Viaggi in bicicletta

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Zanarkelly
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Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da Zanarkelly »

3D dedicato a chi vuole fare viaggi con la propria amata bicicletta, corti, lunghi o lunghissimi che siano.

Al proposito, segnalo il bellissimo sito di un bel personaggio da sbarco italo-argentino-bresciano che è in procinto di partire per un viaggio che, più che un viaggio vero e proprio, potrebbe essere meglio definito come una scelta di vita: la TransAmerica, 40.000 km dalla Terra del Fuoco all'Alaska, da fare in poco meno di tre anni.

http://www.recondoontheroad.com/

il sito tra l'altro è fatto veramente bene ed il ragazzo mi sembra organizzatissimo, anche se si è caricato come un mulo: l'attrezzatura, con le borracce e la tanica vuota (con tutto pieno aumenta di quasi 15 kg), pesa oltre 58 kg.

Sono curioso di sapere come gli andrà questa avventura. In ufficio sono già partite le scommesse su dove gli verrà rubata l'attrezzatura per fotografie e riprese: io gli ho dato fiducia e ho puntato sul Messico (il Chiapas non perdona!), ma i miei colleghi gli hanno dato poche settimane

In fondo lo ammiro, anche se provo un po' di odio per lui, dovuto in parte all'invidia di poter partire senza avere pensieri o responsabilità verso nessuno, in parte perchè mi sembra in un certo modo offensiva questa capacità di saper organizzare un'avventura del genere, soprattutto nei confronti di chi, come me, non saprebbe spingersi oltre una Tirreno-Adriatico (organizzata da una vita, ma mai realizzata).

Comunque un in bocca la lupo a Matias


Al mondo esistono due categorie di ciclisti: quelli che appartengono al Lando Team e ... quelli che vorrebbero tanto appartenervi
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Bitossi
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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da Bitossi »

Io rilancio con la Lhasa-Kathmandu, compatibile persino con un periodo di ferie...
http://maps.google.it/maps?f=d&source=s ... 4&z=7&pw=2

Sono circa 1.000 km, fattibili in 10/15 giorni, ovviamente in MTB, e con dislivello negativo... :mrgreen:

Pro:
- si può fare in gruppo
- è un tragitto piuttosto battuto, grossi rischi = zero
- possibilità di deviare verso l'Everest Base Camp

Contro:
- il periodo migliore non è quello estivo (monsoni)
- i cinesi ti starebbero alle costole; quindi o si viaggia illegalmente o bisogna farsi organizzare il tutto da qualche tibetano residente in Nepal, che saprebbe anche come fare a seminarli...



PS: per il nostro amico argentino-bresciano, prima del Messico c'è la Colombia...


Immagine
Ringrazio la mia mamma per avermi fatto studiare da ciclista
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Zanarkelly
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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da Zanarkelly »

Bitossi ha scritto:Io rilancio con la Lhasa-Kathmandu, compatibile persino con un periodo di ferie...
Sono circa 1.000 km, fattibili in 10/15 giorni, ovviamente in MTB, e con dislivello negativo... :mrgreen:
Pro:
- si può fare in gruppo
- è un tragitto piuttosto battuto, grossi rischi = zero
- possibilità di deviare verso l'Everest Base Camp
Contro:
- il periodo migliore non è quello estivo (monsoni)
- i cinesi ti starebbero alle costole; quindi o si viaggia illegalmente o bisogna farsi organizzare il tutto da qualche tibetano residente in Nepal, che saprebbe anche come fare a seminarli...
Il Pro più invitante, dal mio punto di vista, sono sicuramente i 1000 km in discesa :D ma i contro non mi sembrano di poco conto.

Sempre premettendo che non sono mai riuscito a fare neanche una Tirreno-Adriatico, sarebbe stupendo anche fare il giro del Lesotho con partenza ed arrivo da Durban e passaggio dal famoso Sani Pass.
Bitossi ha scritto: PS: per il nostro amico argentino-bresciano, prima del Messico c'è la Colombia...
Sono stato molto in dubbio anch'io per la Colombia, ma c'era già uno che ha scommesso su quella e non volevo dividere una eventuale vincita.
Intanto in uffico stanno cominciando le quote per le scommesse sulla vita della batteria del portatile: su quelle credo che punterò su una vita molto corta, confidando nel freddo della Patagonia


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Maìno della Spinetta
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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Non saprei dove metterlo,
è ciclismo pedalato, è un lungo viaggio.

il 12 giugno passo a comprare i biglietti per l'autobus verso il passo del gran san bernardo, poi vado a comprare una sacca da trasporto bici. Smonto, imbusto, e con la mia ragazza la mattina del 13 faccio questo viaggio fino al colle. Lì ci incontriamo con un gruppo di americani che verranno in sella con me. Il 14 si parte. Dal gran san bernardo a Ivrea. Lunga discesa, tutto il saliscendi sul fianco destro della valle, un vento mostruoso tra saint vincent e verres (mi è sempre successo di incontrarlo lì.... la valle è come un imbuto) e poi giù a menare fino a Ivrea. Un amico schiocca la catena (Shimano, ahi ahi ahi...) e si fa recuperare dal pulmino guidato dalla mia ragazza e dalla soella di uno dei pedalanti.

Personale sfizio della giornata: mentre 4 pedalanti e le due guidatrici facevan foto a Bard, io e un altro ciclista scaliamo il Forte: fantastico, da fare, vista sulla valle mozzafiato.

Il 15 giugno la tappa piatta della giornata, da Ivrea alla Certosa di Pavia, tra le risaie e la piana noiosa. Subito un diversivo al lago di viverone, con un paio di km non segnalati dalla carta in strada bianca. Le nostre bdc sopravvivono, e la sosta a Vercelli, con visita alla splendida Sant'Andrea ci ripagano della polvere mangiata. Gli americani insistono per tirare senza pranzare, io vado in crisi di fame (non mi succedeva da un Mortirolo fatto N anni fa) e dopo il ponte a barche di Bereguardo mi sparo un panino immenso condito con 3 borracce fresche di fontana.

La terza tappa vedrà l'arrivo sull'appennino, ma la posterò domani. Ciao, a presto.


