ebbe questa risposta da Sant' Ambrogio: "Io dichiaro di aver dato alle fiamme la sinagoga, sì sono stato io, perché non ci sia più nessun luogo dove Cristo venga negato ... E' più importante il mantenimento dell'ordine o l'interesse della religione?" [Nota mia e di questo grande santo il comunista Dario Fo ha scritto la biografia arricchita di elementi favolosi o leggendari a scopo celebrativo :D :D :D ]. Al Nuovo testamento "debitamente interpretato" si richiama lo stesso Ambrogio due anni dopo, nell'esposizione del Vangelo secondo Luca, per attaccare gli altri nemici della fede; quelli, come sappiamo, più insidiosi ed odiati: gli eretici.
"E' agli eretici che [gesù] paragona le volpi ... le volpi sono infatti animali che non fanno altro che ingannare, preparano le tane e stanno lì occultate ... Si sono meritate di stare nelle tane, dato che hanno perduto la casa che possedevano. Questa bestia non si addomestica mai. E inoltre, sempre il santo tanto caro a Dario Fo, "Gli eretici sono dei dèmoni, dei serpenti, dei falsari, peggiori del diavolo per la loro superbia, degni di ..."


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E.M. Cioran

Ogni civiltà configura una risposta alle domande che l'universo suscita, ma il mistero rimane intatto. Altre civiltà, con nuove curiosità, vi si cimenteranno, altrettanto vanamente, perché alla fine si scopre che ciascuna è soltanto ... un sistema di errori. All'apogeo si generano valori, al crepuscolo li si abolisce. Fascinazione della decadenza, delle epoche in cui le verità non hanno più vita, in cui si ammucchiano, come scheletri nell'anima pensosa e arida, nell'ossario dei sogni.


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W. Peruzzi "Il cattolicesimo reale"

L'uccisione di "pochi" per produrre "un salutare terrore" è ricavata dalla Bibbia come "regola per il futuro" e diventerà la norma dell'Inquisizione, sempre, naturalmente, non per crudeltà, ma per amore. :-( Un esempio plecaro si ha con la repressione del *donatismo*.
I proprietari terrieri dell'Africa proconsolare e della Numidia, spiega Enzo Mazzi a proposito della nascita di questa "eresia", utilizzarono la persecuzione di Diocleziano per terrorizzare, torturare, umiliare e reprimere i loro contadini. Naturalmente la chiesa si schierò dalla parte del latifondisti, con l'elezione a vescovo di Cartagine del favorito di Felice (vescovo dioclezianeo), il che provocò la rivolta della popolazione povera, che elesse vescovo Donato, scardinando "uno dei pilastri della dottrina cattolica: il valore assoluto della successione apostolica in sé; da vescovo a vescovo". Agostino si schierò con l'ortodossia, convincendosi anche che la repressione era l'unica strada, come racconta egli stesso nella Epistola 93. (segue)


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E.M. Cioran

Come mi è caro quel filosofo di Alessandria di nome Olimpio, che, sentendo cantare l'Alleluia nel serapeo, andò esule per sempre! Era la fine del IV secolo e la lugubre stoltezza della Croce proiettava già le sue ombre sullo Spirito. :-(
L'era della grande Laidezza è cominciata: un'isteria senza qualità si estende sul mondo. San Paolo, il più notevole agente elettorale di tutti i tempi, ha fatto i suoi giri *infestando* con le proprie epistole la limpidezza del crepuscolo antico.Un epilettico che trionfa su cinque secoli di filosofia! La Ragione confiscata dai Padri della Chiesa. :muro:
E se cerco la data più mortificante, se scorro l'inventario delle intolleranze, non trovo niente di paragonabile a quell'anno 529 in cui, per ordine di Giustiniano, fu chiusa la scuola di Atene. Soppresso ufficialmente il diritto a ... credere diventa un obbligo. E' il momento più doloroso della storia del ... mondo. :grr:


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W. Peruzzi

Questa persuasione (viva la forza) si accresce. in Agostino, per la sua profonda disistima verso gli eretici, considerati come strumento del demonio (La città di Dio, scritto dopo il 420). In qualche modo si anticipano le idee chiave dell'Inquisizione: l'eersia come reato statale (formalizzata da Innocenzo III). Biondo Biondi, giurista, docente all'Università cattolica, ci spiega il perché della posizione, che sta alla base dell'intolleranza cattolica (di sempre e per sempre :-( ) :" La religione annunciata da Cristo non è una delle tante che possono benissimo coesistere, ma è la vera, l'unica ... Considerato Dio come supremo reggente del mondo, padrone della vita e della morte dei singoli e dello Stato; l'infedele si considera colui che può attrarre l'ira divina anche sulla collettività. Perciò la Chiesa e lo Stato hanno il diritto/dovere di difendersi."


