Sport e politica

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cauz.
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Sport e politica

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Prendo spunto dalla bagarre sollevata dal "giro di padania" per provare ad allargare la discussione.

posto che tutto cio' che accade e' in qualche modo "politico", quanto possono e devono mischiarsi sport e politica? e nel ciclismo in particolare?
che legittimita' puo' avere una corsa che si presenta come evento di propaganda di un partito? e fa bene la federazione a riconoscerla come fosse una corsa qualunque?

inoltre, tanto per aggiungere spunti di discussione: quanto la politica e i governi devono immischiarsi nello sport? su quali terreni (penso al doping, ai buchi di bilancio, alla tessera del tifoso)?

proviamo a vedere se si riesce ad aprire un confronto qui anziche' una gazzarra come nel thread sul "giro di padania" :)
di cose da dire ce ne sarebbero fin troppe.


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cauz.
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Re: Sport e politica

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riporto qui, come spunto di riflessione a mio vedere assai condivisibile, l'editoriale di stagi sul "giro di padania" (dal thread apposito).
‎"Che tristezza il ciclismo ridotto a un festival padano

È colpa della Federazione se uno sport nobile e faticoso viene infangato e trascinato nella contesa politica. Non avrebbe dovuto acconsentire al Giro della Padania, riducendolo a kermesse politica. E mortificando ciclisti che ormai, per mancanza di corse (il memorial Ballerini è già scomparso, tanto per dirne una), giustamente corrono ovunque per cercare di salvare lo stipendio.

Il ciclismo è capace di finire in situazioni imbarazzanti come nessuno. È una prerogativa di chi va in bicicletta: fare fatica, sudare le classiche sette camicie, beccarsi acquazzoni memorabili, colpi di sole da far tramortire anche un cammello, beccarsi gli sputi di chi ti precede in corsa e non sono sputi, perché i corridori in corsa vanno anche di corpo e chi c’è c’è. È uno sport duro, selettivo, aspro, per chi ama il sacrificio e la rinuncia, ma non è tollerabile che si rinunci a pensare.

Che sia la Lega a dire che il Giro di Padania non è una corsa politicizzata fa parte del gioco. Che la Federciclismo presieduta da Renato Di Rocco ci creda è cosa grave: o ci sono o ci fanno. Ma cosa ben più grave è il fatto di essersi sdraiati letteralmente sdraiati al cospetto di una nuova corsa, in un momento in cui è bene ricordarlo – le corse muoino. Fa bene Di Rocco a salutare il Padania «come una corsa che va a colmare un profondo vuoto nel calendario». Fa bene Paolo Bettini, oro di Atene, due volte mondiale e oggi selezionatore tecnico della squadra azzurra a sottolineare il fatto che «questa corsa serve per vedere all’opera i potenziali azzurri in vista della sfida mondiale del 25 settembre a Copenaghen». Per la serie: qui al Padania si fa l’Italia. Ma ci dovremmo fermare qui.

Invece la Federciclismo ha accettato di farsi strumentalizzare come mai era successo in passato. Nemmeno sotto il governo Prodi, che tutti ben ricordano appassionatissimo e praticante ciclista, quanto se non più dell’appassionato senatore Michelino Davico, che questo Giro della Padania ha pesato e avviato sulle strade. Di Rocco si è speso in proclami e ha sollecitato la grande famiglia del ciclismo a scendere in campo: tutti schierati, tutti felici, tutti garruli per la nascita della nuova corsa. Da Gianni Motta a Francesco Moser, da Michele Dancelli a Davide Boifava.

Sia ben chiaro, la Lega fa il suo gioco. È la Federazione ciclistica italiana che avrebbe dovuto mantenere un profilo più basso, chiedendo per esempio qualche garanzia in più. Quali? Che la corsa non avesse per esempio una così smaccata connotazione politica. «La politica non c’entra, qui si fa sport», ha ripetuto Di Rocco. Poi alla prima tappa ecco comparire Renzo Bossi, e oggi all’arrivo di Vigevano ci sarà Monica Rizzi, assessore allo sport della Regione Lombardia, la quale su La Padania dichiara: «I ciclisti sono come la Lega Nord». Un capolavoro.

