Nouvelle Vague virtuale

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Morris

Nouvelle Vague virtuale

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Ogni cosa che s’ha modo d’intuire leggendo l’esistente per metà, setacciato dal filtro politico, definita virtuale per sottolinearne l'indefinito, fino all’estensione chiasmatica della constatazione che è sempre meglio una brezza in un giorno di calura. Può interpretarsi come sfogo dell’effimero, o come satira dell’involontario, o come realismo dell’avvinazzato. Insomma, ogni riferimento a persone e cose, è puramente casuale, non per prammatica e nemmeno per scienza, ma tremendamente tracciato su un sogno dopo l’indigestione.


L’esordio….

Trilla Trollon Trollin
come le lancette di Tozeur
come il barbecue dell’opulento
come la pace della fissazione di plutonio.

Trilla Trollon Trollin
come il genio di Tartarin
come le scuse di Chichibìo
come i discorsi di Brunetta.

Trilla Trollon Trollin
come il chierichetto col vino del prete
come l’idioma americano
come Richetto della matematica.

Trilla Trollon Trollin
come cantor del Brontolo
come economista degli infusi
come virgulto dei pesci.

Trilla Trollon Trollin
come le scarpe di Pippo
come danzator delle sorelle Bandiera
come monito del globo bancario.

Trilla Trollon Trollin
come la libertà della libera volpe nel libero pollaio
come le polpette di Mc Donald
come le sentenze del Banana.

Trilla Trollon Trollin
come la democrazia dei manganelli
come il nazifascio del sibillino ordinato
come il fondoschiena dei crumiri.

Trilla Trollon Trollin
come l’idiota dell’angolo
come il gregge senza cane
come l’anima ignara che col grano si fa pane.

Trilla
quando tutti sono svegli
Trollon come Balanzone
in fase di digestione
Trollin come rima
all’agnomen della terra del merlot.


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