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E.M. Cioran

Non è certo un segno di benedizione essere stati ossessionati dall'esistenza dei santi. A questa ossessione si mescola un gusto per le malattie e un'avidità di depravazioni. Ci si preoccupa della santità solo se si è stati delusi dai paradossi terreni; allora se ne cercano altri, di una natura più strana, imbevuti di profumi e di verità ignoti; si spera in follie imtrovabili nei brividi quotidiani, follie cariche di un esotismo celeste e ci si scontra con i santi, con i loro gesti, la loro temerarità, il loro universo. Ecco come nasce l'agiografo, pronto per un lungo viaggio. Egli lo intraprende senza sospettare che è soltanto una passeggiata e che in questo mondo tutto delude ... soprattutto la santita. ;)

Nota mia, un esempio è Dario Fo con la sua storia di Ambrogio da Milano :D


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W. Peruzzi

Ad Abolendam. L'inquisizione medioevale

Non è possibile in questa sede fare la storia di un fenomeno così complesso come fu l'Inquisizione, analizzare le molte cause che ne determinarono la nascita, i legami con la repressione sociale, gli interessi favoriti dalla persecuzione degli eretici (passaggi di proprietà, dovuti alle confische, [ nota mia, come ai tempi delle proscrizioni di Silla a Roma . :-( ] etc.
Ma sarà utile sgombrare il campo da due approcci depistanti al tema, utilizzati da apologeti cattolici, come ad esempio l'articolo di Rino Cammilleri *La "leggenda nera" dell'inquisizione*.
1) Un primo esempio di approccio sbagliato è la disputa sul numero delle vittime. L'Avvenire, riportando le 800 pagine sull'argomento, ha scritto che sarebbero state meno di cento. :D Peccato che si trattasse soltanto delle streghe condannate dai tribunali centrali dei tre paesi (Portogallo, Spagna, Italia), cui andavano aggiunte, come lo stesso libro diceva, le altre 1200 condannate da "tribunali civili e vescovili" o le diecimila mandate al rogo solo nel Seicento e solo in Polonia (stessa fonte). In conclusione, anche escludendo le stragi compiute durante le crociate contro gli eretici, le vittime ed i torturati non furono affatto pochi, cinquecentomila secondo Adriano Petta, da settantamila a trecentomila (solo per le streghe) secondo altri. Un numero comunque molto difficile da precisare, perché molta parte degli archivi e dei documenti di processi, in essi contenuti, sono stati distrutti. Ma prima di essere una menzogna, la tesi sulla "mitezza" dell'inquisizione, è fuorviante, perché trascura il fatto principale: considerare gli eretici alla stregua degli assassini. Con altra parole, considerare la differenza di opinione in materia religiosa come un omicidio. :grr: (segue)


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E.M. Cioran

Vi fu un tempo in cui anche soltanto pronunciare il nome di una santa mi riempiva di delizia. Ripetendomi le esclamazioni di Teresa d'Aviila, la vedevo gridare all'età di sei anni: "Eternità, eternità", quindi seguivo l'evoluzione dei suoi ardori. Mi sarebbe piaciuto conservare il diario delle sue confessioni, fra le quali rammento "Tu non devi parlare con gli uomini, ma solo con gli angeli". Sono vissuto per anni all'ombra delle sante, ho prodigato, nel mio fervore per loro, tutta la mia capacità di adorazione, ma poi ho cessato di amarle. Perché di tutti i grandi malati, i santi sono coloro che sanno trarre il miglior partito dai loro mali. Nature decise, smodate, sfruttano il loro squilibrio con abilità e violenza. Dal punto di vista del saggio, non potrebbe esservi nessuno più impuro del santo; mentre per quest'ultimo, nessuno più vuoto del saggio. Sta qui tutta la differenza fra l'uomo, che capisce e *l'uomo che aspira*.


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W. Peruzzi

Un altro modo abbastanza in uso di cambiare le carte in tavola sta nel sostenere che gli eretici erano avversari dei sovrani e quindi l'Inquisizione fu solo un'istituzione politicamente necessaria e "tanto buona" per l'eretico, perché almeno costui poteva salvarsi almeno l'anima, ma talvolta anche la vita. :D
Il corollario è che, se il salvataggio non riusciva, la colpa era della vittima, "anarcoide", "fanatica", "polemica e proterva" come Giordano Bruno, che si dovette portare al rogo con la lingua inchiavardata, per evitare che desse scandalo ai fedeli con le sue bestemmie. !!! :-( Esso mi sembra faccia il paio con il moderno revisionismo storico, per il quale la colpa dei crimini nazisti sarebbe stata degli attentati partigiani.
Ma, a parte questo, la tesi di partenza è una menzogna colossale e per rendersene conto basta leggere le bolle papali che intimano alle autorità civili, specie a quelle più riluttanti come i veneziani, di eseguire senza indugio le sentenze ecclesiastiche! :grr:
Insomma, disputando sul chi, si cerca di distogliere l'attenzione dalla questione più importante: l'immoralità della chiesa che teorizzò, fino a farne una dottrina da insegnare ai fedeli (ai quali era pure prescritto l'obbligo della delazione) il diritto di ricorrere al braccio secolare, alla tortura e al rogo per imporre le proprie idee ed impedire agli altri di manifestare le loro, in materia di fede.


