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Filosofia

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CARLO SINI parla di NIETZSCHE. Ritratti d' Autore Misano Adriatico (10.4.2015)



Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Re: Filosofia

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SCANDELLA- B.Spinoza:Il trattato teologico-politico



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Re: Filosofia

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Galiberti e la cultura greca

La parte più "divertente" comincia dal punto che ho contrassegnato, ma naturalmente anche quel che c'è prima aiuta la conoscenza



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Re: Filosofia

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Più scienza che filosofia, ma il mito rientra nella seconda


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Re: Filosofia

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Spinoza, spiegato da Matteo Gaudino


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Re: Filosofia

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Spinoza, spiegato da Giulio Stefanelli


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Re: Filosofia

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Re: Filosofia

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Le origini della logica matematica, I grandi logici da Platone a Turing


Kurt Godel, David Hilbert - I Fondamenti della Matematica


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Re: Filosofia

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lemond ha scritto:Più scienza che filosofia, ma il mito rientra nella seconda
Ma sei andato a pescare una conferenza di Boncinelli... NEL MIO LICEO!!!!! :D :D :D :champion: :champion: :champion:

Non lo frequentai nella sede attuale, ma risale ai miei tempi ad esempio l'intitolazione a Leonardo Da Vinci, per mezzo di un referendum tra gli studenti. :)

Non avevo visto il sottotitolo del video, ma quando gli studenti hanno cominciato a far domande, l'accento mi ha incuriosito... ed ecco la scoperta.

Grazie al cubo!!! :D


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Re: Filosofia

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lemond ha scritto:Spinoza, spiegato da Matteo Gaudino
Super! devo mettermi a studiare filosofia ma forse è una delle più difficili materie da affrontare come autodidatta.


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Re: Filosofia

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matteo.conz ha scritto:
lemond ha scritto:Spinoza, spiegato da Matteo Gaudino
Super! devo mettermi a studiare filosofia ma forse è una delle più difficili materie da affrontare come autodidatta.
Ma su youtube trovi tantissimi insegnanti. ;)


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Re: Filosofia

Messaggio da leggere da nemecsek. »

lo metto qui


http://www.iltascabile.com/scienze/dare ... ai-colori/


Gli antichi erano daltonici?
Il primo dei misteri che circondano la categorizzazione dei colori è abbastanza noto, e porta un nome che tutti conoscono: Omero. L’Iliade e l’Odissea contengono delle stranezze cromatiche rilevanti, alcune volte davvero incomprensibili. Il primo ad accorgersene fu Johann Wolfgang von Goethe nella sua Teoria dei Colori (1808-10). Il grande filosofo, stupito da evidenti incongruenze nei loro testi, definì il senso dei greci per i colori come “incerto”. La tesi fu poi ripresa e sviluppata (e resa celebre) dal classicista e primo ministro britannico William Gladstone. L’autore degli Studi su Omero (1858) notò infatti che in tutta l’epica greca non era mai citato il blu e l’arancione. Omero vedeva il mare “color del vino”, ovvero dello stesso colore con cui descriveva i buoi. Non solo: per il cantore ellenico la pelle umana era dello stesso colore delle piante, i capelli biondi uguali al rosso del fuoco, l’arcobaleno era in realtà viola. Il maestoso cielo dell’Egeo era di ferro o di bronzo, stellato e enorme, ma mai “blu” o “azzurro”.



Né la Bibbia ebraica, né il Corano, nemmeno i Veda indiani o le antiche saghe cinesi o islandesi: da nessuna parte gli oggetti che oggi ci appaiono blu erano descritti con quel colore. Stessa cosa, seppure in maniera minore, accadeva con l’arancione. Non era un problema dei singoli greci. Per un momento sembrò plausibile che tutti i popoli antichi condividessero il problema di distinguere “correttamente” i colori, con una particolare avversione verso il blu.


PIU' MANGANELLI

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Re: Filosofia

Messaggio da leggere da Admin »

Molto interessante!


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer"

"Ogni volta che respiriamo, allontaniamo la morte che ci assale: Julius conosceva bene le prediche sulla vita e sulla morte e concordava con gli stoici quando affermavano che "appena veniamo al mondo, cominciamo a morire" e, come medico e psichiatra aveva mormorato queste frasi consolatorie all'orecchio di parecchi moribondi.
Ma, in un terribile istante di quattro settimane prima, la diagnosi di un melanoma aveva sconvolto la sua vita e quel nemico conosciuto, ma fino a quel momento invisibile, si era manifestato in tutta la sua terrificante realtà!
La settimana successiva, Evelyn, sua figlia, docente di materie classiche, sospese le lezioni e arrivò per trascorrere alcuni giorni in compagnia. Julius parlò a lungo con lei, con il figlio, con il fratello e la sorella e molti amici. Da queste conversazioni e da alcune letture si rese conto che lui non era più la forma di vita suprema, ma solo nutrimento per un ospite che ormai si era insediato in lui e pensò che non era giusto; e che la fine della sua vita avrebbe meritato qualcosa di più, ma di più cosa?
Negli anni, nei secoli, nei millenni ci siamo costruiti delle forme provvisorie di negazione della nostra finitezza: uno per tutti, Dio! Lui aveva sempre disprezzato simili credenze, ma ora, con la morte accanto, notò che la sua veemenza perdeva un po' di mordente. :D Poi si rammentò che il dermatologo gli aveva detto che comunque un anno buono da vivere lo aveva ancora e decise che non poteva trasformare quell'anno in uno cattivo, rammaricandosi del fatto che si trattava di uno soltanto! :x
Forse lo poteva aiutare "Così parlò Zarathustra" di F. Nietzsche e in particolare quella frase che rammentava molto bene: "Trasformare ogni "così fu" in un "così volli che fosse!" In altre parole doveva vivere, anziché essere vissuto e cioè vivere nel modo più completo e, solo dopo, morire. Doveva accettare la sfida della morte, facendo di quell'ultimo anno il più produttivo della sua esistenza e quale miglior modo, si disse, se non rivedere il peggior fallimento della sua vita professionale: Philip Slate? La terapia era stata interrotta ventidue anni prima e lui non rammentava nemmeno il perché e all'improvviso si rese conto che doveva saperlo, sembrava ormai per lui una questione di vita o di morte.


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" II

Pronto, parlo con Philip Slate? - Sì - Avrei voglia di incontrarti per aggiornarmi su quanto ti successo negli ultimi venti anni. ;)
- Ma certo, perché no? Presumo di non doverla pagare - :)
Riagganciando il telefono, Julius scoprì che aveva bisogno di sentire qualcosa di caldo fra le mani, riempì la pipa e l'accese, mentre così facendo, capiva che ora era permesso il fumo, il gelato, le costolette di maiale, le uova, il formaggio, insomma ... tutto.
Ma poi ripensò alla telefonata e alla scoperta che Philip gli aveva detto che, come lui, faceva il terapeuta. La cosa più assurda che poteva essere, perché dalle sue rimembranze non c'era al mondo una persona meno adatta per quel lavoro: la preoccupazione maggiore di Slate, quasi un'ossessione, erano i soldi e gli mancava qualsiasi senso dell'umorismo! In ogni modo, la settimana dopo aveva appuntamento nello studio di lui (perché mai avrà insistito nel vedersi lì?). Mah, vedremo.


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" III

Quel giorno la morte non era al centro delle sue riflessioni, perché gli enigmi connessi a P. Slate offrivano un diversivo a quei pensieri inquietanti. In primo luogo si chiedeva come fosse in grado di evocare l’immagine di Philip con una così misteriosa chiarezza, ma ancora più intrigante era il motivo per il quale aveva deciso di rivisitare proprio lui fra tutti i suoi vecchi pazienti? Perché la maggior parte degli altri volti e nomi era sparita senza lasciare traccia? Forse perché il suo era stato un fallimento insolito: non aveva abbandonato dopo poco, ma nonostante il dover spendere (che gli costava tantissimo), aveva continuato a lungo, senza perdere un minuto di una singola seduta. E poi un giorno, senza preavviso, allo scadere dell’ora canonica, l’annuncio semplice e irrevocabile che quella sarebbe stata l’ultima.
Ma perché aveva fallito? Philip aveva lavorato con serietà, era stimolante, astuto e con intelligenza da vendere. Se la terapia non era stata utile, aveva invece aiutato l’attività di scrittura di Julius e molte idee emerse da quei colloqui avevano trovato spazio nel libro “Desiderio, volontà e azione”. Gli balenò che forse aveva sfruttato il paziente e ora, con una maggiore capacità di analisi, avrebbe potuto fare molto meglio.
Arrivò all’indirizzo e lesse "P. Slate, dottore in consulenze filosofiche", che nome buffo, un giorno ci sarebbero stati barbieri che avrebbero offerto terapie per arricciarsi i capelli e similia. :x
Appena entrato, sulla soglia dello studio, c’era Philip che, senza avvicinarsi, fece cenno a Julius di entrare. Non gli porse la mano.


