Religione e dintorni :)

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Re: Religione e dintorni :)

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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale** attraverso i testi della Bibbia,
dei papi, dei dottori della Chiesa, dei concili*. XL

La democrazia

Da sempre la chiesa si è mostrata favorevole alla società civile esistente e così prima accettò, poi attivamente sostenne, ogni ordinamento politico autoritario, fondato sull'obbedienza dei sudditi ai sovrani. Niente di più lontano, anche in campo politico, da ogni idea di eguaglianza e democrazia, seppure nelle forme limitate delle società antiche. Tutto nasce da Paolo che non si limita ad affermare che, per volontà divina, ogni società deve essere retta da un'autorità politica (a prescindere di come si sia costituita), ma va più in là, sostenendo che devono essere accettate, in quanto "volute da Dio" le autorità "che esistono" e chi si oppone, va contro l'ordine stabilito da Dio. E tale interpretazione è fatta propria da Crisostomo e addirittura Giovanni XXIII nella "Pacem in terris", solo attenuata dal fatto che non ogni singolo governante è costituito/voluto da Dio, ma il governo in sé. Esso, scrive Paolo, non è mai da temere quando si compie il bene, ma se fai il male allora temi, perché l'autorità è "al servizio di Dio" per colpire "chi opera il male. Da questo passo della Lettera ai Romani traspare un'ignoranza totale (voluta o no) di come funzionavano nella realtà i vari regimi politici. :ugeek:


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale** attraverso i testi della Bibbia,
dei papi, dei dottori della Chiesa, dei concili*. XLI

Tommaso afferma nel suo "Compendio di teologia" che il miglior governo di un popolo è quello che dipende da un unico capo. Perciò è evidente che anche il governo della Chiesa deve essere disposto in modo che sia uno solo a presiedere. Ancora nella seconda metà del Settecento, mentre in Europa si diffondevano le idee democratiche dell'Illuminismo, Clemente XIV nella sua enciclica "Cun summi apostolatus" esortava i vescovi a sostenere l'assolutismo, lasciando intendere che da tale appoggio la Chiesa poteva trarre giovamento, ossia affermando quell'alleanza tra trono ed altare di cui tratteremo nel prossimo capitolo.
Ma è durante la rivoluzione francese che il papa (Pio VI), pur di sostenere l'assolutismo, contraddice lo stesso Paolo circa il rispetto comunque dovuto alle autorità esistenti, perché "stabilite da Dio". Così infatti si esprime nell'enciclica "Quare lacrymae" : " Per la cospirazione di uomini empi è stato condannato a morte il cristianissimo re Luigi XVI ... Abolita la più prestigiosa forma di governo, quella monarchica e trasferito il potere al popolo ... (che) Gode nel vedere il sangue umano, la strage, i lutti e lo strazio dei morenti. come si vedeva negli antichi anfiteatri, e se ne pasce voluttuosamente. "


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale** attraverso i testi della Bibbia,
dei papi, dei dottori della Chiesa, dei concili*. XLII

La lotta della chiesa contro la democrazia continuò naturalmente con il reazionario Pio IX, ma anche con il "progressista" Leone XIII che riteneva, come i suoi "colleghi", che il sistema politico migliore fosse quello fondato sulla soggezione dei sudditi ai sovrani. L'apologo preferito è sempre quello di Menenio Agrippa a cui si aggiunge nell'enciclica "Quod Apostolici muneris" un paragone con i cori angelici: " ... i socialisti ... non smettono di blaterare ... che tutti gli uomini sono per natura uguali fra loro e quindi sostengono non doversi prestare alle autorità né onore, né ... All'opposto, secondo gli insegnamenti di ... [Dio] ... nello stesso regno celeste ci fossero cori di Angeli distinti fra loro e gli uni agli altri soggetti; e nello stesso modo stabili anche nella Chiesa vari gradi di ordini distinti per dignità, per diritti e per potere... Se accade talvolta che la pubblica potestà venga dai Principi esercitata a capriccio ed oltre misura, la dottrina della Chiesa Cattolica non consente ai privati di insorgere a proprio talento contro di essi."


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale** attraverso i testi della Bibbia,
dei papi, dei dottori della Chiesa, dei concili*. XLIII

Ciò che preoccupa Leone XIII nelle democrazie è intanto "l'arbitrio della maggioranza", che per un aristocratico come lui significa inclinare verso "tutto il potere nel popolo" ed in questo modo la comunità non si riterrà vincolata ad alcun dovere verso Dio e non professerà pubblicamente alcuna religione. Ripudiato il dominio di Dio sull'uomo e sul consorzio civile non ci sarà più niente che sovrasti e quindi la democrazia ... La santa sede, commentò Ernesto Rossi :" ha fatto propria la teoria gesuitica della *tesi* e della *ipotesi*, che anche B. Croce qualificò *miserabile sofisma*! La *tesi* è il regime teocratico o perfetto, in cui la religione cattolica è riconosciuta come religione di Stato ... le *ipotesi* sono i regimi, più o meno anticristiani, esistenti di fatto, ai quali la chiesa può fare "buon viso" per ridurre al minimo la diffidenza dei laici e per mandare ai posti di comando uomini di sicura fede che ... reclamino la libertà in base al diritto della civiltà moderna, per poterla poi negare in base al diritto canonico." :evil:


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale* XLIV puntata

Ancora nel XX secolo la chiesa cattolica non si può dire si sia discostata da ...
Nel 1910 Pio X condannò con l'enciclica "Notre charge apostolique" l'associazione di cattolici democratici francesi "Sillon", criticandola soprattutto perché "situa la pubblica autorità nel popolo". Ancora più aspramente antidemocratica, con le consuete argomentazioni, l'enciclica di Benedetto XV che pure, nel 1919, darà via libera alla costituzione del partito popolare, di ispirazione cattolica. E ben scarsa simpatia per i regimi rappresentativi, pur riconosciuti non inconciliabili con la dottrina cattolica, esprime anche Pio XI, che con l'enciclica "Quas primas" del dicembre 1925, riesumando il rispetto comunque dovuto alle autorità, diede sostegno di fatto a quello che lui stesso definì "uomo della provvidenza" ed alla sua appena insediata dittatura fascista.. Poco dopo, ambienti vicini al Vaticano non nascosero la simpatia per il nazismo, in base alla comune opposizione, fra l'altro, al "liberalismo democratico", come scrisse Angelo Brucculeri in "La Civiltà Cattolica", vol. II del 1938 (C227).


