Granfondo 2011

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Nievole
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Nievole »

Secondo me eri solo stanco perchè il giorno prima ti avevo mandato a fare i compiti al posto mio :D

Bravo Fabietto, ora ti manca solo l'abbonamento al toscano di cicloturismo e poi comincerò a crederti :)

PS: ma in realtà quanti di voi (uffa non si è ancora sentito, lui lo voglio sicuro a morire sui nostri muri) avrebbero voglia di una trasferta stile-Kobram per il weekend 30 aprile-1 maggio dalle nostre parti? Vi organizziamo una manifestazione coi fiocchi!


:bici:
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Plata
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Re: Granfondo 2011

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Nievole ha scritto:Secondo me eri solo stanco perchè il giorno prima ti avevo mandato a fare i compiti al posto mio :D
Ma come stanco? Se stavo benissimo! :roll: Dev'essere l'effetto di Tavolaia, sabato ci ripasso aggiungendo Prataccio :mrgreen:

Bravo Fabietto, ora ti manca solo l'abbonamento al toscano di cicloturismo e poi comincerò a crederti :)
manco i parenti mi credono :oops: Ad ogni modo niente abbonamenti. È un'oprezione a lungo termine e andrei contro i nuovi principi. Mi iscriverò la mattina stessa

PS: ma in realtà quanti di voi (uffa non si è ancora sentito, lui lo voglio sicuro a morire sui nostri muri) avrebbero voglia di una trasferta stile-Kobram per il weekend 30 aprile-1 maggio dalle nostre parti? Vi organizziamo una manifestazione coi fiocchi!
È vero ragazzi... qui stà venendo fuori una manifestazione molto carina. Speriamo che vada tutto bene. Se qualcuno di voi fosse interessato che si faccia avanti... vi accoglieremo meglio che alla Kobram! :)


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uffa
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da uffa »

a me non dispiacerebbe affatto un giro in terra granducale, però tutto dipende dalla situazione in casa, fosse per me sarei già andato ad allenarmi tre volte a settimana, sarei andato a fare una settimana bianca e avrei fatto tutte le granfondo da inizio stagione.. invece la forma è pessima e non mi sono ancora mosso di casa..


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il Cannibale
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da il Cannibale »

Il 1° Maggio è il mio compleanno :) Potrei veramente farci un pensierino! ;)


"Gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare!"

Chissà com'è adesso la Domenica con Lei, dimmelo tu, che puoi sentire i brividi che da, dille che io, che io non l'ho tradita, che io non l'ho dimenticata mai... ed è per questo che ritornerei!
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Woodstock
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Re: Granfondo 2011

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Probabilmente manca la disinvoltura sul pavè da vero leone delle Fiandre, però almeno c'è la grinta :)

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Plata
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Re: Granfondo 2011

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Woodstock ha scritto:Probabilmente manca la disinvoltura sul pavè da vero leone delle Fiandre, però almeno c'è la grinta :)

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Pensi che una foto ci basti? Aspettiamo un bel racconto ;)


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uffa
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da uffa »

Bravo Franz, sulla parte centrale, più sconnessa, mica come le mezze cartucce che vanno sui bordi!


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Frejus
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Frejus »

uffa ha scritto:a me non dispiacerebbe affatto un giro in terra granducale, però tutto dipende dalla situazione in casa, fosse per me sarei già andato ad allenarmi tre volte a settimana, sarei andato a fare una settimana bianca e avrei fatto tutte le granfondo da inizio stagione.. invece la forma è pessima e non mi sono ancora mosso di casa..
...classica pretattica. Lo vuoi vedere uno che non va veramente avanti???


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Frejus
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Frejus »

Grande Franz! Il Fiandre è una goduria!


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Woodstock
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Woodstock »