Un capolavoro del nostro ambiente, e usiamo il “plurale maiestatis” perché il mondo del ciclismo lo frequentiamo da anni, e queste cose ci gettano nello sconforto più profondo. Il ciclismo mantiene un profilo basso con Prodi e porta Basso al Giro della Padania. Ma sia ben chiaro, i corridori sono quelli che meno c’entrano. In gruppo, soprattutto nel gruppo del Giro della Padania, sono tantissimi gli atleti che corrono al minimo di stipendio (25 mila euro all’anno, ndr) e alcuni di loro pagano per correre: in pratica portano lo sponsor. E visto e considerato che sono saltati il Giro del Veneto, il Giro del Lazio, la Milano-Torino, mentre il Romagna e la Coppa Placci domenica scorsa sono stati accorpati in una sola corsa, e il Memorial Franco Ballerini è già scomparso dal calendario, è logico che i corridori vogliano correre quelle poche corse che sono rimaste in calendario.

Il ciclismo italiano è conciato così: un po’ come il Paese Italia. Una corsa in più che nasce è un’opportunità per i corridori di mettersi in mostra e guadagnarsi un contratto per l’anno successivo. In definitiva capiamo la Lega, che ha ideato la più immaginaria delle corse ciclistiche e sta ottenendo quello che voleva: visibilità. Possiamo anche capire, fin quando la protesta non sfocia nella violenza, la posizione di Paolo Ferrero e di Rifondazione Comunista: anche lui ha portato a casa il risultato di una buona cassa di risonanza. Capiamo perfettamente i corridori, che pretendono di svolgere il loro lavoro. Non comprendiamo assolutamente, invece, il superficiale atteggiamento di una Federazione, finanziata con soldi pubblici elargiti dal Coni, che non ha fatto nulla per evitare questa speculazione politica.

Anni di doping, crisi finanziaria e di risultati, ora anche una connotazione politica di cui non se ne sentiva francamente il bisogno. Davico probabilmente è molto soddisfatto. Paolo Ferrero, anche. Ma Di Rocco pensa davvero d’aver fatto un favore al ciclismo?

*direttore di Tuttobici"


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Re: Sport e politica

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tessera del tifoso:

per quale motivo non puoi seguire la tua squadra? fai la tessera e nessuno ti vieta nulla.
mio padre l'ha fatta in mezz'ora scarsa ed andrà allo stadio a vedere le partite.
dove stà il problema?


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
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cauz.
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Re: Sport e politica

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Strong ha scritto:tessera del tifoso:

per quale motivo non puoi seguire la tua squadra? fai la tessera e nessuno ti vieta nulla.
mio padre l'ha fatta in mezz'ora scarsa ed andrà allo stadio a vedere le partite.
dove stà il problema?

per quanto riguarda me singolarmente il motivo e’ duplice: da un lato non ho nessuna intenzione di farmi schedare (nei casi di alcune squadre, c’e’ la possibilita’ addirittura di controllo degli spostamenti) in questura solamente per andare a vedere una partita di pallone, e’ una roba da dittatura novecentesca che mi risparmio volentieri, visto che e’ gia’ sin troppo facile avere problemi con le questure gia’ cosi’. in secondo luogo, sono residente in una regione diversa rispetto a quella della mia squadra, questo significa che pur se sottoscrivessi la TdT questo non mi garantirebbe la certezza di poter assistere alle partite, visto che le restrizioni geografiche sono decise di volta in volta dal CASMS (questure e ministero).
questo pero’ riguarda il caso mio personale, e chi se ne frega.
cio’ che mi interessa e’ l’applicazione generale di questo obrobrio.