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale* XLV puntata

Solo nel secondo dopoguerra la chiesa ha cambiato decisamente registro e, dovendo combattere la dittatura comunista ha appoggiato la democrazia "occidentale" (nella quale rientravano anche le dittature latinoamericane). Nel novembre del 1956, dopo l'insurrezione ungherese, Pio XII in uno dei suoi "Discorsi e radionessaggi" arrivò addirittura a ritenere legittimato a fare la guerra ed a vietare l'obiezione di coscienza "un governo eletto con libero suffragio". Naturalmente, come aveva già detto Leone XIII e ribadìto da Giovanni Paolo II nell'enciclica "Evangelium vitae" del 1995, una democrazia deve essere *sana*, così come la *sana* laicità di Benedetto XVI. :-). La democrazia è leggittima (e sana) e le sue leggi vanno obbedite non già se sono in armonia con i princìpi fondanti dello Stato, cioè con la Costituzione, ma se sono conformi alla "legge naturale" che scaturisce da Dio e dalla legge eterna. Altrimenti la democrazia torna ad essere sopraffazione di un popolo crudele (Pio VI), menzogna universale (Pio IX), arbitrio della moltitudine (Leone XIII) o come disse il 31 marzo 2007 il presidente della CEI Angelo Bagnasco " ... Che possono diventare ampiamente e gravemente antidemocratiche, o meglio violente."
Che la democrazia non sia tale per la chiesa, se non è "cristiana", ossia conforme ai princìpi da essa definiti etici, lo aveva del resto già ribadito la "Nota dottrinale circa i cattolici nella vita politica" licenziata nel 2002 dalla Congregazione per la dottrina della fede, presieduta da Ratzinger. :-(


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale*

Chiesa e Stato, il sole e la luna

"E' necessario che una spada dipenda dall'altra e che l'autorità temporale sia soggetta a quella spirituale." (Bonifacio VIII)

"Non la chiesa è nello stato, ma lo stato è nella chiesa." (Episcopato del Quebec)

Si è soliti dire che la teocrazia prevalse nella chiesa fra il 1100 e il 1300, specie con Innocenzo III e Bonifacio VIII, ma se si guardano i documenti papali sui rapporti Stato-Chiesa si vede che quest'ultima sostiene ancora oggi l'idea di una società guidata da due poteri in rapporto non paritario fra loro, bensì come quello fra anina e corpo o fra il sole e la luna. :-( Si tratta di una concezione totalmente contrastante con la laicità dello Stato (o se si vuole coincidente con la "sana laicità") in quanto comporta l'imposizione a tutti i cittadini per legge, e indipendentemente dai loro convincimenti, l'etica della religione cattolica apostolica romana. Per chi non ci credesse, può prendere ad es. il divorzio, la legge 40 e la somministrazione obbligatoria di cure quando decidono loro, perché poi se uno dice che "vuol tornare alla casa del padre", allora si sospende tutto. :D


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" I

Genealogia del fanatismo

In se stessa ogni idea è neutra, ma l'uomo vi proietta i propri ardori e le proprie follie e così nascono le ideologie, le dottrine e ... Idolatri per istinto, convertiamo gli oggetti dei nostri sogni e dei nostri interessi. La storia non è che una serie di Falsi assoluti ed anche quando si allontana dalla religione, l'uomo vi rimane assoggettato e il suo bisogno di finzione, di mitologia trionfa sull'evidenza e sul ridicolo. La sua capacità di adorazione è responsabile di tutti i suoi crimini: chi ama indebitamente un dio costringe gli altri ad amarlo, pronto a sterminarli se si rifiutano (Sant'Agostino). Non c'è forma di intolleranza che non riveli il fondo dell'entusiamo. e quando si trasforma l'idea in un dio, le conseguenze saranno incalcolabili! :-(


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale*

Il modello è l'antico Stato di Israele: una società (descritta dalla Bibbia) che riceve le sue leggi da Dio, tramite Mosè e i sacerdoti, come si legge in Deuteronomio e poi nella raccolta di tutte le leggi nella versione dei Settanta, nota come "Levitico", ma che i Rabbini chiamano, con maggior precisione, "Legge dei sacerdoti". A Dio e alla legge dei sacerdoti sarà sottomersso anche il Re, se mai Israele ne avrà uno. In una simile società non c'è libertà per altri culti e chi crede in un Dio diverso da quello di Mosè viene messo a morte e i suoi templi vengono distrutti e chi bestemmia questo Dio "vendicativo" e "geloso", come si autodefinisce, viene lapidato! [Nota mia, da qui si può vedere da dove è nato l'Islam e tutte le Inquisizioni che sono seguite a cominciare da quella "ante litteram" del dopo Costantino nell'impero romano :-( ] La società descritta e perfetta [non negoziabile :-) ] è il prototipo nel quale coincidono chiesa e stato, legge terrena e divina, ma soprattutto peccato e reato! :x


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" II

Si uccide sempre in nome di un Dio e delle sue "pertinenze": gli eccessi suscitati dalla "Dea ragione", dall'idea di nazione, di classe o di razza sono affini a quelli dell'Inquisizione o della Riforma. Le epoche di fervore eccellono in imprese sanguinarie: santa Teresa non poteva che essere contemporanea degli "autodafé" e Lutero dei massacri dei contadini. Nelle crisi mistiche, i gemiti delle vittime si accompagnano ai gemiti dell'estasi. Noi siamo ingiusti nei confronti di Tiberio, Nerone etc. essi non inventarono il concetto di *eretico*, furono soltanto dei degenerati che si divertivano con i massacri! I veri criminali sono coloro che instaurano un'ortodossia sul piano religioso o politico che distingue fra *fedele* e *scismatico*. !!! Quando ci si rifiuta di ammettere l'intercambiabilità delle idee (princìpi non negoziabili direbbe ...), scorre il sangue. :-(


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Walter Peruzzi "Il cattolicesimo reale"

I dottori della chiesa, fra i quali il più importante è Tommaso d'Aquino ricorrono al paragone fra anima e corpo, per dire che il clero occupa una posizione più altolocata del re e che il potere secolare è soggetto allo spirituale. Da questa affermazione discende nei secoli successivi quella ben più grave e cioè che la morale cattolica sia la norma cui tutti gli uomini debbano uniformarsi, con la conseguente equiparazione del peccato al reato. :-(. [Nota mia, chi ne dubita, può vedere il film con Al Pacino sull'eutanasia, anche se lì si tratta di morale cristiana e non prettamente cattolica, ma in questo caso, se non è zuppa, è pan bagnato :-) ] Il dissenso in materia di morale e di fede è un reato e, come tale, diventa lecito torturare il reo per farlo confessare, pretendere la delazione e punirlo con la morte! [San Tommaso d'Aquino]

P.S.