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Il priming è un meccanismo psicologico ormai abbastanza conosciuto: è dimostrato che, quando viene evocato un soggetto o un concetto, la nostra mente reagisce più velocemente all’evocazione di altri soggetti o concetti considerati simili o connessi al primo. Un automatismo su cui abbiamo scarse capacità di controllo, e che può quindi essere sfruttato da chi è in grado di attivare ‘stimoli’ su un numero consistente di individui: autorità politiche, mezzi di informazione, pubblicitari.
Da un po’ di tempo si sta studiando anche il priming religioso: la reattività della mente umana a concetti riferiti a Dio, all’aldilà e ad altre credenze di questo tipo. Due anni l’International Journal for the Psychology of Religion pubblicò un articolo, Speak, Lord, your servant is listening: Religious priming activates submissive thoughts and behaviors (“parla, Signore, il tuo servo sta ascoltando: il priming religioso attiva pensieri e comportamenti sottomessi”), che documentava gli esperimenti condotti da tre ricercatori dell’università cattolica di Lovanio. Lo studio confermava anche empiricamente il forte legame tra credenza religiosa e atteggiamenti di subordinazione e conformismo, nonché la capacità dello ‘stimolo’ religioso di amplificare preesistenti comportamenti sottomessi, tanto da rendere moralmente accettabili inviti eticamente discutibili, ma proposti in modo autoritario.
Un nuovo studio compiuto da quegli stessi ricercatori è stato pubblicato poche settimane fa. Intitolata Beyond Mere Compliance to Authoritative Figures: Religious Priming Increases Conformity to Informational Influence Among Submissive People (“Oltre il semplice rispetto di figure autoritarie: il priming religioso aumenta il conformismo delle persone sottomesse all’influsso dell’informazione”), la ricerca ha mostrato come le persone più disposte ad accettare un’autorità esterna sono anche le più pronte a uniformare le proprie valutazioni alle informazioni altrui, se ‘stimolate’ con messaggi religiosi.
La circostanza che personaggi dispotici, per far accettare e applicare le proprie volontà, anche le più infime, possano far leva sulla ‘naturale’ mentalità gregaria di gran parte della popolazione umana sembrerà a molti la scoperta dell’acqua calda. Non lo è, molto probabilmente, la conferma anche sperimentale che tali volontà saranno applicate con più fervore se circonfuse di un alone spirituale. Gli stimoli religiosi risultano del resto essere più efficaci, persino sugli scettici, quando si vuole promuovere sollecitare donazioni volontarie e anonime (cfr. God Is Watching You: Priming God Concepts Increases Prosocial Behavior in an Anonymous Economic Game – “Dio ti sta osservando: il priming religioso incrementa il comportamento pro-sociale in un gioco economico anonimo” – pubblicato qualche anno fa su Psychological Science).
Dio è automaticamente associato dalla nostra mente ad atteggiamenti generosi, oppure a un controllo di tipo inquisitoriale che ci spinge, o ci costringe, a comportarci meglio? Bella domanda, a cui mancano per il momento risposte convincenti. Gli studi dei ricercatori belgi orientano tuttavia a ritenere più probabile ritenere che il concetto di Dio ci sollecita a comportarci in un certo modo. Qualunque modo.
La pro-socialità, e la soddisfazione che ne scaturisce, sono soprattutto una conseguenza dell’essere animali sociali: si può essere tali appartenendo indistintamente a una Chiesa, all’UAAR o a una bocciofila. Non è dunque la propensione dei fedeli a fare ciò che è stato insegnato loro a fare per guadagnarsi il paradiso a rendere le persone più ‘buone’, come sosteneva invece Kant, quanto, piuttosto, la propensione a eseguire ordini. Ma cosa accade, quando gli ordini spronano i fedeli a comportamenti violenti?
La storia è piena di esempi, che non è qui il caso di ricordare. Se un mondo pieno di solipsisti a-sociali sarebbe destinato a collassare rapidamente, altrettanto potrebbe dunque accadere a un pianeta di sette miliardi di fanatici pro-sociali, intenti a imporre al prossimo loro ciò che i loro sacerdoti ritengono sia il suo bene. Con una fondamentale differenza: la scala. Le religioni possono potentemente moltiplicare gli effetti del loro operato quanto mai riuscirebbero a fare gruppi di a-sociali (ir)razionalisti, che per la loro stessa natura tendono a non superare mai le poche decine di unità.
In Germania, l’atteggiamento di supina accettazione ed esecuzione di ogni ordine, anche il più criminale, è stato definito kadavergehorsam, l’obbedienza cieca paragonabile a quella di un cadavere. È stato sovente utilizzato per cercare di spiegare la mentalità dei soldati semplici delle SS. Eppure è un’espressione ripresa da perinde ac cadaver: l’obbedienza totale al papa che sant’Ignazio di Loyola volle e impose ai gesuiti.
Le autorità religiose conoscono molto bene il potenziale esplosivo del condizionamento che sono in grado di imporre. Ma non amano parlarne. In passato se ne sono servite ad abundantiam. Chissà se lo faranno anche in futuro.


