Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Una della cose che spesso sottovalutiamo è che nella nostra lingua si ha un ampia libertà sintattica, posso dire che il Bagnino era una corridore onesto, famoso e velocissimo, oppure cambiare l'ordine, secondo l'importanza che voglio dare agli aggettivi, ma soprattutto possiamo preporre o posporre ottenendo effetti molto diversi: gli aggettivi che precedono il nome hanno una valenza attributiva, mentre quelli che lo seguono, predicativa. Chiunque italiano capisce bene che una lettera anonima non è lo stessa di un'anonima lettera o, se invece di una aggettivo, vogliamo prendere un avverbio non sarà difficile scegliere fra l'essere un sotto dotato o ... :D
In inglese invece che non si può fare: manometti anche minimamente lo schema prestabilito e ti prendono per pazzo! (Per chi volesse saperlo, l'ordine obbligatorio è: opinione, dimensione, età, forma, colore, origine, materiale, scopo. In sintesi si può dire che l'italiano mette la libertà al primo posto. ;)
Anche Voltaire si accorse della nostra libertà di scelta e dovette ammettere, scrivendo a M. Cesarotti il 10 gennaio 1766: "Mi accorgo, leggendovi, della superiorità che la lingua italiana ha sulla nostra; essa dice tutto ciò che vuole, mentre la lingua francese dice solo ciò che può".


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:"Mi accorgo, leggendovi, della superiorità che la lingua italiana ha sulla nostra; essa dice tutto ciò che vuole, mentre la lingua francese dice solo ciò che può".
Bellissima! :clap:


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lemond
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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La "nobiltà" dell'italiano deriva dal fatto di avere un sistema fonologico più prossimo delle altre lingue a quello latino e in più, attraverso la lingua degli antichi romani, ci sono giunte moltissime parole greche. Furono soprattutto gli umanisti del Quattrocento ad arricchire l'italiano nel lessico, ma non solo in esso si specchia, perché nella sintassi abbiamo riprodotto, forse più di ogni altra lingua moderna, i modelli classici. Ad es. abbiamo l'accusativo alla greca, come nel Manzoni "Sparsa le trecce morbide/sull'affannoso petto. E così D'Annunzio, che è "nuda le fervide membra".
Alle due tradizioni classiche abbiamo aggiunto il nostro volgare che oggi è in gran parte alla base della cultura e letteratura mondiale. Coloro che hanno stabilito le regole dell'italiano l'àn fatto proprio ponendo la bellezza come criterio da seguire. Pietro Bembo, ad es. nelle "Prose della volgar lingua" andò alla ricerca di modelli perfetti da seguire e li trovò in Dante, Petrarca e Boccaccio e poi, per molti secoli, i poeti e gli scrittori italiani hanno mutuato parole e immagini da costoro, in un procedimento che gli esperti chiamano "intertestualità" (ovvero una specie di dialogo inter temporale). È questa ricchezza che fa dell'italiano una lingua unica al mondo ed è la ragione per cui chi parla di lingua deve associare anche la letterature e viceversa.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Tutti sanno che il "padre" della lingua è stato Dante, che accrebbe il corpo lessicale dell'italiano usando molte parole che non erano state impiegate mai in poesia e inventandone molte nuove, ma soprattutto lui credette davvero di poter contribuire a far nascere quella lingua nuova. Il volgare è più nobile del latino, afferma, perché è un linguaggio che ci è naturale e che impariamo da bambini (lingua madre). Purtroppo i motivi di una simile affermazione stanno nell'idea che ciò che ci arriva per natura sia più prossimo a Dio e ci è voluto Spinoza per farci capire che la natura è essa stessa dio e non abbiamo alcun bisogno dell'altro! Ciò non toglie che la sua fiducia nel volgare, ferma e duratura, abbia costituito un pilastro per il prestigio e il futuro dell'italiano.
Dante intuisce l'affinità dell'italiano con le lingue d'oltralpe (hoc e oil), ma ritiene che la nostra primeggi per un motivo linguistico e anche letterario: è più vicina al latino e i poeti avevano maggior dolcezza e acume. Cerca poi di individuare il volgare migliore, fra quelli parlati nelle varie città, ma non ne trova uno che lo sodisfi. Questo "volgare illustre" è potenzialmente presente in ogni luogo, ma non s'incarna in nessun volgare locale. La conclusione è che esso coincide con la lingua dei poeti più grandi e sarà questa lingua scritta, non ancora parlata da nessuno, a diventare l'idioma degli italiani.
La storia gli ha dato ragione, ma non senza passare attraverso difficoltà inimmaginabili al poeta e che avrebbero anche potuto portare alla scomparsa di questo embrione.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Rispetto al latino però, principalmente a causa della perdita delle declinazioni dei sostantivi e dei pronomi relativi, l'italiano pecca un po' di precisione.
Gli equivoci, seppur sporadici, non mancano, proprio a causa della liberta costruttiva: "Chi ha chiamato mia madre?" è un esempio classico.

Per quel che riguarda invece il "word order", niente da dire, è effettivamente una delle lingue più libere. C'è da dire però che questa qualità può anche essere complice di una certa fumosità del linguaggio, soprattutto a livello burocratico o politico... ;)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Bitossi ha scritto:Rispetto al latino però, principalmente a causa della perdita delle declinazioni dei sostantivi e dei pronomi relativi, l'italiano pecca un po' di precisione.
Gli equivoci, seppur sporadici, non mancano, proprio a causa della liberta costruttiva: "Chi ha chiamato mia madre?" è un esempio classico.
Certo il latino è la lingua più logica e quindi meno libera. :) Nell'esempio sopra, per me il significato è quasi obbligato, perché, se uno avesse voluto dire altrimenti, avrebbe scelto "Mia madre, chi ha chiamato?"