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Maìno della Spinetta
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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

altre due tappe del mio lungo viaggio italico.
16 giugno si riparte con una visita alla Certosa di Pavia (chi non l'avesse mai vista faccia un viaggio, ne vale la pena(, e poi dopo una decina di chilometri di ciclabile lungo il Naviglio visitiamo rapidamente anche Pavia. Poi si affronta la parte peggiore del viaggio, le statali: mi piazzo davanti ai 40 all'ora per fare il ponte della becca, 10 km a tutta con uno che mi dà i cambi e gli altri a ruota a sbanfare. poi svolta a sinistra, costeggiando il Po, in ambienti meravigliosi di paesini, golene e campi. Atmosfere guareschiane, e per la prima volta lascio i miei lidi battuti per andare in terre poco note. Rientriamo su Castello san Giovanni, proseguiamo vero l'interno per evitare la statale e poi pieghiamo a sinistra verso Piacenza. Fa un caldo mostruoso, ma memore della lezione del giorno prima (crisi di fame) mangio e bevo in abbondanza. La sosta a Piacenza è bella, con un salto al Duomo. Poi si riprende verso Castello Arquato. La strda è brutta, tanti camion e fondo spesso sconnesso. Arrivati a Grazzano facciamo una prima sosta. Poi prime salite, picchiata e risalita verso il meraviglioso borgo medievale di Castello Arquato, e poi Lugagnano e nuova salita. Tre strappetti che battezzano le gambe dopo 3 giorni di pianura.

Il 17 ripartiamo da Lugagnano, subito salita, due salite da 4 km l'una per arrivare a Vigoleno: altro borgo medievale perfetto e antico. Riempio le borracce e faccio qualche foto coi compagni di ventura, le due donne che chiudevano il gruppo con me. Gli altri front runner hanno sbagliato strada, li rivedremo solo dopo, a Tabiano. Ancora saliscendi su Salsomaggiore, quindi l'erta verso TabianoCastello. L'ennesimo castello di giornata, mi rendo conto che l'Italia è veramente un posto fantstico. I miei amici americani riempiono le loro memory card di foto e cercano disperatamente spazio nei dischi fissi degli amici per scaricare foto. Ripartiamo con un'altra salitella e poi via di nuovo verso Fornovo. Ci aspetta la Cisa. Pausa borracce, e via di rapportino. Mi fermo per alzare la sella, parto come ultimo molto staccato dagli altri. Irprendo subito i due lenti del gruppo, m'immagino già che i due frontrunners si siano involati. Nel mezzo rimane un'amica che è gravemente malata, americana, e che ha la passione delle due ruote. La raggiungo, mi offro di fare la salita con lei, e di accompagnarla pregando. Sta andando a Roma con noi per chiedere la grazia di una guarigione, e intanto pedala... e anche forte. La Cisa è una strada molto bella, spettacolare, spesso ventosa, con panormai sempre diversi. A un certo punto vedo un cicliegio, mi fermo, mangio tanti frutti, e poi ne tiro su una manciata. Scatto e raggiungo di nuovo la mia amica. Saliamo chiacchierando e mangiando insieme quelle poche amarene che ci stanno in una mano. Poi a Cassio troviamo gli altri, metto la mantellina e scendiamo. Quindi di nuovo su, verso Berceto. Il paese medievale ha un castello e una chiesa bellissime. Ci fermiamo nell'ostello, stanchi di tanta salita (quattro salite brevi nell'appennino, e poi la salita di Cassio e quella di Berceto nel finale), chiedendo un posto dove mangiare. Ci segnalano un'osteria dove per 25 euro ci ricoprono di funghi, cibi e vini. Gli americani del gruppo non hanno parole, sanno solo dire per ogni cosa "it's so good!", e io mi godo il meritato rifocillamento.

Il 18 giugno è la volta di Portvenere, San Piero a Grado, Pisa e Ponte a Cappiano, ma ve lo racconto un'altra volta. Ora è tempo di lavorare di nuovo.


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Maìno della Spinetta
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Re: Viaggi in bicicletta

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il 18 giugno ripartiamo tra le nubi, arriviamo in cima alla Cisa senza che si veda un tubo, poi ci lanciamo in discesa, passiamo da Pontremoli, Aulla, salitella, La Spezia, e lungo giro attorno al Golfo di La Spezia. Tuffo in mare, giro per le viette della meravigliosa cittadina ligure, passeggiata lungo le mura, e poi di nuovo in sella, controgiro del Golfo, La Spezia di nuovo e salita a tutta verso Montemarcello. Nubi bassissime, molto umido, vado a tutta per prevenire la pioggia. Stacco i compari e sento che finalmente le gambe iniziano a girare come vorrei. Poi discesa su Bocca di Magra, e un'altra notte fuori.

Il giorno dopo ripartiamo. è domenica e la Versilia ci logora col suo traffico. Incrociamo centinaia di altri ciclisti. Poi puntiamo su Pisa, e l' giriamo a destra verso San Piero a Grado. Visitiamo la chiesetta (meravigliosa) medievale, tutta affrescata, e poi ritorniamo verso Fucecchio. Un amico rompe la tacchetta, facciamo un detour verso il Decathlon che purtroppo è chiuso (dannazione! A Milano sono aperti i Decathlon la domenica!!), riprendiamo in un simil baracchi tra i 38 e i 44 all'ora. Dopo una decina di KM raggiungiamo gli apripista, Ponte a Cappiano è vicino, e i colli toscani ci circondano con la loro bellezza. La padrona del B&B ci fa ribollita, pasta alla boscaiola e due fiorentine come si deve. Conosciamo la famiglia tra chiacchiere in inglese e in italiano, traduzioni varie e commenti sul nostro viaggio.

Lunedì 20 giugno riprendiamo verso sud: destinazione Monteriggioni. Arrivando in Toscana ho abbreviato le tappe per la gioia turistica degli amici a stelle e strisce. San Miniato, Montaione, poi San Gimignano. E poi? La prima e unica caduta nel gruppo: un bambino sfreccia contro la ruota del nostro Lance Armstrong che si cappotta per le vie di San Gimignano. Umiliato, terrà il muso per 2 giorni (alla faccia... sembrava un bambino). Ci godiamo tutto il ciclo di affreschi di Santa Fina, giriamo per la cittadina beatamente, e poi Discesa, colle val d'elsa, e l'ingresso trionfale nel castello di Monteriggioni. Fantastico posto. Se non ci siete mai stati ne vale la pena, anche perché arrivare con la bici in un posto del genere e fermarsi a dormire nell'ostello (è accanto alla chiesa) è economico e bellissimo.

Prosegue...


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Maìno della Spinetta
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Re: Viaggi in bicicletta

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L'avventura verso Roma riparte il 21 da Monteriggioni. Il primo stop fissato è a Siena, dopo pochi chilometri, per poter visitare con calma la città, e potere finalmente avere qualche momento per stare un po' da soli. Le coppie sposate si involan per musei, io ne approfitto per mangiare tantissimo con la mia ragazza, vedere il palazzo del potestà e il Duomo. Poi di nuovo in sella, verso la cassia. Non prendiamo la statalona, ma quella vecchia.

La campagna che sta a sud di Siena è famosa in tutto il mondo, non credo debba aggiungere molto. Le strade a fine giugno eran tutte circondate da larghi poggi ricoperti di grano maturo. Un leggero spirito scuoteva le capoccione zeppe di semi, e pedalare, nonostante il caldo, aveva un non so che di magico, di non affaticante. Passiamo radi bivi mantenendo spediti la rotta verso sud.