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E.M. Cioran

La donna (e l'uomo) e l'assoluto

"Mentre nostro signore mi parlava ed io contemplavo la sua meravigliosa bellezza, notavo la dolcezza e talvolta la severità con le quali la sua bocca così bella e così divina, proferiva le parole. Avevo un desiderio estremo di sapere quali fossero il colore dei suoi occhi e le proporzione della sua figura." (santa Teresa). Per Santa Teresa e le altre donne vi sarebbe dunque soltanto una differenza nella capacità di delirare, una questione di intensità e di direzione dei ... L'amore (umano o divino) livella gli esseri, amare una "sgladrina" o amare dio "c'est la même chose", cambia soltanto l'oggetto, ma quel che rimane è il pretesto del bisogno di adorare e dio è solo un diversivo fra tanti altri.


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Ricevo ed inoltro
La donna (e l'uomo) e l'assoluto

"Mentre nostro signore mi parlava ed io contemplavo la sua meravigliosa bellezza, notavo la dolcezza e talvolta la severità con le quali la sua bocca così bella e così divina, proferiva le parole. Avevo un desiderio estremo di sapere quali fossero il colore dei suoi occhi e le proporzione della sua figura." (santa Teresa). Per Santa Teresa e le altre donne vi sarebbe dunque soltanto una differenza nella capacità di delirare, una questione di intensità e di direzione dei ... L'amore (umano o divino) livella gli esseri, amare una "sgladrina" o amare dio "c'est la même chose", cambia soltanto l'oggetto, ma quel che rimane è il pretesto del bisogno di adorare e dio è solo un diversivo fra tanti altri.


Mah! Cioran avrebbe potuto essere anche più esplicito, dato quel che risulta in modo meno allusivo dalle testimonianze dei contemporanei sul carattere sessuale delle estasi di quella “santa”. Bernini esplicito del resto era stato più che mai, con quell'angelo feritore che, con la freccia in mano, simbolo fallico più che evidente, se la ride soddisfatto nel vedere Teresa da lui mandata in un'estasi (dopo tutto, mandare in estasi la donna è sempre il necessario completamento del piacere maschile, specie quando il maschio la vede in faccia).
In gamba!
Silvio Basile


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Dopo il divertente interludio di Desmo, continuo (in maniera più seriosa) a scrivere anche di testamento biologico. :)

W. Peruzzi

Dopo l'Inquisizione, l'intolleranza continua


La conferma che l'Inquisizione non cessò per scelta della chiesa, ma perché dopo l'illuminismo, nonostante gli effimeri tentativi di restaurazione, essa non aveva più la forza per imporla e difettava di "bracci secolari" al suo servizio, sta nel fatto che, con l'eccezione del Vaticano II, la dottrina cattolica seguita ad essere inprontata al drastico rifiuto della laicità dello Stato e della libertà di coscienza (loro lo chiamano, con disprezzo, laicismo :-( )
La libertà di coscienza è il delirio, lo Stato deve professare l'unica vera religione ... cioè quella cattolica e quindi niente procreazione assistita, testamento biologico e quant'altro non può andare in perfetta cocordanza con il volere di dio (ottimo e giusto sempre) :D, perché non ci può essere dialogo con l'errore, ma solo con l'errante. (segue la "sana" laicità)


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Il vertice segreto
per la "Cosa bianca"
voluto da Bertone,
l'ira della Cei
Il cardinale Tarcisio Bertone

Via Marsala 42 a Roma. Parrocchia salesiana del Sacro Cuore di Gesù. Una delle basiliche minori più vistose di Roma. Dalla vicina stazione Termini entrano alla spicciolata una quarantina di persone. Sono i partecipanti ad un incontro "riservato" sul dopo Berlusconi promosso dal Vaticano per capire cosa fare. Un vertice "segretissimo" cui prendono parte rappresentanti dell'associazionismo ma anche politici cattolici di maggioranza e opposizione: come Pisanu (Pdl) e Fioroni (Pd). Un summit voluto, però, dalla Segreteria di Stato.

La riunione si è tenuta nei locali affidati alla Società Salesiana di San Giovanni Bosco la scorsa settimana su iniziativa del Segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, mons. Mario Toso, salesiano. Come salesiano è il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, assente ma ben informato sull'organizzazione dell'incontro. Presenti molte associazioni del laicato cattolico, come le Acli, il Movimento Cristiano Lavoratori, la Cisl, il mondo delle Cooperative, il Movimento dei Focolari, Rinnovamento dello Spirito, gli Scouts dell'Agesci, la Compagnia delle Opere, rappresentanti del Forum del Terzo Settore (che più volte ha manifestato davanti a Montecitorio contro la finanziaria denunciando lo smantellamento dello "stato sociale" in Italia). Rappresentanti di quel laicato cattolico già critico sul governo Berlusconi come emerso nel documento finale delle Settimane Sociali della Cei dell'ottobre scorso a Reggio Calabria.

In prima fila, su invito del Vaticano, esponenti politici, da Fioroni, Pd, a Pisanu, Pdl, Cesa, Buttiglione e Binetti dell'Udc, Bonanni, Cisl, e Pezzotta. All'ordine del giorno, il tema della formazione di un nuovo partito cattolico, un Ppe nazionale o la possibilità di organizzare un fronte politico trasversale a sostegno dei valori cattolici. Archiviato l'appoggio politico a Berlusconi, cattolici e politici si sono interrogati sulla possibilità di appoggiare, a certe condizioni, anche il lavoro del neo segretario del Pdl, Alfano "per un rinnovato e nuovo centrodestra". Tutti uniti nel chiedere subito "una legge elettorale", "che torni a dare voce alla società italiana" senza che il destino degli italiani sia legato al bipartitismo, scelta "calata dall'alto" che "per storia e cultura del Paese non funziona".

