Giorgio Gaber

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Re: Giorgio Gaber

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Oggi, nella crisi generale, è molto più difficile trovare dei maestri, mentre la mia generazione ne ha avuti molti. Da giovanissimo i miei miti erano il jazz e i chitarristi americani, poi, quando ho ciminciato il viaggio nel mondo dello spettacolo, il mio modello è stato Jacques Brel, un grande rivoluzionario della canzone. Anche Georges Brassens e un po' Yves Montand. Ma per me il monsummanese era più cantante che attore ed io mi sento, al contrario prima attore. J. Brel era invece un vero mostro sulla scena, una calamita, un teatrante fatto e finito e mi sarebbe sempre piaciuto, in qualche modo, somigliargli. ;)



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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Re: Giorgio Gaber

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Mi irrito molto meno di un tempo; mi sono assuefatto ormai allo sfascio e al ridicolo e poi quando si sorride per le cose che non vanno, non c'è più molto spazio per la ... rabbia. :D Io tifo più per l'autoironia: il guardare sé stessi da un'altra angolazione, cercando di capire qualcosa di più, di ciò che siamo. L'ironia ci deve coinvolgere, altrimenti si trasforma in sarcasmo, che è un modo ingeneroso di avvicinarsi agli altri. Oggi le persone che più mi piacciono sono quelle che resistono allo slittamento di una morale che sta diventando sempre più inafferrabile. :(



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Re: Giorgio Gaber

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P.S.



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Re: Giorgio Gaber

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Per Luporini e me scrivere di temi politici è un'urgenza, non ci possiamo chiamare fuori e nel finale dello spettacolo non lo facciamo. Parliamo dell'Occidente in crisi, circondato da popolazioni che premono: quasi una sorta di accerchiamento dell'impero, all'indomani della caduta dell'Europa dell'Est. Questo l'apocalittico quadro introduttivo, che vede l'individuo assistere impotente al crollo generale, ma ... sa di essere ancora vivo e può/deve reagire. ;)



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Re: Giorgio Gaber

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Credo xhe la politica vada reinventata globalmente. Ciò di cui parliamo in questi tempi sui telegiornali, come lo sfacelo delle tangenti, non è tale, ma solo organizzazione malavitosa. La Politica è spinta, è voglia di cambiamento reale, di pensare a noi stessi e a come vorremmo essere, alle nostre pulsioni ai nostri desideri. Se partiamo da questo, la Politica può diventare molto appassionante. Non la politica dei giochi, dei rapporti di forza. La Politica significa anche avere un progetto che va oltre noi stessi, per arrivare ai nostri figli e a chi verrà dopo di loro. Oggi va tutto reinventato, anche ogni piccolo modulo di aggregazione, a partire dal bar o dal gruppo di amici, oppure dal circolo culturale (forum). Credo che la Politica significhi davvero approfondimento dei nostri temi esistenziali, portati agli altri, confrontati e ricondotti ad una vita comune che, evidentemente dovrebbe essere migliore di quella che si vive oggi. (Nota mia, nell'attesa non vo a votare ;) )



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Re: Giorgio Gaber

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Quando canto "Libertà è partecipazione" mi rendo conto dell'inadeguatezza di un termine che rischia di essere frainteso. Esiste una crisi della "delega", cioè proprio quello che nella canzone si condanna. Certo non possiamo fare una democrazia "plebiscitaria", ma almeno che ognuno possa decidere chi lo rappresenta e non dover subire totalmente le scelte dei partiti. (nota mia: ad oggi non siamo riusciti ad andare oltre il "porcellum" :grr: ). Insomma siamo del tutto in balìa di altri che decidono per noi. La libertà è essere responsabili della propria vita e quello che si dice nella canzone è frainteso, perché molto spesso è interpretato come consiglio di iscriversi ad un partito o a un'organizzazione. Per noi invece partecipare significa *incidere* nel microcosmo sociale di cui facciamo parte. Poi su come partecipare, in questo momento, non saprei e infatti è dal 1976 che non vado a votare. ;)



