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Re: Storia

Inviato: lunedì 16 dicembre 2019, 14:47
da lemond
Alessandro Barbero - La Comune di Parigi

Re: Storia

Inviato: martedì 17 dicembre 2019, 8:45
da lemond
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (VII)

Dopo la guerra, nell'opuscolo del '45 Dalla Costa sorvola sul primo bombardamento americano, che provocò (sembra) 230 morti e che spinse i politici italiani a chiedere lo status di città aperta.
La costante minimizzazione dei fatti non concorda nel modo più assoluto con i dati riportati su "La Nazione del popolo" dell'ottobre '44: circa 100 partigiani, 200 franchi tiratori e 300 civili senza colore. Quei 500 morti dovrebbero pesare sulla di lui coscienza (se ne avesse una), perché tutto sarebbe stato risparmiato se si fosse preso la briga di informare Alexander e quindi convincerlo ad aggirare la città!
Se un uomo perde di vista il valore di ogni vita, significa che la coscienza è soffocata da pregiudizi ideologici. Il Cardinale invece fa un'enorme differenza fra chi è ucciso da bombe buone e da pallottole cattive, ma d'altra parte da un seguace di Agostino di Ippona (che giustificava la guerra santa) che cosa si vuol pretendere?
P.S. Chi crede che la Chiesa abbia come principi basilari la sacralità della vita prende il più grosso degli abbagli possibili, perché la religione cattolica ha sempre avuto come imperativo categorico il mantenimento del potere e, se la vita può servire come buona propaganda ai giorni nostri, ben venga. ;) Stesso discorso vale per la pace: la chiesa si rinnova (lo diceva anche Gaber) per mantenere i propri privilegi.

Re: Storia

Inviato: mercoledì 18 dicembre 2019, 13:40
da lemond
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (VIII)

Se si escludono le alluvioni, Firenze ha subito negli ultimi cinque secoli soltanto due sconvolgimenti ed entrambi dovuti a tradimento di cittadini/ospiti: Nel 1530 fu il perugino Malatesta Baglioni, comprato dal Papa, ad aprile le porte al nemico e nel 1944 fu opera del vicentino Elia Dalla Costa, il quale tradì per interessi personali!
Prima di allora il gen. Alexander era sempre stato rispettoso delle città d'arte, ma con Firenze non fu così e di fatto permise alle truppe qualunque eccesso, nonostante che i tedeschi avessero proposto di risparmiare la città del giglio. La chiesa cattolica apostolica romana, da Costantino in poi ha sempre cercato di manipolare l'opinione pubblica, mettendo in primo piano i pochi "martiri" e valorosi della loro fede e anche in quel caso ha provato a santificare l'operato dell'Infame e magari ci sarà anche riuscita con buona parte dei fiorentini.
Ma se si guarda in faccia la realtà storica purtroppo il suo non intervento fu molto deleterio, con buona pace di coloro che sono morti, feriti, stuprati etc.

Re: Storia

Inviato: giovedì 19 dicembre 2019, 9:47
da lemond
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (IX)

Possiamo dare uno sguardo al Dalla Costa uomo: il tipico cattolico d'antan, credere e pregare. Inflessibile nella dottrina, fece allontanare negli anni Cinquanta il primo prete-operaio (Don Bruno Borghi) e si deve sempre a lui l'esilio a Barbiana di Don Lorenzo Milani.
Qui il discorso si fa complicato, perché il Cattolicesimo non si può confondere con il Cristianesimo riformato, che ormai non può chiamarsi più religione, perché non c'è più nessuno deputato a scegliere con cura quel che deve designarsi sacro, cioè quel che è inerente al Dio e a ciò che gli sta avvinto, in particolare il rito, mentre tutto il resto rappresenta il mondo. Nella religione la forma è sostanza.
A questo proposito si deve sottolineare l'incoerenza assoluta del papa Francesco Primo che ha nominato beato il Nostro Cardinale e subito dopo è andato a pregare sulla tomba di Don LOrenzo Milani: esempio classico altresì di cerchiobottismo!