La riunione è stata aggiornata ai primi di agosto, nella sede romana di Confcooperative. Ma le reazioni non si sono fatte attendere. La Cei non ha gradito, giudicando l'incontro "un'ingerenza vaticana nelle cose di competenza della Chiesa italiana" e il portavoce don Pompili, non nuovo a "tentativi di controllo sulle opinioni dei vescovi e del laicato cattolico", ha invitato il mondo dell'associazionismo, in accordo con il presidente Cei, card. Bagnasco, "a non accogliere altri inviti" e a "non presentarsi ai prossimi incontri". Una nuova spaccatura sulla politica tra Cei e Vaticano, e all'interno della Cei, con i laici, quel popolo di Dio che non è più disposto a celare "pareri e impegno nel sociale", indipendentemente dal parere del vertice. Una spaccatura che investe anche i vescovi italiani. A fronte della volontà della Cei di "parlare con una sola voce", molti pastori sostengono, al contrario, che "la Chiesa non deve mai smettere di discutere soprattutto al livello delle sue gerarchie, dialogando con tutti per costruire il bene comune a partire dal sentire della gente". Il rischio del silenzio è l'irrilevanza della dottrina sociale della Chiesa, sia a destra che a sinistra.
(10 luglio 2011)


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E.M. Cioran

La santità è il frutto supremo della *malattia*. Quando si è in buona salute, essa sembra mostruosa, ma basta che quell'amletismo automatico, che è la Nevrosi, reclami i suoi diritti, perché i cieli prendano forma e costituiscano la cornice dell'inquietudine. Se il cristianesimo avesse proposto l'igiene in luogo dell'inverificabile, si cercherebbe inutilmente un solo santo, ma esso ha coltivato invece le nostre piaghe. :-( La salute: arma decisiva contro la religione, inventate l'elisir universale e il cielo sparirà per sempre. Dio è la nostra ruggine, il deperimento insensibile della nostra sostanza; quando egli ci penetra, noi crediamo di elevarci, ma discendiamo sempre di più ... superstizione sinistra, cancro aureolato, che rode la terra da millenni. :grr:


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W. Peruzzi

La "sana" laicità del XXI secolo

Possiamo partire da una dichiarazione di Rino Fisichella, rettore dell'Università pontificia, sullo svolgimento del "Gay pride" a Roma: " Milioni di persone stanno vivendo a Roma un avvenimento di fede, il Giubileo) ... e vogliono fare una manifestazione provocatoria contro la fede e i credenti (!?) ... Proprio uno Stato laico ha il dovere di salvaguardare i diritti della maggioranza e la maggioranza oggi a Roma sono i credenti." Dispregio per le minoranze, ecco la nuova laicità, di cui parlerà alcuni anni dopo anche il patriarca di Venezia, Angelo Scola: "Io dico la mia idea, tu la tua, il popolo giudichi qual è la migliore e lo Stato la assume". Secondo questa curiosa (ma non troppo, se si guarda il "testamento biologico" o la legge 40) si può arrivare ad imporre alla minoranza, in nome della "democrazia" le scelte etiche e, perché no?, la religione della maggioranza. :grr: Ma veniamo al più autorevole (Discorso alla curia per gli auguri natalizi di B16 il 22/12/2005). "Un avvicinamento fra Chiesa e laicità è possibile se ... si rinuncia alla laicità, ossia si accetta *uno Stato moderno laico*, che perciò non è neutro riguardo ai valori, ma vive attingendo alle grandi fonti etiche aperte dal cristianesimo". Analoghe "aperture" fa il papa rispetto alla libertà religiosa, che egli intende solo come libertà di averne una, ma non anche di *non* averne nessuna. Agnosticismo e relativismo, anziché essere rispettati (nota mia, ecco qui la parola è usata con l'accezione giusta ;) ) come una delle tante forme in cui si esprime la libertà, sono ritenuti da costui un "ostacolo subdolo" e una minaccia per essa. Dal che deriverebbe, ha osservato il filosofo (non ateo) Emanuele Severino che per garantire la libertà religiosa ... si dovrebbe bandire dallo Stato ogni forma di pensiero che si ponga in contrasto con il cristianesimo o con la religione in generale ... (Hitler non seppe far meglio con gli ebrei) :grr: )


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E.M. Cioran

Teologia

Sono di buon umore: Dio è buono; sono triste: Dio è cattivo; indifferente: è neutro: I miei stati d'animo gli conferiscono attributi corrispondenti. Quando amo il sapere, egli è onniscente e quando adoro la forza, è onnipotente. Se mi sembra che le cose esistano, anche lui esiste, altrimenti sparisce. Mille argomenti lo sostengono, mille lo demoliscono; se i miei sentimenti lo animano, le mie collere lo soffocano. Non potremmo creare un'immaginme più mutevole: lo temiamo come un mostro e lo schiacciamo come un insetto, è l'Essere e il Nulla. La preghiera, se anche dovesse soppiantare la Gravitazione universale, non riuscirebbe a garantirgli una durata, perché resterebbe in balia delle nostre ore. Il suo destino ha voluto che fosse immutabile solo agli occhi degli ingenui e dei ritardati.