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Re: Giorgio Gaber

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Siamo dentro ad un meccanismo che non si capisce: è sopra alle nostre teste. Sono giochi che qualcuno controlla e credo sia la prima volta in cui siamo convintii di essere manipolati. Oggi, l'unica certezza è di essere nel nulla, ci arriva quello che *vogliono* farci arrivare. Un teorico del postmoderno affermava che la società si sarebbe estinta per eccesso di proliferazione. Se non sapessimo nulla sarebbe uguale, ma forse ... un po' meno confusi. I partiti sono inadeguati a rappresentare la gente e da quel che sembra dal numero dei votanti, pare che, almeno un italiano su tre, lo abbia capito. Destra, sinistra, centro sono solo etichette, se riferite a gruppi, esistono uomini di destra etc. e il superamento della forma partito, significherebbe concedere al popolo di poter votare le persone. Ma attenzione,Tangentopoli si potrebbe trasformare "in un'altra fregatura". (Nota mia, e cos' è stato) :grr:



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Re: Giorgio Gaber

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Il nuovo teatro canzone nasce sulla vecchia formula, sulla memoria storica degli ultimi venti anni e delle cose che avevamo già presentato al pubblico. Ritorniamo sui nostri passi, perché non ci sembra il momento di rinunciare alle canzoni, come invece avevamo fatto con Il Grigio nell'88.
Non so il motivo per il quale Luporini ed io siamo unici in questo genere di esperienza, d'altra parte non è che noi l'abbiamo pensata a tavolino, ce la siamo trovata quasi per caso, ma abbiamo poi scoperto che ci permette di affrontare molti temi legati al nostro vivere quotidiano.



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Re: Giorgio Gaber

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Il "Dilemma" è del 1981, ma rappresenta il nostro pensiero ancor oggi. Questa specie di infatuazione dell'amore, questo continuo innamorarsi sottintende anche una minore capacità di amare e una difficoltà ad approfondire i rapporti. Dopo una serie di gratificazioni, l'aspetto entusiamante dell'innamoramento finisce e la coppia si ritrova a fare i conti con una normalità più impegnativa e talvolta si preferisce continuare ad innamorarsi per non arrivare mai al nòcciolo della questione. :-( A questo punto la canzone si chiede: "Ma siamo ancora capaci di amare?" Mi pare che Adorno in "Minima moralia" dicesse che la vera trasgressione è la fedeltà: la resistenza nel portare fino in fondo la propria esperienza e non cedere al primo incontro un po' eccitante e a una trasgressione ... un po' consumistica. :-)



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Re: Giorgio Gaber

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Nel nostro Dna esistono due tipi di egoismo: uno individuale e uno collettivo "di specie". Se questi due egoismi non trovano un loro equilibrio, avremo, come risultato, degli individui scompensati. Accade in tutti i campi, ad es, quando un conduttore televiso porta in studio un andicappato, sono sicuro che a lui di quel poveretto non gliene importa proprio niente. :-( Io non credo all'altruismo, ma solo alla convivenza dei due tipi di egoismo. Collettività e socialità si tirano fuori solo quando c'è bisogno di condividere il fallimento , ad es. il debito pubblico. Se qualcuno ha potuto mangiarsi impunemento duecentomila miliardi in quindici anni, è evidente che il sistema glielo ha consentito, perciò sono proprio le regole del gioco che vanno cambiate. :-( La grande amarezza è stata quella di aver pensato di poter partecipare, anziché sentirci estromessi da tutto. :grr:



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Re: Giorgio Gaber

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Dopo aver analizzato, nei precedenti spettacoli, il mondo dei sentimenti, quello della coppia e la sfida fra il bene e il male dentro l'individuo, "E pensare che c'era il pensiero" è invece ... il canto dell'assenza. Manca soprattutto il senso collettivo della vita e anche l'individuo, per conseguenza, sta perdendo l'identità e riesce solo ad occuparsi di sé stesso. :-(