Veniamo ai problemi piu’ banali: la TdT rappresenta un costo aggiuntivo, come se non fossero gia’ enormi i costi che deve sostenere un tifoso ogni anno. Inoltre in quasi tutti i casi e’ obbligatorio correlarla ad un conto corrente, primo passaggio escludente (e chi un CC non ce l’ha? E’ obbligato ad aprirlo… e via con un altro costo).
procedendo oltre, pero’, il nocciolo della questione e’ ovviamente la discrezionalita’ con cui la TdT puo’ essere assegnata e revocata. E’ un sistema che esclude ad esempio tutti coloro che hanno gia’ subito delle condanne (anche non definitive!), anche se gia’ scontate. Secondo passaggio escludente.
terzo, e clamoroso, la TdT esclude anche tutti coloro che sono stati sottoposti a Daspo, misura gia’ illiberale di suo. Sull’assurdita’ di questo terzo, clamoroso, passaggio escludente, la spiegazione te la faccio direttamente con un copia/incolla da una delle interpellanze contro la TdT:
Si ha la situazione per cui verrebbero esclusi dalla possibilita' di avere la tessera del tifoso, tutti quei soggetti che hanno avuto condanne (anche non definitive) per "reati da stadio" e che nel corso della vita hanno ricevuto un Daspo, anche se scontato. Da ricordare che il Daspo non è una condanna (perché non è preceduto da alcun processo, né da alcun Giudizio) ma una misura preventiva, decisa arbitrariamente dal Questore. Una misura che, limitando la libertà personale senza bisogno di prove e processo, vìola, di per sé, i diritti civili della persona. Alla diffida talvolta segue un processo, che il più delle volte proscioglie gli imputati perché troppo spesso diffidati senza prove. Ebbene, anche queste persone, dichiarati innocenti dallo Stato e che hanno scontato ingiustamente una diffida o una parte rilevante d'essa, non potrebbero avere accesso allo stadio, perché l'art. 9 della Legge non fa differenze tra innocenti e colpevoli (tra quelli che arrivano ad avere un processo), fondandosi sull'esser stati "destinatari" del Daspo. Tenuto conto quindi che in pratica tale normativa trasformerebbe una misura preventiva (illegittima) in condanna definitiva a vita (il che è anche anticostituzionale).
In sintesi, se io domenica volessi andare allo stadio dovrei:
- aprire un conto corrente
- acquistare la TdT (passando cosi’ le mie informazioni personali a questure e società calcistiche)
- acquistare il biglietto o abbonamento
- sperare che il CASMS non limiti la vendita dei biglietti ai soli residenti
- sperare di non far girare la palle a uno steward dello stadio, un vigile, un poliziotto o (ancor peggio) a un magistrato prima che comminino un Daspo o una condanna qualsiasi

e passato tutto cio’ dovrei mettermi in fila tra tre barriere di controllo facendomi perquisire da capo a piedi manco fossi un boss mafioso come succede da anni, tessera o non tessera.

:hammer:


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Maìno della Spinetta
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Re: Sport e politica

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cauz. ha scritto:
Strong ha scritto:tessera del tifoso:

per quale motivo non puoi seguire la tua squadra? fai la tessera e nessuno ti vieta nulla.
mio padre l'ha fatta in mezz'ora scarsa ed andrà allo stadio a vedere le partite.
dove stà il problema?

In sintesi, se io domenica volessi andare allo stadio dovrei:
- aprire un conto corrente
- acquistare la TdT (passando cosi’ le mie informazioni personali a questure e società calcistiche)
- acquistare il biglietto o abbonamento
- sperare che il CASMS non limiti la vendita dei biglietti ai soli residenti
- sperare di non far girare la palle a uno steward dello stadio, un vigile, un poliziotto o (ancor peggio) a un magistrato prima che comminino un Daspo o una condanna qualsiasi

e passato tutto cio’ dovrei mettermi in fila tra tre barriere di controllo facendomi perquisire da capo a piedi manco fossi un boss mafioso come succede da anni, tessera o non tessera.