Vi ero debitore del racconto della mia avventura in terra fiamminga, ed eccomi qui a saldare il debito.
Partenza da Salerno con furgone a noleggio il giovedì, antivigilia del grande appuntamento, compagni di viaggio Alfonso e Rino, due esperti randonneur, titolari delle maglie del club Italia Rando.
Si parte nel primo pomeriggio, ci tocca sobbarcarci quasi 1900 km di viaggio fino a Brugge, ci alterneremo alla guida io ed Alfonso, mentre Rino, viste le dimensioni del furgone, si tira subito indietro, tutto fila liscio fino alla Svizzera, verso le 2 di notte arriviamo all'imbocco della galleria del San Gottardo ma è chiusa fino alle 5 del mattino, così, da bravo meridionale che ignora la possibilità che a fine marzo possa esserci ancora la neve, mi avventuro sui tornanti del passo, ad un certo punto però trovo la strada sbarrata dalla neve, non vi dico la fatica per fare inversione di marcia su quella strada stretta, i miei amici ancora mi prendono in giro per la mia scelta scellerata!
Ci rassegniamo ad una sosta fuori programma e alle 5 in punto (precisione svizzera) si riparte. Arriviamo a Brugge nel primo pomeriggio, ma non c'è tempo per riposarsi, bisogna subito andare a Ninove, sede di arrivo, per lasciar lì il furgone, in modo da trovarlo all'indomani, al termine della nostra fatica.
Avevamo in programma di tornare in albergo in treno ma abbiamo un colpo di fortuna, familiarizziamo con un gruppetto di veronesi e ci offrono un passaggio sul loro minibus, l'autista ha una faccia conosciuta, lo riguardo meglio, è il grande Eros Poli, l'eroe del Mont Ventoux! Una persona di una simpatia travolgente, appena saliti sul furgone inizia ad offrirci birra, patatine, noccioline dicendo, "ragazzi, è l'ora dell'aperitivo", un vero mito che va in brodo di giuggiole quando faccio sfoggio delle mie capacità mnemoniche elencandogli i nomi dei quartetti della 100 km campioni del mondo ed olimpici.
Tornati a Brugge facciamo un giro per il centro della città, un posto davvero incantevole, e poi si torna in albergo, dopo circa 34 ore in giro bisogna riposare almeno qualche ora, la speranza è che la stanchezza del viaggio e la lieve influenza dei giorni precedenti non compromettano la prestazione in bici.
Svegli all'alba, colazione abbondante e, alle 7 in punto di parte dalla grande piazza del Markt, siamo fortunati, soffia un fastidioso vento ma non piove, le previsioni della vigilia si sono rivelate esatte.
I primi km scorrono via abbastanza velocemente anche se il gruppo (gli iscritti erano circa 20.000) viene spesso deviato sulle piste ciclabili che a volte sono dei pericolosi marciapiedi, il cordolo di separazione con la sede stradale e il fondo sconnesso causano numerose cadute, una riesco ad evitarla per un pelo.
Cerco di stare sempre in gruppo per ripararmi dal vento ma non è facile, bisogna stare sempre con gli occhi aperti per evitare problemi.
Dopo gli 8o km primo assaggio di muri, sono però in asfalto e li affronto in tranquillità, Alfonso è un po' in affanno e si defila (alla fine farà il percorso medio), rimaniamo io e Rino e affrontiamo il primo lungo tratto di pavè, saranno stati meno di 3 km ma sembravano non finissero più, la strada era in pianura ma sembrava una ripida salita. Cerco di tenermi al centro della strada ma trovo difficoltà a prendere ritmo, cambio continuamente rapporto ma non riesco a trovare quello adatto. Tornato sull'asfalto mi ritrovo in uno strato di torpore, le mani mi bruciano, si sono formate delle vesciche sui palmi e i pollici, come se non bastasse, nel giro di poco tempo mi ritrovo anche in crisi di di fame ... e siamo solo a metà percorso!
Nei ristori non c'è niente di sostanzioso da mangiare, solo banane e barrette, io e Rino proviamo a fermarci in qualche bar sperando di trovare un panino, niente, solo dolci! Mi sento lo stomaco sottosopra e il disgusto per il dolce non mi permette di mangiare barrette o altro, faccio fatica anche a trovare acqua, solo sali o red bull. Le cose sembrano mettersi male, vi confesso che ad un certo punto, in un tratto di pavè in discesa, stavo quasi per mollare, ma non potevo buttare all'aria mesi di sacrifici per presentarmi in buone condizioni a quell'appuntamento, no, dovevo continuare, in quel momento non c'era nulla di più importante per me del traguardo di Ninove!
Superato l'attimo di sconforto, e dopo essere arrivato a progettare un futuro da titolare di un'impresa di lavori stradali finalizzata all'asfalto di tutte le strade fiamminghe, riesco a farmi medicare le mani e le cose iniziano ad andare meglio, la crisi è durata quasi 50 km, è il momento di affrontare i muri più importanti, il Kwaremont è davvero duro, non tanto per le pendenze, ma per quegli interminabili 2000 m di pavè sconnesso, sul Paterberg piccolo contrattempo, un tizio mi casca davanti e sono costretto a fermarmi qualche istante per poi ripartire.
Pochi km di saliscendi ed ecco il terribile Koppenberg, a guardarlo fa davvero paura per la sua infernale verticalità, sembra un girone dantesco, c'è chi sale a piedi, chi si fa spingere dalla moglie, piazzata nel punto strategico, chi cede di schianto, decisamente troppa gente per una strada così stretta e ripida, ad un certo punto, nel tratto più duro, uno scossone al manubrio, hey, ma questo non è il mio manubrio ... maledizione, un tizio mi ha speronato, fortuna che c'era la transenna e sono riuscito a non cadere. Risalire in bici è impossibile, sono costretto a camminare per qualche metri finché la strada non spiana.
Nonostante la disavventura, inizio ad avvertire buone sensazioni, la strada non concede mai una tregua, muri, tratti in pavè, piste ciclabili, falsopiani in salita, vento trasversale, puzza di letame, non c'è mai modo di tirare il fiato, nemmeno stando a ruota, per questo cerco di tenere basse le pulsazioni che tendono sempre a schizzare verso valori anomali.
Arrivati al Tenbosse si inizia a respirare il profumo del "Muur", le gambe iniziano a girare bene e così arrivo a Geraardsbergen, è il momento cruciale, afferro forte il manubrio e mi appresto ad affrontare le rampe brevi ma ripide del "Kapel Muur", a ripensarci mi vengono ancora i brividi, gli applausi della gente, il sole del tardo pomeriggio che filtra dagli alberi illuminando i cubetti di pavè, la ruota anteriore che sembra impennarci, il cuore in gola e finalmente la Chiesetta, come una rivelazione mistica, apice di un cammino di espiazione, ad accogliere il mio grido liberatorio, è fatta!
Il Bosberg diventa un'ideale passerella dove le caricature dei grandi corridori che hanno fatto la storia di questa corsa sembrano quasi salutare il pavè e darti il benvenuto tra di loro, gli ultimi 13 km scorrono via in un baleno, il vento adesso sembra essere una piacevole carezza che mi sospinge nella gimkana di piste ciclabili fino al traguardo, un'ultima curva e poi, come per magia, ecco il rettilineo d'arrivo, col mega schermo e lo striscione blu Het Nieuwsblad.
Non vi nascondo che in quegli attimi qualche lacrima ha solcato il mio viso, erano sei mesi che aspettavo quel momento e la tensione di trasformava prima in commozione e poi in gioia incontenibile, ce l'avevo fatta.
Non posso dire di aver spianato i muri e spaccato il pavè, ciò non rientra nelle mie capacità, ma ho fatto ciò che mi è sempre riuscito meglio, stringere i denti e affidarmi al carattere, per questo penso che ciò che sono riuscito a fare, mi conferisca la dignità di Leone delle Fiandre, magari anche terrone delle Fiandre, ma sempre fiammingo sono! :P

Per ora di pavè ho fatto il pieno, magari tra qualche anno mi cimenterò nella Roubaix, ma nel 2012 ho già fissato il mio obiettivo, Amstel Gold Race.

Ma per ora bisogna brindare degnamente alle Fiandre, università del ciclismo, alla mia ed alla vostra salute!

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Re: Granfondo 2011

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Solo applausi!!!


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Plata
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Plata »

Standing ovation!!!

PS: ganza la maglietta :P


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uffa
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da uffa »

"IDIOT"??? ma che razza di maglietta ti hanno dato???


Short Arm
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Short Arm »

Bellissimo racconto, bellissima avventura, che emozioni, caro Franz!
Grandissimo!!!


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Woodstock
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Woodstock »

Pensavo di trascorrere una tranquilla domenica di riposo, invece alla fine mi sono lasciato convincere dagli amici e così ho preso parte ad una Randonneè da 290 Km con 3100 m di dislivello nella zona del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.
Gran bella manifestazione, il caldo quasi estivo ed il percorso pieno di saliscendi l'hanno resa abbastanza dura (alla fine abbiamo fatto i 26 di media) ma non ho accusato più di tanto la fatica, potendo sfruttare la condizione raggiunta per il Fiandre.
Ora però ci vuole qualche giorno di riposo, sono stanco fisicamente e mentalmente, la prossima settimana solo pedalate a ritmo cicloturistico, poi inizierò la preparazione specifica per la salita.


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Plata
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Re: Granfondo 2011

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Complimenti Wood! La distanza nelle gambe non ti manca di certo! :)


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Re: Granfondo 2011

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Grazie, vado piano, arrivo lontano ;)

Una cosa che mi conforta è la constatazione che, dopo i 200 km, riesco ad andare più forte di gente che mi è abitualmente superiore ... aspettatevi una Kobram per fondisti :twisted:


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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Plata »

Woodstock ha scritto:Grazie, vado piano, arrivo lontano ;)

Una cosa che mi conforta è la constatazione che, dopo i 200 km, riesco ad andare più forte di gente che mi è abitualmente superiore ... aspettatevi una Kobram per fondisti :twisted:
Era quello che temevo... :!:


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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Plata »

L’ultima fatica granfondistica prima dell’allontanamento da queste competizioni deciso da tempo: GF della Versilia, 130 km.

La mattina parte male perché dopo una settimana di mattine sempre assolate o di nebbie alte, proprio oggi c’è un umidità incredibile che ha bagnato anche le strade. Di tempo in ogni modo ce n’è parecchio e prima della partenza. Passo quindi a prendere Sara e ci dirigiamo verso Viareggio mancando la coincidenza con il trenino di auto dei compagni proveniente da Prato.