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Re: Giorgio Gaber

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Stiamo vivendo la fine di un'epoca, forse, senza accorgercene, stiamo smarrendo il senso di quello che per due secoli ha rappresentato lo Stato borghese, che ha dato grossi risultati per il cammino dell'uomo. Ora non sappiamo che cosa attenderci, né siamo in grado di comprendere quel che ci sta piombando addosso! :-( La fiducia nell'individuo rimane perché, al di là di quello che scrissero i grandi maestri della scuola di Francoforte, non siamo ancora morti. Semmai sconvolti, massificati, alla ricerca di una nuova responsabilità personale e sociale.Questo è il compito che ci attende negli anni futuri. Purtroppo di idee geniali non ne vedo in giro, neanche una. :-)



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Re: Giorgio Gaber

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Arrivati ad un certo punto della vita è evidente, quasi per tutti, un certo rimpianto, ma dobbiamo cercare di fare attenzione e prendere anch'esso "cum garno salis" e forse è meglio "piangere" sulle cose non trovate, che su quelle perdute. ;)



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Re: Giorgio Gaber

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Che cos'è la cultura? Credo sia una chiave per capire meglio quello che siamo, ma deve essere circondata dal silenzio, per evitare il "chiacchericcio" . E' impossibile che su temi di qualsiasi tipo possano valere (alla pari) le opinioni di tutti. Questa grande "partecipazione" della gente fu incoraggiata (mi ricordo) dalle radio libere quando partirono "a microfono aperto". Per me il microfono deve restare chiuso e si lascino parlare le persone che hanno qualità per farlo. Il falso senso democratico mi infastidisce molto. :-( Non esiste alcuna possibilità di imporre la cultura, perché questa passa attraverso uno sforzo, una fatica, una vera passione; diffonderla come fosse un aumatismo mi sembra un'operazione deleteria.



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Re: Giorgio Gaber

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L'appartenenza ha qualcosa in comune con la libertà, però Luporini ed io non lo sapevamo; ce ne siamo resi conto dopo aver scritto la canzone. ;) Possiamo dire che si completanto l'un l'altra, è una voglia diversa di libertà, fatta di aggregazione, di qualcosa che senti tuo. A proposito di libertà, appartenenza e democrazia, nel '48 per fare la Costituzione, le difficoltà erano ben maggiori di oggi, perché il contrasto fra destra e sinistra era feroce. Pare che fra Togliatti e De Gasperi ci fossero contrasti insanabili al punto che un giovane aiutante del "leader" D.C, tale Aldo Moro scrisse una lettera al segretario del P.C.I. dicendogli: " Dobbiamo batterci su due parole - libertà e democrazia -. Per voi esse sono una cosa, per noi un'altra, ma sono anche un punto in comune e solo partendo da lì riusciremo a fare la Costituzione." :cincin:



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Re: Giorgio Gaber

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Luporini ed io ci siamo molto arrovellati sul tema della *bontà*. Abbiamo sempre saputo che ci sono buoni e cattivi, ma non abbiamo mai sentito parlare dei buoni/cattivi o dei cattivi/buoni (nota mia, forse nell'ultimo film di Salvatores?). La bontà per noi può avere diverse qualità e se è scarsa non serve a niente, perché è compromessa dal compiacimento, dalla finzione o additittura dall'interesse. Questa considerazione va disgiunta da qualsiasi riferimento al volontariato, che mi sembra invece una delle cose più positive nate in questi ultimi anni. Quindi siamo contro coloro che, per crearsi un potere o per altro, approfittano sia di chi sta male che di chi vuole aiutare veramente gli altri. :grr:



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Re: Giorgio Gaber

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Dal testo dello spettacolo 1999/2000 ho eliminato la frase: "La lotta per la libertà fa bene, la libertà fa malissimo". Però dobbiamo parlare di questo "paradosso", legato a un momento in cui non esistono stimoli veri all'interno di una società e ci si rifà a un'idea di libertà affatto formale, che finisce per coincidere solo con il mercato, che è rimasta l'unica ideologia trionfante. :-( Ormai si producono merci che hanno solo lo scopo, nemmeno tanto nascosto, di avvelenare e distruggere il pianeta! Nei suoi eccessi consumistici si può dire, con una metafora, che può rappresentare il demonio. Ignorarlo del tutto è impossibile, ma rifiutare di cancellare ogni lettura verticale della vita e del pensiero (orizzontali o niente! :grr:) questo si può. In altre parole il nemico è forse la stupidità dilagante di una società allo sbando e quindi i cretini vanno stanati con ferocia e chiarezza.



