Religione e dintorni :)

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uffa
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Re: Religione e dintorni :)

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a proposito di omosessualità. vecchio ma sempre illuminante...
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -malattia/


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lemond
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Re: Religione e dintorni :)

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Donne e religione (II)

"Se le vostre donne avranno commesso azioni infami, confinate quelle donne
in una casa senz'acqua nè vitto finché non sopraggiunga la morte." Corano,
Sura IV, 15

Dopo e prima di essere massacrata di botte dal marito (impunito) nel nome di
dio (maschio) onnipotente e misericordioso.

"I coniugi peccano non appena si abbandonano alla voluttà per cui, dopo,
devono pregare: «Perdona, o Dio, la nostra colpa!»"
Sant'Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica

"Quanto maggiore il piacere, tanto più grave il peccato. Chi ama con troppo
calore la moglie è un adultero!"
Sant'Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica

"L'atto coniugale è un peccato grave in nulla differente dall'adulterio e
dalla dissolutezza nella misura in cui entra in ballo la passione dei sensi
e l'odioso piacere, così che nessun dovere coniugale accade senza peccato e
i coniugi non possono essere senza peccato."
Martin Lutero, padre della riforma cristiana protestante

"La verità è che il matrimonio, quale istituto naturale conforme alla
volontà del creatore, non ha come primo e unico fine il personale
completamento dei coniugi, bensì la procreazione e l'educazione di una nuova
vita." Papa Pio XII°

"Una madre, in quanto sposata, otterrà in cielo un posto inferiore a quello
della figlia in quanto vergine."
Sant'Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica

"Le donne non dovrebbero essere illuminate o educate in nessun modo.
Dovrebbero, in realtà, essere segregate poiché sono loro la causa di orrende
ed involontarie erezioni di uomini santi." Sant'Agostino, padre della chiesa
cristiana cattolica



Marito con moglie al guinzaglio (catena).
Foto presa in Asia Centrale (Tajikistan, Uzbekistan Kazakistan o
Turkmenistan)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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lemond
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Re: Religione e dintorni :)

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Donne e religione (II)

Mancava il link per la foto

Dovrebbe essere questa
http://cfivarese.altervista.org/Aforism ... donne.html
dovete scendere di un po' nella pagina e quel che si vede non è divertente


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Re: Religione e dintorni :)

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W. Peruzzi

Tommaso D'Aquino: "L'omosessuale come deviato e malato"! Ed inoltre l'Aquinate elenca tutti i comportamenti sessuali che sono "contro natura" come la sodomia o come quando si ricerca il piacere non finalizzato alla procreazione.
Pio V: "Consegnate gli omosessuali al braccio secolare"! E se chierico, prima sia ridotto allo stato laicale, per subire le stesse pene civili riservate loro, che erano quasi sempre la ... :grr: E' un altro esempio di come un papa abbia *insegnato* il ricorso alla pena di morte. (Altro che la religione dell'amore !? )
In materia di sessualità quasi niente è canbiato ai giorni nostri, nonostante i gruppi di cattolici omosessuali abbiano cercato di organizzarsi per far sentire le proprie ragioni. [nota mia, a me pare proprio inconcepibile che ci siano omosessuali (o donne) che si dichiarano *cattolici*, perché delle due l'una: o non conoscono quella religione, oppure godono a prostrarsi verso il proprio *carnefice*. ]
A gelare le speranze che qualcosa potesse cambiare, dopo il Concilio V. II, ci pensò già Paolo VI con la "Dichiarazione di alcune questioni di etica sessuale" in cui si ribadivano le posizioni più chiuse e tradizionali sull'argomento.


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Re: Religione e dintorni :)

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Donne e religione (III)

La donna non è fatta a immagine e somiglianza di Dio. È nell'ordine della
natura che le mogli servano i loro mariti ed i figli i loro genitori, e la
giustizia di ciò risiede nel principio che gli inferiori servano i
superiori... È la giustizia naturale che vuole che i meno capaci servano i
più capaci. Questa giustizia diventa evidente nel rapporto tra gli schiavi
ed i loro padroni, che eccellono in intelletto, ed eccellono in potere."
Sant'Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica, Questioni
sull'Eptateuco, Libro I, § 153.

"Non può esserci dubbio che è più consono all'ordine della natura che l'uomo
domini sulla donna, piuttosto che la donna sull'uomo. Questo è il principio
che emerge quando l'apostolo (Paolo) dice, «La testa della donna è l'uomo»
e, «Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti». Anche l'apostolo Pietro
scrive: «Sarah obbediva ad Abramo, chiamandolo padrone»"
Sant'Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica, Sulla Concupiscenza,
Libro I, cap. 10.

"Adamo è stato condotto al peccato da Eva, non Eva da Adamo. È giusto,
quindi, che la donna accolga come padrone chi ha indotto a peccare."
Sant'Ambrogio, padre della chiesa cristiana cattolica

"Vi sono tre ragioni per le quali diciamo che è l'uomo l'immagine di Dio e
non la donna. Prima fra tutte: così come c'è un solo Dio e da lui tutte le
cose sono nate, così un uomo è stato creato per primo e da lui sono stati
nati tutti gli altri. Perciò è questa entità che è a somiglianza di Dio,
vale a dire cioè che come tutte le cose procedono da Dio, così tutti gli
altri uomini procedono da quest'uomo. In secondo luogo, così come dal corpo
di Cristo mentre era addormentato nella morte sulla croce è derivata
l'origine della chiesa cioè l'acqua ed il sangue attraverso i quali si
esprimono i sacramenti con i quali vive la chiesa ed ha la sua origine e
diviene sposa di Cristo, così dal fianco di Adamo mentre dormiva nel
paradiso è stata formata la sua sposa quando le fu presa una costola, dalla
quale Eva venne creata. In terzo luogo: così come Cristo è capo della Chiesa
e governa la Chiesa, allo stesso modo il marito è capo della moglie e la
regola e la governa. E' per queste ragioni che solo l'uomo è ad immagine di
Dio, e non la donna. E per queste ragioni l'uomo non deve avere come la
donna un segno di soggezione, ma un segno di libertà e di preminenza." Uguccio,
Summa, C. 33, q. 5, cap. 13.


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Re: Religione e dintorni :)

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W. Peruzzi

Discriminarli è giusto


Nel 2005 la chiesa si fa promotrice di una forsennata crociata contro gli omosessuali con "I triangoli rosa" di B16, dove il titolo richiama il t.r. con cui i nazisti segnavano le divise degli omosessuali nei campi di concentramento. Si tratta di una crociata così isterica da far scrivere a don Franco Barbero (ridotto alla stato laicale nel 2003 dal Papa-Boy(a) per il suo atteggiamento di apertura verso le coppie omosessuali): "Inviterei ... a guardarsi un po' in profondità: l'ossessivo bombardamento cartaceo sui temi della sessualità potrebbe derivare, almeno in parte, da qualche conflitto interno non ben risolto ... A Dio offro la commossa gratitudine del mio cuore, perché mi fa incontrare gay e lesbiche credenti, che sanno amarsi, ringraziandolo per il dono della loro omosessualità".
In ogni suo scritto B16, oltre a ribadire, come sempre senza argomenti razionali, la pretesa inscindibilità fra matrimonio-sessualità-procreazione, manifesta una radicale intolleranza verso quanti nella chiesa cercano di riservare ai gay almeno una "cristiana" accoglienza, ma soprattutto contro i gay stessi, rappresentati come persone unicamente tese a sodisfare egoisticamente la loro "libido" e che non hanno quindi diritti, neanche quello di non essere discriminati. Quest'ultimo particolare è ben illustrato nella "Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali". :grr:


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Re: Religione e dintorni :)

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Donne e religioni (IV)


Donna sfigurata con l'acido dal marito (impunito) nel nome
di dio (maschio) onnipotente e misericordioso.

...


"La donna è un tempio costruito su una cloaca. Tu, donna, sei la porta del
diavolo, tu hai circuìto quello stesso [maschio] che il diavolo non osava
attaccare di fronte. È a causa tua che il figlio di Dio ha dovuto morire; tu
dovrai fuggire per sempre in gramaglie e coperta di cenci." Tertulliano,
teologo cristiano

"Ogni donna dovrebbe camminare come Eva nel lutto e nella penitenza, di modo
che con la veste della penitenza essa possa espiare pienamente ciò che le
deriva da Eva, l'ignominia, io dico, del primo peccato, e l'odio insito in
lei, causa dell'umana perdizione.
Non sai che anche tu sei Eva? La condanna di Dio verso il tuo sesso permane
ancora oggi; la tua colpa rimane ancora.
Tu sei la porta del Demonio!
Tu hai mangiato dell'albero proibito!
Tu per prima hai disobbedito alla legge divina!
Tu hai convinto Adamo, perchè il Demonio non era coraggioso abbastanza per
attaccarlo!
Tu hai distrutto l'immagine di Dio, l'uomo!
A causa di ciò che hai fatto, il Figlio di Dio è dovuto morire!"
Tertulliano, teologo cristiano, De Cultu Feminarum, libro 1, cap 1.