Chi volesse vedere il film in questione, basta che mi faccia conoscere il suo indirizzo. Ciao, Carlo


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" III

Lo spirito esitante, preso da amletismo, non è mai stato dannoso per l'umanità, mentre non ci si difenderà mai abbastanza dalle grinfie di un profeta, perché egli non vi perdonerà di vivere "al di là" delle sue verità. Un essere che sia posseduto da una convinzione "sacra" e che non cerchi di comunicarla agli altri è un fenomeno estraneo alla terra, ove l'ossessione della "salvezza" rende la vita irrespirabile. :-( Guardatevi attorno: tutti si sforzano di indirizzare la vita degli altri, quello che cercava Diogene, con la sua lanterna, era un *INDIFFERENTE*. :-) [Nota mia, parafrasando Pietro Nenni "C'è sempre uno più puro che ti epura. ..."] E sono proprio i *puri* i più pericolosi ed un uomo politico "perfetto" dovrebbe studiare a fondo i sofisti greci e prendere lezioni di canto, ma soprattutto di corruzione. :-). Il fanatico invece è incorruttibile e fra i c.d. martiri, potete trovare una schiera ben nutrita di carnefici. :evil:


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Walter Peruzzi "Il cattolicesimo reale"

La teocrazia nel ventesimo/unesimo secolo

L'avvento al pontificato di Giovanni XXIII, in un momento nel quale la chiesa era attraversata da inquietudini, critiche per l'immobilismo conservatore di Pio XII, attenzione di molti cattolici verso le problematiche sociali e il movimento comunista, alimentò sia fra i laici che i cattolici, speranze che dovevano, più tardi, rivelarsi illusorie.
Espresione del nuovo clima fu l'enciclica "Pacem in terris", insolitamente ragionevole e pacata, lontana dai toni messianici dei tre pii, anche se ripropone in larga misura dottrine tradizionali. Infatti quasi ad ogni passo si citano i papi precedenti, quasi a coprirsi le spalle nei confronti dei cattolici più conservatori. Il papa sembra voler esortare gli uomini di "buona volontà" a lavorare insieme; però il "bene comune" va perseguito in modo da ottenere il fine ultraterreno ed eterno. E lo stesso *diritto naturale*, che il papa indica come terreno d'intesa comune a credenti e non credenti, in realtà è *quello* di cui parla Tommaso, che appunto si accorda con la fede :-). Lo stesso, rafforzato poi da Wojtyla e Ratzinger, senza più le buone intenzioni giovannee, porteranno a far coincidere la ragione con la religione. :evil:


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il poveruomo ( il DeMatti) più da barzellettiere mondiale che da Cnr

°°°°°

Repubblica 30.3.11
Tsunami, se al Cnr si crede nel disegno di Dio
risponde Corrado Augias

Gentile dottor Augias, il professor Roberto De Mattei, vicepresidente del Cnr già distintosi per anti-evoluzionismo, anti-relativismo e anti-encefalogramma piatto come criterio di morte, parlando a Radio Maria ha detto che lo tsunami in Giappone «è stata una "esigenza" della giustizia di Dio». A me sembra blasfemo.
Giovanni Moschini - [email protected]

Caro Augias, non so molto di teologia, ma per quel poco so mi sembra che la posizione di De Mattei abbia quasi nulla a che vedere con la concezione cristiana del ruolo della divinità. Ho l'impressione che non si tratti di tradizionalismo bensì di animismo, o paganesimo. C'è il terremoto? Una qualche divinità, Poseidone o Giove, è stata offesa e ci punisce.
Guido Martinotti - [email protected]

Ho avuto varie lettere sulle parole di De Mattei. Stentavo a credere, ho dovuto riascoltare su Radio Maria l'intervento (9' 06"). De Mattei ha fatto suo un discorso di monsignor Mazzella (arcivescovo di Rossano Calabro) risalente al 1911. Non si capisce bene quando finisca la citazione e subentri l'opinione diretta del vicepresidente del Cnr. In ogni caso De Mattei fa sue quelle incredibili parole. Eccone un estratto: «Le grandi catastrofi sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio. Ci richiamano al fine ultimo della nostra vita. Se la Terra non avesse pericoli e catastrofi eserciterebbe un fascino irresistibile e dimenticheremmo che siamo cittadini del cielo. Le catastrofi sono talora esigenza della giustizia di Dio della quale sono meritati castighi ? Nessuno di noi è immune dal peccato e può dirsi innocente. ? La catastrofe è stata introdotta da Dio nel piano della creazione per molteplici fini degni della sua bontà». Segue l'elenco dei possibili scopi divini dal Diluvio in poi. «La catastrofe colpisce il colpevole e l'innocente. Come si concilia ciò con la provvidenza? Dio non potrebbe fare in modo che la catastrofe colpisca il colpevole e risparmi l'innocente se non moltiplicando i miracoli, modificando il piano creativo ... Un giorno vedremo che per molte vittime, il terremoto è stato un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima; con quella morte tragica la loro anima è volata al cielo prima del tempo perché Dio ha voluto risparmiargli un triste avvenire ? Forse proprio nei momenti terribili passati sotto le rovine è sceso su quelle anime il torrente di una speciale misericordia divina in forma di profonda contrizione e rassegnazione. Chi può dire che cosa è passato tra quelle anime e la misericordia di Dio negli ultimi momenti? ? Chi potrebbe scandagliare l'abisso di espiazione e di doni di Dio che in quelle anime il terremoto ha scavato?» Così ha parlato il vicepresidente del Cnr, lì collocato dall'allora ministro Moratti.



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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" IV

In ogni uomo sonnecchia un profeta e quando si risveglia, c'è un po' più di male nel mondo! Quando non si interviene negli affari altrui, si è così preoccupati dei propri, che si converte in religione il proprio io. L'origine dei nostri atti sta nella propensione inconscia a ritenerci il centro, la ragione e l'esito del tempo. I nostri riflessi e il nostro orgoglio trasformano in pianeta la briciola di carne e di coscienza che noi siamo. Vivere significa autoingannarci sulle proprie dimensioni: chi mai, avendo coscienza della propria nullità, tenterebbe di agire sulla realtà e di erigersi a *salvatore* ? :-( [Nota mia, tutto ciò mi fa pensare alla base di ogni religione che consiste che nell'affermazione: "Dio esiste, altrimenti la vita non avrebbe senso." ] Sapere, con tutta la propria vitalità che si muore e non poterlo nascondere, è un atto di "barbarie", ma ogni filosofia sincera rinnega i titoli della civiltà. :-)


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Walter Peruzzi "Il cattolicesimo reale"

Benedetto Croce avrebbe detto che il periodo del Vaticano II era stata una brevissima parentesi e quindi con G.P. II [nota mia, il papa boy(a)] ritorna (ingigantita) la rivendicazione del diritto di ingerenza della chiesa nell'ordine temporale. Significativa al riguardo è la ripubblicazione da parte di C.L. di una lettera dell'episcopato italiano: "Il laicismo" del 1960. In essa i vescovi affermavano il diritto di dire ai "laici cattolici" che dovevano fare nella vita pubblica, ma sfrontatamente rivendicavano alla chiesa una superiore missione spirituale orientatrice, illuminatrice, vivificatrice nell'ordine temporale, ossia il carattere *cristiano* della Stato. Con altre parole, la chiesa ordina(va) ai poteri politici di riferire i loro giudizi e le loro decisioni alla *Verità* divinamente rivelata, altrimenti: "non ci sarebbe più nessun criterio oggettivo per distinguere il ben dal male e si "arrogano sull'uomo ... un potere assoluto ...come dimostra la storia." [G.P. II dixit] :evil:


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" V

Scomparire in Dio ?