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" IV

"Lascia che che cominci con il ringraziarti per aver accettato di incontrarmi per darmi il tuo parere sul nostro lavoro insieme e poi avrei anche una pretesa un po' assurda: sapere che ne è stato della tua vita dopo il nostro ultimo incontro'".
Philip stette qualche attimo in silenzio, poi rispose con un ritmo accuratamente misurato: - La storia non è ancora giunta alla fine, perché la mia vita ha subito un mutamento tale in questi anni che è come se fosse appena cominciata. La terapia con te direi che è stata un fallimento completo, che mi ha portato via tempo e denaro (all'incirca ventimila dollari)! Devo dire che quando venivo da te ero al minimo della mia esistenza: annoiato da tutto, tranne la filosofia e la riflessione sui grandi enigmi della storia, ma la ragione per la quale mi ero sottoposto all'analisi era sessuale; da quel punto di vista ero proprio fuori controllo, si potrebbe coniare il termine "sessual-killer" e solo per un breve periodo, dopo il coito con la ragazza di turno, ero in grado di vivere in modo normale e cercare di mettermi in connessione con le grandi menti del passato. Ricordo che anche la terapia rappresentava, per me, un forma di coazione a ripetere, ma non era riuscita a sostituire quella sessuale e anzi si affiancava ad essa, specie il nostro rapporto personale che tu volevi esplorare come se fosse una relazione fra amici e non la prestazione di un servizio da parte tua, pagato anche bene. -
Julius rimase attonito e riuscì a dire soltanto: "Va bene, ma dimmi il resto della storia".


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" V

- Dopo aver smesso con la terapia con la solita depressione, aggravata dal lavoro che mi annoiava a morte, ebbi la fortuna che uno dei fondi fiduciari di mio padre arrivasse a maturazione e così avevo soldi a sufficienza per smettere con la chimica e con il modo lavorativo per dedicarmi alla ricerca della saggezza. ;) Ero ancora infelice a causa dei miei bisogni sessuali e provai con le idee e le pratiche dell'Estremo Oriente e lì ebbi la sensazione che ci potesse essere qualcosa di importante per me, ma non ero ancora pronto per capirlo completamente. Nell'attesa (parlo ex post) provai a curarmi da solo con la filosofia e farne la mia nuova professione; e alla Columbia (durante il dottorato) sviluppai una relazione con un terapeuta perfetto, colui che fu in grado di guarirmi e il suo nome è Arthur Schopenhauer-
"So poco di lui, a parte i soliti cliché a proposito del suo cupo pessimismo"
- Ora non posso risponderti, ma lo farò la prossima volta, se avrai la compiacenza di ritornare. :)


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" VI

Lasciando l'ufficio di Philip, Julius si sentiva stordito e depresso ed era sicuro che averlo rintracciato fosse stata una bruttissima idea. Philip un terapeuta? Professione incredibile per un soggetto del tutto privo di empatia e attenzione per gli altri, nemmeno uno stretta di mano! E la cosa peggiore è che nel loro rapporto aveva ragione lui, si era trattato solo di una transazione commerciale nella quale Philip aveva pagato la tariffa completa, senza ricevere niente in cambio! Ma perché, di tutti i miei pazienti, ho scelto di contattare proprio lui!? E per quale motivo, rammento, aveva ottenuto da me più attenzione ed energia della maggior parte dei miei pazienti messi insieme? :dubbio: :uhm: :dubbio:
Tornato a casa, trovò una e.mail proprio da Philip e la lesse con impazienza: "Al termine della nostra discussione ti ho riferito di Schopenhauer e mi pare di aver capito che potresti aver voglia di saperne di più. Ho così pensato di informarti che terrò una conferenza su di lui il prossimo lunedì.
Senza esitare, Julius spedì il messaggio di risposta: "Grazie, ci sarò".


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" VII

Alle sette meno cinque Julius era seduto nelle quinta fila laterale e, guardandosi intorno, notò che una trentina di posti erano occupati da studenti in ordine sparso, con le prime tre file completamente vuote. Nessuno vuole, pensò, sedere vicino al "leader".
Alle sette in punto entrò Philip, vestito da professore e, dopo un singolo sguardo al suo pubblico, cominciò: "Questa è la rassegna della filosofia occidentale, capitolo Arthur Schopenahauer e stasera procederò in maniera differente; potrei anche apparire più confuso, per cui chiedo la vostra indulgenza".
Comincerò con gli esordi eccellenti: Mozart che sbalordisce la corte viennese a nove anni e i Beatles, che a diciannove anni, suonano le loro composizioni davanti al pubblico di Liverpool. In filosofia J. Fichte che da guardiano di oche, senza un soldo, riuscì a impressionare il divino Kant con il suo primo scritto (pensato come lettera di presentazione al grande filosofo di Konigsberg) "Critica di ogni rivelazione". Le lodi di Kant assicurarono il futuro di Fichte, perché un anno e mezzo dopo gli fu offerto un posto all'Università di Jena. Per concludere, voglio occuparmi di un esordio letterario, il più brillante di ogni tempo: il venticinquenne T. Mann e il suo "I Budenbrook". In questo romanzo si resta stupiti da come uno scrittore così giovane possa avere una simile perspicacia e sensibilità per questioni che riguardano la parte finale dell'esistenza. Raccomando la lettura di queste pagine a chiunque intenda morire. ;)


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" VIII

Thomas Buddembrook stava per morire e, come tutti in quel caso, era disperato, ma gli capitò di avere fra le mani un volumetto di filosofia da "due soldi", mal rilegato, comprato in una libreria dell'usato. Cominciò a leggere e fu immediatamente sollevato: la straordinaria lucidità di visione dell'autore ammaliò l'uomo morente e le ore trascorsero senza che potesse staccarsi dalla lettura e, quando ebbe finito, T.B. era un uomo trasformato, perché aveva trovato il conforto e la pace che fino ad allora gli erano sfuggiti. L'autore di quel libriccino, altri non era che Arthur Schopenhauer.
Ho scelto questo riferimento per suscitare la vostra curiosità, ma si tratta solo di una piccola introduzione, perché la sua filosofia possiede una tale ampiezza e profondità che è impossibile renderla con un piccolo riassunto e quindi proseguirò la prossima volta; per oggi invece penso di dedicarmi alle domande del pubblico, ci sono domande dottor Julius Hertfeld?
- Quale pubblico, se gli studenti se ne sono andati? -
"Tu solo sei il mio pubblico oggi, ho destinato la lezione a te soltanto, perché ho capito che tu sei venuto da me a chiedere aiuto: nella richiesta di colloquio si avvertiva una voce con un tono di bisogno e hai accennato al fatto che la tua salute era in pericolo e in un uomo di 65 anni poteva significare solo che doveva essere di fronte alla morte. E questa lezione è la risposta alla tua richiesta o, in altre parole, ti ho presentato l'individuo che, fra tutti gli uomini, può esserti più utile. :)


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" IX

" Se ho capito bene, tu intendi offrirmi conforto descrivendo come T.B. morente ricevette aiuto da Schopenhauer?"
- Esatto e ti posso assicurare che c'è moltissimo che io, come guida al filosofo, potrei offrirti. -
La proposta di Philip mi aveva lasciato sbalordito, soprattutto per una sensazione di "deja vu". Mi è bastato poco tempo in sua presenza e subito i ricordi profondi di lui sono riapparsi in un baleno: quanto è arrogante, sprezzante ... e tuttavia c'è qualcosa che mi attira verso la sua persona, ma non so che cosa sia. :dubbio: Forse è cambiato, perché sembra che non abbia più ossessioni sessuali, ma la tendenza alla manipolazione è sempre lì ed è così evidente: si aspettava che facessi un salto di gioia alla proposta. Non posso negare qualche lieve interesse per Schopenhauer, ma impegnarmi a trascorrere tanto tempo con Philip non mi attira molto e poi l'idea di ricongiungermi all'unità universale, senza alcune persistenza di me, è la forma più gelida di conforto che si possa sperare. Anzi, no, non è affatto tale.
E cos'è che attira Philip a me? Mi ha chiesto di supervisionarlo per renderlo un terapeuta legittimo e quindi mi chiedo se è giusto che faccia da sponsor a una persona che credo sappia solo odiare e che non possa in nessun modo aiutare gli altri a crescere!?


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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" X

Si erano, comunque, dati appuntamento per la settimana successiva a casa di Julius e Philip arrivò puntuale, chiedendo subito se l'altro avrebbe accettato la supervisione in cambio delle lezioni di filosofia?
"Ho parecchie difficoltà a decidere e vorrei sapere perché me lo chiedi, dopo essere rimasto insodisfatto di me come terapeuta?"
- Non c'è vera contraddizione, perché uno può essere un bravo medico anche se fallisce con un particolare paziente e la statistica ci dice che gli insuccessi della terapia analitica sono la maggioranza. La mia ostinazione e rigidità mentale ha avuto, del resto, la sua parte e forse una piccola ritrattazione è d'uopo, perché forse non è del tutto vero che non abbia avuto nulla da te, in cambio del denaro speso. Hai fatto un paio di affermazioni che mi hanno colpito e che, forse, hanno avuto un ruolo strumentale nella mia (diciamo) guarigione. La prima riguarda il comportamento con le donne; quando ti chiesi un giudizio, tu rispondesti che non lo trovavi né disgustoso, né immorale, ma solo noioso. Rimasi sconvolto all'idea che stessi vivendo in modo così ripetitivo! La seconda riguarda la scelta di epitaffi funebri e tu mi suggeristi la frase che sarebbe andata bene per me "Gli piaceva scopare" e poi aggiungesti che quella frase sarebbe potuta andar bene anche per i mio cane. :D -
"Ah, non lo rammentavo, ma voglio darti una lezione di psicoterapia gratis. Non sono mai le idee, né la visione del mondo che interessano nell'analisi, bensì la relazione che si è instaurata fra i due. Tu non mi hai cercato per quei due commenti, ma per un legame che comunque si era instaurato fra noi".
- Completamente sbagliato Julius, i rapporti umani mi hanno "regalato" la stessa esperienza di Schopenahuer, che ha sempre affermato di aver incontrato solo poveri disgraziati, uomini di intelligenza limitata, animo cattivo e attitudini meschine. L'unico rimedio, quindi, è rivolgersi ai grandi pensatori del passato e io non posso farlo perché il mio conto corrente è prosciugato e, per mantenermi ho bisogno di continuare questa mia attività e, senza la supervisione, non posso ... legalmente!
"Ti darò la risposta fra una settimana".


