I luoghi della gioia

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Maìno della Spinetta
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I luoghi della gioia

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.


E. Montale, I limoni.




Sopra le due ruote il tempo scorre con un'altra velocità.

Da bambini si poteva sognare per ore, giorni, settimane, senza sentire alcun rimorso. Invecchiando si sente il ricatto del tempo perso come un'onta sempre dietro l'angolo. paradossalmente, il rischio è che da bambini si vivevano meglio le cose che da adulti stressati.

Come con l'età cambia la percezione del tempo, così sulle due ruote.

Sulle due ruote l'ansia di non buttare il tempo, adesso che non son più quindicenne, affiora drammatica. La vita lavorativa efficiente si ritrova di colpo tramortita da una dinamica dove ogni metro va guadagnato col sudore. Dopo due ore in ufficio vogliamo vedere il lavoro fatto, una parte almeno, vogliam vedere le pagine macinate alle spalle, o il lavoro artigianale iniziato almeno in parte formato.
Mentre in bici in due ore si fa ben poco: abbiamo fatto un giretto, o ci troviamo a metà di una mattina di passione. Non parliamo delle giornatone campali da 180, 200 km, che ci tiriamo con qualche amico o addirittura da soli, quando abbiamo bisogno di restare con noi stessi, divorare della bellezza intorno a noi, di incontrare le cose, di vederle negli occhi nuovamente, o di sfogare un mistero non risolto che la settimana ci ha lasciato dentro (o semplicemente di sentire di nuovo i muscoli del corpo tesi e stanchi)... In quelle giornatone infinite 2 ore non son niente, e si ha paura a guardare la cartina perché si penserebbe: "sono solo qui?"

L'inizio della pedalata è sempre brutto per questa ragione. Le gambe sono dure, bisogna riscaldarsi, ma soprattutto non vediamo che le cose vanno rapide come vorremmo. Poi, dopo 20 o 40 minuti su una sella, cominciamo a riconciliarci col fatto che il tempo qua scorre in un altro modo, che stiamo di nuovo tornando ragazzini, che guardiamo alle cose con una nuova speranza, e quello che sempre tempo perso altro non è che tempo usato bene. E ci lasciamo frenare dalla fatica per spingere colpo su colpo verso le cose che ci circondano, e ci vengono incontro. Le cose guadagnate, le cose non scontate, sono le più belle, a costo di sacrificare tempo, tanto tempo.

Dall'asfalto, lo sguardo torna alto per guadagnare i panorami. Cambiano lentissimi quando si è in pianura (a 130 all'ora in autostrada quanto sono più veloci...), ma cambiano ancor più lentamente quando si sale. Se poi ci sono dei tornanti si notan tutte le angolature delle cose: una chiesetta la si vede da lontano, quando ancora si è in basso, prima da dietro, poi rispunta un po' più bassa e vista da davanti, poi la si abbandona proseguendo verso il passo, lasciando dietro il remoto villaggetto. Un quarto d'ora, tre occhiate, qualche tornante. Poi basta. E ci si ripete il nome del luogo in testa per non dimenticarlo. Ma già si nota come quella montagna che sembrava solo una parete massiccia abbia anche una cima: già, da fondovalle non si riusciva a vederla, ma adesso, dopo una mezzora di scalata, eccola, vista sempre dal basso, ma ora più vicina.

Anche l'aria è cambiata, è meno afosa. Polmoni e gambe lavorano d'intesa. E il cuore batte regolare.

Cambia l'orizzonte d'intorno, cambiano le cose, ma non sono cambiamenti epocali. Sono gustosi, ma non travolgono. Quello che voglio fare non è un omaggio alla lentezza, l'ennesimo in questa società divisa tra le retoriche della competizione e quella dei chilometri zero stile slow food; bensì un omaggio alla gioia, all'assoluto.
Già perché tutto questo andare ci prepara al vero scopo di tutta questa fatica, al momento shock, feroce, improvviso e stordente. E' un andare che prepara, rende l'animo largo abbastanza per poter essere trafitto. In mezzo ai tanti cambiamenti ce n'è di colpo uno che resta scolpito nel cuore e nella mente. Qualcosa che è di più, qualcosa che ferisce d'improvviso come il giallo dei limoni montaliani, o gli sguardi dei bambini già cresciuti di Steve McCurry.
Quella curva, e l'aprirsi improvviso del ghiacciaio. E il cuore di colpo si sfa.