Ci becchiamo comunque a Viareggio e dopo un veloce ritiro del pacco gara (solito “pacco” con kg di carta e poco altro) la veloce vestizione. Scelgo per la tenuta estiva più manicotti, anche se so che dureranno poco.
Breve attesa in griglia con un buon rock a manetta per la felicità degli abitanti del lungomare, anche se gli AC/DC dello scorso anno sono inarrivabili.

La partenza è veloce ma non come l’anno scorso, infatti raramente si superano i 50 orari. Fra mille borracce che volano dopo ogni voragine e una caduta ad una rotonda evitata, perdendo diverse posizioni, finalmente arriva la salita. Mi sento bene e la faccio con passo buono, senza arrivare però mai a spremermi.

Il problema è la discesa, che complice il fondo umido diventa per me una vera tortura. Mi sorpassano di sopra e di sotto, destra e sinistra, ma non mi sento sicuro e di rischiare proprio non mi va. In fondo mi accodo ad un gruppetto con il quale poi scollino il Pitoro senza grosse difficoltà.

Nella lunga e dolce discesa verso Lucca mi entra una gran bella sinusite dovuta alla frescura di questa strada: la Freddana. Un nome, una garanzia. Si forma intanto un bel gruppo fra gente ripresa e altra rientrata, e io ovviamente non tiro un metro.

Lo strappo successivo mi coglie un po’ impreparato e freddo. Oltre che a prenderlo troppo indietro, lo subisco anche un po’ e il risultato è di ritrovarmi a collinare con una 50ina di metri dalla testa del gruppo, ormai frazionato. Così mi ci vuole tutta in discesa per rientrare, riuscendoci fortunatamente e mettendo alle spalle così la prima penosa discesa.
Ecco poi la successiva salita di Vigna Ilaria, dove le sensazioni non sono ancora buonissime ma in miglioramento. In discesa mi difendo e si arriva al Piccolo Mortirolo. Le pendenze più impegnative rispetto a tutte le salite precedenti mi favoriscono, e mentre gli altri si piantano le mie gambe si sciolgono e mi rendo conto di poter andare molto più forte, ma mi limito.

Si scollina in tre, di tutti quelli che eravamo, e mi torna utile per la successiva discesa, dove posso prendermi la tranquillità di non rischiare, ben sapendo di avere il gruppo esploso dietro. Infatti poi ci ricompattiamo nel falsopiano che porta alla successiva, breve e facile asperità di Gavine. Anche qui gamba molto buona.

Poi è la volta del secondo Pitoro, da un versante che quasi si fa fatica a chiamarlo tale, tanto è facile l’ascesa. Sempre a gruppo compatto, facciamo la discesa e si arriva al bivio dei percorsi. Svolto per il lungo e dopo nemmeno due km comincia la salita di Corsanico, che poi altra non è che la prima discesa. Siamo in una decina e c’è un tizio che veramente “non la sente” e si mette davanti facendo un ritmo al quale resistiamo solo in due, varcando la cima in tre quindi.

Sempre lo stesso ha le furie anche in discesa e io, memore dei tratti umidi fatti salendo la prima salita (che ora scendiamo) mi viene naturale tirare un po’ i freni. Arrivo quindi in fondo con nemmeno dieci secondi di ritardo dai due, ma decidono di menare e io di non provare nemmeno a seguirli: per due posizioni la vita non mi cambia.

Raggiungo da solo, col gruppetto di prima poco alle spalle, la salita di Montebello che faccio in totale solitudine spingendo quanto potevo. In cima vedevo poco avanti i due fuggiaschi, che poi ho riperdo in discesa. Nel tratto di pianura antecedente l’ultima salita vado tranquillo sperando di essere ripreso dagli altri, ma lo fanno solamente all’imbocco di Capezzano.

Uno urla “andiamo regolari via... tranquilli”, con chiaro riferimento a me. Io mi volto e gli rispondo a che a me in discesa non mi attende nessuno e me ne vado. Durante i 5 km di salita riprendo una decina di persone, e in cima trovo la Gentili con tanto di gregari. Prometto a me stesso di non staccarmi in discesa ad ogni costo, perché poi i suoi gregari mi porteranno fino all’arrivo.
Infatti sulla discesa non li mollo, fidandomi delle loro traettorie veloci e pulite, che mi consentono di superare quest’ultima discesa tecnica senza nessuna paura e preoccupazione.

Fino all’arrivo ovviamente a ruota del trenino, raccogliendo anche superstiti scoppiati in qualche gruppo precedente. Sento avvisaglie di crampi ma niente di che, stringo i denti e taglio il traguardo.


Alla fine 111°, a 31 minuti dal primo. Stranamente lo scorso anno ci misi ben 8 minuti in meno, ma arrivai a 37’ di ritardo! È proprio vero che ogni gara è diversa di anno in anno, nonostante il percorso sia lo stesso.
Soddisfatto per il divertimento, soprattutto per il finale dove nonostante la stanchezza, in salita me la sono cavata bene.


Ottavio
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Re: Granfondo 2011

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Frantz,
massimo rispetto!


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Plata
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Re: Granfondo 2011

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Re: Granfondo 2011

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Plata ha scritto:Ciao Wood,

... Per quanto riguarda la Michele Bartoli, sarà che l'ho fatta quest'anno in un periodo molto buono, che è la gara di casa e che alal partenza ci vado in bici... beh. direi che la preferisco.
Il percorso è più lungo della vernaccia, quest'anno 172 km. Non è difficilissima eh, intendiamosi, ma tia ssicuro che all'arrivo ci si passa molto provati. All'inizio si sviluppa quasi come gara in circuito, data la velocità, poi le cose iniziano a cambiare sulla terza salita. Mai terribile, ma la discesa richiede tanta attenzione. Strada strettissima e tecnica, la selezione si fa lì. Poi da lì ancora alternanza di strade ampie e strette, fino all'inizio della salita del Fiano. 5 km con punte velenose nel finale, breve discesa pericolosa e poi il lungo va a fare la salita del passo Sella, molto bella e regolare, che porta al punto di più alto di circa 800 m slm. Da qui inizia la follia: circa 45 km fra discesa e pianura che ti bruciano e ti uccidono. Per uno scalatore questo tratto è il più pericoloso, e biogan giocare d'intelligenza prima. Mai arrivare in cima al passo sella da solo, mai staccare gli altri in discesa, tutto stà nel sapersi costruire un gruppetto per spartirsi i compito nei falsopiani e nella piana. Chi non lavora poi c'è sempre, ma più gente c'è più c'è la possibilità di trovare altri disposti a darti una mano.
Finito questo tratto da "male al sedere" e da medie allucinanti, inizia il finale da classica vera, quando sono già stati percorsi circa 130-140 km. Prima una salita media, poi discese impegnative se non le conosci (io sono della zona e andavo a colpo sicuro), poi saliscendi per rovianrsi le gambe, altra salita media con nel finale il muro di San Gennaro, nel quale almeno te potresti aggrapparti a qualche lontana affinità territoriale. Io invece mi sono aggrappato alla bici e l'ho fatto a piedi, esagerando fra l'altro, perchè credevo che fosse da fare interamente e lì ci vuole una forza e bravura che non ho. Invece era solo il primo tratto e a saperlo ci potevo tranquillamente provare a farlo in bici.
Poi ancora discesa, un sorso di pianura, e via con la salita sterrata di San Martino. La salita in se non è impegnativa, è anzi molto veloce e bisogna avere il fegato nei tornanti a velocità sostenuta. Finito lo stratto una bella rampa nascosta, in asfalto, dà l'arrivederci alla sopracitata località fantasma. Ancora breve discesa, un pochino di pianura e arrivo in salita. Fine.