La tappa è breve, arriveremo a Bagno Vignoni. Le tappe del giorno prima e di questo le avevo tracciate apposta brevi, 80, 90 km, perché a metà pellegrinaggio, così se qualcuno fosse andato in debito avrebbe avuto modo di recuperare.

Arriviamo al bivio di Montalcino ed i tre con la gamba decidon di prender verso destra: la tappa è corta, ci sta l'ascesa alla capitale del vino. Io e altri due americani ci lanciamo in una salita dolce e mai a strappi. Gli altri proseguon sulla Cassia. Si allargano attorno a me tutte le colline, ora l'occhio corre ancora più libero. Il mondo attorno a noi è estenuato dal lungo caldo pomeriggio. A noi - pensa un po', caro Severgnini! - tornano le forze, e meniamo sui pedali: finalmente "liberi" dai più stanchi del gruppetto, meniamo a più non posso, saliamo sui pedali scambiando due battute, e poi pensando a salvare il fiato. Finalmente in paese, via per i vicoli, si punta alla rocca e poi alla chiesa in cima. Uno spettacolo. Ancor più bella la discesa verso sud, sul versante opposto a quello da cui siamo saliti. Ampi curvoni, velocità costanti, e tanto sole al tramonto.

L'ultima mezzora è una menata a tutta verso San Quirico, e poi giù su Bagno Vignoni, dove l'ennesimo agriturismo ci accoglie con dell'ottimo Orcia ("I want a coke", disse la contadina americana che mai era uscita dagli USA in vita sua. La vecchia dell'agriturismo la guarda stralunata, tira fuori vino e acqua, un vino buono, pieno, ma lei niente "I want a diet coke"; finché la figlia, forse, ma guarda un po', non si ricorda di avere una bottiglietta di coca dimenticata da chissaquando in un armadietto. Impolverata, la tira fuori. Un incontro tra marziani: la contadina dell'Indiana con la contadina della Tuscia.

Alla sera cuciniamo come dei matti. Sbevazzo allegramente. Lontano si vede la torre di Vignoni. Oltre, il Monte Amiata. Non c'è luce attorno a noi, le abitazioni sono lontane. Villaggi non se ne parla nemmeno. La notte cala, e come d'incanto, uno stormo di lucciole accende le colline attorno a noi a perdita d'occhio.
La bellezza, la stanchezza, la vicinanza della mia ragazza: ormai è quasi fatta, Roma è vicina, posso finalmente andare a dormire con una grande pace addosso.


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Maìno della Spinetta
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Re: Viaggi in bicicletta

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Da San quiri o d'Orcia si ripartì per il penultimo dei giorni di viaggio. Il pulmino ci scarrozza fino alla fine dello sterrato al 15% dell'agriturismo, mettiamo il casco e ripartiamo. Fondovalle pesante con Pienza all'orizzonte. Io, senza casco, vengo riproverato da tutti gli americani. Faccio notare che andiamo sgranati, a 30 allor, e che siamo su una mulattiera senza traffico. Loro rincarano la dose. Faccio notare che il casco lo uso sempre, ma non nel deserto. Rincarano la dose. Gli faccio osservare infine che in Italia non dobbiamo scrivere sulle pentole "se è calda scotta", o per le strade "attenzione, traffico di macchine", perché sappiamo distinguere tra l'ovvio e il dubbio, e le nostre leggi sulla responsabilità civile non sono state scritte pensando agli idioti (categoria che si traduce con "customers") ma al "buon padre di famiglia" (ah, il caro vecchio diritto romano...). E lì non rispondono.

0 villaggi. 0 fontane pubbliche. gola riarsa, sole a picco. Cerco l'ombra a destra e a sinistra della strada (sei matto?!?!?!, mi gridano dietro. Faccio notare che si vede a perdita d'occhio e che non c'è nessuna macchina Stavolta non fiatano più), poi mi lancio sulle rampre verso Radicofani: ormai la gamba è vellutata, ogni volta che chiamo risponde, la bici va a destra e a sinistra, forzo e non faccio nemmeno fatica. Vedo spuntare la Rocca, infilo il bivio del paese e mi inerpico sul ciottolato grezzo. Una, due, tre chiese. Vediamo una galleria di ceramiche di Della Robbia che non finisce più. Il parroco, simpaticissimo, ci spiega tutto della chiesa, dell'acustica, del paese. Ci fa anche dire messa. Poi riprendiamo la pedalata, dopo il panino più posso della terra nella piazzetta del paese. La discesa è facile, lo strappo di Acquapendente è ridicolo. Ormai si sente il profumo di Roma, si vola senza colpo ferire. Scendiamo in picchiata sul Lago, poi passiamo Bolsena, il tempo d'un bicchiere d'acqua e poi su, verso Montefiascone. Il tramonto sul lago mozza il fiato. Mobilito mezzo paese per ottenere il timbro sulle credenziali della via Francigena. Tutti cordialissimi, conosco il capo della Polizia locale. Mi racconta del paese. Me lo giro con la BDC da palmo a pamlo, le ruote rimbalzano su gradini e ciottoloni, ma ormai è fatta: è l'ultima notte prima di Roma.

All'agriturismo prepariamo pollo, pasta, insalate... gli americani ormai hanno perso ogni pudore. Partivano con l'idea di perdere qualche chilo mangiando poco, e ormai ammazzati dalla fatica si abbottano sul cibo come Totò. Uno mette il pollo direttamente il pollo al limone sulla pasta al pomodoro. L'ambiente aristocratico si scioglie in una rincorsa silenziosa e fantozziana alle calorie. Io, beato, mi guardo la cartina e ripenso a tutti i chilometri fatti: "il pollo me lo mangio anchio a quintali", penso "ma senza la carne almeno..."


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Re: Viaggi in bicicletta

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Minchia Maìno!!!!! TI stimo!!!

spero di poter fare una cosa simile anche io in bici prima o poi.

Dopo la maturità avevo in mente di andare in Sicilia in bici, come fece mio padre nell'estate del 1960 (da Conegliano veneto a Siracusa in bici in 9 giorni, scrissi pure un racconto sul vecchio forum) ma in realtà non siamo mai riusciti ad orgnaizzarci e ora me ne pento amaramente!

Magari fra qualche annetto quando Gabriele sarà cresciuto si potrà fare una cosa simile organizzandomi con qualche testa matta come me...sperem!