E sapete che da lì non si tornerà più indietro. Qualcosa è accaduto, resta dentro di voi, e non vi lascerà più. Anche quando sarete tornati a casa.

Bene, questa discussione è dedicata a questo. Postate, se le avete vostre o se le trovate su internet, quei panorami, quelle svolte, quei tratti in costa che vi hanno di colpo sconquassato facendovi tornare a guardare in alto. E magari mettete anche due righe di spiegazione, di dov'è la salita, di che giro avete fatto, di cosa avete provato.


Io ne ho in mente chiaramente due. Metterò l'ultima in ordine cronologico, solo perché ho ritrovato la foto su internet e non vorrei non trovarla più; presto posterò il mio primo di questi grandi eventi, se troverò una foto adeguata.


La conca del Gran San Bernardo: alcuni kilometri di rara emozione nel ring sconquassato di un match tra giganti dell'epoca di Esiodo.
Questa è una di quelle salite da fare, almeno una volta nella vita.


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Plata
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Re: I luoghi della gioia

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Bellissimo!! :clap:

Di questi tratti di strada che colpiscono ce ne sono stati parecchi per me... Adesso non posso dilungarmi, ma vedrò di elencarli più avanti. Così, su due piedi, mi vieni in mente quella che forse è la salita che più mi ha affascinato nella sua bellezza: lo Stelvio da Bormio. Il punto in questione è all'altezza della Bocca del Braulio. Dietro una serie di tornanti che come terrazze si lasciano alle spalle sempre un pezzo in più di panorama da vedere. Poi senti cambiare il vento, arriva in punta di piedi un timido rumore di torrente, un profumo di prato e di alta montagna ti travolge. Quando poi le rocce lasciano spazio alla vallata e ai monti lì dietro nascosti, il gelo del cuore si sfa...


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robby
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Re: I luoghi della gioia

Messaggio da leggere da robby »

questo sì che è un thread!!!

io di posti della gioia ne ho davvero parecchi

parto con una salita di casa...il crocedominii (sì perché in realtà crocedomini è sbagliato...crocedomini vulo dire croce del Signore, invece crocedominii è corretto in quanto in passato il passo era confine tra due possedimenti...ora non chiedetemi di più però)...il tratto che mi porta alla gioia è quasi vicino alla vetta, a circa 3 km...27 km alle spalle e goletto di cadino superato, 500 kt circa di leggera discesina e ti si apre davanti un'immensa distesa di verde da dove sulla sinistrasi vedono stagliati gli ultimi 4 tornanti...meravigliosoImmagine fonte: http://www.commenti.kataweb

il punto della visuale che ho descritto è sul fondo della foto dove si vede dipartire il famoso sentiero dell'adamello..da lì la vista è davvero gioiosa, qui siamo sul penultimo tornante

Il passo dello stelvio da Trafoi esattamente al tornante 24...ci sono già tanti km e tanto dislivello nelle gambe e altrettanti tornanti, ma qui c'è la svolta, siamo intorno ai 2000 e la visuale si apre e si scrogono tutti i restanti 24 tornanti...terribile e spettacoloso allo stesso tempo

Immagine (vabbeh dai questa è al tornante 20, ma è tanto per far capire...fonte: lamia digitale

il Passo Rombo...bastano poche parole e un immagine...tratto di strada pianeggiante prima degli ultimi duri km...si intravedono i tornanti che ci aspettano...azzo!!!!
Immagine fonte:www.mvanzo.it

la cosa bella è che ti chiedi...ma quell'ultimo rettilineo che sembra spegnersi nella montagna dove cacchio va?? super galleria con tanto di portoni in legno che ti conduce a pochi metri dal passo...che spettacolo il rombo!!

ce ne sarebbero altre mille, vedrò di aggiungere


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pacho
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Re: I luoghi della gioia

Messaggio da leggere da pacho »

paesaggi stupendi e 3d da paura :clap:


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Woodstock
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Re: I luoghi della gioia

Messaggio da leggere da Woodstock »

Davvero una bella idea questo post, complimenti Maino!
Ieri, per una fortunata congiunzione astrale, sono riusciti a coincidere il mio giorno libero a lavoro ed una bella (seppur ventosa) giornata di sole, così, con tutta calma, sono partito in bici per un bel giro della Costiera Amalfitana. Paesaggi del tutto diversi da quelli delle grandi montagne, ma non meno affascinanti, soprattutto in questo periodo, quello che preferisco, in cui non c'è ancora il caos estivo e il mare ha uno spettacolare colore turchese.
In quei paesini a picco sul mare sembra che il tempo scorra molto più lentamente ed ogni collina ispira un senso di pace assoluta.
Posto qualche foto presa dal web:

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Tipica strada di costiera

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Cetara

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Ravello

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Vesuvio visto dal Valico di Chiunzi


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robby
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Re: I luoghi della gioia

Messaggio da leggere da robby »

sempre immagini prese dal web...