:hammer:
Anche a me la tessera e le schedature non piacciono, hanno il sapore di Unione Sovietica, e non sai mai cosa se ne può fare la Polizia dei nostri dati.
Però è incredibile il lassismo della nostra polizia: a questa situazione si è arrivati perché combina poco la polizia italiana... in inghilterra si può essere fermati per qualsiasi cosa accada fuori dallo stadio. In Italia se in 200 persone caricano la Polizia non viene fermato nessuno. Nessuno. Perché? Vi ricordate la notte dell'olimpico, quella del derby e della guerra civile attorno allo stadio? ci saran stati 10 fermati, a fronte di migliaia di persone coinvolte. In Germania, a Berlino, a una manifestazione violenta 8neppure guerra civile) contro la globalizzazione di qualche anno fa ne fermarono qualche centinaia, con camionette che andavano e venivano, lasciaandoli in galera il tempo che la violenza calasse. Perché da noi è impossibile far girare le camionette, anche solo per spezzare il fronte di chi fa troppo casino?

Il risultato qual'è? Estremo opposto: tornelloni immensi, tessera del tifoso, schedature... Per evitare troppe camionette, siamo alla schedatura totale.


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Maìno della Spinetta ha scritto:In Italia se in 200 persone caricano la Polizia non viene fermato nessuno. Nessuno. Perché? Vi ricordate la notte dell'olimpico, quella del derby e della guerra civile attorno allo stadio? ci saran stati 10 fermati, a fronte di migliaia di persone coinvolte. In Germania, a Berlino, a una manifestazione violenta 8neppure guerra civile) contro la globalizzazione di qualche anno fa ne fermarono qualche centinaia, con camionette che andavano e venivano, lasciandoli in galera il tempo che la violenza calasse. Perché da noi è impossibile far girare le camionette, anche solo per spezzare il fronte di chi fa troppo casino?
Azz Maìno stai prendendo una cantonata madornale.
Proprio di quella sera c'è da essere fieri dell'operato della Polizia e delle forze dell'ordine in genere.
Seppero con estrema saggezza gestire una situazione impossibile col 90% del pubblico (allo stadio ed a casa) convinto che qualcosa di brutto era successo e che la Polizia lo copriva. Invece la faccenda fu gestita brillantemente e col MASSIMO DEL RISULTATO.
Le menti (un eufemismo) della bravata criminale furono subito arrestate e furono decine i daspo. Non si poteva arrestare lo stadio e piuttosto è bene chiedersi come frenare i fenomeni da branco.
Io mi auguro che tu ti confonda con i fatti successi dopo la bullonata dell'agente Spaccarotella che uccise, sottolineo uccise, il tifoso laziale credendosi il Rambo della situazione, ovvero il modello di Polizia che tu sembri auspicare.
Riflettici bene, ti prego. E chiedi a qualche giornalista che quella sera era all'Olimpico. Vedrai che ti confermerà.

Ps. Come giustamente citato nel documento linkato da Cauz di seguito, c'è da chiedersi proprio quale sia l'utilità di certe cariche indiscriminate e violente della Polizia che a volte finiscono a dare il là ad incidenti, come avvenne prima del match quella sera. Dopo fu un miracolo gestito benissimo all'interno e relativamente bene all'esterno. Ribadisco: non servono i rambo in polizia
Ultima modifica di alfiso il venerdì 9 settembre 2011, 18:56, modificato 1 volta in totale.


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alfiso ha scritto: Riflettici bene, ti prego. E chiedi a qualche giornalista che quella sera era all'Olimpico. Vedrai che ti confermerà.
riguardo a quella serata, consiglio vivamente la lettura de "il derby del bambino morto" di valerio marchi.
http://www.anobii.com/books/Il_derby_de ... c5c6b5584/
una narrazione interessante e "dall'interno" di quanto accadde in quella assurda serata, che si trasforma in una riflessione su stadi, ribellismo e ordine pubblico.


