Religione e dintorni :)

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Tratto da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

IX

Con l'enciclica "Quod nunquam" del febbraio 1875 Pio IX invitò i sacerdoti, che secondo Bismarck non avevavo i requisiti culturali previsti dallo Stato, a disobbedire alle leggi, perché sta scritto: "E' doveroso ubbidire a dio, piuttosto che agli uomini."
Questa politica purtroppo non giovò alla popolarità di Bismarck che, dopotutto, non era animato da particolare pregiudizio anticattolico; stava solo cercando di creare uno Stato nuovo nel quale fosse consolidato il potere centrale. Il suo realismo lo spinse a non arrivare al punto di fare della comunità cattolica un nemico dello Stato e l'occasione per una svolta venne nel 1878, dopo la morte di Pio IX, quando revocò alcune disposizioni più punitive adottate negli anni precedenti. Il "Kulturkampf" terminò quindi, secondo gli avversari del cancelliere, con la sua sconfitta. Ma l'intesa con il papato avvenne quando ormai era stato distrutto "l'ancien régime" e creato il moderno Stato tedesco.


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X

La chiesa, abbiamo detto, dovetto adattarsi agli Stati moderni, ma lo poté fare anche perché Pio IX l'aveva resa più forte per mezzo di due strumenti: a) il dogma dell'infallibilità papale; b) l'indipendenza finanziaria, attraverso il prestito che la santa sede stipulò con i Rothschild a metà dell'Ottocento, impegnandosi a riscattarlo entro il 1901. Restava un terzo corno da superare e questo si chiamava *veto* che Germania, Francia e Spagna potevano mettere all'elezione di un pontefice a loro non gradito. Nel 1903, quando da tempo ormai sembrava destinato all'oblio, il veto riapparve contro il cardinale Rampolla, protetto dai francesi, per opera di Francesco Giuseppe che scrisse una lettera al Conclave, nella quale si diceva che l'imperatore d'Austria si sarebbe valso di "un diritto e privilegio antico" per pronunciare l'esclusione dell'eminentissimo cardinale Mariano Rampolla del Tindaro. Ci furono brontolii, manifestazioni d'indignazioni etc, ma i voti da quel momento cominciarono a spostarsi su Giuseppe Sarto, patriarca di Venezia. Questo dramma ebbe due conseguenze collegate: l'elzione di Pio X (per merito del veto) il quale, per paradosso, incaricò una commissione con il precipuo scopo di abolirlo, anche se, abolire formalmente il diritto, equivaleva ad accettare inplicitamente la fine del potere temporale. Pio X decise che, potere temporale o no, non si poteva andare avanti con il veto e optò per una Costuzione apostolica pubblica, contenente un'energica condanna dello stesso. Accadde così che il veto venissesse abolito proprio dal papa che doveva ad esso la sua elezione. :D


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XI

Nella vicenda del conclave del 1903 vi era stato un altro risvolto paradossale e lo stesso Rampolla, se fosse stato eletto, non avrebbe potuto realizzare il disegno politico che gli si imputava, per il semplice motivo che la Francia non era più "la fille ainée del l'Eglise" ed anzi sarebbe diventata di lì a poco il più laico/ista degli Stati europei. Quella trasformazione fu il risultato di un evento che risaliva al 1894: "Il caso Dreyfus". Il capitano ebreo alsaziano era un imputato ideale per i suoi colleghi dello stato-maggiore, quasi tutti cattolici dell' "ancien regime". Un anno dopo la condanna, tuttavia, apparvero documenti che mettevano in dubbio il fondamento dell'accusa, ma il governo e i militari si arroccarono sulle loro posizioni, mentre al fronte degli innocentisti si iscrissero i liberali, i progressisti e i laicisti della tradizione giacobina. Il caso divenne così il pretesto per una guerra civile culturale e molti esponenti della chiesa colsero l'occasione per orchestrare una campagna che era al tempo stesso giudeofoba e antiprotestante. La vittoria dei "dreyfusards" produsse conseguenze politico-religiose enormi, perché i repubblicani e i democratici erano decisi ad usare la sconfitta cattolica per imprimere alla Francia la svolta licista che era stata fino a quel momento impossibile e fra il 1902 e 1904 fu approvata la c.d. "legge Combes" dove si denunciava il concordato e si trasferiva le proprietà ecclesiastiche a società private da costituirsi per quello scopo.


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XII

La chiesa ammirò la figura "eroica" di papa Sarto e lo santificò nel 1954 per aver condannato l'eresia modernista, anche se poi i successori furono molto meno intransingenti di lui (prima dell'apparizione del papi stranieri). Essi si resero conto che la chiesa aveva urgente bisogno di essere *Stato*, con un territorio, un confine, una bandiera e per far questo occorreva essere più tolleranti con i modernisti. Il primo passo fu fatto a Parigi, durante il congresso della pace del 1919 con l'incontro fra Vittorio Emanuele Orlando e il monsignor B. Ceretti della segreteria di Stato. La chiesa in quel frangente "andava a Canossa", ma per lo Stato si era disposti a ... Ma il Re si dimostrò contrario a qualunque accordo, perché lui era dell'opinione di Giolitti e cioè che Stato italiano e chiesa cattolica dovevano procedere come due rette parallele. ;) Le obiezioni di Vittorio Emanuele saranno, alla fine, superate, ma le crisi dopoguerra, il "biennio rosso", la formazione del primo governo Mussolini, l'assassinio di Matteotti e la creazione del regime, ebbero l'effetto di accantonare la questione romana fino ai nuovi negoziati del 1926. Nel 1919 era nato, ad opera di Don Sturzo, il partito popolare di matrice cattolica, ma quando Pio XI (Ratti, eletto nel 1922) si rese conto che fra tale partito e Mussolini nessuna collaborazione sarebbe stata possibile, il papa decise di abbandonare Don Sturzo e di indurlo a lasciare l'Italia. Fu la scelta politica che avrebbe aperto la strada alla ripresa dei negoziati sulla creazione dello Stato Vaticano. :x


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XIII

Il desiderio di uno Stato cresce fra il 1926 e il '28 insieme a quello, altrettanto necessario di negoziare un *Concordato*. Il fascismo, diventato regime, aspirerà ad esercitare funzioni sempre più invasive soprattutto nel settore dell'educazione che è sempre stata "cosa loro" e cioè il divino mandato: "euntes docete". Ed appunto due cose, sopra le altre, si ottennero con gli articoli 34 e 36. Il primo attribuisce effetti cicili al matrimonio cattolico e riconosce ai tribunali ecclesiastici la possibilità di annullamento, il secondo stabilisce che i programmi scolastici delle scuole pubbliche saranno da concordare con la Santa Sede. :-(