Il fauniera....strada strettissima e zeppa di marmotte, il panorama spettacoloso lo si comincia a scorgere in uno dei momenti più duri di tutta la salita e cioè nei pressi del santuario di Castelmagno dove alcune rampe arrivano al 16-17%....il bosco si apre e la montagna si mostra....si vede in lontananza la strada che sarà da percorrere, uno strettissimo lembo di asfalto in mezzo alla maestosità delle vette

Immagine...qui il santuario è passato da poco


Il Passo Sella...quando mancano ormai poche centinaia di metri alla vetta e il sassolungo ti si scaraventa quasi in faccia...anzi a dirla tutta è impressionante poco dopo il passo quando ci si fionda in discesa e il sassolungo sembra che ti debba arrivare addosso...

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L'izoard...la casse deserte...bastano solo queste parole, niente di più

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ci sono passato la prima volta nell'estate del 2000 nella tappa vinta da Botero al Tour con secondo savoldelli e terzo panta...sono salita al colle da briançon dove avevamo lasciato l'auto col babbo...l'ho rifatta a fine giugno 2008 durante la mia super randonnèe e vista la bassissima velocità alla quale l'ho percorsa, per preservare energie viste le fatiche fatte e le tantissime ore e scalate che mi aspettavano ancora, me la sono goduta come non mai, m'ha davvero riempito l'animo


quest'estate dovrò metter dentro qualche foto del Galibier (immagino Fabio Plata ne abbia)...non è proprio possibile che un innamorato pantaniano come me non abbia nel suo carnet di salite proprio il Galibier!!!!


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Maìno della Spinetta
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Re: I luoghi della gioia

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Grazie del complimento Pacho, e Woodstock...
Wood TI INVIDIO. Costiera, bellezza, calore, salitelle e salitone... Le ciclabili newyorkesi sembrano una palestra non riscaldata....


Facendo il Sella da Canazei a un certo punto si può toccare la montagna sulla destra. Si guarda in alto e si vedono le corde dei rocciatori pensolare sopra di sé. Brividi.

Rombo, che posto incredibile. Con l'ingresso a Moria, "dite mallon ed entrate"

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Assurdo invece che un piemontese (di origine e di pedalate) come me non abbia ancora visto il Fauniera, nemmeno in macchina.
Mi state dando OTTIME idee per le prossime uscite (io la gamba me la preparo: non so quando sarò sulle alpi, ma io ci conto...). Intanto mi sono venuti in mente due luoghi meravigliosi, devo al più presto avere il mio disco esterno sottomano per poter scaricare...


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EugeRambler
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Re: I luoghi della gioia

Messaggio da leggere da EugeRambler »

robby ha scritto:Il Passo Sella...quando mancano ormai poche centinaia di metri alla vetta e il sassolungo ti si scaraventa quasi in faccia...anzi a dirla tutta è impressionante poco dopo il passo quando ci si fionda in discesa e il sassolungo sembra che ti debba arrivare addosso...

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E che caz.zo è? un'intifada? :bll:


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robby
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Re: I luoghi della gioia

Messaggio da leggere da robby »

Passo Baremone

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fonte: lamiadigitale!

salita di casa che adoro da morire ma che mi fa stare bene solamente se affrontata quando sono veramente in forma...tostissima, non molla un metro....i panorami sono ASSURDI!!! chiedere all'amico Franz per conferma

Qui siamo ad un km circa dal rifugio Rosa del Passo Baremone, salita regolarissima che non scende quasi mai sotto il 9% nei primi 11 km, arrivati al rifugio Rosa c'è un piccolo tratto di pianura, una galleria buia, un tratto di sterrato di un buon km e una parte finale di salita dura e meravigliosa...dalla cima si scende per altri 2 km circa per arrivare al Passo Maniva...è una salita da fare una volta nella vita!