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Dante nell'italiano ci credeva, ma Petrarca no e il paradosso è abbastanza evidente in lui: uno dei libri di poesia più belli che siano mai stati scritti e che noi chiamiamo Canzoniere, il suo autore invece lo pensava come "Rerum vulgarium fragmenta", con intento volutamente riduttivo. Tutta la sua attività fu rivolta alla riscoperta e allo studio della lingua latina: appropriarsi del perfetto stile degli scrittori antichi furono i suoi obiettivi primari. Petrarca si aspettava la gloria da un grande poema epico latino, l'Africa, grazie al quale fu incoronato poeta in Campidoglio nel 1341 e fece di tutto per recuperare la civiltà greco-latina, il che segnò una durissima battuta d'arresto per l'italiano.
Dalla fine del Trecento e almeno fino alla prima metà del Quattrocento si stabilì una situazione di *diglossia*: la cultura scritta alta era di nuovo solo in latino, mentre la letteratura volgare si collocò molto in basso nella percezione generale. Anche i nostri maggiori autori ne fecero le spese e solo verso la fine del secolo il volgare italiano tornò a fiorire, almeno come lingua della poesia lirica.
La prova della crisi è data da un clamoroso fallimento, che rimase a lungo nella memoria collettiva, il campione sfortunato dell'italiano fu il grande architetto Leon Battista Alberti (1404 - 1472). Egli scrisse una grammatica per la lingua nuova e promosse il famoso Certame coronario, una gara di poesia indetto a Firenze il 22 ottobre 1441, per dimostrare che il volgare era una lingua duttile e polita e non inferiore alla lingua latina in poesia. I giudici pontifici, convocati per l'occasione in Santa Maria del Fiore e che non condividevano affatto l'entusiasmo per l'italiano, non assegnarono il premio a nessuno, certificando così lo stato di minorità del volgare.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Si dovette aspettare quasi un secolo per la rinascita dell'italiano: nel 1525 Pietro Bembo, patrizio veneziano, scrisse le Prose delle volgar lingua per promuovere l'uso letterario. Egli indicò nel Canzoniere il modello perfetto per chi volesse scrivere in versi e il Decameron per i prosatori. Dante invece rimase escluso, perché la lingua della Commedia era piena di parole ruvide, arcaismi e neologismi, latinismi e forestierismi. Pur riconoscendo in Dante un grande e magnifico poeta, non lo riteneva adatto a essere imitato.
La sua proposta ebbe successo perché il mondo delle corti aveva bisogno di un modello linguistico sovramunicipale e le Prose mettevano a disposizione una sorta di grammatica ragionata con esempi linguistici positivi e negativi.
La riforma di Bembo fu un vero e proprio rinnovamento culturale e si può dire che nasca la modernità, perché i nuovi autori possono porsi su un piano di parità con gli antichi, inaugurando una tradizione propria. È una lingua che presenta molte oscillazioni, ma è molto vicina a noi e, anche se è soltanto letteraria, ha avuto una forza attrattiva potentissima e, in mancanza di uno Stato unitario, rappresentato per l'Italia un elemento unificante della nazione. Ci sarebbe voluto ancora molto tempo perché si arrivasse all'uso quotidiano, ma la strada era stata tracciata. ;)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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L'italiano è stato per secoli, e lo è ancora, la lingua di riferimento per la pittura, la scultura e l'architettura in Europa e il vocabolario dell'intiero continente è ricco di parole nostre: campanile, architrave, pilastro, plinto, predella, scenario, ritratto, facciata, graffito, mosaico, pastello, mentre altre sono state adattate nelle altre lingue, ma la derivazione è italiana, come da balcone abbiamo il francese balcon, l'inglese balcony e il tedesco Balkon.
Il passaggio dal latino all'italiano dei termini artistici e scientifici è avvenuto fra il Quattrocento e il Seicento e tutti coloro che hanno partecipato a tale improbo compito capivano benissimo l'importanza che ha, nella coscienza di un popolo, il poter disporre di una lingua poliedrica, mentre ai giorni nostri qualcuno ha proposto (e addirittura ottenuto :grr: ) il passaggio all'inglese nell'insegnamento delle discipline scientifiche.
Uno dei primi ad usare il volgare per la ricerca scientifica fu Leonardo che, proprio per questo, si autodefinì "omo sanza lettere". Consapevole dei limiti della propria formazione, cercava di colmare il divario dedicandosi allo studio lessicale, compilando liste di latinismi, ma ciò non gli impedì di rivendicare la ricchezza del volgare.
" I' tanti vocaboli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piuttosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole, colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia".
Egli ha contribuito al superamento della rigida separazione fra le arti del trivio e del quadrivio, creando una cultura nuova che si esprime nella lingua comune maturata nelle botteghe, oltre che nella trattatistica e permette così alle lingue settoriali di emanciparsi dai volgari locali e di acquisire una dimensione nazionale.


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Nel dicembre 1967 Italo Calvino intervenne sul Corriere della Sera per affermare che, a suo parere, Galileo era stato, con Machiavelli, il miglior prosatore italiano e anche Leopardi lo ammira per la precisione e l'eleganza, congiunte. Galileo usa il linguaggio non come uno strumento neutro, ma con una coscienza letteraria, con una continua partecipazione espressiva, immaginativa, addirittura lirica. Con lui, ad es, la Luna diventa per gli uomini un oggetto reale, però si sente anche, attraverso il suo linguaggio una specie di levitazione. L'ideale sguardo sul mondo che guida anche il Galileo scienziato è nutrito di cultura letteraria, tanto che possiamo segnare una linea Ariosto-Galileo-Leopardi come una delle più importanti della nostra letteratura. Galileo è stato il primo che ha scelto l'italiano per comunicare al mondo le proprie scoperte, anche se, naturalmente, conosceva bene anche il latino. Egli fu un appassionato lettore dei nostri classici e tenne lezioni sull'Inferno di Dante, postillò l'Orlando furioso e scrisse delle Considerazioni al Tasso, in cui fu molto critico nei confronti della lingua e dello stile della Gerusalemme liberata. Divenne inoltre accademico della Crusca e collaborò alla stesura di alcune voci del Vocabolario per le edizioni del 1612 e 1623. A lui sarebbe sembrato insensato e brutale propugnare l'abolizione della lingua italiana nell'insegnamento delle scienze e chi lo fa nelle università, lavora per accentuare la separazione tra il mondo della scienza e la comunità dei cittadini che parla la nostra lingua. L'italiano rinuncerebbe ad intieri territori del sapere e sarebbe ridotta a un ambito privato, famigliare: quello che è proprio dei dialetti. La differenza infatti fra essi e una lingua non sta certo nell'estensione territoriale o nel numero dei parlanti, ma nell'inadeguatezza storico-culturale a trattare tutti gli argomenti.