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Maìno della Spinetta
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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Attendendo di fare la Brescia-Palermo con Robby,
giungo all'ultimo giorno: il 23 giugno, da Montefiascone a Città del Vaticano. I sei ciclisti e i due sul pulmino si preparano di buon ora. La pastona e il pollo avanzato il giorno prima vengono ampiamente terminati a colazione. Salutiamo i verdi prati dell'agriturismo e ci lanciamo immediatamente in una dolce discesa che porta a Viterbo. La cittadina laziale offre alcuni scorci magnifici, un po' di pavé, e tanta confusione di strade e stradine. Il risultato è che ci ritroviamo all'imbocco della salita del Lago di Vico più a sud di quanto desiderassimo, così, invece di salire dal versante nordoccidentale saliamo da San Martino. Prime rampe già toste, poi un drittone porta alle mura di san Martino. Fa tanto caldo, la salita è dura, ma il peggio deve arrivare. Subito dopo il paese una rampa di garage. Il bosco è fitto, umido e fresco, una benedizione, ma le pendenze stan ben sopra il 10 per cento, Sarà così per tre chilometri. Io sfoggio il mio 34x26 delle grandi occasioni, e mi metto a mulinare che è un piacere. Era da tempo, forse 5 anni, che non salivo così facile. Alcuni amici arrancano. Un paio in particolare li perdo subito con la faccia contratta. Riesco anache a parlare col pulmino comunicando il cambio di itinerario, così in cima ci accolgono gatorade, banane e biscotti. Ad uno ad uno sbanfando, pavonazzi in volto, arrivan tutti gettandosi su cibo e bevande: il caldo e la salita hanno inciso parecchio...

ma ormai è fatta! Manca solo il tempo di scendere e girare attorno al Lago di Vico in una tavolozza d'asfalto nero macchiato di bianche pozze di luce tra le foglie, di puntare verso Chiusi, di superare qualche altro ciclsita sofferente (mamma mia che caldo!) che va verso il lago di Bracciano e poi di nuovo a veder l'acqua e i suoi barbagli accanto. L'ultima salita, l'ultima discesa. Ormai le gambe girano da sole. Mi metto in testa al gruppo regolare attorno ai 35, non chiedo alcun cambio, tiro dritto per la Storta, e poi via da Monte Mario verso il Vaticano. Sbuchiamo a un tiro di schioppo dal colonnato, ma io tiro dritto: dopo 1000 e più km di viaggio e deviazioni, di castelli, villaggi e salitone, non c'è "ma" che tenga: io a San Pietro ci voglio arrivare partendo da Castel Sant'Angelo. Mi tuffo nel traffico, dietro continuano a dirmi che il Vaticano è dall'altra parte, e io faccio finta di non sentirli.

Poi il Palazzaccio, il Tevere, due giravolte tra parchetti e aiuole, quindi Castel Sant'Angelo.

Ci ricompattiamo. Siamo insieme, svolta a destra ed ecco via della Conciliazione, l'obelisco e la facciata. Nessuno mi chiede più perché abbia allungato la strada. Ci scambiamo degli sguardi, qualche ululato di gioia. Io guardo solo davanti a me. Ripenso a tutte le facce dei miei amici, a tutte le ferite non richiuse, a tutti i dolori che in un modo o nell'altro negli ultimi mesi hanno fatto parte della mia vita. Li prendo con me, mi ripeto i loro nomi che mi hanno accompagnato per tutti quei chilometri, e sostenuto quando ero stanco, e fatto compagnia quando alla fatica del pedale si accompagnava quella del dovere organizzare tutto. Pesto sui pedali pensoso e felice. Non parlo con nessuno, ogni pedalata è densa di significati. Il pavé fa compagnia. La fame non la sento più. La faccia non brucia nemmeno. C'è solo posto per un immenso sollievo, per dei grandi respiri.

E poi, di colpo, il colonnato del Bernini. La folla sparisce, tutto sembra girare attorno a quell'obelisco donato chissà quanto tempo addietro. Guardo in faccia i miei compagni di ventura venuti dal lontano Indiana. Ci abbracciamo. Ci son facce contente e facce commosse. Il mio contachilometri segna 1092 km da quel primo giorno, in Svizzera, al San Bernanrdo. In mezzo Fenis, Bard, la Certosa, Sant'Agostino, Castell'Arquato e Grazzano. L'Hotel distrutto a Cassio, la nebbia sulla Cisa e i funghi di Berceto (e le focacce di Pontremoli). La pioggerella di Portovenere, la rabbia a Montemarcello, la folla in Versilia e la bellezza di San Piero a Grado e della Toscana. La mia ragazza accanto tra Monteriggioni e le vie di Siena. I panorami che molciscon l'anima di Lugagnano e Bagno Vignoni, lo spettacolare panorama di Montalcino e Montefiascone. Sono tutti con me, li porto tutti con me, assieme ai nomi delle persone che hanno pedalato con me, rintronando nella mia testa per quei chilometri di strada.

Una foto insieme, sorrisi larghi e felici, ci abbracciamo.
è fatta. Il resto parla di musei e di scavi archeologici, forse una delle cose più emozionanti dell'intero viaggio (mai scesi negli Scavi Vaticani, tra tombe romane e ossa di martiri?),parla di una processione tra il Laterano e Santa Maria Maggiore, parla di musei vaticani meravigliosi, e di passeggiate e trattorie romane che strappano di colpo dai nostri tempi spedendoci diretti nella poesia di anni passati. Poco ciclismo pedalato, ma un paio di giorni di serenità prima che un notturno con cuccette riportasse me, la mia ragazza, e una grossa borsona nera con dentro l'arnese di tanta passione smontato e ripiegato, verso Milano

Gli americani hanno l'aereo: io ho una cuccetta con la ragazza, un fattone dei navigli, e un napoletano simpaticissimi. Il mio viaggio continua a essere da sogno persino sul treno del ritorno.


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Plata
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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da Plata »

Maino, ti faccio i miei complimenti più sinceri... sia per il vaiggio che per i racconti. Sono quelle cose che ti rimangono dentro a lungo, e il tuo modo di vivere il lungo tragitto te lo farà rimanere impresso per sempre.

È una cosa che sogno di fare anche io, proprio nel modo che tu hai fatto. Senza gli estremismi da Rando e con quel pizzico di ritmo giusto per non far diventare ogni tappa una lunghissima giornata in bici...

:clap: :clap: :clap: :clap:


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desmoblu
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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da desmoblu »

Appena ho tempo vi riporto il diario di bordo delle mie vacanze in bici. Sui 700 km in solitaria in Toscana, tra Pisa, Costa degli Etruschi, Piombino, interno grossetano, Senese, prov. di Firenze e ritorno. Come al solito mtb+borse+zaino+tenda e sacco a pelo, ultimi giorni in camping selvaggio..


