Zaré
Inviato: lunedì 4 febbraio 2019, 10:24
Mi è arrivato il libro omonimo, che ha come coautori anche Uri e Nino e devo dire che si legge subito (in poche ore stanotte), ma che, a mio parere, non si doveva scrivere. Al di là di alcuni bei pensieri, che mi ero anche segnato, di Massimo Frediani, di Nino, ma soprattutto di Patrizia De Vellis (di quest'ultima parlerò a parte) esso, come pensavo anche se per altre ragioni, inneggia alla morte (come sostengono i fondamentalisti islamici) ed è contro la vita reale, perché pensa al contrario di Gaber de "La mia generazione ha perso" che in qualche modo si possa salvare qualcosa di quegli anni. Periodo nel quale si è vissuto il massimo di illusione della libertà che invece non esiste per l'individuo rispetto al "macro-sistema". (cfr. Gaber spiegato da Galimberti
L'epitome è la "Lettera a Walter" di Vittorio Alfieri che se non fosse il nome vero, sarebbe proprio adatto, perché non conosco un opera che volle, fortissimamente volle presentarci tutto quello che di peggio l'uomo ha saputo immaginarsi, dopo che ha assunto la posizione eretta.
Si comincia dall'incontro in sacrestia, appunto. Il Cristianesimo, e la religione in generale, assume forse il primo posto nelle nefandezze umane, sia quando si parla di quella vera: la chiesa imperante, che di quella falsa "noi la chiesa velleitaria". Come dice Nietzsche Dio è morto e con essa si è portato via ogni illusione che si potesse ancora coltivare. Purtroppo siamo tutti figli di cotesto modo di pensare, perché ci è stato impresso dalla nascita, ma, se si vuol fare qualcosa di buono per noi e per gli altri, dobbiamo cercare in ogni modo di scrollarcelo di dosso e non edulcorarlo secondo certi schemi ormai vetusti, cercando di farli passare per venusti.
Ma c'è di peggio in quella lettera, perché dopo la sacrestia c'è il catto-comunismo e la conseguente lotta per la liberazione delle masse.
Ma davvero c'è ancora qualcuno che pensa sia possibile? È una domanda retorica, perché anche l'altro giorno un ragazzo venne a suonare per vendermi la c.d. "stampa comunista, che inneggiava a Lenin e alla rivoluzione di ottobre!" E da Don MIlani, che qualche merito l'à avuto, ma purtroppo anche il grande torto di non essere imitato, perché cristiani o no, nessuno o quasi cerca di conoscere un numero maggiore di parole (cfr. quella che è più usata in Italia, che non significa nulla e quindi vuol dire tutto, comportandosi così come le mucche e gli asini che se la cavano con diversi toni di muu e di raa) si passa al Che, di cui tutti in questo libro citano la stessa frase e nessuno invece dice che era omofobo, amico di Castro e rivoluzionario da burletta, ammesso che, dopo Copernico, Darwin, Einstein e similia, ce ne sia stato qualcuno vero.
Come dice (l'unica cosa giusta di questa lettera s.m.) il Nostro "l'ideologia era dominante" e quando esiste cotesta, le idee mancano e rimangono solo i sogni: la vera libertà, la vera società comunista e, "dulcis in fundo", l'anarchia. E, di seguito,
"Che cosa vuoi di più, compagno per capire che è suonata l'ora del fucile?" Prima o poi, se si usa la parola *compagno* senza conoscerne neppure il significato, il risultato è quello, ma, come dice Gaber in fondo perché chiedersi che vuol dire? "Tanto ormai è squalificata" e a questo proposito ci avevano già pensato le alte sfere del comunismo imperante, bollando di compagni-traditori chi ...
Mi fermo con l'ultimo brano tratto da lì "... dovunque il proletario si esprimeva con la lotta, noi saremmo stati presenti con le azioni di guerriglia nelle fabbriche, contro gli apparati dello Stato, indicando la strada per la rivoluzione sociale armata".
Non commento, perché credo che queste parole bastino a far comprendere un così vasto programma!
Termino, come avevo promesso, con la testimonianza, l'unica che per me doveva essere scritta, ovvero "L'altra metà del cielo" di Patrizia De Vellis. C'è poesia in quanto si legge e anche un insegnamento "smettila di baciare i morti, bacia i vivi". E questo un poco riscatta l'inno contrario che appare in tutti gli altri scritti.