Io in quest'ultima mi sono divertito parecchio, fu una bella giornata. Andai in crisi nella salita dopo il lungo tratto di pianura, della serie che fui staccato da ogni componente del gruppetto che tanto amorevolmente avevo costruito. Al ristoro in cima mi fermai a mò di cicloturista e scolai 4 bicchieri di Coca Cola. Da lì in poi fui un'altra persona, feci tutto il resto della gara in solitaria, ma non perchè non trovai nessuno, ma perchè andavo come un treno e non mi faceva voglia accodarmi a qualcuno. Fu proprio una bella sensazione. Dopo l'arrivo ottimo pastaparty con amici, e quindi ritorno in bici verso casa. 200 km in tutto, e se non avessi fatto una gara anche il giorno prima (ma soprattutto calcolato meglio il reintegro calorico) non avrei avuto quella crisi e sarei andato molto meglio, ma gli errori sono fatti apposta per imparare.

Se riesco a prendermi un sabato libero pensavo di salire in Toscana e partecipare alla Michele Bartoli, se vengo ti avviso così magari ci si vede.


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Re: Granfondo 2011

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Woodstock ha scritto: Se riesco a prendermi un sabato libero pensavo di salire in Toscana e partecipare alla Michele Bartoli, se vengo ti avviso così magari ci si vede.

Ciao mitico! Ovviamente tienimi informato... però ti avviso che quel giorno sono stato precettato per un pranzo fuori casa dai miei nonni, per il loro anniversario. Alla Bartoli non avrei partecipato comunque, ma se vieni e non avessi avuto il pranzo sicuramente ti avrei fatto da cicerone. Vediamo comunque di trovarci, nel caso ;)


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Re: Granfondo 2011

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Il 15 maggio farò la prima GF della mia vita la Gimondi... ci sarà qualcun'altro del forum?

Ciao
Marco


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Re: Granfondo 2011

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E' fatta! Mi sono iscritto alla Michele Bartoli, più ancora più della Gf mi alletta l'idea di un bel weekend in Toscana, probabilmente al mio seguito ci sarà anche una claque di amici, per nulla interessati alla bici ma desiderosi di farsi un giretto nel lucchese mentre io sono a smazzarmi in bici.
Fabio ad Ale, se non avete altri impegni magari sabato 7 oppure domenica 8 si potrebbe cenare insieme o magari vederci per un salutino.
La cosa che più mi piace di questa GF è l'orario di partenza, 9.30, niente levataccia all'alba! :D


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Re: Granfondo 2011

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Woodstock ha scritto:E' fatta! Mi sono iscritto alla Michele Bartoli, più ancora più della Gf mi alletta l'idea di un bel weekend in Toscana, probabilmente al mio seguito ci sarà anche una claque di amici, per nulla interessati alla bici ma desiderosi di farsi un giretto nel lucchese mentre io sono a smazzarmi in bici.
Fabio ad Ale, se non avete altri impegni magari sabato 7 oppure domenica 8 si potrebbe cenare insieme o magari vederci per un salutino.
La cosa che più mi piace di questa GF è l'orario di partenza, 9.30, niente levataccia all'alba! :D
Oh bravo Francesco! Organizzeremo sicuramente qualcosa con Ale! Dove hai prenotato per la notte?

Nel frattempo guardati questo http://youtu.be/ipbweErj-4o, perchè scommetto che un muro così non l'hai mai fatto :D


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Re: Granfondo 2011

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E tu adesso me lo dici che c'è quell'inferno? Ora vedo se posso annullare l'iscrizione :lol:
Scherzi a parte, penso che col 34x29 dovrei riuscire a salire anche lì, sperando non piova!

Ho visto diversi alberghi in zona a prezzi convenienti, appena i miei amici mi danno la conferma prenoto.


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Re: Granfondo 2011

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Carrarathebest ha scritto:Il 15 maggio farò la prima GF della mia vita la Gimondi... ci sarà qualcun'altro del forum?

Ciao
Marco
Presente!


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Re: Granfondo 2011

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Plata ha scritto:
Woodstock ha scritto:E' fatta! Mi sono iscritto alla Michele Bartoli, più ancora più della Gf mi alletta l'idea di un bel weekend in Toscana, probabilmente al mio seguito ci sarà anche una claque di amici, per nulla interessati alla bici ma desiderosi di farsi un giretto nel lucchese mentre io sono a smazzarmi in bici.
Fabio ad Ale, se non avete altri impegni magari sabato 7 oppure domenica 8 si potrebbe cenare insieme o magari vederci per un salutino.
La cosa che più mi piace di questa GF è l'orario di partenza, 9.30, niente levataccia all'alba! :D
Oh bravo Francesco! Organizzeremo sicuramente qualcosa con Ale! Dove hai prenotato per la notte?

Nel frattempo guardati questo http://youtu.be/ipbweErj-4o, perchè scommetto che un muro così non l'hai mai fatto :D
Dopo una settimana in cui sono stato costretto a letto dall'influenza e 10 giorni senza poter toccare la bici, ho sciolto al riserva e così, a meno di ricadute, sabato sarò in Toscana per la Michele Bartoli.
Ho trovavo un alberghetto a Montecatini, non proprio vicinissimo a Montecarlo (16 km) ma con un ottimo prezzo, dovrei arrivare in zona sabato pomeriggio, poi magari ti chiamo per organizzare qualcosa insieme.


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Plata
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Plata »

Ciao Francesco, il mio numero ce lo dovresti avere, o quantomeno io il tuo ce l'ho. Quando ti pare fammi sapere, così ci mettiamo d'accordo! Tanto Montecatini è a 20 minuti da casa mia, anche se per mangiare qualcosa, nel caso, consiglio di scegliere qualche posticino meno cittadino ;)


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uffa
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da uffa »

Sto meditando opera di gregariato per Franz alla Bartoli (diciamo che mi sono deciso, ecco). Mi imbucherò un paio di chilometri dopo la partenza. I plati e i nievoli che cosa fanno, partecipano (anche in via non cronometrata) o stanno a casa a fare flanella?


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Plata
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Plata »

Plata è sotto stretto contratto con i nonni per il pranzo dell'anniversario :P Non so ancora l'orario di prenotazione, ma sicuramente dovrò essere a casa verso mezzogiorno. Purtroppo avevo pensato anche io ad un opera di gregariato lusitano non retribuito, solo che partendo alle 9 e mezzo (la gara) e allontanandosi un po' troppo da casa mi risulta difficile accompagnarvi sul lungo.