Re: Storia

Inviato: venerdì 20 dicembre 2019, 10:49
da lemond
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (X)

Il Cardinale non volle consegnare la lettera ad Alexander nel timore di apparire, nel caso, filotedesco, perché, pur essendo l'offerta di Kesselring generosa, gli avrebbe anche dato cospicui vantaggi.
Firenze era sovrappopolata e gli costava un enorme sforzo quotidiano rifornirla di viveri, il ritiro sui monti gli avrebbe permesso di migliorare le difese, evitando combattimenti estenuanti e se gli Alleati non avessero rispettato i patti e usato Firenze a fini militari, avrebbe potuto denunciare la violazione a fini di propaganda.
Pertanto sarebbe stato logico per tutti salvare il centro storico, con il ritiro tedesco a Fiesole e i britannici che passavano sui due ponti estremi, ma il Cardinale si oppose (di fatto) a questa soluzione!

Re: Storia

Inviato: sabato 21 dicembre 2019, 10:09
da lemond
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (XI)

W. Churchill fu molto obiettivo in questo caso e riconobbe che i tedeschi furono costretti a far saltare i ponti e ciò nonostante dovettero sacrificare più di 1500 uomini (fra paracadutisti e fanteria) per frenare l'assalto degli inglesi a sud della città. Ripeto, Churchill riconobbe che la responsabilità della distruzione dei ponti ricadeva su di loro e infatti scrive così: " L'VIII armata britannica bonificò l'area a sud dell'Arno e i neozelandesi, penetrando nelle difese spinsero i tedeschi a ripiegare attraverso Firenze"; costringendoli a distruggere i ponti alle loro spalle, salvo il Ponte Vecchio.
Se in questi 75 anni gli storici cattolici e laici non hanno mai citato le parole dello statista britannico, non è perché non le hanno lette, ma perché non volevano smentire il Cardinale. Prima la fedeltà alla linea politica dominante e solo poi ... la verità! :muro:

Re: Storia

Inviato: domenica 22 dicembre 2019, 9:37
da lemond
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (XII)

Nonostante tutte le infamie commesse, il Cardinale ha sempre goduto di buona stampa e il motivo è (forse) semplice: nessuno aveva esaminato il suo carteggio e quindi non poteva accorgersi di tutte le manipolazioni che il gRANDE pRELATO vi aveva apportato! Naturalmente non sono mancate le biografie (che sarebbe meglio chiamare agiografie), ma tutte hanno evitato il raffronto fra ciò che aveva scritto nel 1944 e quello che imnvece pubblicò l'anno dopo. Sta di fatto che che nel marzo 2016 il Nostro è stato elevato agli altari come beato e venerabile.
Nota del tutto mia: La cosa che mi stupisce non è il fatto in sé, perché santi e beati sono stati quasi tutti criminali, bensì che non ci avesse pensato prima il papa-boy(a) che è il primatista in fatto di tali "onorificenze". :crazy: [Fine]

Re: Storia

Inviato: sabato 28 dicembre 2019, 13:29
da lemond
Gaetano Salvemini, raccontato da A. Barbero

Re: Storia

Inviato: domenica 29 dicembre 2019, 9:21
da lemond
Storia d'Italia

dall'avvento del Fascismo ai giorni nostri (il dopo Mussolini raccontato da Indro Montanelli)




Re: Storia

Inviato: lunedì 13 gennaio 2020, 15:37
da lemond
Telmo Pievani e la storia del tempo profondo

Re: Storia

Inviato: mercoledì 15 gennaio 2020, 13:44
da lemond
Storia della religione, ovvero, perché i cristiani non "cattolici ortodossi" non possono definirsi tali, secondo Barbero e (anche secondo me) ;)

Re: Storia

Inviato: martedì 21 gennaio 2020, 15:53
da lemond
A. Barbero su diversità, religione, democrazia ed altro.