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cauz. ha scritto: In sintesi, se io domenica volessi andare allo stadio dovrei:
- aprire un conto corrente
- acquistare la TdT (passando cosi’ le mie informazioni personali a questure e società calcistiche)
- acquistare il biglietto o abbonamento
- sperare che il CASMS non limiti la vendita dei biglietti ai soli residenti
- sperare di non far girare la palle a uno steward dello stadio, un vigile, un poliziotto o (ancor peggio) a un magistrato prima che comminino un Daspo o una condanna qualsiasi
- quella del conto corrente la trovo una forzatura. chi non ha un cc? quella piccola percentuale non credo abbia soldi da buttare per andare allo stadio.
- le tue informazioni le raccolgono altre milel società, da quando compri la scheda del cellulare a quando attivi un qualsiasi abbonamento. internet, ad esempio, è lo strumento che raccoglie più info di tutti però lo frequenti assiduamente senza avere paure o incazzature. E in più non sai nemmeno a chi vanno in mano questi dati.
- il biglietto e l'abbonamento li hai sempre dovuti acquistare.
- se ci sono limitazioni di vendita la causa è delle tifoserie che si sono rese protagoniste di comportamenti che non hanno nulla a che vedere con lo sport calcio. Per cui te la devi prendere con le tifoserie organizzate e con i delinquenti che le comandano.
- per quale motivo dovresti far girare le palle ad uno steward, vigile, ecc ecc. Sono andato allo stadio per 20 anni e non ho mai avuto a che fare con le forze dell'ordine. Se vai allo stadio a vedere la partita ed ha fare il tifo non corri sicuramente il rischio di Daspo.
In alcune occasioni è capitato che si accendessero dei tafferugli ma mi sono prontamente allontanato dalla zona "calda", giusto per non correre il rischio di essere confuso per un facinoroso

Mi dispiace ma alla tessera del tifoso ci si è arrivati a causa dell'inciviltà di molte persone/tifoserie, ad oggi un Tifoso vero, uno Sportivo, non corre alcun rischio nel fare la tessera del tifoso e anzi è un modo per distinguersi dai vandali che frequentano gli stadi.
Certo che se sei uno che stà sempre sul filo del rasoio ed ha l'intento di partecipare a scontri, posso immaginare che questa tessera dia fastidio e di conseguenza si tirano fuori le storie delle schedature della questura ecc ecc.

Non capisco che rischio possa correre mio padre che si è tesserato? spiegamelo


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alfiso ha scritto:
Maìno della Spinetta ha scritto:In Italia se in 200 persone caricano la Polizia non viene fermato nessuno. Nessuno. Perché? Vi ricordate la notte dell'olimpico, quella del derby e della guerra civile attorno allo stadio? ci saran stati 10 fermati, a fronte di migliaia di persone coinvolte. In Germania, a Berlino, a una manifestazione violenta 8neppure guerra civile) contro la globalizzazione di qualche anno fa ne fermarono qualche centinaia, con camionette che andavano e venivano, lasciaandoli in galera il tempo che la violenza calasse. Perché da noi è impossibile far girare le camionette, anche solo per spezzare il fronte di chi fa troppo casino?
Azz Maìno stai prendendo una cantonata madornale.
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Le menti (un eufemismo) della bravata criminale furono subito arrestate e furono decine i daspo. Non si poteva arrestare lo stadio e piuttosto è bene chiedersi come frenare i fenomeni da branco.
Io mi auguro che tu ti confonda con i fatti successi dopo la bullonata dell'agente Spaccarotella che uccise, sottolineo uccise, il tifoso laziale credendosi il Rambo della situazione, ovvero il modello di Polizia che tu sembri auspicare.
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che poi è il modello nord europeo che tutti prendono ad esempio come quello da seguire.
chi non rispetta le regole giù manganellate per poi essere spedito per direttissima dentro alla cella dello stadio.

in casa loro tutto ok non succede quasi mai nulla, appena vanno in trasferta fanno casini allucinanti perchè tanto sanno
che non gli succederà nulla.