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Re: Giorgio Gaber

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Io non ce la faccio *fisicamente* ad essere di destra, ma la sinistra mi fa arrabbiare, specie quando vedo che fanno gli stessi manifesti degli altri. :-( Berlusconi non mi preoccupa neanche un po', perché non è il demonio, ma solo un avversario politico (nota mia, di poco spessore). Egli pensa che lo Stato vada gestito come un'impresa. :-( Però, se ci si pensa, è stata la sinistra a chiamare gli ospedali: "Aziende sanitarie locali" :grr: E poi chi non capisco veramente sono quelli che parlano, parlano del divaolo-Silvio e ... lavorano in Mondadori o a Mediaset. :dubbio: :dubbio: :dubbio: Sono stato accusato di disfattismo, invece credo che questo spettacolo non sia neppure pessimista e quel che credo veramente è che da parte della "sinistra" ci sia sempre stata diffidenza nei confronti di chi non è allineato, per un'intolleranza che arriva da lontano: Gramsci e l'intellettuale organico. E forse è per questo motivo che alcuni anni fa molti teatri gestiti dalla sinistra mi hanno chiuso le porte in faccia, per una piccola battuta che diceva: "Grigi compagni del P.C.I. ..."

P.S.

Quando ho scritto "Il potere dei più buoni" mica pensavo a Veltroni. :D



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Re: Giorgio Gaber

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Io i giornali non li leggo quasi mai, però una frase dell'Unità mi ha obbligato: "... Se continua così, arriverà a scrivere l'inno per Forza Italia". E allora mi è venuto un sospetto: mia moglie è stata eletta ... e c'è gente che non è venuta più a teatro per questo. Io ho un bel rapporto con Ombretta, però questo non vuol dire che noi due siamo la stessa persona. Su molte cose della vita ci troviamo d'accordo ... lei crede che Berlusconi possa risolvere i problemi dell'Italia ... io NO! E' curioso come a volte, anche in persone intelligenti (nota mia, uno per tutti il Pacchia :D), affiorino idee così poco ... frutto di un conformismo di pensiero che, chissà perché, porta a credere che occorra per forza avere opinioni identiche per star bene insieme. Pur nella differente visione del mondo, i sentimenti fra me e mia moglie sono sempre gli stessi e, dico di più, non capisco perché avrebbero dovuto cambiare. :dubbio: :dubbio: :dubbio:



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Re: Giorgio Gaber

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La mia generazione è cresciuta nella convinzione che il successo, il prestigio, il denaro fossero la conseguenza, e non il fine, di un certo modo di vivere e di interpretare la realtà. Una visione della vita, la nostra, che partiva dal riconoscimento dei valori morali e che invece sta cedendo il passo all'assoluta amoralità del mercato, cosa che crea anche grande smarrimento nelle nuove generazioni. Nella politica italiana, poi, prevale sempre la logica del potere sull'effettivo interesse per la collettività. Mi sembra che abbiamo preso la strada all'inverso e la mia speranza è che qualcuno riesca a convincere gli altri che bisogna cambiare cammino. Ogni volta che vado in scena mi carico per comunicare e avere fiducia (a e da) lo spettatore e insieme possiamo benissimo sperare nelle speranze infondate. ;)



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Re: Giorgio Gaber

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Alla mia età bisogna anche affrontare un bilancio e mi torna in mente una frase di Montale: "Noi abbiamo fatto del nostro meglio per peggiorare il mondo". Ecco, mi sembra molto azzeccata e molto attuale. ;) Tutto quello in cui abbiamo creduto non ha più riscontro, non esiste più. Siamo decisamente una razza in estinzione, ma forse non è una catastrofe. ;)



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Re: Giorgio Gaber

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Una delle funzioni che ci diamo, Luporini ed io, è quella di portare a un livello cosciente quello che le persone hanno dentro a un livello confuso. Spesso indichiamo pericoli che per noi sono incombenti e questo aspetto fa sì che gli spettacoli abbiano un segno apparentemente negativo. Ma noi siamo nemici dell'ambiguità e troviamo positiva la consapevolezza, anche di cose sgradevoli. :-( Quando racconto la storia del nonno, probabilmente faccio un pezzo drammatico, ma mi sembra che la gente faccia finta di non sapere che la vecchiaia è quella cosa lì. :grr: Anche il futuro dei giovani contempla molti pericoli e noi, inn qualche modo, cerchiamo di dirlo, appunto per rendere queste cose più vivione alla sensibilità di chi viene a teatro.