Re: Storia

Inviato: mercoledì 12 febbraio 2020, 13:48
da lemond
Alessandro Barbero - Cause e dinamiche dello scoppio della 2° Guerra Mondiale (solo audio)


Re: Storia

Inviato: domenica 1 marzo 2020, 11:41
da lemond
Interessante l'introduzione ironica di Barbero (intorno ai santi)

Re: Storia

Inviato: venerdì 6 marzo 2020, 21:15
da matteo.conz
Canale bellissimo, il tipo è un'enciclopedia

Re: Storia

Inviato: lunedì 9 marzo 2020, 14:18
da lemond
Eva Cantarella - Raccontare il mondo classico


Re: Storia

Inviato: martedì 10 marzo 2020, 15:06
da lemond
Eva Cantarella, Mauro Bonazzi: ULISSE/ LA SCOPERTA - I MITI FONDATORI


Re: Storia

Inviato: domenica 15 marzo 2020, 11:41
da jerrydrake
Non so se questo link ai podcast di Alessandro Barbero era già stato postato:

Re: Storia

Inviato: domenica 15 marzo 2020, 14:32
da lemond
jerrydrake ha scritto: domenica 15 marzo 2020, 11:41 Non so se questo link ai podcast di Alessandro Barbero era già stato postato:
In questa forma no di certo; sui contenuti singoli ti farò sapere, ma per il momento ti ringrazio.

Re: Storia

Inviato: lunedì 16 marzo 2020, 14:13
da jerrydrake
lemond ha scritto: domenica 15 marzo 2020, 14:32
jerrydrake ha scritto: domenica 15 marzo 2020, 11:41 Non so se questo link ai podcast di Alessandro Barbero era già stato postato:
In questa forma no di certo; sui contenuti singoli ti farò sapere, ma per il momento ti ringrazio.
Quali mi consigli? Quello sul sesso nel medioevo è spettacolare!

Re: Storia

Inviato: lunedì 16 marzo 2020, 16:01
da lemond
jerrydrake ha scritto: lunedì 16 marzo 2020, 14:13
lemond ha scritto: domenica 15 marzo 2020, 14:32
jerrydrake ha scritto: domenica 15 marzo 2020, 11:41 Non so se questo link ai podcast di Alessandro Barbero era già stato postato:
In questa forma no di certo; sui contenuti singoli ti farò sapere, ma per il momento ti ringrazio.
Quali mi consigli? Quello sul sesso nel medioevo è spettacolare!
jerrydrake ha scritto: lunedì 16 marzo 2020, 14:13
lemond ha scritto: domenica 15 marzo 2020, 14:32
jerrydrake ha scritto: domenica 15 marzo 2020, 11:41 Non so se questo link ai podcast di Alessandro Barbero era già stato postato:
In questa forma no di certo; sui contenuti singoli ti farò sapere, ma per il momento ti ringrazio.
Quali mi consigli? Quello sul sesso nel medioevo è spettacolare!
Li ò già ascoltati tutti, ma proprio codesto è quello che mi è parso meno interessante, insieme a gli orari del "manducare". ;) Eccoti l'ultimo

Re: Storia

Inviato: martedì 17 marzo 2020, 12:37
da lemond
SOCRATE✧ raccontato da Luciano Canfora - (Alle otto della sera)


Re: Storia

Inviato: giovedì 19 marzo 2020, 13:11
da lemond
Paolo Mieli su Sparta e Atene, interviene A. Barbero


Re: Storia

Inviato: venerdì 20 marzo 2020, 10:28
da lemond
SPARTA E ATENE❧ raccontato da Sergio Valzania (Alle 8 della sera)


Re: Storia

Inviato: lunedì 30 marzo 2020, 13:33
da lemond
ANDREA GIARDINA | IL "RAZZISMO" DEI ROMANI? | LEZIONI DI STORIA


Re: Storia

Inviato: martedì 31 marzo 2020, 12:03
da lemond
Luce sull'Archeologia - La fine del mondo antico: da Roma a Costantinopoli


Re: Storia

Inviato: mercoledì 1 aprile 2020, 12:20
da lemond
Per quel che mi riguarda, mi limito a consigliare l'intervento di Luciano Canfora

Re: Storia

Inviato: giovedì 2 aprile 2020, 16:51
da Scattista
riprendo discussione che era stata iniziata in altro thread

Abraham Lincoln è stato uno dei migliori uomini politici di tutta l'era moderna, un uomo al di sopra del proprio partito e dei propri tempi, in grado elevarsi più in alto delle diatribe più basse, dei beceri interessi finanziari, e di vedere molto lontano, nonché di avere a cuore il bene della propria nazione e di aver individuato, con sorprendente chiaroveggenza, il futuro degli Stai Uniti (almeno fino al Secondo conflitto mondiale). Sicuramente il miglior Presidente che l'America abbia mai avuto.