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TIC
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Re: Religione e dintorni :)

Messaggio da leggere da TIC »

Perche' continui ad alimentare un thread che non lo legge nessuno.
Che senso ha continuare a postare per te stesso ?


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lemond
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Re: Religione e dintorni :)

Messaggio da leggere da lemond »

TIC ha scritto:Perche' continui ad alimentare un thread che non lo legge nessuno.
Che senso ha continuare a postare per te stesso ?
Ma che dici, tu lo leggi. :D :diavoletto: :D

P.S.

"De gustibus non disputandum est" e poi tu confondi il leggere, con il rispondere :bll:


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Re: Religione e dintorni :)

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W. Peruzzi

Lo stato laico non dever riconoscere le coppie omosessuali


E' quanto afferma il 20/2/1994 il papa-boy(a), denunciando all'Angelus la risoluzione del parlamento a favore delle unioni di fatto. Si tratta di un atteggiamento di rara impudenza, col quale sempre il papa-boy(a) richiama il parlamento, dove ovviamente siedono cattolici, ptrotestanti, musulmani, atei etc, a considerare "comportamenti devianti, non conformi al piano di dio" e "male morale" quelli che sono tali per ... LUI. :grr:
Il "leit motiv" è soltanto uno: l'affermazione tanto insistita, quanto sprovvista di qualsiasi dimostrazione ragionevole, che le leggi dello stato-laic(o)ista devono recepire le fobie religiose in tema di omosessualitò, perchè coinciderebbero con la "legge naturale". :diavoletto: :D :diavoletto:
La storia invece insegna che non è così e che diritto/morale naturale sono diversamente intesi nei vari tempi e i più grandi filosofi ebbere idee difformi.
Ciliegina sulla torta: Paola Binetti che, nella trasmissione televisica Tetris del 3/12/2006 *addottorava* gli astanti su cosa è normale e cosa no. (Dimenticandosi di aggiungere, alla fine, che lei non lo è, ma a scanso di equivoci, non nel senso di Leonardo da Vinci, ma in quello dello *scemo del villaggio*. :D


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Re: Religione e dintorni :)

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Donne e religione V

"Non permetto alla donna di insegnare, né di comandare all'uomo, ma se ne
stia silenziosa. Infatti Adamo fu plasmato per primo, poi Eva; e non fu
sedotto Adamo prima, ma la donna essendo stata sedotta cadde nella
trasgressione." San Paolo, Lettere a Timoteo

"Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano
perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice
anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i
loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea."
San Paolo, Prima lettera ai Corinzi, XIV, 34-35



"Le donne siano soggette ai propri mariti come al signore, perché il marito
è il capo della donna come Cristo è il capo della chiesa."
San Paolo, Lettera agli Efesini

"L'Apostolo vuole che la donna sia manifestamente inferiore, in ordine che
la Chiesa di Dio è pura."
Ambrosiaster, Sulla prima lettera a Timoteo 3,11.

"In verità, le donne sono di razza debole, indegne di fiducia, di mediocre
intelligenza." Epifanio, Panarion 79, §1.

"Narrato da 'Imran bin Husain: Il Profeta disse: «Ho guardato verso il
paradiso e ho visto che la maggior parte dei suoi abitanti erano poveri;
ho guardato verso l'inferno e ho visto che la maggior parte dei suoi
abitanti erano donne»." Hadith, Sahih Bukhari 4:464

"Entrambe, la natura e la legge, mettono la donna in condizione subordinata
rispetto all'uomo." Sant'Ireneo, Frammento n° 32


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Re: Religione e dintorni :)

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W. Peruzzi

La guerra santa

Così dice il signore degli eserciti ... non lasciarti prendere da compassione ... ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti. (Primo libro di Samuele)
Nella storia della chiesa, almeno da Agostino a fine Ottocento, la pace fu l'eccezione, la guerra la regola; o meglio la pace fu vista sempre come il fine, da perseguire usando la guerra come mezzo, secondo il motto "si vis pacem para bellum".. Centrale è nella chiesa la guerra giusta, di cui la guerra santa ne è il prototipo, con le parole d'ordine "dio lo vuole" "dio è con noi".


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Re: Religione e dintorni :)

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Donne e religione VI

"Dovere principale della moglie è provvedere al governo della casa in
subordinazione al marito. All'uomo spetta l'ultima parola in tutte le
questioni economiche e domestiche e la donna deve essere pronta
all'obbedienza in tutte le cose: il suo posto è soprattutto in casa. Son da
condannare gli sforzi di quelle femministe le cui pretese mirano ad un'ampia
uguaglianza fra uomo e donna." Papa Paolo VI°

"Ai fini dell'educazione cristiana di una bambina, che non sappia a che
servono flauti, lire e cetre: la musica è proibita. Non deve avere cameriere
graziose e curate, ma una vecchia virago seriosa, pallida, sordida che
esorti di notte alla preghiera e al canto dei salmi e di giorno alle
preghiere nelle ore dovute. Non deve prendere bagni che feriscono il senso
del pudore di una fanciulla, la quale non dovrebbe mai vedersi nuda. Verrà
allevata nel chiostro sotto lo sguardo della nonna e non guarderà in faccia
nessun uomo e nemmeno saprà che esiste un altro sesso." San Girolamo, padre
e dottore della chiesa cattolica

"Se è un bene non toccare una donna, allora è un male toccarla: gli sposati
vivono come le bestie, infatti nel coito con le donne gli uomini non si
distinguono in nulla dai porci e dagli animali irragionevoli." San Girolamo,
padre e dottore della chiesa cattolica


"Ammonite quelle [donne] di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole
nei loro letti, picchiatele." Corano, Sura IV, 34


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Re: Religione e dintorni :)

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W. Peruzzi

Tortura e pena di morte

Un'antologia completa delle violenze di dio e di allah, si trova nel sito Utopia, qui ci limiteremo a considerare solo l'omicidio e la tortura in quanto sanzioni comminate ed eseguite per legge, ossia la posizione della bibbia, della chiesa e dello stato pontificio, di fronte alla pena di morte o alle leggi che infliggono trattamenti inumani, mutilazione, torture. Per quanto riguarda l'antico testamento il Pentateuco, che gli ebrei chiamano Torah (legge) contiene nunerosi ordini e divieti dati da dio che prevedono per i trasgressori la morte o, in casi minori, gravi pene colparali (confr. anche Esodo, 21 12-29 (1a) e poi Deuteronomio, 25 1-3; 11-12 (1h, 1c)


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Re: Religione e dintorni :)

Messaggio da leggere da maglianera »

l'altra sera ascoltavo Don Gallo su La 7. se tutti gli uomini di chiesa fossero come lui, io magari in chiesa ci andrei un po' più spesso. Se fossero tutti come monsignor Fisichella, preferirei essere buddista o totemista.


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Re: Religione e dintorni :)

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Donne e religione VII


"All'uomo compete il governo, la donna deve piegarsi. L'uomo è più elevato
e migliore, la donna una creatura dimezzata, una bestia idrofoba, il merito
maggiore che possiede è quello di generare." Martin Lutero, padre della
riforma cristiana protestante

"Fai il bambino con tutte le tue forze, se ci lasci la vita muori pure, bene
per te dal momento che muori compiendo un'opera nobile."
Martin Lutero, padre della riforma cristiana protestante

"Anche se stanche e alla fine *devono morire*,* non fa nulla*, lasciale
affrontare la morte, esse sono qui proprio per questo."
Martin Lutero, padre della riforma cristiana protestante

"Se la moglie non vuole, venga la serva!" Martin Lutero, padre della riforma
cristiana protestante

"Se gli uomini potessero vedere quel che si nasconde sotto la pelle, la
vista delle donne causerebbe solo il vomito. Se rifiutiamo di toccare lo
sterco anche con la punta delle dita, come possiamo desiderare di
abbracciare una donna, creatura di sterco?" Sant'Odone, abate di Cluny

"Quando vedi una donna pensa che sia un demonio, che sia una sorta di
inferno." Papa Pio II°



Donne sfigurate dai mariti (impuniti) con l'acido solforico nel nome di dio
(maschio) onnipotente e misericordioso.
(foto fornite da RAWA associazione donne afghane)


Mutilata del naso e delle orecchie dai famigliari islamici afghani
(impuniti).


A sinistra: mutilata del naso e delle orecchie.
A destra: sfigurata con l'acido più mutilata del naso e delle orecchie.
A causa dell'acido ha perso la vista.