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"Lingua illorum, anguilla est in theca holoserica" (La lingua di costoro (dei politici) è un anguilla in un drappo si seta. :D
Questa definizione è secentesca ed è contenuta nell'opera di un gesuita tedesco (Jeremias Drexel) e, secondo lui, i politici (come i gesuiti) sono "pratichissimi in machinare inganni", come ha insegnato loro il Machiavelli e Ignazio di Loyola.
È passato del tempo, ma sembra che una simile definizione non sia passata di moda, per lo meno da parte di chi fa dell'anti-politica il proprio cavallo di battaglia (per i gesuiti la cosa è diversa, perché in pochi avvertono la continua demagogia nelle parole dell'attuale papa). :x
Ordunque, lasciamo perdere il linguaggio dei gesuiti e concentriamoci su quello politico, perché "mutatis mutandis" le stesse cose che scriveremo per l'uno si possono attribuire anche all'altro. :)
La prima reazione che si è tentati di avere è quella di accostarlo ai sofisti, secondo la definizione che dà Aristotele dà di costoro. Si tenga presente però che accettiamo l'ipse dixit del grande filosofo solo perché ci serve, non perché veramente pensiamo che i sofisti fossero come lui ce li presenta, in realtà, come dice la parola, i sofisti erano sapienti e non semplicemente astuti, ma ormai da noi Aristotele ha vinto e l'accezione comune è la sua. :x
Una dei motivi che porta il linguaggio politico all'ambiguità non è solo il desiderio di ingannare l'uditorio, perché esistono anche motivi nobili. Prendiamo per esempio una Costituzione che è destinata a durare negli anni, se non nei secoli, mentre la società e i suoi costumi possono cambiare in fretta: è necessario pertanto che il legislatore usi parole polisemiche, suscettibili di essere interpretate anche alla luce di un pensiero più moderno. In questi casi, appunto, l'ambiguità non è un difetto, ma è condizione necessaria per il funzionamento del testo medesimo.


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La parola che si fa ideologia

Qualsiasi parola può diventare politica, basta che la si usi con questo scopo e, se non bastono quelle più comuni, si può ricorrere a neologismi. Un testo politico ha per scopo più la persuasione che l'informazione, ma soprattutto deve tener conto che si rivolge ai *media* (parola latina, quindi va pronunciata com'è scritta). Il politichese è comunque una lingua non sempre uguale, perché come ogni idioma varia nel tempo e possiamo dire, sintetizzando al massimo che, ad es, il fascismo usava l'enfasi e l'intensificazione, la classe politica egemone della seconda metà del Novecento ha agito attraverso la dissimulazione, lo svuotamento semantico e l'offuscamento concettuale, finché non è emerso sulla scena Marco Pannella: la sua politica comunicativa mirava a rompere la monotono continuità degli schieramenti politici del dopoguerra. Il caso più eclatante di comunicazione (non verbale) è stata la partecipazione in una Tribuna politica con un bavaglio in bocca. I radicali hanno contrapposto un polemico silenzio alla loquacità tipica del politico. Sul piano più strettamente linguistico, invece, Pannella si è caratterizzato per un consapevole processo di deformazione dei valori semantici delle parole politiche usuali o di quelle comuni, per esempio, in riferimento alla lunga prigionia di A. Moro " stanno assassinando da cinquantacinque giorni ..." Oppure, l'uso diverso del verbo abrogare "... affinché possiate dare a voi stessi, ai nipoti, ai nonni, agli andicappati, agli abrogati un giorno diverso, magari più lungo di speranza nella ragione, nella non violenza, nella verità".


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Il sinistrese ha rappresentato un altro momento di sviluppo della lingua politica, volutamente alternativa rispetto alle forme tradizionali. Essa ha avuto un tale successo, da soppiantare fra gli studenti il linguaggio giovanile, ma si è trattato di un breve periodo, perché già negli anni Ottanta il prestigio e lo spazio occupato nel repertorio italiano era quasi scomparso e ormai in pochi ricordano "lavorare meno, lavorare tutti", "vietato vietare", strage di Stato, strategia della tensione, etc.
La politica della discesa in campo ci rammenta un certo Berluska e la c.d. Seconda Repubblica, formula impropria, dal momento che il sistema costituzionale non è cambiato. Invece è mutata la lingua, che si avvicina moltissimo al parlato della gente comune e d'altra parte non poteva che essere così, se allla TV si assisteva alle concioni del Berluska medesimo e di Bossi, persone illetterate che potevano esprimersi solo con concetti semplici. Un po' come era accaduto alla RAI che era passata in pochi anni da maestra di lingua a specchio del peggior plurilinguismo della società italiana e le parole d'ordine sono "nuovo e gente", mentre un'altra parola riguarda la nascita di un partito dalle ceneri di quello comunista e nell'ottantanove/novanta imperò appunto il sostantivo "Cosa". :)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Un caso singolare è il dipietrese che non è stato mai studiato a fondo, per la scarsa importanza del soggetto in politica, però possiamo darne qualche indicazione generica. Si tratta di un composto di colorite espressioni regionali o popolari e di tecnicismi giuridici (appresi in un corso per corrispondenza :D ) che si innestano in un tessuto sintattico debole e confuso. Per lui "dazione ambientale" significa tangente pagata senza che ve ne fosse stata una richiesta esplicita, oppure "provvista" equivale a contributo elettorale e il famosissimo "che ci azzecca", espressione idiosincratica, che però non è di origine molisana.
Il movimento 5 stelle è affatto nuovo alla vita politica nazionale, anche perché composto da esponenti privi di precedenze esperienze e poi il fatto che il mattatore sia Beppe Grillo ha portato anche una nota comica nel linguaggio. Una cosa meno buffa è il ritorno al turpiloquio e al populismo! :x Come, per esempio, microcacca, pirlare, V-day e l'uso ripetuto di parole riferite alla pazzia.