Fra l'altro i primi km sono avari di selezione, quindi sono un po' riluttante a gettarmi nella mischia dalla quale sono felicemente uscito un mese fa e che non mi vedrà più fino al 3 Luglio. Quindi Filippo, se ci sei il sabato sera si può cenare insieme, ma per domenica mattina non posso partecipare alla gara! In compenso, se non tieni particolarmente alla gara, ti posso portare un po' a morire nella zona. :D


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uffa
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da uffa »

Sai bene quanto mi sia scocciato non poter essere presente alle Cerbaie (l'anno prossimo prenderò una settimana di ferie a cavallo dell'evento..), quindi ci vedremo come minimo per cena. La gara la farò insieme a Franz, valutandone lo stato di forma e spiandone i punti deboli, in stile lusitano (bel termine). Anche un bel giro nella zona non mi dispiacerebbe, ma sarà per la prossima volta, che spero realmente prossima (fine maggio Dolomiti con il Giro, quindi giugno?)
Addomani sera

p.s. ancora non so com'è il percorso, sarà meglio appostarmi un paio di chilometri dopo la partenza o una decina più avanti, così da far sbollire gli isterismi da primo rettilineo?


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Plata
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Plata »

La partenza è in discesa, quindi 2 km non bastano per attenderlo. Fra l'altro ha il dorsale 911, quindi come griglia sarà molto indietro. Francesco fatti sentire! Come hai intenzione di farla la GF? Perchè se tu la fai con il coltello fra i denti ti saluto :D ma se la prendi con filosofia magari mi posso anche aggregare via, non ce la faccio ad andare per i cavoli in un'occasione così ghiotta per pedalare un po' insieme!

Cmq, dopo la discesa ci saranno un paio di km di pianura e poi si risale a Montecarlo. Non è niente di che, ma almeno la strada stretta e la pendenza mettono un po' in fila la mandria. Una volta passati di nuovo sotto la partenza, salutatela perchè la rivedrete dopo qualche ora. Dopo una veloce discesa vi attendono vialoni ampi e velocità elevate. Poi una leggerissima quanto inconsistente asperità a Segromigno (da qui iniziano le discese strette, ma strette eh!!!). Insomma, il perocorso ve lo potrei raccontare a memoria, ma ora è inutile tanto. Basta decidere un po' come organizzarsi. E cosa volete mangiare il sabato sera.


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uffa
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da uffa »

come già anticipato a Fabietto, sabato sera vino e bistecca, e chi se ne frega della gara!! Se è indietrissimo posso anche pensare di raggiungerlo, purché non abbia da rimontare più di 20 metri... Altrimenti rubo e aspetto più avanti, a Capannori, quando svoltano sulla 435... Parto in anticipo tranquillo, mi riscaldo e quando mi prendono mi prendono..


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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da levraro »

granfondista ha scritto:
Carrarathebest ha scritto:Il 15 maggio farò la prima GF della mia vita la Gimondi... ci sarà qualcun'altro del forum?

Ciao
Marco
Presente!
x caso avete intenzione di provarla questo fine settimana? ...mi aggregherei volentieri


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il Cannibale
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da il Cannibale »

Domenica DOVREI fare la Gf dell'Acquese ad Acqui Terme, però prima guardo il meteo :ugeek:


"Gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare!"

Chissà com'è adesso la Domenica con Lei, dimmelo tu, che puoi sentire i brividi che da, dille che io, che io non l'ho tradita, che io non l'ho dimenticata mai... ed è per questo che ritornerei!
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Carrarathebest »

Domenica scorsa ho corso la prima GF della mia vita ... ho disputato il percorso medio della GF ALPI partito con un pettorale altissimo 1248... grazie all'occhio rimasto da quando correvo in 15-20 km son riuscito a vedere la testa del gruppo cmq alla fine son riuscito a portare a casa un 90° posto assoluto nn malissimo x essere la prima GF e soprattutto x aver ripreso la bici da 4 mesi dopo 10 anni senza sfiorarla.
Domenica prox avrei dovuto correre la gimondi ma non avendo ottenuto la prima griglia e dovendo partire per 6000 ho preferito scegliere la gf acquese almeno li saremo un po' in meno.


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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da il Cannibale »

Carrarathebest ha scritto:Domenica scorsa ho corso la prima GF della mia vita ... ho disputato il percorso medio della GF ALPI partito con un pettorale altissimo 1248... grazie all'occhio rimasto da quando correvo in 15-20 km son riuscito a vedere la testa del gruppo cmq alla fine son riuscito a portare a casa un 90° posto assoluto nn malissimo x essere la prima GF e soprattutto x aver ripreso la bici da 4 mesi dopo 10 anni senza sfiorarla.
Domenica prox avrei dovuto correre la gimondi ma non avendo ottenuto la prima griglia e dovendo partire per 6000 ho preferito scegliere la gf acquese almeno li saremo un po' in meno.

Allora ci si vede ad Acqui! ;)


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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Carrarathebest »

Cannibale... hai un MP... ci si vede ad Acqui a meno che non diluvi
ciao
marco


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il Cannibale
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da il Cannibale »

Carrarathebest ha scritto:Cannibale... hai un MP... ci si vede ad Acqui a meno che non diluvi
ciao
marco
Risposto ;)

Speriamo... altrimenti ci tratteniamo e faremo esplodere i nostri cavalli motore (nel tuo caso) e i nostri muli motore (nel mio caso) alla monregalesi, gara molto, molto bella


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pedalando
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da pedalando »



"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."
Eugenio Montale.


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pitoro
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Re: Granfondo 2011

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Fight for Pink Lienz- Grossglockner

Quasi fatta:-)
La seconda foratura (mai successo in una sola mattina) mi ha tarpato le ali poco prima del Gpm, che cmq ho raggiunto. Purtroppo non sono arrivato al traguardo della tappa e tantomeno a quello della manifestazione che era posto altri tre km oltre l'arrivo del Giro.
In ogni caso l'ho trovata una salita bellissima ma al limite delle mie attuali possibilità, con dei drittoni che mi facevano venire da piangere solo a vederli.

Patetica poi la discesa. Ogni 500 metri provavo a mettere un po' d'aria nel tubolare, ma andava giù subito. Qualche km l'ho fatto a piedi, piallando per bene le tacchette

Unica consolazione, le due Polizei austriache che regolavano il traffico a Heiligenblut il paese all'inizio della salita finale e dove era posto l'Open Village :)


Mattewhawk
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Re: Granfondo 2011

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Liegi Bastogne Liegi
il sogno si avvera
partenza da bg per Charleroi sabato 11 ritorno domenica sera
n.°14232
alez alez :italia:


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Re: Granfondo 2011

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pedalando ha scritto:volete un consiglio?
http://www.granfondolaresistenza.com/
Iscritto! :D :yes:


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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da pitoro »

MDD

assegnati i numeri
Vi ricordo che solo ai supercampioni è riservata la prima griglia :angelo:

http://services.datasport.com/2011/velo/maradolo/


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Plata
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Prato-Abetone 2011

Messaggio da leggere da Plata »

La macchina prende la strada verso casa quando i primi del percorso lungo sono già passati. Stanno arrivando quelli un po’ più umani, forse.
La nuova posizione del pasta party impone di risalire circa un km verso l’Abetone, dal versante emiliano, ovvero quanto dista la stazione dell’ovovia dal passo. Mio padre supera agilmente un piccolo gruppetto di reduci del San Pellegrino in Alpe e siamo già nella piazza principale.