La pagina è questa
http://cfivarese.altervista.org/Aforism ... donne.html

> A sinistra: mutilata del naso e delle orecchie.

http://uavarese.altervista.org/0al.jpeg

> A destra: sfigurata con l'acido più mutilata del naso e delle orecchie. A
> causa dell'acido ha perso la vista.

http://cfivarese.altervista.org/7.jpg


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Re: Religione e dintorni :)

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W. Peruzzi

Pena di morte e Stato città del Vaticano



]Dopo il 1870 il papa si trovò senza potere temporale e cessarono le "giustizie" (nel senso che fu licenziato il boia), ma la pena di morte rimase, prevista dalla Legge fondamentale del S.C.d.V. del 7/06/1929. Si dirà e si è detto che in questa materia la chiesa si è limitata a riflettere lo spirito dei tempi, fino a poco tempo fa favorevole (anche in caimpo laicista) ad essa. Se non fosse che la chiesa si propone e si vanta di essere maestra infallibile di costumi, anche in *opposizione* allo spirito dei tempi. :-( [Si veda ad es. la morale sessuale e l'eutanasia ;) ]

P.S.

Domani me ne vado in clinica per un'operazione alla prostata, quindi non so quando spedirò il prossimo messaggio. ;)

Ciao, Carlo


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W. Peruzzi

Diritti negati

Con la risoluzione del Parlamento Europero (a favore delle unioni di fatto) si è ... conferito indebitamente un valore istituzionale a comportamenti devianti, non conformi al piano di Dio ... Giovanni Paolo II

Ciò che è contrario alla virtù ed alla verità ... non deve essere ... difeso e tutelato dalle leggi. Leone XIII

La pretesa di di fare della religione cattolica la religione di Stato o, più modernamente, l'ispiratrice delle leggi statali, ha come inevitabile ricaduta il tentativo di sottoporre al più rigido controllo tutti gli strumenti che possono veicolare idee contrarie alla religione, come la stampa e la scuola e comporta pure di far vietare quelle condotte e stili di vita che contrastano con la (im)moralità cattolica. [Nota mia, non credo che servano esempi :D ]


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W. Peruzzi

Distruggere il mortale flagello dei libri

I "roghi dei libri sono una pratica detestabile quanto diffusa fin dall'antichità da parte della S.R.C. (vedasi, per importanza, la biblioteca di Alessandria. :-(. ) Il primo ordine era stato dato nel concilio di Nicea del 325 dall'imperatore Costantino (il creatore pagano del cattolicesimo reale): "Comunico che se qualcuno fosse trovato di aver nascosto un libro composto da Ario e non lo distrugga subito nel fuoco, deve subire la pena di morte".
Più mite, a paragone, Leone I magno che nell'Epistola 15,5 si limitava ai libri. :D


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W. Peruzzi

La scuola deve insegnare unicamente la verità

La chiesa rivendicò il controllo dell'istruzione, non appena comparve la scuola pubblica e con *verità* non si intende ciò che è ritenuto vero da colui che insegna, ma ... [vedete voi :D ]. Nel Sillabo del 1864, un documento che impegna il magistero, scritto proprio da quel Pio IX che ha "inventato" l'infallibilità, figurano ad es. come condannate queste proposizioni:
a) l'intiero regolamento delle pubbliche scuole può e deve essere attribuito all'autorità civile
b) gli istituti pubblici, che sono destinati all'insegnamento delle lettere e delle più gravi discipline, si esimano da ogni autorità, forza moderatrice ed ingerenza della Chiesa.
Da qui il successivo disconiscimento espresso nel 1910 da Pio X nell'enciclica "Editae sapae Dei" di una scuola pubblica non confessionale e la richiesta, in alternativa, di una scuola cristiana per tutti.
[nota mia, ed ancor oggi ...]


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Il matrimonio è di spettanza della chiesa

Anziché riconoscere il carattere storico del modello di famiglia comparso nell'Occidente medioevale e che era stato preceduto o accompagnato da altri modelli di unioni, la chiesa, mentendo, ha cercato di farlo credere "eterno" ed istituito da dio all'atto della creazione, come sentenziò Innocenzo III in una Lettera al vescovo di Parigi. Dall'origine divina del matrimonio discendono l'indissolubilità del vincolo ed il suo carattere sacro e, in definitiva ... una pertinenza della chiesa. :-(
Affermando che l'indissolubilità è "un diritto di natura" tutti i papi hanno sempre preteso che lo Stato [nota mia: in particolare quello italiano, perché gli altri ... :-), salvo la Polonia ] negasse ogni possibilità del divorzio. :-(

Il caso di Prato

In questa cittadina, nel 1956, due suoi abitanti decisero di sposarsi solo civilmente. Essendo stati (a suo tempo) battezzati e quindi facenti parte del "gregge ab aeterno" [nota mia: sette o otto anni fa, chiesi lo "sbattezzo" per iscritto, recandomi di persona alla "mia" parrocchia, per porgerlo "brevi manu" al proposto di allora, però non ho mai ricevuto nulla come risposta scritta, chissà che fine avrà fatto quella mia richiesta? ], si ebbero non solo provvedimenti di carattere religioso nei loro confronti, ma la "reclamizzazione" con la lettera del vescovo di Prato, Pietro Fordelli al Parroco Danilo Nazzi, ove si legge: "... Il matrimonio c.d. civile per due battezzati è soltanto l'inizio di uno scandaloso concubinato ... e quindi il sig. Bellandi Mauro e la signorina Nunziati Loriana devono essere considerati pubblici peccatori! [nota mia: si noti la finezza in generale, ed anche il piccolo particolare di indicare i due ... con cognome e nome, in ossequio a tutte le peggiori burocrazie :-( ]
Ne seguì un processo intentato dai due "pubblici peccatori" che in primo grado vide riconosciuto il loro diritto a non essere *diffamati pubblicamente*, ma in appello la sentenza fu ribaltata [nota mia:evidentemente da un giudice ... tipo quello che condannò Adriano Sofri :-( ] e i due coniugi dovettero chiudere l'attività commerciale, perché le banche chiusero ogni possibilità di credito e lui [nota mia: come Enzo Tortora] si ammalò gravemente e ... fine della storia. :grr:


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L'ultima trincea: no alle unioni di fatto e lo Stato non deve riconoscere le unioni omosessuali, perché condannate dalla chiesa! Il "male", come il "pastore tedesco" chiama tali unioni, può essere al massimo "tollerato", mai "legalizzato" !!!
E' quanto dice non solo agli "uomini politici cattolici", ma a tutti coloro che sono impegnati nella politica [nota mia: e soprattutto agli "anti-politici"]. :-(
A colpire non è tanto la *apodittica-monopodica* e non motivata convinzione di Ratzinger, che esista una e una sola "verità naturale sul matrimonio" (la sua), ma la pretesa che tale opinione sia scelta dallo Stato, a preferenza delle molte altre esistenti e imposta a tutti. A quale titolo, a parte la ben nota infallibilità papale? :D


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E nell'ora della nostra morte ... e così sia.

Come orami sanno tutti in Italia, la chiesa pretende che lo Stato costringa per legge a vivere, attaccati a macchine e con l'alimentazione forzata, chi è in stato vegetativo permanente o quelli giunti ad uno stadio terminale che chiedono di essere aiutati a morire. [nota mia, ad uno di questi che aveva dolori lancinanti e che chiedeva qualcosa di più dell'aspirina, fu risposto da una, poi proclamata beata o santa, non so bene, tanto se non è zuppa è pan bagnato! :grr: :se tu patisci tanto significa che dio tanto ti ama (citato a memoria) ]
Le ragioni di questa battaglia "per la vita", come le gerarchie ecclesiastiche la chiamano :D sono state esposte dal papa-boy(a) nell'enciclica "Evangelium vitae" e ribadite dal papa in carica [nota mia, la cosa è ovvia, visto che era il pastore tedesco a scrivere i discorsi del papa precedente] ed ai quali rispose Piergiorgio Welby: "Addio, Signori che fate della tortura infinita il mezzo, lo strumento obbligato di realizzazione o di difesa dei vostri "valori".
Naturalmente a chi si permetteva ciò, le autorità ecclesiastiche rifiutarono alla moglie [nota mia, sottolineo *la moglie*, che poveretta (non lo dico in generale, bensì a ragion veduta, perché non mi pare proprio all'altezza di un grande qual era il marito) continua a proclamarsi *cattolica*, il funerale religioso, che invece era concesso negli stessi giorni, con grande onore, a Pinochet.
"Mutatis mutandis" possiamo aggiungere il caso delle dichiarazioni ecclesiastiche: "esecuzione capitale" e "condanna amorte" riguardo una sentenza di un tribunale, che il 9 luglio 2008 ha autorizzato il padre di Eluna Englaro a ...


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Questione di Fede

Ignazio de Loyola (Esercizi spirituali) :" Per essere certi di non sbagliare dobbiamo sempre regolarci in questo modo: quello che io vedo bianco, credo che sia nero, se la Chiesa gerarchica così stabilisce ..."