P.S. Non so, ma forse l'uso di pazzesco in tutte le attuali accezioni deriva da lui?


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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La lingua della Lega deve molto a Umberto Bossi: toni gridati, volgarità e turpiloquio, insistenza sul campo semantico dei temi della sicurezza etc. in altre parole un pieno adeguamento a tutto ciò che vuol sentirsi dire quell'elettorato che non brilla per educazione e intelligenza. Però qualcosa di diverso c'è, in particolare manca lo sfondo antifascista che caratterizzava l'originale, soprattutto nei primi anni.
Salvini punta a costruire un'identità nazionale, opponendosi allo straniero (migranti) e all'Europa.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Cenni sul linguaggio giuridico e i suoi derivati

Per prima cosa, chi non è un "addetto ai lavori" dovrebbe stare attento agli errori che, purtroppo, i giornalisti hanno propagato. Ad es. comminare ha il significato (cum mina) di minacciare ed è quindi la legge che minaccia, non è certo il giudice che può comminare una pena, lui la deve soltanto irrogare, infliggere, sanzionare. E invece ... :grr:
La seconda attenzione dovrebbe riguardare il "burocratese" e a questo proposito Luciano Satta, grande linguista, fece la parodia usando il gergo per parafrasare la poesia di Ungaretti, che divenne "E subito si addiviene al verificarsi della sera" :crazy:
Il burocrate ha la smania grottesca di far figura e, secondo lui, il valore degli atti si misura dalla lunghezza e allora non si può mai ricevere, bensì accusare ricevuta, ma soprattutto egli fa uso dei tecnicismi collaterali, quelli che non esprimono in modo preciso una nozione tecnica, ma servono solo a elevare il timbro del discorso, a renderlo paludato e difficile, due esempi per tutti: licenziare per trasmettere e titolo di viaggio, invece di biglietto!
Altro verbo tipico del burocratese è *iniziare* in luogo dell'italianissimo cominciare, fra l'altro in questo modo si è aggiunta la complicazione che il nuovo verbo è solo transitivo, mentre quello nobile aveva entrambe le forme, ma la cosa non turba i giornalisti, perché ormai lo usano anche nella forma intransitiva. "La partita inizia!" è un errore in italiano, ma ormai non più, perché qualche vocabolario si è adeguato!
Possiamo terminare dicendo che un linguaggio siffatto ha il grande pregio di complicare le cose semplici. :bll:


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Ahi ahi ahi Carlo, se Quasimodo fosse vivo ti comminerebbe una querela! :D :bll:

lemond ha scritto:Il caso più eclatante di comunicazione (non verbale) è stata la partecipazione in una Tribuna politica con un bavaglio in bocca. I radicali hanno contrapposto un polemico silenzio alla loquacità tipica del politico.
Non vorrei ricordare male, ma il tema di quella celeberrima Tribuna politica non fu la protesta dei radicali contro la tv di stato, rea di concedere loro pochi spazi, e quindi - metaforicamente - di imbavagliarli? :cincin:


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Admin ha scritto:
lemond ha scritto:Il caso più eclatante di comunicazione (non verbale) è stata la partecipazione in una Tribuna politica con un bavaglio in bocca. I radicali hanno contrapposto un polemico silenzio alla loquacità tipica del politico.
Non vorrei ricordare male, ma il tema di quella celeberrima Tribuna politica non fu la protesta dei radicali contro la tv di stato, rea di concedere loro pochi spazi, e quindi - metaforicamente - di imbavagliarli? :cincin:
Anch'io rammento così. :)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Il linguaggio sportivo

Il più famoso e il primo che conosciamo ad usarlo è stato Omero (molto probabilmente un personaggio e non un uomo in carne e ossa, come Gesù e alcuni altri nell'antichità). Lo sport è tutto quello che lui ci racconta: radici, sfida, amicizia, gioco di squadra, dramma, gelosia, vendetta, gloria, solidarietà.
Quando sali su due ruote una montagna, oppure difendi il tuo portiere o quando hai in mano un pallone ovale, puoi scegliere tranquillamente fra i sentimenti di cui sopra, per vedere quali sono quelli che ti animano in quel momento. :)
Lo sport è un racconto di straordinarietà e di eccessi: tutto è sempre superlativo, eroico, colorato, mai minimizzare! :x La retorica, l'iperbole, il barocco sono le parole d'ordine del giornalista sportivo e dei suoi epigoni.
Prima dell'era moderna (quella della TV) lo sport era volgare (in senso buono) ma sapeva incrociare la vita e non a caso anche scrittori e letterati si sono travestiti da cronisti: Curzio Malaparte, Alfonso Gatto, Dino Buzzati, Mario Soldati, Giovanni Arpino, Oreste Del Buono, Giovanni Mosca e qualcuno ci potrebbe anche mettere Gianni Brera, che però di sport non ne capiva e poi non credo che fosse né letterato, né grande scrittore. :D