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XIV

Con il concordato la chiesa adottava una linea molto più politica rispetto a Pio X e, dopo l'Italia, il nuovo pragmatismo portò a cercare di ripristinare i rapporti con la Francia, anche se con i laicisti francesi un concordato era impensabile. Ma vi erano due terreni su cui instaurare un'intesa cordiale: l'Action Française e Giovanna d'Arco. Nel marzo 1919 furono riconosciuti i due miracoli che aprivano la strada alla canonizzazione della "pulzella d'Orléans" e nel maggio seguente alla cerimonia partecipò anche l'inviato del governo francese: il sipario di ferro aveva cominciato ad alzarsi. Si alzò definitivamente quando un altro papa, Pio XI, condannò un'associazione francese che si proclamava devotamente cattolica: l'Action Française, un movimento nazionalista, monarchico, antisemita e violento. Si dichiaravano devoti, perché il cattolicesimo rappresentava un'insopprimibile componente dell'identità storica francese e un'arma da brandire contro la classe politica della Repubblica laica/sta. :-( [insomma Bossi si sa da chi ha preso ispirazione :-) ]


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XIVI

Il riassetto dei rapporti fra la s.s. e la germania fu più complicato. Eugenio Pacelli fu il nunzio apolstolico a Munchen ed era appunto in Bayern il 7 novembre 1918, quando un'insurrezione comunista, guidata da Kurr Eisner, provocò l'abdicazione del re e proclamò il "Libero Stato di Baviera". Eisner fu assassinato da un aristocratico nazionalista e la nuova fiammata rivoluzionaria, che ne seguì, procurò al diplomatico del papa una brutta esperienza (un certo Brongratz gli puntò una pistola sul petto) e Pacelli fu ricoverato in ospedale, anche per evitare che divenisse ostaggio di un movimento rivoluzionario. Tali avvenimenti probabilmente incideranno nella visione che più tardi Pio XII si farà del pericolo comunista. (segue)


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XVII

La nascita della repubblica di Weimar nel luglio 1919 fu un evento provvidenziale per la chiesa, perché il nuovo Stato aveva bisogno di amici e riteneva che un buon rapporto con la s.s. avrebbe giovato alla propria posizione internazionale. Pacelli divenne nunzio apostolico a Berlino, pur conservando la nunziatura della Baviera, dove ebbe un successo personale con il concordato (il primo con la federazione tedesca), cui seguirono quelli con la Prussia e con il Baden. Gasparri avrebbe preferito un accordo quadro con lo Stato centrale, ma Pacelli preferì negoziare con i singoli Stati. La necessità di un accordo con il Reich divenne evidente tuttavia quando l'ombra di Hitler cominciò ad oscurare il quadro politico in Germania. A.H. era un cattolico "sui generis" e sosteneva che l'antico testamento era semitico, mentre Cristo era ariano e che il nazionalsocialismo avrebbe superato le divisioni fra cattolici e protestanti. "Gott mit uns "(segue)


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XVIII

I concordati con i singoli Stati, tuttavia, non erano più sufficienti e, per evitare che potessero essere svuotati dall'avvento al potere del dittatore, Pacelli si fece convincere da Gasparri. Il contro era simile a quello che la s.s. aveva subito qualche anno prima con Mussolini: come il Partito Popolare, anche il Zentrum fu soppresso e L. Kaas, capo del partito, dovette lasciare la politica, dopo aver votato i pieni poteri ad Hitler il 23 marzo 1933. Gasparri aveva scritto, un mese prima: "Se Hitler vuole lo scioglimento del Centro Cattolico, come partito, si obbedisca senza far rumore. I cattolici siano liberi di aderire al partito hitleriano, così come i cattolici italiani sono liberi di aderire al artito fascista." In altre parole il concordato con l'Italia fece da modello alla risoluzione "definitiva" del problema tedesco. :-(


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In effetti molti pugili (per es) si sono convertiti ad altre religioni, nel ciclismo sta cosa non si è mai sentita. O comunque è molto più rara.


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XVIII

L'Italia fascista e la Germania nazista crearono per la s.s. situazioni alquanto diverse. In Italia la chiesa dovette battersi per salvare l'azione cattolica e salvaguardare la libertà dell' Osservatore Romano, ma potè contare sulla "quinta colonna" del mondo cattolico nel partito nazionale fascista. Il risultato fu una specie di condominio imperfetto. Il clero benediceva i gagliardetti, ma la chiesa non perdette mai né l'insegnamento religioso nelle scuole, né la rete degli oratori parrocchiali. In Germania invece la firma del concordato ... Hitler l'aveva accettato perché era convinto che in quel momento avrebbe giovato alla sua immagine, ma, come in ogni patto da lui stipulato, non si riteneva minimamente vincolato alle clausole dell'accordo. :-(


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bandana_gialla ha scritto:In effetti molti pugili (per es) si sono convertiti ad altre religioni, nel ciclismo sta cosa non si è mai sentita. O comunque è molto più rara.
Scusa, caro estimatore di Marco, ma non capisco a che cosa si riferisca quel tuo "in effetti"? E poi potresti essere un po' esplicativo circa i motivi per i quali molti pugili ... Ciao e grazie.


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Pio XI (Ratti) aveva incoraggiato la politica dei Concordati, ma era assillato soprattutto dall'esigenza di chiarire al mondo cattolico quali fossero le posizioni della chiesa sul nazismo. Decise quindi di criticare pubblicamente il regime con l'enciclica "Mit brennender Sorge", con grande preoccupazione di Pacelli che invece voleva evitare la rottura a causa di tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate in Germania per il clero e per i fedeli. In più c'era la considerazione pragmatica che il nazismo rappresentasse una barriera contro l'avanzata ideologica del comunismo in Europa. Nel regime nazista, la chiesa, con un po' di prudenza, sarebbe riuscita a sopravvivere; in un regime comunista, probabilmente no.
Un altro fattore, infine, contribuì a rafforzare il partito Pacelliano: la guerra civile in Spagna dove, sia pure indirettamente, la chiesa era impegnata. (Da quale parte lascio immaginare a voi :x )


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Chiesa e cattolicissima Spagna avevano rapporti antichi, intimi e intrecciati, al punto che non era facile stabilire chi avesse il sopravvento. Con il Concordato del 1851 la chiesa aveva un potere incontrastato in materia di educazione e la censura era nelle sue mani. Nel 1910, cinque anni dopo la legge Combes in Francia, il leader del partito liberale, José Canalejas, fece approvare un progetto che limitava la creazione di nuove congregazioni religiose e autorizzava anche i culti non cattolici, il che andava contro il Concoradato e Pio X invocò il rispetto dello stesso. Ma il duello vero con la chiesa si svolse nel 1931, dopo la proclamazione della Repubblica, in specie quando il primo ministro Manuel Azaña Díaz, liberale di sinistra, disse in parlamento che la Spagna del XX secolo aveva smesso di essere cattolica! :clap: (segue)