CHANGE MY MIND

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Re: Storia

Inviato: giovedì 2 aprile 2020, 18:13
da jerrydrake
Scattista ha scritto: giovedì 2 aprile 2020, 16:51 riprendo discussione che era stata iniziata in altro thread

Abraham Lincoln è stato uno dei migliori uomini politici di tutta l'era moderna, un uomo al di sopra del proprio partito e dei propri tempi, in grado elevarsi più in alto delle diatribe più basse, dei beceri interessi finanziari, e di vedere molto lontano, nonché di avere a cuore il bene della propria nazione e di aver individuato, con sorprendente chiaroveggenza, il futuro degli Stai Uniti (almeno fino al Secondo conflitto mondiale). Sicuramente il miglior Presidente che l'America abbia mai avuto.

CHANGE MY MIND

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Abraham Lincoln è stato un grandissimo politico, con una chiarissima visione del futuro dell'America che votò se stesso e le sue idee alla causa unionista. Affermare, all'epoca, che il governo centrale dovesse prevalere sugli interessi dei singoli Stati non era affatto scontato dal punto di vista giuridico, né dal punto di vista del "sentire" dei singoli cittadini.
Inutile guardare con gli occhi di oggi all'America degli anni 50 del XIX secolo, Lincoln divenne il leader di un partito neonato, quindi non concordo quando affermi che fu al di sopra del proprio partito, nel senso che fondamentalmente il Partito Repubblicano era lui.
Sicuramente un grandissimo presidente, ma non è così scontato (per gli storici) che sia stato il più grande. Esistono numerose classifiche storiche dei presidenti, il vecio Abraham è sempre tra i primi, sovente primo, ma se la gioca con George Washington e Franklin Delano Roosevelt (al quale andrebbe il mio voto).
La nostra "diatriba" non nasce, però, sul riconoscimento dell'immensa figura storica o sullo spessore politico di Lincoln, piuttosto sull'assenza di parole nella sua campagna elettorale. Ricordo bene Barack Obama lanciare la sua corsa davanti al Campidoglio si Springfield, vale a dire lì dove Lincoln, in occasione della nomination repubblicana, tenne il celeberrimo Discorso della Casa Divisa. Lincoln parlava e faceva campagne elettorali, la differenza rispetto alla gran parte dei politici di oggi sta nel fatto che diceva cose intelligenti e aveva visioni innovative.

Re: Storia

Inviato: giovedì 2 aprile 2020, 19:06
da aitutaki1
jerrydrake ha scritto: giovedì 2 aprile 2020, 18:13
Scattista ha scritto: giovedì 2 aprile 2020, 16:51 riprendo discussione che era stata iniziata in altro thread

Abraham Lincoln è stato uno dei migliori uomini politici di tutta l'era moderna, un uomo al di sopra del proprio partito e dei propri tempi, in grado elevarsi più in alto delle diatribe più basse, dei beceri interessi finanziari, e di vedere molto lontano, nonché di avere a cuore il bene della propria nazione e di aver individuato, con sorprendente chiaroveggenza, il futuro degli Stai Uniti (almeno fino al Secondo conflitto mondiale). Sicuramente il miglior Presidente che l'America abbia mai avuto.