Il pastore tedesco sostiene che l'immagine di Dio come amore gli viene dalla Bibbia. Ora, a parte la contraddizione di un dio, che fra tutti i popoli, riserva il suo amore al solo Israele e che glielo impone come qualcosa di obbligatorio, bollando un suo rifiuto come "prostituzione", sta il fatto che più spesso, proprio nelle Bibbia, i sentimenti di dio ("Un dio geloso e vendicatore è il signore ... il Signore si vendica degli avversari e serba rancore verso i nemici. - Naum 1,2) sembrano piuttosto quelli dell'odio! :-(
Anche secondo Isaia, l'unica condizione perché dio dimostri amore a qualcuno e lo protegga, a danno comunque, di qualcun altro, pare debba essere la più totale sottomissione.

P.S.

Nella Bibbia, come documenta il sito Utopia, compaiono 306 volte la parola "guerra", 235 "sterminio", 192 "distruggere", 539 "uccidere", 620 "nemici"! :-) In questo sito si può trovare una completa antologia dei passi in cui dio fa strage di nemici, ordina di passare a fil di spada uomini, donne e bambini, terrorizza popoli indifesi.


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Diluvio, Babele, Sodoma ed altre vendette

Già poco dopo la creazione, in risposta al peccato di Adamo, dio si era vendicato in modo odioso e meschino, scaricando la colpa del padre sui figli e sui figli dei figli, cioè sull'umanità intiera. Sicché sarà per rimediare in modo tardivo e parziale a questa ingiustizia originaria che poi lo stesso dio sacrificherà "suo figlio"?

[nota mia, vi risparmio l'analisi del grassetto di questo messaggio, perché tanto sono fatti che conoscono tutti.]


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Incontro a Terni con W. Peruzzi

http://www.valeriobruschini.info/?p=447


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La funzione del peccato originale è essenziale nella struttura religiosa, perché, come dice il pastore tedesco: " ... se non si capisce più che l'uomo è in uno stato di alienazione ... non risolvibile con i suoi soli sforzi, non si capisce più la necessità di un Cristo redentore. Tutta la struttura della fede è così minacciata." Ed infatti s.r.c. si è sempre adoperata affinché l'umanità tenesse conto di ciò in ogni momento a non dimenticasse mai il senso di colpa che ne deriva e che comporta dolore, violenza guerre e quant'altro, come effetto del peccato. :-(
A contraddire tale visione cupa e pessimistica della vita, esiste tuttavia, in questa "valle di lacrime", il piacere, specie quello sessuale. La sessualità è quindi diventata la "bestia nera" per la chiesa, con esempi che è inutile fare, perché sono a conoscenza di tutti. Si può rammentare soltanto il concepimento virginale di Maria, condizione essenziale affinché Gesù, nato per liberarci dai peccati, fosse concepito senza peccato. :D


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A proposito di infallibilità papale

Un riepilogo del modo sempre più rigido ed estensivo con cui viene inteso il dogma dell'infallibilità di Pio IX, ce lo offre nel 1973 il documento "Mysterium ecclesiae" della Congregazione per la dottrina della fede, "ratificato e confermato" da Paolo VI. Questo documento si comprende se si hanno presenti le critiche sollevate in quel periodo soprattutto da Hans Kung. Proprio a lui si risponde nel mentre si afferma che non si può ipotizzare neppure qualche errore "disseminato" dentro sentenze infallibili. Inoltre Paolo VI chiarisce che non solo i pronunciamenti "ex cathedra" del papa o dei concilii devono ritenersi infallibili, ma anche il magistero dei vescovi dispersi nel mondo, purché concorde con quello del papa e convergente in un'unica sentenza "definitiva". Si estende poi la materia che può diventare oggetto di pronunciamento infallibile: non solo la fede, ma tutto quanto serve a custodirla ed esporla.
Il che permette al magistero, osserva Kung, di "pronunciarsi autenticamente" su quasi tutte le questioni che sembrino loro in qualche modo cruciali: dai singoli problemi esegetici e storici, fino a quelli scientifici, politici, economici, culturali, scolastici e per l'appunto anche sul controllo delle nascite ... e di esplicitare "autenticamente" le tesi più disparate. :D :-(
Unica condizione che le sentenze siano definitive, come ribadisce nel 2000, regnante G.P.II, l'allora segretario della Congregazione Tarcisio Bertone in una conferenza stampa sul documento "Dominus Jesus".


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Le smentite della Storia

Alle ripetute pretese di infallibilità hanno corrisposto peraltro, nel corso dei secoli, le smentite della Storia, anche riguardo a sentenze enunciate nei modi più solenni e definitivi da encicliche e concilii ecumenici o dal Santo Ufficio, in risposta a chi chiedeva se una determinata dottrina doveva tenersi appunto come definitiva.
Per quanto riguarda i costumi, ossia uno dei due ambiti in cui si estende l'infallibilità, citiamo solo due esempi: la libertà di coscienza e la cremazione.
Almeno due documenti pontifici condannano, senza possibilità di dubbio, la "libertà di coscienza". L'enciclica di Gregorio XVI "Mirari vos" e "Quanta cura/Sillabo" di Pio IX. Invece le posizioni del papa attuale nel "Discorso ad Ankara al corpo diplomatico" sono a favore della libertà religiosa.
La cremazione è stata più volte condannata e Pio XI rinnovò tale ... nel 1926 con apposita istruzione al Santo Ufficio. E poi, tutto ad un tratto ...


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Ma i papi hanno sbagliato anche nel campo delle verità di fede. Un caso classico è l'obbligo fatto a Galilei e ai fedeli di ritenere per vera, rivleata da Dio nella Bibbia, l'errata dottrina tolemaica, secondo cui il sole girava intorno alla terra. Un altro esempio è il modo con cui la chiesa ha cambiato opinione circa il destino eterno dei bambini morti senza battesimo. Oltre a ciò, citeremo tre casi, che ci paiono emblematici.

a) Fuori della chiesa non c'è salvezza, sul cui senso la chiesa ha cambiato molto spesso nel corso del tempo, fino a ridurla quasi all'insignificanza nel 1965, dalla costituzione "Lumen Gentium" del Concilio Vaticano II

b) Un papa fece, in materia di fede, addirittura *autocritica*, ritrattando, sul letto di morte, quanto aveva falsamente insegnato in vita. Giovanni XXII sosteneva l'opinione che le anime dei defunti ... avessero solo la visione della natura umana di Cristo e venissero ammesse alla piena beatitudine solo dopo il giudizio universale. Nella bolla "Ne super bis" emessa il giorno prima della sua morte si ... corresse. :D

(continua)


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c) Un papa eretico condannato da un concilio ecumenico

Il caso più paradigmatico, cui si richiamarono nel C.V. primo gli oppositori di Pio IX e del suo dogma sull'infallibilità, è quello di papa Onorio (625-638). Egli, per accordarsi con i monofisiti, che sostenevano esservi in Cristo una sola natura e non due (umana e divina), enunciò questa tesi gradita a Sergio, imperatore di Bisanzio, che la assunse in un editto. Ma questa dottrina fu combattuta dalla chiesa di Roma per ragioni non solo teologiche. Respingerla serviva ai papi per affermare una maggiore indipendenza da Bisanzio. Sta comunque il fatto che Onorio fu condannato come eretico ed il suo decreto fu dato alle fiamme. Nel 680-81 il papa fu indicato come strumento del demonio e vittima dell'anatema insieme ad altri Patriarchi di Costantinopoli. In questo testo del III concilio ecumenico di Costantinopoli si ha la "proclamazione perfetta della vera fede" (quindi infallibile) in contrapposizione alla dottrina professata da un papa (a sua volta infallibile). :D


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"Dulcis in fundo" : I santi padri

[Nota mia: alla fine del libro si fa riferimento ad una delle cose che più mi fanno ridere riguardo alla dottrina cattolica: i beati e i santi. :D ]

A richiamare l'attenzione sul significato e l'importanza dei santi nella Chiesa ha certo contribuito lo spropositato numero di canonizazioni fatte dal papa-boy(a): 482 contro le 296 dei 33 papi che lo avevano preceduto dal 1588. Il tapino ha proclamato inoltre circa 1000 beati e 2000 servi di Dio (primo gradino dell'ascesa agli altari). Oltre al numero, hanno fatto discutere i personaggi elevati all'onore ... Da Josemaria Escrivà de Belanguer, fondatore della "Opus dei" a Padre Pio, considerato da Giovanni XXIII un impostore; da Pio IX uno degli ultimi difensori del potere temporale e ostile all'unità d'Italia [come Bossi :D ], all'arcivescovo Stepinac, còmplice del "genocidio" compiuto dagli ustascia nella seconda guerra mondiale e Anjeza Gonxhe Bojaxhiu, che somministrativa solo l'aspirina ai malati terminali di cancro, mentre lei si curava nelle più esclusive cliniche statunitensi. :-(