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XI

Sono passati sette giorni e io, Julius Hertzfeld dichiaro di accettare di essere il supervisore di Philip Slate se, e solo se, prima frequenterà per sei mesi come paziente il mio gruppo di psicoterapia, perché al momento non mi sembri pronto per essere un terapeuta.
- E quanto mi verrà a costare? -
"Le tariffe non sono alte: sessanta dollari per novanta minuti".
- 26 per 60 sono 1560 dollari, una bella speculazione commerciale per te e il motivo per me? Vedere come la conduci? -
"Te lo devo ripetere, come pensi di poter fare il mio mestiere se non hai idea del rapporto che dovrà esistere fra te e gli altri? Posso aggiungere che il gruppo funziona sul principio dell' *hic et nunc*, che è un concetto essenziale da padroneggiare per ogni terapeuta. In altre parole, non c'è bisogno di indagare in profondità il passato di ogni membro e presumiamo che ciascuno manifesterà all'interno lo stesso comportamento che ha creato loro difficoltà nella vita sociale".
- D'accordo, però non abbiamo discusso la logistica dello scambio, vale a dire la mia guida su Schopenhauer? -
"Dovrà attendere, sebbene provi un gran desiderio di studiare il filosofo di Danzica".
- Mi dispiace per te, come fai a non capire che è più importante parlare della morte che insegnarmi l'analisi. La falciatrice è sempre laggiù, all'orizzonte di ogni preoccupazione e Socrate sosteneva che, per imparare a vivere, uno deve prima saper morire. O Seneca "Nessun uomo apprezza il vero gusto della vita, se non colui che è pronto ad abbandonarla". :)


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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XII

Mentre conduceva Philip ad incontrare il gruppo, Julius esaminò con cura il paziente riluttante, che aveva l’aria di chi è condotto al patibolo, ;) provò un leggera compassione e gli offrì conforto: “Devi sapere che i gruppi di terapia sono complessi, ma posseggono un tratto prevedile, il primo incontro è sempre meno sgradevole di quanto i nuovi membri si aspettino”.
Philip era arrivato in anticipo e si mise a guardare la biblioteca, senza voltarsi mai tutte le volte che arrivava qualcuno e questo era la prima volta che era accaduto a Julius. :x
Pensò di aver fatto un errore madornale a invitarlo alle sedute, ma ormai non aveva scelta, perché il suo lavoro consisteva “in primis” nell’integrare i nuovi membri e nel proteggerli dagli altri e da sé stessi :
“Tempo fa avevo accennato che avrei potuto inserire un nuovo membro, si chiama Philip e oggi comincia”.
Tutti si presentarono al nuovo venuto, ma uno di loro fece qualcosa di più, dicendo con voce sorprendentemente dolce: “Salve, sono Gil e spero che tu non avrai l’impressione che ti starò ignorando, ma oggi ho assolutamente bisogno di un po’ di tempo del gruppo, mai come oggi, va bene Philip?”
L’altro sbigottito, spalancò gli occhi e annuì.
“Nelle scorse settimane vi avevo raccontato che mia moglie aveva *l’idea fissa* che suo padre l’avesse molestata da piccola e non riesce a liberarsi della cosa. E il suo terapeuta è convinto che abbia ragione, anche se lei non ricorda alcun episodio in particolare. Ieri suo padre si è fatto mille chilometri per venire alla seduta, con me presente per "proteggerla" e quest’uomo si è limitato a respingere gentilmente tutte le accuse folli che sua figlia le rivolgeva, avrei voluto averlo io un padre così!”
Alla fine della seduta ho riaccompagnato il padre alla stazione degli autobus, nonostante le rimostranze di mia moglie e quando sono tornato a riprenderla, lei non c’era più e ora sto proprio pensando di non ritornare a casa, ma forse sbaglio, tu Julius che cosa pensi?


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XIII

"Gill, la mia risposta non ti piacerà, perché io non posso dirti che cosa fare; un motivo per cui sei nel gruppo è imparare a fidarti dei tuoi giudizi, mentre quel che so io di Rose e del tuo matrimonio, mi è giunto attraverso di te e tu, anche in perfetta buona fede, non puoi evitare di fornirmi informazioni prevenute e poi noi non possiamo capire e cambiare tua moglie, sei tu, i tuoi sentimenti e il tuo comportamento quel che ci interessa e che possiamo, semmai, contribuire a cambiare".
Rimasero tutti ammutoliti e si rivolsero, come ancora di salvataggio al nuovo venuto e Philip si decise a intervenire:
- Ho un'osservazione e un consiglio, una volta Nietzsche ha scritto che la più grossa differenza fra un uomo e una mucca era che quest'ultima sapeva come esistere, come vivere senza angoscia, perché non doveva portare il peso del passato ed era inconsapevole dei terrori del futuro. Ma noi possiamo solo bramare i giorni spensierati dell'infanzia. Tutto ciò l'à scritto Nietzsche, ma non è suo, perché lo ha preso da Schopenhauer. Ed ecco il mio consiglio: tua moglie è una di quelle persone che sono incapaci di vivere nel presente, perché troppo appesantite dal carico passato e abbastanza presto *andrà a fondo*, per cui ti dovresti allontanare da lei nel modo più veloce possibile.
Ah, lascia che aggiunga una riflessione di Kierkegaard, il quale ha descritto alcuni individui come esseri in preda a una doppia disperazione, ce l'ànno addosso, ma sono troppo illusi per sapere di esserne immersi. La maggior parte della sofferenza può essere il risultato dei desideri che si tramutano in noia quando sono sodisfatti e quindi ne generano altri in una specie di circolo vizioso. E quindi ti chiedo se tu hai esplorato questo ciclo in te stesso, oppure ti sei troppo concentrato sui desideri di tua moglie? -
In altre parole, intervenne Tony: "Il suo legame con lei gli ha impedito finora di capire quanto sia realmente fottuto dal mondo!" :x


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XIV

Julius si svegliò ben sapendo che quel giorno avrebbe dovuto comunicare al gruppo la notizia del melanoma e questo gli appariva come un passo irreversibile, un'ammissione di essere ormai superato, una pubblica confessione che la sua vita non si sarebbe più propagata verso un futuro più grande e luminoso.
Era agitato quando entrò in sala alle quattro e trenta del pomeriggio e trovò tutti i membri del gruppo già seduti ad aspettarlo.
"Non è mio solito dare inizio agli incontri, ma la riunione di oggi è un'eccezione, perché c'è qualcosa che vi devo dire e cioè che un mese fa ho saputo di avere un melanoma maligno che mi porterà alla morte fra circa una anno".
Julius si fermò, perché c'era qualcosa che non andava: nessuno incrociava il suo sguardo, erano distolti, persi nel vuoto, a parte Rebecca, che esaminava di nascosto il foglio di carta che aveva in grembo.
"Che cosa sta succedendo? Ho l'impressione che non riusciate a entrare in contatto!"
Fu Tony a rompere il silenzio che si era creato:
- Sapevamo già quel che stavi per dirci e quindi era difficile fingere di sentire la cosa per la prima volta. Philip ci ha fornito informazioni sulle tue condizioni, anche se lui proprio non voleva, ma è capitato per caso dopo che noi gli avevamo chiesto il motivo per il quale era entrato in terapia e riconsiderando la cosa, non vedo proprio come avrebbe potuto tenercelo nascosto. -
Gill alzò lo sguardo e commentò: "Le mie faccende, se devo stare con mia moglie o abbandonare la nave che affonda, mi sembrano irrilevanti".
Anche Philip pensò di aver qualcosa da dire: "Spinoza amava ripetere l'espressione latina *sub specie aeternitatis*, il che significa che i fastidiosi eventi quotidiani diventano meno sconvolgenti se sono considerati dal punto di vista dell'eternità e questo può offrire una forma di consolazione persino al serio assalto che stai fronteggiando".