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desmoblu
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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da desmoblu »

Ok, è estate ed è tempo di emigrare. Dopo qualche giorno passato a riprendere confidenza con le salite delle mie valli, parto per la Francia. Nei prossimi 4 giorni ho in mente Izoard, Galibier, Granon e Alpe (d'Huez, ça va sans dire). Dimenticavo: parto con la fida mtb, le due enormi e odiate borse posteriori, lo zaino da montagna, tenda e sacco a pelo e fornelletto.
Tornato (vivo, spero) mi concederò una notte di riposo in letto regolamentare e ripartirò.
Tragitto? Torino-Pisa, da coprire in 4 giorni. La prima tappa terminerà col mio accamparmi in Langa, da qualche parte.
La seconda (sui 120 km) mi porterà a scollinare in Liguria e avvitarmi su Genova. A questo punto le spalle saranno già irrimediabilmente tagliate.
Da lì devo arrivare a Spezia (tanta salita, tanta), e poi Pisa.
Mi sembra un programma decente (o forse sono gli psicofarmaci).


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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da robby »

spettacolo grande Desmo...fammi provare un po' di sana invidia!


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Re: Viaggi in bicicletta

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Bitossi ha scritto:Io rilancio con la Lhasa-Kathmandu, compatibile persino con un periodo di ferie...
http://maps.google.it/maps?f=d&source=s ... 4&z=7&pw=2

Sono circa 1.000 km, fattibili in 10/15 giorni, ovviamente in MTB, e con dislivello negativo... :mrgreen:

Pro:
- si può fare in gruppo
- è un tragitto piuttosto battuto, grossi rischi = zero
- possibilità di deviare verso l'Everest Base Camp

Contro:
- il periodo migliore non è quello estivo (monsoni)
- i cinesi ti starebbero alle costole; quindi o si viaggia illegalmente o bisogna farsi organizzare il tutto da qualche tibetano residente in Nepal, che saprebbe anche come fare a seminarli...



PS: per il nostro amico argentino-bresciano, prima del Messico c'è la Colombia...
Ho provato a noleggiare una MTB a Kathmandu a gennaio e mi pare fantascienza... percorsi da guerra, traffico da paura, altitudini proibitive con smog e polvere everywhere, rischio di imboscate criminali a ogni valico, comunisti, vacche, cani, scimmie, pushers e impossibilità a entrare in Tibet senza un'autorizzazione speciale che non vi rilasceranno mai.


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Bitossi
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Re: Viaggi in bicicletta

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Principe ha scritto: Ho provato a noleggiare una MTB a Kathmandu a gennaio e mi pare fantascienza... percorsi da guerra, traffico da paura, altitudini proibitive con smog e polvere everywhere, rischio di imboscate criminali a ogni valico, comunisti, vacche, cani, scimmie, pushers e impossibilità a entrare in Tibet senza un'autorizzazione speciale che non vi rilasceranno mai.
Scarse conoscenze, Prince. Diciamo che tu sei un turista, noi siamo dei viaggiatori... ;)


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Plata
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Re: Viaggi in bicicletta

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desmoblu ha scritto:Ok, è estate ed è tempo di emigrare. Dopo qualche giorno passato a riprendere confidenza con le salite delle mie valli, parto per la Francia. Nei prossimi 4 giorni ho in mente Izoard, Galibier, Granon e Alpe (d'Huez, ça va sans dire). Dimenticavo: parto con la fida mtb, le due enormi e odiate borse posteriori, lo zaino da montagna, tenda e sacco a pelo e fornelletto.
Tornato (vivo, spero) mi concederò una notte di riposo in letto regolamentare e ripartirò.
Tragitto? Torino-Pisa, da coprire in 4 giorni. La prima tappa terminerà col mio accamparmi in Langa, da qualche parte.
La seconda (sui 120 km) mi porterà a scollinare in Liguria e avvitarmi su Genova. A questo punto le spalle saranno già irrimediabilmente tagliate.
Da lì devo arrivare a Spezia (tanta salita, tanta), e poi Pisa.
Mi sembra un programma decente (o forse sono gli psicofarmaci).
A differenza di robby non mi fai per niente invidia... :D Ma ti ammiro per il progetto di questa impresa che hai in mente! È veramente notevole! ;)


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cauz.
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Re: Viaggi in bicicletta

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desmoblu ha scritto:Tornato (vivo, spero) mi concederò una notte di riposo in letto regolamentare e ripartirò.
Tragitto? Torino-Pisa, da coprire in 4 giorni. La prima tappa terminerà col mio accamparmi in Langa, da qualche parte.
La seconda (sui 120 km) mi porterà a scollinare in Liguria e avvitarmi su Genova. A questo punto le spalle saranno già irrimediabilmente tagliate.
Da lì devo arrivare a Spezia (tanta salita, tanta), e poi Pisa.
Mi sembra un programma decente (o forse sono gli psicofarmaci).
grandissimo, attendiamo il report. intanto buon viaggio :)

fammi sapere quando passi dal golfo del tigullio che mi piazzo sull'aurelia con una borraccia contenente il doping necessario. :sherlock:


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desmoblu
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Re: Viaggi in bicicletta

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da internet point franzoso, istantanea della rondreizend alla vigilia dell'alpe.
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Strong
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Re: Viaggi in bicicletta

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dove sei desmo?

comuque 30min di :clap:
io però non lo farei mai e poi mai... :)


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
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desmoblu
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Re: Viaggi in bicicletta

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ora sono vicino a le monetier, da domenica ho fatto torino-briançon, poi l'izoard e ritorno, poi lautaret-bourg d'oisans- alpe d'huez, poi alpe d'huez (di mattina, di nuovo)- lautaret- briançon. finora 390 km.
eccovi un po' di foto, poche perché sono un internet point. rimedierò quanto prima.

Alpe d'Huez salita di Olandesi
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La Rondreizend carica carica (ma lo zainone non lo porto fino in cima). Tornante 20, e cioè il secondo.
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Quivi mi accampo, intorno alle 20. Siamo proprio sotto Huez, tornante 7
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Questo sono io, immortalato all'arrivo (2a scalata, mattina)
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E qui una meritata foto ricordo, con pecure e brindisi a base di aranciata.
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Presto altre foto (e resoconto).È una minaccia... ;)


Fiammingo
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Re: Viaggi in bicicletta

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Sei un grande! :clap:


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Re: Viaggi in bicicletta

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:clap: :clap: :clap: :champion:


Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

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cauz.
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Re: Viaggi in bicicletta

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occhio che queste imprese ti stanno facendo il fisico alla froome/wiggins...
e qui mi sorge un dubbio, che il segreto del team sky sia il "tamango"? :crazy:


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desmoblu
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Re: Viaggi in bicicletta

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que viva tamango! :)


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desmoblu
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Re: Viaggi in bicicletta