Lo spirito che coltiva la propria essenza distinta è minacciato di continuo dalla *cose* alle quali cerca di sottrarsi. Chi non conosce quelle paure, quei fremiti, quelle vertigini che ci accumunano alle bestie? I nostri occhi si levano verso il cielo, ma non scorgono nulla e questo ci conforta nel mantenere la nostra fierezza verticale; stiamo per scivolare, ma possiamo evitarlo e già spunta un sorriso all'orizzonte dei nostri terrori e ... non cascheremo nella preghiera. :D
Perché insomma Egli non deve trionfare e sta alla nostra ironia togliere quella *maiuscola*. D'altra parte se davvero un essere simile esistesse, perché allora continuare a pensare, dal momento che le difficoltà sarebbero risolte? Ogni assoluto è un modo di eludere i problemi alla loro radice e abbandono dell'individuo su un binario morto, disoccupazione dell'anima per mancanza di inquietitudine. Sbagliare, vivere e morire senza sapere è, per l'appunto, ciò che fanno gli uomini, ma esiste comunque una dignità che ci preserva dallo scomparire in Dio e che trasforma tutti i nostri istanti in preghiere ... che non faremo mai. ;)


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Walter Peruzzi "Il cattolicesimo reale"

Il papa-boy(a) chiese che nei valori fondamentali dell'U.E. vi fossero collocate le radici cristiane e il riferimento a Dio [come aveva fatto Carlo Magno fondando il sacro romano impero :-) ]. Una richiesta che univa, come altri testi di G.P.II, la nostalgia per i regimi teocratici ed una manipolazione, in totale malafede, dei dati storici. E' appena il caso di rammentare infatti che i diritti dell'uomo sembrano ben poco coincidenti con quelli di Dio, se solo si pensa alle carneficine fatte nei tempi biblici in Palestina, su ordine suo, dal "popolo eletto" o a quelle compiute in Europa a suo nome nei secoli cristiani. Oppure, se si vuol arrivare a noi, che dire del tentativo, finora riuscito in Italia, di penalizzare e privare di diritti quanti non condividono la morale cattolica? :evil:


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" VI

La superba inutilità

All'infuori degli scettici greci e degli imperatori romani della decadenza, tutti gli altri paiono asserviti alla vocazione della propria utilità. Essi invece si sono emancipati, gli uni con il dubbio, gli altri con la demenza. Nessuno li ha presi ad esempio, né essi la proponevano. Essere agenti di dissoluzione di una filosofia o di un impero: si può immaginare fierezza più triste e più maestosa? Uccidere le manie che fanno vivere lo spirito e la comunità, scalzare l'edificio delle lusinghe, su cui poggia l'orgoglio del pensatore e del cittadino. Non è facile distruggere un idolo: richiede lo stesso tempo che occorre per promuoverlo e adorarlo, giacché non basta annientare il simbolo materiale, il che potrebbe essere semplice (nota mia, anche se in Italia no; vedere la vicenda del crocefisso), ma si devono anche annientare le sue radici nell'anima. Ed eccomi quindi a sognare di essere stato uno di quegli schiavi, venuti da un paese improbabile triste e barbaro, portando con sé l'agonia di Roma, abbellita di sofismi greci. Esperto in disinganni, avrei dilatato la logica fino a dimensioni che mai essa aveva sognato: le dimensioni dei mondi che muoiono.


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Carlo Augusto Viano
Silenzi e indulgenza

Una delle conseguenze dello scandalo Ruby è stato il gran silenzio in cui è
caduta la chiesa, dopo le dichiarazioni generiche del papa, di Bertone e di
Bagnasco, che indicavano nel comportamento di Berlusconi semplicemente un
caso del disordine generale della società. Hanno taciuto su tutto,
nonostante che sia accaduto di tutto, comprese le rivoluzioni di Africa
settentrionale e Medio Oriente. Da un lato un sollievo di non dover sentire
le solite banalità di papa e cardinali, dall’altro messaggi eloquenti. La
chiesa non intende abbandonare Berlusconi, anche se lo scandalo sessuale, in
cui è coinvolto, la imbarazza, molto più di scandali finanziari e
corruttele, perché il sesso, più che l’onestà nell’amministrazione dei beni
pubblici o dei beni privati altrui, è il tema sul quale interviene più
spesso.
Nel frattempo il Paese si è diviso. Nessun magistrato ha pronunciato
sentenze, e dunque nessuno ha parlato di reati, ma ciò che i giornali hanno
rilevato è sotto gli occhi di tutti, confermato dalle interpretazioni che
Berlusconi e i suoi ne hanno dato: è girata così l’immagine di un Berlusconi
capace di apprezzare, nonostante l’età, la bellezza femminile, ma in modo
puramente contemplativo, di un Berlusconi benefattore di ragazze sbandate,
di un Berlusconi solerte nel proteggere la sicurezza del nostro paese e
giustamente preoccupato di una guerra con l’Egitto, che effettivamente
incombeva. Il sottosegretario agli esteri Mantica ha spiegato che in un
paese anglosassone e puritano un premier che si fosse trovato nelle
condizioni di Berlusconi si sarebbe dimesso, ma noi veniamo dal Rinascimento
e amiamo la vita: Berlusconi è puttaniere, ma rinascimentale. I cattolici, i
quali hanno a cuore più la Controriforma che il Rinascimento, si sono
rifatti al comportamento adottato da Gesù con le peccatrici. Il castissimo
Formigoni ha invocato la prima pietra; se lo dice lui. Bagnasco a suo tempo
aveva sottoloneato l’inopportuno dispendio di mezzi usati dai magistrati per
indagare sullo sfruttamentoo di una minorenne; e i preti sui minorenni la
sanno lunga.
I puritani ammiratori dei costumi anglosassoni hanno addirittura parlato di
violazione dell’etica pubblica; e hanno effettivamente esagerato o evocato
cose che sono lontanissime dai loro concittadini berlusconiani. È del tutto
inutile evocare politici che si dimettono perché hanno copiato una tesi di
laurea o hanno diffuso fotografie di cattivo gusto, ma una cosa dovrebbe
essere imperdonabile per un berlusconiano di serie: avere come capetto un
vecchio donnaiolo di provincia, che, instupidito dall’età, non prende
precauzioni, non si informa sull’anno di nascita delle ragazze e si fa
sfruttare e ricattare da una corte di personaggi con i quali non si vorrebbe
dividere neppure la sala di un ristorante. I nani e le ballerine di Craxi
buonanima erano in confronto l’Areopago.
Per un uomo di mondo, ancorché rinascimentale, tutto ciò è mancanza di
prudenza e segno di rimbambimento. Lo è anche per la chiesa, che protegge i
peccatori imprudenti con un felpato silenzio, perché sa che chi pecca forte,
obbedisce forte. Berlusconi non ha capito il valore del silenzio:
soddisfatto di non essere stato liquidato, ha voluto dare agli ecclesiastici
compensi e rassicurazioni, dei quali non avevano bisogno. Ha promesso che
finché c’è lui, così austero nel proprio stile di vita e attaccato alla
famiglia, niente coppie omosessuali o adozioni di singoli, ma soprattutto ha
rumorosamente condannato la scuola pubblica, già tanto tartassata dal
governo, ed esaltato quella privata, tanto favorita. Bisognava proprio
dirlo? Non sa Berlusconi che i riscatti si versano di nascosto, senza fare i
nomi dei complici? Bagnasco ha incassato il prezzo della complicità e ha
fatto un elogio della scuola in generale, mettendo insieme scuola pubblica e
scuola privata: sapeva di non rischiare nulla. Chi ha cercato di salvare il
silenzio violato è stato Minzolini che ha tagliato dal Tg1 la dichiarazione
di Bagnasco.
Dimenticavo: nel momento del grande silenzio, mentra il mondo islamico era
in fiamme, il papa ha parlato, per ricordare che l’aborto non è mai un mezzo
terapeutico: perché il rettore della Sapienza non gli fa dare una laurea ad
onorem in medicina? A quando la pronuncia papale sugli effetti dell’aspirina?
La aspettiamo noi senza fede, che incautamente ne facevamo uso.