Quindi dobbiamo ammettere che il modello nord europeo funziona e va spudortamente copiato


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Le menti (un eufemismo) della bravata criminale furono subito arrestate e furono decine i daspo. Non si poteva arrestare lo stadio e piuttosto è bene chiedersi come frenare i fenomeni da branco.
Io mi auguro che tu ti confonda con i fatti successi dopo la bullonata dell'agente Spaccarotella che uccise, sottolineo uccise, il tifoso laziale credendosi il Rambo della situazione, ovvero il modello di Polizia che tu sembri auspicare.
Riflettici bene, ti prego. E chiedi a qualche giornalista che quella sera era all'Olimpico. Vedrai che ti confermerà.

Ps. Come giustamente citato nel documento linkato da Cauz di seguito, c'è da chiedersi proprio quale sia l'utilità di certe cariche indiscriminate e violente della Polizia che a volte finiscono a dare il là ad incidenti, come avvenne prima del match quella sera. Dopo fu un miracolo gestito benissimo all'interno e relativamente bene all'esterno. Ribadisco: non servono i rambo in polizia

No, non il modello del rambismo con lo sparo ad altezza uomo,
ma quello del prendi e dividi per quella sera senza avere bisogno di prove. Diversi reati in Italia prevedono tale possibilità (rissa, ecc. ecc. Quelli a "consumazione anticipata"): basta partecipare dell'evento per farsi un giro nella camionetta, farsi 48 ore in galera e solo quelli devon lasciare i dati, non tutti quelli che vanno alla stadio. Né il lassismo, né lo sparo ad altezza uomo.


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Strong ha scritto: - quella del conto corrente la trovo una forzatura. chi non ha un cc? quella piccola percentuale non credo abbia soldi da buttare per andare allo stadio.
va bene, per evitare le forzature evitiamo il discorso economico, tanto per non scivolare subito nei luoghi comuni dei “soldi da buttare”. restiamo solo sul nocciolo della questione, ovvero la forma di controllo “sovietica” (come definito da Maino) che questo strumento comporta.
- le tue informazioni le raccolgono altre milel società, da quando compri la scheda del cellulare a quando attivi un qualsiasi abbonamento. internet, ad esempio, è lo strumento che raccoglie più info di tutti però lo frequenti assiduamente senza avere paure o incazzature. E in più non sai nemmeno a chi vanno in mano questi dati.
questo e’ assolutamente falso. sia riguardo alle informazioni che diffondo o meno, sia – e soprattutto – riguardo a chi se le trova in mano. perche’ capirai da solo che un conto e’ fornire dati della mia privacy a cicloweb (che peraltro non me li chiede) e un conto fornirli alla questura.
su internet esistono svariati modi di evitare di fornire informazioni a destra e a manca, dall’uso di reti anonime alla scelta del fornitore dei servizi, e oltretutto garantisce in parecchi casi l’anonimato. io potrei dirti che conosco con una certa approssimazione quali miei dati ho “diffuso” su internet e a chi. ovvio che l’utilizzo “cosciente” dei mezzi richiede uno sforzo maggiore, che si puo’ scegliere se fare o non fare.
riguardo alla telefonia invece e’ effettivamente un altro nodo spinoso, perche’ e’ un sistema che permette anche l’orrore del controllo dei movimenti (l’unico altro e’ la videosorveglianza). personalmente non ho mai capito perche’ una scheda telefonica debba essere associata ad un documento, se non per permettere meccanismi di controllo fortemente invasivi come il monitoraggio degli spostamenti e le intercettazioni telefoniche (che in italia sono un cancro difficile da estirpare). ma qui stiamo andando decisamente OT.
- se ci sono limitazioni di vendita la causa è delle tifoserie che si sono rese protagoniste di comportamenti che non hanno nulla a che vedere con lo sport calcio. Per cui te la devi prendere con le tifoserie organizzate e con i delinquenti che le comandano.
fammi capire, quindi nella DDR la causa dell’attivita’ della stasi era da attribuire ai pericolosi sovversivi e “ai delinquenti che li comandavano”?
(e preferisco sorvolare sulla questione dei “comandanti” perche’ la trovo persino offensiva).
- per quale motivo dovresti far girare le palle ad uno steward, vigile, ecc ecc. Sono andato allo stadio per 20 anni e non ho mai avuto a che fare con le forze dell'ordine. Se vai allo stadio a vedere la partita ed ha fare il tifo non corri sicuramente il rischio di Daspo.
In alcune occasioni è capitato che si accendessero dei tafferugli ma mi sono prontamente allontanato dalla zona "calda", giusto per non correre il rischio di essere confuso per un facinoroso
be', sei fortunato. a me le occasioni in cui fosse pressoche' impossibile allontanarsi dalla "zona calda" sono capitate in piu' occasioni quando frequentavo piu' spesso gli stadi. fortunatamente sempre senza conseguenze, fisiche e legali, ma non si sa mai.