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Bene, eccoci col resoconto.
Giorno 1, domenica.
Parto da casa carico ma non al 100%: zainone e tenda mi raggiungeranno al Monginevro per altre vie. La bici è sempre la Rondreizend, fida e solida mtb con gomme da 1" e tanti ammennicoli strani, affiancati per l'occasione da due portapacchi (di cui uno modificato in due punti dal sottoscritto) e dalle borse.
Che dire? Valsusa vento contro, nei tratti dove in genere viaggio ai 25 (scarico) ora sono sotto ai 10 nonostante spinga dei bei rapporti. Quando le raffiche si calmano schizzo ai 17-18-19. Non mi rimane che urlare e imprecare, sempre a volume altissimo. Salgo bene nonostante tutto, e nonostante una partenza molto ritardata. Odio le borse, da sempre, e mi ricordo subito come mai: devo aggiustarle con gli elastici per auto, se stanno in una certa posizione mi finiscono tra i raggi, se vanno in un'altra non riesco a pedalare perché sbatto col tallone. E poi pesano, ma soprattutto mi fanno pesare la bici e sul posteriore.. preferisco mille volte lo zaino e le spalle tagliate.
A Susa mi fermo a un l*dl e compro schifezzine, poi imbocco la (lunga) salita: Chianocco, Exilles, Oulx, Cesana. Il vento non si calma, ma almeno i posti sono un pochino più belli. E i nomi! Siamo in terra occitana e i paesi hanno i tetti di losa e nomi strani: Ramats, Ruinas, Deveys, Amazas, Solomiac..
A Salbertrand un po' di discesa, ma dura qualche tornante, poi c'è Oulx e a Oulx bestemmio forte contro chi ha voluto una pavimentazione in sanpietrini grigi e rosa: criminali! Non avete mai poggiato il culo su una bici.
Urlo questo ed altro, in modo decisamente signorile, passando per il paese invaso dai villeggianti. E poi...beh, c'è da salire a Cesana, e Cesana sembra non arrivare mai. E da qui c'è da salire a Claviere.. ed è salita vera, tosta, tornanti ripidi e gallerie, ampi tratti scoperti. Il sole è molto basso, il vento mi ha fatto perdere come minimo un paio d'ore e soprattutto mi ha stancato. Sulle rampe sento i crampi, mi fermo un attimo per fare stretching ma mi devo bloccare perché i muscoli (retto femorale, se v'interessa, è quello dietro) urlano. Piano, fesso, piano. Riprendo a salire e passo il confine al km 117. Poi Montgènevre (col cavolo che passo nel paese, mi faccio la galleria anche se vietatissima) e poi la relativa discesa. Veloce ma non troppo, e meno male: al fondo mi accorgo di un problema al freno anteriore, risolverò domani. Briançon illuminata, poi ancora falsopiano in salita per una decina di km.
Qui finisce la fatica per oggi, qualche centinaio di metri sotto i 140 km.


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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da Camoscio madonita »

Bravissimo :clap:
Mi hai fatto venire una voglia (pari all'invidia) di provare qualcosa di simile il prossimo anno!
:velocipede:


Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto, ma il primo vero amore non si scorda mai: Merano-Aprica, 5 giugno 1994.
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Re: Viaggi in bicicletta

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Ma cos'è quel bacco nero on la lucina rossa??? :dubbio:


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eliacodogno
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Re: Viaggi in bicicletta

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desmoblu ha scritto: A Susa mi fermo a un l*dl e compro schifezzine, poi imbocco la (lunga) salita: Chianocco, Exilles, Oulx, Cesana. Il vento non si calma, ma almeno i posti sono un pochino più belli. E i nomi! Siamo in terra occitana e i paesi hanno i tetti di losa e nomi strani: Ramats, Ruinas, Deveys, Amazas, Solomiac..
Chianocco...lungo la salita??? :uhm: Sicuro che le schifezzine del Lidl non fossero...allucinogene??? :bll: :D :D
A parte il lapsus un racconto bellissimo che mi fa sentire un po' una merda: un sacco di volte, percorrendo questa strada in macchina ho pensato a quanto fosse lunga e noiosa... per chi la fa in bici c'è solo stima! :champion: :cincin:
PS: la stima raddoppia per aver affrontato e sconfitto il simpatico vento valsusino!! :D


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Camoscio madonita
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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da Camoscio madonita »

Appena tornato da una bellissima uscita in bici! Era da quando sono salito sul Sestriere, due settimane fa, che mi balenava un'idea per la testa: provare la scalata al Col du Granon, partendo dal Monginevro.

Oggi sveglia di buon'ora (6:45) per evitare di arrivare sul Monginevro troppo tardi: i siti meteo infatti parlano dell'arrivo del vortice ciclonico di origine finlandese chiamato Circe (manco fosse di Terracina, mah!) ed ho tempo fino al primo pomeriggio prima dell'arrivo dei primi piovaschi.
Arrivo sul Monginevro alle 9:00: Circe ancora non è arrivata ma il freddo taglia le gambe! Così parto dal colle più imbragato di un palombaro e mi butto a capofitto verso Briancon: per i primi 3 km batto i denti dal freddo e soffro non poco, poi inizio ad abituarmi alla temperatura fresca.
A Briancon, imbocco lo strada del Lautaret e mi tolgo la pesante imbracatura: seguo il falsopiano molto trafficato per circa 3 km poi devio sulla destra direzione Saint Chaffrey. Un altro km e mezzo tra piccolo borghi del comune di Serre Chevalier e nel borgo di Villard Latè inizia la salita:

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dopo qualche centinaio di metri noto con piacere che ci sono le indicazioni sulle pendenze di ogni km. La salita inizia all'8%, i primi km non sono proibitivi ma duretti. Una piccola rampa nel villaggio successivo mi fa capire che le pendenze potrebbero aumentare, ma non è così. La salita prosegue regolare, mai eccessivamente dura.
Faccio una breve sosta a metà salita in corrispondenza di una graziosa e rinfrescante fontanella in legno
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Riparto e mi accorgo che le subito dopo il piccolo borgo di Les Tronchets le pendenze si fanno un pò più dure (10-11%). Ai meno 5 vedo una cosa che mi inquieta: il cartello indica che il km successivo ha una pm del 11,3%. Riprendo a salire e vengo superato a velocità quasi doppia da due dolci pulzelle: la cosa mi fa sentire molto schiappa, ma non demordo.
A poco meno di 3 km dalla vetta l'ultimo tornante: il paesaggio è brullo e soffia un vento molto gelido che aumenta lo sforzo. Ma ormai è quasi fatta: entusiasta dell visione delle prime case del forte sul colle aumento la velocità per lo "sprint" finale ed arrivo felice e soddisfatto sotto il cartello del colle, dopo un'agonia di un ora e 17 minuti

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Giusto il tempo dell fato ricordo, mi imbrago un'altra volta e giù verso Briancon, con sosta obbligata nel cartello che mi ha intimorito mentre salivo
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Shot at 2012-07-23
Dopo una discesa affrontata con prudenza, con sosta nella fontanella per uno spuntino, riprendo la valle e mi ri-spoglio.
All'inizio del falsopiano verso La Vachette vengo investito da un fortissimo vento contrario che rende pesante la pedalata e mi scoraggia parecchio per la salita. Fortunatamente appena iniziano i tornanti il vento si placa e la salita verso il Monginevro da questo versante è molto più pedalabile di quel che sembrava (il versante italiano fino a Claviere è molto più impegnativo): per tutta la salita incontro scritte del Tour 2011 per Velits, Vogondy e Voeckler soprattutto.
Arrivato in cima senza troppi problemi mi accorgo che qualcuno è arrivato prima di me...Circe!
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Il maltempo incombente non mi toglie il buonumore e non appena in auto inizio a fantasticare sulla prossima salita che affronterò: Izoard o Finestre? avrò un mese per rifletterci sotto il sole di Sicilia!