qui di seguito

l'entrata nella galleria buia
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panorami a strapiombo sull'alta valtrompia
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ultimi metri di salita prima di ridiscendere verso il maniva
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la lieve discesa LEGGERISSIMAMENTE a STRAPIOMBO dalla fine della salita al rifugio Maniva...mette un po' i brividi in effetti!
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Re: I luoghi della gioia

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Mi sono ufficialmente innamorato del Baremone


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Re: I luoghi della gioia

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Giusto per completare quanto accennato nel mio primo intervento in questa discussione, un paio di immagini

Stelvio da Bormio

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Il tratto più duro sotto le ruote. La pendenza severa evidenziata dal giallo ocra stampato sull'asfalto. La fatica si fa sentire, mentre inizi a rimbalzare fra un tornante e l'altro di questa "scalinata". Davanti solo il finaco della montagna, dietro una vista bellissima sul profondo canalone che la salita sfiora soltanto.

E poi i tornanti finiscono, cambia il vento, i suoni, gli odori... e ti trovi davanti questo
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Immagine mia. Scattata l'ultimo giorno a Bormio. Era la 4 volta che salivo lo Stelvio, tanto ne ero/sono innamorato. E vi giuro che fatta di mattina molto presto come feci, è indescrivibile...


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Re: I luoghi della gioia

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Il Galibier

Da entrambi i versanti, gli ultimi km sono favolosi. La vetta è superba, non si scenderebbe mai.

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pacho
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Re: I luoghi della gioia

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paesaggi stupendi :clap:
vi ammiro molto, Maino, Plata e Robby (spero di non essermi dimenticato nessuno: ovviamente Woodstock no, dato che a occhio e croce fa i miei stessi percorsi da discesista veloce :diavoletto: )
C'è da essere molto matti per fare delle salite del genere. Anche quando correvo, dopo i 6/7 km di salita iniziavo a perdere la concentrazione e quindi so bene che andar su per 15/20 km è un'impresa, non solo fisica, ma anche mentale. Bravi ancora (con l'unica aggravante che mi inizio già a farmela sotto per la kobram...infatti oggi ho allungato..vedi su altro 3d:).


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Re: I luoghi della gioia

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pacho ha scritto: ovviamente Woodstock no, dato che a occhio e croce fa i miei stessi percorsi da discesista veloce :diavoletto: )
Discesista? Io che ho sempre preso come esempio Alex Zuelle?
Dalle mie parti, Valle del Picentino, Costiera Amalfitana, Cilento, Irpinia ecc. non c'è un metro di pianura, non saranno montagne molto celebrate ma ti invito a farti un bel giretto, ti ospito io, alla fine resterai stupito del dislivello che ne verrà fuori ... poi naturalmente si recupera tutto a forza di mozzarelle, soppressate, babà e torta ricotta e pera :D

Purtroppo non ho molte foto ma quando salivo su Baremone, Stelvio, Gavia, Mortirolo, Zoncolan, Sella, Giau, Pordoi ecc. andavo abbastanza piano da fare in modo che quei paesaggi mi restassero impressi nel cuore, seppure in tachicardia :bll:


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Maìno della Spinetta
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Re: I luoghi della gioia

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Robby,
Il Baremone è la strada che lega il lago di Idro alla val Camonica? Dopo la salita resta in costa o fa dei su e giù? Ci sono alcune strade strane in quelle zone, anche sopra al Garda, che guardando la cartina non ho mai capito se siano transitabili o meno.



Qua vi posto un luogo della gioia che ho proprio in fondo al cuore.
Aria di pianura, a Verrés, stantia e umidiccia. Si sale costanti, senza mai fare fatica, in val d'Ayas. Pedalabile. Si danno occhiate al castello, non è mai troppo impegnativa. La strada spiana a Brusson, poi un paio di tornanti, una lunga curva a destra e di colpo ci si trova innanzi a questo:

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(da panoramio)

Mancano ancora 4 o 5 km alla fine della scalata, fino alla polenta di Barmasc, ma il Rosa giganteggia ormai, e la salita pedalabile lascia tanta lucidità per gustarsi fino in fondo il ghiacciaio


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Plata
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Re: I luoghi della gioia

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Qualche altro luogo della gioia

Passo del Mortirolo
Tra le mie salite preferite. Perde dieci a zero in fatto di vedute con molte altre salite, ma questa salita mi piace davvero. Farla è sempre una grandissima emozione, e fatica. Bellissima perchè riesco a isolarmi, ad essere un tutt'uno con quel bosco silenzioso d'abeti, intima come una poesia e intrigante come una sfida. Mi è sempre volata via come se durasse appena un paio di km. In cima, uscendo dal bosco e trovando pascoli, luce e cielo l'appagamento è una bomba che esplode...

