Basso ha scritto:
Grazie, la mia idea originale è molto simile alla tua. Marianne é nettamente più poliedrica di Eddy, avendo anch'essa difetti come tutti i ciclisti della storia (Cannibale compreso).
Un'altra domanda, visto che tu sei un insider: il suo dominio "mortifica" le avversarie? Nel senso, le varie atlete sono "condizionate" nella loro tattica di gara dalla sua presenza (sull'attaccare o meno, sapendo che, molte volte, viene a riprenderti facile, ad es.)? Questo conoscendo che le cicliste hanno mediamente più attributi (e più sregolatezza) dei loro colleghi maschi e sono più "naif" nel senso francese del termine.
Thanks
No, dai, quale insider? Cerco solo di seguire meglio che posso.
Allora, un conto è mortificare, un altro è condizionare. Mi spiego.
La Vos, quando vince molto, mortifica tanto le avversarie quanto lo stesso organizzatore (pensiamo, restando in zona Giro, alle 5 tappe su 10 del 2011 o alle 3 su 5, fino ad ora, del 2012) il quale vorrebbe vedere altre ragazze premiate ma alla fine trova sempre la stessa davanti. Se da un lato un Giro come quello del 2011 può risultare blindato, dall'altro avere la Vos che te lo vince in modo anche sorprendente, se vogliamo, dà un po' più di risonanza all'evento. Questo per quanto riguarda la mortificazione, di organizzatori e di colleghe che giocano spesse volte per le sole posizioni di rincalzo.
Il condizionamento secondo me c'è fino ad un certo punto. Ossia, quando lei vuole vince e non ci sono troppi santi a cui votarsi. Col tempo si è capito quali sono i punti deboli della Vos (l'altra sera ho scritto che ne ha ma ripensandoci ne ho trovati davvero pochi) e si attacca, anche perché sennò vince lei (non sempre, chiaro, ma la probabilità c'è). Insomma, persa per persa, tanto vale provarci.
Squadre organizzate come l'Orica-GreenEDGE, la Specialized-Lululemon (le prime due che mi vengono in mente) hanno capito che o si attacca o ci si attacca, con la Vos. A volte è andata male (a Cittiglio le australiane mandarono avanti Loes Gunnewijk prima, Claudia Häusler poi, ma alla fine la stoccata finale fu ugualmente di Marianne), a volte va bene (alla Freccia Vallone scorsa la Specialized-Lululemon fece andare in fuga la Hughes insieme ad altre atlete e quando Marianne chiuse su di loro si portò dietro la compagna della Hughes, Evelyn Stevens, che se l'andò a vincere, quella Freccia).
La situazione tattica esemplificatrice più di tutte è però quella del Mondiale di Copenhagen. L'Italia aveva la Bronzini che doveva difendere l'iride ma non lavorò molto (anzi, quasi nulla) durante la corsa, lasciando il compito a tedesche (Teutenberg) e soprattutto olandesi (Vos). E quando la Hughes (rieccola!) andò in fuga da sola fu l'Olanda a dover chiudere, con relativo dispendio di energie. Poi la volata fu decisa da un paio di episodi (Baccaille mostruosa ed urto tra Vos e Teutenberg), ma l'Italia sfruttò la forza di Vos & Co.: «C'è una ragazza in fuga? Ok, o la riprendete voi o lo vince lei il Mondiale», dissero in sostanza le azzurre. Furono premiate.
Alla fine comunque la Vos non fa pesare - anzi - i suoi successi ed il suo dominio (che pure nell'arco dell'anno va a periodi), quindi in gruppo è tutto sommato benvoluta. Parlando con questa o quella non mancano però segni di scoramento dinanzi ad una che, sia volata, salita, discesa, breve crono (sulle lunghe distanze ci sta lavorando), se presa al 100% della forma (ma pure meno) vince facile.
Ah, scusa la lunghezza ma in due righe non riuscivo a spiegarmi (non so nemmeno se ci sia riuscito in queste 345...).