Testo Valentina - 1997/1998 1998/1999 1999/2000


Lei si sta muovendo nel suo letto
sta giocando col suo piede
poi all'improvviso
sorride.

Quasi indifferente mi avvicino
per spiare il suo stupore
senza neanche farmi vedere
da lei.

Ora lei mi guarda
ha un'espressione spaventata
e in un momento
scoppia in un eccesso di pianto.

Io la prendo in braccio l'accarezzo
dico qualche frase a caso
torna già il sorriso sul viso
di lei.

Nel 2019 Valentina avrà vent’anni.

Se penso al futuro
mi prende la paura di
di una vita sconosciuta
impensabile inimmaginabile.

Bio bio bio
Oh Dio mio.

Se penso alla scienza
ho addosso la visione di
di uno spazio mai vissuto
invivibile irriconoscibile.

Bio bio bio oh Dio mio
Valentina Valentina.

Se chiudo gli occhi vedo
vedo un uomo
senza padri senza madri senza storia
forse senza memoria.

Un uomo bello o brutto
non importa non capisco
può succedere di tutto
o il contrario di tutto.

Un essere smarrito
che guarda verso l’infinito
in un tempo così strano
dove siamo dove siamo.

E in questo mondo strano, inedito mai frequentato. Come viviamo? Di cosa è fatto il nostro cibo, manipolato trasformato reinventato. E il lavoro, le risorse l’energia? Cosa sono ora? Hanno ancora senso i rapporti d’amore di sesso, esistono ancora? E per fare i figli, siamo ancora necessari, o è sufficiente una cellula, un embrione, un DNA qualsiasi?

Chi ha stravolto le emozioni di una vita
che era uguale da millenni
chi ci ha spinto verso un’era sconosciuta
che ha turbato i nostri sonni.

Non pensiamo rimandiamo
nel 2019 Valentina avrà vent’anni.

Se penso al domani
mi appare tanta gente che
che si muove tutta uguale.
Biologia biotecnologia.

Bio bio bio oh Dio mio
Valentina Valentina.



Dall'album Un'Idiozia Conquistata a Fatica - tracce:


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Re: Giorgio Gaber

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In assenza di ideali, e forse anche di idee, tutti si preoccupano di esasperare (ad arte) le differenze, per affermare e giustificare una propria, peculiare, identità. Tutto diventa quindi un intricato gioco di potere dal quale è assolutamente escluso qualsiasi reale interesse per l'individuo, la sua consapevolezza, la sua visione del mondo. :-( E forse anche per questo ci sentiamo sempre piuù smarriti e incerti sul futuro e abbiamo la sensazione di non essere parte di una reale aggregazione, di una vera comunità. I nostri genitori ci lasciarono un mondo con delle opportunità, quello che invece stiamo lasciando ai giovani è difficile, scivoloso, insicuro ... tremandamente incerto. :-( Ci saranno sempre più poveri e sempre più ricchi, ma di certo anche sempre più ... imbecilli. :grr: Ad es. quella storia del "tutti buoni": i deboli vanno aiutati non perché siamo buoni, ma perché è un loro diritto!!!

P.S.