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Forcola di Livigno
Una salita breve, diciamo da entrambi i lati. Io l'ho percorsa dalla Svizzera, imboccandola poco sotto il Bernina. Strada di una certa rilevanza, am che conserva caratteri più consoni a quelle straducole secondarie che portano verso grandi vette. Il luogo della gioia? Una volta arrivato in vetta, puntato la bici in discesa verso Livigno, mi sembrava di volare sul mondo, attraverso quel lembo di asfalto piovuto su quei prati quasi per caso...

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Umbrailpass
Se mi piace l'atmosfera del Mortirolo, inevitabile che pure questa bella salita svizzera mi entrasse dentro dalla porta principale. Il primo tratto, appena superato il paesino di Santa Maria, è un'apnea fra pendenze importanti e braccia di alberi a riparti dal sole, a proteggerti, a isolarti ancora una volta dal resto. Curve su curve, tornanti, non ci sono cento metri dritti. Bellissimo! (aggiungo pure: luogo della gioia in discesa. Una delle più veloci, spericolate e sicure della mia vita)

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Passo del Lagastrello
Un po' dimenticato, collega la Toscana all'Emilia a partire dal paese di Aulla. Era una giornata estiva come tante, e l'asfalto così ruvido da dar fastidio nonostante la velocità non certo alta. La vegetazione si prendeva gioco dei bordi della carreggiata, un vento contrario delle mie gambe, e il silenzio delle mie orecchie. Trovai 2 motociclisti e una macchina in tutta la salita. Quasi noia. E poi gli ultimi km...

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herbie
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Re: I luoghi della gioia

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Maìno della Spinetta ha scritto:Robby,
Il Baremone è la strada che lega il lago di Idro alla val Camonica? Dopo la salita resta in costa o fa dei su e giù? Ci sono alcune strade strane in quelle zone, anche sopra al Garda, che guardando la cartina non ho mai capito se siano transitabili o meno.
la salita vera e propria dal Lago d'Idro è quella che porta al Rifugio Rosa, continua, tosta e spettacolare, sono circa 15 km. sempre tra l'8 e il 10 % se non mi ricordo male.
Il tratto in alto che porta al Maniva invece è questo:

http://www.salite.ch/10904.asp?Mappa=

non vi è scritto che dall'inizio della galleria e per tutto il tratto in leggera discesa seguente c'è un primo tratto di sterrato da affrontare con cautela visto che ci sono già gli stapiombi a bordo strada e non si tratta di uno sterrato tra i più scorrevoli. Il tratto in salita (dura) successivo invece è asfaltato e da solo, se non si fosse già fatta la selvaggia e affascinante salita precedente, varrebbe la fatica. Non appena scollinato quel tratto invece cambia di nuovo lo scenario e ritorna il cornicione arroccato sullo strapiombo, ormai sei arrivato perchè vedi poche centinaia di metri più in basso il Maniva, ma visto che è di nuovo sterrato occorre fare attenzione.
Devo ringraziare il buon robby per avermi indirizzato su questa strada, che a priori non avrei preso in considerazione per bici da strada. Invece ne vale veramente la pena di fare quei due brevi tratti sterrati con un po' di cautela. Tutto sommato è percorribilissima anche con bici da strada leggere (magari con copertoncini non vecchi...) anzi è un peccato non farla.

Invece se vuoi proseguire sul percorso alto dopo il Maniva ed andare a fare tutta la spettacolare strada fino al Croce Dominii devi prepararti ad affrontare tratti sterrati molto più lunghi....


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Maìno della Spinetta
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Re: I luoghi della gioia

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Plata ha scritto:Il Galibier

Da entrambi i versanti, gli ultimi km sono favolosi. La vetta è superba, non si scenderebbe mai.
L'idea di questa discussione mi e' venuta guardando i km finali di schleck sul Galibier, e ripensando al Gran San Bernardo.

Mi chiedo come mai Zomegnan non penso' a un finale con Baremone/Sterrato - Presolana per la tappa del 2008, sarebbe stato molto Zomegnan, e molto spettacolare...