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Nel 1933 il parlamento approvò una legge sulle congregazioni meno radicale di quella francese, ma l'episcopato e i fedeli reagirono per quello che a loro sembrava un sopruso. Nessuna questione, scrive Tusell, ebbe come questa l'effetto di alienare al regime repubblicano l'appoggio di una parte cospicua della società cattolica e forse proprio la questione religiosa contribuì al clima in cui scoppierà, dopo le elezioni del 1936, la guerra civile. :-( Le elezioni furono vinte dal fronte popolare, ma il quadro era troppo instabile perché la vittoria potesse considerarsi decisiva (avete presente l'ultimo governo Prodi?) e i mesi seguenti furono segnati da frequenti episodi di sanguinosa violenza politica. Il nuovo governo di Manuel Azaña Diaz non rinunciò al suo programma ed avviò anche la sostituzione dell'insegnamento confessionale con quello statale. L'ondata di violento anticlericalismo che si abbatté sul paese, soprattutto nella fase iniziale della guerra (circa settemila morti fra preti, frati e suore) dette l'impressione (anche se non vera) che ci fosse una guerra dell'ateismo contro il cristianesimo. La chiesa non poté avere un atteggiamento neutrale ed i nemici dei repubblicani divennero "ipso facto" i suoi alleati e, la vittoria di Franco nel 1939, la sua vittoria. Piaccia o no, la chiesa conservò la Spagna, grazie al fascismo e al nazismo. :grr:


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La storia dei rapporti fra il Vaticano e gli Stati Uniti dalla fine degli anni Trenta in poi è legata alla persona di F.J. Spellman. Pacelli e Spellman erano a New York il 31 ottobre 1936, pochi giorni prima delle elezioni presidenzali che avrebbero confermato Roosevelt alla Casa Bianca. L'America era ancora culturalmente w.a.s.p, ma il presidente doveva la sua vittoria in buona parte al modo in cui l'episcopato cattolico era riuscito a spostare milioni di voti sulla sua persona. Roosevelt certo non poteva ristabilire con la s.s. i rapporti diplomatici interrotti nel 1867, ma capì l'importanza dell'aiuto cattolico e cominciò allora una sorta di rapporto privilegiato con Spellman. Oggi il cattolicesimo romano è la confessione più nunerosa del paese: 68 milioni (25%), mentre nel '36 erano il 13% ed erano soprattutto considerati "papisti" (un insulto bello e buono). (segue)


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La promozione da "chiesa papista" a chiesa nazionale è stata una grande conquista, tanto più che gli S.U.A. offrono a qualsiasi confessione un'accoglienza ospitale, un ambiente propizio e una popolazione disponibile alle esperienze spirituali/religiose. (Qui è d'obbligo una citazione di G.Gaber "Non c'è popolo più stupido degli americani.")
Per prosperare negli Stati Uniti la chiesa doveva però accettare regole di convivenza che non appartenevano alla sua tradizione, perché era abituata ad agire in regime di monopolio, non di concorrenza. La chiesa in america è una "lobby", con gli stessi diritti e doveri di tutte le altre e l'opinione pubblica ("mass media") può diventare il pubblico accusatore. Lo scandalo dei preti pedofili non avrebbe assunto grandi proporzioni, se non fosse scoppiato in America, perché in Europa avrebbe spento le fiamme facilmente, ricorrendo all'influenza (complicità) di cui dispone, soprattutto in alcuni paesi. :grr:


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Abbiamo visto e scritto che la chiesa non aveva mai potuto condannare, con il vigore dovuto, il nazismo a causa del comunismo. Le politica della s.s. verso i regimi dell'est fu intieramente modificata durante il regno di Angelo Roncalli (Giovanni XXIII). La svolta avvenne, secondo il cardinale Silvestrini, nella settimana santa del 1963 quando arrivò una lettera, indirizzata al papa, dell'arcivescovo cecoslovacco Josef Beran, che chiedeva aiuto per la sua parrocchia. Costui era una dei numerosi vescovi e sacerdoti che i regimi comunisti avevano processato, condannato, incarcerato o confinato in un lontano monastero. Roncalli vide in quella lettera un "messaggio pasquale", chiese al cardinale Franz König di prendere qualche iniziativa e dette ordine ad un prelato vaticano di recarsi a Praga, sede vescovile di Beran. (segue)


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Il prelato era Agostino Casaroli l'uomo che sarebbe stato, da quel momento, il principale esecutore della "Ostpolitik". Egli si recò a Budapest, per un incontro con il primate d'Ungheria e non fu certo facile, perchè quest'ultimo sosteneva che i negoziati non avrebbero modificato la strategia del blocco sovietico e quindi al massimo inutili, se non peggio, perché avrebbero concesso ai regimi comunisti un credito immeritato. Ma i partigiani dell'"Ostpolitik", sostenendo la "Pacem in terris" replicavano che "Non si dovrà mai confondere l'errore con l'errante", perché a quest'ultimo deve sempre essere concessa la sua dignità, come persona.
Il papa ricevette Casaroli al ritorno dal suo viaggio, capì che il ghiaccio era rotto e disse alla fine dell'incontro: "Andiamo avanti con buona volontà e fiducia, ma senza fretta". Purtroppo morì tre settimane dopo. :-(


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Il nuovo Papa (Giovan Battista Montini) dopo molte riflessioni confermò il mandato di Casaroli e i negoziati furono condotti con la Cecoslovacchia, l'Ungheria, la Polonia, la Jugoslavia e la Bulgaria e furono facilitati dala Trattato sulla cooperazione e la sicurezza in Europa (Helsinki 1975) in cui vi erano clausole sulla libertà di culto che Casaroli poté usare per ottenere un po' più di quanto gli sarebbe stato altrimenti concesso. Alla fine degli anni Ottanta, la chiesa poteva ritenersi sodisfatta dei risultati raggiunti da Casaroli e la ortodossa russa poté festeggiare il novecentesimo anniversario del battesimo di Kiev con solenni cerimonie, a cui partecipò, per la s.s, il cardinl Martini, vescovo di Milano. Il merito in questo caso er di Michail Sergeevič Gorbačëv, ma ...


