#mygravelyear
Lo sapevo e me l'ero già detto: dopo i ventimila dell'anno scorso era davvero difficile meglio. Arrivato stanco al traguardo un anno fa, non avevo fatto programmi, non mi ero dato obiettivi: il lockdown di primavera ed i guai, il maggior tempo da dedicare ai miei affetti, il lavoro, ancora più impegnativo di questi tempi di pandemia, tante cose hanno contribuito a limitare il tempo che ho potuto dedicare alle mie pedalate. In un anno davvero difficile la bici mi ha aiutato moltissimo a staccare un po' la spina, a ritrovare equilibrio quando le cose non andavano benissimo, a cercare nuove energie mentali, a prendermi un po' di tempo per me. A pedalare, da solo o in fidata compagnia, senza fare troppi programmi...
GENNAIO cominciava con una bella La RONDA - Fiandre Trevigiane sul percorso 2020 con gli amici del #pedaleveneziano, chi l'avrebbe mai detto che dopo l'anteprima non ci sarebbe stata la versione ufficiale... E poi le social ride #altamarcagravel con le "gambe in croxe" e una stanchezza mai provata, figlia di un 2019 fatto a tutta, senza una pausa. La bici è divertimento sempre, qualche volta è anche tanta sofferenza...
FEBBRAIO porta con sè altre social-ride tra cui una fantastica #vipavavalleygravelMMXX che nobilito, si fa per dire, con 6 o 7 forature, Per fortuna che almeno le gambe riprendono a girare dignitosamente... Ma è anche il mese in cui prende corpo, dopo la fantastica esperienza @theclimateride, un’idea meravigliosa: “il giro del veneto dei disastri e delle lotte ambientali”, una settimana sui pedali dal Vajont a Venezia per andare ad incontrare cittadin*, comitati, associazioni che si battono per la difesa del territorio, per denunciare tutti gli scempi ambientali compiuti nel nome di un progresso in-sostenibile dove il denaro conta più della vita. Settimane di incontri, qua e là in Veneto, sempre in bici ed in treno, per dare un senso allo slogan #stopfossilnow e organizzare il tour che si concluderà al grande meeting europeo di Aprile a Venezia...
Ed in treno vado in Lombardia, il 22 febbraio, per partecipare alla cogliacogliacoglia, spettacolare gravellata bergamasca che non potrò dimenticare per il percorso e per l’incredibile incidente occorsomi in discesa alle porte di Bergamo: una curva, una strada strettissima tra montagna, muretti e rovi, una macchina che non doveva essere lì… passo per miracolo in un pertugio sbattendo a destra e sinistra, poi decollo… me la cavo con escoriazioni su mani, faccia, gambe e piedi, 4 raggi rotti, insomma un miracolo. E un po’ un miracolo è percorrere indenne le zone dove di lì a poche ore, e chi se lo sarebbe mai immaginato, deflagrerà la pandemia. Se penso che la traccia mi aveva portato da Bergamo giù lungo il Serio, fin quasi a Codogno per poi risalire lungo l’Adda verso la val Brembana, nei luoghi dove il coronavirus nelle settimane successive mieterà migliaia e migliaia di vittime, non posso che ritenermi fortunato.
MARZO&APRILE Il riposo forzato arriva e la bici diventa mezzo per andare a lavorare, nonostante i dissidi con gli inquilini che non vogliono che usi l’ascensore per portarla in ufficio (e giù mica ce la lascio, eh...) e le difficoltà di conciliare le esigenze e le mansioni lavorative con il muoversi su due ruote. Ci si orienta tra autocertificazioni e interpretazioni dei DPCM, ma sono mesi difficili per tutti e la bicicletta non può che passare in secondo piano. E l’annullamento del meeting di Venezia manda in soffitta il progetto a cui stavi lavorando assieme ai The Climate Riders. A malincuore ma tocca dire ciao al Giro del Veneto, a tutte le persone e le realtà coinvolte, all’idea di unire, anche quest’anno, la passione per la bici alla militanza per la giustizia climatica… Speriamo di poterci rifare in futuro!