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Re: I luoghi della gioia

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herbie ha scritto:
Maìno della Spinetta ha scritto:Robby,
Il Baremone è la strada che lega il lago di Idro alla val Camonica? Dopo la salita resta in costa o fa dei su e giù? Ci sono alcune strade strane in quelle zone, anche sopra al Garda, che guardando la cartina non ho mai capito se siano transitabili o meno.
la salita vera e propria dal Lago d'Idro è quella che porta al Rifugio Rosa, continua, tosta e spettacolare, sono circa 15 km. sempre tra l'8 e il 10 % se non mi ricordo male.
Il tratto in alto che porta al Maniva invece è questo:

http://www.salite.ch/10904.asp?Mappa=

non vi è scritto che dall'inizio della galleria e per tutto il tratto in leggera discesa seguente c'è un primo tratto di sterrato da affrontare con cautela visto che ci sono già gli stapiombi a bordo strada e non si tratta di uno sterrato tra i più scorrevoli. Il tratto in salita (dura) successivo invece è asfaltato e da solo, se non si fosse già fatta la selvaggia e affascinante salita precedente, varrebbe la fatica. Non appena scollinato quel tratto invece cambia di nuovo lo scenario e ritorna il cornicione arroccato sullo strapiombo, ormai sei arrivato perchè vedi poche centinaia di metri più in basso il Maniva, ma visto che è di nuovo sterrato occorre fare attenzione.
Devo ringraziare il buon robby per avermi indirizzato su questa strada, che a priori non avrei preso in considerazione per bici da strada. Invece ne vale veramente la pena di fare quei due brevi tratti sterrati con un po' di cautela. Tutto sommato è percorribilissima anche con bici da strada leggere (magari con copertoncini non vecchi...) anzi è un peccato non farla.

Invece se vuoi proseguire sul percorso alto dopo il Maniva ed andare a fare tutta la spettacolare strada fino al Croce Dominii devi prepararti ad affrontare tratti sterrati molto più lunghi....
e la strada che va da Lavone, in Val Trompia, a Pisogne, e' buona? e' transitabile? Perche' fare un giro dal lago d'idro al lago di iseo, non andando verso il crocedomini quando si e' al maniva (anche quella e' sterrata? Ma per scelta o perche' mancano i dane'?) passando per tutte quelle montagne, dev'essere meraviglioso.


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Re: I luoghi della gioia

Messaggio da leggere da herbie »

quello è il colle di san Zeno, qui trovi altimetria, salita duretta, non un mostro, ma impegnativa, da entrambi i versanti.

http://www.salite.ch/sanzeno1.asp?Mappa ... priseH=661

se ti piace la zona potresti fare il mio brevetto con partenza Lovere, Pisogne -San Zeno, Val Trompia -Maniva, discesa su Bagolino (ci sono un po' di buche all'inizio poi va meglio), Croce Dominii da Bagolino, Borno, Croce di Salven, discesa (attenzione ci sono strapiombi) su Dezzo di Scalve, Presolana (lato duro), Clusone, tutta discesa fino di nuovo a Lovere.
Farebbe parte di un circuito di brevetti finora riuscito a pochi....


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pacho
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Re: I luoghi della gioia

Messaggio da leggere da pacho »

Woodstock ha scritto:
pacho ha scritto: ovviamente Woodstock no, dato che a occhio e croce fa i miei stessi percorsi da discesista veloce :diavoletto: )
Discesista? Io che ho sempre preso come esempio Alex Zuelle?
Dalle mie parti, Valle del Picentino, Costiera Amalfitana, Cilento, Irpinia ecc. non c'è un metro di pianura, non saranno montagne molto celebrate ma ti invito a farti un bel giretto, ti ospito io, alla fine resterai stupito del dislivello che ne verrà fuori ... poi naturalmente si recupera tutto a forza di mozzarelle, soppressate, babà e torta ricotta e pera :D

Purtroppo non ho molte foto ma quando salivo su Baremone, Stelvio, Gavia, Mortirolo, Zoncolan, Sella, Giau, Pordoi ecc. andavo abbastanza piano da fare in modo che quei paesaggi mi restassero impressi nel cuore, seppure in tachicardia :bll:
ahahahahahha, mi fa fai morire :D
il giro d'Italia in bici è un vecchio sogno e in tempi brevi deve divenire realtà. Il Cilento e la Costiera Amalfitana saranno tappe irrinunciabili. Confabuliamo alla Kombram e mi aggiorni sui percorsi più da sfaticato intermezzati dalle trattorie più caloriche, tanto per non perdere il peso forma :cincin:

cmq tornando seri (si fa per dire): al netto degli automobilisti, allenarsi al mare mi convince sempre di più


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