“Il sonno della ragione produce mostri”


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Walter Peruzzi "Il cattolicesimo reale"

La "sana" laicità di Benedetto XVI

La permanente aspirazione della chiesa contrasta (come già sappiamo) con la democrazia e con il rispetto dei diritti degli altri ed una nuova prova in proposito è data dalla "Nota dottrinale circa i cattolici nella vita politica", emanata il 24/11/2002 dal duo Ratzinger/Papa bo(y)a. In questo documento si afferma che nessuna democrazia è valida e accettabile se non ... conforme ai princìpi della religione cattolica, :evil: che devono essere accettati da tutti, perché conformi al "diritto naturale". :D La verità è una sola e senza questa loro verità non c'è libertà! Ergo, sarà intollerante chi in quei princìpi non si riconosce e non vuole che lo Stato adotti una "cultura" ispirata al Vangelo ed alla tradizione cattolica. Il punto chiave del documento, che diventerà il cavallo di battaglia del "pastore tedesco", è la definizione di laicità, o meglio di *sana laicità* :twisted: Tali parole permettono di misurare la continuità di B16 con Bonifacio VIII, Leone XIII e i tre Pii.


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" VII

L'uomo dovrebbe ascoltare solo se stesso, nell'estasi senza fine del verbo intrasmissibile, forgiarsi parole per i propri silenzi. E invece è il chiacchierone dell'universo: parla a nome degli altri; il suo io ama il plurale. E chi fa così è sempre un impostore; tutti coloro che si appellano ad un preteso collettivo (che sia religione o politica) sono dei truffatori. L'unica menzogna che non sia totale è quella dell'artista, poiché egli non inventa che se stesso, mentre il trionfo della non autenticità si attua nell'attività profetica con l'apoteosi del *noi*. C'è sempre una profezia all'origine del tempio ed una formula viene sempre imposta ai fedeli: è il modo in cui cominciano tutti gli insegnamenti. Come non orientarsi allora verso la poesia? Essa, al pari della vita, ha la scusante di non dimostrare nulla. ;)


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

La religione della gioia

Gli adolescenti e i giovani ... hanno bisogno di essere liberati dal pregiudizio diffuso che il cristianesimo ... ponga troppi ostacoli alla gioia dell'amore ... La fede e l'etica cristiana non vogliono soffocare, ma rendere sano, forte e libero l'amore. Benedetto XVI, Convegno diocesi di Roma sulla Pastorale giovaniule.

Chi non sa che il rapporto coniugale non avviene senza l'ardore della lussuria, senza il sudiciume del piacere, per cui il seme concepito viene insudiciato e rovinato?. Innocenzo III, Commentario a sette salmi penitenziali.

Se qualcuno dirà ... che non è cosa migliore e più beata rimanere nella verginità e nel celibato, che unirsi in matrimonio, sia anatema! Concilio di Trento, Sess. XXIV, canoni sul matrimonio, 10

[Nota mia, si può aggiungere Firmigoni :-) ]

Seguirà: Sessualità e repressione nei due testamenti.


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" VIII

Un nonnulla contro la morte

Si incontra un uomo (nota mia, il papa, Bossi, Di Pietro) lo si vede immerso in un mondo, in un cumulo di convinzioni e di desideri che si sovrappongono alla realtà. Essendosi forgiato un intiero sistema di errori, egli soffre per motivi vacui e si consacra a valori la cui ridicolaggine "salta agli occhi". :-( La domanda che viene alla mente ogni volta che ci si separa da uno di loro è invariabilmente la stessa: come mai non decidono di uccidersi? Togliersi la vita sembrerebbe un atto chiaro e semplice; perché è così raro? Il fatto è che, se la ragione sconfessa la voglia di vivere, il nonnulla che fa prolungare gli atti è comunque di una forza superiore a tutti gli assoluti! Esso spiega la tacita coalizione contro la morte, non è solo il simbolo dell'esistenza, ma l'esistenza stessa: il tutto. E questo nonnulla, questo tutto non può dare un senso alla vita, ma la fa nondimeno perseverare in ciò che essa è: uno stato di non suicidio.


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

Sessualità e repressione nei due testamenti.

Anche in questa materia il dio delle religioni monoteiste si rivela, come in molti altri campi, uno dei più inflessibili e crudeli. In particolare, il cristianesimo (più ancora il cattolicesimo) si caratterizza per il disprezzo della sessualità e l'avversione per il piacere (sinonimo di peccato), con la conseguenza che il matrimonio, pur essendo un sacramento, è comunque inferiore alla castità consacrata a dio (Formigoni ;) ). Nell'Antico testamento un qualche spiraglio positivo si può trovare, ad es. nel Cantico dei cantici, anche se, però, la legge di Mosé prevede tutta una serie di divieti, prescrizioni e castighi feroci, di chiara impronta maschilista. Ma quando si passa al Nuovo la repressione di un'attività sessuale libera si fa ancora più severa, come si può vedere in diversi passi del vangelo di Matteo, in sintesi si può dire: "Eunuchi per il regno dei cieli". :-(


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" IX

Perché mai dio è così scialbo, fiacco e scarsamente pittoresco? Come abbiamo potuto proiettare in lui tali pallidi lumi e forze incerte? Dove sono defluite le nostre energie e riversati i nostri desideri? Forse al diavolo? Ma non potremmo rivolgergli preghiere: adorarlo significherebbe pregare introspettivamente noi stessi. Non si prega l'evidenza: l'esatto non è oggetto di culto. ;) Dotandolo di cattiveria e di perseveranza, nostre qualità dominanti, ci siamo affannati a renderlo il più vivo possibile e le nostre risorse per creare dio sono rimaste minime. Allora ricorremmo all'immaginazione e quel poco di sangue che ci restava: dio non poteva essere che il frutto della nostra anemia. :D Egli è mite, buono, sublime, giusto. Ma chi si riconosce in questo intruglio dal profumo di acqua di rose, relegato nella trascendenza? Il diavolo invece trabocca di vita e l'uomo lo detesta "a ragion veduta", ma egli non se ne duole, perché tanto non aspira a fondare una religione. :)