P.S. Penso che Walter fosse una brava persona, ma le sue azioni non hanno procurato gioia e serenità a chi gli stava accanto e mi torna ancora bene parafrasare Gaber: "Le sue braccia sono troppo corte per amici e parenti, ma vorrebbero essere abbastanza lunghe per abbracciare il mondo".
L'epitome è la "Lettera a Walter" di Vittorio Alfieri che se non fosse il nome vero, sarebbe proprio adatto, perché non conosco un opera che volle, fortissimamente volle presentarci tutto quello che di peggio l'uomo ha saputo immaginarsi, dopo che ha assunto la posizione eretta.
Si comincia dall'incontro in sacrestia, appunto. Il Cristianesimo, e la religione in generale, assume forse il primo posto nelle nefandezze umane, sia quando si parla di quella vera: la chiesa imperante, che di quella falsa "noi la chiesa velleitaria". Come dice Nietzsche Dio è morto e con essa si è portato via ogni illusione che si potesse ancora coltivare. Purtroppo siamo tutti figli di cotesto modo di pensare, perché ci è stato impresso dalla nascita, ma, se si vuol fare qualcosa di buono per noi e per gli altri, dobbiamo cercare in ogni modo di scrollarcelo di dosso e non edulcorarlo secondo certi schemi ormai vetusti, cercando di farli passare per venusti.
Ma c'è di peggio in quella lettera, perché dopo la sacrestia c'è il catto-comunismo e la conseguente lotta per la liberazione delle masse.
Ma davvero c'è ancora qualcuno che pensa sia possibile? È una domanda retorica, perché anche l'altro giorno un ragazzo venne a suonare per vendermi la c.d. "stampa comunista, che inneggiava a Lenin e alla rivoluzione di ottobre!" E da Don MIlani, che qualche merito l'à avuto, ma purtroppo anche il grande torto di non essere imitato, perché cristiani o no, nessuno o quasi cerca di conoscere un numero maggiore di parole (cfr. quella che è più usata in Italia, che non significa nulla e quindi vuol dire tutto, comportandosi così come le mucche e gli asini che se la cavano con diversi toni di muu e di raa) si passa al Che, di cui tutti in questo libro citano la stessa frase e nessuno invece dice che era omofobo, amico di Castro e rivoluzionario da burletta, ammesso che, dopo Copernico, Darwin, Einstein e similia, ce ne sia stato qualcuno vero.
Come dice (l'unica cosa giusta di questa lettera s.m.) il Nostro "l'ideologia era dominante" e quando esiste cotesta, le idee mancano e rimangono solo i sogni: la vera libertà, la vera società comunista e, "dulcis in fundo", l'anarchia. E, di seguito,
"Che cosa vuoi di più, compagno per capire che è suonata l'ora del fucile?" Prima o poi, se si usa la parola *compagno* senza conoscerne neppure il significato, il risultato è quello, ma, come dice Gaber in fondo perché chiedersi che vuol dire? "Tanto ormai è squalificata" e a questo proposito ci avevano già pensato le alte sfere del comunismo imperante, bollando di compagni-traditori chi ...
Mi fermo con l'ultimo brano tratto da lì "... dovunque il proletario si esprimeva con la lotta, noi saremmo stati presenti con le azioni di guerriglia nelle fabbriche, contro gli apparati dello Stato, indicando la strada per la rivoluzione sociale armata".
Non commento, perché credo che queste parole bastino a far comprendere un così vasto programma!
Termino, come avevo promesso, con la testimonianza, l'unica che per me doveva essere scritta, ovvero "L'altra metà del cielo" di Patrizia De Vellis. C'è poesia in quanto si legge e anche un insegnamento "smettila di baciare i morti, bacia i vivi". E questo un poco riscatta l'inno contrario che appare in tutti gli altri scritti.
P.S. Penso che Walter fosse una brava persona, ma le sue azioni non hanno procurato gioia e serenità a chi gli stava accanto e mi torna ancora bene parafrasare Gaber: "Le sue braccia sono troppo corte per amici e parenti, ma vorrebbero essere abbastanza lunghe per abbracciare il mondo".