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Ma la di là della politica di canonizzazione messa in atto da uno papi peggiori della storia (nota mia, molto meglio il celeberrimo Alessandro, sesto del nome), la questione dei santi è importante nella chiesa per almeno due ragioni:

a) Il santo è prova dell'infallibilità della chiesa, perché si avvale della capacità, divinamente ispirata, di discernere se questa o quella persona è fra gli *eletti*. Certo la canonizzazione con atto solenne a conclusione di processo nel quale si vagliano i *MIRACOLI* [ :D ] attribuiti al santo è relativamente recente: 1588. Prima era solo il risultato della devozione popolare.
Ma la chiesa ha impegnato la sua autorità anche in modo retroattivo, inserendo tutti i santi precedenti tale data in un elenco il "Martirologio romano", dove sono inseriti titti i santi ... *D.O.C.* :diavoletto:

(continua)


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b) Il santo, testimone della santità della chiesa, perché con la loro esemplare moralità (sic!) ...
Ma qualcuno allora potrebbe chiedere: l'omicidio entra nella prassi e nella dottrina della chiesa o no?
Il primo concilio di Nicea del 325 decretò, con l'avallo del santo Silvestro I: "Se qualcuno fosse trovato di aver nascosto un libro composto da Ario, deve subire la pena di morte."
Poco dopo si era cominciato ad utilizzare l'omicidio, anche come strumento di lotta per il potere all'interno della chiesa. Damaso I e Ursino si scontrarono per tre giorni con morti e feriti.
Damaso ebbe la meglio e la vittoria costò "solo" 137 morti nella basilica di Sicinnio, dove i cristiani erano riuniti.
Anche in seguito gli scontri per il soglio papale furono frequenti. :-(


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Fu fatto santo ad es. Gregorio II, che nel 717 fece intervenire l'esercito del duca di Napoli per impradonirsi di un castello, prese poi lui stesso la guida dell'esercito dell'esarcato di Ravenna, represse la rivolta di Tiberio Petaso, lo uccise ed inviò la testa all'imperatore di Costantinopoli. Ed è venerato pure Stefano III, eletto papa dopo una lunga e feroce notte, con delitti a catena. Altra bella e santa persona fu Leone III che fu inserito nel 1673 nel Martirologio Romano, anche se poi nella revisione del 1963 la sua festa è stata eliminati. Alla metà del Mille, divenne papà un altro santo assassino: Leone IX che, fra l'altro, provocò per la sua intransigenza dottrinale lo scisma con la chiesa d'oriente e poi e poi ...
Per finire questo libro in bellezza, occorre sottolineare che il papa boy(a) proclamò beato Pio IX, profondamente antisemita, che accreditò nel 1867 la tesi dell'omicio rituale e favorì le violenze contro gli ebrei, rafforzando il culto di Lorenzino di Marostica, un bambino del XIII secolo, che la leggenda voleva fosse stato martirizzato dagli ebrei. Pio IX fece inoltre rapire due bambini ebrei: Mortara e Coen, per educarli cristianamente.

In definitiva ci sembra di dover concludere che la chiesa sbaglia anche nel definire chi è santo e quale sia il modello di moralità, ma chi ha letto questo libro, molto probabilmente se n'era già accorto da sé. :-)

FINE


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Il papato e l'alto clero cattolico hanno mai accettato i principi costituzionali che sono alla base dei moderni stati occidentali? O li hanno invece sempre osteggiati? La questione riguarda l'uguaglianza, l'autonomia individuale, i diritti umani e civili, la separazione dei poteri, la sovranità popolare, la laicità dello Stato. La democrazia trova nelle gerarchie ecclesiastiche un alleato o un avversario? Come e quanto il Vaticano incide ancora oggi sull'elettorato, sui partiti politici e persino sul Parlamento della nostra Repubblica? Esaminando i documenti ufficiali di papi, sinodi e concilii emerge chiaramente che la chiesa gerarchica non solo è ancora lontanissima dalla democrazia ma ne costituisce, soprattutto in Italia, il principale ostacolo.

Premessa

La Chiesa cattolica è compatibile con la democrazia?

Alla domanda si può rispondere in due modi diversi, a seconda che per Chiesa si intenda la Chiesa gerarchica o la Chiesa di base, le istituzioni ecclesiastiche di comando o la comunità dei fedeli.
Il papato e l'alto clero cattolico hanno mai accettato i principi della democrazia, della liberal-democrazia, comuni a tutte le odierne Costituzioni politiche degli Stati europei e occidentali? O li hanno invece sempre osteggiati? La democrazia trova nella Chiesa gerarchica un alleato? o un avversario, aperto o camuffato? E quale è la risposta a tali domande se al contrario pensiamo all'altra Chiesa, quella comunitaria di base, senza potere e antigerarchica? E infine, come e quanto l'influsso del Vaticano incide sulla politica italiana?
Sono questi gli interrogativi a cui questo libro cerca di dare risposta. Ma non usando metodi da romanzo giallo, in cui il colpevole si scopre alla fine, dopo un complicato intrico di vicende, fatti e personaggi. Qui argomentazioni teoriche e documentazione storica sono disposte, come suggeriscono talvolta gli antichi trattati di retorica, secondo un ordine decrescente. La tesi di fondo appare già con chiarezza nel primo capitolo. Gli altri capitoli non sono che corollari del primo. Percorsi teorici, storici, politici passati e presenti, attraversati trasversalmente, per dimostrare la tesi iniziale. Un'analisi corroborata da impegno e passione civile per demistificare il deleterio concordismo tra politica e religione, Chiesa e Stato che ancora oggi connota la situazione italiana.
Sta ai lettori, dopo aver esaminato l'intero libro, giudicare se la dimostrazione è riuscita...

Michele Martelli (San Marco in Lamis 1940) insegna Filosofia morale all'Università di Urbino. Studioso del pensiero politico, collaboratore di "Micromega", ha pubblicato numerosi volumi sui temi della laicità e della critica ai fondamentalismi, tra cui: Italy, Vatican State (2010); Quando Dio entra in politica (2008). Per i nostri tipi ha pubblicato: Il secolo del male (2004), Teologia del terrore (2006, nuova ed. 2008).

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Michele Martelli
la chiesa è compatibile con la democrazia?

2011 pp.168 18,00 ?

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Premessa

Sovranità di Dio o del popolo?
Due opposte concezioni, p. 9 - Il papato e la sovranità democratica, p. 11 - Il trono e l'altare, o le due spade, p. 15 - Il Papa-Re-d'Italia, p. 16 - Il Triregno papale all'onu, p. 19 - Le radici dell'Europa, p. 23

Unificazione o separazione dei poteri?
Monocrazia papale e "virtù della democrazia", p. 27 - Rivoluzione francese e Costituzione. Il conflitto tra democrazia e antidemocrazia, p. 30 - Cesare e Dio. "Pienezza del potere", p. 31 - La democrazia liberale come "arte della separazione", p. 34

Stato cristiano o stato laico?
Separazione tra Stato e Chiesa, p. 37 - Cattolici o liberali? Il papato contro l'"indifferentismo liberale", p. 40 - Pio xi e il totalitarismo fascista, p. 45 - "Democrazia cristiana" o democrazia laica?, p. 48 - Teocon e atei (finti) devoti. I neo-gelasiani d'Italia, p. 51

Intolleranza o pluralismo?
Il principio di tolleranza religiosa, p. 55 - Lo sterminio dell'eresia e la libertà di pensiero, p. 57 - La «mortifera peste dei libri». La Chiesa contro la libertà di stampa, p. 61 - Monoteismo e intolleranza, p. 64 - Quale dialogo inter-religioso?, p. 66 - Democrazia, tolleranza e pluralismo, p. 69

Giurisdizione ecclesiastica o statale?
"Il peccato non è reato", p. 73 - Il conflitto giurisdizionale tra Chiesa e Stato, p. 76 - Matrimonio e divorzio, p. 79 - La pena di morte, p. 83 - Democrazia, aborto e diritti delle donne, p. 87

Scienza o fede?
Autonomia o eteronomia della scienza? p. 91 - "La scienza non può contraddire la fede"? p. 95 - La scomunica del modernismo, p. 98 - Creazionismo o evoluzionismo?, p. 101 - La Chiesa contro Darwin, p. 104 - Scienza e democrazia, p. 108

Bioetica di Dio o diritti civili?
Il monologo della fede con la ragione, p. 111 - La "Legge di Dio" e i diritti umani, p. 114 - Questioni di bioetica. I "nuovi diritti civili", p. 119 - Stato senza Dio e democrazia, p. 123

Chiesa gerarchica o Chiesa di base?
La Chiesa gerarchico-curiale, p. 127 - L'altra Chiesa. Le Comunità di base, p. 130 - Chiesa tridentina o conciliare?, p. 133 - Assolutismo o relativismo? Lo "scisma sommerso", p. 137 - La democratizzazione della Chiesa papale? Un'utopia, p. 142