Sapete, l'economia che vince su tutto è un po' come le previsioni del tempo: Vedi sfilare cartine su cartine, isobare e anticicloni e aspetti solo che sbuchi la carta con il sole e le nuvole ... per capire cosa metterti domani. :D



Fanno festa i musulmani il venerdì
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Re: Giorgio Gaber

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Mi sembra che il ... della nostra epoca sia la mancanza di consapevolezza delle cose importanti e tragiche, essenziali della vita. Era più consapevole e cosciente di sé un contadino di cent'anni fa, che sapeva sette cose, ma le conosceva veramente. Noi oggi sappiamo tutto, ma ... L'uomo peggiora e il sistema sta diventando imbecille e questo mi porta a dire che non c'è più nulla che migliori la persona. :grr: La fede? Due milioni e mezzo di *boys* dal papa sono un fenomeno di consumo :-( e l'ascolto di di "Padre Pio channel" o del Grande fratello sono, per me, fenomeni simili e tutto ciò ... mi rende sgomento. :-(

FINE


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Giorgio Gaber

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Un inedito scoperto da Ivano Fossati, che ha masterizzato alcune vecchie canzoni del Nostro.



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Re: Giorgio Gaber

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La spiegazione di Ivano


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Re: Giorgio Gaber

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Sempre hors catégorie Gaber :clap:


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Re: Giorgio Gaber

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Grazie a chi ha riparato al mio errore. Infatti credevo che esistesse già la discussione, ma sono andato su ricerche avanzate e ho posto la condizione titolo della d. e il risultato è stato *zero* :grr:
P.S. Evidentemente non ci so fare. :hammer:


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Re: Giorgio Gaber

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Spiegato da Galimberti


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Re: Giorgio Gaber

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Io, se fossi Dio, ...non sarei mica un dilettante...


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Re: Giorgio Gaber

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Road Runner ha scritto: domenica 3 febbraio 2019, 5:07 Io, se fossi Dio, ...non sarei mica un dilettante...
E condannerei i populisti e specialmente tutti, perché gli schiaffi di dio appiccicano al muro i grulli. :)


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Re: Giorgio Gaber

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---finora... abbiamo scherzato..., ma va a finire che uno prima o poi ci piglia gusto
e con la scusa di Dio tira fuori tutto quello che gli sembra giusto...


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Re: Giorgio Gaber

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Road Runner ha scritto: domenica 3 febbraio 2019, 11:23 ---finora... abbiamo scherzato..., ma va a finire che uno prima o poi ci piglia gusto
e con la scusa di Dio tira fuori tutto quello che gli sembra giusto...
Che è sempre stato un classico della destra (ma dov'è la destra, dov'è la sinistra?) anche prima del Berluska e ormai non c'è più un limite. :x


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Re: Giorgio Gaber

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...la pisciata in compagnia è di sinistra
il cesso è sempre in fondo a destra...


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Re: Giorgio Gaber

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Road Runner ha scritto: domenica 3 febbraio 2019, 19:40 ...la pisciata in compagnia è di sinistra
il cesso è sempre in fondo a destra...
Quanta saggezza in codeste parole e, a proposito, potrà interessarti quel che dovrò scrivere in una discussione nuova: "Zaré"


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Re: Giorgio Gaber

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Giorgio avrebbe compito da poco 80 anni e allora Marcoré ha pensato bene di ...

https://www.raiplay.it/video/2019/01/Un ... 2e7d5.html


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Re: Giorgio Gaber

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L'ò mandato prima di sentirlo/vederlo e devo dire che purtroppo è una brutta copia, per chi ha visto l'originale. :x


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Re: Giorgio Gaber

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Ieri Raistoria ha dedicato a lui una puntata di "Italiani", ma ancora non è disponibile (credo) su Rai play e, per ora, spedisco questo
https://www.raiplay.it/video/2016/07/CA ... c6b23.html


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Re: Giorgio Gaber

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E già ieri ricorreva l'anniversario della morte di Giorgio Gaber, grande artista non c'è che dire... io ascolto volentieri Destra.sinistra e poi nulla più...
Ma il primo gennaio ricorre anche l'anniversario di Ivan Graziani...
A uno fanno la gara per fare speciali su rai e mediaset all'altro non so chi se lo ricordi...
Io vi ripropongo come sempre la sua splendida canzone "Firenze"



Ecco l'elenco delle corse minori del ciclismo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
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Re: Giorgio Gaber