Il bar e la sua vetrina bianca di fogli e classiche passa via oltre il mio finestrino. Potrei fermarmi, ma non ne sento il bisogno. Non serve la classifica per convincermi ancora di più: oggi ho vinto io.
Così mi volto e guardo Sara negli occhi. Abbiamo tutti e due una gran voglia di dormire. Giusto due discorsi, poi chiudiamo gli occhi. Tanto c’è “babbo” che guida.

Ah già, prima però tampono l’essudato misto a sangue che esce dal mio mento. Lascio che i ginocchi non urtino e sporchino il sedile anteriore. Fisso i gomiti messi a dura prova e ancora rossi di carne viva in modo da non macchiare i sedili posteriori, la mia maglia e pure quella di Sara.

Adesso si, sono pronto. Posso dormire.





8 ORE PRIMA
La sveglia suona quando mia madre sta entrando in camera per svegliarmi. Giusto un paio di scossoni, per sicurezza. Indosso un paio di pantaloni e scendo velocemente. Yogurt al malto, uno dei miei preferiti, e un bicchier d’acqua. La colazione è già fatta.
Mi svesto e mi rivesto con il completino della squadra, non prima però di essermi sparso un bello strato di crema laddove il mio corpo ha spesso deciso di accumulare i suoi mali. E poi lavata di denti, ultime cose in borsa e via fuori, dove la macchina è già carica. Si può partire.

Era da tempo che mia madre non decideva di venire a vedermi all’Abetone. L’ultima volta fu l’anno della mia crisi spaventosa. Speriamo che vada meglio, stavolta.
Passiamo a prendere Sara da casa. Lei non andrà ad aspettare il mio arrivo, partirà da Prato come me, seppur un po’ prima.

In autostrada i miei discorsi sono cenni ripetuti. Poche parole, stamattina sono teso. Sara se ne accorge e non insiste.
Alla zona della partenza basta gonfiare le bici e mettersi in tasca i rifornimenti e siamo pronti. I miei possono così avviarsi all’Abetone. Mamma farà un po’ di trekking, babbo verrà a passarmi la borraccia fresca nel punto prestabilito. Questa è la Prato-Abetone.

Prime pedalate attorno a una rotonda, e dal niente ci ritroviamo in mezzo alla partenza del percorso cicloturistico, identico all’agonistico con l’unica differenza dell’assenza di classifica. Sara decide di andare con loro e pure io mi aggrego per qualche km, per scaldarmi. Quando è il momento la saluto e sfrutto una rotonda per tornare indietro.

Entro direttamente in griglia senza bisogno di passare dal bagno, o da qualche siepe. Saluto gli amici Carlo e Marco: loro faranno il lungo. A me basta il medio. La vera Prato-Abetone è il medio, e niente me lo toglierà dalla testa nonostante preferisca i lunghi a prescindere.

Partenza caotica come sempre, ma forse un po’ meno del solito. La temperatura è fresca e si sta bene, l’ideale per me. Le gambe invece non sono quelle migliori ma era in preventivo: un po’ la condizione lontana dall’essere quella migliore, un po’ la pessima giornata passata ieri con gran mal di gambe e malessere generale.

Non mi preoccupo più di tanto, magari poi mi sblocco. Così non mi rimane che cercare di arrivare sano e salvo all’inizio della salita delle Piastre, spendendo il meno possibile nell’infinità di rotonde e spartitraffico che troveremo sulla strada. Riesco anche a stare in gruppo meglio del solito, e questo mi tranquillizza.

Si arriva a Pistoia e c’è il solito ingorgo per entrare da una delle porte cittadine. Poi rettilinei e curve, e prime lievi pendenze nella città che ha fatto dei vivai la sua fortuna.

Prime centinai di metri di vera salita: è l’inizio della Porrettana. Solo un accenno però, perché la prima versa salita –le Piastre- dista da qui due km e mezzo. Ormai ci siamo. Nel frattempo lo strappetto finisce e una secca svolta a sinistra ci immette nel preludio alla tangenziale, che però abbandoniamo subito prendendo il primo stretto svincolo in discesa. Siamo così sul vialone delle Piastre. Finalmente la sofferenza è finita.

Prima di iniziare ci vuole un sorso d’acqua: è importante bere poco ma spesso, ci ripetono all’infinito. Lascio la mano dal manubrio e afferro la borraccia.
Ooooohhh, oooohhh, occhioooo!!
I due che mi precedono e le loro ruote posteriori, fra le quali è infilata la mia anteriore, si separano di colpo.
Mi trovo davanti una casacca gialla e blu. Dorsale con numero iniziale 7.
Poi non vedo altro.

L’impatto è violento e vengo sbalzato in aria, la mia bici rimane a terra più indietro. Concludo il mio volo atterrando con il mento. Reagisco istantaneamente alzando la testa per non sfigurarmi il volto, e lascio che a frenarmi sia il resto del corpo.
La testa poi ritorna giù sotto le ruote e le bici di chi mi ha travolto o mi ha semplicemente passato di sopra. Mi proteggo con un braccio. Mi alzo soltanto quando non sento più niente sopra di me.

Continua ad arrivare gente, il gruppo è lungi dall’essere finito, e devo stare attento a non essere investito prima di recuperare la bici. Alcuni stanno ripartendo dopo la caduta, solo uno è nella mia stessa condizione. Mi avvicino alla mia bici confidando nell’attenzione degli altri. La raccolgo e vedo subito che la manopola sinistra è storta come non mai. Il nastrino è strappato ed ho addirittura grattato l’anima del manubrio.

Poi vedo una goccia rossa per terra: è mia. Porto la mano al mento e me la ritrovo insanguinata bene, mentre mi accorgo che dalla faccia è un continuo gocciolare. Ho paura di essermi compromesso il viso. L’altro ciclista però mi rassicura dicendomi che solo il mento è sanguinante, il resto è salvo.

La voglia è quella di ripartire subito ma mi accorgo di aver forato l’anteriore nell’impatto. Maledizione! Velocemente smonto la ruota, saluto il malcapitato che mi ha poco prima rassicurato e chiamo mio padre dicendogli che passerò più tardi a causa dell’intoppo. Cha faccia pure il suo giro. Sara invece meglio non avvertirla, si preoccuperebbe per nulla. Intanto passano due ambulanze: alzo il braccio ma nessuna delle due si ferma. Così alzo il dito medio.

Il rubinetto della bomboletta non riesce ad agganciare la valvola della camera d’aria, e sono nella merda davvero adesso. Grazie a Dio, si fa per dire, un ciclista si ferma e mi offre il suo aiuto. Scopro quindi che è parente di Moser e l’accento sembra dargli ragione. Rimetto tutto a posto nel borsello, e mi accorgo di avere soltanto una borraccia sulla bici. Chissà dove è finita l’altra che avevo in mano? Non lontano, per fortuna, perché per caso la intravedo sul limite del fosso, ai piedi del palo del guardrail.