Conclusione
Chiesa, democrazia e antidemocrazia

Riferimenti bibliografici 157


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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Ricevo e inoltro

Con lucida e determinata coerenza Lucio Magri, grande intellettuale politico e fondatore de il Manifesto, ha deciso di porre fine a una vita che non ha ritenuto più degna di essere vissuta.
Ha potuto farlo solo andando in Svizzera, dove leggi umane e rispettose della volontà individuale lo consentono. Mai sarà possibile in Italia dove il potere appartiene alla chiesa cattolica e ai suoi seguaci in Parlamento che stanno per approvare la Legge sulla Tortura Obbligatoria di Fine Vita che non permetterà a nessuno di decidere, come Lucio Magri, sul suo corpo e sulla sua vita. Da noi il potere appartiene agli eredi morali e continuatori politici di Torquemada, colui che fece della Santa Inquisizione inventata dalla chiesa cattolica il più raffinato, disumano e crudele meccanismo politico-religioso per imporre a tutti, mediante le torture e il rogo, le concezioni del mondo approvate e consentite dal papa e dai sui gerarchi.
Oggi in Italia e laddove si estende il suo potere la tortura tanto amata dalla chiesa cattolica per salvare le anime dei suoi seguaci sembrava che non potesse più essere fisica, ma solo morale.
La chiesa infatti si limitava a imporre le proprie visioni del mondo attraverso le legislazioni solo su specifici argomenti come, ad esempio, con la proibizione del diritto delle donne a decidere sulla propria maternità o impedendo il riconoscimento della parità di diritti per le persone omosessuali.
E invece stanno riuscendo in Italia e ripristinare la tortura per legge, impedendo a uomini e donne di decidere, quando sono ancora in possesso delle proprie facoltà intellettive, sulle cure e trattamenti sanitari non desiderati.
E così la tortura a cui la chiesa cattolica è stata costretta a rinunciare per secoli rientra legalmente in Italia attraverso aghi, sondini, manipolazioni, cavi elettrici non richiesti, anzi espressamente rifiutati, che prolungheranno le nostre sofferenze fisiche fino a che morte non sopravvenga.
Per la maggior gloria del dio cattolico e dei suoi interpreti autorizzati.


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Dio preoccupato

Durante la pausa caffè Dio si trova tranquillo nel suo ufficio e decide di dare un'occhiata al mondo col monitor a circuito chiuso. Sul primo canale vede un omino che in un campo cotto dal sole cocente, con un piccone sta dissodando il terreno sudando come una fontana e facendosi un mazzo tanto.

Dio preoccupato chiama San Pietro gli indica il monitor e gli chiede con aria stupita:

"Che è questo? Perché quell'uomo fa così?".

San Pietro risponde:

" Signore, sei stato tu a suo tempo a dire 'tu uomo, lavorerai col sudore della tua fronte!'".

"Ma io stavo scherzando! Ero arrabbiato per la macedonia senza mela, ero fuori di me ma non pensavo certo ad una cosa del genere... io scherzavo!".

"A quanto pare non l' hanno capito, Signore" dice San Pietro.

Allora Dio:

"Proviamo su un altro canale...". Cambia canale e vede una donna che sta partorendo tra urla di dolore, grida e lacrime.

"E questo che è????" esclama Dio spaventato "Perché quella donna sta soffrendo a quella maniera???".

San Pietro risponde:

"Signore, sei ancora stato tu a suo tempo a dire 'donna, tu partorirai con dolore!' ".

"Ma come si fa a non capire che era uno scherzo? D'accordo ero arrabbiato ma non immaginavo certo che mi avrebbero preso alla lettera... e sono andati pure oltre... quanto sangue...! Io stavo scherzando!!! Controlliamo un altro canale per vedere se hanno frainteso qualcos'altro...".

Cambia canale ancora, ma stavolta niente sangue né sudore, niente pianti, né fatica... solo una grossa tavolata imbandita di cibo e i commensali sono vescovi, cardinali e alti prelati della Santa Sede, tutti grassi, sghignazzanti, pieni di anelli e catene d'oro, vestiti di seta che allegramente sbevazzano alla faccia 'de chi je vò malè. Al che Dio guarda San Pietro negli occhi dicendo

"E questi? Si può sapere Perché questi fanno così?".

San Pietro guarda Dio, tira un sospiro e dice

"Questi hanno capito che stavi scherzando..." :D :diavoletto: :D


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Christopher Hitchens
Lo scrittore inglese, 62 anni, combatteva da due anni contro un cancro all'esofago, ed è stato stroncato da una polmonite

Ecco, alcune pillole del suo pensiero nella materia in oggetto.

Madre Teresa di Calcutta non era un’amica dei poveri. Era amica della povertà. Diceva che la sofferenza era un dono di Dio. Ha passato la sua vita a opporsi contro l’unico rimedio certo contro la povertà, cioè l’emancipazione delle donne da chi le vede come una specie di capo da bestiame per la riproduzione obbligatoria.”

“Loro [gli 'islamofascisti'] non ci danno pace e noi non dovremmo dargliene. Non possiamo vivere sullo stesso pianeta e ne sono contento perché io non voglio. Non voglio respirare la stessa aria di questi psicopatici e assassini e stupratori e torturatori e molestatori di bambini. O io o loro. E sono molto felice di questo perché so che saranno loro. Sconfiggerli è un dovere e una responsabilità. Ma è anche un piacere. Non è per niente uno sporco lavoro.”

“La religione ha il potere di convincere persone buone a fare cose cattive, e fa dire cose stupide a persone intelligenti.”

La Bibbia potrebbe anche contenere, ed effettivamente contiene, giustificazioni al traffico di esseri umani, alla pulizia etnica, alla schiavitù, alla vendita delle mogli, ai massacri indiscriminati – ma noi non siamo a vincolati a niente di tutto questo, trattandosi di storie messe insieme da rozzi e incolti mammiferi umani.”

“Nessun possibile futuro governo afghano potrà essere peggiore del governo dei talebani.”

"L’unica posizione che mi lascia senza alcuna dissonanza cognitiva è l’ateismo. Non è un credo. La morte è certa, e questo sostituisce sia il canto delle sirene del Paradiso che il terrore dell’inferno. La vita su questa terra, poi, con tutti i suoi misteri e le sue bellezze e i suoi dolori, si vive a quel punto molto più intensamente: inciampiamo e ci rialziamo, siamo tristi, fiduciosi, insicuri, ci sentiamo soli e felici e innamorati. Non c’è niente di più, ma io non voglio niente di più.”

La religione fa affermazioni straordinarie, ma affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie: e invece la religione non fornisce nemmeno prove ordinarie per le sue rivendicazioni sovrannaturali.”

"Quello che può essere sostenuto senza portare delle prove può essere respinto senza portare delle prove.”

Ci sono bambini ebrei esposti all’herpes a New York; migliaia di giovani americani che porteranno per tutta la vita i segni dello stupro e degli abusi subiti da parte dei preti cattolico; prelati e mullah che negano l’esistenza dell’aids… La fede non minaccia solo la nostra salute mentale. Chiunque affermi che il male merita la protezione della legge è colpevole né più né meno di quei vecchi sporcaccioni che si divertono a infliggerlo. Peccato che l’inferno non esista.”


“I non credenti sono più misericordiosi e comprensivi dei credenti, oltre che più razionali. Noi non crediamo che il papa subirà un giudizio o un castigo eterno per i milioni di persone che moriranno inutilmente di aids, o per aver offerto pretesti e protezione a chi si è macchiato di un peccato imperdonabile come stuprare e torturare bambini, o per le tante persone a cui il senso di colpa e la vergogna hanno rovinato la vita sessuale, e a cui è stato insegnato a rispettare il corpo solo quando è una spoglia senza vita come quello di Terri Schiavo.”


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Cimatti, Felice, Il possibile e il reale. Il sacro dopo la morte di Dio.
Torino, Codice, 2009, pp. 184, ? 16,00, ISBN 9788875781224.

Recensione di Fabio Lelli - 22/06/2009
Filosofia della religione

Indice - L'autore
La tesi che Cimatti costruisce e argomenta lungo tutto il corso del saggio è chiara e precisa: il "sacro" è un'esperienza biologica propria degli Homo sapiens, ed è un sentimento (cioè un "sentire") logico, non privato e soggettivo, ma pubblico come il linguaggio. Proprio il linguaggio, come si chiarirà più avanti, ne è la condizione di possibilità. Siamo lontani dalle ormai celebri posizioni dei bright di Dennett: l'esperienza del sacro non è affatto una debolezza primitiva dell'uomo e non riguarda una credenza relativa al trascendente. Questo è il primo importante distinguo che l'autore compie: quando si parla di sacro non si parla necessariamente di trascendente o di mistico, e di conseguenza non è un ambito di assoluto monopolio della religione.