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riddler ha scritto: giovedì 2 gennaio 2020, 12:29 E già ieri ricorreva l'anniversario della morte di Giorgio Gaber, grande artista non c'è che dire... io ascolto volentieri Destra.sinistra e poi nulla più...
Ma il primo gennaio ricorre anche l'anniversario di Ivan Graziani...
A uno fanno la gara per fare speciali su rai e mediaset all'altro non so chi se lo ricordi...
Io vi ripropongo come sempre la sua splendida canzone "Firenze"

Ti ringrazio anche perché sento che sarebbe stato mio dovere conoscere di più questo cantautore, che credo fosse anche amico di Marco Pannella (entrambi nati a Teramo). Invece so quasi tutto del secondo e poco o niente del primo. :x


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" I

"È bello quando parla Gaber" è una frase di Jannacci, il modo migliore (forse) di ringraziare un amico. Ed Enzo ha ragione, perché già la voce è asciutta, piena, tagliente, sempre pronta al guizzo; è sconsolata e innamorata insieme. Può parlare di qualsiasi cosa e ogni testo diventa musica e teatro.



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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" II

Sono passati 17 anni dalla morte (in latino il 17 si scriveva XVII e l'anagramma è VIXI; da allora questo numero ai superstiziosi non piace :x ) e se torniamo indietro con la memoria, forse quel che più ci rimane di quel giorno sono le note e le parole di quella canzoncina che abbiamo ascoltato ai funerali, fuori l'abbazia di Chiaravalle, fra la gente e il vento.


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" III

Fra Giorgio e uno strumento musicale fin da piccolo si crea una simbiosi, perché la chitarra in qualche modo gli ha salvato la vita, aiutandolo a superare la polio. E alla fine, dopo ogni spettacolo, tornava in scena acclamato a gran voce per un bis dietro l'altro, accompagnandosi da solo (scusate l'ossimoro :) ) Ma non solo.


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Re: Giorgio Gaber

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Me l'hai alzata troppo bene di la che devo per forza riproporla anche di qua :



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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" IV

Giorgio nasce come sonatore di Jazz e il passaggio al rock è vissuto come una vergogna e questo sentimento appare ogni volta che ... ad es. un critico dopo aver assistito a un concerto, gli disse che era bravo, anche se ormai contaminato dal nuovo ritmo! Ma i tempi erano quelli e si doveva rassegnare e andara al Santa Tecla per cantare anche


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" V

Giorgio era fidanzato con Maria Monti e insieme incidono un disco con notevoli influenze jazz; si erano ispirati a una versione di "Cry me a river" di Julie London. P.S. Gaber suona la chitarra.


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" VI

Come si poteva arguire già all'inizio "È bello quando parla Gaber", Jannacci rappresenta forse l'incontro più importante a Milano in quegli anni Cinquanta. Cantante unico, sgangherato e imprevedibile (famoso il suo "passetto" d'ingresso), poeta dell'assurdo e del grottesco, uno che si è inventato la vita così come le storie canta. Nascono così i due Corsari e nel '61 e ...


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" VII


La stagione del rock finisce, perché lui non è Celentano e la sua versione di Ciao ti dirò è sobria e ironica e non assomiglia a quella scatenata e vertiginosa di Adriano. E proprio in quegli anni cominciano ad arrivare i francesi, i grandi protagonisti della scuola realista d'oltralpe: è un altro modo di raccontare la vita, con dentro più verità, poesia e possibilità maggiore di racconto ed espressione. Prima di arrivare a Brel, Giorgio prende spunto da H. Salvador (Dans mon île) per scrivere


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" VIII


Gli anni Sessanta sono un periodo di grandi contraddizioni e i cantautori fanno fatica a esistere in un mondo musicale dove impera un taglio del tutto giovanilistico e americano. Si può quasi dire che è la TV che lo salva, grazie alla capacità di comunicazione e simpatia. E in particolare una trasmissione, Canzoniere minimo, riceve gli elogi di Umberto Eco: "G. Gaber ha potuto prosperare in televisione facendo ascoltare cantanti che non urlano, che rinunciano a ciò che la gente credeva fosse melodia, che sembrano rifiutare il ritmo, se ritmo era per il grosso pubblico solo quello di Celentano, che cantano canzoni in cui le parole contano e si stanno a sentire ..."


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