CHANGE MY MIND

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Abraham Lincoln è stato un grandissimo politico, con una chiarissima visione del futuro dell'America che votò se stesso e le sue idee alla causa unionista. Affermare, all'epoca, che il governo centrale dovesse prevalere sugli interessi dei singoli Stati non era affatto scontato dal punto di vista giuridico, né dal punto di vista del "sentire" dei singoli cittadini.
Inutile guardare con gli occhi di oggi all'America degli anni 50 del XIX secolo, Lincoln divenne il leader di un partito neonato, quindi non concordo quando affermi che fu al di sopra del proprio partito, nel senso che fondamentalmente il Partito Repubblicano era lui.
Sicuramente un grandissimo presidente, ma non è così scontato (per gli storici) che sia stato il più grande. Esistono numerose classifiche storiche dei presidenti, il vecio Abraham è sempre tra i primi, sovente primo, ma se la gioca con George Washington e Franklin Delano Roosevelt (al quale andrebbe il mio voto).
La nostra "diatriba" non nasce, però, sul riconoscimento dell'immensa figura storica o sullo spessore politico di Lincoln, piuttosto sull'assenza di parole nella sua campagna elettorale. Ricordo bene Barack Obama lanciare la sua corsa davanti al Campidoglio si Springfield, vale a dire lì dove Lincoln, in occasione della nomination repubblicana, tenne il celeberrimo Discorso della Casa Divisa. Lincoln parlava e faceva campagne elettorali, la differenza rispetto alla gran parte dei politici di oggi sta nel fatto che diceva cose intelligenti e aveva visioni innovative.
Che è stato il presidente americano (erano iniziati anche gli altri citati) che probabilmente raggiunse i più alti gradi massonici e appartenne alle logge più prestigiose

Re: Storia

Inviato: venerdì 3 aprile 2020, 0:21
da Scattista
jerrydrake ha scritto: giovedì 2 aprile 2020, 18:13
Scattista ha scritto: giovedì 2 aprile 2020, 16:51 riprendo discussione che era stata iniziata in altro thread

Abraham Lincoln è stato uno dei migliori uomini politici di tutta l'era moderna, un uomo al di sopra del proprio partito e dei propri tempi, in grado elevarsi più in alto delle diatribe più basse, dei beceri interessi finanziari, e di vedere molto lontano, nonché di avere a cuore il bene della propria nazione e di aver individuato, con sorprendente chiaroveggenza, il futuro degli Stai Uniti (almeno fino al Secondo conflitto mondiale). Sicuramente il miglior Presidente che l'America abbia mai avuto.

CHANGE MY MIND

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Abraham Lincoln è stato un grandissimo politico, con una chiarissima visione del futuro dell'America che votò se stesso e le sue idee alla causa unionista. Affermare, all'epoca, che il governo centrale dovesse prevalere sugli interessi dei singoli Stati non era affatto scontato dal punto di vista giuridico, né dal punto di vista del "sentire" dei singoli cittadini.
Inutile guardare con gli occhi di oggi all'America degli anni 50 del XIX secolo, Lincoln divenne il leader di un partito neonato, quindi non concordo quando affermi che fu al di sopra del proprio partito, nel senso che fondamentalmente il Partito Repubblicano era lui.
Sicuramente un grandissimo presidente, ma non è così scontato (per gli storici) che sia stato il più grande. Esistono numerose classifiche storiche dei presidenti, il vecio Abraham è sempre tra i primi, sovente primo, ma se la gioca con George Washington e Franklin Delano Roosevelt (al quale andrebbe il mio voto).
La nostra "diatriba" non nasce, però, sul riconoscimento dell'immensa figura storica o sullo spessore politico di Lincoln, piuttosto sull'assenza di parole nella sua campagna elettorale. Ricordo bene Barack Obama lanciare la sua corsa davanti al Campidoglio si Springfield, vale a dire lì dove Lincoln, in occasione della nomination repubblicana, tenne il celeberrimo Discorso della Casa Divisa. Lincoln parlava e faceva campagne elettorali, la differenza rispetto alla gran parte dei politici di oggi sta nel fatto che diceva cose intelligenti e aveva visioni innovative.
Sbagli. Il discorso della Casa Divisa è del 1858, quando Lincoln era un perfetto sconosciuto.
Lincoln fu designato candidato presidente, in modo rocambolesco, il 16 Maggio 1860, alla Convenzione Repubblicana di Chicago.
Durante la campagna elettorale mantenne un rigoroso silenzio, dicendo che aveva precisato il suo pensiero in altre occasioni e opuscoli scritti :D :D
Ovviamente lo fece anche per calcolo. Perché il neonato Partito Repubblicano era un mix degli interessi più disparati, e, parlando da candidato, Lincoln avrebbe accontentato alcuni e scontentato altri. Meglio lasciar parlare esponenti locali. E anche perché lui si sentiva e avrebbe poi intrapreso una politica "nazionale" (anche andando contro ai capitalisti del New England) mentre il suo partito era, al momento, solo un partito regionale. Quindi lui si sentiva al di sopra.
Mentre il Partito Democratico era ancora un partito nazionale.