Giovanni


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Re: Viaggi in bicicletta

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Giorno 2: l'Izoard. Si sale sulla Luna.

Giorno 3: Huez
(...) E torniamo ad oggi.
Partenza di nuovo col vento contro, ma che farci? I 19 km per il Lautaret sono faticosì, fatti così, ma salgo bene, con un buon ritmo. A Le Monetier mi fermo per risistemare il freno davanti, e trovo un altro randonneur- francese- che mangia formaggio all'ombra della fermata del bus. Parliamo un po', ci scambiamo informazioni ed impressioni, spieghiamo i rispettivi percorsi e ci salutiamo col tipico bonne route/bon courage.
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Il Lautaret: tanta gente, tante moto, tanti ciclisti: ma buona parte di questi è venuta in macchina..
Mangio ancora mezzo ignudo, poi mi vesto per la discesa (sarà lunga). Parlo con un irlandese che mi chiede indicazioni per l'Alpe, gli do un paio di dritte su discesa e tratti in piano e poi si parte. Al primo paesino, però, vedo che mi aspetta, non è sicuro della direzione. Mi piazzo davanti e faccio strada con un "but I'ma bit slower than you, I guess". Facciamo filati la discesa, le gallerie sono buie (stronzi!) e fredde, io dove posso controllo se arrivano auto per fare traiettorie migliori. Mi levo guanti e mantella sulla discesa, mi rimetto i guanti (con le borse e ai 50 è un mezzo numero), senza mani. Alla fine del lago di Chambon l'irlandese mi dice che aveva caldo ma non ha la mia abilità nel levarsi le cose in marcia. Orgoglio.
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Ultima parte di discesa, veloce (freno ai 66) e siamo a 5 km da Bourg d'Oisans. Ora è lui a tirare, sul piano viaggiamo tra i 31 e i 36 ma rimango in scia. Della serie: l'acido lattico chissel'incula.
In paese ci separiamo, si accamperà anche lui sulla salita ma io voglio prendere due cose per la colazione. E poi la salita: sto bene e salgo bene, tanto che salgo fino a Huez e mi accampo al tornante 7 (Bugno), 1400 m. Il posto è bello, sono subito sotto il paese e proprio di fronte alla cappella di - con annesso cimitero. Benaugurante..
Mi piazzo tra aiuole belle e curatissime, mi accampo, mangio, toilette essenziale.
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Alle dieci sono già nel sacco a pelo, e ragiono su alcune cose, e scrivo alla luce della torcia. Sulla sinistra, più in basso, sento solo un torrente o forse una cascata. Mi tratto bene, stasera.

ps:
@Fiammingo, è un pezzo che ho saldato al portapacchi per appoggiare e legare lo zaino quando sono stanco.
@Elia: ...Chiomonte! Lapsus favorito dal non rileggere quello che scrivo. E dire che le conosco bene quelle zone, anche per altri motivi.. ;)


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Re: Viaggi in bicicletta

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Giorno 4:
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Mi svegliano le gocce sulla tenda, insieme alla luce. Piove? Un olandese mi piscia sulla tenda? Lo ammazzo.
E invece.
Mi vantavo del posto, eh? Mi esaltavo per le aiuole, eh? E invece, coglione, avrei fatto meglio a pensare a come i precisi- e facoltosi- abitanti di Huez tengano le loro fottute aiuole così bene: irrigatori.
Si attivano verso le cinque del mattino e vanno avanti. Io aspetto paziente, non c'è altro da fare. Poi faccio colazione, la salita man mano si accende e si popola.
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Smonto, ridiscendo un po', la riattacco. Tra Huez e l'Alpe ci sono i fotografi che ti immortalano e ti allungano un codice per comprare gli scatti sul loro sito. La seconda fotografa, di uno studio sull'alpe, mi fa i complimenti e dice che io sì merito la foto. Io, torso nudo e polsini gialli (v. foto più su), sorrido e faccio ok con la mano.
In cima arrivo fino agli impianti. E' pieno di stronzi-da-downhill. Ammiro la loro tecnica, io cadrei e mi ammazzerei, ma disprezzo il loro arrivare in cima col suv e il loro salire bici in spalla sulle funivie. E la polvere che alzano scendendo.
Mettete il culo su una bici (non necessarimente carica come la mia), salite e poi ne riparliamo.
Brindo ad aranciata ghiacciata, poi scendo e mangio intorno al 5° tornante, buttato a bordo strada. La discesa è veloce e io un po' incosciente (riprendo altri ciclisti? certo...): passo i 73, che con queste borse pesanti e traballanti è qualcosa.
E poi Bourg d'Oisans, e il ritorno sotto un sole feroce: da qui i km all'insù per il Lautaret sono una quarantina.
A Freney (è come Asti, o la Valsusa: mi ci capita sempre qualcosa..) foro su un bullone. La camera mi illude per 500 metri, e poi cede. Quella dietro, ovvio.
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La cambio sotto il sole a picco, o meglio armeggio per quasi un'ora con le toppe che non tengono: faccio non più di 5 km in salita (Chambon) e devo rifare tutto da zero. Siamo sulle rampe dopo la diga.
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Riprendo, nonostante il tempo perso cerco di restare lucido e di non pensare a distanze e orario. Ma cavolo, per una volta che potevo scollinare ad un'ora decente..
Comunque sto bene, non mi affanno, prendo schifezzine a La Grave e mangio man mano. Sono un po' stanco ma questo tratto non l'ho mai fatto così bene (in senso relativo, visto il carico, se non assoluto). Se lo sapessero i ciclisti che mi facevano i complimenti sulle prime rampe! Girare così carichi, e a questa maniera, significa anche questo.
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(la v massima, presa giù dall'Alpe)
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Comunque, scollino dopo le 20 e sul Lautaret c'è ancora luce: un verde dorato ed elettrico di cui mi nutro. Scendo toccando i freni due volte soltanto, per il resto rimango spianato sulle appendici. Prendo i 66-67, la strada è liscia e quasi deserta.
Verso le ventuno sono docciante. Domani riposo.
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Re: Viaggi in bicicletta

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presto in arrivo il resto (altra minaccia!)