Finalmente riesco a ripartire, dopo un quarto d’ora. Sento la botta ovunque, soprattutto sul lato sinistro. I gomiti e i ginocchi non sono messi bene, e la spalla e il braccio mi fanno male. Forza Fabio, c’è sempre una prima volta anche per cascare in gara.

Faccio compagnia al signore trentino fino all’attacco della salita. Mi fermo ancora, a sistemare il manubrio storto, ma ci posso fare poco. E poi riparto davvero.

Il tutto si trasforma improvvisamente in rabbia, in voglia di chiudere la questione il prima possibile. Non voglio trascinarmi fino all’arrivo. Voglio fare la mia gara, perché la Parto-Abetone è la mia gara. Se non è contro gli altri sarà contro me stesso stavolta.

I primi 2-3 km dell’impegnativa salita di 8 servono per convincermi di stringere i denti, nonostante le gambe sembrino a pezzi e faccia una fatica bestiale. Intravedo la fila di auto: forse ci siamo, posso ricongiungermi alla coda del gruppo. Ci metto un po’ a sorpassare la lunga processione di macchine.

Ecco l’ambulanza. Si meriterebbero più di qualche parola contro, ma ormai è tardi adesso, non serve più. Così la supero, e faccio lo stesso con il carro scopa. Sono di nuovo dentro.

Sento bene che le gambe sono bloccate, sicuramente migliori rispetto ad inizio salita ma pur sempre le classiche gambe da giornata no. Ma ho testa, e pure cuore. Vado avanti con quelli.
È un continuo sorpasso fino alla vetta, ai 740 metri delle Piastre. C’è un sacco di gente come al solito, anche se molti saranno già andati via ormai. Sento qualche risata, qualche commento. “Dove vorrà andare questo?”, “Pensa di vincere qualcosa?”. Loro non sanno.

Il falsopiano successivo offre respiro alle gambe. Degli altri però, perché io non posso permettermi di riposare e imposto un ritmo attorno ai 50 orari. Riprendo gruppi e mi trascino dietro i più volenterosi, senza chiedere cambi.

La salita di Maresca è sofferenza come ogni volta, evidentemente non fa per me. Fortuna che è breve e che è allietata dalla presenza di un gruppo della mia squadra a bordo strada. Vedono le ferite e mi incitano. A me fa solo bene.

Nella breve discesa non prendo rischi visto il manubrio torto e il fondo ancora umido nelle curve più riparate: un ricordo della pioggia di ieri.
Svolta secca a destra e le pendenze arcigne del muro di Gavinana sono lì ad aspettarmi. Si aggira pure lo spettro di Maramaldo, con la brutta intenzione di infierire su di me, visto che per poco non investo uno sventurato sopraffatto dalla pendenza, che improvvisamente si ferma mettendo piede a terra. Riesco a scartarlo fortunatamente, e termino lo strappo a buona velocità.

Di nuovo prudenza nella discesa verso La Lima, anche se nell’ultimo tratto mi lascio andare maggiormente confidando nella tenuta del malmesso manubrio.

Abetone: 17.5 km. I primi sono facili, nel mezzo pure qualche falsopiano. E sono questi a fare più male, vista l’impossibilità di prendere un ritmo. Supero gruppetti più o meno numerosi lo stesso però, perché è una gara troppo breve per riposarsi. Ed io sono già stato fermo abbastanza.

Dopo il bivio per il Passo Croce Arcana (e gli impianti sciistici della Doganaccia) trovo babbo seduto sul muretto, visibilmente in ansia per vedermi in che stato sono dopo la caduta. Gli dico che è tutto ok, e che non mi fermo per evitare problemi per ripartire. Tanto ci vediamo all’arrivo. Neppure la borraccia prendo, mi faccio bastare quella che ho.

E così inizia la salita vera, quando mancano 13 km al passo. Cerco di gestire le energie che ho, ed è uno sforzo non indifferente, visto che le gambe vorrebbero andare più piano e il cuore più forte. La mente fa da mediatrice.

Uno, due tornanti, e poi ancora sole e ombra, rettilinei e curve continue, salgo bene. Al limite della crisi più volte, e più volte mi sono urlato contro di non mollare. Non adesso che manca così poco, non sul mio terreno, non oggi.

È uno strappare linfa vitale dal mio corpo e al tempo stesso un’esplosione di rabbia e determinazione. Erano anni che non riuscivo ad andare oltre in questa maniera. Forse ci voleva. Perché nonostante la spalla faccia male, non riesco a smettere di tirare quel manubrio strappato e storto, e di spingere su e giù quei ginocchi non più lisci e abbronzati come fino a poco prima.

La mia lotta. Contro tutti. Pure contro l’automobilista che mi suona solo perché mi permetto di sorpassare un altro ciclista e lui ha 7 metri anziché 8 per passarmi con la sua utilitaria. Mi offende dal finestrino, rispondo per le rime mentre mi supera. La coda gli impone però di rifermarsi, e mentre a mia volta lo ripasso non riesco a fare a meno di dirgli “Non lo vedi che vado più forte io... cretino”.

Ultimi due km in volata, a lottare contro il tempo, contro me stesso e contro quelle gambe che iniziano davvero a esplodere, tanto fanno male. Sento un “vai Fabio” proveniente da un punto indefinito: è mamma, ma non so dov’è.



Piazza dell’Abetone, tappeto colorato, arco superato. Io sono arrivato, ed ho vinto. Se per molti non è niente di che o una cosa normalissima, per me è una grande soddisfazione aver fatto una gara del genere, in rimonta solitaria, dopo la caduta. Non mi era mai successo di cadere in gara, ed avevo sempre pensato a come diavolo fanno i professionisti ad alzarsi e ripartire. Adesso lo so. Non fanno male le ferite col numero sulla schiena, fa male soltanto rimanere vittime dei propri dolori.

Il contakm segna 2h44’ puliti: è praticamente il mio record per questa gara. Certo, per il cronometraggio ufficiale ho 15’ in più, ma io so come è andata veramente. Un risultato inimmaginabile alla vigilia, vista la forma e le gambe non reattive. Un risultato figlio soltanto della voglia di lottare e di una testa e di un cuore che, oggi come non mai, sono andati oltre il possibile.

Trovo Federico, compagno di squadra, lui si che va forte. 2h35’, e pensava di andare piano. Bravo Fede, ma adesso devo cercare la mi mamma, La trovo, e vuol vedere subito le ferite. Poi mi dice di aver fatto un video, molto breve.

Poi arriva anche Sara, un po’ preoccupata, e pure babbo. Andiamo all’ambulanza, dove dimentico il rancore precedente e mi faccio medicare. Per fortuna il viso è salvo, tranne il mento, ed è la cosa che più mi preme.

Col sorriso sulle labbra, gonfie dall’impatto, possiamo anche andare a cambiarci e ristorarci al pasta party. Poi un giro in vetta al Monte Gomito. Con l’ovovia però: oggi di salita ne ho già fatta abbastanza.
Immagine

Non resta che andare a casa, magari schiacciando un pisolino. Ho proprio un gran sonno adesso. E le prime croste iniziano a tirare. Il difficile inizia adesso!


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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Alcyon »

Fabio,
complimenti vivissimi per la reazione post-caduta.
Bravo, sei riuscito a dare evidenza ad un aspetto fondamentale del ciclismo e, perchè no?, della vita: andare avanti, nonostante tutto. Sei stato esemplare.