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Poi è arrivata la diretta TV e il racconto non aveva più senso, era solo uno sfondo passato (a parte un mio "amico" che senza vedere mai una partita, ti spiega come gioca la squadra x e y leggendolo sulla Gazzetta dello Sport :D )
Ormai il racconto dello sport è statistica, non più letteratura. Come tradurre questa trasformazione con parole? Hemingway, anche lui giornalista sportivo, diceva: non fate i furbi, raccontate, non siate gergali, abbiate equilibrio e non alzate la voce, ma soprattutto non siate competitivi con i media, voi dovete cercare di completarli con le parole giuste. I miti non invecchiano: Odìsseo, Carnera, Coppi, Meazza, Mennea restano i campioni di un'avventura umana che hanno solo bisogno di chi saprà interpretarla. Lo sport si muove, corre, supera, ha da secoli nuovi traguardi e vecchie partenze. Si può solo fare quel che diceva Hitchcock per il cinema: raccontare la vita con le parti noiose tagliate. ;)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Ma invece di seguire l'esempio di Hemingway, di solito i giornalisti sportivi (come gli altri del resto) si affidano al "luogo comune"!Già decenni or sono, Sergio Lepri, gran direttore dell'agenzia Ansa e disperato italianista, pubblicò a uso dei suoi redattori un delizioso dispaccio immaginario, costruito con le banalità, le metafore e i luoghi comuni da evitare: portieri che si accartocciano, dopo essere usciti a valanga per bloccare attaccanti che si catapultano o arrivano come un treno, sfruttando, come i piloti della pattuglia acrobatica, il gioco aereo. Oggi ogni squadra deve avere il metronomo, pronto a trasformarsi in guerriero e usare sciabolate o più umilmente in barbiere con le rasoiate. I baricentri si spostano avanti e indietro per favorire i geni che hanno capito tutto, ma soprattutto la "chiave di volta" per aprire la difesa avversaria. :D E poi guai a non usare Mister per indicare l'allenatore e naturalmente essi utilizzano il turnover, sperando di produrre "highligts" attraverso i loro "top players" in uno stadio "sold out" che attende con ansia l'extra time". :grr:
L'accattonaggio linguistico e la pigrizia *luogocomunista* sono solo forme di difesa del giornalista spaventato dal timore della cattiveria dei lettori/ascoltatori che devono invece inorridire di fronte alla mancanza di cattiveria di un attaccante, che non sa impattare bene la sfera. ;)
Per la lingua purtroppo (e lo dico in particolare a coloro che osannano il cambiamento e vantano la presenza nei vocabolari di simili parole abusate e frasi fatte) vale la legge monetaria di Gresham, ovvero la moneta cattiva (in senso non etimologico, ma volgare) scaccia quella buona (nel senso che ha più valore). E non si vedono spiragli che possano destare almeno un cauto ottimismo. :x


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Errori più comuni che si possono leggere sui giornali

Vicino casa, la preposizione è sempre obbligatoria con vicino, intorno e attorno
accellerare, toscanismo, il verbo esatto è accelerare, da celere
adempiere, assolvere a un dovere, i verbi sono transitivi e quindi la preposizione (che reggerebbe il complemento di termine) non ci vuole
il più acerrimo nemico; qualcuno scriverebbe il più bellissimo libro?
aeronautica - aeroporto e non aereo-nautica, aereo-porto
affatto significa del tutto e solo quando è preceduto da non assume il valore di per niente
aids, in italiano la sindrome etc. si dovrebbe dire sida, come sua invece di usa, adn per dna etc. (gli acronimi vorrebbero anche i punti che ho omesso, per brevità)
aldilà è una parola sola, se significa un luogo che non esiste, mentre si scriverà al di là del muro
assise è solo plurale femminile
avvocata e non avvocatessa
(segue)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Una domanda per Carlo-Lemond : ma perchè una gazzarra deve sempre essere "indegna" ?

Ho notato che sia sui giornali che alla televisione i due termini vengono sempre associati.

Rivendico il diritto di fare gazzarra senza che per forza sia indegna. :D :old:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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UribeZubia ha scritto:Una domanda per Carlo-Lemond : ma perchè una gazzarra deve sempre essere "indegna" ?

Ho notato che sia sui giornali che alla televisione i due termini vengono sempre associati.

Rivendico il diritto di fare gazzarra senza che per forza sia indegna. :D :old:
Carissimo Uri tu hai il pregio, oltre che dell'ironia, di individuare le frasi fatte. :clap:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Come anche la mischia, che non è tale se non è furibonda! :D

Su Cicloweb da sempre invito i miei collaboratori a evitare alcune formule nei titoli. Ad esempio "concede il bis", "cala il tris/poker" (calare il poker tra l'altro è proprio un errore concettuale), "È grand'Italia" che non so nemmeno da dove derivi... una parola che aborro è "bufera", si legge tutti i giorni nei titoli della stampa generalista e non solo. Temo che qualche volta però ci sia scappata anche su Cicloweb ("bufera doping"? brr :ouch: ) anche se spero di no. :cincin:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:
UribeZubia ha scritto:Una domanda per Carlo-Lemond : ma perchè una gazzarra deve sempre essere "indegna" ?

Ho notato che sia sui giornali che alla televisione i due termini vengono sempre associati.

Rivendico il diritto di fare gazzarra senza che per forza sia indegna. :D :old:
Carissimo Uri tu hai il pregio, oltre che dell'ironia, di individuare le frasi fatte. :clap:
Uno che di frasi fatte ne colleziona da anni è Paolo Nori: http://www.paolonori.it/argomenti/parole/page/20/


http://www.spazidisimpatia.wordpress.com
Spazi di simpatia, nel nome dell'amore che regna nella nostra splendida Terra
Un blog consigliato da Basso, quello giusto.

Aderii alla campagna di garbata moral suasion per cacciare Di Rocco. E infatti...
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Deadnature ha scritto:
lemond ha scritto:
UribeZubia ha scritto:Una domanda per Carlo-Lemond : ma perchè una gazzarra deve sempre essere "indegna" ?

Ho notato che sia sui giornali che alla televisione i due termini vengono sempre associati.