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Prevalse tuttavia in quel momento la convinzione che il merito fosse principalmente di Giovanni Paolo II, eletto nel 1978. Si disse addirittura che il papa polacco aveva sconfitto il comunismo, mentre in realtà la "Ostpolitik" di costui era stata in realtà limitata alla Polonia: aveva sostenuto il movimento di Solidarność e dato ai suoi connazionali la certezza di avere a Roma un potente alleato, ma sul crollo dell'Unione Sovietica non ebbe nessun rilievo, pur se Wojtyla aveva lo stesso desiderio di "reconquista" che aveva animato il papato dopo il crollo dell'impero zarista, e chiese ed ottenne la creazione di quattro nuove diocesi in Russia a cui destinò sacerdoti polacchi. Non capì (ma questo papa non aveva nella comprensione il suo lato migliore) che l'immagine di un papa polacco-cattolico allla conquista dell'anima russa avrebbe dato alla chiesa ortodossa il destro di denunciare ai suoi fedeli una nuova invasione del nemico secolare! Toccherà al "pastore tedesco" ricucire lo strappo provocato dalla politica "imperialista" del predecessore (che in questo caso aveva fatto di "testa sua", strano ma vero :hammer: ).


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da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

Abbiamo detto che quella volta il papa polacco fece di testa sua, ma fu l'unica, perché non esiste, per altro, alcuna fondamentale differenza fra i due in dottrina, elaborata dalla mente più raffinata del pastore tedesco (in precedenza prefetto della Congregazione per la dottrina, appunto, della fede). Non si fanno sconti in materia di ortodossia e di precetti e non si è disposti a transigere ad es. sul celibato ecclesiastico e sull'interdizione del sacerdozio femminile. Una simile politica restauratrice esigeva la riconciliazione con gli scismatici tradizionalisti di Monsigno Lefebvre, leader del piccolo partito anticonciliare. Nel modo di governare la chiesa vi è una sorta di calmo e astratto rigore, quasi che la perdita di qualche milione di fedeli sembri meno importante della intransingente battaglia contro il relativismo culturale. La denuncia di esso dimostra che la chiesa attuale non è meno antimodernista di quella di Pio X e infatti le accennate intenzioni riformiste del Concilio furono sconfitte prima dall'amletica prudenza di Paolo VI e poi ... Perché il pericolo maggiore per i Nostri è dato dal rischio che la chiesa si possa trasformare in una comunità di fede caratterizzata da una pluralità di interpretazioni dottrinali. (segue)


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da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

Il rischio maggiore è infatti che l'interpretazione storica delle scritture possa mettere in discussione l'autorità della chiesa che è invece, secondo il verbo cattolico, l'unica interprete autorizzata della parola di dio. ;) Che cosa potrebbe accadere alla s.s. il giorno in cui, come nel mondo protestante, il cattolicesimo potesse essere professato con una varietà di esegesi ??? A questo tema è dedicata una dichiarazione per la dottrina della fede: la "Dominus Iesus". Vi si legge, fra l'altro: " Per porre rimedio alla mentalità relativistica, che si sta sempre più diffondendo, occorre ribadire il carattere definitivo e completo della rivelazione di Gesù Cristo, figlio di Dio incarnato, il quale è la via, la verità e la vita". E da lui, senza transizione, si arriva al Magistero della Chiesa. Sin da allora (2000) il cattolicesimo aveva smesso di credere nel dialogo ecumenico, vale a dire in una delle principali ambizioni del Concilio. Se la battaglia contro il relativismo è la versione moderna di quella contro il modernismo, quanto sopra dimostra che la chiesa non può proprio essere "moderna". Può venire a patti con tutti su questioni politiche, ma esiste un nucleo di "veriità", precetti e norme "morali" su cui non può (pena la sua sopravvivenza) accettare compromessi.


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da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

Il Sessantotto non fu soltanto una rivolta contro lo Stato, la chiesa, la famiglia, ma anche "versus" la morale borghese, la sessualità tradizionale, le convenzioni sociali e il ruolo ancillare riservato alle donne. :-( La limitazione delle nascite erano già all'ordine del giorno da anni, perché la popolazione mondiale ...
Nel 1930 Pio XI aveva emanato l'enciclica "Casti Connubii", ma dopo trent'anni c'erano un miliardo di persone in più! Giovanni XXIII nel 1963 istituì una commissione pontificia al riguardo. Quando si discusse dei contraccettivi, sembra che i membri risolutamente contrari fossero soltanto quattro e che il loro principale argomento fosse l'opportunità di non contraddire la dottrina di Pio XI. Il risultato fu che i coniugi " ... bene istruiti e prudentemente educati come cristiani, ... serenamente giudicheranno che cosa è veramente giusto per la coppia e per i figli". Ma Paolo VI, successore di .., tenne il documento sul suo tavolo per due anni e sciolse il nodo, alla fine, con l'enciclica "Humanae vitae", che confermava la proibizione di Pio XI. :-(


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da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

La rivoluzione sessuale e, in particolare, la nascita di una comunità omosessuale che chiede di essere riconosciuta e *rispettata* (non tollerata) :-( sono forse i fattori che la chiesa ha considerato più inquietanti e insidiosi. Ma, oltre a ciò, negli ultimi anni c'è stata anche la "rivoluzione" in campo biologico: i trapianti, la scoperta del DNA, la ricerca delle cellule staminali, che hanno portato a vedere in modo diverso le "leggi di natura". Gli Stati democratici non possono ignorare le nuove domande che tale rivoluzione ha comportato. La chiesa invece sa che tanto più cresce , per gli esseri umani, la possibilità di scegliere, tanto più si restringe per essa la possibilità controllare, certificare e solennizzare i grandi eventi naturali. Ecco il motivo principale della durezza della chiesa contro una nuova moralità che rischia di ridurre la sua autorità sociale. :-(


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da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

Gli omosessuali, i divorziati che desiderano comunicarsi, le donne che ricorrono all'aborto o alla procreazione assistita, i malati terminali e i loro congiunti non accettano più i vecchi divieti. Ed uno dei maggiori demografi europei, Massimo Livi Bacci, osserva che a quarant'anni dall'enciclica "Humanae vitae", in maggioranza i "cattolici" praticano la contraccezione e vogliono restare nella chiesa senza l'obbligo di nascondere ciò che sono e che fanno. [nota mia: però non sono più tali, perché il cattolicesimo è la chiesa e non il "sensus fidelium"] :-(
Inoltre i "fedeli" tollerano male che i divieti vengano da chi ha difeso con spirito corporativo la pedofilia o la collusione del clero con il mondo della politica e degli affari. Ad una chiesa che si ostina (nota mia: ma con ragione) a lottare contro ogni tipo di modernità, taluno risponde proponendo ad es. di accettare il matrimonio dei sacerdoti, vale a dire una riforma che ridurrebbe considerevolmente il suo potere sul clero e allora ... "Vade retro Satana!". :-(


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da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