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W. Peruzzi

L'antisemitismo

[Ebrei], dovete riconoscere che siete abbietti ... A ragione vi maledicono entrambi i Testamenti. Leone I Magno

Invece il teologo cattolico Hans Kung: "Si deve dire con tutta chiarezza che l'antigiudaismo nazista fu l'opera di empi assassini ... però, esso sarebbe stato impossibile senza il precedente di quasi duemila anni di antisemitismo cristiano".

[Nota mia. ho usato antigiudaesimo ed antisemitismo come sinonimi per liquidare la distinzione stumentale e capaziosa che talora si tende a fare]

La chiesa in particolare usa tale differenza, considerando l'antigiudaismo come ostilità circoscritta all'ambito teologico-religioso per la colpa degli ebrei, in quanto responsabili di aver ucciso Gesù, mentre antisemitismo sarebbe l'odio per gli ebrei in quanto tali.. Ma leggendo i testi che seguono si vedrà come l'accusa di "deicidio" servì per giustificare l'odio verso il popolo ebraico "tout court" e le persecuzioni conseguenti.


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E.M. Cioran

Divagazioni in un convento


Non è ancora giorno, dalla mia cella sento delle voci e ritonelli secolari, offerte ad un cielo latino e banale. Poco fa, nella notte, dei passi si precipitavano verso la chiesa: il mattutino.
Non c'è per ... spettacolo più sconcertante dei rimuginatori dell'assoluto! Donde traggono tanta ostinazione nell'inverificabile, tanta attenzione al vago e tanto ardore nel coglierlo? Davvero non capisco le loro certezze, né la loro "serenità". Essi stimano la loro "anima" più dell'universo e questo falso giudizio è all'origine di sacrifici e di rinunce totalmente assurdi. Mentre noi facciamo esperienze le più diverse, in balìa del caso e dei nostri umori, essi ne fanno soltanto una, sempre la stessa, di una monotonia e di una profondità che ripugnano. E' vero che Dio ne è l'oggetto, ma quale interesse possono ancora trovarvi? Sempre eguale a sé stesso, infinito di identica natura, egli non si rinnova; potrei riflettere su di lui incidentalmente, ma riempire di costui le mie ore ...!? Quale mai sarà lo splendore di una preghiera che non si rivolge a nessuno!? (segue)


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W. Peruzzi

La condanna del popolo "deicida"

Sono già i vangeli (tutti e quattro) a presentare l'uccisione di Cristo come una colpa non solo di Pilato o dei sacerdoti ebrei, ma di "tutto il popolo giudeo" e della sua discendenza. Nel vangelo di Giovanni è addirittura Gesù stesso che li identifica con il diavolo : loro padre! Il padre della chiesa greca Giustino nel "Dialogo con Trifone" li dipinge come "idolatri", "uccisori di giusti", assassini impentiti di Dio e degli stessi cristiani.Origine e Tertulliano si spingono anche più in là e cioè che le persecuzioni subite dagli ebrei sono il giusto castigo per le loro colpe, prima fra tutte l'abominevole uccisione di Dio! (Insomma Hitler "ante litteram"). L'assimilazione degli ebrei al diavolo ("loro padre") torna con Agostino (l'infame d'Ippona) e con lui si può terminare l'antisemitismo degli antichi. Naturalmente possiamo anticipare (da moderni, con Robert Piperno) che l'accusa di deicidio è "moralmente inconcepibile" se si pensa che gli ebrei non consideravano Gesù un dio e che, d'altra parte, la crocifissione era un supplizio tipicamente romano e fu decisa da un magistrato imperiale. L'antisemitismo si capisce di più se si considerano i motivi politico-sociali, che spingevano i cristiani a distinguersi nettamente dagli ebrei, poco graditi agli imperatori, a causa del loro nazionalismo.


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E.M. Cioran

La sola risposta al nulla, si trova nell'illusione; ma essa ne provoca altre: "Come hanno acquisito quest'illusione, denominata *grazia* ? In virtù di quale privilegio sono stati indotti a sperare ciò che nessuna speranza del mondo ci lascia intravedere? Con quale diritto si insediano in un'eternità che ogni cosa ci nega? Con quale sotterfugio questi possessori si sono appropriati del mistero, per goderne?" Dio appartiene a loro, cercare di portarglielo via sarebbe vano, perché essi stessi non conoscono il procedimento grazie al quale se ne sono impadroniti. *Un bel giorno* credettero! :D Come una malattia, la fede si insinua, nessuno potrebbe averla a comando: si è credenti o non lo si è, come si è pazzi o si è normali. Per quanto mi riguarda, le mie spalle sono troppo stanche ... per sostenere il cielo. :D
[Nota mia, sul fatto di credere a comando, sono più d'accordo con Luigi Lombardi vallauri che sostiene: "La religione andrebbe - come un tempo il sesso - vietata ai minori di 18 anni. Cos'è giusto desiderare per i bambini, cioè per gli esseri umani nell'età del primo sviluppo fisico e mentale? Un'educazione religiosa favorisce questo desiderabile sviluppo? No, anzi, l'imposizione degli engrammi della credenza soprannaturale sul cervello-mente bambino rischia di rimanere indelebile quando si abbina al sentimento del dovere!" :grr: Oppure con Giorgio Gaber