Re: Storia

Inviato: venerdì 3 aprile 2020, 10:16
da lemond
Lezioni di Storia (I VOLTI DEL POTERE) L'impero di Augusto - Andrea Giardina


Re: Storia

Inviato: venerdì 3 aprile 2020, 15:55
da jerrydrake
Scattista ha scritto: venerdì 3 aprile 2020, 0:21
jerrydrake ha scritto: giovedì 2 aprile 2020, 18:13
La nostra "diatriba" non nasce, però, sul riconoscimento dell'immensa figura storica o sullo spessore politico di Lincoln, piuttosto sull'assenza di parole nella sua campagna elettorale. Ricordo bene Barack Obama lanciare la sua corsa davanti al Campidoglio si Springfield, vale a dire lì dove Lincoln, in occasione della nomination repubblicana, tenne il celeberrimo Discorso della Casa Divisa. Lincoln parlava e faceva campagne elettorali, la differenza rispetto alla gran parte dei politici di oggi sta nel fatto che diceva cose intelligenti e aveva visioni innovative.
Sbagli. Il discorso della Casa Divisa è del 1858, quando Lincoln era un perfetto sconosciuto.
Lincoln fu designato candidato presidente, in modo rocambolesco, il 16 Maggio 1860, alla Convenzione Repubblicana di Chicago.
Durante la campagna elettorale mantenne un rigoroso silenzio, dicendo che aveva precisato il suo pensiero in altre occasioni e opuscoli scritti :D :D
Ovviamente lo fece anche per calcolo. Perché il neonato Partito Repubblicano era un mix degli interessi più disparati, e, parlando da candidato, Lincoln avrebbe accontentato alcuni e scontentato altri. Meglio lasciar parlare esponenti locali. E anche perché lui si sentiva e avrebbe poi intrapreso una politica "nazionale" (anche andando contro ai capitalisti del New England) mentre il suo partito era, al momento, solo un partito regionale. Quindi lui si sentiva al di sopra.
Mentre il Partito Democratico era ancora un partito nazionale.
Hai ragione, non ho specificato bene: nomination repubblicana per il posto al Senato come rappresentante dell'Illinois nelle elezioni di medio termine del 1858. A seguito della contestatissima sentenza della Corte Suprema Dred Scott v. Sandford, i Repubblicani decisero di opporre in Illinois, al grande leader democratico Stephen Arnold Douglas, l'astro nascente Abraham Lincoln. Non di certo un perfetto sconosciuto come lo definisci tu, visto che era stato eletto Deputato alla Camera (dello Stato non degli USA) ben 24 anni prima e Deputato nazionale nel '47. Lincoln perse le elezioni ma si rifece con gli interessi 2 anni dopo superando Douglas nella corsa alla Presidenza (grazie soprattutto alle spaccature interne tra democratici del sud e del nord che presentarono 2 diversi candidati).

Re: Storia

Inviato: sabato 4 aprile 2020, 12:53
da lemond
Giovanni Brizzi - Imperium: alle radici dell’impero



non solo storia, ma anche politica e religione. :clap:

Re: Storia

Inviato: sabato 4 aprile 2020, 19:27
da Scattista
jerrydrake ha scritto: venerdì 3 aprile 2020, 15:55
Scattista ha scritto: venerdì 3 aprile 2020, 0:21
jerrydrake ha scritto: giovedì 2 aprile 2020, 18:13
La nostra "diatriba" non nasce, però, sul riconoscimento dell'immensa figura storica o sullo spessore politico di Lincoln, piuttosto sull'assenza di parole nella sua campagna elettorale. Ricordo bene Barack Obama lanciare la sua corsa davanti al Campidoglio si Springfield, vale a dire lì dove Lincoln, in occasione della nomination repubblicana, tenne il celeberrimo Discorso della Casa Divisa. Lincoln parlava e faceva campagne elettorali, la differenza rispetto alla gran parte dei politici di oggi sta nel fatto che diceva cose intelligenti e aveva visioni innovative.
Sbagli. Il discorso della Casa Divisa è del 1858, quando Lincoln era un perfetto sconosciuto.
Lincoln fu designato candidato presidente, in modo rocambolesco, il 16 Maggio 1860, alla Convenzione Repubblicana di Chicago.
Durante la campagna elettorale mantenne un rigoroso silenzio, dicendo che aveva precisato il suo pensiero in altre occasioni e opuscoli scritti :D :D
Ovviamente lo fece anche per calcolo. Perché il neonato Partito Repubblicano era un mix degli interessi più disparati, e, parlando da candidato, Lincoln avrebbe accontentato alcuni e scontentato altri. Meglio lasciar parlare esponenti locali. E anche perché lui si sentiva e avrebbe poi intrapreso una politica "nazionale" (anche andando contro ai capitalisti del New England) mentre il suo partito era, al momento, solo un partito regionale. Quindi lui si sentiva al di sopra.
Mentre il Partito Democratico era ancora un partito nazionale.
Hai ragione, non ho specificato bene: nomination repubblicana per il posto al Senato come rappresentante dell'Illinois nelle elezioni di medio termine del 1858. A seguito della contestatissima sentenza della Corte Suprema Dred Scott v. Sandford, i Repubblicani decisero di opporre in Illinois, al grande leader democratico Stephen Arnold Douglas, l'astro nascente Abraham Lincoln. Non di certo un perfetto sconosciuto come lo definisci tu, visto che era stato eletto Deputato alla Camera (dello Stato non degli USA) ben 24 anni prima e Deputato nazionale nel '47. Lincoln perse le elezioni ma si rifece con gli interessi 2 anni dopo superando Douglas nella corsa alla Presidenza (grazie soprattutto alle spaccature interne tra democratici del sud e del nord che presentarono 2 diversi candidati).
Perfetto sconosciuto a livello nazionale, cioé al di fuori dell'Illinois

Re: Storia

Inviato: martedì 7 aprile 2020, 13:15
da lemond
SCIPIONE L'AFRICANO❧ L'EROE DIMENTICATO. Di Giovanni Brizzi


Re: Storia

Inviato: mercoledì 8 aprile 2020, 11:23
da lemond
Luciano Canfora racconta Gaio Giulio Cesare

Re: Storia

Inviato: mercoledì 8 aprile 2020, 15:00
da lemond
Solo Audio - La lezione (dimenticata) delle due guerre mondiali - Alessandro Barbero


Re: Storia

Inviato: venerdì 10 aprile 2020, 16:45
da lemond
Giovanni Filoramo: "Religione e politica nel cristianesimo di Costantino"


Re: Storia

Inviato: venerdì 10 aprile 2020, 17:12
da pietro
lemond ha scritto: venerdì 10 aprile 2020, 16:45 Giovanni Filoramo: "Religione e politica nel cristianesimo di Costantino"

Anche su RAI Storia avevano fatto una puntata su Costantino con l'intervento di Barbero, molto ben fatta

Re: Storia

Inviato: sabato 11 aprile 2020, 10:03
da lemond
pietro ha scritto: venerdì 10 aprile 2020, 17:12
lemond ha scritto: venerdì 10 aprile 2020, 16:45 Giovanni Filoramo: "Religione e politica nel cristianesimo di Costantino"

Anche su RAI Storia avevano fatto una puntata su Costantino con l'intervento di Barbero, molto ben fatta
Certo Barbero è superiore per divertimento e per schiettezza. Da non perdere gli aneddoti sulle falsità di Eusebio di Cesarea (credo sia il più grande bugiardo di tutti i tempi) e sulla stupidità dell'imperatore, a detta del nipote Giuliano, etc.