Come abbiamo scritto, le posizioni della chiesa sono state fissate nei secoli dai papi e dai concilii, con esclusione dell'ultimo che si è rivelato una parentesi superata e le dichiarazioni di principio sono ovunque le stesse, ma la tattica è diversa da un paese all'altro, perché in Vaticano si sa bene su quali governi esercitare una pressione forte e su quali invece ...
Il caso più eclatante è quello italiano. Qui i parroci possono dire ai fedeli come votare e lo hanno fatto in numerose circostanze. :-( Qui la chiesa può pretendere che il crocifisso sia esposto anche in luoghi, fra cui le aule scolastiche, che non hanno alcun rapporto con il culto. Qui il presidente della Conferenza episcopale può esortare gli elettori a disertare le urne per evitare il raggiungimento del "quorum". :grr: Qui il governo e il parlamento possono abolire l'ICI per gli esercizi commerciali della chiesa. :grr: (nota mia, vediamo che farà il governo Monti). (segue)


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da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

Sempre, e solo, in Italia la chiesa può impedire che il governo realizzi una parte del suo programma elettorale. Quando vinse le elezioni del 2006, la coalizione diretta da Romano Prodi aveva promesso un patto di convivenza per omosessuali, simile a quello che la Francia aveva adottato qualche tempo prima. Il disegno di leggge fu preparato dalla cattolica (per me integralista) Rosy Bindi e .., ma la Conferenza episcopale intervenne con dichiarazioni che volevano imporre ai parlamentari cattolici di rifiutare il progetto, perché la legalizzazione delle coppie di fatto è inaccettabile sul piano di principio! Il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro qualsiasi progetto di legge che possa dare un *riconoscimento* alla unioni "gay".


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Conclusioni sulla prima parte del libro, quella scritta da Sergio Romano.

Sarebbe intollerabile e illiberare limitare la libertà della chiesa di predicare, persuadere e educare, ma i suoi principii, le sue strategie ed i suoi imperativi non sono quelli dello Stato. Essa non può ignorare che la rivoluzione degli ultimi quarant'anni ha straordinariamente allargato la sfera dei diritti umani, che non sono stati scritti sulla pietra, una volta per tutte. :-( Quando un essere umano desidera fare ciò che ora è possibile, se la sua azione non limita i diritti degli altri, vuol dire che è giusto farlo. So che la chiesa non potrà mai concordare con questa affermazione (per i motivi esposti in precedenza), ma lo Stato laico ha altri obblighi e doveri. Una società che si conformasse alle prescrizioni della chiesa è destinata ad essere "scavalcata" dalle altre e in un mondo globale, chi ne ha i mezzi, farebbe altrove ciò che fosse proibito a "casa propria". Questo è ciò che rischia di accadere in Italia, dove la chiesa può contare su una classe politica più debole ed opportunista di quella di altri paesi d'Europa. :grr:


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da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano (seconda parte)

Ai più il nome di L.J. Brown non dirà nulla, ma questa signora inglese è stata la prima persona ad essere concepita in provetta: il parto avvenne il 25 luglio 1978. Da un lato il progresso scientifico colpì favorevolmente la sensibilità dell'opinione pubblica, ma dall'altro in molti si interrogarono sull'impatto etico di questa ... Ad es. "L'Osservatore Romano" citò l'arcivescovo di Canterbury, che aveva definito l'operazione: "Il lavoro del diavolo". :diavoletto: Più umano invece si dimostrò il patriarca di Venezia, Albino Luciani che, in omaggio alla "Carità", ammise: "Seguendo l'esempio di Dio, che desidera ed ama la vita umana, anch'io invio i miei migliori auguri alla bimba... Per quanto riguarda i suoi genitori, non ho nessun diritto di condannarli: se hanno agito con buona intenzione e in buona fede, possono anche avere grandi meriti davanti a Dio per ciò che hanno deciso e chiesto di fare ai medici". :clap:


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La tecnica della fecondazione in vitro o, più in generale dell'inseminazione artificiale è diventata ormai un'operazione piuttosto comune in molti paesi. D'altra parte il concetto di famiglia sta cambiando e la coppia eterosessuale, magari sposata in chiesa, non è più il pilastro della società europea: in Germania, per es. quattro nuclei famigliari su dieci sono composti da una sola persona. Agli occhi della chiesa cattolica, naturalmente, il progresso scientifico ... :grr: ( e l'enciclica "Evangelium Vitae" del 1995 è ancora oggi il documento più completo per capire la posizione del Vaticano e la decisione di ricompensare il prof. Edwards con il premio Nobel nel 2010 ha scatenato le reazioni delle autorità ecclesiatiche. :diavoletto:


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In trentotto paesi africani (su 53) l'omosessualità è punita per legge e in Uganda si impone a tutti i sudditi di denunciare i conoscenti che siano ... Sempre in questo paese un giornalista commette un crimine se intervista una persona "gay". :grr: L'Uganda è all'ottantaquattro per cento di religione cristiana e la metà di questa percentuale è rappresentata dal cattolicesimo. In Europa, per "fortuna" aumenta il numero dei paesi che permettono agli omosessuali di unirsi in matrimonio o, per lo meno, di sottoscrivere un'unione di fatto che permetta loro di esercitare diritti, prima negati e sono finiti i tempi in cui A. Gide e O. Wilde coltivavano due vite parallele; oggi l'ammissione pubblica della propria sessualità è quasi "la norma" ad es. per un uomo pubblico, si veda ad es. i casi emblematici dell'Islanda e della Germania. ;) (segue)


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A coniare la parola omosessuale dovrebbe essere stato K.M. Kertbeny, un letterato austriaco nato in Ungheria nel 1824, che si interessò a questo aspetto della sessualità dopo che un amico d'infanzia si suicidò, vittima di un ricattatore. Nel 1869 K. pubblicò un "pamphlet" contro il paragrafo 143 del codice penale prussiano, che puniva gli atti sessuali fra uomini, pur consenzienti. :-( La battaglia di K non ebbe successo allora, ma ormai in Europa e nel mondo occidentale l'omosessualità non è più un tabù ed anzi, come la procreazione assistita, sta modificando le radici della famiglia. ;) La chiesa cattolica naturalmente ammette che vi possano essere simili tendenze, ma si rifiuta ( e dal suo punto di vista è, come abbia visto in precedenza, anche giustificato) di ... Nel 2003 l'allora cardinale Ratzinger scrisse che: "le relazioni "omo" contrastano con la legge morale naturale e ... riconoscere ... significherebbe non solo approvare un comportamento deviante, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell'umanità". [Nota mia, a questo punto Socrate, Platone, Leonardo Da Vinci e ... ringraziano e :clap: :clap: :clap:


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Ambrogio Donini, storico delle religioni. Era stato in gioventù l’allievo preferito di Ernesto Buonaiuti, massimo rappresentante del modernismo. Come studioso di storia delle religioni, dobbiamo a Donini alcune opere che costituiscono altrettante pietre miliari nell’evoluzione della disciplina: “Lineamenti di storia delle religioni” (Editori Riuniti, Roma, 1959), successivamente ripubblicati, in edizione aggiornata, con il titolo di “Breve storia delle religioni” (Newton & Compton editori, Roma, 1991); “Storia del cristianesimo dalle origini a Giustiniano” (Teti ed. , Milano, 1975); “Enciclopedia delle religioni” (ibidem, 1977). Egli ha avuto il merito indiscusso di dare basi scientifiche all’ateismo, superando i limiti della tradizione riformista, anarchica e radicale, incentrata principalmente sulla propaganda anticlericale. L’ “apprendistato” presso Buonaiuti, la specializzazione in ebraico e in siriaco presso la Harvard University di Cambridge e il confronto con la scuola antropologica sovietica hanno consentito a Donini di analizzare i testi sacri da un punto di vista tecnico, rilevandone le incongruenze e le contraddizioni. Per lui i vangeli e tutto il materiale neotestamentario non sono documenti attendibili per dimostrare l’esistenza storica di Gesù Cristo. Essi sono popolati di miti e di leggende, nulla ci dicono sul contesto storico- sociale in cui sarebbe vissuto e avrebbe operato il Nazareno, essendo stati pensati e scritti lontano dalla Palestina, nel greco popolare dei centri urbani dell’Asia Minore e dell’Africa settentrionale, dove esisteva da tempo una forte migrazione ebraica. Elementi essenziali, come la data di nascita di Gesù, risultano incerti, anzi contraddittori, persino attraverso il confronto tra i vangeli “sinottici”, che presentano il maggior numero di affinità tra loro. Secondo il vangelo di Luca, Cristo sarebbe nato a Betlemme in occasione di un censimento, ma l’unico censimento disposto dai romani in Palestina è quello dell’anno 6 o 7 d. C. . Secondo il vangelo di Matteo, sarebbe, invece, nato “ai tempi del re Erode”, che morì nell’anno 4 a. C. . La data riconosciuta dalla chiesa cattolica, andrebbe, dunque, spostata in avanti o indietro. Rimane poi l’enigma degli “anni oscuri” della vita di Gesù, che vanno dai 12 ai 30, dei quali i vangeli canonici non parlano.

Donini non esclude che, tra i tanti predicatori che battevano le strade della Palestina autoproclamandosi “messia”, possa esserci stato un uomo chiamato Gesù (ipotesi, quest’ultima, approfondita in via autonoma, in un libro eponimo, pubblicato dall’editore Teti nel 1993, da un “allievo” di Donini, Marcello Craveri). Egli documenta che la sua esistenza storica non è desumibile dal materiale neotestamentario. La stessa data “ufficiale” di composizione e la “paternità” dei vangeli sono discutibili. Ad esempio, il vangelo attribuito all’apostolo Giovanni è incentrato sul concetto fondamentale di Gesù come “incarnazione” del “Verbo” di Dio. Ma tale concezione del “lògos” è di origine giudeo- alessandrina, è stata elaborata soprattutto da Filone e dalla filosofia gnostica, per cui risale a non prima della seconda metà del II sec. d. C. . Attraverso un’analisi testuale, Donini ha, inoltre, dimostrato, con lungimiranza, il legame tra i manoscritti di Qumran, trovati in Palestina nel 1947, e le origini del cristianesimo. Solo oggi la chiesa cattolica comincia a riconoscere tale legame, naturalmente in una prospettiva e con una datazione diverse da quelle di Donini, dopo averlo negato per diversi decenni.

Oltre all’analisi “interna”, testuale, il Nostro ha condotto un’analisi storico- sociale del fenomeno religioso, che è per lui fenomeno assolutamente umano, espressione delle esigenze e dei bisogni materiali, storicamente determinati, dell’uomo. Donini si è, però, allontanato dall’ingenuo meccanicismo kautskiano, sottolineando che “le variazioni che intervengono nei rapporti sociali si riflettono nelle credenze religiose; ma le idee, una volta entrate a far parte della sovrastruttura, si muovono poi seguendo una loro linea autonoma di sviluppo, che prescinde dalle condizioni di fatto, in cui sono sorte”. E’ qui viva e presente la lezione di Labriola e di Gramsci, che consente anche a noi di capire oggi come mai il fenomeno religioso, nei Paesi dell’Est europeo, nonostante il mutamento radicale della realtà economico- sociale, non sia stato debellato, anzi ha covato sotto la cenere per decenni, fino ad emergere come un fiume carsico, che ha contribuito a travolgere i regimi comunisti. Donini ha, altresì, preso le distanze dalle interpretazioni progressiste del messaggio evangelico, proprie di alcuni settori, seppur minoritari, della chiesa e del suo stesso maestro Buonaiuti, definendole “manifestazione di buone intenzioni e di coraggioso impegno sociale, sul terreno della lotta per la libertà e per il progresso”, in quanto “sia i quattro vangeli che gli altri scritti neotestamentari (…) sono preoccupati in primo luogo di «spoliticizzare» al massimo la biografia di Gesù e di inquadrarla in un mito religioso di salvezza ultraterrena”.

Nel corso della sua carriera accademica, Ambrogio Donini subì numerose persecuzioni di matrice clericale. Quando insegnava a Bari, un professore di latino, digiuno di storia delle religioni, tenne in facoltà una requisitoria contro i suoi titoli accademici, con lo scopo dichiarato di non fargli confermare l’incarico. Donini presentò una dettagliata controrelazione davanti al “plenum” del consiglio di facoltà. Il professore di latino rimase isolato, perché tutti gli altri docenti votarono per la riconferma del Nostro. A distanza di molti anni, Ugo Bianchi, docente universitario di materie ecclesiastiche, confesserà a Donini di essere stato lui a scrivere il testo letto dal professore di latino. Nell’ultima fase della sua travagliata esistenza, Ambrogio Donini, semicieco, ha vissuto nella sua casa di campagna, a Rignano Flaminio, a 40 km da Roma, assieme alla moglie, Olga Jahr, una russa di lontana origine tedesca, conosciuta alla Harvard University, negli anni dell’esilio, e a un fedele cane pastore.