MAGGIO Finisce il lockdown e in tanti, troppi, riscoprono la natura. Abbruttiti da due mesi chiusi in casa, senza centri commerciali, vasche in centro, aperitivi e gli altri riti del consumo, moltissimi scoprono i “vantaggi” dell’attività motoria e sportiva. Sentieri, stradine, tratturi, soprattutto vicino alle città, dove prima passavi ore ed ore in solitaria, diventano affollati luoghi dello struscio. Condividere la natura, la libertà e l’aria prevede anche attenzione alle altrui presenze. I nuovi frequentatori però poco se ne curano, comportandosi come se gli altri non esistessero. Percorsi ciclabili occupati da gruppi disordinati di passeggiatori improvvisati che non lasciano strada saranno la norma da qui in poi e non basta certo il campanello a dirimere la questione..
La stagione si fa mite e cominciano le mie “toccata e fuga” verso il mare, una piacevole abitudine in solitaria che sarà leit-motiv dei prossimi mesi. E con l’allentamento delle restrizioni ci scappa anche qualche over200 alla ricerca di libertà e pace, tra Asolo, il Brenta ed i Colli, lontano dai soliti percorsi già molto affollati.
GIUGNO Tra le solite abitudini “eracleensi” e le tradizioni da rispettare che mi portano fin sui miei amati monti della Pusteria con Alberto e Jack, c’è posto per uno splendido giro in compagnia di PJ tra Verona, il lago e le colline moreniche, luoghi incantevoli dove il gravel trova la sua sublimazione grazie alla traccia di Musseu e dove le preoccupazioni ed i pensieri diventano un pochino meno pesanti…
LUGLIO C’è bisogno di staccare la spina, e le ferie, quest’anno anomale, arrivano al momento giusto. Una settimana a zonzo tra Pusteria ed Austria, su tracce vecchie e nuove ci voleva proprio. Condividere le emozioni di scollinare ad oltre 2000 mt su strade dove una bici gravel “muscolare” attira espressioni di stupore e meraviglia è appagante. E gli scenari che ti si aprono davanti agli occhi fanno il resto, assieme al piacere di una birra ed una cena in compagnia. Una settimana vola e se, quando torni, la voglia di libertà ti assale puoi sempre prendere un treno, scendere a Monfalcone e farti giusto giusto quei 250 km gravel fino a casa, o approfittare degli amici iscritti alla #VenetoGravel per accompagnarli fino all’arrivo e scroccare qualche piatto di pasta e altrettante birre…
AGOSTO In questa strana e difficile annata in cui molti programmi e progetti saltano, vuoi per guai personali, vuoi per cambiamenti forzati dovuti alla pandemia che stravolge abitudini, lavoro e vita delle persone, a volte ti ritrovi con sorprese dell’ultimo momento. La visita improvvisa di un amico ciclista con cui pedalare assieme, l’invito a partecipare ad una non-stop gravel di oltre 300 km dal tramonto all’alba, e anche oltre… E c’è posto anche per piccole, grandi, delusioni, come quando per ripetuti incidenti tecnici, leggasi forature in serie, l’ambizioso giro gravel tra le montagne attorno a San Martino di Castrozza si conclude dopo soli 60 km. Si prende quello che viene, le ore in sella sono un toccasana per umore e fisico che altrimenti, la fame nervosa che da qualche tempo mi ha assalito, lascerebbe scorie notevoli…
SETTEMBRE E’ il mese degli ultimi bagni, dei soliti giri in solitaria e di qualche nuova traccia da esplorare, Ma c’è anche posto, nell’illusoria “apertura” estiva che dava per finita l’emergenza virus, per due eventi gravel che seppur con qualche precauzione in più, somigliano a quelli che sono tanto mancati quest’anno. Gli sterrati e gli argini infiniti della pianura ferrarese fanno da cornice alla FARGravel tra Argenta e il mare, luoghi e conoscenze nuove o quasi, diverso lo scenario della #lestradedeivini, le colline della Marca e tante facce conosciute che fa sempre piacere rivedere, chiacchierando un po’ mentre si pedala su e giù tra vigneti, castelli e torrenti…