L'esperienza del sacro è l'esperienza del "possibile", come quando di fronte ad un volto sentiamo il suo essere aperto ad infinite possibilità, cioè la sua libertà ("libertà è tutto ciò che questo volto non è in questo momento", p. VIII).

Il linguaggio è la condizione di possibilità del sacro perché il linguaggio ha in sé l'apertura di questa infinità. La capacità linguistica non ha un funzionamento modulare (Cimatti riprende qui esplicitamente la terminologia di Fodor) come la vista, perché non è riconducibile a regole certe e attuabili meccanicamente. Il linguaggio prevede una infinità delle scelte, e ha la possibilità di "perdersi" nella semiosi infinita (già un'idea di Peirce), nei rimandi sempre aperti, nelle allusioni continue. È perciò anche un'esperienza emotiva di angoscia, che è tuttavia connaturata a una caratteristica essenziale dell'essere umano, quindi non è un "sentimento soggettivo", bensì biologico e logico assieme.

Il sacro appare in questa possibilità di perdersi quando si riconosce questo "vuoto" (nelle parole di Simone Weil questo riconoscimento è la "grazia"). Il rapporto al sacro deve essere disinteressato: la sua infinita possibilità non si coglie in un oggetto verso il quale abbiamo degli interessi pratici. Per questo la preghiera - non come atto religioso - ha un suo senso che non può affatto essere quello tradizionale del "chiedere a Dio", perché quest'ultimo sarebbe equivalente a trattare Dio in modo "profano", cercando di sfruttarlo per ottenere un beneficio.

La difesa antropologica della preghiera si collega direttamente ad una accesa critica delle prospettive similari a quella del sopraccitato Dennett che, nella scia Hume, riducono l'esperienza del sacro alla credulità, alla consolazione o comunque al tentativo di spiegazione prescientifica. Per Cimatti il loro errore è quello di non cogliere ciò che il sacro realmente significa per l'Homo sapiens: non può essere "credenza" perché è esperienza, e non può essere un tentativo di spiegazione proprio perché l'esperienza del sacro è la rinuncia alla spiegazione. Avere esperienza del sacro è semmai accettare una angoscia per nulla consolatoria, è concedersi lo "stupore".

Come sosteneva Wittengstein, il linguaggio determina i limiti del mio mondo. Il linguaggio è per l'essere umano l'"ambiente naturale", quella griglia precedente a ogni esperienza, determinata dalla dotazione cognitiva e sensitiva di una specie; esso implica inoltre una intelligenza innata, sapere già cosa sia il linguaggio, cosa significhi l'attribuire un significato a una parola; una operazione che non è per forza di cose spiegabile attraverso proprio quel linguaggio che si dovrebbe imparare. La specificità dell'Homo sapiens è che è consapevole, a differenza degli altri animali, che il proprio mondo è limitato, sa che ne esiste un "fuori" che per lui sarà sempre inconoscibile. Ma come può raggiungere questa consapevolezza? È la natura del linguaggio che ce lo dice: dalla cibernetica sappiamo che un sistema ha bisogno di un ambiente esterno da cui trarre energie, con cui interagire per trasformare il rumore in nuovo segnale. Sono i deittici ("questo" per Russell era l'unico nome proprio) che compiono tale osmosi, che toccano i limiti del linguaggio e che quindi ne segnalano la finitezza (che non è certo staticità). Questo movimento continuo ai confini del nostro mondo linguistico ci comunica implicitamente l'esistenza di un "oltre". Il confine non lo si "vede", ma lo si implica logicamente. Un "oltre" e un "mistero" che sorgono logicamente dalla "fisiologia della nostra mente" (p. 90), che danno la possibilità di "alludere" al sacro, ma certo non di dominarlo.

Solo all'interno di una società l'essere umano può portare a compimento la sua natura biologica, perché solo nella società può essergli insegnato a usare il linguaggio (ma non la capacità di poter imparare a usare il linguaggio), quindi c'è un collegamento diretto fra il sacro, il linguaggio e la società, e quindi con la politica. È la possibilità infinita del sacro che permette all'uomo di apprezzare ciò che una pura dimensione fattuale non può comprendere, come i valori e la bellezza. La prima mossa etica nasce dall'ammirazione e dall'attenzione verso un fatto che è "fragile", che poteva essere ma poteva anche non essere, che per questo è "sacro"; ed è nella società che si stabiliscono i valori, cioè quello che spezza l'omogeneità dei fatti profani, che ispira rispetto. La politica è fatta di scelte, non di meccanismi, quindi vive nella dimensione del sacro e del valore. Ma se dimentica questa sua origine si snatura e diventa puro calcolo, automatismo burocratico.

Se il sacro viene identificato (erroneamente) con il religioso, la morte di Dio sarebbe la perdita di un punto di vista superiore, un criterio su cui valutare il nostro agire. Data la morte di Dio si può tentare di trovare un fondamento naturale per l'etica, come accade ad esempio con la teoria dei giochi o con la naturalizzazione e le neuroscienze. Per Cimatti questi tentativi son destinati al fallimento. Non si può ridurre l'etica a un comportamento modulare, cioè automatico, perché verrebbe meno la sua caratteristica fondamentale: di essere una scelta non obbligata, che sarebbe potuta essere diversa. Nella teoria dei giochi e della decisione razionale l'etica non c'è, perché consideriamo l'altro solo dal nostro punto di vista, quindi non lo consideriamo eticamente. Dallo studio del dilemma del prigioniero Axelrod ha tratto la conclusione che l'esito più fruttuoso si può avere solo se ci si aspetta una collaborazione dell'altro. Ma questa cooperazione da dove dovrebbe provenire? Non significa forse lo scacco di questo tentativo, e che l'etica viene comunque prima della possibilità di ridurla a calcolo interessato?

Se invece la "morte di Dio" è intesa come la mancanza di distinzione fra sacro e profano, cade la possibilità dell'etica (e dell'estetica) che solo questa distinzione rende possibile. L'etica sorge quando ho davanti il volto sacro di un altro individuo che è libero e differente da tutti gli altri fatti, ma se tutti i volti sono uguali, interscambiabili come cose (non sono "sacri"), per loro non è possibile provare alcuna responsabilità. Delle azioni che compio burocraticamente non sono responsabile.

Chi cerca nella natura il fondamento dell'etica non fa altro che seppellire ancora più in fondo la distinzione fra sacro e profano. L'etica non è di per sé "naturale", anche se l'apertura al sacro è parte della fisiologia umana ed è la sua condizione di possibilità. Nell'Homo sapiens è naturalmente presente una certa predisposizione alla sintonizzazione col "gruppo" (come mostra il famoso esperimento di Milligram e la recente scoperta dei neuroni specchio), cancellando la responsabilità individuale che invece è una sorta di "disobbedienza" rispetto al gruppo.

Se il sacro (nella sua dialettica col profano) non torna nella nostra vita non sono possibili l'etica e l'estetica. Questo non vuol dire comunque affidarsi a fattori soggettivi, visto che l'apertura al sacro è un'esperienza biologica comune a tutta la specie. E neppure vuol dire riaffidarsi a parametri religiosi assoluti, che in realtà del sacro non hanno nulla, perché sono privi della infinita possibilità che lo caratterizza; paradossalmente il religioso rischia di essere un profano mummificato, un fatto deciso una volta per tutte, quindi senza valore.

L'apertura all'incontro con uno spazio sacro, come il volto umano, è rispettoso del "miracolo" che si sta vedendo (dove per "miracolo" non si intende nulla di trascendente, ma la meraviglia che ci sia quello che c'è e non qualcos'altro); quindi è la possibilità della relazione e dell'amore assolutamente disinteressato per l'altro. Nelle ultime pagine Cimatti si riferisce a questo possibile modello sociale facendo riferimento al dono degli studi etnoantropologici di Marcel Mauss; un dono rituale di reciproco riconoscimento, non un dono religioso interessato e soggettivo.

Quella di Cimatti è una forte elaborazione teorica che sfida più o meno implicitamente molte tendenze contemporanee, specialmente quelle più in odore di scientismo e di naturalizzazione dell'etica. Lo fa con grande coraggio teoretico, pur utilizzando un linguaggio assolutamente chiaro, e senza trincerarsi dietro altissimi steccati di citazioni dotte e bibliografie sterminate. Preferisce piuttosto ricorrere alla linguistica, alla psicanalisi, all'antropologia, anche perché, come scrive nell'introduzione "il sacro non ha una collocazione settoriale" (p. XI). Forse le interessanti ricadute politiche meriterebbero una trattazione più ampia, e a volte dispiace che nel corso del testo non compaiano Lacan (che da premesse forse simili a quelle dell'autore concludeva, all'opposto, che "non c'è rapporto sessuale") e Merleau-Ponty. Ma forse si tratterebbe di una foga comparatistica di natura esclusivamente accademica, molto distante dalla scrittura sincera e militante di Cimatti.