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

Non c'è piacere senza peccato

Ossia, la convinzione che il desiderio sessuale è intrinsecamente cattivo, produce di conseguenza un atteggiamento schizzofrenico verso il matrimonio che si vorrebbe quasi rifiutare, ma che il testo biblico costringe a ritenere buono. L'avversione al piacere, i cui motivi di fondo analizzeremo in seguito, è priva di ogni giustificazione logica, ma è alla base delle dottrina cattolica a cominciare dalle Omelie attribuite allo Pseudo Clente nel II secolo, per finire ai discorsi di un certo papa [nota mia, nei discorsi ai "boys", con annessi preservativi, trovati il giono dopo :-) ]. Altra nota "comica" [nota mia, sarebbe servita per "Habemus papam"] soni i "tempi proibiti", nei quali, durante il Medioevo erano vietati i rapporti sessuali anche fra i coniugi: durante il periodo di gravidanza, in cui "Dio è al lavoro" per creare un essere umano, o con l'ingresso in una Chiesa e con l'accostamento all'eucarestia. :-(


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" X

L'idea di infinito deve essere nata in un giorno di rilassamento, così come il primo atto di conoscenza deve esseresi verificato quando, nel silenzio di riflessi, un brivio macabro ha isolato la percezione del suo oggetto. Quante avversioni o nostalgia abbiamo dovuto accumulare, per risvegliarci alla fine soli, tragicamente superiori all'evidenza! All'inizio pensiamo per evadere dalle cose, poi per perderci nele rimpianto della nostra evasione e infine ci ... inventiamo l'anima. Se ci fosse davvero, sarebbe da mettere a verbale, perché la scienza, la santità e la commedia se ne impadroniscano. :D


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

Poche parole sui "presidi" messi dalla chiesa a difesa del matrimonio ed in particolare contro l'adulterio. Per gli ebrei, esso era fra i motivi che legittimavano il ripudio e il divorzio (ma solo da parte del marito). E Gesù stesso: " Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette ... " I cattolici continuano nei secoli a considerare l'adulterio peggio dell'omicidio, ossia tale da giustificare l'uccisione dei colpevoli, se colti in flagrante; ma secondo "Il manuale dei confessori" non è invece scusabile che una giovane, sul punto di essere violentata da uno stupratore, si difenda fino al punto di ucciderlo o mutilarlo, bensì ella deve essere pronta a morire ... per salvare il giglio della purezza. :-(
Commento di Barbara Alberti (curatrice del testo) "La vita dell'aggressore vale più dell'onore, quello della donna meno" :-(
Infine, un'accezione ancora più severa di adulterio ci viene proposta dal papa-boy(a) nell'Udienza generale dell'otto ottobre 1980. Per costui l'adulterio si commette anche guardando con desiderio la propria moglie, purché si pensi di unirsi per il piacere e non per dare dei FIGLI a DIO. :D :lol: :mrgreen:


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XI

Si potrebbe cogliere l'essenza dei popoli, ancor più di quella degli individui, nel modo in cui essi partecipano al *vago*. Ciò che un popolo non può esprimere come può essere ..? Si sopperisce con certe parole, allusioni all'indicibile, come Sehnsucht, yearning, saudade. E' concepibile che popoli così diversi provino nostalgia nello stesso modo? Per risalire all'origine di queste espressioni del vago, bisognerebbe praticare una regressione affettiva verso la loro essenza e solo se si è perduta la sicurezza teorica e l'orgoglio dell'intelleggibile, si può cercare di capire "per sé stessi". Ogni nostalgia è il superamento del presente e la vita non acquista contenuto, se non nella violazione del tempo. La nostalgia non è altro che una teologia sentimentale, in cui l'Assoluto è costruito con gli elementi del desiderio e nella quale Dio è l'indeterminatezza, elaborata dal languore. ;)


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

Impotenza e nullità: Al riguardo una "curiosità", solo nel 1983 si è aggiunto l'aggettivo *copulativa* all'impotenza che rende nullo il matrimonio, perché fino allora tale "sacramento" era non valido quando esisteva anche la sola "impotentia generandi".

Ma tornando alle cose più serie, la concezione del matrimonio ha come corollario una guerra senza quartiere contro la contraccezione e l'aborto e questo perché loro dicono di *amare la vita*. :-))) :D :mrgreen: :lol: Il motivo vero è che essi odiano il piacere, ossia ogni rapporto non riproduttivo, altrimenti, al limite si potrebbe comprendere la chiesa e l'aborto, magari non collegata alla chiesa e la pena di morte; ma non si capirebbe giammai la chiesa e la contraccezione, che anche molti protestanti ritengono il modo più razionale di prevenire maternità pericolose o non desiderate. (seguirà "Si aliquis")


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Le origini del papa boy(a)



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Ho visto a mezzogiorno le immagini da Roma
Impressionante il numero di persone che c'erano (questa volta il ml di persone era reale)


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XII

Pensatori crepuscolari

I saggi sono eroi negativi di un'età troppo matura e ne esprimono il proprio tempo, Chi non si sente in diritto di affermare ogni cosa nel vuoto che lo circonda, prima che il mondo svanisca nell'aurora di un assoluto o di una negazione nuova? All'orizzonte c'è sempre un dio che minaccia e loro si adoperano per far sì che esso non si insedi nei nostri pensieri e conservare invece i propri dubbi, giacchè qualsiasi aspirazione arbitraria e balzana è preferibile alle verità inflessibili. E ci propongono altresì medicine e ... Pazienza se non ne trovano neanche una che sia utile ed efficace, perché non hanno/abbiamo fiducia nella quiete che cercano/cerchiamo, né per i piaceri che inseguono/inseguiamo. Saggi crepuscolari e perciò incostanti.


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

Un documento soprattutto ufficializza la condanna della contraccezione come ... omicidio: il "Si aliquis", contenuto nel libro penitenziale del monaco Reginone di Prum ed inserito nel codice di diritto canonico fino al 1917. L'idea originale è quella di Tommaso d'Aquino che lo sperma è vita in potenza e quindi, spargerlo ... e si ritrova oggi nelle tesi riguardo all'embrione. :-(. Pio XI considera l'aborto e la contraccezione "contro natura" e degna anche quest'ultima della "pena di morte" e Pio XII vieta i contraccettivi, anche se ad essi si ricorre per evitare una gravidanza che l'organismo non potrebbe sopportare. Una svolta, che avrebbe potuto essere epocale, si ebbe con il Vaticano II, ma Paolo VI non approvò il documento che gli fu presentato e nel 1968 emanò in sua vece la "Humanae vitae" che ribadiva la dottrina tradizionale. G.P.II riteneva che le campagne statali sul controllo delle nascite limitavano la libertà dei coniugi nel decidere sui figli, ma non (evidentemente) quelle papali contro i contraccettivi, per l'astinenza forzata o la maternità obbligatoria. [Nota mia, giustamente egli fu chiamato il papa boy(a), anche se questa ormai è diventata ufficialmente una bestemmia :D ]