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L'universo secondo Margherita, scienziata atea
di Cristiana Pulcinelli |

Arrendiamoci, ci sono domande a cui l'essere umano non potrà mai rispondere: perché c'è l'universo e non il nulla? Perché la velocità della luce è un limite insuperabile? Perché c'è la forza di gravità che modella il cosmo? Se ne potrebbero trovare altre cento di domande impossibili. Il fatto è che la scienza si occupa del "come" e non del "perché" delle cose. E quindi i motivi per cui l'universo è così come lo conosciamo non potremo scoprirli attraverso il metodo scientifico. Ciò non toglie che un certo orgoglio dovremmo provarlo, come esseri umani, perché invece su come è fatto e funziona l'universo oggi sappiamo molte cose. Una conoscenza che è frutto di una curiosità nata, probabilmente, quando il primo uomo è sceso dagli alberi, ha assunto una andatura eretta e ha alzato gli occhi al cielo.
Una storia lunga, quindi, 5-6 milioni di anni. Per ripercorrerla, quale guida migliore potremmo avere di Margherita Hack? Il suo nuovo libro (Il mio infinito. Dio, la vita e l'universo nelle riflessioni di una scienziata atea, Dalai editore, pp. 207, euro 17,50) è costruito proprio come un cammino attraverso le conoscenze dell'uomo sull'universo. Si comincia dagli antichi miti sull'origine del mondo, si passa poi ai primi scienziati greci che, grazie alle regole della geometria, riuscirono a misurare con una certa precisione il raggio della Terra e la sua distanza dalla Luna e dal Sole. E poi l'universo degli antichi: da Aristotele a Tolomeo. L'era moderna con Copernico, Giordano Bruno e Galileo. Newton e la legge di gravità. Per arrivare alla nascita di una nuova disciplina, l'astrofisica, e alle scoperte fondamentali dell'ultimo secolo, come ad esempio la prova del Big Bang giunta grazie alla scoperta della radiazione di fondo, o la scoperta che nell'universo ci sono molti, moltissimi pianeti simili alla nostra Terra.
E' facile nel corso di questa storia imbattersi in concetti come quello di Dio, Ente creatore, Fede. Hack li affronta senza timore, da scienziata atea, come recita il sottotitolo del libro. Almeno da Galileo in poi la questione principale è sempre la stessa: scienza e fede sono inconciliabili? Per rispondere Hack parte da un presupposto: tanto il credente che il non credente non possono dimostrare scientificamente l'esistenza o la non esistenza di Dio e quindi non ci resta che un atteggiamento laico: "Scienza e fede possono benissimo convivere. Lo scienziato credente adotterà il metodo scientifico per le sue ricerche e attribuirà la capacità del cervello umano di decifrare l'universo a questa misteriosa entità chiamata Dio, ispiratore della ragione e anche causa ultima del mondo. Il non credente, dal canto suo, prenderà atto del fatto che la materia nelle sue forme più elementari abbia la capacità di aggregarsi e formare atomi e molecole, stelle e pianeti, ed esseri viventi. (...) Ateo e credente possono anche dialogare, a patto che ambedue siano laici, nel senso che rispettano le credenze o le fedi dell'altro senza voler imporre le proprie".
Nel frattempo gli scienziati, siamo essi credenti o atei, potranno continuare a cercare una risposta ad altre domande, quelle che oggi riteniamo impossibili, ma solo perché ci sono ostacoli fisici che sembrano insormontabili. Ad esempio: cos'è la materia oscura e l'energia oscura? C'è stata davvero l'inflazione? Potremo viaggiare da un sistema solare all'altro, magari ibernandoci? Riusciremo a mandare e ricevere segnali radio e immagini ad altri pianeti e scoprire altre civiltà? Su questi problemi lavorerà il cervello delle generazioni future perché se c'è una cosa chiara è che non si potrà mai limitare la curiosità della mente. Dio, invece di offendersi perché ci vogliamo sostituire a lui (come qualcuno teme), "dovrebbe essere contento che i suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza, si avvicinino sempre più ai segreti della sua Creazione".

4 luglio 2011


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W. Peruzzi

L'atteggiamento verso gli ebrei durante il Medioevo fu più contraddittorio, oscillando fra la consueta ostilità e la tolleranza, pur avendo sempre come obiettivo la loro conversione alla "vera" religione. L'accanimento crebbe soprattutto nel XII-XIII secolo, quando si manifestò una grande violenza anche contro gli eretici e gli omosessuali, con l'inizio dell'Inquisizione. In questo periodo nasce anche la leggenda che gli ebrei pratichino l'omicidio rituale, crocifiggendo o uccidendo bambini cristiani. Un esempio, per tutti: a Béziers, la domenica delle palme era uso tirare le pietre agli ebrei e aggredirli, per vendicare il Signore. :grr: Il razzismo di cui da prova la chiesa diventa sempre più "senso comune" nell'europa dell'età moderna, quando l'antisemitismo cristiano sfocia in persecuzioni-espulsioni degli ebrei dalla Spagna e da altri paesi o nella loro ghettizzazione.