Rivendico il diritto di fare gazzarra senza che per forza sia indegna. :D :old:
Carissimo Uri tu hai il pregio, oltre che dell'ironia, di individuare le frasi fatte. :clap:
Uno che di frasi fatte ne colleziona da anni è Paolo Nori: http://www.paolonori.it/argomenti/parole/page/20/
Flaubert prima di lui.
Nori, grande..
fra i tanti suoi progetti, la raccolta dei matti geograficamente catalogata


E ci è venuto in mente che ogni città potrebbe avere il suo repertorio dei matti e abbiamo trovato un altro libro, sempre a cura di Roberto Alajmo, che si chiama Repertorio dei pazzi d’Italia dove nell’introduzione Alajmo dice che «Forse ogni città dovrebbe possedere un repertorio dei pazzi, così come di ogni città esistono le guide dei ristoranti e degli alberghi».
E allora abbiamo chiesto a Alajmo la sua benedizione, e Alajmo ci ha dato la sua benedizione, e abbiamo cominciato dei seminari ai quali hanno partecipato quelli che hanno scritto i Repertori e abbiamo fatto Il Repertorio dei matti della città di Bologna, il Repertorio dei matti della città di Milano, il Repertorio dei matti della città di Torino, il Repertorio dei matti della città di Roma, il Repertorio dei matti della città di Cagliari, il Repertorio dei matti della città di Parma, il Repertorio dei pazzi della città di Andria e il Repertorio dei matti della città di Livorno e faremo Il repertorio dei matti della città di Padova, di Reggio Emilia, di Lucera, del Canton Ticino, di Empoli e di Genova (finalmente), forse, e daranno vita, questi seminari, ognuno a un libretto, come una guida dei ristoranti o degli alberghi, che saranno però anche dei piccoli libretti di storia, una storia laterale e insignificante ma che potrebbe essere anche bella, ci sembra. E i partecipanti a questi seminari ci sembra che si debbano fare un lavoro difficile, rinunciare, nella propria scrittura, alla propria scrittura, fare un passo indietro rispetto al proprio stile e scrivere in coro, se così si può dire, raccontando, col distacco impersonale dei cronisti medievali, le storie che si raccontano in città sui matti, cioè trasformarsi in cronisti medievali ma della contemporaneità.


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Errori più comuni che si possono leggere sui giornali II

blu va scritto così, perché monosillabo, però prende l'accento nei composti, es. rossoblù, altrimenti si pronuncerebbe in modo diverso
da bluff, il verbo corretto in italiano è bleffare, non bluffare
bolscevìco (maggioranza) e menscevìco (minoranza) si devono pronunciare così e non bolscèvico e ...
bramino, sacerdote della religione induista, non brahamano
budda o buddha, ma sempre buddismo
buen retiro (sp.) scorretto buen ritiro
buvette (fr.) scorretto bouvette
ci hanno detto e non c'hanno detto
il ciclista è giunto cadavere all'ospedale :sedia:
capro espiatorio lo usano quasi tutti, ma qualcuno particolarmente ignorante scrive capo espiatorio :unzunz:
ceco, riferito allo Stato, non ceko
charme è francese, mentre in inglese charm, in latino carmen e in italiano la traduzione sarebbe canto magico
chiacchiera e non chiacchera
choc (fr), shok (inglese), italiano trauma
cinefilo, appassionato di cinema; cinofilo ... ;)
confort (fr.) comfort (ingl.), italiano ...
colposo; è importante sapere che significa questo aggettivo, perché nel c.d. fallo di mano qualcuno lo usa al posto di volontario :grr:
complementarità, non complementarietà
si convoca per una certa ora e non a ...
Còppa del mondo e non Cóppa ...
crac (fr.), italiano fallimento, crollo. Assolutamente da evitare l'inglese crak, che è anche il nome di una droga
cric (fr.), scorretti crick e crik
ct (commissario tecnico) e non cittì


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto: ct (commissario tecnico) e non cittì
Però per il ciclocross è consentita la formula "ercittì". ;) :hammer:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Admin ha scritto:
lemond ha scritto: ct (commissario tecnico) e non cittì
Però per il ciclocross è consentita la formula "ercittì". ;) :hammer:
Può essere, tanto più che il ciclocross non lo seguo. Mentre ci sono, correggo un errore: in inglese si scrive shock e non shok. :hammer:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Errori più comuni che si possono leggere sui giornali III

Davanti vuole il complemento di termine, per cui davanti alla casa, non d. la casa
decatlon è sbagliato, ci vuole la h (... thlon), mentre in decatleta direi di no
deficiente e deficienza si scrivono così, anche se la pronuncia è diversa
degli si può apostrofare solo davanti a parole che cominciano con la *i*
acido desossiribonucleico è una parola troppo complicata e allora se ne fa l'acronimo, ma perché anche l'anagramma? Con lo stesso procedimento denominazione d'origine controllata diventerebbe ocd :x
ed, si consiglia di usare la d eufonica solo se la parola successiva comincia con *e*
Eau giustamente significa Emirati arabi uniti e all'ora perché quell'u è posto al primo posto, quando si parla dell'acronimo di Stati Uniti d'America?
ebbrezza e non ebrezza, perché uno è ebbro, Ebro è un fiume. :)
ebrei e israeliani, per chi non lo sapesse, non sono sinonimi
eclisse ed eclissi sono entrambi corretti
eco è naturalmente femminile, mentre il plurale è maschile
gli abitanti dell'Ecuador sono ecuadoriani e non -egni
eugubino è l'abitante di Gubbio :)
euro, il plurale, secondo me, dovrebbe essere invariabile, perché è un troncamento, però la discussione è aperta
evacuare significa rendere sgombro, quindi si evacuano i luoghi, non le persone