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XIII

Risorse dell'autodistruzione

Il mondo può prenderci ogni cosa, la chiesa può proibirci tutto, ma nessuno ha il potere di impedire che ci annulliamo (nota mia, basta che lo facciamo in tempo, perché altrimenti in Italia sarenno costretti a non poter essere assistiti da altri). La contraddizione fra possibilità di autoannullamento ed istinto di conservazione accende nello spirito un conflitto senza via di uscita. Quando cominciamo a riflettere sulla vita, a scoprirvi una vacuità infinita, i nostri istinti si sono già eretti a guide e fattori dei nostri atti, resta però, avendo acquistato coscienza della nostra libertà, una risoluzione "in nuce" che ci fa sopportare i giorni e, ancor più le notti. Se le religioni ci hanno proibito di morire per mano nostra è perché vedevano in questo atto un esempio di insubordinazione che umiliava i templi e gli dei. ;) (segue)


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

All' A.I.D.S. (anche se in italiano sarebbe meglio S.I.D.A.) si oppongono come soli antidoti la "castità" o l'astinenza. Ma il vaticano non si limitò a queste misure, non troppo efficaci a livello di massa. Specie in Africa, si attivò con i governi "cattolici" o "amici" per scoraggiare ed impedire campagne sull'uso del preservativo, che avrebbero potuto limitare l'epidemia. Per questo motivo lo studioso e giornalista inglese T. Eagleton scrisse alla morte del papa-boy(a), che costui si sarebbe presentato al giudizio divino con le mani sporche di sangue [ nota mia, e come tutti costoro (criminali vari) il buon dio lo ha accolto fra i suoi santi :D ]. Naturalmente il beato, mentre si mostrava così "disumano" con gli uomini in carne ed ossa, ordinava ai politici di rispettare e proteggere i diritti dei non nati. :evil:


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Vecchioni: l'uomo e dio



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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XIV

Non so più quale Concilio considerava il suicidio un peccato più grave dell'assassinio, perché chi uccide può sempre pentirsi, mentre l'altro ha varcato i confini della salvezza. Ma l'atto di uccidersi non parte forse da una formula radicale di salvezza? E il nulla non vale forse quanto l'eternità? L'uomo non aspira ad essere per sempre: egli rifiuta il cielo e la terra e almeno avrà raggiunto una pienezza di libertà inaccessibile a colui che la cerca indefinitamente nel futuro...
Nessuna chiesa ha, fino ad oggi, inventato un solo argomento plausibile contro il suicidio di chi non può più sopportare la vita. D'altra parte esso è uno dei caratteri distintivi dell'uomo, nessun altro animale ne è capace e i saggi antichi, che si davano la morte come prova della loro maturità, avevano creato una disciplina che i moderni hanno disimparato. Abitudinari della disperazione, sopravviviamo tutti a noi stessi e non moriamo se non per epletare una formalità inutile. :-(


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

Aborto mai, meglio uccidere la madre. Agli inizi del XVII secolo, un'istruzione per le levatrici dei cattolici tedeschi recita: Qualora si debba provvedere alla madre o al bambino, essa [la levatrice] deve fa sì che il bambino venga battezzato, in quanto è meglio che la madre muoia santamente, che non il figlio muoia senza battesimo. :-(
Ma c'è aborto fin dal concepimento? Ieri no, oggi sì. Perché un'altra questione dibattuta fra i cattolici è quando nel feto venga infusa l'anima. Tommaso d'Aquino affermava che occorreva aspettare i giorni necessari, perché il feto non è immediatamente dotato di anima, poi la chiesa cambiò idea, sostenendo che il Santo non possedeva le giuste conoscenze scientifiche. Ma ciò è falso, perché proprio in base alle attuali conoscenze, il premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini ha dichiarato che: "Per parlare di persona umana deve essere presente un sistema nervoso formato, completo e funzionante; e quest'attività non c'è ancora nell'embrione, che nelle due settimane di vita intrauterina, consiste in un insieme di cellule indifferenziate". E un cattolico autorevole come il filosofo francese J. Maritain sosteneva: "Ammettere che il feto umano dall'istante della sua concezione riceva l'anima intellettiva, quando la materia non è ancora in nulla disposta a questo riguardo, è, ai miei occhi, un'assurdità". (segue)


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lemond ha scritto:Infine, un'accezione ancora più severa di adulterio ci viene proposta dal papa-boy(a) nell'Udienza generale dell'otto ottobre 1980. Per costui l'adulterio si commette anche guardando con desiderio la propria moglie, purché si pensi di unirsi per il piacere e non per dare dei FIGLI a DIO. :D :lol: :mrgreen:
Ma dove hai letto questa cosa? Perché a me sembra che il discorso sia diverso e certamente è diverso ciò che viene scritto sul Catechismo della Chiesa Cattolica (e non penso che il Papa abbia un pensiero differente).


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Deadnature ha scritto:
lemond ha scritto:Infine, un'accezione ancora più severa di adulterio ci viene proposta dal papa-boy(a) nell'Udienza generale dell'otto ottobre 1980. Per costui l'adulterio si commette anche guardando con desiderio la propria moglie, purché si pensi di unirsi per il piacere e non per dare dei FIGLI a DIO. :D :lol: :mrgreen:
Ma dove hai letto questa cosa? Perché a me sembra che il discorso sia diverso e certamente è diverso ciò che viene scritto sul Catechismo della Chiesa Cattolica (e non penso che il Papa abbia un pensiero differente).
A pag. 166 del volume di W. Peruzzi, (Odradek edizioni), il quale riporta fra virgolette le parole del papa-boy(a) nell'Udienza generale dell'otto ottobre 1980 e che qui trascrivo (cosa che aveco omesso nella sintesi).
"(3.2g) Desidero oggi portare a termine l'analisi delle parole pronunziate da Cristo, nel discorso della montagna ... in cui si definisce spedificamente la "concupiscenza dello sguardo", come "adulterio del cuore".
Già in precedenza abbiamo constatato che le suddette parole vengono di solito intese come desiderio della moglie altrui ... Sembra però che questa interpretazione - più restrittiva - possa e debba esssere allargata alla luce del contesto globale ... L'adulterio "nel cuore" viene commesso non soltanto perché l'uomo "guarda" in tal modo la donna che non è sua moglie, ma appunto perché guarda così una donna. Anche se guardasse in questo modo la donna che è sua moglie commetterebbe lo stesso adulterio "nel cuore".

A me sembra chiaro, a te no?


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Re: Religione e dintorni :)

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Mah, leggi il paragrafo successivo.