Antonio Catàlfamo


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Tratto da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

Secondo il filosofo francese Luc Ferry il "matrimonio omosessuale" è, per così dire, inserito nel "senso della storia". Dal Seicento, vale a dire da quando fu inventato il matrimonio d'amore, i motivi tradizionali di esso - lignaggio e religione - sono progressivamente spariti e sono stati sostituiti dal sentimento o, per dirla con Goethe, "le affinità elettive". Quando nel 1673 H. Woolley pubblicò la prima guida moderna alla vita di coppia il matrimonio non poteva che essere un'unione fra un uomo e una donna; ormai in un numero crescente di paesi europei quel libro appare palesemente "demodé". Malgrado le differenze che ancora sussistono in molti paesi, l'accettazione dell'omosessualità è ormai un dato di fatto ed un esempio è anche dato da tanti film attuali, uno per tutti "A single man". ;)


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Hammelburg è una piccola cittadina della Franconia e la sua storia dimostra come la Germania (e questo luogo in particolare) sia, per molti versi, il crocicchio religioso d'Europa: da Carlo Magno a Lutero, per arrivare ai giorni nostri dove, proprio qui, è nato un importante movimento riformista della chiesa cattolica tedesca.. E' sorto nel 2009, dopo che un prete della cittadina (M. Sell) è stato sospeso dai suoi superiori per *paternità*. Da tempo gli abitanti di Hammelburg conoscevani i legami sentimentali del loro "Pfarrer", perché il giovane sacerdote li aveva informati e solo pochi vedevano in questa vicenda qualcosa di ... Secondo statistiche ufficiose ogni anno una dozzina di sacerdoti cattolici è sospesa dalla Gerarchia in Germania per non aver rispettato il *celibato* ed il movimento di H. spera che lo spirito santo convinca il prossimo papa a cambiare la regola. ;) Essi sostengono di aver bisogno di un nuovo approccio alla sessualità e di una nuova relazione tra uomo e donna nella loro chiesa e i sondaggi mostrano che l'ottanta per cento dei tedeschi è favorevole.


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Come abbiamo già scritto in precedenza, in Francia il laicismo è un modo per garantire al potere politico una sua autonomia nei confronti di quello religioso ed in questo modo si può offrire ai cittadini di religioni e provenienze diverse (compresi gli atei) uno Stato neutrale. In un paese che conta una maggioranza di cattolici, ma anche una forte tradizione ugonotta, circa cinque milioni di musulmani e un'importante comunità ebraica, il laicismo è un modo per evitare soprusi. ;) Immaginare, però, che il laicismo in Francia sia immutabile, immune cioè ai cambiamenti sociali, sarebbe un errore ed infatti nel 2003 l'allora Presidete della Repubblica J. Chirac chiese ad una speciale commissione di storici, giuristi e sociologi di riflettere sugli aspetti etici indotti dal progresso scientifico e dalla modernità in generale. (segue)


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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Re: Religione e dintorni :)

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Il Comitato etico francese cerca di coltivare rapporti con gli altri enti similari europei ed a questo riguardo fa eccezione quello italiano, che è pochissimo presente nel dibattito, quasi non fosse interessato a confrontarsi con i vicini. :trofeo: Ma la ragione è facilmente comprensibile se si guarda la situazione ambigua esistente in Italia, dove lo Stato concordatario (non laico) consente ad un sacerdote di celebrare un matrimonio, anche con effetti civili e permette ad un crocifisso di fare "bella mostra di sé" nelle classi di scuola e nelle aule di ribunale, paradossalmente sotto la scritta "La legge è uguale per tutti". :crazy: A spiegare invece una certa virtù francese in questo campo è forse la sua composizione sociale, così come la stessa storia, segnata al contempo dalle guerre di religione ai tempi di Enrico il Grande (per i francesi e Enrico IV per gli altri) e dalla rivoluzione; ma è lecito chiedersi se la laicità dello Stato non abbia un ruolo nel modo in cui il paese affronta le tematiche etiche? (segue)


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Ma anche in Francia non è "tutto oro quel che luccica" e Sarkozy (che è, per un diritto risalente a Luigi XI, primo canonico di San Giovanni in Laterano a Roma) ha fatto capire quanto le sfide etiche, provocate dalla modernità, siano un pericolo per lo Stato e, pur concedendo che la legge del 1905 ha messo la parola fine al braccio di ferro fra repubblicani e legittimisti, ha sottolineato che il paese non per questo ha dimenticato le sue storiche radici cattoliche e nel 2007, in un discorso a Roma ha "scomodato" pure il "battesimo di Clodoveo". Fra l'altro, smpre in quel frangente, spiegò che "nella trasmissione dei valori" l'insegnante non potrà mai sostituire il curato o il pastore. :grr: Tre anni dopo, sempre a Roma, ha assistito ad una preghiera per la Francia e in quell'occasione si è fatto *per quattro volte* il segno della croce davanti alla tomba di San Pietro. I membri della delegazione hanno ricevuto, come d'abitudine, un rosario dalle mani del papa e N. Sarkozy, primo canonico divorziato di San Giovanni in Laterano, per di più con un nonno ebreo, ne ha chiesto ... un *secondo*. :D


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A differenza di altre recenti scoperte scientifiche, il trapianto di organi ha una storia antica: in Egitto un primo trapianto di pelle era stato effettuato nel III secolo a.c. L'operazione che fece più scalpore ai tempi nostri fu quella, sul cuore, effettuata dal prof. C. Barnard a Città del Capo nel 1967. Oggi la medicina moderna è in grado di sostituire moltissi organi, la sola difficolta è che in certe nazioni l'abitudine alla donazione non è radicata e forse proprio le tradizioni religiose spiegano il divario tra paesi, peralro simili e geograficamente vicini. La regione di Rioja, in Spagna, ha assunto nell'ultimo decennio una rinomanza affatto particolare: è ai vertici mondiali nella donazione di organi umani. La domanda che segue è: "Come spiegare che il Paese dell'Opus Dei, vale a dire una delle organizzazioni religiose più conservatrici e tradizionaliste, sia riuscito in questi ultimi venti anni a diventare ..?" (segue)


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Dietro lo straordinario successo spagnolo si nasconde R. Matensanz, un medico chirurgo di 61 anni, presindente dell'O.N.T, perché, anche se molti credono che la donazione di organi dipenda soltanto dalla generosità della popolazione, non è vero, dipende, più che altro dall'organizzazione. Nelle strutture sanitarie spagnole i medici hanno ricevuto una formazione dedicata all'approccio con la famiglia della persona deceduta e l'obiettivo di ridurre il tasso di opposizione (vedi Celentano :-( ) sotto il venti per cento, è stato raggiunto. (segue)


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Giovanni XXIII



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A sorpresa proprio il radicamento della religione cattolica, almeno in Spagna, favorisce la donazione ed il trapianto di organi. E' per certi versi un paradosso, perché molti cattolici considerano inviolabile il corpo di un essere umano vivo o morto e citano il Vecchio testamento: "Mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra donde fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai". Insomma in questo campo fra i religiosi ci sono molte divergenze, ma le gerarchie hanno comunque accettato la possibilità di donazione, anche se poi le difficoltà si spostano sul momento della fine della vita. I medici della Harward University aveva messo a punto, già nel 1968, una nuova definizione di morte, che è valida ancoa oggi nei paesi "avanzati". *La vita finisce quando si verificano tre condizioni: il coma, la pedita irreversibile di qualsiasi attività cerebrale e l'impossibilità di respirare autonomamente* (segue)