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XV

Julius "Vedo bene che stai cercando di offrirmi qualcosa, ma in questo momento l'idea di avere una veduta cosmica della vita non mi aiuta affatto. Penso che ci vorrebbe Pam che faceva parte del gruppo fino a pochi mesi fa, ma che si è presa una pausa di riflessione, andando in India da un famoso guru a praticare la meditazione buddista.
- Per lei potrebbe essere una scelta eccellente, disse Philip, Schopenhauer era assolutamente favorevole alla pratica della meditazione orientale, che insegna l'arte del distacco dai nostri affetti. -

Pam in India


Solo il presente è il luogo che dobbiamo abitare. ieri e domani non esistono. I ricordi passati e i desideri futuri producono solo inquietudine. La via verso l'equanimità sta nell'osservare il presente e nel permettergli di fluire indisturbato lungo il fiume della nostra consapevolezza, senza guardarsi indietro.


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XVI

Nell'incontro successivo prese la parola Bonnie: "Vi ricordate tutti di me, ne sono sicura. Ero la ragazzetta grassa della vostra classe alle superiori, quella molto goffa, che faceva pena a ginnastica ed era così terrorizzata dalla vita, che in classe non alzava mai la mano, anche se aveva sempre la risposta giusta. E questa Rebecca qui (nota mia, altra componente del gruppo) era il mio isomero (immagine speculare) e non vorrei che ora si arrabbiasse con me, ma quando vedo come si comporta con gli uomini, come li adesca e li attrae mi sento totalmente indifesa e ogni più brutto sentimento viene fuori, come ai tempi della scuola".
- Nietzsche, intervenne Philip, una volta ha detto che quando ci svegliamo scoraggiati nel mezzo della notte, i nemici che avevamo sconfitto molto tempo prima, tornano ad assillarci. -
"Ma, riprese Bonnie, avrei dovuto cominciare il nostro incontro in altro modo e cioè descrivere il sogno, o meglio un incubo, che ho avuto l'altra notte e che credo coinvolga anche Julius. Sto salendo su un treno che cade a pezzi e dell'ultima carrozza rimane solo l'intelaiatura e poi sento il fischio così forte che mi sveglio in un bagno di sudore".
- Vi ho detto che ero innamorato? disse Julius. Sì, innamorato di questo gruppo e forse quel treno è un simbolo anche per me e forse quell'ultima carrozza rappresenta la previsione del mio graduale annientamento. Ma stiamo tutti morendo, Bonnie, il mio caso è particolare solo perché conosco i miei parametri meglio di voi. ;) E questa particolare sapienza mi ha messo di fronte alla decisione di che cosa fare con il tempo che mi è rimasto (ma a ripensarci questo vale per tutti). Ho visto molti malati terminali che passavano attraverso un profondo cambiamento, diventavano più saggi e di conseguenza avevano molte cose da insegnare agli altri e spero che nei prossimi (pochi) mesi qualcosa potrò fare per tutti voi e, di conseguenza, anche per me. :) Però devo aggiungere che è emerso un grosso pericolo oggi: le vostre difficoltà esistenziali possono sembrare troppo irrilevanti per essere discusse e quindi dobbiamo trovare una soluzione, in modo che possiate tornare a lavorarci sopra, perché questa è la cosa più importante per il gruppo.


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Re: Filosofia

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C. Sini - L'avventura della verità.


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XVII

Fatemi provare, continuò Julius e subito pensò al pavoneggiarsi di Rebecca, mettendolo in in relazione con il commento che lei aveva fatto il primo giorno di terapia:- Da quando ho superato la trentina ho notato che quando entro in un ristorante, nessuno smette di mangiare per guardarmi. Ne sono distrutta! -
Da studente aveva letto un saggio "La bella donna vuota" ove si notava che la fiducia in sé stessa era solo epidermica e quando la bellezza si attenua si rende conto di aver poco da offrire.
Ma ecco che intervenne Philip: "Schopenhaur scriveva che una donna molto attraente, come un uomo parecchio intelligente, è assolutamente destinata a vivere da sola, perché gli altri sono resi ciechi dall'invidia".
- Questo non è assolutamente vero in generale, rispose Bonnie, perché anche Pam (l'indiana :) ) è anche lei bellissima e tuttavia non siuscita in nessuno (credo) invidia.
" Può darsi, riprese Philip, ma quel che volevo sottolineare con le parole del filosofo è che una persona saggia non dovrebbe cercare la popolarità, perché essa non definisce mai il bene e il vero, al contrario è un livellatore e un volgarizzante. Molto meglio cercare all'interno per trovare i propri valori e obiettivi".
- E che ci dici dei tuoi? -
"Come Schopenhauer, voglio volere il meno possibile e sapere quanto più ci è dato conoscere".
Dobbiamo fermarci, disse Julius, perché stiamo andando fuori tema: - Bonnie ha dato inizio all'incontro, parlando di come viveva la ragazzina paffuta e il gruppo invece l'à abbandonata per Rebecca! In altre parole noi tutti ci siamo comportati solo da attori, nei suoi confronti. :grr:


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XVIII

Pam era in grado di sopportare tutte le difficoltà dell'ashram - sveglia alle 4 del mattino, dieta frugale vegetariana, basata su di un unico pasto al giorno, le ore infinite di meditazione .., ma l'insonnia la stava logorando! Addormentarsi è una di quelle cose che non si possono volere, deve avvenire in modo non intenzionale, forse poteva venirle in aiuto dalle meditazione vipassana, ma per il momento il suo maestro (Goenka) le aveva detto che prima doveva insegnare al discepolo a calmare la propria mente attraverso la consapevolezza del respiro. Calmare la mente era lo scopo di quel viaggio a Igatpuri, perché essa le sembrava un vero campo di battaglia per i ricordi ossessivi intorno al marito (Earl) e l'amante (John).
Il matrimonio era stato dapprima idilliaco, ma, un paio di anni dopo, la realtà di essere sposata a un uomo molto più vecchio cominciò a manifestarsi, ma la cosa peggiore era stato l'accorgersi che il marito non leggeva MAI e le osservazione letterarie di Earl erano tutte imparate a memoria! :x
E di lì a poco aveva fatto la comparsa John, un suo collega all'università di Berkeley e lui invece leggeva di tutto e, ciliegina sulla torta, detestavano entrambi Fitzgerard ed Hemingway e amavano Dickinson ed Emerson. :)
"Tu rompi il tuo matrimonio e io lascio il mio" Chi lo disse per primo/a? Nessuno dei due era in grado di ricordarlo, ma la decisione era presa, anche se metterla in pratica non era così facile, perché John aveva due figli preadolescenti e aveva bisogno di tempo per trovare il modo di abbandonare la famiglia, tanto più che la moglie aveva, come unica colpa, la monotonia.
Ma i mesi passarono e il momento decisivo non arrivava mai, per cui Pam si decise ad agire in maniera unilaterale, chiedendo il divorzio a Earl. John, però, esitava ancora, finché venne il momento decisivo, alla fine di un estatico incontro amoroso.
" Pam, ti amo e quindi ho deciso di essere risolutivo per allentare la pressione: per te specialmente, ma anche per me è necessario dichiarare una moratoria ai nostri incontri".
E da quel giorno Pam stava convivendo con pensieri ossessivi nei confronti John e della di lui morte!


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XIX

La vita quotidiana dell'ashram aveva avuto qualche effetto, perché la sua mente si fissava meno su John, ma l'insonnia era peggio dell'ossessione di ucciderlo.
Ma un certo giorno si verificò il grande avvenimento: Goenka cominciò a insegnare la vipassana, che consisteva nel concentrarsi in parti del proprio corpo e dopo un po' scoprì che, se pur l'insonnia continuava, la sopportava molto meglio e venne a sapere che i prolungati stati meditativi rendevano il sonno meno necessario.
Spesso la presenza di pensieri ripetitivi è più evidente quando svaniscono e fu con un sobbalzo che Pam si rese conto che non aveva pensato a John per due giorni intieri, ma anche con la mente sgombra non sentiva nessun compiacimento per il successo ottenuto, strano; ma poi comprese: era come vivere in modo vegetale, senza avere davanti la tragedia della condizione umana; si rimuoveva la vita, mettendosi comodamente a osservarne la rappresentazione effimera. D'altra parte il Buddismo era a basato sull'eliminazione della sofferenza attraverso una serie di eliminazioni fino a quella dell'io e allora, si chiese, Pam è meglio il rimedio o la malattia? Ovunque guardasse c'era rinuncia, sacrificio, limitazione e rassegnazione. Cos'era mai successo alla gioia, alla passione, al "carpe diem"? In altre parole dov'era la vita?
La nuova consapevolezza interferiva con la meditazione e la calma cessò. Bene, che accadesse pure, poteva ben rientrare nel proprio mondo e vedere Earl per quel che era: un bambino invecchiato e John un pusillanime incapace di capire che non può essrci un sì, senza un no e Goenka, solo colui che aveva scelto di sacrificare tutto sull'altare del dio della calma, solo un codardo morale! L'immagine che le venne alla mente fu quella di tutti quegli uomini dentro un'enorme tazza del bagno e lei che tirava l'acqua! Quella era un'immagine sulla quale valeva la pena di meditare. :D