OTTOBRE E’ il mio mese preferito, ci sono nato, non piove quasi mai, ci sono i colori dell’autunno che ti riscaldano il cuore. Ma quest’anno è un po’ tribolato, guai e sofferenze tra i miei affetti più cari non mancano e quando la salute e la serenità si fanno desiderare anche le cose belle si offuscano, se poi piove anche, ottobre si fa triste. Pedalare aiuta un po’ a stare a galla nelle tempeste e a scacciare i brutti pensieri e così ecco la social-ride AMG Gravel Group nel giorno del mio compleanno senza tante gambe e “sensa schei par butar da bevar”. Provo a farmi perdonare alla prima occasione che arriva con il Cansiglio d’Autunno quando incrociamo di nuovo i fioi dell’AMG. Fedeli alla regola del “NoFossil”, io, PJ e Zuzzu ci muoviamo in treno fino a Sacile, poi si salgono le rampe friulane che portano al Cansiglio e per attaccarci alla spettacolare traccia disegnata da Paolo Pol. Fa freddo ma i panorami dell’altopiano ti scaldano il cuore, si torna in pianura in picchiata verso gli sterrati della La RONDA - Fiandre Trevigiane e il treno che porterà a casa. Il mese finisce con un’altra splendida giornata in bici per la CarsoMare di Matteo Marcato Anche qui treno per arrivare alla partenza di Strassoldo, treno per tornare dopo una gravellata supplementare fino a Latisana. I colori incredibili delle distese di sommacco nelle vallate carsoline, il mare che brilla laggiù, gli sterrati della bassa, i borghi antichi e la natura selvaggia lungo le foci dell’Isonzo…
NOVEMBRE E’ il mese degli esperimenti e della voglia di giri lunghi. Gomme nuove, tubeless che mi fa dannare un po’ prima di funzionare a dovere, desiderio di quei “classici eventi” gravel novembrini con il loro portato di “leggenda” e di “epica”, tra primi freddi, fango e pioggia. E allora via con la MiAMi covid edition, l’autoprodotta MAR (ghera)AS(olo)MA(rghera), i Colli in modalità gravel con la scoperta di nuovi percorsi a sud di Padova per arrivarci, e l’appuntamento, ormai tradizionale, con la Gravel della Madonna da Mestre a Monte Berico e ritorno, il giorno della Salute. E poi, niente, per me tornare a casa con bici, giacca, pantaloni, gambe coperti di fango non mi spaventa, mi dà semplicemente quel senso di aver vissuto un’altra appagante avventura a pedali…
DICEMBRE E piove ancora… Ma pedalare sotto la pioggia, se non fa freddissimo, soddisfa quel senso di cui sopra. E farlo su tracce di cui ti infatui per qualche tempo diventa una tranquilla abitudine da ripetere in “ripetuta style”. E all'orizzonte comincia a prendere forma il progetto di costruire intorno a The Climate Riders una vera aggregazione di cicloattivisti. Se son rose... ce lo dirà il 2021!
Il resto del mese è un lento avvicinamento alla fine di quest’anno complicato con l’ultima sfida del #raphafestive500, mentre nuovi lockdown si profilano all’orizzonte con una situazione sanitaria fuori controllo. Sfida completata senza grossi problemi, dapprima girando intorno a Mestre come una trottola fino a farmi venire il mal di testa e quasi più tempo passato al PC a tracciare che fuori a pedalare, poi interpretando in forma meno restrittiva i DPCM e concedendomi uscite più varie e rilassanti.
Cosa resta, allora, di questo #mygravelyear, di questo mio 2020 in bicicletta?
La riscoperta di pedalare da solo, o quasi, dopo un 2019 molto social, oltre che da record.
Il fatto di dover improvvisare, di accettare e di prendere quello che viene, senza poter programmare tante cose.
Il fastidio per l’arroganza di chi calca a piedi (in passeggiata imporovvisata) gli stessi percorsi dei ciclisti gravel.
La voglia di viaggiare, mettendo insieme passione e militanza, rimasta insoddisfatta.
Tanti dubbi su cosa significhi “gravel”: tracce, eventi, attitudine, way of life…
E tante riflessioni sulla sofferenza, sulla malattia, sulla capacità di restare in equilibrio mentre intorno a te non ci sono certezze.
Adesso è tardi, vado a pedalare un po’, che il 2021 inizi in sella!
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