Indice
Introduzione
Capitolo 1: Per un sacro non religioso
Capitolo 2: Una questione logica: la trascendenza
Capitolo 3: Dal profano al sacro, e ritorno
Capitolo 4: Ancora il sacro, dopo la morte di Dio
Bibliografia

L'autore
Felice Cimatti è docente di Filosofia della Mente presso l'Università della Calabria. Collabora alle pagine culturali del quotidiano "Il Manifesto" e alla "Rivista di Psicoanalisi". È uno dei conduttori del programma radiofonico di attualità culturale di Radio3 Fahrenheit


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Tratto da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

I

Lo scopo del libro è quello di fornire uno sguardo complessivo sul modo in cui alcuni paesi d'Europa cercano di adattare la loro legislazione alle due grandi rivoluzioni degli ultimi decenni: quella dei costumi sessuali e della bioetica. La chiesa cattolica è impegnata in queste "battaglie" giuridiche, perché vede in esse una minaccia al suo potere, non deve sorprendere quindi il suo atteggiamento. Non è la prima volta e quindi è sembrato opportuno ricordare i "Kulturkämpfe combattuti dalla chiesa negli ultimi secoli. :cincin:


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Tratto da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

II

Una delle maggiori calamità per la chiesa romana fu la nascita, nel corso del Settecento, dello Stato costituzionale, vale a dire dove il potere non sarebbe stato più esercitato per "grazia di dio". La transizione non fu facile, se si pensa che comunque anche nell'autoincoranazione di Napoleone (il 2/12/1804), Pio VI ebbe il ruolo dell'autorità che riconosce ed assicura la legittimità dell'evento. Nel periodo post-napoleonico , nei paesi in cui la confessione dominante era quella cattolica, la chiesa riuscì a ristabilire il tradizionale legame fra trono ed altare, ma vi furono circostanze in cui i cattolici dovettero allearsi con forze costituzionali. Nelle Fiandre l'indipendenza fu conquistata da una coalizione cattolico-liberale che riusci ad eliminare l'integralismo religioso, pur garantendo a Roma la fedeltà e la disciplina del clero belga. E questa chiesa fu, per buona parte dell'Ottocento un modello agli occhi di quei cattolici che non avevano lo sguardo rivolto *esclusivamente* al passato. ;)


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Tratto da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

III

Anche i liberali belgi, nel frattempo, stavano lavorando ad uno Stato che il liberalismo europeo avrebbe considerato, per molti apetti, esemplare; ma le persone "al comando" cattoliche o no, erano troppo moderne ed intraprendenti per tollerare tutti i precetti della chiesa romana. Il primo incidente scoppiò nel 1839, quando in tutte le parrocchie fu letta una circolare vescovile che vietava l'iscrizione nelle logge massoniche. Poco dopo nacquero altri dissensi sullo statuto dei cimiteri, ma soprattutto sull'istruzione, perché i liberali annunciarono nel 1846 che l'organizzazione dell'insegnamento pubblico sarebbe stata sotto la direzione esclusiva dell'autorità civile. A Roma, nel frattempo Pio IX nel 1850 si stava rivelando per quel che era: il contrario della speranza del cattolicesimo liberale. :-( Di fronte alla rigidità di Roma e di una parte considerevole del clero belga, i liberali (cattolici e no) raddoppiarono il loro impegno per la costruzione del primo Stato laico d'Europa e nel 1863 si tenne a Malines un congresso che favorì la convivenza ragionevole di tutti i belgi all'interno di uno stesso Stato. ;)


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Tratto da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

IV

In un altro paese europeo la creazione dello Stato laico fu il risultato di una prova di forza. Nel 1840 la Svizzera era un insieme di liberi cantoni protestanti e cattolici in cui vigevano le regole dell'omogeneità religiosa fissate dai trattati di Westfalia per gli Stati del Sacro Romano Impero. Nessuna delle due comunità religiose concedeva, di regola, permessi di residenza ai seguaci dell'altra fede. Nel 1841 il Gran Consiglio di Argovia (protestante) decise la soppressione di otto conventi. Le reazioni più bellicose furono quelle del cantone cattolico di Lucerna che riuscì a porsi a capo di una lega di sette cantoni: "Sonderbund" che aveva un programma secessionista. La Dieta federale ne decretò lo scioglimento e il rifiuto dei separatisti segnò l'inizio delle ostilità. Nel giro di tre settimane (10-29/11/1841) il generale ginevrino G-H Dufour occupò Lucerna e sciolse il Sonderbund. I cattolici avevano perso, ma erano stati sconfitti dai liberali, non dai protestanti e questa apparente guerra di religione non segnò la vittoria di un credo sull'altro, ma il trionfo di una concezione laica dello Stato, contro quel particolare "ancien régime" svizzero che sopravviveva nella cultura e nelle tradizioni dei cantoni più isolati e conservatori. ;)


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V

Nacque così, con la Costituzione del 1848, uno Stato federale in cui la distinzione fra cattolici e protestanti cessava di avere importanza, riguardo allo "status" di cittadino. Insomma era nata, strano a dirsi, ma grazie alla guerra, una Svizzera fondata sulla tolleranza e che si sarebbe progressivamente rafforzata. Infatti ci fu una mescolanza delle confessioni tale da non potersi più parlare di cantoni protestanti o cattolici. In definitiva la mappa confessionale della Svizzera non dipendeva più dalla vittoria, nei singoli cantoni, di un partito religioso, ma era il frutto di fattori economici e sociali: l'installazione di un'industria, lo sviluppo dei traffici e tutto ciò che scandisce da sempre i ritmi di uno Stato moderno e sono queste le migliori condizioni per l'esistenza di una Stato laico. ;)


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Tratto da "La chiesa contro" di Sergio e Beda Romano

V

Uno dei casi più interessanti nella storia della formazione di uno Stato laico è quello della grande riforma ecclesiastica, realizzata da Giuseppe II, imperatore d'Austria, nell'ultima fase del suo regno (1780-90). I princìpi del "giurisdizionalismo" a cui ispirò le sue leggi, erano noti alla cultura europea da tempo ed essi postulavano il diritto dello Stato di intervenire nelle questioni che la chiesa riteneva invece di sua peculiare pertinenza. In Austria si allargò considerevolmente la giurisdizione statale e le chiese locali, sottratte in parte al controllo di Roma, divennero molto più nazionali. Ne fecero le spese soprattutto i gesuiti, che erano visti da tutti i sovrani d'europa come una quinta colonna della Santa Sede. :-(
Una delle prime decisioni di Giuseppe II era stata l'emanazione del "Toleranzpatent" che condannava le persecuzioni religiose e consentiva a tutte le confessioni la libertà di culto e l'esercizio dei diritti civili


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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VI

La restaurazione, dopo i trattati di Vienna, avevano reso alla chiesa romana una parte dell'autorità perduta, ma il processo di secolarizzazione cominciato alla fine del Settecento si sarebbe "completato" per forza di cose nell'Ottocento. L'arretramento della chiesa di fronte ai due grandi nemici: lo Stato moderno e il liberalismo democratico, si concluse paradossalmente con Pio IX. Egli aveva creduto di poter governare il cambiamento, ma dopo il '48 si ritrasse spaventato di fronte alla "primavera dei popoli" e divenne il più fiero, risoluto e coerente avversario della modernità. :-( E fu così che fra il 1859 e il 1870 la chiesa perse il suo potere temporale e il Nostro si comportò, fino alla morte, come se ogni forma di convivenza con l' "usurpatore" fosse inconcepibile!


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VIII

L'Italia non fu in quegli anni il solo nemico e la seconda "guerra" che Pio IX dovette affrontare fu quella che scoppiò nella Germania di Bismarck per la nomima dell'ambasciatore tedesco nella santa sede. Il cancelliere aveva deciso che fosse il cardinale G.A. von Hohenlohe che, nel concilio vaticano aveva votato contro il dogma dell'infallibilità papale. Bismarck pronunciò anche un discorso in cui ricordò che nessun sovrano straniero era chiamato ad esercitare entro i limti dell'impero tedesco ... diritti così estesi come quelli del papa; diritti che quasi si accostavano alla sovranità e non coperti da nessuna responsabilità costituzionale. :-( Alla Germania occorreva quindi un ambasciatore che fosse in grado di contrastare Pio IX in materia temporale. A Roma la nomina non era gradita, ma il cancelliere rispose che la Germania non si sarebbe giammai umiliata e lo Stato non avrebbe mai accettato nessun concordato, concedendo ai reppresentanti di una confessione religiosa, l'esercizio di diritti non riconosciuti all'insieme dei cittadini. Le prerogative delle chiese, i tribunali ecclesiastici, il ruolo delle confessioni religiose, le immunità e i privilegi erano "l'ancien regime" tedesco che Bismarck era deciso a distruggere e lo fece con il suo stile. (segue)


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