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Errori più comuni che si possono leggere sui giornali IV

fa naturalmente non vuole l'accento, ma rifà, sì (vedasi rossoblù)
famigliare (relativo alla famiglia) familiare ha invece il significato di cosa conosciuta
farraginoso (doppia erre, perché il miscuglio di alcune biade per animali si chiama farragine)
festival ha origine latina (festivalis) ed è poi passato al francese antico e solo alla fine in inglese e quindi l'accento ... (vedete voi)
fra Cristoforo si scrive così e vai a sapere perché, dato che esiste la preposizione omografa *fra* e d'altra parte il troncamento di poco, si scrive po'. Misteri dell'italiano, ma se qualcuno lo sapesse ...
hashtag significa cancelletto (hash) ed etichetta (tag), ma noi cancelletto non si vuol usare! :grr:
hybris (pronuncia iubris) è la parola più importante della cultura greca, perché insieme al "conosci te stesso" è in grado di definirla per intiero. Il greco aveva questi due soli "comandamenti", che poi è quasi uno solo: devi sapere qual è il tuo limite e non superarlo mai.
iella, sfortuna, da non scrivere con la *j*
ispessire e non inspessire
levità, meno corretto lievità e così levitazione, che è diverso da lievitazione: in senso proprio il gonfiarsi della pasta, ma in quello figurato può riguardare, ad esempio, il malcontento
libriccino e non libricino


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Errori più comuni che si possono leggere sui giornali V

maschilismo, molto meglio di machismo (da macho)
Mao Zedong è l'attuale modo di scrivere il nome di colui che prima era conosciuto come Ma Tse-Tung
i media, molto meglio che i mass media
mayday è la trascrizione inglese del francese "m'aidez" (aiutatemi)
mezzo, avverbio o aggettivo sostantivato, è invariabile: le dieci e mezzo (non mezza)
maestro (da magis) al femminile è maestra e quindi ministro (da minus) al femminile ...
occhio del ciclone è il punto centrale e meno turbolento dell'uragano
omnicomprensivo o onnicomprensivo? Dipende dai gusti
onorevole sarebbe da evitare, per indicare un deputato
onorificenza, scorretto onoreficenza
"i topi non avevano nipoti" è una frase palindroma; dal greco, che corre (anche) indietro. :)
il papa, secondo me, va scritto sempre minuscolo per dargli l'importanza che dovrebbe avere :x
piè è la forma tronca di piede, ma non è per questo che ha l'accento, anzi; il motivo è un altro e cioè? ...
lo pneumatico e non il ...


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Errori più comuni che si possono leggere sui giornali VI

la querela è diversa dalla denuncia, perché la prima può essere presentata solo dalla parte lesa
quorum è una sineddoche: è la prima parola della locuzione latina "quorum maxima pars", la massima parte dei quali
réclame è un termine che ormai neppure i francesi usano più
redigere, scorretto redarre
refuso non è sinonimo di errore di stampa, perché deriva dal latino "refundere" (mescolare)
relax è inglese; in latino esisteva solo il verbo (relaxo)
rimpicciolire (transitivo) rendere più piccolo - rimpiccolire (intransitivo) diventare ...
schermire e schernire non si possono mai confondere, perché lo schermo è moto diverso dallo scherno (irrisione)
sciuscià è un adattamento popolare italiano, del lustrascarpe inglese
scorrazzare e non scorazzare
silhouette era il cognome di Ètienne de ... ministro della Finanze francese (1709-1767) famoso per la politica dei "tagli alle spese"
snob, termine inglese che in origine indicava persona non adeguata all'ambiente colto e raffinato dell'università di Cambridge
specie, invariabile al plurale
sufismo, in arabo sufi sta per coperto di lana, perché i devoti vestivano di lana di cammello
sunna, in arabo regola
suspense e MAI suspence


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto: snob, termine inglese che in origine indicava persona non adeguata all'ambiente colto e raffinato dell'università di Cambridge
Ma derivante dal latino (Sine NOBilitate), a quanto sapevo.
Oddio, ripensandoci mi viene il dubbio che vada declinato diversamente, all'accusativo... :uhm: :dubbio:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Admin ha scritto:
lemond ha scritto: snob, termine inglese che in origine indicava persona non adeguata all'ambiente colto e raffinato dell'università di Cambridge
Ma derivante dal latino (Sine NOBilitate), a quanto sapevo.
Oddio, ripensandoci mi viene il dubbio che vada declinato diversamente, all'accusativo... :uhm: :dubbio:
Anch'io sapevo in cotesto modo, ma si sa che l'etimologia (specie quella sui gerghi) è un scienza inesatta. Anche se, a ben guardare, non mi paiono tanto diversi "senza nobiltà° e "non adeguati", perché poi gli studenti di Cambridge si consideravano aristocratici (almeno dai film storici che ho visto ;) )


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Admin ha scritto:
lemond ha scritto: snob, termine inglese che in origine indicava persona non adeguata all'ambiente colto e raffinato dell'università di Cambridge
Ma derivante dal latino (Sine NOBilitate), a quanto sapevo.
Oddio, ripensandoci mi viene il dubbio che vada declinato diversamente, all'accusativo... :uhm: :dubbio:
Nein, ablativo! (Sine die, Sine cura, Sine nomine, ecc. ecc. ;) )


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Errata corrige

Refuso in quanto a causa del riconosciuto errore il piombo della linotype andava fuso di nuovo per correggere l'errore.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Errori più comuni che si possono leggere sui giornali VII

tassista e non taxista
tè e non the riguardo all'infuso con la teina
termos, meglio di thermos
ticket deriva dal francese étiquette e quindi sarebbe sinonimo di tag :), ma è molto meglio usare biglietto, scontrino etc.
la torah è una parte della bibbia, per cui se la si usa per il tutto si compie una sineddoche :)
trainer e coach sono i termini inglesi per indicare l'allenatore, mentre da noi si usa mister
da tram le parole composte si scrivono tran-
troll nella mitologia scandinàva creatura demoniaca dei boschi e da lì il significato del disturbatore su internet
ü (la umlaut tedesca) si può scrivere anche *ue*
ultrà si dovrebbe scrivere così per rispettare la pronuncia (francese) della parola
venerdì e tutti i nomi dei giorni corrispondenti vanno scritti con l'accento
vestigia, anche al plurale
l'inglese "vintage" deriva dal francese antico "vendenge" (vendemmia), ma nel francese moderno non esiste questa parola
zulu, scorretto zulù