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Re: Viaggi in bicicletta

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:clap: :clap:


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Re: Viaggi in bicicletta

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Ok, seconda parte in breve:
parto da Torino con la spalla che fa male per la caduta e in ritardo di un giorno, passato a riposo. Questo mi porta a caricare la bici sul treno nella prima tappa (astigiano e prov di Alessandria). Nonostante il biglietto sia per Genova, scendo a Serravalle e passo in Liguria con la bici. Scollino e scendo a Genova dal passo dei Giovi.
Da lì si pedala verso est, passando i vari paesi sulla costa in un su e giù continuo fatto di palme, agavi, motorini, ville del seicento, cancelli e mare. Sori, Recco, la Ruta di Camogli, Rapallo, Zoagli.. e ancora salita, per fermarmi a Sestri Levante. Non ho voglia di montare la tenda, e già sogno una nottata in spiaggia quando il vento comincia ad alzarsi deciso. Tramonta anche l'opzione panchina, dormo seduto per terra nel parcheggio della coop, nel posto più riparato possibile in mezzo a cartoni e rami che volano.
Il giorno dopo si va verso le Cinque Terre, anzi si va proprio alle Cinque Terre. Tantissima salita, anche dura, perché scelgo la provinciale che sale e scende in ciascun paese. Attenzione: il Corriere dice che "è tuttapposto", e NON è così. Ad esempio tra Vernazza e Corniglia la strada è piena di frane (che passo con slalom su strade mangiate) ed in particolare è divorata da una vera e propria voragine. Contro questa non posso fare nulla, sono costretto a tornare a Vernazza (la strada è ridotta a una mulattiera) e superare il tratto franato in treno. Corniglia, poi Manarola e Riomaggiore. Ecco, queste sono effettivamente a posto, strade perfette, turisti, colori. Forse sono anche più belle di come le ricordassi. Vado a conquistare Riomaggiore verso sera, mangio farinata e ceci e poi vedo dove accamparmi. Accamparmi? Di nuovo il vento, fortissimo, io penso che il karma esista e che il mio sia pessimo. Dormo su una panchina, bici legata a fianco e zaino legato alla bici.
Il giorno dopo è in gran parte di riposo: bagni e tuffi e chiacchiere in francese e in inglese. Tuffo di rito dalla scogliera, rocce alte. Lascio verso le cinque, tra i commenti e gli incoraggiamenti della gente (io credevo che m'avrebbero sparato per il camping sauvage, e invece erano umani) e immerso in un caldo assoluto, torrido. Mentre salgo l'ennesimo muro mi sudano le palpebre, per dire. Le spalle invece sono tagliate già da qualche tempo (e in spiaggia me ne vergogno sempre un po'). Passo a Spezia, poi continuo perché voglio arrivare in Toscana. Scelgo di raggiungere Carrara, ignorando ("ma si, per oggi non sto a cambiare la cartina, non tiro fuori quella della Toscana..") che in realtà per Carrara c'è una deviazione di qualche km, un viale drittissimo in falsopiano che al buio non finisce mai. Ancora vento contro, come ho trovato praticamente sempre, tante bestemmie, stanchezza. La schiena è a pezzi, le spalle anche, ma raggiungo il centro e, in mezzo a ragazzini che si rincorrono e spacciatori e pensionati, mi adagio in un parco pieno di statue. Ovviamente non posso aprire la tenda, così di nuovo sacco a pelo e bici a fianco. All'alba riparto, vado verso Massa e poi verso Viareggio, e qui prendo l'aurelia nuova.. e cioé un viadotto in stile autostrada, con dugento corsie e macchine ai 90 (cioè, il limite ai 90..). Nessuno mi falcia, sopravvivo, e dopo un tratto di caldo e fatica e male fisico, passato a contare i segnali ogni 100 metri tanto per far qualcosa, arrivo a Pisa. Km sulle spalle (tagliate) 800 circa.
Qualche immagine:
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(le altre arriveranno, comunque sono qui http://umbertomassa.info/gal/gal2.html)


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Frieden
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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da Frieden »

Mi è capitato di vedere un bel documentario pedalato in Tibet. Alcune volte si è discusso su questa meta, spero possa esservi anche utile oltre che piacevole da guardare.

Riporto la descrizione:
Il documentario, in 4 puntate da mezzora, racconta i 6 mesi del viaggio in Tibet in bicicletta del cicloviaggiatore Dino Lanzaretti. 6 mesi per percorrere oltre 6.000 km nelle strade più alte (oltre 5.000 mt) e più isolate del mondo. Un affascinate percorso clandestino (Dino ha viaggiato senza permessi e appostandosi la notte in prossimità dei posti di blocco per passare inosservato. In Tibet s infatti accede solo con al seguito una guida cinese e per un periodo massimo di 2 mesi) in una terra complessa e meravigliosa che in pochi hanno avuto il privilegioo di visitare.
Girato e pedalato da Dino Lanzaretti
Post produzione e musiche Francesco D. Ciani per Bicycle TV, la prima web tv dedicata alla bicicletta.




(forse è già stato proposto, in tal caso mi scuso preventivamente.)


"In a time of universal deceit - telling the truth is a revolutionary act." - George Orwell
Fiammingo
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Re: Viaggi in bicicletta

Messaggio da leggere da Fiammingo »

Frieden ha scritto:Mi è capitato di vedere un bel documentario pedalato in Tibet. Alcune volte si è discusso su questa meta, spero possa esservi anche utile oltre che piacevole da guardare.

Riporto la descrizione:
Il documentario, in 4 puntate da mezzora, racconta i 6 mesi del viaggio in Tibet in bicicletta del cicloviaggiatore Dino Lanzaretti. 6 mesi per percorrere oltre 6.000 km nelle strade più alte (oltre 5.000 mt) e più isolate del mondo. Un affascinate percorso clandestino (Dino ha viaggiato senza permessi e appostandosi la notte in prossimità dei posti di blocco per passare inosservato. In Tibet s infatti accede solo con al seguito una guida cinese e per un periodo massimo di 2 mesi) in una terra complessa e meravigliosa che in pochi hanno avuto il privilegioo di visitare.
Girato e pedalato da Dino Lanzaretti
Post produzione e musiche Francesco D. Ciani per Bicycle TV, la prima web tv dedicata alla bicicletta.




(forse è già stato proposto, in tal caso mi scuso preventivamente.)
Bellissimo!
Grazie della segnalazione!


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