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Avendo consumato la mia qualità di uomo, niente mi è più di alcun profitto: Ovunque non scorgo altro che bestie da ideale che si imbrancano per belare le loro ... Quegli stessi che non vissero insieme, li si costringe a vivere insieme da fantasmi, altrimenti, a che scopo si sarebbe concepita la *comunione dei santi? :D :D :D

Emil M. Cioran "Sommario di decomposizione" [Fine]


http://it.wikipedia.org/wiki/File:Cioran_by_ironie.jpg


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Re: Religione e dintorni :)

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Contrordine: la chiesa ama gli ebrei

La svolta si produsse con Giovanni XXIII e con il Concilio Vaticano II. Nel 1965 la dichiarazione Conciliare "Nostra aetate" è estremamente precisa nell'attaccare l'antisemitismo cristiano: "Cristo non fu ucciso dagli ebrei, ma scelse di morire." Ma chi, per quasi duemila anni, aveva affermato quanto il Vaticano II nega? Su questo il Concilio tace e tale silenzio servirà trent'anni dopo a G.P.2 per rispondere nel suo "Discorso ai partecipanti all'icontro di studio su Radici dell'antigiudaismo in ambiente cristiano", in modo del tutto bugiardo. E sulla scia del mentitore si muove il documento "Noi ricordiamo" che vorrebbe manipolare la storia per cancellare ogni colpa della Chiesa in quanto tale, cercando di scaricarla sui singoli cristiani->poveri cristi->cretini. (-> significa etimologia). Si evita così di dire quanto l'antisemitismo nazista (cristiano) fu favorito da quello cattolico, come avevano scritto autocriticamente Kung e sfacciatamente il fascista Farinacci. A questo punto è da chiedersi quale credibilità può vantare un'istituzione che, dopo aver definito per duemila anni gli ebrei popolo deicida, giustamente errante e maledetto, oggi non solo nega che gli ebrei siano tali, ma perfino di averlo detto??? B16 ha poi peggiorato ancora le cose tornando a pregare, nel quadro della sua politica di restaurazione, per la "conversione" degli ebrei. ("Summorum pontificium")


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Donne e religioni monoteiste

Riduzione da:
Aforismi e citazioni religiose monoteiste
contro le donne
A cura di Laura Morandi


Donna accusata di adulterio viene sepolta fino a mezzobusto per essere
assassinata mediante lapidazione
nel nome di <http://cfivarese.altervista.org/SI_poesie25.html>Dio
onnipotente e misericordioso.<http://cfivarese.altervista.org/SI_poesie25.html>



Lapidazione: "Quando una fanciulla vergine è fidanzata, e un uomo,
trovandola in città, pecca con lei, condurrete tutti e due alla porta di
quella città e li lapiderete così che muoiano: la fanciulla, perché essendo
in città non ha gridato, e l'uomo perché ha disonorato la donna del suo
prossimo. Così toglierai il male da te." Bibbia, Deuteronomio XXII, 23
(3millenni fa)

Sotto: OGGI!


Assassinio mediante lapidazione di donne con la folla che osanna dio
onnipotente e misericordioso.

"Ogni donna impudica sarà calpestata come sterco nella via." Bibbia,
Siracide IX, 10

"Flagellate la fornicatrice e il fornicatore, ciascuno con cento colpi di
frusta e non vi impietosite [nell'applicazione] della Religione di Allàh, se
credete in Lui e nell'Ultimo Giorno, e che un gruppo di credenti sia
presente alla punizione." Corano, Sura XXIV, 2


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

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W. Peruzzi

L'omofobia

La tendenza omosessuale è disordine oggettivo ... Vi sono ambiti nei quali non è ingiusta discriminazione tener conto della tendenza sessuale. ad es. nell'assunzione di insegnanti o di allenatori sportivi ... J. Ratzinger


Costui è stato l'ultimo in ordine temporale, mentre uno dei primi fu Agostino, anche se non il precursore, perché già nel 200 Clemente Alessandrino nel Pedagogo si erge per condannare l'uomo che fa la parte della donna non solo nel rapporto sessuale, ma più in generale, andando contro dio, il quale ha voluto la donna "di pelle liscia" e l'uomo con "petto villoso". Un secolo dopo, l'omosessualità è condannata da autorevoli consessi ecclesiastici, come il Concilio di Elvira. Nello stesso periodo, alle pene ecclesiastiche, si aggiungono quelle imperiali (Costanzo II e Costante I) che comandano "punizioni raffinate per "Gli Infami". Ancora più grave la Costituzione imperiale di Teodosio nel 390, dieci anni dopo l'elevazione della religione cattolica a religione di Stato, che punisce l'omosessualità con la pena capitale.


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