Re: Storia

Inviato: sabato 11 aprile 2020, 12:04
da pietro
lemond ha scritto: sabato 11 aprile 2020, 10:03
pietro ha scritto: venerdì 10 aprile 2020, 17:12
lemond ha scritto: venerdì 10 aprile 2020, 16:45 Giovanni Filoramo: "Religione e politica nel cristianesimo di Costantino"

Anche su RAI Storia avevano fatto una puntata su Costantino con l'intervento di Barbero, molto ben fatta
Certo Barbero è superiore per divertimento e per schiettezza. Da non perdere gli aneddoti sulle falsità di Eusebio di Cesarea (credo sia il più grande bugiardo di tutti i tempi) e sulla stupidità dell'imperatore, a detta del nipote Giuliano, etc.
Si, assolutamente il migliore Barbero

Re: Storia

Inviato: sabato 11 aprile 2020, 14:47
da lemond
Luciano Canfora: Tra le due abdicazioni del Bonaparte


Re: Storia

Inviato: sabato 11 aprile 2020, 17:02
da lemond
Giovanna D'Arco - di Alessandro Barbero


Re: Storia

Inviato: venerdì 17 aprile 2020, 11:53
da pietro
@lemond posso farti una domanda:
Cicerone, Cesare o il Senato?

Re: Storia

Inviato: venerdì 17 aprile 2020, 12:40
da lemond
pietro ha scritto: venerdì 17 aprile 2020, 11:53 @lemond posso farti una domanda:
Cicerone, Cesare o il Senato?
Sarei davvero lieto di poter rispondere, perché la storia romana è la parte che più mi appassiona, però dovrei capire a che cosa ti riferisci.
Posso solo, per il momento, dirti che, secondo me:

Gaio Giulio è stato un genio universale
Cicerone un grande intellettuale, ma poco simpatico come uomo.
il Senato una plutocrazia, nella quale purtroppo avevano la meglio demagoghi reazionari, come i Catoni.

Re: Storia

Inviato: venerdì 17 aprile 2020, 12:43
da pietro
lemond ha scritto: venerdì 17 aprile 2020, 12:40
pietro ha scritto: venerdì 17 aprile 2020, 11:53 @lemond posso farti una domanda:
Cicerone, Cesare o il Senato?
Sarei davvero lieto di poter rispondere, perché la storia romana è la parte che più mi appassiona, però dovrei capire a che cosa ti riferisci.
Posso solo, per il momento, dirti che, secondo me:

Gaio Giulio è stato un genio universale
Cicerone un grande intellettuale, ma poco simpatico come uomo.
il Senato una plutocrazia, nella quale purtroppo avevano la meglio demagoghi reazionari, come i Catoni.
Sono d'accordo con te.
La mia domanda era un po' così in generale, nel dettaglio sulla loro idea della gestione dello Stato.

Re: Storia

Inviato: venerdì 17 aprile 2020, 15:30
da lemond
pietro ha scritto: venerdì 17 aprile 2020, 12:43
lemond ha scritto: venerdì 17 aprile 2020, 12:40
pietro ha scritto: venerdì 17 aprile 2020, 11:53 @lemond posso farti una domanda:
Cicerone, Cesare o il Senato?
Sarei davvero lieto di poter rispondere, perché la storia romana è la parte che più mi appassiona, però dovrei capire a che cosa ti riferisci.
Posso solo, per il momento, dirti che, secondo me:

Gaio Giulio è stato un genio universale
Cicerone un grande intellettuale, ma poco simpatico come uomo.
il Senato una plutocrazia, nella quale purtroppo avevano la meglio demagoghi reazionari, come i Catoni.
Sono d'accordo con te.
La mia domanda era un po' così in generale, nel dettaglio sulla loro idea della gestione dello Stato.
Così in sintesi: Cesare aveva capito che la Roma dei suoi tempi non poteva essere governata come quella dei primordi, perché non era più una città. Il Senato, come ogni soggetto reazionario, pensava a tener stretto il potere e a cercare in ogni modo di conservare il "mos maiorum". Cicerone non è mai stato un politico, ma solo un "consigliori" e non ha mai saputo bene da che parte schierarsi e, in quanto "homo novus" soffriva di un complesso di inferiorità in generale ed enorme nei confronti del divo Iulio. Come consigliere dei "liberatori" fallì miseramente e mal gliene incolse, perché Ottaviano non lo protesse da Antonio, quando si arrivò al "redde rationem".

Re: Storia

Inviato: sabato 18 aprile 2020, 11:06
da lemond
Maximilien de Robespierre (1758-1794) - di Lucio Villari


Re: Storia

Inviato: sabato 18 aprile 2020, 14:10
da lemond
Barbero e Cardini che rispondono a domande su Costantino e la presunta caduta dell'impero romano.