per far girare le palle a un vigile ci vuole poco, meno di quanto immagini, talvolta anche nulla. basta che le palle le abbia gia' girate di suo. e di denunce distribuite "a mazzi" in base anche solo a fotografie ne sono pieni gli studi degli avvocati.
il sistema e' basato completamente sulla discrezionalita', che la TdT non fa che rafforzare.
Certo che se sei uno che stà sempre sul filo del rasoio ed ha l'intento di partecipare a scontri, posso immaginare che questa tessera dia fastidio e di conseguenza si tirano fuori le storie delle schedature della questura ecc ecc.
questa pero' si chiama polizia preventiva. se anche io stessi “sul filo del rasoio” avrei gli stessi identici diritti che hai tu.
Non capisco che rischio possa correre mio padre che si è tesserato? Spiegamelo
questo lo puo’ sapere solo tuo padre. ma a me interessa poco dei rischi di tuo padre, mi interessa capire il rischio che andiamo a correre tutti quanti, tifosi o meno. perche’ mi pare molto semplice che l’esperimento Tdt dia come risultato la “tessera dello spettatore del cinema”, la “tessera del ciclista”, la “tessera del frequentatore di forum” (e ad alcune ci siamo molto vicini)... e via di seguito, magari fino alla “tessera dell’elettore” e alla “tessera del cittadino”. a quel punto temo sara’ un po’ tardi per riparlarne.

chiudo consigliandoti un film, che e’ un modo molto piu’ piacevole di approfondire le cose che annoiarsi qui sul forum. guardati, se puoi, quel piccolo capolavoro che e’ “le vite degli altri”
http://www.imdb.it/title/tt0405094/


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Re: Sport e politica

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Posto che l'argomento non mi tocca personalmente (l'ultima volta che ho visto la mia squadra dal vivo c'erano Batistuta e Rui Costa in campo, contro la juve), e posto che a caldo disprezzo fortemente gli ultras che spaccano e picchiano (es: un mio amico, buono come il pane, parla ogni volta di "orgoglio" e "valori" e "fede ultras", e quando gli chiedo di spiegarmi in concreto che cosa intenda semplicemente non ne è capace).. devo dire che condivido la visione di Cauz.
Certo non mi scandalizza la tessra in se' o le difficoltà tecniche ad essa collegate, ma l'impianto censorio (anzi, pre-censorio) e l'idea di schedatura ricordano da vicino metodi molto poco democratici. Non penso nemmeno alla germania est o all'URSS, quello che mi viene subito in mente è l'impero Austro-ungarico all'inizio del'900, con schedature, polizia segreta, reati "politici" e tentativo di sedare qualunque disordine sociale prima ancora che avesse inizio. Soprattutto nelle "periferie calde" dell'impero,come la Boemia (trattamenti di favore per gli anarchici cèchi).


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Re: Sport e politica

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sempre sul discorso TdT... ecco una nuova "chicca" :(
http://www.sportpeople.net/tessera-del- ... etico.html


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