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XX

Julius aprì la seduta annunciando che Pam aveva mandato una e.mail da Bombay per dire che aveva finito il ritiro di meditazione e che sarebbe tornata al più presto: "Dovrebbe essere qui per il prossimo incontro, ma intanto vorrei saper che ne pensa Philip del nostro gruppo".
- D'accordo, Bonnie e Rebecca hanno delle sofferenze simili, la prima non può sopportare di non essere popolare, mentre la seconda di "non esserlo più!" Entrambe sono ostaggi del capriccio di quel che pensano gli altri, mentre per me la soluzione sarebbe semplice: avere più dentro di sé e voler meno dagli altri. ;) -
Julius: "Mi dici Bonnie se è vero che secondo te gli altri sono più importanti? E, se sì, perché?
Bonnie - Tutti qua dentro, perché ognuno di voi ha qualità che io non possiedo. Sono una lagna e tutta la mia vita è stata segnata dalla vergogna per i miei genitori alcolizzati e ho sempre mentito a proposito della famiglia. Quel che è peggio è che anche il mio ex marito era alcolizzato e mia figlia tossicodipendente ... Basta così per me, è il massimo che possa sopportare oggi! E poi il gruppo era in attesa di sentire il prosieguo di Philip, perché quel che ha detto a proposito della popolarità era molto più interessante dei miei lamenti. -
Stuart: "È difficile parlare a Philip, perché non ci guardi mai? "
Philip - Se mi chiedi qualcosa, voglio cercare dentro di me, libero da qualsiasi distrazione, per poter dare la migliore risposta possibile. Incrociare lo sguardo mi distrae. -
Stuart: "Allora lascia che ti chieda come ti ha fatto sentire Rebecca che si "pavoneggia" al tuo cospetto?
Gli occhi di Rebecca lanciavano fiamme!!!"
Philip - La discussione è stata di grande interesse, ma non ho avuto nessuna emozione. Mi aspettavo che certe cose accadessero e il saperlo in anticipo ha avuto come risultato che ho potuto considerare gli avvenimenti del gruppo in modo spassionato.


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXI

Julius: "Dove sei Rebecca? Credo che tu abbia da dire qualcosa.
Rebecca si sedette eretta, respirò e - È vero che mi piace l'attenzione e che sono entrata in terapia perché sconvolta dall'invecchiare; e dal non essere più guardata a occhi sbarrati dagli uomini, è vero "mea culpa" se mi piace essere amata e meglio, se adorata.
"Platone, intervenne Philip, ha osservato che l'amore è in colui che ama e non in chi è amato".
- Grande citazione, Philip, disse Rebecca con un sorriso, vedi è questo che mi piace in te e ti trovo interessante. Questo significa forse che vorrei avere una storia con lui? Nient'affatto, l'ultima relazione ha quasi mandato a catafascio il matrimonio e mi voglio proprio tener lontana da altri guai! -
Intervenne Tony per chiedere a Philip che cosa provasse dopo la dichiarazione di Rebecca.
"Ho detto prima che il mio obiettivo nella vita è di volere il meno possibile e compensare ciò con il sapere. Amore, seduzione, passione sono sentimenti possenti, parte della nostra memoria atavica per il proseguimento della specie, ma nel complesso servono a far deragliare la ragione e, nel mio caso, interferiscono con gli studi, per cui cerco di tenermene lontano".
Tony - lo sai Philip che tu sei un po' come Rebecca? Ti pavoneggi, anche se lo fai con citazioni eleganti! -
"Molti anni fa sono riuscito a liberarmi del mio attaccamento all'opinione degli altri, perché sono arrivato alla conclusione che gli uomini più felici siano coloro che non cercano nulla più della solitudine, per cui i miei contributi non sono dettati dal tentativo di sedurre qualcuno; ammetto invece il rammarico di essermi limitato a conoscere a fondo i grandi pensieri, ma di non aver mai contribuito a dar loro vita! In passato, quando bramavo e ero addirittura dipendente dalla compagnia degli altri, non mi rendevo conto di chiedere qualcosa che non avrei potuto ottenere mai e quella era, per me, la vera solitudine, mentre quel che provo ora è un beato isolamento. :) Cerco di tenere a mente sempre che siamo tutti condannati a un'esistenza colma di inevitabile miseria, per dirla con Schopenhauer *compagni di sofferenze* e abbiamo tutti bisogno di tolleranza da chi ci sta vicino nella vita, ma "cum grano salis". :)
Tony - Schopenhauer non so chi sia! -
Philip "Conoscere Schopenhauer significa sapere chi io sia, perché ormai lui è dentro di me e ho la speranza che possa essere di beneficio a qualcuno di voi, come lo è stato per me!"


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXII

All'incontro successivo, proprio quando stava per cominciare, aprì la porta Pam e si presentò con gridolini di gioia. ;) Tutti, tranne Philip, si alzarono per salutarla affettuosamente e lei ricambiò e in particolare strinse Julius con affetto, dicendosi devastata per il melanoma! Poi, quando lo sguardo cadde su Philip, discese l'oscurità e: "Julius, non so se posso stare nella stessa stanza con questo ... topo di fogna. Fra tutti gli uomini che ho conosciuto, lui mi ha trattato nel modo peggiore!
Ho pensato così tanto a questo gruppo, avevo una tal voglia di tornare qui e mi sono raccontata mille volte quello che vi avrei detto del mio viaggio, ma ora mi accorgo che non posso rimanere!"
Tony balzò in piedi e le prese la mano - Non puoi andartene, hai fatto tanto per me e per tutti noi e quindi non ti resta che raccontare la brutta storia che hai avuto. -
"Ho conosciuto questo "uomo" quindici anni fa ad un corso estivo della Columbia University, perché costui era assistente. La mia amica Molly era con me e stava attraversando un brutto momento. Avevamo diciotto anni e lui era l'insegnante vero e il responsabile delle nostre valutazioni, perché il professore si faceva vedere di rado. Era viscido e Molly vulnerabile, si prese una cotta per lui e visse per una settimana in un stato di beatitudine. Poi un sabato pomeriggio l'infame mi telefonò per fissare un appuntamento di lavoro: era mellifluo e risoluto ed io abbastanza stupida da essere manipolata e l'unica cosa che ricordo sono io nuda sul divano del suo studio: Ero una vergine diciottenne e lui si dilettava di sesso violento: lo abbiamo fatto per un paio di giorni e dopo il porco non mi ha più guardata. Io avevo troppa paura per chiedere, perché lui aveva il potere e quindi ... posso dire solo che quella è stata la mia iniziazione al fantastico mondo del sesso; ne ero uscita piena di rabbia, di vergogna e, quel che è peggio, con il senso di colpa di aver tradito Molly e da quel giorno il giudizio su me stessa subì un crollo.
Lui rimase un altro paio di settimane con Molly e dopo si limitò a dirle che non si divertiva più e il suo "discorso" di addio fu accompagnato da un elenco delle tredici donne che si era scopato quel mese e il mio nome era in cima all'elenco!!! Quale creatura più depravata potrebbe scrivere quell'elenco?!
Con voce impersonale, Philip rispose - L'a.d.n. maschile spinge gli uomini a diffondere il loro seme e non sono stato certo il primo, né l'ultimo a tenere l'inventario dei campi che avevo arato. -


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Segnalo il canale di questo signore spettinato che ha tonnellate di video su filosi\filosofia https://www.youtube.com/channel/UCczAmc ... wUA/videos


Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53 :champion:
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Re: Filosofia

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matteo.conz ha scritto:Segnalo il canale di questo signore spettinato che ha tonnellate di video su filosi\filosofia https://www.youtube.com/channel/UCczAmc ... wUA/videos
Vero, ma non sono lezioni magistrali le sue, è un buon insegnante di liceo, non di più. :)


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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXIII

Pam, ignorando Philip, continuò: "Ci fu dolore e disperazione; Molly soffrì tremendamente e ci volle molto, molto tempo prima di riacquistare la fiducia negli altri e ... mai più di me! Fu una perdita irrimediabile per entrambe e ormai rimaniamo solo in contatto con qualche e.mail".
Dopo un silenzio, forse il più lungo attraverso il quale fosse passato il gruppo, parlò Julius - Il fatto che tu non ne abbia mai parlato conferma la gravità del trauma e aver perso la migliore amica in quel modo è veramente orribile, ma è un bene che tu oggi ci sia riuscita e, anche se mi odierai per quel che sto dicendo penso che la presenza di Philip qui non sia un male.
"Hai ragione Julius, odio davvero quel che stai dicendo, perché non sopporto avere quest'insetto davanti, mi sento contaminata!"
La mente di Julius lavorava vorticosamente e si rivolse a Philip - Nelle pseudo risposte a Pam hai usato la terza persona e non la prima, forse intendevi significare che ora sei una persona diversa dal passato? -
"Si sa da molto tempo, disse Philip, che le cellule del corpo cambiano continuamente a intervalli piuttosto brevi, figuriamoci dopo tanti anni. Però ultime ricerche pare dimostrino come un ceppo di midollo osseo trapiantato in un altri individuo può finire in forma di neuroni in certe zone del cervello, ma non c'è prova di nuovi neuroni nella corteccia cerebrale".
- Mi sento male, intervenne Stuart a pensare a quel che dovuto affrontare Pam, ma penso che la cosa migliore sia rallentare, perché per linciarlo c'è sempre tempo e quindici anni sono tanti. -
"Io, disse Tony, non sto parlando di allora, ma di adesso quando costui ha affermato (proprio la settimana scorsa) che gli era del tutto indifferente che qualcuno/a fosse interessato/a a lui. Si è presentato come una specie di monaco, come uno troppo puro per provare un interesse carnale".
- È un'equazione vera e provata, replicò Philip che meno ho a che fare con la gente, meno sono infelice, tenersi impegnato in attività contemplative elevate, quello è il mio unico cammino verso la pace interiore. -
Pam si alzò in piedi e: "Questo è tutto quello che sono in grado di affrontare oggi".