Riprenditi presto dalla botta...anzi: sono certo tu lo abbia già fatto!


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Woodstock
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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da Woodstock »

Ieri mi sono preso una gran bella soddisfazione alla Maratona dles Dolomites, l'anno scorso avevo fatto il lungo in 8h06" con qualche rammarico per essermi presentato in condizioni di forma scadenti, coi miai 56 kg ero troppo magro, volevo bruciare i grassi e invece avevo bruciato muscoli, risultato, poca forza sui pedali.
Quest'anno invece sono tornato al mio peso forma ideale di 58 kg, asciutto ma non scheletrico e, con una dote di 5000 km persorsi da gennaio, sono riuscito a fare meglio del mio obiettivo di 7h30" fermando il cronometro a 7h13', migliorandomi di ben 53'!!!
Sono davvero soddisfatto e, non chiamatemi presuntuoso, orgoglioso di me stesso per la costanza che sono riuscito ad avere negli ultimi due anni, ho fatto tanti sacrifici per conciliare la bici con lavoro, famiglia ed impegni vari, queste soddisfazioni mi ripagano di tutto, anche dello stress lavorativo che sto vivendo negli ultimi tempo.
Solo la bici riesce a compiere questi piccoli miracoli.


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Re: Granfondo 2011

Messaggio da leggere da pitoro »

Il computerino non va, non si schioda dallo zero. Buon presagio. Per un motivo o per l'altro non ho mai fatto una granfondo con il computer. Però mi sono sempre divertito. In griglia faccio qualche tentativo per sistemare la faccenda, ma senza convinzione. La scaramanzia conterà pur qualcosa, no?
Il dorsale 131 alla MDD può significare che sei un fenomeno o che sei, a qualunque titolo, un ospite. Sono consapevole di non far parte della prima categoria, però mi bullo ugualmente mentre raggiungo la prima griglia. Sarà l'unica occasione della giornata per alzare la cresta, meglio godersela. Quest'anno faccio il medio, non esiste un piano B. Brucia ancora il rammarico dello scorso quando mi fermai a Corvara per timore di non reggere altre tre ore e passa. Sono un po' meno allenato, andrà come deve andare.

Il primo Campolongo fila liscio, intruppati come in metro all'ora di punta. Il Pordoi da Arabba è troppo bello per sentire la fatica. Mi impongo di risparmiare, di non cedere all'esaltazione. C'è solo qualche intoppo quando arrivano quelli della terza griglia e i primi con numeri superiori al 10 mila che non riescono a salire con il loro ritmo troppo superiore al nostro. Per loro è uno scatto continuo.
Il Sella comincia con il rifornimento (non ne salterò nemmeno uno) e le file causate da quelli che si piazzano con bici davanti al banco a mangiare e bere manco fossero al ristorante. Mugugni, ma niente di che. Anche il Sella passa bene, mi superano in tantissimi ma ormai c'è anche diversa gente che sale con il mio ritmo. Appena sento la fatica, rallento, il 27 è quasi fisso. Devo risparmiare. L'anno scorso proprio qui decisi che mi sarei fermato a Corvara, oggi non ci penso, mi sento molto meglio.
“Risparmia, ettore, risparmia”, continuo a ripetermelo, quelle tre ore in più dovrò comunque farle. Il Gardena quasi non si avverte: dopo un km c'è il rifornimento, dopo un altro c'è il tratto in piano, dopo altri due il Passo. Vedo che sono sui tempi dell'anno scorso, ma sono meno stanco, o forse solo più convinto. Bene.

Bene un fico secco. Il secondo Campolongo mi fa soffrire. Forse è solo una barriera psicologica, fino a cinque minuti ero un leone. Eppure mi pare di salire pianissimo, sicuramente con grande fatica, su una salita che conosco bene e che ha anche tratti di respiro. Non tengo le ruote di nessuno. Cerco di ripararmi dal vento degli ultimi km della salita ma mi staccano. Per fortuna ne arriva sempre un altro. E poi un altro ancora. Quasi 50 minuti da Corvara al Passo. Lento da morire.
Ma chissà perché una volta in cima mi dico che è fatta. Al ristoro faccio il solito pieno di sali, banane e crostatine e mi butto sereno verso Arabba. Al solito continuano a passarmi tutti, il falsopiano che porta al Falzarego è una cronometro individuale. Però in questa fase mi sento di nuovo in gamba, magie della discesa. Al bivio per il lungo ci sono quelli che litigano con gli addetti al controllo perché il cancello per il Giau è ormai chiuso. Devono mettersi di mezzo i carabinieri, tanto gli incazzati/ritardatari sono solo italiani.

A fondo gruppo sono molto più numerosi gli stranieri (ma perché sui numeri non ci sono più le bandierine con i Paesi?). Faccio un pezzo con Langeveld, mica pizza e fichi! Prima avevo addirittura passato Kroon, vabbe' che non è mai stato uno scalatore, però mi piace sta cosa. La maggior parte di questi tedeschi, americani o belgi che salgono con me il Falzarego a 10 kmh non pare soffrire. Agonismo zero, non sono mai al massimo, si godono una giornata speciale. Leggo sui loro Garmin che sono sempre lontanissimi dalla soglia, 140, 145, 150...
Io invece sarei a 250, faccio troppa fatica nonostante le pendenze molto tranquille. Mi preoccupa la distanza e approfitto di un attacco intestinale per una sosta fuori ordinanza. E' la prima volta oggi che metto piede a terra a metà salita, forse avrei potuto resistere. Ma sono consapevole (forse troppo) che mi manca il fondo. Mi fermo ancora alla fontana poco sotto le gallerie, lo fanno in molti, quindi nessuna vergogna.
Visto da qui sotto il dente che dal Falzarego sale al Passo Valparola non sembra niente di che, mi conforto. Solita sosta al rifornimento e affronto l'ultimo km di salita. Fisso il masso in fondo sulla sinistra, “lì è finita”, mi dico. Balle, dietro la curva c'è ancora un pezzo all'insù. Sono sicuro di aver chiuso gli occhi per qualche momento, di aver smesso di guardare la strada. Vedo solo il manubrio. Adesso so perché quel km è impresso nella memoria di ogni DoloMitico. Tutti sanno che c'è, tutti sanno com'è, eppure la testa si convince che la salita finisce al Falzarego, e le poche centinaia di metri in più sembrano un dispetto inatteso. Se gli organizzatori chiamassero quella salita Passo ValParola e non Falzarego, sarebbe diverso! Ne sono certo.

Come al solito in discesa mi passano a decine (e sì, ce ne sono ancora). A La Villa trovo vento in faccia. Ma anche un amico che ha già finito il lungo e siccome non ne ha avuta abbastanza, mi porta all'arrivo. Strano a dirsi, ma faccio anche qualche sorpasso. Non sono proprio finito. Forse le gambe ne avevano un pochino di più rispetto alla testa. Il cronometro segna 7 ore e 43. Non avevo altro obiettivo che arrivare in fondo non stravolto. Ce l'ho fatta. La MDD mi piace, mi sono piaciuto:-)


PS Woody fe-no-me-no


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