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La questione per alcuni rimane controversa e Lucetta Scaraffia ad es. nel settembre 2008 sull'Osservatore Romano sottolineò che la morte cerebrale potrebbe non significare la fine della persona., ma per il mondo scientifico resta comunque l'unico criterio oggettivamente valido, anche se occorre evitare qualsiasi relazione fra eutanasia e trapianti, in modo che il fine della priima sia proprio l'espianto. :-(


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In un film diretto da Jon Amiel uscito nel 2009 e intitolato "Creation, the true story of Charles Darwin", T. Huxley, amico del biologo inglese, afferma rivolgendosi a Darwin:" Lei, signore, ha ucciso Dio". Sono passati quasi due secoli dalla teoria evoluzionistica, ma ancora una volta a sfidare il pensiero religioso sulle radici e il futuro dell'umanità è la Gran Bretagna. Non c'è altro paese in Europa che abbia abbracciato con altrettanta determinazione la ricerca genetica e la clonazione terapeutica, andando a sfidare il creazionismo proprio sul terreno primordiale: la creazione stessa della vita umana. (segue)


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Negli ultimi anni la medicina è cambiata, scoprendo che il progresso scientifico non permette solo la preservazione della vita, ma si possono anche risolvere eventuali malfunzionamenti del corpo umano, mettendo mano alla struttura genetica; per far ciò possono occorrere le famose "cellule staminali" ricavate dagli embrioni. Naturalmente la chiesa cattolica non ha perso tempo per schierarsi contro tale ricerca scientifica (così come ha quasi sempre in passato :-( ) per il solo fatto che gli embrioni sono organismi viventi. Invece molti (scienziati e no) rifiutano di considerare l'embrione umano una persona o anche una potenziale persona: è semplicemnete una collezione di cellule che, se non viene impiantata in un ambiente uterino, non ha alcuna possibilità di svilupparsi. (segue)


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Nel 2003 l'Università di Newcastle ha ricevuto l'autorizzazione per effettuare esperimenti embrionali nella cura di morbi quali l'Alzheimer e il Parkinson. Nel 2005 a ricevere il benestare è stato il King's College di Londra contro patologie del motoneurone. Alla fine del 2010 ha fatto scalpore in Gran Bretagna la cura ideata per salvare Megan Matthews, una bambina di nove anni, nata con l'anemia di Fanconi. Non c'erano donatori compatibili e l'unico modo è stato per i genitori quello di avere un bambino uguale a Megan che potesse, una volta nato, darle le cellule staminali necessarie per un trapianto. Max è nato attraverso una fecondazione in vitro e un'inseminazione artificiale, permettendo di salvare Megan. :-)
Il direttore del Care Fertility di Nottihgham ha commentato: "E' un fantastico progresso per la scienza medica". Ma il cattolico di turno è sempre dietro l'angolo: "Max non doveva nascere e questo è un grave problema etico!" :-(
(segue)


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Re: Religione e dintorni :)

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Nel discutere in Gran Bretagna di clonazione terapeutica e di ricerca sulle cellule staminali non si può non chiedersi perché il paese sia così avanzato. Forse le spiegazioni sono molteplici: Il sistema di "common law" fa sì che tutto è permesso, salvo ... L'ambiente accademico è storicamente radicato nelle scienze ed infine nessun partito è associato alla religione, forse a partire dal 1534, quando Enrico VIII decise di rifiutare l'autorità papale, creando così la Chiesa d'Inghilterra, presieduta dal monarca e dotandosì, altresì, di una norma che impedisce al Re di sposare una persona di religione cattolica. E quando si ricorda agli inglesi che gli esperimenti genetici fanno paura a molti, appare un sorriso sul loro volto, perché essi guardano più ai benefici che ai pericoli, più al futuro che al presente, convinti che il progresso scientifico non possa essere fermato. ;)
I ricercatori dell'Università di Newcastle stanno lavorando con successo alla ricostruzione di una cornea, danneggiata in un incidente, utilizzando le cellule dell'occhio sano e all'utilizzo di cellule recuperate dai follicoli piliferi per curare il morbo di Parkinson. :clap:


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Re: Religione e dintorni :)

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Oggi in molti paesi del mondo l'eutanasia è un diritto acquisito, mentre in altri è ancora un omicidio. Secondo il dizionario italiano Zingarelli essa è "una morte non dolorosa, provocata in caso di prognosi infausta e di sofferenze ritenute intollerabili". Comunemente si distingue in passiva o attiva a seconda che il medico o altra persona intervenga con somministrazione di ... oppure decida di arrestare una cura che è indespensabile al prosieguo della vita. Da sempre l'uomo aspira a morire senza soffrire e ci sono esempi "ad iosa" che risalgono alla "notte dei tempi". Al giorno d'oggi non solo è compito di ogni medico evitare il dolore psico/fisico del paziente, ma gli stessi famigliari del malato sono meno disposti di un tempo ad accettare la lunga e penosa agonia di una persona cara. Però non tutto, come sappiamo, fila lascio e, proprio negli ultimi anni, casi drammatici di pazienti terminali hanno provocato emozioni e polemiche in ... (segue)


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In Spagna ha "tenuto banco" per anni la vicenda di Ramon Sampedro, rimasto completamente paralizzato, dopo essere caduto da una scolgliera. Tentò più volte di convicere i legislatori a modificare la legge, per consentirgli l'eutanasia, ma senza successo. Nel 1998 la compagna gli fece bere un bicchiere di cianuro di potassio e nel 2005 la magistratura decise di non ritenere reato quell'atto, tenuto conto della piena consapevolezza del malato di voler mettere fine ai suoi giorni. Questa storia è stata tradotta in film da A. Amenabar "Mar adentro" (chi lo volessse in DVD, può chiedermelo). Anche in Francia si è avuto un caso simile (Vincent Hubert) , la cui madre gli somministrò un barbiturico. L'emozione popolare fu talmente forte che il parlamento promulgò una legge che vietava l'accanimento terapeutico e consentiva (in quel caso e altri simili) l'eutanasia. Il caso di Terri Schiavo è diverso: non si tratta di vera e propria eutanasia, in quanto era già esistente la morte celebrale del soggetto ed è passato alla cronaca soprattutto per il litigio fra il marito e i genitori di lei (cattolici praticanti) che si opponevano al "dato di fatto". La magistratura, come tutti sanno, dette ragione ... (segue)


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