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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXIV

All'incontro successivo erano tutti presenti e addirittura in anticipo, con l'eccezione di Philip che arrivò invece puntuale e cominciò senza rispettare il periodo di silenzio abituale: - La descrizione del mio elenco era incompleta, conteneva non solo nomi, ma anche una breve descrizione delle preferenze amorose di ciascuna donna. -
Pam e quasi tutti gli altri dettero in escandescenze e Julius prese il controllo: "Che cosa ti ha spinto a fare questa precisazione, che sembrerebbe non aiutare nessuno?
- L'ò fatto per proteggermi, perché Pam sapeva tutto e poteva far scoppiare la bomba in qualsiasi momento, il minore dei mali sarebbe stato che fossi io stesso a rivelarlo. E ormai devo dirvi anche perché tenevo quell'elenco: era un pro-memoria per essere sicuro di non confonderle, perché, a parte Molly, le mie relazioni duravano pochissime volte. -
Julius sentì una fitta dentro, la tensione aveva bisogno di essere disinnescata, ma non sapeva come fare e in quel momento gli venne in aiuto Rebecca.
"Mi spiace interrompere, ma oggi ho bisogno di un po' di tempo del gruppo, perché è da qualche giorno che penso di rivelare una mia cosa segreta, va bene?"
Tutti annuirono e Rebecca cominciò: "All'incirca quindici anni fa, un paio di settimane prima del matrimonio, dovetti andare a Las Vegas per fare una presentazione dell'ultimo prodotto; ero già incinta di due mesi e quello doveva essere il mio ultimo lavoro. Ero di un umore strano e una sera mi ritrovai un un bar/hotel a conversare intimamente con un uomo distinto, il quale a un certo punto mi chiese se ero una lavoratrice. Questa definizione non mi era familiare, ma annuii e lui subito di rimando, mi chiese qual era la mia tariffa. Trasalii, ma l'unica cosa che mi venne da dire fu *centocinquanta dollari*! Lui accettò e salimmo in camera sua. E poi la notte successiva, mi spostai al Tropicana e lo feci di nuovo: stessa tariffa, mentre l'ultima notte che trascorsi a Las Vegas lo feci gratis. Non l'ò mai detto a nessuno, anche se talvolta ho pensato di confessarlo a Jack, ma quale sarebbe stato il senso? Solo dolore!".
- Ho l'impressione, intervenne Stuart, che a Las Vegas tu ti sia servita "l'ultimo pezzetto di libertà" prima del matrimonio. -
" È vero, commentò Julius, ricordo che in un nostro precedente colloquio mi parlasti delle tue paure a proposito del rinunciare alla tua libertà e del conseguente precluderti delle possibilità".
- Anche Heidegger ha scritto qualcosa a proposito, disse Philip, collegando il limitarsi della possibilità alla paura della morte. La morte, suggeriva, era l'impossibilità di altre possibilità (mi scuso per lui, per il gioco di parole). :) -
Rebecca continuò per aggiungere che insieme all'enorme vergogna c'era stato però l'eccitazione di essere stata fuori dalla legge, dell'essere primitiva!


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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXV

Anch'io, disse Stuart, ho una storia da raccontare di parecchi anni fa: - Ero stato in Giamaica a un congresso di pediatria e, al ritorno, per una mancata coincidenza, dovetti dormire all'albergo dell'aeroporto. Stavo percorrendo il corridoio, quando, improvvisamente, si aprì una porta e una donna scarmigliata, in camicia da notte, uscì nel corridoio, mi afferrò per un braccio e mi chiese se avessi visto qualcuno nell'atrio? Al mio diniego, mi disse che un fattorino gli aveva estorto seimila dollari. Cercai di calmarla e di convincerla che probabilmente non c'era stata nessuna rapina e, una cosa tira l'altra, dopo un po' di tempo ci ritrovammo a letto nella mia stanza. Dopo il coito, dormii qualche ora e uscii dalla camera la mattina presto, mentre lei era ancora addormentata e l'unica cosa che feci fu una telefonata anonima, per dire che nella camera 712 avevano un'ospite che probabilmente aveva bisogno di assistenza medica. Non mi venne in mente che ero un medico e che, invece di assisterla, mi ero solo approfittato del suo stato e da allora non mi sono mai perdonato! Oggi finalmente mi è riuscito di portarlo alla luce, perché, come Rebecca, anch'io non ne avevo parlato con nessuno, prima! -
Lascia che ti risponda con un racconto, disse Julius. "Anni fa a Shanghai, visitai una cattedrale deserta e, dopo un po' mi sedetti nel confessionale, al posto del prete e mi trovai a invidiare il padre confessore, perché lui aveva un enorme potere, mentre le mie tecniche di guarigione, al confronto, mi sembravano molto deboli. Ma in seguito, dopo aver lasciato la chiesa, mi rassicurai pensando che seguivo la via della ragione e non cercavo mai di far regredire i miei pazienti, offrendo loro una mitologia come se fosse la realtà; quindi, per me Stuart non hai motivo di tormentarti altro tempo, quel che hai passato in questi anni mi sembra sufficiente per poter accettare quella tua negligenza".
- Tu e Shopenhauer, interloquì Philip, avete qualcosa in comune, perché anche lui credeva che la Chiesa sfruttasse il bisogno dell'uomo della metafisica e si ponesse in uno stato di perpetuo inganno, rifiutando di confessare che aveva deliberatamente celato la sua verità sotto un'allegoria. E per quanto riguarda il sesso, Arthur pensava che l'uomo è talmente vittima della biologia da riempire la propria vita da sensi di colpa per atti naturali come hanno fatto Stuart e Rebecca e quindi dovremmo avere l'obiettivo di liberarci dalla schiavitù del sesso! -
"Dobbiamo fermarci, disse Julius, ma Philip, devo aggiungere che Rebecca e Stuart oggi ti hanno fatto un dono e questo è il tuo compito per casa, voglio che tu mediti su questi doni".


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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXVI

Philip era a casa e, mentre leggeva, stava pensando ai compiti che gli aveva assegnato Julius, quando la sua attenzione fu catturata da un passo di Epitteto. - Se aspiri alla filosofia, preparati fin d'ora a essere deriso e schernito ... E ricorda che se resterai coerente agli stessi princìpi, quelli che prima ti beffavamo, poi ti ammireranno ... Se mai ti accadesse, per voler compiacere qualcuno, di volgerti alle cose esterne, avresti perduto, siine certo, il tuo programma morale.
Tuttavia il senso di disagio del dopo seduta permaneva, nemmeno gli scacchi gli davano troppo conforto e allora pensò che Schopenhauer credeva che un uomo con forza o virtù interiori proprie non avesse necessità di riceverne dagli altri, perché un simile uomo era autosufficiente e questa tesi a lui era servita per razionalizzare il tentativo di evitare la vicinanza degli altri, ma lui non doveva andare ogni settimana alle riunioni del gruppo di terapia. :x
All'incontro successivo fu Gill che diede inizio alla discussione per, parole sue, "Continuare con l'esercizio dei *segreti*. Quando avevo tredici anni giocavo spesso con mia zia (che era fra i venti e i trent'anni, non rammento di preciso) e una volta me la ritrovai davanti nuda con lei che mi chiese di ... seguii le sue istruzioni e lo feci. Dopo di che i nostri rapporti furono quasi giornalieri, fino a quando i miei genitori non ci colsero sul fatto e la cosa finì per mettere sottosopra tutta la famiglia, con mia madre furiosa, perché il babbo manteneva rapporti cordiali con la sorella!"
Rispose Pam - Caro Gill, in effetti tu non stai rivelando niente di te, perché quel che hai detto è la storia di tua zia, non c'è niente di tuo, eri un bambino e quindi sei stato solo la vittima. Quando ero in India, quasi fuori di testa dalla noia, ho pensato a questo gruppo, non potete sapere quanto e ho avuto tempo per tutti, tranne che per te, perché anche quando mi sei davanti non ho mai la sensazione che tu ti voglia rivolgere a noi, secondo me non cerchi mai un contatto personale, un po' come nella favola di Schopenhauer e i porcospini. -
"È vero, fino ad ora l'ò fatto, ma da oggi voglio cambiare e devo dirvi che sono un alcolista e che mi ubriaco ogni notte, fino a perdere i sensi".
Julius rimase sconvolto, ma l'assioma di base della terapia era che i membri non dovevano essere mai puniti per loro rivelazioni, anzi doveva succedere il contrario e allora: "Oggi Gill si è fidato di noi e, mentre parlava gettò, per un attimo un'occhiata a Philip, sperando che imparasse qualcosa da questo, e mi chiedo che cosa ha reso possibile la decisione di cogliere questa occasione?"
- Fino ad oggi c'era stato sempre qualcosa che mi bloccava, in primis il fatto che questo gruppo mi piace e avevo paura di perdere il mio posto, perché era dagli alcolisti anonimi che dovevo andare, mi si giudicherà, invece di aiutarmi! Ecco perché mi sono sentito sollevato quando Stuart e Rebecca si sono dimostrati così vulnerabili. -