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Considerazioni finali sparse

L'accento grafico è il segno che contrassegna la vocale su cui cade il tono ed esso può essere grave e acuto, ma di solito la pratica editoriale e la tastiera comune dà solo à, ì, ù, il che va bene per la prima vocale, molto meno per le altre due, che sono sempre chiuse. :x
n italiano è obbligatorio nei polisillabi tronchi quando cioè l'accento cade sull'ultima e nei monosillabi tonici, quando la vocale accentata è preceduta dalla semivocale i o u (più, può, già). Si usa anche per distinguere monosillabi omografi e/è, si/sì, ne/né.
L'anacoluto è una costruzione ben comprensibile, ma incongruente per la sintassi, perché ad es. cambia il soggetto all'interno della frase, ad es: Mio fratello, noi gli volevamo bene. Per iscritto può essere voluto, altrimenti è un errore, quindi se lo usa Umberto Eco va bene, un ragazzo a scuola no.
Il congiuntivo è un modo del verbo e indica dubbio, per cui dovrebbe essere obbligatorio in dipendenza da verbi come credere e pensare e comunque tutti i verbi che indicano un'opinione e non una certezza. Es. credo che dio esista, mentre è sbagliato ... esiste, perché almeno un dubbio ce l'ànno tutti. :)
Dittongo mobile in alcuni verbi, che all'infinito hanno il dittongo es. suonare, nella coniugazione dànno soniamo, sonate, sonavo, sonerò (però alcuni preferisco lasciare il dittongo).


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lemond
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Ellissi, si ha quando nella frase c'è qualcosa di sottinteso, ad es. Sempre lo stesso! (tu sei o tu fai)
L'errore in lingua non è mai sicuro, ad es. gli per loro non è considerato più sbagliato. :(
Uso impersonale, è quello di certi verbi senza un soggetto espresso, né sottinteso, es. Piove! Ogni verbo intransitivo può essere usato in modo impersonale, facendolo precedere dal pronome *si*, per cui se proprio si vuol prendere *iniziare* invece di cominciare o principiare, si deve dire "la partita si inizia".
Alcuni verbi intransitivi ammettono il complemento oggetto interno, quello che richiama la loro radice; vivere una vita, correre una corsa particolare (es. maratona). Oppure ci sono verbi intransitivi che diventano transitivi, cambiando di significato, es. piangere le vittime.
Frase nominale, quella in cui non c'è il verbo: tipiche nei proverbi (scarpe grosse, cervello fino) o nei titoli di giornale.
Ortografia e ortoepia/fonia, la prima sanno tutti che cosa è, la seconda in pochi e quasi nessuno, fuor di Toscana, la rispetta. Un esempio tipico si è avuto nella telecronaca di Atalanta-Juventus (vedi discussione sul calcio :x )


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Il passato remoto esprime un'azione ormai compiuta, a prescindere dalla lontananza nel tempo; es. il mese scorso il clima fu freddissimo o ieri fece molto caldo.
Il passato prossimo invece si ha quando durano ancora gli effetti: dieci anni fa ho cominciato questo mio lavoro.
Il plurale dei nomi stranieri non si fa, la parola resta invariata a meno che non sia stato adattato alla normale morfologia italiana, per es. per cocchio, adattamento dell’ungherese kocsi.
Alcuni (ma pochi) verbi possono essere al contempo transitivi/intransitivi, però il loro significato è diverso: ha ceduto il negozio/non ha ceduto alle minacce; ha finito tutta la frutta/la scuola finisce alle ...
Un'eccezione alla scrittura del troncamento (senza appunto mettere l'accento) è piè, che per tradizione si scrive così.
Ulteriore , molti lo usano al posto di altro, mentre la parola ha un significato geografico: che è situato al di là, nella parte più lontana rispetto a quella (detta citeriore) che costituisce il punto principale di riferimento. Questo errore comune (e quindi ormai non più tale) è dovuto al solito linguaggio burocratico, per il quale sembra una parola importante e allora si usa! :grr:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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matteo.conz ha scritto:dedicato a lemond
Accidenti, ma in questi casi si esagera proprio. :D


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Herbert Paul Grice, filosofo del linguaggio del secolo scorso, ha individuato dei principi che regolano le conversazioni tra persone. Essi sono quattro: quello della qualità (il contributo alla conversazione deve essere vero, basato quindi sulla realtà delle cose e di questo abbiamo un esempio preclaro nelle campagne elettorali e nelle conferenze stampa di Sarri :D ); della pertinenza (si deve essere attinenti all’argomento della conversazione, il contrario è (in inglese) il famoso O.T. dei forum :) ); del modo (bisogna essere chiari, non ambigui nel parlare); della quantità (non si deve dire meno di quanto sia opportuno, ma, soprattutto, MAI di più). Ovviamente queste indicazioni sono continuamente violate e la più comune si chiama perissologia. Quando ha scritto che si deve essere "chiari, non ambigui nel parlare"si è dimenticato che la non ambiguità è sottintesa nella chiarezza! Eccola, la perissologia: totalmente superfluo specificare che l’oscurità del linguaggio non è propria della chiarezza, però l’à fatto comunque. Perché? Pare banale dire che lo scopo è quello di ribadire il concetto, ma è proprio così: la definizione era già ialina, ma perché non sottolinearla ancora di più? Perché alla gente piace essere sovrabbondante, anziché sintetica e allora le ridondanze sono all'ordine del giorno, per es. gli avvocati scrivono tutti "entro e non oltre", gli aggettivi aventi più o meno lo stesso significato si sprecano e si arriva talvolta all'umorismo involontario più totale, come nella canzoncina intorno a Lapalisse. :D


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Galimberti e la scuola


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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I liceali e il numero delle parole che conoscono e in più ... :grr:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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In fondo troverete Gian Maria Volonté e la sua definizione dell'Italiano


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Luca Serianni, "DANTE E LA LINGUA ITALIANA", Accademia Nazionale dei Lincei



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