Questa interpretazione sembra prendere in considerazione, in modo più ampio, ciò che nell’insieme delle presenti analisi è stato detto sulla concupiscenza, e in primo luogo sulla concupiscenza della carne, quale elemento permanente della peccaminosità dell’uomo (status naturae lapsae). La concupiscenza che, come atto interiore, nasce da questa base (come abbiamo cercato di indicare nella precedente analisi), muta l’intenzionalità stessa dell’esistere della donna "per" l’uomo, riducendo la ricchezza della perenne chiamata alla comunione delle persone, la ricchezza della profonda attrattiva della mascolinità e della femminilità, al solo appagamento del "bisogno" sessuale del corpo (a cui sembra collegarsi più da vicino il concetto di "istinto"). Una tale riduzione fa sì che la persona (in questo caso, la donna) diventa per l’altra persona (per l’uomo) soprattutto l’oggetto dell’appagamento potenziale del proprio "bisogno" sessuale. Si deforma così quel reciproco "per", che perde il suo carattere di comunione delle persone a favore della funzione utilitaristica. L’uomo che "guarda" in tal modo, come scrive Matteo 5,27-28, "si serve" della donna, della sua femminilità, per appagare il proprio "istinto". Sebbene non lo faccia con un atto esteriore, già nel suo intimo ha assunto tale atteggiamento, interiormente così decidendo rispetto ad una determinata donna. In ciò consiste appunto l’adulterio "commesso nel cuore". Tale adulterio "nel cuore" può commettere l’uomo anche nei riguardi della propria moglie, se la tratta soltanto come oggetto di appagamento dell’istinto.

Che è appunto il pensiero del Catechismo, molto diverso da "sesso=procreazione".


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Deadnature ha scritto:Mah, leggi il paragrafo successivo.

Questa interpretazione sembra prendere in considerazione, in modo più ampio, ciò che nell’insieme delle presenti analisi è stato detto sulla concupiscenza, e in primo luogo sulla concupiscenza della carne, quale elemento permanente della peccaminosità dell’uomo (status naturae lapsae). La concupiscenza che, come atto interiore, nasce da questa base (come abbiamo cercato di indicare nella precedente analisi), muta l’intenzionalità stessa dell’esistere della donna "per" l’uomo, riducendo la ricchezza della perenne chiamata alla comunione delle persone, la ricchezza della profonda attrattiva della mascolinità e della femminilità, al solo appagamento del "bisogno" sessuale del corpo (a cui sembra collegarsi più da vicino il concetto di "istinto"). Una tale riduzione fa sì che la persona (in questo caso, la donna) diventa per l’altra persona (per l’uomo) soprattutto l’oggetto dell’appagamento potenziale del proprio "bisogno" sessuale. Si deforma così quel reciproco "per", che perde il suo carattere di comunione delle persone a favore della funzione utilitaristica.
Non capisco proprio che ci sia da deformare: l'istinto biologico fa parte dell'animale-uomo(donna) ed essere in comunione che significa? Coito, ergo sumus, no? La funzione utilitaristica poi, sembra di sentire Giuliano Ferrara, perché secondo lui i desideri sono cose sconce. :-(

L’uomo che "guarda" in tal modo, come scrive Matteo 5,27-28, "si serve" della donna, della sua femminilità, per appagare il proprio "istinto". Sebbene non lo faccia con un atto esteriore, già nel suo intimo ha assunto tale atteggiamento, interiormente così decidendo rispetto ad una determinata donna. In ciò consiste appunto l’adulterio "commesso nel cuore". Tale adulterio "nel cuore" può commettere l’uomo anche nei riguardi della propria moglie, se la tratta soltanto come oggetto di appagamento dell’istinto.

Che è appunto il pensiero del Catechismo, molto diverso da "sesso=procreazione".
L'uomo e la donna si sono sempre guardati in quel modo e quindi l'adulterio sarebbe come non scrive Matteo, [ *altro* da cui "alter"->adulterio], come ad es. si è imposta l'icono asessuata della madonna, trascurandone la di lei femminilità o, "mutatis mitandis" Rosy Bindi. ;)


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XV

Tutte le verità sono contro di noi, ma l'uomo continua perché le accetta e rifiuta di trarne le conseguenze. Dov'è colui che ha trasferito nella sua condotta una sola conclusione dell'insegnamento dell'astronomia, della biologia etc. ed abbia deciso di non alzarsi più dal letto per umiltà, di fronte alle distanze siderali o ai fenomeni naturali? E chi fu mai tanto audace da non fare più niente, dato che ogni atto è ridicolo nell'infinito? Le scienze provano il nostro nulla, ma chi ne ha tratto l'ultima lezione?


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Re: Religione e dintorni :)

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Mah, secondo me leggiamo proprio cose diverse. Io continuo a non trovarlo un discorso sessuofobico, ma è lo stesso!
Alla prossima! :)


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Deadnature ha scritto:Mah, secondo me leggiamo proprio cose diverse. Io continuo a non trovarlo un discorso sessuofobico, ma è lo stesso!
Alla prossima! :)
Non credo che sia lo stesso, mentre è chiaro che le esegesi possono essere le più diverse. Però, conoscendo la storia della chiesa, credo che abbia comunque più senso dare un'interpretazione logico-sistematica. ;) Ciao e grazie dell'interessamento.


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Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale**

Nonostante ciò lla chiesa ha deciso di chiamare "bebè" un ovulo fecondato, cioè di considerarlo come persona e l'aborto, anche a quello stadio, omicidio e ... vari riferimenti al nazismo. L'opinione della chiesa non si fonda su nessun argomento filosofico o scientifico e contrasta pure con le posizioni di altre religioni, comprese le altre cristiane, che sono tutte più tolleranti, specie dovendo scegliere fra la vita del feto e quella della madre. La campagna ossessiva in "difesa della vita" a partire dal concepimento risponde in realtà solo all'esigenza ideologica di radicalizzare lo scontro su temi che la chiesa stima utili per marcare un'inversione di tendenza rispetto al Concilio V. II, in un'ottica cioè di contrapposizione al mondo moderno e di restaurazione conservatrice. Per lo stesso motivo gli ultimi papi hanno incitato i medici a praticare "l'obiezione di coscienza" e dal 2007 anche i farmacisti. :-( (segue)


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E.M. Cioran "Sommario di decomposizione" XVI

La vita ha più dogmi immutabili della teologia, poiché ogni esistenza è ancorata a infallibilità che fanno impallidire le eleucubrazioni della demenza o della fede. Lo scettico stesso, innamorato dei propri dubbi, si rivela un fanatico dello scetticismo. L'uomo è l'essere dogmatico per eccellenza e i suoi dogmi sono tanto più profondi, perché non li formula, perché li ignora ... ma li segue. Noi tutti crediamo a molte più cose di quante non pensiamo, alberghiamo intolleranze, coltiviamo prevenzioni sanguinose e, difendendo le nostre idee con mezzi estremi. Ognuno è per se stesso un dogma supremo e nessuna teologia protegge il proprio dio, come noi proteggiamo il nostro io. Ognuno rappresenta ai propri occhi il solo punto fermo dell'universo e, se qualcuno muore per un'idea, è perché essa è la *sua* idea, e la sua idea è la sua *vita*. ;)


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