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXVII

Julius, rivolgendosi al gruppo, chiese se c'era qualche reazione, ma poi notò che Philip lo stava guardando. Forse, pensò, stava dimostrando il proprio apprezzamento per come avevo condotto l'incontro o forse no? Decise di chiarire e gli chiese se avesse qualche sensazione da manifestare.
"Mi chiedevo, rispose Philip, se anche tu volessi partecipare alla condivisione dei segreti? Perché mi sembra che tu voglia un incontro io-tu con ciascun cliente e questo è il motivo della mia domanda: scoprire come un consulente del tuo tipo tratta la richiesta di parità di un cliente".
- Quindi la tua motivazione è valutare la coerenza del mio approccio. -
"Sì, non un test su di te, ma sul metodo".
- Va bene, ma perché proprio ora, questa tua domanda? -
"Ho pensato che Schopenhauer conferiva un'importanza notevole al fatto che c'erano poche cose che mettevano di buon umore più del sentir parlare delle disgrazie altrui".
- Interessante, ma non rispondi alla domanda. Forse il motivo scatenante è che ti senti in competizione con me? -
"Forse ti devo delle scuse ... Schopenhauer ha sempre messo in guardia dal permettere alla nostra esperienza soggettiva di contaminare la realtà oggettiva".
- A proposito, hai qualche riflessione da fare sui compiti che ti avevo dato per casa? -
"Non ci sono riuscito, ho tentato, ma mi sono solo sentito teso e poi tutto questo focalizzarsi sul passato e sui nostri desideri di cambiamento ci fa solo dimenticare il fatto fondamentale che la vita non è nulla, se non il momento presente, che sta svanendo. Qual è il motivo di tutto questo trambusto, se si considera l'ultima destinazione di ogni cosa? E infine, devo aggiungere che non sono abituato a così tante chiacchiere ... ho bisogno di riprendermi!"


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXVIII

Dopo la seduta, nella testa di Pam vorticavano pensieri e gli veniva in mente che Philip era apparso molto confuso e poco consapevole del suo comportamento e di come Gill l'aveva fin dall'inizio delusa con le pusillanimi contorsioni per far piacere a tutti e il suo puntare il dito contro la moglie, che aveva solo la colpa di non volersi farsi mettere incinta da un alcolizzato! E poi passò in rassegna tutti gli uomini della sua vita: uno peggio dell'altro, con la ciliegina sulla torta rappresentata da Philip; quel pomposo clone di Schopenhauer che se ne stava seduto, guardando nel vuoto, borbottando assurdità, mentre fingeva di essere umano! Aveva, in gioventù, ammirato il filosofo tedesco e il suo coraggio nello sfidare tutte le superstizioni soprannaturali, ma, più aveva saputo riguardo alla sua persona, più aveva provato repulsione!

Nota mia, a questo punto, sarà bene fornire un breve compendio della vita di Arthur Schopenhauer


Era nato in una situazione estremamente tormentosa, da un matrimonio privo di amore, una madre spaventata e scontenta, un padre ansioso e geloso e ardui viaggi fra Danzica e Londra in pieno e particolarmente gelido inverno durante la gestazione.
L’amore fra i genitori genera, di solito, quello per i figli e l’infanzia, priva di qualsiasi sentimento, ebbe serie implicazioni nel futuro di Arthur. Tale mancanza provocò spesso scarsa fiducia in sé stesso e negli altri e in definitiva il passaggio psicologico che avrebbe creato la sua visione del mondo.
E infatti doveva diventare uno degli uomini più saggi mai vissuti, ma anche uno dei più disperati e pieni di odio nei confronti della vita e che a 55 anni avrebbe scritto: “ … i bambini possono sembrare talvolta delinquenti innocenti che sono stati condannati non alla morte ma alla vita, senza tuttavia aver ancora appreso il contenuto del loro verdetto”.
La sua esperienza adolescenziale assomiglia a quella del Buddha e fu infatti colto dalla stessa disperazione di fronte alla visione della malattia, della vecchiaia, del dolore e della morte. Arthur non conobbe mai una fase religiosa, perché altrimenti sarebbe stata messa alla prova dal suo viaggio attraverso gli orrori dell’Europa civilizzata e a diciotto anni, infatti, scrisse: “Questo mondo dovrebbe averlo fatto un Dio? No, piuttosto un demonio”.
L’evento più sconcertante della sua vita fu il deterioramento rapido della saluta del padre che ebbe il suo apice il 12 aprile 1805, quando Heinrich Scopenhauer si gettò nel canale di Amburgo.
Ogni suicidio lascia una traccia di violenta emozione, colpa, rabbia e Arthur provò tutto questo, ma ciò che ci lascia stupiti è la forza della devozione filiale, vista l’assenza di qualsiasi affetto manifesto da parte del padre. E possiamo leggere: “Continuai a svolgere le mansioni in ufficio sia perché il troppo dolore aveva spezzato le energie del mio spirito, ma soprattutto perché l’avevo promesso a mio padre. –
Senza l’intervento di sua madre, lui non si sarebbe mai liberato dalle catene paterne.
Johanna Schopenhauer non perse tempo; informò il mercante protettore di Arthur e il suo padrone di casa che il figlio stava lasciando Amburgo e fece in modo che potesse frequentare un ginnasio a Gotha, a cinquanta chilometri dalla casa di lei a Weimar.
La madre fu molto importante nella vita di Arthur, ma fra loro ci fu sempre una rapporto tormentato e ambivalente, che terminò in un disastro. Esisteva da parte di Johanna un vero amore materno, ma solo a condizione che il figlio si mantenesse a una distanza conveniente da lei. 50 Km. andavano bene, ma dopo solo sei mesi Arthur fu espulso da Gotha per aver scritto un poemetto geniale, ma crudele, su uno dei suoi insegnanti e dovette chiedere alla madre di accoglierlo in casa a Weimar.
La prospettiva di rinunciare alla propria libertà per il figlio le era insostenibile e tutto ciò si riflette su Arthur e quel che segue si trova in un suo scritto: “ La mia signora madre dava ricevimenti, mentre mio padre si spegneva lentamente nella solitudine; e si divertiva mentre egli soffriva pene atroci. Questo è l’amore delle donne!”
Negli ultimi 25 anni della vita di lei i due non si sono incontrati MAI.
C’era qualcosa di primitivo, di radicato nel temperamento di Arthur che, anche da bambino, provocava certe risposte e mai codeste erano amorevoli e gioiose. La schiatta degli Schopenhauer era segnata da innumerevoli casi di disturbi psicologici e il padre, anche molto prima del suicidio, era stato depresso a lungo e sua madre era violenta e instabile e alla fine fu ricoverata in una clinica per malati di mente.
Il diario di viaggio del giovane adolescente rivela una precoce abilità nel prendere le distanze e vedere le cose da una prospettiva cosmica. Da filosofo maturo è sempre andato fiero della capacità di assumere una prospettiva oggettiva o, come diceva lui, “di vedere il mondo dal lato sbagliato del telescopio”. ;) Vedendo il mondo dall’alto tutti gli oggetti piccoli scompaiono e solo le forme grandi rimangono.
Arthur non si sposò mai, ma fu tutt’altro che casto, forse addirittura ossessionato dal sesso, però mancava di fascino e i molti rifiuti lo spinsero alla fine a collegare il desiderio sessuale all’umiliazione. Non ci sono prove che abbia avuto un legame con una donna per la quale provasse rispetto, ma solo storie senza amore. E in questo ambito dà una risposta che troverà centocinquantanni dopo la psicoanalisi: ciò che ci spinge è solo il bisogno della specie e la ragione a poco a che fare con tutto ciò. Freud ha dimostrato che non siamo i padroni in casa nostra, ma non c’è dubbio che il compagno non riconosciuto di simile affermazione fu Arthur.


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXIX

Forse Pam sapeva perché in passato aveva detestato Schopenhauer e andò a rileggersi un aforisma del filosofo: "La cortesia è per l'uomo ciò che il calore è per la cera". Philip pensa di potermi plasmare facendo finta di essere gentile. :x E, mentre pensava, gli scivolarono nella mente scene di quindici anni prima, con lui, seduto in cattedra, che in quei primi giorni si era dimostrato un uomo intelligente, inaccessibile alle distrazioni e forse il miglior insegnante che avesse mai avuto; era per questo che le era venuta l'idea di specializzarsi in filosofia, ma questo non lo si doveva sapere.
Quando ebbe finito con quei pensieri rabbiosi, si volse verso un regno più dolce, ma egualmente triste: Julius stava morendo, ma il suo modo di lavorare non era cambiato, quello sì che è un uomo degno d'amore e si soffermò sulla fantasia di assisterlo quando sarebbe diventato più debole; ma com'era ingiusto il mondo!
Mentre spegneva la lampada, registrò l'unico vantaggio di quel nuovo tumulto: l'ossessione per John, che aveva rifatto capolino dopo la partenza dall'India, se n'era andata di nuovo, forse per sempre. :)

Intermezzo


L'opera principale di Schopenhauer è "Il mondo come volontà e rappresentazione" e offre osservazioni penetranti sulla logica, l'etica, l'epistemologia, la percezione, la scienza, la matematica, l'arte e ... in definitiva le relazioni dell'uomo con gli altri e con sé stesso.
La condizione umana è presentata in tutti i suoi aspetti più tetri: la morte, l'isolamento, l'insensatezza della vita e, secondo molti studiosi in questa opera ci sono un numero di idee valide maggiore che in quella di qualsiasi altro filosofo. Quando Arthur era in vita la psicoterapia non era ancora nata, però riuscì ad ampliare la concezione di Kant sulla *cosa in sé*, cioè quell'entità primaria che esiste "a priori" del nostro processo percettivo e intellettuale. Lui credeva che potessimo avvicinarci ad essa se non si trascurava una fonte molto importante delle informazioni disponibili dal mondo percepito: i nostri stessi corpi! Da essi noi traiamo una conoscenza che però non possiamo comunicare, perché è repressa. Se prendessimo coscienza della nostra crudeltà, invidia, lussuria, aggressività, egoismo, non saremmo in grado di sopportarlo.
Ciascuno può capire, a questo punto, di chi fosse precursore il Nostro.
E la religione? A.S. fu il primo grande filosofo a costruire il proprio pensiero su fondamenti atei, perché tutte le entità soprannaturali sono costruzioni false e non necessarie e, anche lui, come Spinoza, aveva rifiutato le offerte di importanti cariche universitarie per poter essere libero di dirlo a chiare lettere.


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXX

“Mi piacerebbe continuare da dove ci eravamo lasciati”, disse Julius aprendo l’incontro successivo e quindi devo farvi parte di un episodio che ho rivelato una sola volta nel corso della vita, a un amico molto intimo.
- Ehi, replicò Pam, non c’è bisogno che tu lo faccia e non solo perché credo ti metterebbe in tensione, ma soprattutto c’è qualcosa in me che non vuole che tu renda noto qualcosa di oscuro del tuo passato e credo che anche per gli altri sia così. –
“Che paradosso, da quando lavoro ho solo sentito lamentele dei pazienti secondo cui i terapeuti erano troppo distaccati e ora invece mi accade il contrario!? Secondo me siamo in una posizione di stallo e quindi continuerò a dire quel che avevo cominciato e poi vedremo.
Mia moglie Miriam è morta dieci anni fa in un incidente d’auto in Messico e ne fui distrutto, ma con mia sorpresa, il dolore prese una strana piega: provai un tremendo impulso sessuale; a quell’epoca non sapevo che un aumento del desiderio è una risposta comune, quando ci si trova a confrontarsi con la morte. E così sfruttai ogni possibile occasione di conforto, anche se poi queste amicizie quasi occasionali si sono dissolte a poco a poco. Ho rivisto alcune di quelle donne in seguito, per caso, ma nessuno di noi ne ha più parlato”.
C’era molto imbarazzo e vergogna nel silenzio che seguì.
- Quello che non è chiaro, disse Tony, è perché ce lo stai raccontando. –
“Una buona domanda, apprezzo che ti preoccupi di farmi parlare e ti dico che è la prima volta che vedo rivolgermi la questione che, da terapeuta ho dovuto fare innumerevoli volte. E non è solo per rispondere a Philip, anche se non posso escludere completamente, perché c’è qualcosa di interessante nella relazione *io-tu*; per citare un filosofo: l’idea non è priva di valore. Ma quello che mi sembra davvero importante, il tema centrale, è l’autenticità nel rapporto medico-paziente e una cosa ve la posso dire con sicurezza sul perché ora: in passato, cioè prima del melanoma, non vi avrei mai detto nulla. La malattia mi sta dando uno strano senso di liberazione e la rivelazione di oggi è il collegamento più importante. Sentivo che mi state evitando e che dovevo fare qualcosa per rimuove l’ostacolo della mia malattia mortale”.


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXXI

"C'è un solo modo con il quale potete farmi male, proseguì Jiulius, ed è tagliarvi fuori da me, anche se è comprensibile, perché quasi tutti non desiderano confrontarsi con la morte".
- È vero, almeno per me disse Stuart, un mio compagno di tennis è un dermatologo e gli ho chiesto per ben due volte di dare un'occhiata alle mie lesioni cutanee. - :x
Philip si alzò e cominciò a declamare:- "D'un tratto si esiste, con nostra meraviglia, dopo non essere stati per innumerevoli millenni e dopo breve tempo si deve non essere per un periodo altrettanto lungo". A. Schopenhauer Aggiunte alla dottrina della nullità dell'esistenza. Tutto ciò va confrontato con Democrito, il quale, partendo dal molteplice di Parmenide ne deriva l'esistenza del non-essere; l'essere è il pieno (l'esteso e solido) e il non-essere è il vuoto (la pura estensione non riempita). Il vuoto divide la compattezza del pieno in una molteplicità di parti. ;)
Devo aggiungere che in questi giorni ho cercato di trovare altre cose che potessero confortare Julius e ho seguito Schopenhauer nel concludere la giornata leggendo qualcosa delle opere di Epitteto, un filosofo greco del II secolo e un brano mi ha particolarmente colpito; l'ò tradotto per voi in linguaggio corrente e lo declamò a memoria - (mentre ne consegnava anche una copia scritta a ciascuno).
Tale brano non era facilmente comprensibile e terminava con ... E se sei vecchio non ti allontanare mai troppo dalla nave, in modo da non mancare mai quando sarai chiamato.
Julius indicò l'orologio per dire che il tempo era esaurito, ma aggiunse che voleva fare il professore, per sottolineare che un'azione o affermazione si può sempre vendere da due punti: il contenuto e il processo. Il contenuto del messaggio di Philip è oscuro e potremo analizzarlo la prossima volta, ma quel che è certo è il processo: Philip ha memorizzato un brano e ne ha fatto delle copie e questo ci dice che si è impegnato molto nel prendesi cura di me. Ne sono commosso, grazie Philip.


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Re: Filosofia

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXXII

Quest'ultimo incontro, per Julius, era stato affascinante e i pensieri andarono un gruppo di pazienti malate di cancro al seno, che aveva condotto tanti anni prima; quante volte quelle pazienti, una volta superato il panico, avevano affermato di essere entrate in un periodo d'oro della loro vita. Vivere con il cancro le aveva rese più sagge e alcune erano riuscite a mettere in ordine le priorità della loro esistenza. Addirittura una aveva affermato che il cancro cura la psiconevrosi. Ma io, si chiese, sono cambiato? Forse no, ma so di certo che sono diventato un terapeuta migliore, perché prima non avrei mai osato rivelare il mio opportunismo sessuale. Jung con ogni probabilità intendeva altro, quando affermava che solo il guaritore che è stato ferito può davvero curare, ma ...
Attraversò l'atrio continuando a pensare all'incontro e si sovvenne che Pam era stata definita da Gill "presidente della Corte Suprema" e dovette riconoscere che quel commento era stato fantastico, molto preciso e, in definitiva, una visione più acuta della sua. Per molto tempo Pam gli era piaciuta talmente tanto da trascurarne la patologia e forse proprio per questo non era riuscito ad aiutarla a superare l'ossessione per John! :x
E poi si ricordò delle proprie aspirazioni letterarie e introdusse il primo paragrafo di un possibile romanzo: - In un gruppo di terapia una donna incontra un uomo, che molti anni prima era stato suo professore e l'aveva sfruttata sessualmente. - Non male, poteva avere un grande potenziale, anche se il tempo per sviluppare l'argomento non lo aveva; peccato. Ma per una buona terapia il tempo c'era, se solo fosse riuscito a tenerli nel gruppo e fosse stato in grado di far sopportare il dolore di aprire vecchie ferite.


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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Re: Filosofia

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Umberto Galimberti sulla bellezza


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Irvin Yalom "La cura Schopenhauer" XXXIII

Come visse A. Schopenhauer? Trascorse a Francoforte la maggior parte della sua vita e da lì non si mosse se non per ritornare in giornata. Non aveva un lavoro retribuito, non ebbe mai una casa, un famiglia, né amicizie intime e gli mancò anche il senso di appartenenza a una comunità, anzi fu spesso oggetto dello scherno di chi gli abitava vicino. Quel che sappiamo su di lui lo abbiamo appreso dagli scritti filosofici, dove era anche sorprendentemente personale. C'è un suo scritto in greco (A me stesso) che è una vera e propria autobiografia e anche da lì si sa che rispettava una routine ferrea di vita (come Kant) fatta di lettura, flauto, nuoto nelle fredde acque del Meno e pranzo al club Englischer Hof, dove aveva l'abitudine di pagare due posti, per evitare che qualcuno gli potesse sedere accanto. Dopo la rottura con sua madre, ebbe solo rapporti epistolari piuttosto saltuari e legati a questioni pratiche e con la sorella si vide una sola volta, in un incontro breve e del tutto insodisfacente per entrambi.
Il denaro fu una fonte di preoccupazione per tutta l'esistenza e cercò invano di trovare un lavoro da traduttore.


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